giovedì 04 Dicembre 2025
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Percassi alla ricerca di stagisti nel marketing Starbucks a Bergamo

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Il logo di Starbucks

BERGAMO – Percassi, il gruppo italiano dietro Starbucks e altri grandi marchi, è alla ricerca di nuovi stagisti nell’area marketing per la nota catena di caffetterie americana a Bergamo. La risorsa, inserita all’interno del dipartimento, parteciperà alle attività legate allo sviluppo del piano marketing per Starbucks Italia.

Nello specifico, le attività includeranno:

  • Pianificazione e cura del piano editoriale sui social network
  • Gestione della community e risposte a commenti e messaggi
  • Analisi dei dati, monitoraggio e reportistica
  • Gestione ed ottimizzazione di progetti di comunicazione online (blog, app, video story, digital PR, ed altri)
  • Supporto ai progetti di marketing e comunicazione
  • Redazione di testi e relativa pubblicazione attraverso i Social Media

Il candidato ideale di Percassi presenta le seguenti caratteristiche:

  • Laurea/Master in marketing, digital marketing, comunicazione
  • Passione per l’ambito della Comunicazione digitale
  • Buone capacità relazionali, in particolare nel contesto online
  • Ottima conoscenza della lingua inglese
  • Ottima conoscenza del pacchetto Office, in particolare Power Point ed Excel
  • La conoscenza dei principi di scrittura in ottica seo rappresenta un plus

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Franco Pavero, spento a 90 anni il fondatore Sellmat di Prato Sesia

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franco pavero
Franco Pavero (immagine presa dal sito Novara Today)

Addio all’imprenditore novarese Franco Pavero. Il fondatore della Sellmat di Prato Sesia aveva fondato la realtà nel 1963 insieme al socio Adriano Foglia. L’azienda è diventata con il tempo uno dei leader nel settore nel campo della distribuzione automatica. Leggiamo di seguito la triste notizia pubblicata su Novara Today.

Lutto nel mondo dell’industria novarese

L’imprenditore, 90 anni, aveva fondato nel 1963 la Sellmat insieme al socio Adriano Foglia. Da allora l’azienda, che produce distributori automatici di bevande e alimenti, è cresciuta fino a diventare uno dei leader del settore in Italia, con oltre 1200 dipendenti.

“Il grande vuoto che Franco Pavero ha lasciato non ci impedirà di proseguire la strada che lui, insieme ad Adriano Foglia, ha tracciato a partire dal 1963, dando vita alla distribuzione automatica in Italia – scrive la Sellmat -. Tutti noi lo ringraziamo per gli insegnamenti e l’ironia che con passione ha trasmesso ogni giorno a tutti quelli che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui”.

Didiesse per la sostenibilità: dalla cialda che diventa compost alla macchina in plastica riciclata

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didiesse espresso riciclo
Il riciclo dei fondi di caffè (immagine concessa)

CAIVANO (Napoli) – Ridurre, riutilizzare, riciclare: un’azione combinata di gesti che possono fare la differenza, a partire dal quotidiano. Da queste ispirazioni Didiesse, azienda napoletana specializzata nella produzione di macchine espresso a cialde, continua il suo impegno grazie al lavoro del comparto di ricerca&sviluppo interno, nell’ambito della sostenibilità ambientale e punta per le proprie macchine espresso, su materiali riciclati e riciclabili.

L’impegno di Didiesse per l’ambiente

Infatti parte dei componenti in plastica dell’ultima macchina lanciata sul mercato Baby Frog sono prodotti da scarti post-industriali e/o rifiuti post-consumo. Tutti i materiali di seconda vita rispondono infatti a requisiti CSI, polo di riferimento europeo per la verifica e la certificazione della conformità di materiali, prodotti, impianti e imprese.

Inoltre, l’azienda dispone di packaging sostenibili, certificati FSC (che identifica i prodotti derivati da foreste gestite in modo corretto e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici), stampati con inchiostri ecologici a base acqua. Le buste da imballaggio, utilizzate per proteggere i prodotti nella confezione, sono anch’esse 100% riciclabili e provenienti da scarti di produzione.

Sempre nell’ambito del riciclo, la cialda al termine del suo ciclo vitale può trasformarsi in qualcosa di davvero prezioso.

A parte la qualità del caffè erogato, l’economicità del sistema, è soprattutto il lato ecologico della cialda che ha spinto Didiesse ha puntare sin dall’inizio su questo sistema del caffè porzionato, una vera sfida controcorrente ai tempi.

Infatti l’azienda produce esclusivamente macchine espresso a cialde, un formato che può essere smaltito interamente nell’umido e avviato così al compostaggio industriale, un modo naturale per riciclare i propri rifiuti organici, oppure per il compostaggio domestico. I fondi di caffè e la carta filtro hanno un’alta biodegradabilità e quindi idonei alla produzione di concime naturale.

