lunedì 01 Settembre 2025
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World of Coffee Geneva al via domani, con numerosi eventi e i mondiali di caffetteria

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Il logo di World of Coffee Ginevra

MILANO – World of Coffee sbarca a Ginevra: l’evento targato Sca andrà in scena da domani, giovedì 26 giugno 2025, a sabato 28, al quartiere fieristico del Palexpo. Una location di prestigio in una città e in un paese al centro dei traffici mondiali del caffè. Si calcola infatti che i crudisti elvetici contino per circa il 70% del commercio mondiale di caffè verde, con una mezza dozzina di leader globali aventi la loro sede centrale proprio nella nazione alpina.

Senza dimenticare il ruolo dell’industria svizzera nel comparto delle macchine espresso superautomatiche.

Dopo il successo di World of Coffee Dubai, Specialty Coffee Expo (Houston, Usa) e World of Coffee Jakarta, la kermesse svizzera si prepara ad accogliere 13 mila visitatori professionali da tutto il mondo, attivi lungo l’intera filiera del caffè: dalla produzione, al commercio, la trasformazione e il consumo.

Di pari passo con la parte espositiva della manifestazione è in programma un ricchissimo programma di eventi collaterali, con convegni, presentazioni, sessioni pratiche, appuntamenti di networking, premi e, last but not least, le finali mondiali di 4 competizioni del circuito Wce (World Coffee Events).

Novità assoluta di quest’anno, la CEO Roundtable, un panel di discussione, della durata di 75 minuti, moderato da Krisztina Szalai, segretaria generale dell’influente Scta (Associazione svizzera dei negozianti in caffè), e dal ceo di Sca Yannis Apostolopoulos.

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Evoca ridefinisce l’esperienza del caffè a Vending Show 2025, 25-27/06

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Evoca Group al Vending Show 2025 (immagine concessa)

VALBREMBO (Bergamo) – In occasione di Vending Show 2025, Evoca riafferma la sua missione: offrire “A great coffee for everyone, everywhere”. Produttore leader di distributori automatici e macchine da caffè professionali, Evoca presenterà un nuovo approccio alla sua offerta, incentrato sui tre marchi emblematici: Gaggia, Necta e Saeco.

Ognuno reinventando l’esperienza del caffè offrendo soluzioni innovative e sostenibili, adatte a tutti i tipi di locali: luoghi di lavoro (uffici, spazi di coworking, fabbriche), corner caffè, luoghi pubblici e semipubblici, oltre a hotel, ristoranti e bar.

Necta, leader mondiale nella produzione di distributori automatici, inaugura un nuovo capitolo a Vending Show presentando ufficialmente le sue nuove gamme: Barista, dedicata alle bevande calde, e Gusto, per prodotti snack & food.

Con un design innovativo, questa nuova generazione incarna l’audace evoluzione di Necta, rimanendo fedele al suo dna: performance, affidabilità e durabilità.

Tra le innovazioni, le Barista 500 & 600 Pro Touch illustrano perfettamente quest’ ambizione, offrendo una qualità di caffè eccezionale, un’esperienza utente ottimizzata grazie a uno schermo touch da 21,5’’ e un design eco-responsabile (96% riciclabile, classe energetica A+, e riduzione fino all’ 8% dell’impronta di carbonio).

Il logo Evoca Group

Simbolo del know-how dell’espresso italiano, Gaggia si prepara a lanciare una nuova generazione di macchine da caffè super-automatiche. Il primo modello, G300 Krea, è disponibile in due configurazioni per soddisfare sia le esigenze del settore Horeca che degli spazi in azienda.

Il modello G100 offre una qualità in tazza eccezionale in un formato compatto e versatile.

In anteprima, Gaggia presenta anche GS MasterBrew, progettata per locali a elevata affluenza: un modello corner completo (ricette caffè, acqua naturale e frizzante), più volte premiato per il suo design.

Saeco metterà in luce Aurora, la nuova macchina automatica compatta plug & play, che produce bevande di qualità a base di caffè in grani e varianti al latte. Si integra perfettamente a piccoli spazi di lavoro.

Evoca Group sarà presente allo stand Evoca E8 – Pad. 2.2 – dal 25 al 27 giugno 2025.

