martedì 08 Luglio 2025
Home Blog Pagina 34

Caffè Borbone e Plastic Free insieme per la raccolta rifiuti a Milano per la Giornata mondiale dell’ambiente

NAPOLI – In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, Caffè Borbone – azienda leader nel business della torrefazione e del caffè porzionato – invita i volontari a partecipare alla raccolta straordinaria di plastica e rifiuti insieme a Plastic Free Odv Onlus sabato 7 giugno 2025, in piazza Piero Gobetti a Milano (zona Lambrate), dalle ore 9.30 alle ore 11.30.

Questo appuntamento rappresenta il consolidamento della partnership tra Caffè Borbone e Plastic Free anche nel Nord Italia, con l’obiettivo di continuare a sensibilizzare i cittadini sull’impatto dell’inquinamento da plastica e sull’importanza dell’azione collettiva.

Caffè Borbone insieme a Plastic Free Odv Onlus

Giunta al quarto anno consecutivo, la collaborazione, nata in Campania ed estesa nel tempo a tutto il territorio nazionale, ha permesso di coinvolgere migliaia di volontari e rimuovere oltre 26 tonnellate di rifiuti solo nel 2024. Un risultato che riflette i valori fondanti di Caffè Borbone, che crede nella forza dei gesti quotidiani e nel potere delle piccole azioni capaci di generare un impatto concreto sul territorio e sull’ambiente.

Oltre alle collaborazioni e ai progetti attivi sul territorio, l’azienda si impegna nella riduzione dell’impatto lungo l’intera filiera produttiva, promuovendo soluzioni come capsule e cialde compostabili, packaging in carta e processi di produzione sempre più efficienti.

A ciò si affianca un percorso strutturato di decarbonizzazione, ispirato ai principi della Science Based Targets initiative, per contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico.

Plastic Free Odv Onlus è l’organizzazione di volontariato nata nel 2019 con lo scopo di informare e sensibilizzare le persone sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica, impegnata in battaglie per la salvaguardia del pianeta attraverso collaborazioni attive sui vari territori coinvolgendo cittadini volontari, scuole, aziende, media, enti ed istituzioni. In questi anni, Plastic Free Odv Onlus ha provveduto a rimuovere 4.563.749 kg di plastica e rifiuti dall’ambiente attraverso 8.363 appuntamenti con la collaborazione di oltre 260.000 volontari.

Per iscriversi e partecipare alla giornata di clean-up basta cliccare qui

La scheda sintetica di Caffè Borbone

Nata a Napoli nel 1999 come piccola torrefazione legata alla tradizione del caffè napoletano, Caffè Borbone è diventata in pochi anni uno dei principali produttori di caffè monoporzionato in cialde e capsule. Rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi e di qualità che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente.

È stata, infatti, la prima azienda in Italia a proporre la cialda compostabile che, smaltita nell’umido, può essere utilizzata per la produzione di compost, con involucro riciclabile nella raccolta della carta.

Successivamente, ha lanciato la capsula compostabile in biopolimero con il top in carta filtro. Dal 2018 Caffè Borbone è controllata da Italmobiliare Investment Holding, che ha acquisito il 60% della società, mentre il restante 40% rimane al fondatore Massimo Renda.

Marco Simonetti, amministratore delegato di Caffè Toraldo, tra i migliori imprenditori under 40 al Premio Industria Felix

CARINARO (Caserta) – Marco Simonetti, amministratore delegato di T. Corporation – storica torrefazione napoletana nota al pubblico come Caffè Toraldo – ha ricevuto l’Alta Onorificenza di Bilancio, assegnata tra le migliori imprese guidate da under 40, nell’ambito del Premio Industria Felix – “La Campania che compete” all’Auditorium di Città della Scienza a Napoli, l’evento organizzato da Industria Felix Magazine, in co-organizzazione con la Regione Campania, in collaborazione con Cerved e A.C. Industria Felix.

Il Premio Industria Felix: il riconoscimento a Marco Simonetti

Il riconoscimento è riservato alle aziende con conduzione under 40 che si distinguono per performance gestionali e affidabilità finanziaria. Le imprese premiate sono selezionate tramite un algoritmo basato sui bilanci, e individuate da un comitato scientifico qualificato in relazione ai dati 2023, con il merito di promuovere benessere sociale e progresso economico.