Il compostaggio imita, riproducendo in forma controllata e accelerata, i processi che avvengono in natura a carico degli scarti organici, restituendo la sostanza organica al terreno e ai cicli biologici dell’ambiente. Nello specifico i fondi di caffè sono ricchi di azoto e magnesio perciò possono essere utilizzati come concime liquido ed annaffiare le piante.

Nasce Tuttocapsule Training Center, primo centro di formazione in Italia sul single serve

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tuttocapsule
Tuttocapsule Training Center (immagine concessa)

SETTIMO TORINESE (Torino) – Lunedì 13 marzo è una data storica per Tuttocapsule. Nella sede di via De Francisco 135/1 a Settimo Torinese si è tenuto il primo “corso introduttivo al caffè ed al monoporzionato”: un immaginario viaggio nel mondo del caffè, dalle lontane origini fino ai giorni nostri, dai pastori nomadi dell’Etiopia all’amata tazzina di espresso.

Tuttocapsule Training Center

Un’intera giornata dedicata alla formazione interna, che di fatto sancisce il debutto ufficiale del Tuttocapsule Training Center, il primo centro di formazione in Italia dedicato alla capsule e alla loro storia, che seguirà la formazione sia interna che esterna del franchising Tuttocapsule per quanto riguarda il personale dei punti vendita italiani ed esteri.

All’interno di un’aula allestita appositamente per ricreare un’immersione in una piantagione di caffè, i partecipanti hanno ricevuto inizialmente un’infarinatura generale sul caffè e sulla botanica. Nella seconda parte del corso sono stati approfonditi i temi dell’estrazione e della preparazione del caffè con i vari sistemi; infine, sono state smontate le macchine da caffè per studiare il loro funzionamento.

tuttocapsule
Il Training Center di Tuttocapsule (immagine concessa)

Dove e quando sono nate le capsule? Chi le ha inventate? Come sono nati i sistemi che conosciamo oggi? Quali le differenze tra le varie capsule e macchine? Le risposte a queste e a tante altre domande si possono conoscere solo nel Tuttocapsule Training Center, diverso e innovativo rispetto a quelli già esistenti.

tuttocapsule
Il Training Center (immagine concessa)

L’obiettivo principale del TTC Training Center è sviluppare ulteriormente le competenze degli addetti nei punti vendita attraverso un percorso formativo: imparare nuove nozioni guidati da un team di esperti è un’occasione imperdibile. Dietro le quinte del Tuttocapsule Training Center c’è infatti il lavoro certosino di Carlotta Ozino Caligaris, export manager TTC con un passato nel campo della formazione di aziende leader del Food & Beverage, e Gianlorenzo Dardo, socio di Tuttocapsule e fondatore del Training Center Lavazza.

tuttocapsule
Il Training Center (immagine concessa)

Sapere, crescere e innovare permettendo anche ai meno esperti di apprendere, sono questi i cardini su cui progettare il nuovo sviluppo di Tuttocapsule, catena che da sempre punta con forza sulla formazione come elemento strategico e differenziante, oltre che risorsa commerciale e strumento per aumentare le competenze e la partecipazione di tutti.

Caffè, tè e cioccolata: ecco gli alimenti e le bevande che rendono più felici per Uber Eats

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uber eats
Il logo Uber Eats

MILANO – Lunedì 20 marzo in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale della felicità, quale argomento migliore per farlo se non quello dell’alimentazione. Per l’occasione Uber Eats ha interpellato la dottoressa Martina Donegani, biologa nutrizionista, esplorando tra le tante tipologie di cibo, incluso il mondo del food delivery, quali fossero quelle che impattano al meglio sul nostro umore.

La ricerca Uber Eats

“Il cibo influisce anche sul nostro umore: in molti alimenti sono presenti sostanze che agiscono sui neurotrasmettitori che veicolano le informazioni fra le cellule del sistema nervoso come la serotonina, la noradrenalina e la dopamina” spiega Martina Donegani. La serotonina in particolare favorisce la serenità e il benessere e per produrla come detto il nostro organismo utilizza il triptofano, suo precursore. Ecco allora che frutta a guscio (soprattutto in mandorle e arachidi), tuorlo d’uovo, carni di pollo e tacchino, pesce azzurro e formaggi possono essere considerati degli happy food”in grado di sostenere il nostro umore.

