martedì 08 Luglio 2025
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Palermo Coffee Festival: arriva la terza edizione dell’evento, 06-07/06

PALERMO – Torna il Palermo Coffee Festival, la manifestazione interamente dedicata al mondo degli specialty coffee e alle filiere sostenibili del vino e dell’olio e di altre eccellenze della nostra terra, venerdì 6 e sabato 7 giugno dalle 9 alle 22. Dopo il successo delle precedenti edizioni all’Orto Botanico, l’evento si rinnova con un programma ricco di contenuti, esperienze sensoriali, formazione e competizioni in un luogo simbolo di un ambizioso progetto di rigenerazione urbana: il Palermo Marina Yachting al Molo trapezoidale, nel porto della città.

L’evento è organizzato da Morettino, storica torrefazione di Palermo, in collaborazione con Gambero Rosso, Sca Italy e Slow Food Coffee Coalition.

Lo scenario della terza edizione è un luogo da poco restituito alla città, un’area portuale che un tempo accoglieva navi, vascelli e velieri.

Era l’epoca dei Florio e delle grandi dinastie di mercanti che scrissero la storia di Palermo, che nel suo antico nome Panormos, “città tutto porto”, racchiude la vocazione all’accoglienza, all’integrazione e alla multiculturalità.

Da questo ritrovato contatto con il Mare nostrum prende forma il tema dell’edizione 2025: Panormos: viaggio tra filiere, popoli e culture. Il concetto del viaggio che si traduce nella contaminazione tra mondi diversi – dal caffè al vino, dall’olio al cioccolato – e che si riflette nei dialoghi tra produttori, esperti e appassionati. Un’integrazione non solo di filiere e gusti, ma di culture, anime e visioni.

Il festival

Lo scopo del Palermo Coffee Festival è quello di creare e diffondere una cultura autentica del caffè, bevanda tanto diffusa in Italia quanto ancora poco valorizzata. Previsto un fitto programma di workshop, dibattiti, masterclass e degustazioni che stimolerà il confronto con le altre filiere, come vino e olio. Tante le similitudini tra queste e il mondo del caffè, in particolare quello degli Specialty Coffee, micro lotti d’altura di caffè selezionati e di alta qualità.

“Questo evento racconta di un viaggio tra filiere, popoli e culture che parte da lontano e si ispira a quel contatto perduto con l’acqua che stiamo riscoprendo – spiega Andrea Morettino, quarta generazione della famiglia di torrefattori e organizzatore del festival – Il Palermo Coffee Festival offre un messaggio di condivisione, di cambiamento e di rigenerazione culturale, che testimonia la dimensione internazionale a cui Palermo può e deve ambire. Il festival vuole anche essere un’occasione di confronto con i più giovani, con l’obiettivo di stimolarli a una maggiore consapevolezza verso la materia prima, perché siamo quello che mangiamo e che beviamo”.

Il programma completo è consultabile qui.

Le masterclass

Da sempre uno degli appuntamenti più attesi e partecipati del Palermo Coffee Festival è costituito dalle Masterclass di approfondimento sugli Specialty Coffee. Gambero Rosso, partner del Palermo Coffee Festival fin dalla sua prima edizione, quest’anno rivestirà un ruolo ancora più importante, ospitando molti degli appuntamenti all’interno della Gambero Rosso Academy, la scuola di alta formazione che si trova proprio al Palermo Marina Yachting.

Otto masterclass sul confronto del mondo del caffè con quello degli altri prodotti, ma anche sulle contaminazioni del caffè in cucina. A condurle i massimi esperti in Italia: Andrej Godina e Mauro Illiano (curatori della Guida delle torrefazioni del Gambero Rosso), Marzio Taccetti (coordinatore editoriale della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso), Maria Antonietta Pioppo (Wine Master sommelier e degustatrice ufficiale di olio EVO), Emanuela Dughera (Slow Food Coffee Coalition), lo chef Gioacchino Gaglio della Gambero Rosso Academy, accompagnati da Arturo e Andrea Morettino.

Un ruolo speciale lo avrà la Slow Food Coffee Coalition, la rete internazionale che si batte per la salvaguardia dell’ecosistema e dei diritti dei lavoratori nell’intera filiera del caffè. La Slow Food Coffee Coalition, di cui Morettino fa parte, sarà protagonista di masterclass dedicate agli Specialty Coffee della rete e dibattiti sull’importanza di sostenere “un caffè buono, pulito e giusto”.

Per partecipare alle masterclass è necessario acquistare prima del festival il ticket sul portale della Gambero Rosso Academy e sul sito palermocoffeefestival.it.

Sca Italy Competition

Sca Italy – Specialty Coffee Association, è compagna di viaggio di Morettino nella diffusione della cultura dei caffè di alta qualità e anche quest’anno partner del Palermo Coffee Festival. Durante l’evento, Sca Italy proporrà il suo nuovo format dedicato alle gare di caffetteria, un’occasione per baristi e professionisti di entrare nel circuito delle gare Sca. I vincitori avranno, infatti, accesso alle selezioni ufficiali per le finali nazionali, con volo, vitto e alloggio offerto da Sca Italy.

Il 6 giugno dalle 9 alle 17 la competizione “Coffee Triathlon”, la gara perfetta per chi vuole mettersi alla prova con espresso, brewing e mixology. La competizione prevede la preparazione di un espresso, un filtro e un cocktail (alcolico o analcolico) in 10 minuti. Sabato 7 giugno, dalle 9 alle 17, “Latte Art Throwdown”, la gara che prevede una sfida a eliminazione diretta tra due partecipanti, con la preparazione di un cappuccino in Latte Art. Le gare sono gratuite e aperte a tutti, ma i posti sono limitati. E’ necessario iscriversi qui.