A ritirare il premio è stato Marco Simonetti, accompagnato dal management dell’azienda: Stefania, Marilena e Francesca Simonetti. Negli ultimi anni, il gruppo familiare ha guidato l’azienda in un importante percorso di crescita, triplicando il fatturato negli ultimi anni, in particolare la T. Corporation ha raggiunto nel 2024 circa 60 milioni di euro, grazie a una strategia solida e mirata, investimenti strategici, diversificazione dei canali di vendita e un’intensa attività di comunicazione, con particolare attenzione al canale televisivo e a partnership di rilievo, come la sponsorship con la SSC Napoli e la collaborazione con l’artista internazionale Gianpiero D’Alessandro.

A tal proposito, Marco Simonetti ha commentato: “Ricevere questo riconoscimento è un onore che condivido con tutta la mia famiglia e il nostro team. Lavoriamo ogni giorno con impegno e visione per garantire ai consumatori un caffè di qualità e un’esperienza autentica. La crescita che stiamo vivendo è frutto di scelte coraggiose fatte con il cuore, e del legame profondo con la nostra terra e la nostra tradizione.”

Starbucks: in Corea del Sud è vietato usare sei nomi per ordinare un caffè

Per il momento in Corea del Sud è vietato ordinare un caffè da Starbucks utilizzando i nomi dei sei candidati alle elezioni presidenziali del 3 giugno. Il divieto, che verrà rimosso dopo il voto, riguarda più precisamente la app con cui vengono fatti gli ordini. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Il Post.

Il divieto di Starbucks in Corea del Sud

SEOUL – In Corea del Sud ci sono sei nomi che al momento non è possibile usare per fare un ordine da Starbucks, come prevede normalmente il servizio della catena di caffetterie. Sono i nomi dei sei candidati alle elezioni presidenziali del 3 giugno: l’azienda statunitense ha vietato temporaneamente che vengano usati per evitare che i nomi associati agli ordini, tipicamente letti ad alta voce dai baristi quando le bevande sono pronte, vengano usati per mandare messaggi politici durante la campagna elettorale, che è molto polarizzata.

Il divieto, che verrà rimosso dopo il voto, riguarda più precisamente la app con cui vengono fatti gli ordini: era capitato spesso che al momento di richiedere un caffè o qualcos’altro i clienti riempissero il campo dedicato al nome con messaggi di sostegno a un candidato, ostili a un altro, o anche solo contenenti uno dei loro nomi. Già prima della campagna elettorale era vietato inserire insulti, nomi impossibili da pronunciare e messaggi offensivi, ma i limiti politici sono una novità.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

India: entro il 2028 il mercato del caffè fuori casa potrebbe raggiungere i 3,2 miliardi di dollari

Il caffè in India sta acquisendo sempre più popolarità. Secondo Redseer Strategy Consultants, entro il 2028 si prevede che il mercato del caffè fuori casa avrà un tasso di crescita annuo composto (CAGR) elevato compreso tra il 15 e il 20%, raggiungendo una dimensione compresa tra 2,6 e 3,2 miliardi di dollari.

Anche Nespresso ha inaugurato il suo primo negozio boutique a Nuova Delhi a marzo, con l’obiettivo di conquistare una quota di mercato sia nel segmento B2C che in quello B2B, entrambi in crescita.

Per sapere di più sull’argomento, Invezz ha intervistato Abhinav Mathur, CEO di Something’s Brewing, la prima piattaforma di e-commerce indiana dedicata all’attrezzatura per la preparazione del caffè, agli accessori e ai workshop formativi.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di

Il caffè in India

NUOVA DELHI – L’India sta per vivere una rivoluzione del caffè, che si sta diffondendo non solo nel numero crescente di caffè artigianali e catene di caffè internazionali che spuntano come funghi in tutto il paese, ma anche nelle case, dove sempre più consumatori abbracciano l’idea di prepararsi il caffè da soli per portare l’aroma inebriante tra le mura domestiche.