Oltre al triptofano, ci sono poi altre sostanze capaci di influenzare più o meno direttamente il nostro umore:

  • La caffeina e la teobromina di tè, caffè e cioccolata svolgono un’azione eccitante

  • Gli acidi grassi omega 3 migliorano la composizione delle cellule nervose, rendendole capaci di catturare più facilmente la serotonina in circolo e sono presenti nel pesce azzurro e nei semi di chia e di lino

  • L’acido folico contribuisce ad alzare i livelli di serotonina e ne sono ricchi i legumi e le verdure a foglia verde

Il magnesio migliora la resistenza allo stress ed è presente nei legumi secchi, abbondante nei cereali integrali, nei vegetali a foglia verde, nel cioccolato e nelle carni bianche.

Anche il sonno rende felici: il decalogo da seguire a tavola

Per la Giornata mondiale del sonno, Uber Eats ha stilato in collaborazione con la dottoressa Martina Donegani, esperta biologa nutrizionista, un decalogo dedicato al rapporto tra cibo e questo importante momento della giornata, anzi della notte. Non fa eccezione il food delivery: che si cucini a casa o si scelga un cibo pronto da farsi consegnare a domicilio, l’importanza della scelta giusta è cruciale per dormire bene.

Quasi un italiano su tre dorme un numero insufficiente di ore e uno su sette si dichiara insoddisfatto della qualità del proprio sonno. Insomma, i disturbi del sonno secondo un recente studio pubblicato sull’autorevole rivista Scientific Reports da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sono in crescita.

Eppure è risaputo che dormire un sonno di qualità è fondamentale per migliorare la qualità della vita, ecco perché è bene ricordare che anche ciò che mangiamo influisce sul sonno.

Quando alla sera passiamo dalla veglia al sonno, infatti, il cervello comincia a convertire un particolare neurotrasmettitore chiamato serotonina (l’ormone del buonumore) in un altro ormone essenziale per dormire bene, la melatonina.

L’organismo è abituato a produrre la serotonina secondo dei ritmi regolari, e per fabbricarla utilizza le sostanze che prende dagli alimenti. “Non tutto ciò che mangiamo contiene però i mattoni utili per produrre la serotonina”, spiega la dottoressa Donegani, “così un primo motivo alimentare di insonnia può essere proprio nella mancanza di ‘materia prima’, cioè degli alimenti giusti per trasformarsi in questa preziosa sostanza. Non solo, anche la composizione dei pasti e il timing con cui vengono fatti può influire sulla qualità del sonno”.

Ecco allora un decalogo con i consigli da seguire a tavola, i cibi da preferire e quelli da evitare per un sonno rigenerante, che si tratti di prepararsi il cibo da sé oppure di ordinare dei piatti attraverso i servizi di food delivery.

1) Fare un pasto leggero la sera che non affatichi la digestione. La cena dovrebbe fornire circa il 35% delle kcal giornaliere con il giusto mix di carboidrati (pane, riso, pasta, patate), fibre (verdura) e proteine, e un uso non eccessivo di grassi: studi dimostrano che pasti troppo ricchi di grassi tendono a peggiorare la qualità del sonno, probabilmente perché affaticano troppo la digestione

2) Lasciare trascorrere almeno due-tre ore dopo la cena prima di coricarsi, per evitare che il lavoro digestivo possa disturbare il sonno.

3) Non saltare la prima colazione della mattina (deve fornire circa il 20% delle kcal giornaliere) perché detta i ritmi di tutta la giornata alimentare: deve essere giustamente abbondante, in modo da dare l’energia e la sostanza che serve per compensare il digiuno notturno e affrontare nel migliore dei modi il nuovo giorno.

4) Mantenere sempre ben idratato l’organismo, perché durante la notte si ha comunque un’azione traspirante che comporta una perdita d’acqua: se ci si addormenta non perfettamente idratati si rischia che il centro della sete mandi dei segnali durante la notte disturbando il sonno.

5) Scegliere cibi ricchi di triptofano, aminoacido precursore della serotonina e della melatonina, ormone coinvolto nel meccanismo sonno/veglia. Uova e formaggi sono gli alimenti più ricchi di triptofano, seguono poi le carni (tacchino, pollo, coniglio, vitello, agnello), i legumi (in particolare quelli secchi), la frutta oleosa (noci e nocciole), i pesci di mare, i cereali integrali (più di quelli raffinati), e alcuni ortaggi (indivia, patate, spinaci, cavolfiori, asparagi, bietole, lattuga).

6) Garantire un buon apporto di vitamina B1 e B6, che hanno anche loro un ruolo nella sintesi ormonale della serotonina. Tra i cibi che le contengono troviamo i cereali, i legumi, le uova, la carne, il pesce.

7) Consumare alimenti ricchi di calcio la sera. Hanno un blando effetto calmante, ecco allora che i latticini, ricchi sia di triptofano che di calcio, possono davvero essere considerati degli alleati contro l’insonnia e una tazza tiepida di latte alla sera può rivelarsi un valido aiuto.