Roasters Village

Venti tra le migliori micro roastery di tutta Italia si presenteranno al pubblico del Palermo Coffee Festival attraverso slot di degustazioni gratuite di Specialty Coffee all’interno dell’area Roasters Village, allestito di fronte al mare.
Contemporaneamente si svolgeranno i live show di Latte Art e Vegan Latte Art di Giuseppe Fiorini, campione italiano nella disciplina di decorazione dei cappuccini, e le competizioni amatoriali di tostatura a cura di Paolo Scimone, giudice Sca nelle gare internazionali.

Sabato alle 17, infine, l’esibizione del maestro Antonio Cappadonia che preparerà la granita al caffè utilizzando l’antico metodo delle neviere e raccontando una tradizione che risale alla dominazione araba in Sicilia.

Coffee Roasting Lab

L’arte della tostatura avrà un ruolo centrale durante il festival, attraverso le già citate competizioni amatoriali di tostatura del caffè, in cui chiunque potrà cimentarsi e tostare la propria miscela di caffè, e i workshop dedicati ai blend e singole origini, che si svolgeranno all’interno del Morettino Lab. A condurle sarà il principale esperto in Italia in materia, Paolo Scimone, Q grader Arabica & Robusta, SCA AST – Authorised Sca Trainer.

Coffee Talk

Il Morettino Lab ospiterà anche i Coffee Talk, momenti importanti di confronto e divulgazione sul mondo del caffè. Venerdì alle 18 si parlerà di Sicilia inedita e coltura tropicali, con Andrea Morettino che racconterà il progetto della piantagione sperimentale del caffè a Palermo, in compagnia di Hugo Gallardo, che produce il primo rum Made in Sicily, e Federico Marino, che coltiva il tabacco in provincia di Palermo.

Sabato alle 11 toccherà invece a Valentina Palange, in arte SpecialtyPal, che presenterà il suo libro “Il caffè in Italia fa schifo”, in cui smonta le convinzioni e i falsi miti sul caffè nel nostro Paese.

Coffee Mixology

Infine, ogni sera dalle 19.30 in poi, le contaminazioni tra Specialty coffee e Mixology saranno al centro degli aperitivi al Morettino Lab, organizzati in collaborazione con Palermo Cocktail Week. Alcuni dei più rinomati bartender della città si alterneranno nella creazione di drink alcolici a base di caffè Specialty. Il tutto accompagnato da concerti e musica live dalle luci del tramonto su Palermo.

Master Coffee Grinder Championship: Riccardo Vassallo trionfa nella seconda tappa

VITTORIA (Ragusa) – La seconda tappa del Master Coffee Grinder Championship 2025 – il campionato di macinatura ideato da Fabio Verona – si è chiusa con un successo travolgente nel cuore della Sicilia, lasciando il pubblico e i partecipanti entusiasti. Ospitata nella suggestiva cornice della piazza principale della barocca Vittoria ed in seno al Scenica Festival, la manifestazione Master Coffee Grinder Championship ha confermato ancora una volta quanto il caffè possa essere non solo un rito quotidiano, ma anche un’esperienza culturale, tecnica ed emozionale.

Master Coffee Grinder Championship: un evento da ricordare

Il sabato pomeriggio si è aperto con una convention partecipatissima, che ha trasformato la sala delle Capriate dell’ex Convento dei Frati Minori in uno spazio di confronto e ispirazione.
Moderati dal dottor Marco Randazzo, La dottoressa Rossella Affè, stimata e riconosciuta biologa e nutrizionista, ha illustrato ai presenti i risultati delle ultime ricerche scientifiche sul caffè, dai quali si evince quanto il caffè buono e non bruciato in tostatura porti benefici nei confronti di molte patologie cliniche.
Il giornalista e trainer Fabio Verona ha poi affrontato il tema legato al costo del caffè, evidenziando quanto una differenziazione del prezzo della tazzina basato sulla qualità del servizio offerto e della miscela, possano essere un vantaggio dei baristi per spiccare nel mare dei locali anonimi e “monoprezzo”.
Un tema particolare è stato affrontato dalle dottoresse Carmen Stanziola (responsabile commerciale Italia per Dalla Corte) e Giovanna De Vecchi (amministratore delegato per DVG De Vecchi), che hanno parlato del delicato e fondamentale ruolo delle donne in tutta la filiera del caffè, in rappresentanza dell’International Women’s Coffee Alliance.

Infine, il grande maestro Andrea Antonelli, titolare della Antonelli Academy, nonché brand ambassador della famosa Pulycaff, ha illustrato con semplicità disarmante quanto troppo spesso i clienti bevano degli espressi cattivi a causa di una scarsa manutenzione e pulizia delle attrezzature.

Numerosi gli interventi del pubblico durante il dibattito finale, con domande precise e puntuali.

Masterclass e passione in piazza

Domenica mattina, sotto il sole nella splendida Piazza del Popolo, si è svolta la masterclass “Macina come un campione”: un appuntamento che ha unito teoria e pratica in modo coinvolgente, dando al pubblico la possibilità di assistere in diretta a prove tecniche e domande-risposte con gli esperti.
Si è passati dal conoscere le potenzialità dell’innovativa Pump My Moka di Bialetti, dimostrando come potersi preparare una moka con del caffè specialty macinato al momento con il grinder manuale Pietro di Fiorenzato sulle bellissime spiagge siciliane fino all’innovazione tecnologica per il controllo e set-up corretto delle macchine espresso con il TechUp di DVG. L’importanza della corretta filtrazione dell’acqua è stata dimostrata grazie all’utilizzo dei sistemi filtranti Brita.
Infine, tra lo stupore dei presenti, hanno fatto capolino i nuovi livellatori dinamici automatici ed il tamper dinamometrico di Metallurgica Motta, che hanno permesso a tutti di standardizzare il sistema lavorativo evitando variabili decisive in fase di estrazione.
La Antonelli Academy, con il suo fondatore Andrea Antonelli, ha lasciato tutti a bocca aperta, dimostrando come in soli 4 minuti e trenta secondi sia possibile effettuare una corretta pulizia con i prodotti Pulycaff di un’intera postazione. Per chi non ci credesse, può contattarlo personalmente.
Ma i veri protagonisti sono stati la piccola Studio, macchina professionale multiboiler di Dalla Corte, ed il nuovissimo grinder gravimetrico F64Sense di Fiorenzato, che hanno permesso ai concorrenti performance ad elevato standard professionale con la massima semplicità di utilizzo.
La masterclass ha fatto da preludio alla gara ufficiale, creando un clima di entusiasmo e aspettativa, dando modo ai presenti di scoprire innovazioni tecnologiche a loro sconosciute fino ad oggi.