Secondo Redseer Strategy Consultants, entro il 2028 si prevede che il mercato del caffè fuori casa crescerà a un tasso di crescita annuo composto (CAGR) elevato compreso tra il 15 e il 20%, raggiungendo una dimensione compresa tra 2,6 e 3,2 miliardi di dollari.

Allo stesso tempo, il mercato indiano delle attrezzature per la preparazione del caffè sta riscaldandosi, alimentato non solo da caffè e ristoranti, ma sempre più anche dalle famiglie che si dedicano alla preparazione del caffè a casa.

Mentre la tedesca WMF e il marchio italiano di alta gamma La Marzocco avevano già conquistato una posizione di rilievo nel mercato, Nespresso ha inaugurato il suo primo negozio boutique a Nuova Delhi a marzo, con l’obiettivo di conquistare una quota di mercato sia nel segmento B2C che in quello B2B, entrambi in crescita.

Per comprendere l’impulso che sta dietro a questo movimento, Invezz ha intervistato Abhinav Mathur, CEO di Something’s Brewing, la prima piattaforma di e-commerce indiana dedicata all’attrezzatura per la preparazione del caffè, agli accessori e ai workshop formativi.

Mathur gestisce anche Kaapi Machines, che soddisfa le esigenze di caffè del settore alberghiero e della ristorazione in India.

“Stiamo assistendo a un passaggio da un caffè orientato alla praticità a un caffè orientato all’esperienza”, ha spiegato Mathur in una conversazione illuminante.

Ha sottolineato che la categoria in più rapida crescita su Something’s Brewing è quella dell’attrezzatura per la produzione di birra artigianale, come le French Press, le AeroPress e le macchine per espresso di livello base, evidenziando il crescente entusiasmo per la produzione di birra in casa.

Questo aumento dell’interesse sta plasmando anche la strategia aziendale.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Parigi: il Centro culturale cinese organizza gli incontri per scoprire il tè di Hunan

0

Il Centro culturale cinese di Parigi ha organizzato una serie di attività in occasione della Giornata del turismo della Cina del 19 maggio. In particolare ci saranno due eventi che combineranno cultura, arte, turismo e patrimonio immateriale tra tè e tradizione. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del portale d’informazione Sortir a Paris.

Il Centro culturale cinese di Parigi tra tè e musica

PARIGI – Il 2025 segna l’inizio di un nuovo ciclo sessagesimale nelle relazioni diplomatiche tra Cina e Francia.

È anche un momento chiave per un rinnovamento globale degli scambi culturali sino-francesi.

In occasione della Giornata del turismo cinese del 19 maggio, il Centro culturale cinese di Parigi organizza due eventi il 19 e il 21 maggio, combinando cultura, arte, turismo e patrimonio immateriale.

Attraverso la musica e il tè, il pubblico francese sarà invitato a immergersi nella ricchezza e nella raffinatezza della cultura tradizionale cinese.

Il 19 maggio il Centro, in collaborazione con la provincia di Hubei, presenterà il concerto di musica tradizionale “Il fascino di Jing-Chu” e le attività a tema del Dragon Boat Festival. Nell’ambito delle celebrazioni per la festa tradizionale cinese di Duanwu (Dragon Boat Festival) e all’insegna della “conoscenza reciproca”, questo evento combinerà musica tradizionale cinese, degustazioni gastronomiche della cucina del Paese Chu, una cerimonia di consegna di libri, mostre e scambi culturali.

L’evento metterà in luce la profondità storica dell’Hubei, una delle principali culle della cultura tradizionale cinese, offrendo al contempo un’interpretazione contemporanea. Questa iniziativa permetterà al pubblico francese di conoscere meglio la provincia cinese dell’Hubei e di scoprire la ricchezza della cultura cinese in profondità.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Andrea Lattuada passa dietro al bancone di Pio&Friends, locale nell’Oltrepò con i suoi specialty

RIVAZZANO TERME (Pavia) – Andrea Lattuada, fondatore dell’accademia e torrefazione 9bar, non si ferma e inizia una nuova avventura: il caffè è sempre l’ingrediente – non troppo – segreto, ma il contesto è diverso dal solito. Proprio davanti alla sede che ha visto formati tanti addetti ai lavori, il ristorante Pio&Friends già celebre nella zona per la sua cucina a base di pesce fresco, si trasforma in bistrot specialty.

