giovedì 04 Dicembre 2025
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E-commerce: 7 siti su 10 sarebbero irregolari, le regole da rispettare

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e-commerce online
E-commerce (immagine: Pixabay)

MILANO – Nel 2022 le vendite online sono cresciute del 20% rispetto all’anno precedente. Vendere online però, non è esente da una serie di regole da dover osservare per tutelare i consumatori e i loro dati personali. Però, le aziende e i negozi di e-commerce che lavorano in Italia, rispettano realmente le leggi sull’e-commerce?

A rispondere a questa domanda, una ricerca svolta dallo studio Legal for Digital, che ha analizzato 50 e-commerce appartenenti a società italiane. I dati però non sono per nulla confortanti: 36 aziende e-commerce non rispettano le normative italiane ed europee per la vendita online.

Solo 14 aziende su 50 rispettano le leggi sull’e-commerce

La ricerca è stata svolta analizzando 50 e-commerce che operano in mercati differenti (shop online di abbigliamento di lusso e casual; e-shop di elettronica; piattaforme di corsi di formazione; etc.).

Durante l’analisi gli esperti di Legal for Digital, come Alessandro Vercellotti (avvocato del digitale), hanno verificato se le diverse piattaforme di e-commerce rispettavano: il trattamento dati personali (GDPR), il Codice del commercio elettronico (la norma cardine per la vendita online), il Codice del consumo (valido per gli shop B2C).

Sulla base di queste analisi solo 3 siti di aziende italiane su 10 rispettano tutte le normative legali in vigore per gli e-commerce, con termini e condizioni di vendita completi che tengano conto di tutti i diritti del consumatore, un flusso di trattamento dati personali in linea con quanto richiesto dal GDPR ossia dalla Normativa Privacy Europea.

Le criticità più rilevanti nel mondo dell’e-commerce in Italia

Analizzando i diversi siti di e-commerce in Italia si sono evidenziate alcune criticità, spesso comuni tra le diverse piattaforme. Per essere più precisi prendiamo ad esempio, l’analisi di un e-commerce: uno shop online di elettronica.

Prendendo ad esempio un e-shop di elettronica di un’azienda italiana è possibile vedere come: dopo aver inserito il prodotto nel carrello, ad esempio un’aspirapolvere, provando e acquistando lo stesso prodotto senza registrarsi alla piattaforma vengono chiesti in modo corretto i dati personali per accedere alla spedizione.

Allora dov’è che sorge il problema? Al momento dell’inserimento dati: nome, cognome, indirizzo di spedizione, e-mail, numero di telefono, sono tutti raccolti senza che venga richiesto il consenso al trattamento dati, ne venga segnalato in che modo saranno trattati, entrambe azioni necessarie a livello di rispetto della privacy.

inserimento dati
L’inserimento dei dati (immagine concessa)

Il GDPR richiede alle aziende una corretta gestione delle informazioni e prevede che l’utente sia informato sull’uso e anche sul modo in cui saranno conservati i propri dati personali.

Per assolvere a questo obbligo in genere ci sono delle check box da spuntare con frasi del tipo “acconsento al trattamento dei miei dati personali come indicato della privacy policy”, ma in questo sito; invece, era presente solo il pulsante “continua”.

pagamento
Il pagamento (immagine concessa)

Nella schermata successiva emerge il fatto che i dati personali sono stati effettivamente salvati dalla piattaforma che infatti li ripropone all’utente per la verifica, prima di condurlo sulla pagina del pagamento.

La normativa privacy europea prevede che già la raccolta di un dato personale senza l’eventuale successivo utilizzo sia comunque un trattamento legalmente rilevante che necessita di un consenso dell’utente.

La volontà sul conferimento di questi dati da parte dell’utente deve essere un’azione affermativa, come con la spunta sulla check box di cui si parlava prima, e il consenso deve essere preventivo e informato; quindi, l’utente deve sapere in anticipo come verranno utilizzati i suoi dati e per quali finalità.

Questo è solo un esempio di e-commerce da rivedere a livello legale ma tra i 50 siti italiani sono stati trovati siti errori per non dire “orrori legali” quali: Termini e Condizioni di Vendita senza diritto di reso che invece è obbligatorio per i consumatori, oppure, trattamenti dati personali fermi ancora all’ex Decreto Legislativo 196/2003, peccato che dal 25 maggio 2018 ci sia il GDPR.