Il vincitore? Un talento siciliano

A trionfare nella seconda tappa è stato Riccardo Vassallo, barista proveniente da Palermo, che ha conquistato i giudici con una prova precisa, rapida e consapevole. In una gara che ha visto sfidarsi concorrenti provenienti da tutta l’isola e da altre regioni, Riccardo ha saputo interpretare al meglio i parametri di macinatura, estrazione e servizio, ottenendo il punteggio più alto e assicurandosi il pass per la finalissima. Tra i concorrenti in gara (Fabio Proietto, Giuseppe Carrubba, Danilo Ferrara,  Fabio Tirani) anche Federico Lombardo di Ragusa volerà in finale, essendosi classificato al secondo posto con soli 39 punti di distacco.

“È stata una gara davvero emozionante e divertente – ha dichiarato Vassallo subito dopo la premiazione – e poter competere in piazza, davanti a così tante persone, è stato elettrizzante. Ringrazio l’organizzazione e Brazilecafè per l’opportunità.”

Master Coffee Grinder Championship: un festival che lascia il segno

Il Master Coffee Grinder Championship 2025 ha trovato nel Scenica Festival e in Connessioni un partner ideale: la contaminazione tra arte, gusto e socialità ha valorizzato l’evento, rendendolo unico nel suo genere. La piazza si è trasformata in un’arena di tifo, applausi e profumi intensi, confermando che il caffè, soprattutto quando è ben raccontato, è capace di aggregare e sorprendere.

La visita ed il saluto dell’assessore alla cultura Fabio Prelati ha portato un ulteriore lustro alla giornata confermando il valore formativo e culturale dell’evento.

La partnership con Brazilcafè – ha dichiarato l’organizzatore durante l’intervento con l’assessore – si è dimostrata vincente e fondamentale, perché grazie alla loro innata passione per la qualità e la voglia di divulgarla, sono stati in grado di contagiare tantissime persone oggi presenti in piazza.

Il caffè protagonista della giornata

La scelta di Giovanni Battiato (il tostatore), che insieme al fratello Alfio e a Marco Randazzo conducono la Brazilcafè, è andata su un caffè brasiliano proveniente dall’Alta Mogiana, ovviamente certificato IWCA, varietà catuai, raccolto a 1300 mtsl e processato con il metodo naturale.

La tostatura media realizzata da Giovanni veniva esaltata dal team dei giudici Luca Bernardoni, Giuseppe Fiorini e Davide Valenzano, capitanati dal veterano Luigi Pillitu, con un’estrazione nella tazza di maggiore dimensione realizzata appositamente da Ipa Porcellane, presentando note di frutta secca, nocciola, cioccolato al latte ed un particolare after taste di mandorla dolce. Le note di miele e di frutta matura con un corpo medio e vellutato completavano il quadro dei descrittori indicati ai concorrenti.

La ricetta di riferimento è stata di 16,5g In – 44g Out per 32 secondi, con un TDS di 7,80, replicata quasi alla perfezione dal vincitore.
Un momento molto significativo è stato quello della consegna, ai 4 ragazzi che non si sono classificati per la finale, delle magliettedell’associazione Rubens, che si occupa di assistenza e supporto per i ragazzi meno fortunati e che il Master Coffee Grinder Championship supporta attivamente.
Per chi fosse interessato a conoscere di più sulla competizione, è già uscito sul canale youtube di @arabica100per100 il video realizzato dalla BCS Multimedia ed iCicles che racconta la prima tappa torinese, ed a breve sarà on line anche la selezione vittoriese.

L’appuntamento ora è per la terza tappa, in programma in settembre, con una nuova città pronta ad accogliere la sfida più aromatica d’Italia.

Il matcha potrebbe influire negativamente sull’assorbimento di ferro: la parola agli esperti

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Il matcha ha acquisito negli ultimi anni una grande popolarità, soprattutto per le proprietà benefiche. Tuttavia potrebbero celarsi alcuni effetti negativi per l’organismo. La terapista nutrizionale Farzanah Nasser scende nel dettaglio. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Ranyechi Udemezue per Vogue Italia.

Le proprietà benefiche del matcha

MILANO – “Il matcha è ricco di polifenoli, sostanze chimiche vegetali che posseggono proprietà antinfiammatorie e contribuiscono ad aumentare i batteri buoni, come il Bifidobacterium, nell’intestino”,  spiega Nasser su Vogue Italia.

Uno di questi polifenoli, l’epigallocatechina-3-gallato (EGCG), che è stato oggetto di studi particolarmente approfonditi, presenta un effetto calmante sul sistema nervoso.

Ecco il motivo per cui chi beve matcha non avverte il genere di nervosismo o di ansia che può essere indotto dal consumo di caffè, nonostante entrambe le bevande contengano caffeina. “Bere matcha può contribuire a migliorare l’umore e le capacità cognitive”, aggiunge Nasser. “Inoltre, contribuisce a ridurre il colesterolo cattivo e a favorire la disintossicazione del fegato”.