Dopo un anno di chiusura, Lattuada, già assiduo frequentatore del locale, ha deciso di proporre un nuovo inizio, includendo il concetto di coffee house con diverse alternative per quanto riguarda il caffè.

Aperto dalle sei fino a dopo pranzo, venerdì e sabato tutto il giorno, domenica a colazione e pranzo con chiusura verso le 4. Andrea Lattuada in persona si è occupato di re inventare gli spazi per renderli funzionali al servizio caffetteria, progettando banco, retrobanco, pavimento, colori, illuminazione, impianto idraulico ed elettrico.

Lattuada ha pensato anche ai tre blend: dal 50% e 50% al 100% Arabica, più gli specialty coffee

Un particolare di Pio&Friends (foto concessa)

“Tutto è nato per amicizia nei confronti dello chef Pio Davide Albanese. Il ristorante continuerà a chiamarsi come nella precedente gestione, ma in aggiunta ci sarà un angolo caffetteria, con la creazione di una nuova società che si chiama PIO&Friends SRL.
Non solo espresso ma anche filtro, cold drip e a rotazione, circa sei specialty coffee tostati da noi, che si possono anche acquistare nei pacchetti da 250 grammi di macinato e in grani.

In questo modo stiamo facendo divulgazione verso il consumatore finale dell’Oltrepò Pavese, inserendoci per altro all’interno di un ristorante.

La tipologia di clientela è quella giusta per il nostro progetto, ovvero gli affezionati al nostro chef che sono alla ricerca della qualità in un pranzo: questo ci agevola perché si può fare molta comunicazione ed educazione attorno al caffè. Già dopo due settimane, molti entrano e chiedono direttamente il loro blend preferito, che noi abbiamo nominato il Farmer, il Cherry, il Picker.”

Ma lo specialty per un pubblico così di provincia?

“Gli specialty coffee sono comunque difficili da raccontare, ma una volta spiegati e soprattutto nel momento in cui li si fa annusare o degustare, è immediata la comprensione della differenza. Dicono spesso: “ma questo non è caffè”.

Per quanto riguarda i prezzi partiamo dal popolare euro e 20 per il 50% e 50% e arriviamo fino a 1.60 per il 100% Arabica e per il cherry l’80-20% siamo sull’euro e 40. A tutti spieghiamo le loro caratteristiche. Altra cosa interessante: quasi tutti si orientano verso il Cherry e il Picker e nessuno si è lamentato fin qui del costo.”

In un ristorante avete pensato a delle soluzioni in mixology?

“Abbiamo pensato per il sabato sera, con il nostro barista Andrea, a proporre cocktail a base espresso, come il drink Moscafè, con note di moscato, dolce, con cold drip di un April di Giulio Madrid a fermentazione anaerobica con sentori di pesca e more. La gente vede e ordina incuriosita e costa intorno ai 10 euro.”

Colazione da Pio&Friends?

“Abbiamo una proposta di croissant, brioche vegane di produzione esterna. Stiamo studiando e proporremo più avanti il pairing con il cibo. Bisogna ora far decollare bene la parte relativa al mattino e al bar, perché la gente che arriva deve ancora capire bene che siamo aperti anche a colazione. Chi viene, in ogni caso, torna.”

Lattuada, mentre le attrezzature?

L’angolo caffetteria (foto concessa)

Lattuada: “L’idea è quella di far ruotare diversi modelli. Ora abbiamo una Storm Astoria a controllo di pressione, 4 macinacaffè, più uno da drogheria per il consumo domestico. Inoltre ci siamo dotati di un sistema di trattamento d’acqua centralizzato e proponiamo bevande vegetali soprattutto quelle a base avena con Oatly.

Per il momento dietro al bancone ci siamo io, Mariano Semino, il mio socio e Andrea Gatti, un ragazzo che stiamo formando. Prossimamente si unirà un’altra risorsa.