Inoltre, non bisogna dimenticare che pochi giorni fa è diventata legge anche in Italia, dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri, la Direttiva Omnibus europea su sconti e recensioni che rivoluzionerà la vendita online. Quando si adegueranno le aziende italiane a questa novità legislativa se ancora oggi ci sono ancora tanti problemi?

E-commerce: non solo criticità. Alcuni rispettano le regole al meglio

Va detto che al contrario ci sono e-commerce che garantiscono un alto grado di rispetto delle normative, da andare oltre le stesse, con azioni pensate per riuscire a tutelare al meglio l’utente durante il processo di acquisto.

Ad esempio, un’azienda che vende abbigliamento di lusso, presenta un e-commerce in regola e con accorgimenti anche al di sopra delle leggi imposte dall’Europa e dall’Italia.

indirizzo email
(immagine concessa)

Su questo e-commerce nella prima fase del check-out dell’e-commerce l’utente viene informato non solo del trattamento dati, ma anche delle azioni di marketing che vengono attivate. Ad esempio, informa l’utente che nel caso in cui non si completi l’ordine si riceverà un’e-mail per recuperare il carrello abbandonato.

Dare informazioni chiare e precise in questo modo, fin da subito, è sinonimo di trasparenza e invoglia l’utente più informato sui suoi diritti ad affidare senza preoccupazioni i suoi dati personali allo shop online.

Come possono adeguarsi alle normative gli e-commerce Italiani?

Tra Gdpr, Codice del consumo, Codice del commercio elettronico, Direttiva Omnibus, la vendita online è diventata un’attività legalmente complessa per qualsiasi azienda italiana.

La soluzione può essere solo un’ottima preparazione sul diritto del digitale, non solo dei legali interni, ma anche di chi lavora in ambito marketing per garantire una corretta tutela dei clienti ed evitare pesanti sanzioni che possono arrivare fino al 4% del fatturato aziendale.

Avere un sito rispettoso delle regole e direttive in materia, aiuta anche a fidelizzare gli utenti e migliorare la loro esperienza d’acquisto. Infatti, oggi l’utente medio è sempre più informato dei suoi diritti e spesso nota anche minimi errori legali, segnalandoli all’autorità competente.

Dunque, sia per l’immagine della propria azienda sia per evitare pesanti sanzioni è sempre più importante oggigiorno per gli e-commerce tutelarsi e tutelare gli utenti che fanno acquisti online raggiungendo alti traguardi di sicurezza e rispetto dei diritti del consumatore.

 

Gelato artigianale, fatturato in Europa di 9,8 miliardi e l’Italia raggiunge 2,7 miliardi

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Una varietà di gelati (immagine: Pixabay)

E’ di 9,8 miliardi il fatturato in Europa del gelato artigianale. I punti vendita sono 65mila, gli addetti 300mila. In Italia il fatturato totale è di 2,7 miliardi e un 20% dei consumi è movimentato dai turisti stranieri. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale dell’Ansa.

Il gelato artigianale in Europa

MILANO – I dati emergono grazie alla presentazione a Roma della stagione 2023 del gelato artigianale, della 35esima edizione di “Gelato a primavera“, dell’ XI Giornata Europea del Gelato Artigianale del 24 marzo e di tutte le altre iniziative previste.

Gli eventi in programma per il gelato artigianale sono stati presentati da Artglace – Confederazione delle Associazioni dei gelatieri artigiani della Comunità Europea, Associazione italiana gelatieri, Comitato nazionale per la difesa e la diffusione del gelato artigianale e di produzione propria e Comitato gelatieri campani.

Nella giornata di presentazione i rappresentanti della filiera hanno incontrato le Istituzioni, nella conferenza “L’importanza della filiera del gelato artigianale: come favorire il Made in Italy a livello internazionale”.

A dare il via al programma di appuntamenti sarà “Gelato a Primavera”, evento che ogni anno dal 1986 vede per un’intera settimana i gelatieri di tutta Italia offrire un gelato agli alunni delle scuole elementari e materne per promuovere, in una forma semplice, uno dei prodotti di eccellenza del made in Italy.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Macap lancia i macinadosatori MI20 Touch e MI40 Touch con quattro dosi programmabili

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MI20 Touch
MI20 Touch (immagine concessa)

MAERNE DI MARTELLAGO (Venezia) – Progettati in collaborazione con lo studio V12 Design, MI20 Touch e MI40 Touch sono i nuovi arrivati in casa Macap, frutto dell’evoluzione tecnologica di due macinadosatori della linea professionale. Entrambi si caratterizzano per uno stile lineare e compatto, che accoglie un innovativo display Touch Screen da 3,5’’ e un’intuitiva HMI tecnologica sviluppata internamente dal brand.