Il matcha può influire negativamente sull’assorbimento di ferro?

E ora la temuta domanda: berlo può avere effetti negativi sui livelli di ferro nell’organismo? Purtroppo, la risposta di Nasser è sì: “Il matcha contiene tannini che si legano al ferro non-eme, che è la forma di ferro presente negli alimenti di origine vegetale, come legumi, verdure a foglia verde, frutta secca e cereali integrali, ed è meno biodisponibile rispetto al ferro eme, presente invece nei cibi di origine animale”, spiega Nasser a Vogue Italia.

“Questi tannini, inoltre, possono bloccare a loro volta la capacità del corpo di assorbire il minerale. Il matcha, poi, contiene anche catechine, potenti antiossidanti che possono interferire con l’assunzione di ferro”.

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Cafezal fuori dall’Italia e apre a Lisbona a settembre, Bitencourt: “Sembra il momento maturo per uscire dai confini di Milano”

MILANO – Carlos Bitencourt, l’uomo dietro il successo di Cafezal, e socio di maggioranza della torrefazione di caffè specialty milanese, condivide con i lettori una piccola preview sui prossimi passi di un’azienda che negli ultimi anni si è sviluppata su tutto il territorio milanese attorno al concetto di caffetteria moderna e specialty.

Adesso però la tappa successiva va oltre i confini nazionali: si guarda al Portogallo, a Lisbona, dove a settembre vedrà l’inaugurazione il primo punto Cafezal fuori dall’Italia, sempre a totale gestione della società Cafezal SRL italiana.

Bitencourt, cosa ci può anticipare di questa nuova apertura?

“Lisbona è una località che ho scelto perché sembra il momento maturo per uscire da Milano, una città che ci ha dato modo di crescere e svilupparci molto bene con il nostro concetto di caffetteria moderna. Le opportunità qui si sono presentate e ce ne saranno ancora, ma ora la mia visione di un’azienda a vocazione europea può finalmente realizzarsi.

Ho da sempre avuto un forte legame con il Portogallo, soprattutto con Lisbona, che visito molto spesso per motivi familiari ed è una città che sento particolarmente vicina. Il piano adesso è quello di espandersi ulteriormente anche sul territorio italiano, certo, ma Lisbona resta una scelta strategica per dimostrare l’ambizione di Cafezal di diventare un brand internazionale.

Abbiamo impiegato oltre diciotto mesi per trovare la quadra tra le nostre esigenze di metratura, prezzo d’affitto, zona. Sono molto contento di aver visto questo spazio nel centro della città, di circa 120 metri quadrati.”

“Stiamo ancora in fase di valutazione per quanto riguarda tutti gli aspetti legati all’attrezzatura e alla proposta. Sicuramente sarà un’offerta completa, di pasticceria e food, ma ancora stiamo studiando bene i dettagli “

Il cantiere (foto concessa)

Continua Bitencourt: “Tutti i caffè saranno tostati a Milano e inviati poi a Lisbona. L’idea è quella di mantenere la stessa linea di specialty anche lì, ossia, offrire da 10 a 12 tipi di caffè diversi. Il mercato “Lisboeta” è decisamente più grande e sviluppato di quello milanese e delle grandi città italiane.

Ci sono più di 40 caffetterie specialty oltre Lisbona e intravedo grandi possibilità in questo settore, che è frizzante non solo per i consumatori ma anche tra gli operatori. Naturalmente tanti di cui sono autoctoni, ma soprattutto la maggior parte sono stranieri, tra cui anche tanti brasiliani che lavorando dietro al bancone.

La vista fuori dal prossimo Cafezal (foto concessa)

Attualmente siamo in fase di ricerca del personale, ma devo dire che il mercato locale offre un ottimo numero di professionali qualificati anche se, c’è ancora da lavorarci sopra rispetto ai Paesi nordici. Oggi l’espresso specialty a Lisbona costa da 1,50 e 2,00, i flat white oltre a 4,00 euro e i caffè filtri oltre ai 5,00 euro. Quindi si avvicinano molto alla fascia di prezzo degli specialty in Italia.

La situazione è diversa nei caffè portoghesi più tradizionali, che si trovano ancora sotto l’euro per l’espresso.

Tutti gli specialty coffee shop però si allineano su un costo più elevato. La differenza sta nella percezione da parte del cliente: chi va dal bar tradizionale e chi da quelli specialty. “

Il Gambero Rosso recensisce le torrefazioni d’Italia: al via gli assaggi coordinati da Andrej Godina e Mauro Illiano

MILANO – Sono iniziate le sessioni di assaggio dei caffè che faranno parte della nuova edizione della Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia del Gambero Rosso. Sotto la curatela dei caffesperti Andrej Godina e Mauro Illiano, già ideatori della Guida Camaleonte, prima guida delle torrefazioni d’Italia, un panel di assaggiatori professionisti si sono riuniti dando inizio alle migliaia di assaggi che decreteranno le migliori etichette di caffè prodotte in Italia, divise nelle categorie espresso, moka, filtro e monoporzionato.

Quella del 2026 sarà la prima edizione per il Gambero Rosso, ma già promette di battere tutti i record, sia in termini di partecipazione delle aziende, sia per ciò che riguarda le qualità di caffè recensite.

Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia 2022 (immagine concessa)

In anteprima, si parla di circa trecento torrefazioni censite e oltre duemila caffè assaggiati, tra i quali saranno selezionati solo un terzo di caffè meritevoli della menzione in guida. Numeri impressionanti, che dimostrano l’enorme, sebbene ancora poco conosciuta, offerta di caffè presente nel nostro Paese.