Il locale all’interno è piccolo, con un massimo di 35 persone sedute ma grazie al dehors fantastico che dà sulle colline dell’Oltrepò scenografico, raggiungiamo circa 70-80 persone. Nel momento in cui partirà la stagione estiva ci organizzeremo con altro personale. Prima era una vecchia macelleria, quindi abbiamo un privé dentro una vecchia cella.

Sono convintissimo che sicuramente sarà un successo, perché non esiste niente del genere nella zona. Il ristorante è già fortissimo con la sua offerta di pesce fresco che ora si completa con un caffè all’altezza del resto dell’offerta.”

Valentina Pelizzetti, architetta: “Il design è il primo fattore che il cliente percepisce in un locale”

MILANO – Valentina Pelizzetti si laurea in architettura nel 2000. Tramite Oscar Farinetti, è entrata nella squadra di Eataly fino al 2012, azienda di cui ha seguito le aperture anche oltre confini nazionali. Si è occupata della parte didattica e degli eventi: questa la sua palestra, a contatto con tanti grandi chef all’opera.

Dopo l’avvio di un ristorante con bottega nel 2012 a Torino, “Le Papille”, del quale ha curato la progettazione insieme a due socie, un’altra svolta: la consulenza di design e architettura per contro di altri gestori per far partire le attività di ristorazione e caffetteria.

Uno degli ultimi esempi, è il secondo punto di Orso laboratorio caffè. Sicuramente l’esperienza sul campo, direttamente come titolare che si muove in prima persona anche a Londra – dove ha conosciuto gli specialty coffee – le ha dato modo di essere una progettista di locali che conosce le esigenze concrete di chi deve avviare queste realtà.

Pelizzetti, quanto conta il design per una caffetteria in chiave moderna?

“Il design degli interni di un locale è molto importante, in quanto contribuisce a creare un’esperienza unica e memorabile per i clienti. Aggiungo che il design degli interni riflette l’identità del marchio e contribuisce al branding. È inoltre il primo fattore che il cliente percepisce e che lo invita ad entrare e consumare.”

Quali sono gli stili che sono più richiesti in Italia e all’estero?

“Lo stile richiesto è generalmente minimalista, fatto di linee semplici, basiche e pulite: pochi elementi ben studiati per dare carattere e armonia al locale. Ambienti sobri ed eleganti, disegnati con materiali naturali e colori neuri, dal bianco al nero, passando dal grigio. Al centro del progetto è il banco ad un solo livello che abbatte la distanza tra operatore e cliente.”

Funzionalità ed estetica: come salvaguardare entrambi gli aspetti?

“Il banco è studiato nei minimi dettagli al fine di far diventare ogni passaggio del servizio pulito e bello da vedere.

Dentro una caffetteria (foto concessa)

Lo spazio dedicato alla macinatura si dilata in quanto il grinder non è uno solo come quello che si trova nei bar tradizionali, ma generalmente ce ne sono 4 o 5: uno per la miscela, uno per ogni monorigine che venga somministrata, uno con una differente macinatura per il caffè filtro. Inseriamo poi rubinetti per l’acqua microfiltrata affinché l’acqua per i filtri abbia la giusta durezza e il caffè filtro sia sempre perfetto.

Troviamo i glass rinser per lavare lattiere e chemex per lavorare al meglio, diminuendo gli spostamenti all’interno del bancone. Il risultato è secondo me accattivante, perché otteniamo un banco che è a cavallo tra un teatro e il laboratorio di un chimico.”

Quanto costa affidarsi a un professionista?

Pelizzetti: “Questa è una bella domanda, ma il costo finale dipende tanto dall’entità del progetto da sviluppare. Senza dover portare acqua al mio mulino, posso con cognizione di causa che affidarsi ad un professionista è fondamentale per ottimizzare gli spazi, l’operatività in primis e per rendere unica l’esperienza del cliente in seconda, ma non ultima battuta.”

Pelizzetti, ma lei come vedrebbe la caffetteria del futuro per quanto riguarda il design?

“Ormai il caffè non è più una commodity ma sempre più un’esperienza sensoriale. Lo posso osservare specialmente nelle nuove generazioni che consumano filtri mentre lavorano al portatile seduti in luoghi che devono risultare accoglienti.”