I macinadosatori Macap

Ancora più tecnologica e semplice da usare, l’interfaccia dei nuovi MI20 Touch e MI40 Touch è caratterizzata da una homepage dinamica con icone facili ed intuitive. Sono tre le modalità di lavoro fra le quali scegliere – Standard, Push & Grind o Barista – con quattro dosi programmabili e funzione Fast Program. Dal display di MI40 Touch inoltre si può anche regolare comodamente la ventola su cinque livelli.

macap
MI40 Touch (immagine concessa)

MI20 Touch ha una capacità di tramoggia di 500 grammi e macine piane da 58 mm mentre quelle di MI40 Touch sono da 65 mm con una capacità di 1,2 kg. Entrambi i modelli sono dotati di un nuovo piattino estraibile e la forcella in metallo con rivestimento antivibrazione per la massima comodità.

La luce led illumina perfettamente le aree di lavoro e una porta USB-C sotto il display rende gli aggiornamenti del software e le personalizzazioni ancora più veloci e semplici.

MI40 Touch è inoltre dotato di una ventola di raffreddamento regolabile e di prese d’aria per aspirazione forzata sul basamento, per evitare il surriscaldamento ed avere il massimo delle performance in ogni momento, senza nessun calo di produzione.

Disponibili con due versioni di regolazione – a scatti o micrometrica – questi macinadosatori sono dei veri campioni di ergonomia e si può scegliere il più adatto ad ogni ambiente fra tre diverse colorazioni classiche – nero, grigio e bianco – anche con finitura cromata.

Confindustria e Nestlé Italia danno il via al programma formativo Next Gen Days

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Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del Gruppo Nestlé in Italia e componente dell’ABIE (immagine concessa)

ASSAGO (Milano) – Al via la prima edizione di “Next Gen Days”, il programma pluriennale promosso dall’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria che mira ad accrescere le competenze professionali e di leadership dei giovani talenti aziendali attraverso giornate di formazione e di networking con i colleghi di altre imprese.

Nell’attuale contesto lavorativo sono infatti sempre di più le aziende che collaborano e condividono competenze per favorire una visione integrata e strategica. Il capitale umano, quindi, per le multinazionali è una leva decisiva per lo sviluppo del business, e per questo ritengono prioritario investire sulla formazione, soprattutto dei più giovani.

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I Next Gen Days (immagine concessa)

“Uno dei temi centrali trattati dall’ABIE è la crescita della competitività dell’Italia. Crescita che passa anche dall’attenzione posta allo sviluppo delle competenze delle risorse umane con riflessi che vanno ben oltre i vantaggi per le aziende stesse”, afferma la vice presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria e presidente dell’Advisory Board Investitori Esteri Barbara Beltrame Giacomello. “Da questa idea nasce il progetto sperimentale Next Gen Days che auspichiamo possa allargare la sua sfera di azione nel tempo, coinvolgendo sempre più imprese e talenti”.

L’investimento nella crescita dei più giovani

“Con i Next Gen Days condividiamo con i giovani talenti delle nostre aziende le best practice e la solida esperienza di grandi realtà internazionali al fine di stimolare il confronto costruttivo con colleghi di altre imprese e accrescere le loro competenze professionali – ha dichiarato Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del Gruppo Nestlé in Italia e componente dell’ABIE – Le imprese della nostra portata hanno la responsabilità di investire nella crescita dei più giovani e la preziosa opportunità di evolvere grazie al loro entusiasmo, alla loro curiosità e alla loro capacità di portare in azienda nuove idee e stimoli per innovare il business”.

Sono 18 le aziende italiane a controllo estero riunite in ABIE che hanno aderito a “Next Gen Days” selezionando due giovani talenti tra i propri dipendenti da coinvolgere nel progetto. Ogni azienda si è, inoltre, impegnata ad ospitare a rotazione le sessioni formative. Per quest’anno sono previsti 4 incontri che si svolgeranno in BASF Italia, Novartis Italia, Gruppo Nestlé in Italia e Kering Italia.