Per questa edizione, i curatori hanno selezionato le torrefazioni più rappresentative di tutto il territorio italiano, suddividendole per regione e per dimensione.

Sul meccanismo di valutazione dei caffè, Mauro Illiano, ci tiene a specificare: “Le valutazioni avvengono tenendo in considerazione la categoria di ogni caffè. Così, ogni valore è espresso in riferimento alla composizione della miscela in termini di specie botanica Arabica e Canephora, al livello di tostatura, alla classificazione commerciale e alle eventuali certificazioni. In questo modo, siamo in grado di elaborare giudizi più significativi e rispettosi delle peculiarità di ogni referenza”.

Mauro Illiano aggiunge: “A nostro avviso è sbagliato paragonare un caffè 100% arabica con miscele a prevalenza di Canephora, così come i caffè tostati chiari con quelli tostati scuri. I profili aromatici, come quelli gustativi, sono quindi considerati in base alla maggiore o minore corrispondenza tra quanto atteso e quanto effettivamente riscontrato all’assaggio, in base alle caratteristiche tecniche di ogni caffè”.

Un metodo rigoroso per valutazioni attendibili

Le sessioni di assaggio sono state precedute dalla stesura di protocolli, per i quali i curatori hanno tenuto in considerazione le variabili di estrazione necessarie ad interpretare in maniera più attendibile le singole qualità di caffè. Tanti i professionisti del mondo del caffè richiamati a Roma nella sede di Gambero Rosso, per garantire la massima credibilità delle procedure di assaggio.

Sulla complessità delle operazioni di assaggio, Godina spiega: “L’assaggio dell’espresso è una delle pratiche più complesse dell’analisi sensoriale del caffè, molto più difficile rispetto all’assaggio in moka o filtro. La sua struttura fisica particolarmente concentrata, la ricchezza aromatica e la presenza di una quantità significativa di oli che rendono il retrogusto particolarmente persistente e stratificato rendono particolarmente complicato il lavoro degli assaggiatori”.

Godina aggiunge: “Per garantire coerenza e affidabilità nei risultati, è fondamentale adottare un protocollo di preparazione rigoroso, che minimizzi le variabili tecniche. Per questo motivo, abbiamo scelto di utilizzare la macchina espresso D. MBV di La San Marco, che offre una stabilità termica precisa e la possibilità di regolare rapidamente la temperatura dell’acqua. Ogni caffè viene assaggiato a diverse temperature, per esaltare al meglio il suo profilo aromatico e le sue caratteristiche sensoriali. Inoltre, la sessione di calibrazione degli assaggiatori, il silenzio nella sala di degustazione e la pulizia del palato tra un assaggio e l’altro sono elementi imprescindibili per garantire concentrazione e precisione durante le valutazioni.”

Una guida che fotografa l’eccellenza del caffè italiano

La Guida delle Torrefazioni, oltre ad essere uno strumento per orientare i consumatori, è anche un’enorme banca dati, come spiega Illiano: “Avere la possibilità di assaggiare così tanti caffè appartenenti a torrefazioni di ogni regione d’Italia, ci consente di capire esattamente quali siano le preferenze di gusto degli italiani. Stili di produzione differenti, miscele con origini ricorrenti, profili gustativi più o meno intensi, sono solo alcuni dei valori che abbiamo la possibilità di analizzare durante la stesura della Guida”.

Illiano aggiunge: “Quest’opera è una vera e propria fotografia dello stato dell’arte della torrefazione italiana, che nel tempo ci aiuterà a capire quali sono i trend e quali le preferenze degli italiani”.

I lavori della guida proseguiranno nei prossimi mesi, come spiegano i curatori, con sessioni extra di assaggio e, parallelamente, la redazione delle sezioni culturali della Guida del Gambero Rosso.

Il cuore della Guida rimane l’assaggio del caffè, condotto da assaggiatori professionisti.

L’importanza di questa figura professionale risiede principalmente nella sua capacità di agire da garante della qualità per i consumatori e da strumento di analisi per il settore.

Assaggiando e valutando migliaia di caffè, gli assaggiatori agiscono come un filtro e permettono di selezionare solo le migliori etichette, fornendo ai consumatori uno strumento affidabile per orientarsi in un’offerta sempre più vasta e, come sottolineato, “ancora poco conosciuta” nel nostro Paese. Questo aiuta a valorizzare le eccellenze italiane e a guidare gli acquisti consapevoli. Ma la loro funzione va anche oltre l’assaggio vero e proprio.

Analizzando stili di produzione, ricette e profili gustativi, gli assaggiatori contribuiscono a creare una vera e propria biografia della torrefazione italiana. Questo permette di raccogliere informazioni preziose per le aziende e per lo sviluppo futuro del mercato del caffè.

Il lavoro dell’assaggiatore professionista è molto complesso e richiede un’estrema precisione e sensibilità.

L’assaggio del caffè non è un’esperienza soggettiva, ma una vera e propria analisi sensoriale. Gli assaggiatori devono essere in grado di identificare e distinguere una vasta gamma di profili aromatici e gustativi, spesso sottili e complessi. Le valutazioni devono considerare variabili come la specie botanica, il livello di tostatura, metodi di estrazione differenti, degassamento, complessità di ogni blend e classificazioni commerciali.

Ecco perché gli assaggiatori adottano protocolli di preparazione e definiti in ogni dettaglio.

Diventare assaggiatore professionista di caffè in Italia non è un percorso semplice né strutturato. A differenza di altri settori agroalimentari, nel mondo del caffè mancano scuole specifiche e riconosciute a livello nazionale che formino figure capaci di valutare con metodo e coerenza la qualità in tazza.