Etiopia, export sopra i 2 miliardi di dollari, Messico produzione in crescita, ma la produttività rimane bassa

0

MILANO – Traguardo storico per il settore del caffè in Etiopia, patria di origine della Coffea arabica: secondo dati diffusi dall’Autorità per il caffè e il tè (Ecta), le esportazioni di caffè hanno generato, negli ultimi 10 mesi, un totale di 1,87 miliardi di dollari, con un incremento a valore dell’87% rispetto al pari periodo precedente. I volumi esportati sono stati pari a 354.302 tonnellate (5.905.033 sacchi), in crescita, a loro volta, del 70%.

Il risultato supera del 142% gli obiettivi fissati dal governo. Se il trend si manterrà anche negli ultimi 2 mesi, il valore dell’export dell’Etiopia di qui a fine anno fiscale (8 luglio/7 luglio) è destinato a superare i 2 miliardi di dollari.

Germania, Arabia Saudita e Usa rimangono i massimi mercati del caffè dell’Etiopia

Adugna Debela, direttore generale Ecta, attribuisce il risultato alle riforme mirate attuate dal governo e alle favorevoli condizioni di mercato.

Debela sottolinea, in particolare, i progressi compiuti dall’Etiopia nel campo della tracciabilità e del controllo qualitativo, nonché il migliorato accesso ai buyer internazionali attraverso le piattaforme di aste digitali e gli accordi commerciali bilaterali

David Luke, direttore del Firoz Lalji Institute for Africa presso la London School of Economics, ha elogiato, in un’intervista a Semafor, l’azione del governo, che ha potenziato il sostegno ai piccoli produttori attraverso la fornitura di input, la diffusione di sistemi avanzati di irrigazione e il miglioramento delle infrastrutture.

Cresce ancora la produzione messicana di caffè, ma la produttività rimane bassissima

Secondo i dati del report annuale del servizio agricolo estero del Dipartimento statunitense dell’agricoltura, il raccolto 2024/25 (ottobre/settembre) del Messico è in lievissima crescita (+0,4%) a 3,87 milioni. Per il 2025/26 è previsto un ulteriore incremento a 3,903 milioni.

Contenuto riservato agli abbonati.

Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.

Kimbo è sponsor del Trieste Coffee Experts dei Bazzara, il presidente Rubino: “Ottima opportunità di confronto”

TRIESTE – La costante passione per la ricerca e la qualità, la forte identità partenopea e la progressiva internazionalizzazione del brand hanno reso Kimbo, il caffè di Napoli, uno dei marchi italiani più riconosciuti nel panorama globale. Sarà proprio il colosso campano la prima torrefazione a sostenere il Trieste Coffee Experts in qualità di  main sponsor dell’evento, una collaborazione che segna un momento storico per il summit dei Bazzara.

Kimbo a sostegno del Trieste Coffee Experts

A commentare questa importante partnership è proprio Andrea Bazzara:
“Siamo orgogliosi di annunciare la partecipazione di Kimbo come main sponsor dell’ottava edizione del Trieste Coffee Experts. Parliamo di una realtà globale che incarna alla perfezione quell’Oro di Napoli da coltivare e diffondere come simbolo di italianità nel mondo. Il gigante partenopeo sarà inoltre la prima torrefazione nella storia dell’evento a ricoprire il ruolo di main sponsor. Una notizia importante, non solo simbolica, che ci rende ancora più responsabilizzati e determinati nel raggiungere gli obiettivi dell’edizione 2025, in programma il 6 e 7 dicembre presso l’Hotel Savoia Excelsior Palace di Trieste.”

Una collaborazione strategica, nata da una visione comune e dalla volontà condivisa di fare rete tra attori del settore.

Anche Mario Rubino, visionario presidente di Kimbo dal 2023 ma da sempre vicino all’azienda di famiglia, nonostante i 30 anni di attività di medico chirurgo nel più importante ospedale del Mezzogiorno, ha voluto esprimere il suo punto di vista su questa nuova sinergia con i Bazzara:  “Quando Franco Bazzara mi ha raccontato la storia e i progetti previsti per l’ottava edizione del Trieste Coffee Experts, ho capito subito quanto fosse importante far sentire anche la nostra voce al summit triestino, sia come Kimbo sia come ambasciatori del caffè di Napoli”.