Ogni appuntamento prevede una formazione ad hoc su quattro macroaree ritenute fondamentali per affermarsi nell’odierno contesto lavorativo: manufacturing, leadership, sustainability e business management. Durante ogni sessione sono previsti momenti di networking e di confronto informale fra colleghi, utili a stimolare lo scambio di esperienze e best practice.

I talenti coinvolti nel progetto avranno la possibilità di sviluppare le loro competenze direttamente sul campo, con l’obiettivo di declinarle e implementarle.

Allo stesso modo avranno l’opportunità di scoprire e sperimentare ambienti di lavoro in settori differenti, con colleghi esperti in funzioni diverse dalle proprie.

Le 18 aziende coinvolte sono: ABB Italia, Accenture, Cogne Acciai Speciali S.p.A., Basf Italia, Avf Gruppo Beltrame, Gruppo Hitachi, Kering Italia, Gruppo Nestlé in Italia, Novartis Farma S.p.A., Birra Peroni s.r.l., Philip Morris Italia, Procter&Gamble, Sanofi Italia, Siemens Spa, STMicroelectronics S.r.l, Titagarh Firema S.p.A., Toyota Material Handling Italia, Volkswagen Group Italia S.p.A.

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.

Nel 2023 Nestlé celebra 110 di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite  e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet,  Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

Per scoprire di più basta cliccare qui.

Nespresso ricerca nuovi addetti vendita nello store a Firenze

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nespresso Eric Favre capsule
Logo Nespresso

FIRENZE – Nespresso è alla ricerca di nuovi addetti vendita all’interno dello store situato al centro di Firenze. La persona parte che diventerà parte del team assumerà il nome di Coffee Specialist, figura che si occuperà di accogliere i clienti e aiutarlo a scegliere tra le miscele, gli accessori e le macchine migliori del negozio.

Il candidato perfetto per Nespresso rispecchia queste qualità:

  • Ama relazionarsi con le persone
  • Possiede una spiccata curiosità
  • Si definisce goal oriented

Se si è maturata giù un’esperienza nel Retail si potrà condividere il punto di vista di chi ha avuto competenze in altri contesti; se invece è la prima volta nel reparto vendite, si imparerà tutto quello che è importante sapere su questo mondo grazie al supporto di manager, colleghi, colleghe e del Training Team. Per maggiori informazioni sul lavoro basta consultare l’annuncio dell’azienda Nespresso su Linkedin cliccando qui.

International Coffee Tasting: parte l’edizione 2023 del concorso

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Il logo dell'International Coffee Tasting 2023 (immagine concessa)

MILANO – International Coffee Tasting 2023, il concorso tra caffè dell’Istituto internazionale assaggiatori caffè (Iiac), torna con la sua quindicesima edizione. Sono infatti già aperte le iscrizioni per le due sessioni previste quest’anno: una in estate a partire dal 15 giugno e una in autunno a partire dal 15 settembre.

Il ritorno di International Coffee Tasting

“L’edizione 2022 del concorso è stata la più grande di sempre, con quasi 400 i caffè da diversi paesi del mondo valutati dalle nostre commissioni di assaggiatori – ha commentato Luigi Odello, presidente Iiac – Puntiamo a mantenere International Coffee Tasting come il concorso in cui l’applicazione dell’analisi sensoriale è la più rigorosa e a rendere la competizione la più selettiva al mondo”.

International Coffee Tasting è l’unico concorso che calcola il punteggio solamente su caratteristiche misurabili e controllabili del caffè, per una visione completamente oggettiva, secondo i precetti più stringenti dell’analisi sensoriale. Inoltre, la formula per il calcolo del punteggio è pubblicata e disponibile sul sito del concorso stesso.

Le iscrizioni sono già aperte qui

L’Istituto internazionale assaggiatori caffè (Iiac)

L’Istituto internazionale assaggiatori caffè (Iiac) è un’associazione senza fini di lucro che vive delle sole quote sociali. È stato fondato nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto e diffondere un metodo scientifico per l’assaggio del caffè.

Dalla sua fondazione l’Istituto ha svolto centinaia di corsi ai quali hanno partecipato 13.000 allievi da più di 40 paesi nel mondo. Il manuale Espresso Italiano Tasting, edito in italiano e in inglese, è stato tradotto in spagnolo, portoghese, tedesco, francese, russo, giapponese, cinese, coreano e tailandese.