Oggi, chi desidera intraprendere questa professione deve costruirsi un bagaglio di competenze sul campo, affiancando esperti, partecipando a sessioni di cupping e coltivando una sensibilità organolettica attraverso l’esperienza diretta.

Sarebbe auspicabile, soprattutto in un Paese produttore di eccellenze come l’Italia, istituire un percorso didattico dedicato, con moduli teorici e pratici, che consenta ai giovani di apprendere il mestiere al fine di entrare nel mercato del lavoro nelle torrefazioni e formare internamente panel di assaggiatori qualificati. Una figura, quella del degustatore, che oggi più che mai rappresenta un valore strategico per il posizionamento qualitativo delle aziende del caffè.

L’esperienza della Guida delle Torrefazioni, dunque, sottolinea l’importanza della professione dell’assaggiatore di caffè, che rimane un’arte e una scienza che combina una profonda conoscenza del prodotto con un’acuta sensibilità sensoriale e una rigida aderenza a protocolli standardizzati, rendendola indispensabile per la qualità e la comprensione del mondo del caffè.

Corea del sud: dopo anni di boom delle caffetterie inizia lo sboom, con problemi in parte simili a quelli dei bar italiani

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MILANO – In Corea del sud, la crescita delle caffetterie sembrava non dovere finire mai, ma ora anche questo settore, per molti anni fiorente, comincia a mostrare la corda. La prova nella realtà impietosa delle statistiche fiscali: secondo il portale dell’Agenzia sudcoreana delle entrate, il numero di caffè e rivendite di bevande ha registrato, nel primo trimestre 2025, un saldo negativo di 743 esercizi rispetto allo stesso periodo del 2024, per un totale di 95.337 unità registrate. Il calo non è particolarmente marcato, ma significativo.

Perché segna la prima battuta di arresto dopo anni di crescita ininterrotta, andata avanti persino durante il Covid, in quello che è stato un vero e proprio boom: nel giro di 7 anni, il numero di locali è più che raddoppiato, passando da 45.203 unità, nel 2018, a 96.080, nel 2024.

Quest’anno, appunto, il primo passo indietro. Comune a molte altre categorie del fuori casa, quali le pizzerie, i ristoranti e i bar.

Questi ultimi hanno segnato il calo più drastico (-1.802 unità) risentendo anche dei cambiamenti di abitudini e di gusti dei consumatori.

Ma non è andata meglio negli altri comparti commerciali, come l’abbigliamento o la cosmetica.

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Caffè: manca la materia prima, costi alle stelle (+90%), Iei chiede un tavolo di filiera

BRESCIA – Il settore del caffè sta affrontando una crisi senza precedenti, con un aumento dei prezzi delle materie prime fino al 90% su base annua e una crescente difficoltà nel reperire le varietà tradizionali. Un meccanismo questo causato da vari fattori, a partire da anni di produzione insufficiente, soprattutto per il cambiamento climatico, ma anche una domanda in forte crescita con l’espansione di nuovi mercati come Cina e India.

L’appello dell’Istituto espresso italiano

“L’intera filiera si trova sotto pressione – commenta il presidente dell’Istituto Espresso Italiano, Alessandro Borea – le torrefazioni che puntano sulla qualità devono adattarsi continuamente per mantenere gli standard, mentre i costi di importazione e la speculazione sui mercati da parte delle commodities aggravano ulteriormente la situazione nella quale nonostante gli aumenti dei prezzi si riflettano sui listini, spesso i consumatori non percepiscono immediatamente l’impatto sulla tazzina”.

Un tavolo di filiera per un approccio collettivo e innovativo

“Per rispondere alle sfide attuali, si propone la creazione di un tavolo di filiera che coinvolga tutti gli attori, dai produttori ai torrefattori fino ai distributori”. È quanto afferma il presidente dell’Istituto espresso italiano, Alessandro Borea.

“Un confronto aperto e collaborativo potrebbe favorire la definizione di linee guida comuni e soluzioni condivise”, continua Borea “inoltre, prendere spunto da settori come quello vinicolo per lo storytelling potrebbe rappresentare un’opportunità per costruire una narrazione che valorizzi il prodotto e la sua storia”. Per aumentare la percezione del caffè come prodotto di eccellenza quindi, secondo IEI è necessario puntare sul concetto di valore: non solo quello del prodotto venduto, ma anche quello dell’esperienza vissuta dal consumatore”.

Tre i punti su cui il tavolo di filiera dovrebbe lavorare. Secondo Iei sono tre i punti su cui il tavolo di filiera dovrebbe riflettere a partire dalla mancanza di materia prima. A questo proposito è essenziale sviluppare strategie per garantire una produzione sostenibile e una distribuzione equa tra gli attori della filiera”, aggiunge il presidente di Iei.

Pensando anche al secondo punto di analisi: ovvero i mercati in evoluzione. “L’espansione di mercati come Cina e India offre opportunità, ma richiede adattamenti per soddisfare nuove preferenze di consumo e naturalmente quantitativi di prodotto che al momento facciamo fatica a reperire in agricoltura” ancora Borea.

Infine, terzo punto di confronto dovrebbe essere necessariamente legato al consumatore quindi al rapporto della qualità del servizio: “la valorizzazione dell’esperienza offerta al consumatore nei bar può contribuire ad assorbire parte della pressione economica della filiera dando un giusto margine per tutti gli attori a partire dal costo della tazzina” ancora il presidente di IEI.

Il caffè espresso come esperienza, non come “vizio”. In conclusione, IEI sottolinea che la crisi del caffè pone sfide significative, ma può essere affrontata attraverso un approccio integrato e innovativo.

La filiera deve adattarsi alle condizioni del mercato globale, garantendo qualità, sostenibilità e valore per il consumatore. Solo attraverso una collaborazione attiva e un investimento nella formazione e nell’esperienza si potranno superare le difficoltà attuali e costruire un futuro solido per il settore. Reinventare la figura del barista con una formazione non solo tecnica, ma soprattutto narrativa.