8) Consumare a cena anche una porzione di pane o cereali, meglio se integrali: sono ricchi di amido, carboidrato complesso che grazie allo stimolo dell’insulina favorisce la disponibilità del triptofano

9) Evitare il consumo di sostanze eccitanti nella seconda parte della giornata: va evitata la caffeina, che si trova nel caffè, nel tè, nella cioccolata e anche nelle cole.

10) Non abusare con il consumo di alcol: oltre che dannoso per la salute, è vero che può indurre inizialmente sonnolenza, ma può poi capitare che ci si svegli durante la notte e non si riesca più a prendere sonno. Anche in questo, caso, dunque, se si vuole consumare dosi moderatissime.

La scheda sintetica di Uber Eats

Uber Eats fornisce accesso istantaneo al commercio locale e consente alle persone di cercare e scoprire i ristoranti della propria città, ordinare con un click e ricevere cibo o altro a casa in modo veloce ed affidabile. Uber Eats collabora con circa 850 mila commercianti in oltre 6 mila città in tutto il mondo, mantenendo i tempi di consegna al di sotto dei 30 minuti. In Italia è presente in circa 70 città, per un totale di oltre 400 comuni.

NKG Bero Italia, porte aperte su tutte le origini importate dai varî Paesi del Centro America

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uberto marchesi nkg
Uberto Marchesi,

GENOVA – Dell’intensa prima giornata di Porte aperte organizzata da NKG Bero Italia, riservata ai torrefattori italiani, abbiamo già riferito qui per raccontare di che cosa Federico Amicarelli, specialista di caffè sdoganati, ha detto sulla situazione attuale del caffè fornendo un mare di cifre e dati.

Il programma dell’evento organizzato dalla società genovese prevede l’approfondimento delle tematiche relative a diversi paesi caffeicoli

Nel mese di febbraio il focus era incentrato sull’Africa con Uberto Marchesi (responsabile dell’origine) che, durante l’incontro con i torrefattori presenti, aveva analizzato ed esposto tutti gli aspetti legati ai caffè del continente africano.

E da adesso, ogni mese un nuovo appuntamento affronterà i focus relativi alle altre zone di produzione lungo la fascia tra i due Tropici.

Donato Pensa, in questa occasione, si è concentrato sul Centro America, zona della quale è responsabile, introducendo e gestendo, prima della fine dei lavori, il collegamento con il centro di produzione NKG di Becamo in Honduras.

donato pensa
Donato Pensa, trader e responsabile origine (immagine concessa)

Nell’occasione del secondo incontro, cui ne seguiranno altri, Pensa ha introdotto gli addetti ai lavori nel capitolo Centro America con una valanga di informazioni. Tabelle ed elaborazioni con grafici per mostrare l’andamento della produzione di ciascun Paese e la quota di caffè esportato in Italia.

Il viaggio tra le tabelle parte dal Costa Rica

Il caffè spiegato in dettaglio è quello che NKG Bero importa dal caricatore Ceca. Stiamo parlando dell’SHB San Rafael RZ Tarrazù, dal nome delle maestose montagna sud di San Josè: una delle regioni più famose del mondo del caffè. I cupper internazionali, ma avremo modo di assaggiarlo, hanno riconosciuto questo San Rafael RZ Tarrazù come il miglior caffè di questa regione iconica.

Sempre dal Costa Rica arriva il caffè Hacienda San Anselmo. Sempre caricato da Ceca, esportatore e società del Gruppo Neumann, questo caffè proviene dalla Regione di Turrialba che è circondata da maestosi vulcani, ha un’eredità aborigena e siti archeologici. “Il suolo ricco e le precipitazioni elevate – spiega Pensa -, siamo ad una quota tra i 1.000 e i 1.400 metri, permettono una fioritura precoce e diffusa”.

Si passa poi all’esame della produzione dell’Honduras e alla descrizione del primo caffè, l’SHG La Flor

Si tratta di un prodotto che arriva da regioni con una lunga tradizione caffeicola come Comayagua, Lempira, Ocotepeque e Copan. “Questo caffè è selezionato direttamente in origine dai nostri colleghi ed ha un massimo di 12 difetti, non primari – spiega Pensa -. Il periodo di raccolta va da gennaio ad aprile, mentre il prodotto finito viene imbarcato da gennaio a giugno.

Restando in Honduras si passa poi al previsto collegamento video con lo stabilimento di esportazione di Becamo di San Pedro Sula che fa parte di NKG: Pensa gioca in casa. Dall’altra parte del maxischermo Paul Stainvort (trader), Wendy Calix (responsabile del Trading Desk) e Marcela Maria Zelaya Romero (responsabile marketing) che per tutta la durata del collegamento girerà lo sconfinato stabilimento di lavorazione del caffè con una telecamera per farci vedere come si processa la materia prima dopo il raccolto e prima della spedizione.