La scheda sintetica di Evoca Group

Evoca Group è un produttore leader a livello mondiale di macchine da caffè professionali e distributori automatici per il consumo fuori casa, con una storia nel settore di oltre 100 anni.  Grazie al suo ampio portafoglio di marchi, è in grado di offrire una gamma completa di prodotti agli oltre 10.000 clienti del Gruppo, servendo i consumatori in hotel, ristoranti, uffici, spazi pubblici e molto altro.

Amigos Caffè e Ricambi Gardosi tra gli sponsor del Trieste Coffee Experts

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Arianna Mingardi, amministratore di Amigos Caffè (immagine concessa)

TRIESTE – Andrea Bazzara annuncia l’ingresso di altri due importanti partner strategici a sostegno dell’ottava edizione del Trieste Coffee Experts: “Siamo lieti di annunciare due nuove sinergie di spessore, che accrescono il livello del Trieste Coffee Experts: Amigos Caffè, storica torrefazione artigianale la cui presidente è anche massima rappresentate dell’Associazione Caffè Trieste, che costituisce la più longeva associazione nazionale di caffè, parteciperà come Official Sponsor della manifestazione e Ricambi Gardosi, storica azienda italiana con sede a Zola Predosa (Bologna), attiva dal 1958 e specializzata nella fornitura di accessori e ricambi per macchine da caffè professionali, che sosterrà l’evento in qualità di supporter.”

Trieste Coffee Experts: Amigos Caffè e Ricambi Gardosi a sostegno della manifestazione

Due importanti realtà della filiera caffeicola italiana metteranno quindi a disposizione energie e competenze, in un’edizione che sarà incentrata sui Megatrends, i fattori e le dinamiche che stanno alimentando il cambiamento dell’intero settore.

Amigos Caffè nasce a Trieste nel 1980 grazie all’iniziativa di Severino Mingardi e di sua moglie Maria Sincovich.

Oggi l’azienda, guidata con passione dalla figlia Arianna Mingardi, dal marito Claudio Pribetic insieme agli altri eredi, rappresenta un brillante esempio di impresa caffeicola a conduzione familiare, capace di attraversare con successo più generazioni.

Tra i riconoscimenti ottenuti sotto questa gestione spicca la miscela di punta Il Mingardi S, premiata con 3 stelle al Bellavita Awards 2020 e 2 stelle al Superior Taste Award 2020. Insieme alla selezione 7 Origini 100% Arabica, la miscela ha ricevuto nuovamente 2 stelle al Superior Taste Award 2021: una conferma dell’eccellenza che contraddistingue il marchio.

Così Arianna Mingardi, amministratore di Amigos Caffè, ha voluto commentare la partnership con Bazzara: “La partecipazione di Amigos Caffè al Trieste Coffee Experts crediamo sia il segno concreto della volontà di collaborare e costruire assieme il futuro di questo settore. Un modo soprattutto per ampliare il dialogo con molti attori della filiera, specie in un momento in cui il settore ha bisogno di compattezza e visione condivisa, per affrontare insieme le difficoltà che sono evidenti a tutti — addetti ai lavori e non”.

Mingardi aggiunge: “Bazzara, con le novità introdotte quest’anno — gli Stati Generali del Caffè e il Think Tank dei torrefattori, che per la prima volta saranno coinvolti attivamente nell’evento — dimostra concretamente quanto sia giusto puntare sul dialogo e sulla condivisione di idee, come elementi fondanti per costruire, insieme, il futuro del settore. Proprio per questa ragione, come Amigos Caffè abbiamo reputato importante Fare Rete in maniera attiva a questa ottava edizione del Trieste Coffee Experts”.

Ricambi Gardosi è un’azienda italiana fondata nel 1958, impegnata nel settore dei ricambi per macchine da caffè professionali, OCS e vending. Nata dall’intuizione di Giancarlo Gardosi, è oggi guidata da Massimiliano Gardosi, il quale ha consolidato la presenza internazionale del marchio, esportando in oltre 60 Paesi nei cinque continenti.

Massimiliano Gardosi, ceo di Ricambi Gardosi (immagine concessa)

Proprio Massimiliano Gardosi, ceo di Ricambi Gardosi, ha voluto condividere alcuni pensieri in merito alla partecipazione alla manifestazione triestina — in programma il 6 e 7 dicembre presso gli spazi dell’Hotel Savoia Excelsior Palace:

“Siamo entusiasti di rinnovare, in qualità di Supporter dell’evento, la nostra presenza anche in questa edizione del Trieste Coffee Experts. Un appuntamento importante che, attraverso giornate di dialogo aperto e confronto costruttivo, riunisce alcuni tra gli esponenti più significativi del nostro settore. Quest’anno, con l’apertura al mondo dei torrefattori e l’ampliamento dell’evento attraverso nuove piattaforme come gli Stati Generali del Caffè, i Bazzara hanno voluto trasformare questa occasione in un momento davvero rilevante, che siamo felici di sostenere e condividere.”