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Per maggiori info basta cliccare qui.

Duvall Espresso: al via le vendite della macchina FC-1 con tecnologia Flow Ramp che consente di impostare tempi di estrazione e velocità di flusso

SEATTLE (Usa) – La macchina per caffè FC-1 di Duvall Espresso è stata una delle protagoniste più attese alla SCA Expo di Houston. Il prototipo era stato presentato per la prima volta nel 2018 in occasione della SCA Expo di Seattle, ma soltanto in questo mese Duvall Espresso ha ufficialmente aperto gli ordini per le sue macchine di punta, disponibili in versioni a uno, due e tre gruppi.

La macchina FC-1 di Duvall Espresso

La FC-1 è caratterizzata dalla tecnologia Flow Ramp, che consente al barista di impostare tempi di estrazione, volumi e velocità di flusso prima di ogni estrazione, nonostante le variazioni nella macinatura, pressatura e dose.

Il retro della macchina (immagine presa dal sito ufficiale)

Questa tecnologia innovativa richiede perciò meno attenzione da parte del barista per la preparazione dell’espresso, lasciando più tempo per curare l’esperienza con il cliente.

Per soddisfare i requisiti di precisione e versatilità della FC-1, Duvall Espresso ha implementato inoltre la tecnologia brevettata Smart-Pump. Questa novità consente alla macchina di fornire istantaneamente qualsiasi velocità di flusso desiderata, da 0,01 cc/sec a 30 cc/sec, con precisione in tempo reale a qualsiasi pressione compresa tra 0 e 14 bar, monitorando al tempo stesso il volume totale erogato con maggiore precisione rispetto ai flussometri.

Il risultato? Una macchina più versatile e precisa. Ogni gruppo dispone di una caldaia per il caffè da 3 litri indipendente, garantendo stabilità della temperatura sia per gli espressi che per i caffè fino a 12 fl oz, ovvero fluid once, 1 fl oz (US) che equivale a circa 29,573 millilitri.

Gli eleganti componenti della FC-1, come pompe e pulegge, sono visibili dall’esterno della macchina: ciò permette ai clienti di essere coinvolti attivamente nel processo di preparazione dell’espresso.

I prezzi delle macchine sono fissati a 17.000 dollari (circa 15.000 euro) per la versione a un gruppo, 25.000 dollari (circa 22.000 euro) per quella a due gruppi e 32.000 dollari (circa 28.000 euro) per quella a tre gruppi.

Per maggiori informazioni basta visitare il sito ufficiale cliccando qui.

Distribuzione automatica: fatturato a 1,6 miliardi, -1,62%: le consumazioni scendono a 3,8 miliardi, -3,74%

MILANO – Il 2024 si è confermato un anno di sfide per la distribuzione automatica: il fatturato del comparto si attesta a circa 1,6 miliardi di euro (-1,62%), le consumazioni scendono a 3,8 miliardi (-3,74%) e cala anche il parco macchine (808.631 distributori sul territorio, -2,71%).  Stabile il mercato dell’OCS (Office Coffee Service: il caffè e le altre bevande calde in capsule e cialde) che nel 2024 supera i 401 milioni di fatturato (+0,96%) e registra oltre 1,11 miliardi di consumazioni (+0,86%). Il giro d’affari totale del comparto è quindi pari a 1,9 miliardi di euro e oltre 4,9 miliardi di consumazioni.

È quanto emerge dallo studio di settore realizzato da Jakala per Confida, Associazione italiana distribuzione automatica.

A pesare principalmente sui risultati del comparto una generale frenata del tessuto economico italiano, in particolar modo del settore manifatturiero che, da solo, vale per il 30% delle consumazioni del vending.

Il calo riguarda tutte le tipologie di prodotti: dalle bevande calde (-3,4%) a quelle fredde (-4,51%), dagli snack (-4,68%) ai gelati (-34,84%). Tra le bevande calde, anche il caffè, re delle consumazioni alle vending machine, nel 2024 ha subito una frenata (-2,93%) figlia della ripresa dello smart working e dell’aumento della cassa integrazione, che hanno ridotto il numero di lavoratori nelle imprese e quindi le consumazioni.

Precipitazioni frequenti e temperature in genere più miti di altri anni durante l’estate hanno causato una contrazione delle consumazioni delle bevande fredde, anche di prodotti come l’acqua minerale (-3,5%), le bevande gasate (-8,14%) e il tè freddo (-13,54%). Tra le bevande gasate, quelle al gusto cola registrano un calo di quasi il 5%, più contenuto rispetto alle altre categorie grazie alla clientela più fidelizzata e alla presenza di un minor numero di alternative possibili che invece penalizzano, ad esempio, le bevande al gusto di arancia (-20,22%).

Tra gli snack, altra categoria di punta alle vending machine, pesa in maniera significativa la performance negativa di quelli al cioccolato (-36,65%) e quella più contenuta dei prodotti freschi (-3,25%). In positivo, invece, gli snack dolci (+6,71%) trainati dagli ottimi risultati delle merendine (+24%), delle barrette (+7,2%) e dei croissant (+6,6%), che beneficiano di un buon rapporto tra convenienza, gusto e durata. Stabile il comparto degli snack salati (+0,43%) dove la flessione di prodotti più tradizionali, come patatine (-0,53%), crackers (-3,93%), schiacciatine (-2,74%) e taralli (-1,7%), è compensata da una crescita della categoria frutta secca ed essiccata (+15,9%), apprezzata perché nutrizionalmente bilanciata, e altri snack salati (+6,75%).