L’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac) è dotato di un importante comitato scientifico che pianifica la ricerca per garantire l’innovazione del settore: ne fanno parte docenti universitari, tecnici e professionisti. Ha inoltre filiali dirette in Cina, Corea e Giappone. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

RiVending: campagna di sensibilizzazione all’economia circolare per la Giornata mondiale del riciclo, 18/03

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La campagna Rivending (immagine concessa)

MILANO – RiVending, il progetto italiano che dà nuova vita a bicchierini del caffè, bottiglie di acqua minerale e bibite in plastica dei distributori automatici, dal 18 marzo, Giornata mondiale del riciclo, sarà protagonista della campagna di sensibilizzazione “Se son di plastica, Rifioriranno”.

Il concetto di Rifioritura è alla base di questa campagna, che vuole essere simbolica ed evocativa volta a raccontare il processo di riciclo della plastica realizzato attraverso RiVending.

Il progetto RiVending

L’obiettivo è quello di stimolare nel consumatore l’interesse per il riciclo e per l’economia circolare, proprio a partire dai materiali plastici utilizzati nei distributori automatici, a cui tutti siamo chiamati a contribuire anche col progetto RiVending. Ad oggi, grazie al progetto promosso da Confida, Corepla e Unionplast sono stati già installati in aziende, scuole, università e uffici pubblici, in tutta Italia, oltre 13 mila cestini che raccolgono e riciclano la plastica dei distributori automatici consentendo un risparmio di oltre 1.000 tonnellate di CO2 all’anno.

Il progetto RiVending, nato nel 2019, ha l’intento di creare un ciclo virtuoso di recupero e riciclo degli imballaggi in plastica dei distributori automatici con due diversi contenitori: il primo concepito per favorire l’impilamento di bicchieri e palette riducendone il volume di oltre il 150% e garantendone così una raccolta più efficiente; il secondo che raccoglie invece le bottigliette in plastica di acqua minerale e bibite.

È un programma “a ciclo chiuso” dove la plastica viene interamente riciclata e reintrodotta nel circolo produttivo per nuove forniture, di imballaggi e prodotti, riducendo così le emissioni di CO2.

La campagna ideata da Agenzia YES! S.p.A. si rivolge a 39 milioni di lavoratori e studenti italiani, attraverso un media plan digitale e innovativo: canali social, TikTokers, Google Display, attività di proximity tramite mobile ADV presso luoghi transito e università, audio advertising su piattaforme di streaming musicale, campagne OOH (Out of Home), sia offline che Digital.

“Questa campagna – spiega Ernesto Piloni, presidente di Venditalia Servizi che gestisce il progetto – rappresenta appieno il concetto di Ri-Vending: la plastica di bicchierini e palette che viene raccolta in appositi cestini e poi riciclata “rifiorisce” in tantissimi altri prodotti. RiVending è nato infatti per proteggere il nostro pianeta e le generazioni future perché la sostenibilità ambientale è un tema di vitale importanza, e occorre perciò renderlo parte della quotidianità durante la pausa caffè. Il settore del vending, con i suoi 820 mila distributori automatici, è infatti uno dei principali punti di consumo di caffè in Italia e il progetto RiVending può renderlo totalmente sostenibile”.

Vending: a Ischia un’ordinanza del sindaco vieta in alcune zone l’installazione delle macchinette

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vending machine rimini distributori avellino terni pieve
Una vending machine (immagine: Pixabay)

La recente disposizione vieta in diverse zone l’installazione degli apparecchi per la vendita di prodotti alimentari e non a Ischia. Il sindaco del comune, Enzo Fernandino, lancia l’iniziativa volta a tutelare il decoro e le caratteristiche ambientali e architettoniche del centro e di altre aree di interesse, ma anche a prevenire problemi di ordine pubblico. Sull’intero territorio divieto nelle ore notturne: i distributori potranno funzionare esclusivamente dalle 7.00 alle 21.00. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Il Dispari.

Il divieto dell’installazione delle vending machine

ISCHIA- Da Enzo Ferrandino arriva un giro di vite alla installazione di distributori automatici per la vendita di prodotti alimentari e non (con un occhio di riguardo agli alcolici). Una iniziativa volta a tutelare il decoro e le caratteristiche storiche ed ambientali delle zone del centro o di altre aree di particolare interesse, ma anche ad evitare problemi di ordine pubblico, in particolare nelle ore notturne.