Imperator e Bloom Coffee School presentano il corso per storyteller del caffè

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Alberto Polojac al lavoro (immagine concessa)

TRIESTE – Nel cuore della trasformazione che sta vivendo il mondo della ristorazione, c’è un’urgenza che non si può più ignorare: formare professionisti consapevoli, competenti, capaci di dare dignità al prodotto raccontandone la storia. Non basta più saper servire un buon caffè. È necessario comprenderlo, rispettarlo, e soprattutto raccontarlo.

È con questa visione che Imperator – azienda triestina specializzata nella selezione e commercializzazione di caffè verde – e Bloom Coffee School – il suo centro di formazione dedicato al caffè – hanno avviato una collaborazione con l’Istituto professionale Galdus di Milano, per portare nei percorsi scolastici un nuovo modello educativo: il caffè come cultura e narrazione, non solo come prodotto.

La proposta formativa (immagine concessa)

“Abbiamo bisogno di operatori che siano soprattutto narratori, di baristi che siano anche esploratori sensoriali, di professionisti che sappiano riconoscere, raccontare e valorizzare il lavoro dei produttori, dei torrefattori, dei formatori” – dichiara Alberto Polojac, responsabile qualità Imperator e direttore di Bloom Coffee School. “Con Galdus stiamo costruendo un percorso che unisce tecnica e racconto, operatività e conoscenza. Un primo passo per una figura che mancava: lo storyteller del caffè.”

Un nuovo approccio alla formazione

“Il caffè è un pilastro fondamentale della nostra cultura e del nostro sistema economico, eppure nelle scuole alberghiere viene spesso relegato a materia secondaria”, spiega Alberto Polojac. “È fondamentale che gli istituti comprendano l’importanza di valorizzare la conoscenza della materia prima di insegnare il servizio. Solo chi conosce davvero il caffè può servirlo con competenza.” Il programma di formazione, sviluppato seguendo gli standard internazionali SCA (Specialty Coffee Association) per i moduli base e intermedio, si concentra sul caffè verde e abbraccia tutte le fasi della filiera con un approccio meticoloso e approfondito. L’iniziativa rappresenta un impegno concreto per rivedere e valorizzare la materia dalla base, offrendo agli studenti competenze specialistiche immediatamente spendibili nel mercato del lavoro.

Durante il corso, l’ultimo concluso a metà giugno, si sono affrontati i temi della selezione delle materie prime, della conoscenza approfondita delle diverse tipologie di piante di caffè, delle tecniche estrattive alternative e tradizionali, dei processi di analisi sensoriale e tostatura professionale, sostenibilità, tracciabilità EUDR, ma anche elementi di marketing strategico e digitale per sostenere la comunicazione a tutto tondo.

Educare i professionisti per educare i consumatori

Quando chi serve il caffè è in grado di raccontarlo, anche il cliente finale viene accompagnato verso una nuova consapevolezza: non più solo una pausa veloce o un gesto di routine, ma un momento di relazione, gusto e cultura.

Grazie a figure professionali formate in modo completo, il consumatore impara a riconoscere la qualità, a chiedere trasparenza, a scegliere con più attenzione cosa bere e dove bere. La formazione, così, non resta chiusa tra le mura del settore: diventa seme di una cultura condivisa, che restituisce valore all’intera filiera e crea un pubblico più esigente, informato e rispettoso.

Oltre la tazzina da un euro

“Restituire dignità al caffè significa andare oltre la tazzina da un euro, diventata ormai anacronista rispetto alla realtà che stiamo vivendo” – prosegue Polojac – “Significa investire nelle persone che lo servono ogni giorno, aiutandole a diventare interpreti di una tradizione secolare in continua evoluzione.” Un’analisi approfondita andrebbe anche svolta sull’impatto economico del caffè nella ristorazione.