Rubino aggiunge: “Investiamo tanto nella ricerca e nella formazione perché da sempre riteniamo necessaria la diffusione di una vera cultura del caffè, così come da tempo si fa per il vino. Con i nostri corsi per Coffee Master e con tutte le altre iniziative di education, al Kimbo Training Center e in ogni altra occasione possibile, contribuiamo oggi non solo alla diffusione di un’adeguata cultura del caffè ma anche alla formazione di seri professionisti del caffè che possano offrire una valida esperienza di degustazione”.

C’è di più: “L’eccellenza del prodotto da sola non basta: bisogna conoscere a fondo la materia prima, il processo della tostatura e tutte le tecniche di preparazione… in uno: avere la giusta cultura per poter offrire un buon caffè. Per questa ragione siamo felici di figurare tra i main sponsor di un’edizione che, per la prima volta e nella maniera più giusta, si apre al nostro mondo: quello delle torrefazioni — piccole e grandi — che da sempre colorano e rappresentano le diverse identità del caffè italiano. Identità che, oggi più che mai, hanno la necessità di incontrarsi e Fare Rete per affrontare e superare assieme le sfide comuni”.

Rubino conclude: “L’evento dei Bazzara, con il focus sui Megatrends e con l’organizzazione di nuovi format come gli Stati Generali del Caffè, si pone come un’ottima opportunità proprio per regalare agli operatori della filiera un tavolo di confronto diretto, con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete al momento complesso che sta attraversando il segmento nazionale e, più in generale, tutto il mondo del caffè.”

Come sottolineato da Mario Rubino, figlio di Elio che, con i fratelli Francesco e Gerardo, fondarono Kimbo nel 1963, da quest’anno anche le torrefazioni avranno l’opportunità di essere protagoniste attive dell’evento, non solo seguendolo in diretta streaming bilingue (italiano e inglese), ma anche partecipando come partner ufficiali della manifestazione.

Bazzara potrà così contare su una voce autorevole come quella di Kimbo, capace di fare da apripista per il mondo delle torrefazioni italiane, anche per la sua riconosciuta attenzione ai temi della sostenibilità e della solidarietà sociale. Una presenza che segna l’inizio di un passo decisivo verso una filiera più coesa, che punta a costruire soluzioni condivise per affrontare le sfide presenti e future dell’intero comparto.

Bap: la caffetteria specialty raddoppia a Roma e apre due store a New York

ROMA – Bap, la caffetteria con al centro lo specialty a gestione familiare nata a Roma, torna su queste pagine a un anno di distanza con diversità novità. Vicino all’ apertura di via Raffaele Cadorna 5 nella Città Eterna (ne abbiamo parlato qui), il brand annuncia tre nuovi store: la prima sempre nella Capitale, a Borgo Pio, e due a New York, più precisamente una in zona Wall Street e, la seconda, all’interno dell’hotel 4 stelle Delta by Marriott a Times Square.

Per quanto riguarda l’apertura di Roma, le protagoniste del locale sono macchina e macinacaffè Cimbali on demand. L’espresso singolo ha un costo di 1,30 con il blend di punta, 100% arabica con Brasile, Colombia, Nicaragua e Etiopia naturale. Per l’espresso doppio il prezzo è di 2,60 euro.

I prezzi sono simili agli store di New York  con 3 dollari e 30 per l’espresso singolo, e il doppio a partire da 4 dollari e 50. Il progetto è partito da Torrefazione 68, storica torrefazione artigianale romana oggi alla terza generazione, che negli ha saputo rinnovarsi stando sempre al passo con i tempi senza mai dimenticare la grande tradizione.

La gestione del progetto è di Giulia Mauceri (classe 1990), Marianna Gallo (classe ’96) e Matteo Anselmi (classe ’94).