L’ordinanza sindacale di Ferrandino che detta nuove “disposizioni in ordine agli esercizi di vendita di prodotti al dettaglio mediante apparecchi automatici”, richiama la normativa in materia, che prevede espressamente:

“Al fine di assicurare un corretto sviluppo del settore, i comuni, limitatamente alle zone del territorio da sottoporre a tutela, adottano provvedimenti di programmazione delle aperture degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico di cui al comma 1, ferma restando l’esigenza di garantire sia l’interesse della collettività inteso come fruizione di un servizio adeguato sia quello dell’imprenditore al libero esercizio dell’attività”.

“Tale programmazione può prevedere, sulla base di parametri oggettivi e indici di qualità del servizio, divieti o limitazioni all’apertura di nuove strutture limitatamente ai casi in cui ragioni non altrimenti risolvibili di sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità rendano impossibile consentire ulteriori flussi di pubblico nella zona senza incidere in modo gravemente negativo sui meccanismi di controllo in particolare per il consumo di alcolici, e senza ledere il diritto dei residenti alla vivibilità del territorio e alla normale mobilità”.

“In ogni caso, resta ferma la finalità di tutela e salvaguardia delle zone di pregio artistico, storico, architettonico e ambientale e sono vietati criteri legati alla verifica di natura economica o fondati sulla prova dell’esistenza di un bisogno economico o sulla prova di una domanda di mercato, quali entità delle vendite di alimenti e bevande e presenza di altri esercizi di somministrazione”.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Sigep: ora è possibile rivedere gli eventi e i talk della Fiera on demand

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Rimoni: a Vision Plaza Il convegno su cultura del caffè sostenibilità e digitalizzazione della filiera @coffeeandlucas @myMediaStudio comunicaffè
Sigep 2022: a Vision Plaza il convegno su sostenibilità e digitalizzazione della filiera. @coffeeandlucas @myMediaStudio

RIMINI – La 44esima edizione del Salone Internazionale di gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè, organizzato da IEG – Italian Exhibition Group insieme alla triennale ABTech, ha prodotto cinque giornate (dal 21 al 25 gennaio) all’insegna della concretezza, dell’incontro dei saperi e dell’alta formazione.

Sigen on demand

Per chiunque non abbia avuto la possibilità di partecipare all’edizione 2023 di Sigep & AB Tech Expo o abbia perso un talk che suscitava interesse, ora ha la possibilità di rivivere la Fiera. Come?

È davvero molto semplice: accedendo alla piattaforma digitale TEO – The Eating Out Hub e rivedere on demand i contenuti che si preferiscono tra talk (qui per il seminario Comunicaffè), competizioni, demo, showcooking e tanto altro. Una volta scelto il contenuto, basterà solo cliccare sul tasto play.

Per accedere ai contenuti basta cliccare qui

Fiera Milano diventa secondo azionista di Fiere di Parma dopo Crédit Agricole Italia

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Il logo di Fiera Milano

Fiera Milano è diventata il secondo azionista privato di Fiere di Parma con una quota del 18,5% dopo Crédit Agricole Italia, che detiene il 26,44%. Insieme a Unione Parmense degli Industriali,  al 6,88%, si consolida un accordo tra i soci privati che hanno guidato la società negli ultimi 14 anni. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Elena Dal Maso pubblicata su Milano Finanza.

Fiera Milano è il secondo azionista privato di Fiere di Parma

MILANO – Fiera Milano è diventata, mercoledì 15 marzo, il secondo azionista privato di Fiere di Parma con una quota del 18,5% dopo Crédit Agricole Italia, che detiene il 26,44%. Insieme a Unione Parmense degli Industriali, al 6,88%, si consolida un accordo tra i soci privati che hanno guidato la società negli ultimi 14 anni.

Fiere di Parma ora gestirà entrambe le manifestazioni con il partner storico di Cibus, Federalimentare. I soci pubblici, ovvero Comune e Provincia con il 15,97% ciascuno e Regione Emilia-Romagna (che detiene il 4,15%) ampliano il loro patto alla Camera di Commercio (che detiene il 9,78%).

Un’operazione sollecitata dal ministero degli Affari Esteri, dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, dal ministero della Agricoltura e dall’agenzia Ice.

L’azione combinata delle due fiere leader in Italia può creare un campione in grado di competere a livello europeo, specializzando le due manifestazioni, Cibus Parma e Tuttofood Milano, spiega il Crédit Agricole.

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