“Il caffè rappresenta uno dei margini di profitto più significativi per bar, ristoranti e hotel”, evidenzia Polojac. “Formare professionisti competenti significa dare al settore gli strumenti per massimizzare questo potenziale economico.”

Polo del Gusto: Cherry Bank supporta la holding con 7 milioni

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Il logo di Polo del Gusto

PADOVA – Cherry Bank, banca specializzata nei segmenti retail, corporate e wealth management, e attiva negli NPL, nelle special situations e nei crediti fiscali, ha perfezionato un’operazione di finanziamento strategica a favore di Polo del Gusto S.r.l., holding fondata e presieduta da Riccardo Illy, che si distingue nel settore del food & beverage per l’eccellenza qualitativa dei suoi prodotti e per l’impegno verso la sostenibilità ambientale.

L’operazione, concepita per sostenere i piani di espansione e innovazione di Polo del Gusto S.r.l, consiste in un mutuo SACE Growth da 7 milioni di euro con una durata complessiva di 6 anni.

Questo strumento finanziario è stato tarato per supportare il gruppo nei suoi ambiziosi progetti di crescita, focalizzandosi sullo sviluppo e l’introduzione sul mercato di prodotti che eccellono a livello qualitativo e dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

Con questo finanziamento, Cherry Bank emerge ancora una volta come partner finanziario proattivo per le eccellenze industriali italiane, supportando le aziende che combinano l’eccellenza produttiva e l’innovazione con un forte orientamento alla sostenibilità, contribuendo in maniera significativa al rafforzamento e alla modernizzazione di un comparto strategico per l’economia nazionale e per la competitività del Made in Italy a livello globale.

“L’operazione conferma il nostro impegno a sostenere le imprese nei loro percorsi di crescita con forme finanziarie su misura. Nel caso specifico ha richiesto un’attenta analisi finanziaria ed economica, sia della holding sia delle sue società controllate, al fine di trovare la soluzione più aderente alle specifiche necessità aziendali. In particolare, con il gruppo Polo del Gusto Srl abbiamo affinità su valori aziendali come il legame con il territorio, l’attenzione per l’ambiente e una forte determinazione per una crescita sostenibile”, ha dichiarato Vincenzo Galileo, head of corporate banking di Cherry Bank.

“Siamo oggi una Holding composta da quattro Società Benefit, dedicate a qualità, innovazione e sostenibilità. In Cherry Bank abbiamo trovato un partner autorevole in un momento di forte crescita in particolare per Domori, Pintaudi e Dammann Frères con conseguente impegno di risorse dettato, oltre che dagli investimenti nei nuovi siti produttivi, anche dalle dinamiche dei mercati delle materie prime” ha dichiarato Angelo Manca, direttore generale del Polo del Gusto.

La scheda sintetica di Cherry Bank

Cherry Bank S.p.A. è un polo bancario full-service guidato dal banchiere-imprenditore Giovanni Bossi, CEO e principale azionista della Banca. L’Istituto è organizzato in due principali aree: Relationship Bank e Corporate & Investment Banking. La Relationship Bank opera attraverso una rete territoriale con modelli di servizio personalizzati verso privati, famiglie e imprese ed è composta dalle quattro Business Unit: Corporate Bank, Retail Bank, Wealth Management e Factoring.

La Corporate & Investment Banking si focalizza sul supporto alle imprese in tutte le fasi di vita economica. Ne fanno parte le Business Unit: Finanza Strutturata, Special Situations, Green Evolution Advisory, Alternative Investments. In aggiunta e trasversale alle due aree vi è anche l’area NPL sia per gli investimenti che per la gestione. Cherry Bank conta su circa 600 persone, con una presenza in 6 regioni d’Italia, organizzata in filiali e hub territoriali oltre alla sede di Padova.

La scheda sintetica del Polo del Gusto S.r.l.

Polo del Gusto è la holding fondata e presieduta da Riccardo Illy che riunisce marchi d’eccellenza nel settore Food & Beverage. L’azienda incarna una visione che coniuga tradizione familiare, innovazione imprenditoriale e sviluppo sostenibile. Il Polo del Gusto seleziona e fa crescere realtà che condividono i quattro pilastri della “Qualità Dirompente”: prodotti unici, materie prime superiori, processi produttivi all’avanguardia e un impegno costante per la sostenibilità.

Ne fanno oggi parte: Achillea Bio (Paesana, Cuneo), Domori (None, Torino), Dammann Frères (Francia), Pintaudi (Trieste).