Ad un certo punto mostra anche l’ingresso dell’impianto con la scritta Becamo e il marchio NKG per eliminare i dubbi di chi pensava che tutto fosse ambientato in uno studio più vicino e non in Honduras

No, le immagini arrivavano proprio dall’Honduras, da dove arriva il caffè Fancy SHG San Andres Especial. San Andres che è un piccolo comune del dipartimento di Lempira situato sul “Pico Congolòn” a circa 1.650 metri sul livello del mare. Il processo del caffè è tradizionale lavato e l’essicatura totalmente al patio per rende il caffè incomparabile per dolcezza e aromaticità. Poi Pensa precisa: “I difetti primari sono al massimo 8 e il crivello è un 16 up. La varietà botanica IHcafe 90, Catuai, Caturra e Lempira”. Il periodo di imbarco? Da febbraio a giugno.

becamo
Lo stabilimento di esportazione
di Becamo di San Pedro Sula (immagine concessa)

L’enorme stabilimento riserva sorprese. Per esempio 12 essicatori verticali perché molto caffè arriva umido. Non però il San Andres che proprio nel logo ha un coltivatore che sparge chicchi sul suo patio.

“In 32 ore di raffreddamento lento – spiega Paul – l’umidità dei chicchi scende dal 45% all’11/12% che è quanto serve per la spedizione oltre mare. Molta attenzione nello stabilimento ai residui di glifosato sul caffè, un erbicida usato dai coltivatori, che gli Stati Uniti ammettono in percentuale maggiore rispetto all’Europa. Se il produttore è certificato biologico i controlli non servirebbero, ma vengono effettuati ugualmente soprattutto per non contaminare partite differenti.”

Paul continua: “E, per evitare l’errore umano nei controlli, si ricorre anche al QR code. Viste all’opera, e in diretta, una crivellatrice che lavora con feritoie di dimensione progressiva e tavole densimetriche che lavorano per gravità. Questo processo seleziona ogni chicco perché i chicchi più leggeri hanno difetti mentre quelli senza imperfezioni sono più densi e pesanti. A parte queste macchine per la verifica dei chicchi, in grado di trattare 5.000 sacchi al giorno, ha suscitato sorpresa in molti lo sterminato tavolo del laboratorio assaggi con 600 tazze pronte ogni giorno per le prove alla brasiliana delle differenti partite”.

Pensa conclude: “Infine, tre caffè messicani tutti caricati dall’esportatore esclusivo NKG Exportadora De Café California. Il primo è un Altura superior SHG Zafiro che è coltivato nella Regione del Chiapas sulla Sierra Madre ad un’altitudine tra i 1.200 e i 1.400 metri.” “È caffè aromatico, corposo, dolce e ben equilibrato della varietà botanica Caturra, Catui e Borbon/Tipica, lavato, raccolto da gennaio ad aprile, imbarcato da febbraio a settembre”.

E ancora Altura HG Turquesa e robusta lavato Agata Romex. Nel primo caso di tratta di un Arabica con le varietà botaniche Borbon Caturra, Tipica e Catuaì, lavato. “Viene raccolto da novembre/dicembre a febbraio e spedito da dicembre/gennaio a ottobre. Il nome? Dalla magnificenza dei colori delle case coloniali di San Cristobal de las Casas (patrimonio dell’umanità), in contrasto con l’azzurro del cielo, siamo stati ispirati per il nostro Turquesa.

E aggiunge: “Questo Arabica viene coltivato da piccoli produttori, spesso discendenti diretti delle famiglie indigene, che lo piantano, raccolgono e preparano completamente a mano”.

Chiude la carrellata un Robusta lavato: “È coltivato da Don Antonio Luttmann nell’azienda agricola Alianza che si trova nella zona di Soconusco del Chiapas, più esattamente Cacahoachan. Come terza generazione di produttori di caffè, la famiglia Luttmann ha tecnologizzato e migliorato la lavorazione per creare l’Agata. Questo caffè viene raccolto tra novembre e febbraio, viene rigorosamente essiccato sul patio e, dopo la lavorazione, viene esportato normalmente lungo tutto il corso dell’anno.

Scheda sintetica di NKG Bero Italia: fatturato 220 milioni

NKG Bero Italia, fondata nel 1965, è la società leader nel mercato italiano del caffè verde.
Grazie alla propria organizzazione e alla presenza diretta in tutti i principali Paesi produttori, la società è in grado di soddisfare appieno le esigenze della torrefazione di qualsiasi dimensione: dalla grande industria fino alla micro-roastery.