“Da quanto è emerso dai dati provvisori dei primi tre mesi dell’anno, la tendenza negativa registrata nel 2024 sembra si stia confermando anche per il 2025 – commenta Massimo Trapletti, Presidente di Confida – e stimiamo una contrazione nei consumi di un ulteriore -5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le ragioni di questa flessione sono molteplici e intrecciate tra loro: calo della produzione industriale, crescita della cassa integrazione, ripresa dello smart working e l’inflazione che ha portato a una riduzione del potere d’acquisto dei consumatori. Per far fronte a questa situazione il settore deve rimanere coeso, focalizzarsi sull’innovazione e sulla centralità del consumatore.”

Per supportare le imprese della distribuzione automatica, CONFIDA ha investito in una serie di progetti concreti e strategici, volti a migliorare la competitività delle aziende, innovare l’esperienza del consumatore e rafforzare l’intera filiera. Tra questi “l’investimento sulla formazione delle risorse umane del nostro settore – conclude il Presidente Trapletti – la collaborazione con università e centri di ricerca per approfondire i cambiamenti di abitudini di consumo avvenuti nel consumatore e lo sviluppo dei metodi di pagamento elettronici tramite le applicazioni che si stanno rapidamente diffondendo nel settore”

La scheda sintetica di Confida

Costituita il 13 luglio del 1979, Confida è, a livello nazionale, l’unica associazione di categoria che rappresenta i diversi comparti merceologici dell’intera filiera della distribuzione automatica di alimenti e bevande. Aderisce a Confcommercio – Imprese per l’Italia e, nell’ambito UE, è partner di EVA (European Vending & Coffee Service Association).

Rhea ottiene il Rating ESGe “BB” da Cerved Rating Agency: performance sopra la media in ambito sociale e ambientale

MILANO – Rhea, tra i più importanti produttori al mondo di macchine per la pausa caffè, ha ottenuto da Cerved Rating Agency un Rating ESGe pari a “BB”, posizionandosi sopra la media in numerosi ambiti rispetto al cluster di riferimento “Fornitures & Consumer Durables”, confermando l’efficacia delle strategie di sostenibilità implementate dall’azienda.

Il Rating ESGe di Cerved Rating Agency ha riconosciuto l’impegno di Rhea nell’integrare i fattori ESG nelle strategie aziendali e riflette il percorso intrapreso dall’azienda nel rafforzamento delle proprie performance ambientali, sociali e di governance.

Il Rating ESGe (immagine concessa)

In ambito ambientale, Rhea ha conseguito risultati superiori alla mediana del settore, in particolare per:

  • la bassa intensità di emissioni di gas serra Scope 1
  • la ridotta produzione di rifiuti;
  • l’utilizzo di materie prime riciclate e certificazioni ambientali come ISO 14001;
  • l’acquisto del 100% di energia da fonti rinnovabili e l’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica elettrica;
  • l’avvio del Life Cycle Assessment e il progetto “Second Life” per il recupero e il ricondizionamento di macchine usate, in ottica di economia circolare.

In ambito sociale, il Rating ESGe ha riconosciuto a Rhea una performance superiore alla media in diverse aree:

  • un tasso di turnover molto basso;
  • un alto indice di formazione;
  • la certificazione UNI PdR 125:2022 sulla parità di genere e una policy specifica su diversità e inclusione;
  • l’elevata incidenza di contratti a tempo indeterminato (oltre il 98%);
  • iniziative strutturate per il benessere organizzativo, come smart working, flessibilità oraria, welfare aziendale e indagini di clima;

In ambito governance, l’azienda evidenzia fondamenta solide per la crescita:

  • la presenza di un Comitato di Sostenibilità e di un membro del CdA delegato alla gestione ESG;
  • la definizione di un Piano triennale ESG (2024–2026);
  • la formalizzazione di un Codice Etico e di un sistema di whistleblowing conforme alle normative UE;
  • rappresentanza femminile nel top management.

La valutazione evidenzia anche aree di miglioramento su cui l’azienda è già attivamente impegnata, come l’ampliamento della rendicontazione ESG a tutte le sedi, la misurazione della carbon footprint e l’integrazione di criteri ESG nella gestione della catena di fornitura.

Dal punto di vista economico, Rhea si distingue per un tasso di redistribuzione del valore economico generato del 98,71%, ben al di sopra della mediana settoriale.

“Questo risultato rappresenta un passo importante nel nostro percorso verso una sostenibilità sempre più strutturata e integrata. Il Rating ESGe ottenuto da Cerved Rating Agency è uno stimolo a proseguire con determinazione nel nostro impegno per un impatto positivo, misurabile e duraturo. Continueremo ad ampliare il perimetro della nostra rendicontazione, a definire obiettivi ambientali sempre più sfidanti e a integrare criteri ESG nella gestione della catena di fornitura.” ha dichiarato Stefano Macchi, responsabile ESG di Rhea.

La scheda sintetica di Rhea Vendors Group

Rhea Vendors Group, fondata da Aldo Doglioni Majer nel 1960, è tra i più importanti produttori al mondo di macchine per la pausa caffè. Da oltre sessant’anni, Rhea si contraddistingue per la forte impronta internazionale, design di altissimo livello, tecnologia all’avanguardia ed eccellenza del made in Italy.

Con headquarters e produzione in provincia di Varese e filiali in 10 paesi esteri, Rhea ha il vanto di diffondere la cultura della pausa caffè in 100 Paesi di tutto il mondo. Da player del mondo del vending a precursore nell’utilizzo della distribuzione automatica nei settori del new retail, hotellerie e out of home, Rhea conferma la propria vocazione a interpretare e anticipare un mercato in continua evoluzione. Le nuove proposte di Rhea rivoluzionano il concetto dell’ospitalità, in contesti sia business che residenziali, con una proposta di valore per accrescere l’esperienza della pausa caffè.