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Hausbrandt ottiene la certificazione Fairtrade per il caffè in grani Bio 100% Arabica

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Hausbrandt Caffè Bio 100% Arabica Fairtrade_visual
Hausbrandt Caffè Bio 100% Arabica Fairtrade_visual

TREVISO – Hausbrandt annuncia un’importante evoluzione nel proprio percorso di sostenibilità: con ottenimento della certificazione Fairtrade il caffè in grani Hausbrandt Bio 100% Arabica diventa Fairtrade. Questo traguardo sottolinea l’impegno dell’azienda non solo nell’adozione di materie e processi produttivi ecocompatibili, ma anche nella promozione di una cultura aziendale che favorisca il rispetto e l’armonia tra persone, lavoro e natura.

La possibilità di scegliere un caffè che tuteli la biodiversità e le risorse naturali è oggi una realtà con Hausbrandt Bio 100% Arabica Fairtrade.

Le preziose bacche che compongono questo caffè tostato in grani provengono da coltivazioni di caffè, gestite nel pieno rispetto dell’ambiente e in conformità con i rigorosi processi di lavorazione delle materie prime di origine biologica. Il risultato è un caffè dall’aroma dolce, dal gusto morbido e un retrogusto intenso, per un’esperienza di degustazione autentica.

Hausbrandt si affida a una coltivazione che rispetta i tempi della natura, ottenendo un caffè unico nel suo genere.

Bio 100% Arabica rappresenta un’innovazione di prodotto e un chiaro desiderio di offrire proposte che rispettino l’ambiente di origine, incarnando una scelta etica destinata a soddisfare i consumatori più esigenti.

Oltre alla già consolidata certificazione biologico, che garantisce il rispetto della natura e la conformità ai processi di lavorazione delle materie prime di origine biologica, l’ottenimento della certificazione Fairtrade nel 2025 rafforza ulteriormente l’impegno di Hausbrandt.

Quest’ultima apporta molteplici vantaggi lungo tutta la filiera: per i consumatori l’acquisto di un caffè biologico e Fairtrade consente di sostenere una filiera più etica ed ecologica, con la certezza che il prodotto non solo rispetta l’ambiente, ma anche le persone che lo producono.

Per i coltivatori di caffè Fairtrade significa un lavoro più dignitoso e un supporto nell’affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico, assicurando un prezzo minimo garantito che li protegge dalle fluttuazioni del mercato internazionale. Per l’ambiente, la coltivazione biologica contribuisce a ridurre l’inquinamento del suolo e dell’acqua, promuovendo al contempo pratiche agricole sostenibili.

Accogliere la visione di Fairtrade significa condividere principi fondamentali di sostenibilità, per un mondo più equo e in grado di guardare al futuro con maggiore consapevolezza.

Profilo sensoriale distintivo

Hausbrandt Bio 100% Arabica Fairtrade si distingue per il suo aroma dolce e il retrogusto intenso. Al palato rivela una piacevole acidità che richiama l’arancia, armoniosamente bilanciata da eleganti e delicate note di pesca, accompagnate da un caratteristico sentore di mandorla, percepibile anche all’olfatto.

È un caffè di grande personalità, concepito per chi ricerca la finezza sensoriale di un’eccellenza e l’esperienza autentica di un prodotto proveniente da coltivazioni sostenibili.

Hausbrandt si impegna a trasformare con rispetto ciò che la natura offre, selezionando il miglior caffè con cura appassionata e attenzione consapevole, riconoscendo nell’etica del lavoro un valore imprenditoriale di primaria importanza.

Hausbrandt Bio 100% Arabica Fairtrade è un prodotto destinato al settore horeca.

Per scoprire di più basta cliccare qui

 

Italian Exhibition Group presenta la serie podcast X-FUTURE

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Da sinistra il blogger Michele Mengoli e Maurizio Ermeti, presidente Ieg (immagine concessa)

RIMINI È on air sul canale YouTube del Gruppo la prima serie di X-FUTURE, i video podcast progettati da Italian Exhibition Group (Ieg) che, con anche la partecipazione di autorevoli voci esterne, affronteranno tematiche centrali per il mondo fieristico – congressuale.

Quattro le puntate – la prima on line e programmate con frequenza settimanale ogni lunedì – per quattro diversi temi.