Nel 2022 il fatturato è stato di circa 260 milioni.

NKG Bero Italia
Il logo NKG Bero Italia

La scheda sintetica di Neumann Kaffee Gruppe

Neumann Kaffee Gruppe (NKG), gruppo al quale appartiene NKG Bero Italia, è il primo gruppo al mondo nel settore del caffè verde con attività che coprono tutta la filiera, dalla produzione agricola fino alla distribuzione all’industria.

NKG
Il logo NKG Bero Italia

Lavazza lancia Aladina, la moka speciale dall’anima pop che debutterà alla Design Week di Milano

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lavazza aladina
Il manifesto di lancio della Moka Aladina di Lavazza (immagine concessa)

MILANO – Con l’originale moka Aladina, ideata dall’architetto Cino Zucchi, Lavazza riafferma il legame con il mondo del design scegliendo il contesto della Design Week per presentare al Flagship Store di Piazza San Fedele a Milano il nuovo modello dall’anima pop. A 40 anni dalla nascita di Carmencita, Lavazza rinnova ancora una volta il rito italiano del caffè.

Aladina è un oggetto contemporaneo testimone di un marchio che negli anni ha saputo lavorare tra tradizione e innovazione per venire incontro alle richieste di un consumatore in continua evoluzione.

aladina
La moka Aladina con la miscela San Fedele Signature Blend 1895 (immagine concessa)

La moka Aladina by Lavazza

Aladina prende forma da un processo di progressiva metamorfosi che trova nell’iconica tazzina Lavazza la propria matrice compositiva. La sua caratteristica silhouette a tronco di cono viene sdoppiata nel profilo a clessidra della nuova moka e dell’inconfondibile manico a doppio anello per essere poi dolcemente rimodellata nelle linee più sinuose e sfuggenti che disegnano l’ovale allungato del coperchio e il suo ricciolo-levetta.

Al tentativo di raggiungere una semplicità figurativa vicina a quella dei grandi classici del design italiano, si somma una nota giocosa e immaginifica nella sagoma morbida della caffettiera che, già dal nome, evoca una lontana Lampada di Aladino. Nelle sue geometrie si ritrova anche un richiamo agli spazi di Nuvola Lavazza, headquarter torinese dell’azienda, progettati dall’architetto Cino Zucchi.

Realizzata in acciaio inox, Aladina si caratterizza per la forma essenziale e il manico a doppio anello soft touch.

Con il suo design semplice e accattivante, Aladina è pronta a realizzare in ogni momento il desiderio di un caffè – fino a 4 tazzine – dal gusto inconfondibile.

Ulteriore novità: il filtro brevettato favorisce un’estrazione più equilibrata e nobile del caffè esaltandone l’aroma.

moka aladina
La moka Aladina (immagine concessa)

L’anima pop di Aladina si riflette nel pack e nei touch point di comunicazione con richiami colorati alle sue forme distintive e un linguaggio visivo minimale e contemporaneo.

Aladina sarà protagonista della “Moka Design Weekal Flagship Store Lavazza, luogo di scoperta e riferimento per un caffè d’eccellenza per i milanesi e per i turisti presenti in città. Tutti i giorni, dal 20 al 22 aprile, i coffee lovers potranno sperimentare un modo diverso di gustare il caffè con Aladina e San Fedele Signature Blend 1895 creato da Lavazza come omaggio alla Piazza in cui si trova lo store.

Questa esclusiva miscela, ideale per la preparazione in moka ed espresso, combina 3 pregiate origini – Etiopia, Guatemala e Brasile – offrendo note cioccolatate e fruttate. Ad accompagnare questa coffee experience unica ci saranno le creazioni di Coffee Design ideate dal Training Center Lavazza: stupefacenti sperimentazioni intorno alle diverse texture del caffè. Non mancherà inoltre una sorpresa per il 22 Aprile in occasione della giornata Mondiale della Terra.

La scheda sintetica del Gruppo Lavazza

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un fatturato di oltre 2,3 miliardi di euro e un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.

È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 9 stabilimenti produttivi in 6 Paesi e oltre 4.200 collaboratori in tutto il mondo. La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da oltre 125 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.

Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.

Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.

Edo Quarta, dalla Fiera Levante Prof, con caffè e lo specialty: “Serviti tra i 3 e i 4 chili di miscela al giorno”

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Edo Quarta da Levante Prof alla macchina (foto concessa)
Edo Quarta da Levante Prof alla macchina (foto concessa)

MILANO – Edo Quarta direttamente dalla Fiera Levante Prof, sarà il termometro per i lettori sulla dinamicità respirata in queste quattro giornate di manifestazione in una Bari spinta dalla caffeina e dal cibo: filo conduttore, l’horeca, un settore che certo ha molto da spartire con torrefattori e baristi.