La nuova apertura a Roma a Borgo Pio: Bap in vaschette

Siamo nel cuore di Borgo Pio, a due passi dalla Basilica di San Pietro. Precisamente in Piazza delle Vaschette 15, la caratteristica piazzetta di fronte alla sede dell’Università LUMSA. Questo è un temporary estivo di Bap (che però con buona probabilità rimarrà poi in piedi in pianta stabile), che qui si presenta in una versione più pret-a-porter e letteraria.

Uno spazio intimo ed affascinante, una sorta di piccolo rifugio per la mente: un caffè letterario con una selezione di libri da sfogliare e sui muri poesie in romanesco che raccontano la storia di Bap e dei suoi fondatori. La chicca: all’interno è presente il famoso murales di Mauro Pallotta, alias Maupal, che ritrae Papa Francesco sopra una scala intento a giocare a tris con i simboli della pace. Il murales è stato realizzato dall’artista nel 2016 ed originariamente si trovava nel vicino vicolo del Campanile, poi cancellato e riprodotto all’interno del locale oggi dove oggi sorge il nuovo Bap.

Il bancone del nuovo Bap in vaschette (immagine concessa)

Un nuovo gioiellino con un menu più ristretto rispetto al locale di via Raffaele Cadorna, dedicato a un pubblico dinamico, affezionato alla qualità ma con poco tempo. Infatti Il nuovo Bap propone una formula smart e veloce: una cucina leggera, dolci e lievitati artigianali, tutto servito in vaschette “to go”. Un menu pensato per la colazione, la merenda e l’aperitivo: croissant, pain suisse, fiocco, cookie, danese crema e frutta, toast, egg bagel, turkey clun sandwich, cous cous, timballo, felafel, hummus e altre proposte sfiziose.

Ovviamente la parte di caffetteria specialty è la grande protagonista: tra monorigini pregiate, ice coffee cloud, golden milk, chai latte, dirty coffee e molto altro.

Oltre al consumo take away, è possibile consumare sulla mensola snack all’interno del locale, oppure nei quattro tavolini all’esterno. Ma il vero must è sulle panchine della piazza.

 Le due nuove aperture a New York: Wall Street e Times Square

“Siamo davvero emozionati nell’annunciare il nostro grande approdo a New York. Come Torrefazione 68 eravamo già presenti nella Grande Mela, gestendo dal 2021 l’intera linea di caffetteria di un locale all’interno della Trump Tower, ma ora arriviamo anche con tutta la nostra proposta per la colazione e il brunch in vero stile Bap”, racconta Giulia Mauceri.

Bap non si ferma e sbarca anche negli USA, in partnership con Nero Lab Italian Food Zone, importante brand romano con diversi locali in Italia e all’estero. In contemporanea alla nuova apertura romana in Piazza delle Vaschette, Bap inaugura due nuovi locali nella Grande Mela.

Nero Lab Italian Food Zone (immagine concessa)

Il primo a Wall Street, in uno dei locali più grandi di Manhattan (oltre 2.000 mq), gestendo tutta la parte di caffetteria, bakery e pasticceria del nuovo store di Nero Lab Italian Food Zone.

Il secondo è Bap Sweet per Nero Lab, all’interno dell’hotel 4 stelle Delta by Marriott a Times Square. Parliamo dell’elegante bistrot al piano terra dell’hotel, che è aperto sia ai clienti della struttura che agli ospiti esterni. Con circa 120 coperti e una scenografica veranda esterna, il bistrot offre colazioni e brunch in perfetto stile Bap, con tutte le specialità che hanno reso il locale romano un punto di riferimento.

Bap Sweet per Nero Lab (immagine concessa)

In carta: croissant in vari gusti, l’iconico fiocco, pain suisse, cruffin nuts, girella choco, bagel con varie farciture, pain au chocolat, danese alla frutta, ciabatta homemade con ham and cheese e altre proposte. Il tutto sempre abbinato alla parte di caffetteria specialty.

 “In questa prima fase di avvio dei nuovi locali, a New York ci sono Marianna e Matteo, che hanno gestito direttamente il kick off delle attività. E a breve ci daremo il cambio. Siamo molto attenti a supervisionare tutto in prima persona, sempre per garantire gli standard elevati del brand Bap”, conclude Giulia Mauceri.