Il presidente di IEG, Maurizio Ermeti, con un approccio a tutto tondo sulle fiere, incontra il caporedattore dell’economia del Corriere della Sera, Nicola Saldutti.

La seconda puntata della serie affronterà i temi della quotazione in Borsa della SpA: Corrado Peraboni, ad di IEG, dialogherà con Paolo Coletti, ricercatore di finanza computazionale all’Università di Bolzano e seguitissimo youtuber con 152mila iscritti al suo “Educati e finanziati”, che tocca fino alle 260 mila visualizzazioni a puntata.

L’ad di IEG Asia, Ilaria Cicero, nella terza puntata accompagnerà i follower tra le fiere del food, e non solo, che il Gruppo organizza a Singapore; con lei Tiziana Stefanelli, avvocato e noto volto televisivo grazie alla vittoria di MasterChef Italia e che da 7 anni vive nella Città del Leone dove promuove l’eccellenza italiana con iniziative di “diplomazia gastronomica”.

A chiudere la serie, Roberto Bondioli, ad di Prostand Srl, la società di Exhibition Solution di IEG, che si concentrerà sull’intreccio tra architettura temporanea e soluzioni ecocompatibili con Vincenzo Palermo, direttore dell’Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche e con Francesca Tinti, ricercatrice ISOF – CNR.

Filo conduttore dei quattro appuntamenti il volto di Michele Mengoli. Già giornalista per Il Sole 24 Ore e QN, è il direttore dell’edizione italiana di Watch Insanity, leader nel mondo per l’alta orologeria; saggista economico e storico per Piemme, quattro libri per Baldini+Castoldi a doppia firma con Alberto Forchielli, viene considerato l’antesignano dei blogger: il suo OBLOG Appunti volanti di vita terrena fu ideato già vent’anni fa. È anche l’advisor delle nostre VO VINTAGE e VO’CLOCK PRIVÈ.

Nel solco dell’innovazione “pura” anche la produzione di X-FUTURE, affidata a BlackSheep Strategy fondata dall’iconico e visionario Pier Luigi De Donno. Il claim dell’agenzia “Trasformiamo la tua storia in cinema” attraversa una lunga serie di progetti come partner di SKY, Mondadori, Rai e Prime Video.

Dalle prime quattro puntate di X-FUTURE vengono ricavati estratti verticali (una decina per ogni episodio) per un’ulteriore estensione social del progetto su Linkedin, Instagram, X e Facebook.

Gelato: Marino Niola, professore di antropologia, spiega le origini del dolce

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Una varietà di gelati (immagine: Pixabay)

Marino Niola, professore di antropologia all’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, spiega le origini del gelato, raccontando la storia da Alessandro Magno fino ad arrivare alla corte dei Medici. Leggiamo di seguito un estratto dell’intervista condotta da La Repubblica.

La storia del gelato

Per cucinare fu sufficiente che l’uomo rubasse il fuoco agli dèi. Marino Niola spiega che per inventare il gelato, invece, ci sono volute le raffinatezze di civiltà capaci di strappare alla natura il segreto della neve. Come quelle del lontano Oriente che per prime trasformarono i candidi fiocchi in creme gelate.

Dal Levante il know how delle neviere si diffuse nel Mediterraneo. Alessandro Magno faceva scavare buche per conservare la neve e mescolarla con frutta e spezie e miele. Mentre i sofisticati gourmets della Roma imperiale facevano follie per i dessert ghiacciati.
Durante il Medioevo furono gli arabi a tenere in vita la cultura del freddo portando in Sicilia e sulla costiera amalfitana sorbetti e gelati da mille e una notte.

L’antenato del gelato di ora ha un nome e cognome. È Bernardo Buontalenti architetto e ingegnere alla corte Medici, che nel Cinquecento realizza una macchina in grado di gelare latte, zabaione, vino e frutta dandogli una consistenza cremosa.

Per guardare l’intervista completa basta cliccare qui

Cibo e bevande: il 67% degli italiani preferisce i pagamenti digitali per l’acquisto

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Il pagamento digitale (immagine concessa)

MILANO – Adyen, piattaforma tecnologico finanziaria scelta da molte aziende leader a livello globale, presenta i risultati di una nuova indagine condotta con OnePoll che fotografa le abitudini di pagamento degli italiani nel settore food & beverage. Dalla ricerca emerge come i pagamenti digitali siano ormai una realtà consolidata: il 67% degli italiani li preferisce al contante quando acquista cibi e bevande in ristoranti, bar o attraverso servizi di consegna/asporto.