A Levante Prof 2023, quanti torrefattori ci sono?

“Ci siamo noi, Caffè Vergnano, Caffè Kenon, ma anche micro torrefazioni come Il Manovale, Pierre Cafè e Riko Caffé. Non sono tantissime sul totale delle imprese presenti, ma soltanto perché questa manifestazione è più concentrata sul food e sull’horeca, rispetto al The Milan Coffee Festival in cui lo specialty è il protagonista.

Resta comunque interessante per chi come noi sta cercando di rafforzarsi sul territorio barese. Dista poco da Lecce ma siamo comunque meno presenti in quest’area, ed ecco che Levante Prof diventa un’occasione per farci conoscere a dei nuovi clienti, comunque prossimi a Quarta Caffè.

Fare cultura del caffè in Fiera (foto concessa)

Accompagnare il settore food poi rappresenta un’opportunità di spiegare maggiormente il prodotto, portarlo al di fuori della solita cerchia, facendo ancor più cultura della bevanda. Noi del mondo specialty siamo spesso troppo estremisti: c’è bisogno di fare informazione sul caffè anche al di là dello specialty, spingendo sui prodotti di qualità, perché ci sono anche ottimi commerciali sul mercato.

Un’altra cosa positiva è che le aziende del nord sono scese sin qui. Da quando Saicaf ha lasciato come impianto di torrefazione, a Bari sono nate delle torrefazioni più piccole proprio avviate da chi era un loro dipendente. Nel momento in cui un’azienda che fa rete tra i clienti viene a mancare, il suo vuoto viene riempito da altre piccole realtà, da aziende del nord o come stiamo facendo noi.”

Quanto è importante organizzare un evento che fa incontrare i protagonisti dell’industria caffeicola, stavolta al meridione?

Il caffè Quarta a Levante Prof (foto concessa)

“Altri eventi più grandi al nord sono forse più stimolanti, ma realtà come Levante Prof sono a presa diretta, si conoscono persone che potenzialmente sono clienti comunque locali. Come Quarta stiamo puntando sempre più al mondo delle fiere, perché si ha subito un riscontro sulla parte commerciale. Con il mio team mi occupo proprio di questa copertura degli eventi, seguendo questo principio, includendolo nel budget della torrefazione.

Mio padre, essendo un imprenditore alla vecchia maniera, quando investe vuole vedere al più presto il risultato. Ovviamente si tratta di instaurare una relazione a lungo termine, che si costruisce in diversi incontri nelle fiere, sino a consolidare una connessione commerciale. Certo è impegnativo, ma alla fine si raccolgono i frutti.”

Lo specialty ha comunque un suo seguito anche qui, dove la miscela classica con tanta Robusta è ancor più radicata?

“Sta andando bene. Certo è un po’ più complicato: il filtro è un po’ più facile da servire, perché in espresso l’acidità diventa un po’ shoccante e deve esser maggiormente spiegata. Ma in generale è stato apprezzato: abbiamo registrato una media di 3-4 chili di miscela commerciale e un paio di chili specialty al giorno. Qua il caffè è visto un po’ più come un qualcosa che spezza tra uno stand di food e l’altro.

In Fiera le persone si gustano il caffè Quarta (foto concessa)

Seguendo l’idea del nostro trainer Angelo abbiamo allestito anche una stazione dedicata alla latte art, che è sempre un ottimo modo per attrarre le persone verso il mondo del caffè. Abbiamo organizzato questo angolo staccato, con un contest aperto al pubblico: chi veniva da noi preparava il suo cappuccino, e veniva valutato il migliore. Sono stati tanti i curiosi, anche dalla concorrenza, che sono venuti a mettersi alla prova.”

Bilancio a chiusura di questa esperienza? Feedback positivi?

“Un bilancio decisamente positivo. Sono stati molti i clienti della concorrenza anche interessati. Ancora più è stato significativo in quanto si tratta di una fiera non paragonabile a Sigep per dimensioni, ma che rispetto alla prima edizione di ormai tre anni fa circa, ha dimostrato un enorme miglioramento sia dal punto di vista organizzativo che di affluenza. “

Costa Coffee (Coca-Cola) sbarca in Giappone grazie a un accordo di franchising con Sojitz Royal Café Corporation

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Costa Coffee vending
Il logo di Costa Coffee

MILANO – Costa Coffee – la catena britannica fondata nel 1971 dagli italiani Sergio e Bruno Costa – sbarca in Giappone, uno dei paesi consumatori più importanti al mondo. Lo rende noto, in un comunicato, Sojitz Royal Café Corporation, che ha annunciato l’acquisizione dei diritti esclusivi di franchising per il paese del sol levante, che comprendono lo sviluppo e la gestione di una rete di caffetterie a marchio Costa Coffee.