In particolare, la carta di credito/debito si conferma essere ancora la soluzione preferita, con spazio a modalità innovative come il QR code e le app; mentre la rapidità del processo di pagamento e il valore del rapporto umano durante il checkout restano elementi chiave per la soddisfazione dei clienti.

Velocità: un fattore decisivo al momento del pagamento

La rapidità del pagamento si conferma uno degli aspetti più rilevanti per gli italiani nel settore food & beverage. Ben il 77% degli intervistati considera, infatti, importante poter concludere la transazione in tempi brevi. Questa esigenza di processi snelli e senza attese emerge anche quando si osservano i fattori che più influenzano la scelta del metodo di pagamento: il 26% indica infatti la rapidità come elemento chiave, preceduta solo dalla facilità d’uso con il 29%.

Checkout digitale: piace la velocità di QR code e app

Cresce, inoltre, l’interesse verso modalità di pagamento innovative. Il 69% degli italiani sarebbe, infatti, disposto a pagare al tavolo tramite QR code o app, ma il 40% lo farebbe solo a fronte di un servizio rapido. Anche in questo ambito, quindi, la velocità si conferma un elemento determinante, ma le preferenze restano diversificate e stanno evolvendo: tra le due opzioni preferite spiccano, in particolare, il pagamento al tavolo e quello alla cassa, rispettivamente con il 42% e il 48%.

Si osservano, però, anche differenze generazionali, con i più giovani che mostrano una maggiore apertura verso modalità quali i pagamenti in app, come nel caso di Click & Collect e del delivery, con il 24% nella fascia d’età 25-34, un dato che supera la media generale di 10 punti percentuali, e i pagamenti tramite kiosk, la cui media del 6% è surclassata dal 14% della fascia 18-24.

La centralità del fattore umano

Nonostante la crescita delle soluzioni digitali, il contatto umano rimane un pilastro nell’esperienza di pagamento. Il 61% degli italiani preferisce ancora pagare in cassa con un operatore, con una predilezione più marcata tra gli over 45.

Al contrario, la fascia d’età 25-34 privilegia il self-checkout, che raggiunge il suo picco tra le generazioni coinvolte con il 46%. Se si considerano, però, i giovanissimi e, in particolare, gli intervistati tra i 18-24 anni la presenza dell’operatore torna a svolgere un ruolo chiave, con un 51% che esprime la propria preferenza per questa modalità. Ciò sottolinea come il contatto umano sia ancora essenziale anche nel mondo dei pagamenti.

Fedeltà digitale e mance: tra tradizione e innovazione

La survey ha, inoltre, esplorato il potenziale dei programmi fedeltà collegati ai pagamenti digitali, chiedendo agli italiani se sconti, cashback o punti offerti dai ristoranti li spingerebbero a utilizzare maggiormente queste modalità di pagamento. In particolare, gli sconti risultano l’incentivo più efficace in assoluto, scelto dal 39% del totale e con un picco tra i 25-34enni (52%).

Il cashback convince soprattutto la fascia 35-44 anni (36%), mentre la raccolta punti trova particolare riscontro tra i più giovani: il 37% dei 18-24enni la indica come incentivo, rispetto al 25% della media generale. Anche sul fronte delle mance si intravede un’evoluzione: se il contante resta la scelta prevalente (52%), tra i 25-34enni la quota di chi opta per la mancia digitale sale al 37%, segno di un’apertura verso le nuove modalità anche nei piccoli gesti quotidiani.

La survey di Adyen conferma che il settore Food & Beverage in Italia sta accelerando verso soluzioni di pagamento sempre più digitali, rapide e integrate. La velocità e la semplicità sono ormai requisiti fondamentali per la maggior parte dei consumatori, con le nuove generazioni che trainano l’adozione di modalità innovative come app e self-checkout. L’esperienza di pagamento evolve così in chiave tecnologica, mantenendo però il valore del rapporto umano, che continua a rappresentare un elemento distintivo e apprezzato.

Nota metodologica

La survey è stata condotta da OnePoll per Adyen dal 9 al 13 maggio 2025 su un campione rappresentativo di 1000 italiani adulti, di età superiore ai 18 anni e selezionati in modo casuale e stratificato per età, genere e area geografica.

La scheda sintetica di Adyen

Adyen (AMS: ADYEN) è la piattaforma tecnologico finanziaria scelta da molte delle aziende leader a livello mondiale che fornisce una moderna infrastruttura di pagamento end-to-end, approfondimenti data-driven e prodotti finanziari in un’unica soluzione integrata per aiutare le aziende a raggiungere le loro ambizioni, più velocemente. Con uffici in tutto il mondo, Adyen collabora con marchi del calibro di Meta, Uber, H&M, eBay e Microsoft. Adyen perfeziona ed espande continuamente la propria offerta di prodotti nell’ambito della propria attività ordinaria.

Le novità vengono annunciate tramite comunicati stampa e aggiornamenti sul suo sito web.

Export Days Anima 2025, oltre 120 aziende italiane incontreranno buyer provenienti da tutto il mondo

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Il logo di Anima l'associazione di Confindustria cui aderisce anche l'Ucimac, i costruttori di macchine per caffè professionali

MILANO – Al via la quinta edizione degli Export Days Anima, l’evento annuale dedicato alla promozione delle attività di internazionalizzazione delle imprese del settore meccanico. Quest’anno l’iniziativa si articolerà in tre tappe che coinvolgeranno le regioni PiemonteLombardia e Veneto, offrendo un’importante opportunità di networking e collaborazione per le aziende italiane.

L’Export Days Anima rappresenta ormai un appuntamento consolidato nel panorama delle imprese, frutto di una virtuosa collaborazione tra Anima ConfindustriaMinistero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Agenzia ICE.

L’iniziativa è realizzata in stretta cooperazione con alcune delle principali rappresentanze confindustriali del territorio, tra cui Assolombarda, Confindustria Brescia, Confindustria Bergamo, Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Confindustria Belluno Dolomiti, Confindustria Veneto Est, Confindustria Verona, Confindustria Vicenza e Confindustria AssAfrica & Mediterraneo, oltre alla collaborazione del Consolato Generale del Canada.

Le tre tappe dell’evento si svolgeranno come segue:

•    24 Giugno – I Tappa – Piemonte, presso Confindustria Novara Vercelli e Valsesia (Corso Felice Cavallotti 25)

•    25 Giugno – II Tappa – Lombardia, presso Confindustria Bergamo (Via Stezzano 87, Kilometro Rosso, Gate 5)

•    26 Giugno – III Tappa – Veneto, presso Move Hotels Venezia Nord (Via Bonfadini 1, Mogliano Veneto TV)

Gli operatori stranieri, selezionati dai mercati target che includono Nord AmericaSud AmericaMedio OrienteAsia e Africa Sub-Sahariana, avranno l’opportunità di interagire direttamente con le aziende italiane, promuovendo così il made in Italy nel mondo.

Nel complesso delle tre giornate le aziende italiane registrate saranno oltre 120, che avranno l’opportunità di interagire con operatori stranieri selezionati provenienti da diversi mercati target, tra cui Canada, Brasile, Ghana, Emirati Arabi, Australia.

Come ricorda il presidente di Anima ConfindustriaPietro Almici: “Le aziende della meccanica rappresentate da Anima portano all’estero circa il 60% dei propri prodotti, generando un fatturato di oltre 33 miliardi di euro nel nostro paese grazie alle esportazioni.  Oggi guardiamo con un po’ di preoccupazione al futuro, considerato che nel 2024 gli Stati Uniti hanno rappresentato la destinazione principale per i prodotti dei nostri settori e che paesi come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi sono stati quelli con la maggiore crescita rispetto al 2023″.

Almici aggiunge: “L’introduzione dei dazi e la situazione geopolitica del medio Oriente potrebbero avere un grosso impatto sul nostro export. In questo momento, è necessario che l’Europa adotti misure per agevolare e aumentare gli scambi nel mercato interno, ma allo stesso tempo guardiamo con attenzione alla crescita di nuovi mercati strategici, come il Sud America – giungendo alla firma del trattato Ue-Mercosur. Auspichiamo che le zone interessate dai recenti conflitti possano arrivare presto a una soluzione, tornando a un quadro stabile e favorevole agli scambi internazionali”.

“Con gli Export Days – conclude Almici – puntiamo a mettere in contatto le aziende di diversi paesi del mondo e di creare un momento importante per le imprese italiane della meccanica, al fine di rinforzare legami, relazioni e amicizie e creare nuove opportunità di business”.