Acquisita nel 2018 da Coca-Cola, per 4,4 miliardi di euro, Costa conta più di 2.800 locali in Uk e Irlanda e oltre 1.100 nel resto del mondo. La Cina è il suo secondo mercato dopo il Regno Unito con circa 400 locali.

I primi locali giapponesi di Costa apriranno nella regione di Kanto, nell’area centro orientale di Honshu, la principale isola dell’arcipelago. I piani prevedono la successiva espansione nel resto del paese.

L’obiettivo è fare di Costa Coffee una delle massime catene di caffetterie in Giappone.

Sojitz Royal Café è una joint-venture tra da Sojitz Corporation e Royal Holdings Co., nata con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo comune di attività nel settore della caffetteria facendo leva sulle rispettive competenze.

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MUMAC apre domenica 2 aprile per una giornata dedicata all’espresso con l’esperienza sensoriale

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coffee roasting experience
La locandina del Coffee Roasting Experience (immagine concessa)

BINASCO (Milano) – Domenica 2 aprile, dalle 15:00 alle 18:00, apertura straordinaria per tutti di MUMAC, Museo della macchina per caffè di Gruppo Cimbali. Una giornata all’insegna del caffè e dell’unica e iconica storia delle macchine per caffè espresso professionali. Un’occasione per scoprire la nostra collezione museale e tutte le novità sull’origine dell’espresso e i suoi protagonisti.

L’apertura straordinaria del MUMAC

Il museo sarà aperto dalle 15:00 alle 18:00 per visite libere e gratuite, per tutti senza prenotazione.

Alle 16:00 è invece prevista una speciale visita guidata gratuita in compagnia dell’esperto e collezionista Enrico Maltoni, solo su prenotazione a questa email mumac@gruppocimbali.com (posti limitati).

Inoltre, segnaliamo a tutti i coffee lovers, la possibilità di partecipare, previa iscrizione e prenotazione, dalle 15:30 alle 17:30 ad un’esperienza sensoriale straordinaria dedicata alla tostatura del caffè: “Coffee Roasting Experience: tosta il tuo caffè” presso lo spazio di MUMAC Academy, Accademia della Macchina per Caffè di Gruppo Cimbali.

Insieme a un esperto tostatore e assaggiatore, si potrà conoscere il percorso che compie il caffè partendo dalla piantagione fino alla tostatura per tostare il proprio caffè e poi poterlo gustare a casa, per un momento speciale da soli o in compagnia.

Il corso si svolge nella Sensory Room di MUMAC Academy, uno spazio esperienziale unico nel suo genere, inserito nella cornice del museo MUMAC, che racconta oltre un secolo di storia, tecnologia e design.

Qui è possibile maggiori info e iscrizioni al corso.

La scheda sintetica di MUMAC

Grazie alle collezioni Cimbali e Maltoni è la più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine professionali per il caffè espresso; con più di 100 pezzi esposti all’interno dell’headquarter di Gruppo Cimbali situato a Binasco (Milano) racconta più di 100 anni di storia e di evoluzione di un intero settore del made in Italy.

Oltre alle macchine esposte, MUMAC è dotato di altri 200 pezzi a disposizione per rotazioni all’interno del museo o prestiti worldwide, di un fondo librario di cui fanno parte 1.300 volumi tematici e di un archivio con circa 25 mila documenti tra foto, brevetti, lettere, cataloghi e tutto il materiale necessario per ricostruire la storia della macchina per caffè espresso.

MUMAC organizza inoltre, iniziative culturali ed educational dedicati a scuole, università e famiglie e, attraverso MUMAC Academy, corsi rivolti ai professionisti del settore e ai coffee lovers

La scheda sintetica di MUMAC Academy

MUMAC Academy è il centro di formazione di Gruppo Cimbali per professionisti e coffee lover. Punto di riferimento per la promozione della cultura del caffè e trend setter fin dalla sua fondazione nel 2014, MUMAC Academy ha formato più di 16.000 persone con oltre 40 moduli nell’offerta formativa e 1.500 giorni di corsi in presenza e online.

L’Accademia, infatti, supporta la crescita professionale all’interno del settore fornendo gli strumenti fondamentali per elevare le proprie competenze, migliorare l’attività e avviare la carriera di barista attraverso un’ampia varietà di corsi guidati da docenti di fama internazionale. Con un Training Centre all’avanguardia e un’esclusiva Sensory Room, MUMAC Academy offre corsi teorici e pratici sulle tecniche di preparazione e degustazione della bevanda più famosa al mondo in tutte le sue declinazioni.