mercoledì 03 Dicembre 2025
Home Blog Pagina 766

A Bologna aumenta il prezzo, espresso a 1,50€ anche nello storico Zanarini

0
bologna cioccolato dick gamberini caffè
La città di Bologna (immagine: Pixabay)

Ormai risulta difficile trovare al centro di Bologna un caffè che si ferma al costo di un euro. La tazzina è fissa a 1,30 euro nei diversi locali Principe della città e nell’antico Gamberini, di via Ugo Bassi, come del resto da Regina di Quadri in via Castiglione. Da Zanarini, locale storico della città, si paga invece 1,50 euro. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano Il Corriere della Sera.

Il costo dell’espresso a Bologna

BOLOGNA – Un caffè al volo da Zanarini oggi si paga un euro e cinquanta centesimi. E non è perché siamo in uno dei locali storici e storicamente à la page di Bologna. Costa così anche dal piccolo e pluripremiato Aroma, in via Porta Nova e in tutti i locali del giovane e ricercato Brisa. Resta a 1,30 euro il caffè nei diversi Principe della città e nell’antico Gamberini, di via Ugo Bassi, come da Regina di Quadri in via Castiglione.

Difficile ormai trovare sotto le Due Torri caffè che si fermino a un euro, ma ci sono. In via Spartaco, ad esempio, basta una moneta per il caffè. Alla Pasticceria al Parco spiegano che “siamo un’attività familiare, riusciamo a starci dentro con i costi, e finché possiamo ci piace poterlo servire a un prezzo basso, visto che sappiamo come la vita sia diventata cara.

“La nostra clientela è soprattutto composta da pensionati, gente della zona — raccontano — Si vedono poco i giovani sui trent’anni, quelli che dovrebbero mettere su famiglia e devono invece fare i conti con la precarietà: loro in questo momento secondo noi sono quelli che fanno più fatica”.

Il caro brioche

Nonostante gli aumenti siano di pochi centesimi (dieci, venti al massimo) il caffè va spesso di traverso alla scoperta di quel pur minimo rincaro. Eppure.

“Per un cocktail al bar si è disposti a pagare senza batter ciglio 10 euro, per un vino di cui non si conosce nemmeno il valore anche più di 6 euro ma se il caffè aumenta da 1 euro e 10 centesimi a 1 euro e 20 centesimi ce la si prende e magari in quel bar non ci si torna più: la gente non sa cosa c’è dietro a quel caffè, purtroppo è una cultura che si è persa”, riflette amaro Alessio Cioffi, uno dei soci del Principe e fresco presidente della Federazione Caffè, bar e pasticcerie di Ascom Bologna. “Il caffè e tutto quello che lo accompagna è venduto sottocosto”, chiarisce. A partire dalle brioche.

“Perché per torte e mignon si possono spendere 35 euro al chilo e per una brioche solo 5 euro? Le ore di lievitazione, la manodopera e le materie prime non sono mica così diverse”.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Flavio Ferretti (Nims-Gruppo Lavazza) nuovo presidente di IBC, associazione di 33mila industrie dei beni di consumo

0
flavio ferretti ibc
Flavio Ferretti (immagine concessa)

MILANOFlavio Ferretti, presidente e amministratore delegato di Nims, azienda del Gruppo Lavazza, è stato eletto dal consiglio direttivo presidente di IBC Associazione Industrie Beni di Consumo per il prossimo triennio. Nel corso del suo mandato sarà affiancato da tre vice presidenti: Renato Bonaglia (amministratore delegato Alcass), Marco Travaglia (presidente e amministratore delegato Nestlé Italiana), Aldo Sutter (amministratore delegato Sutter).

IBC: Flavio Ferretti eletto presidente

Il percorso manageriale di Ferretti si è sviluppato integralmente nel Gruppo Lavazza, dove ha iniziato ad operare nel 1983 alla direzione Sales. Tra il 1996 e il 2002, in qualità di direttore, guida il Trade e Consumer Marketing Italia. Passa successivamente ad altri incarichi dirigenziali in Italia (direttore vendite) e all’estero (Home business Emea director).

Nel 2012 è chiamato alla guida della business unit Italia del brand Lavazza, incarico che ricoprirà fino al 2017, anno del suo passaggio alla guida della neoacquisita Nims, specializzata nella distribuzione e vendita diretta di caffè in capsula, che oggi genera un giro d’affari di 112 milioni di euro. Nel corso della sua carriera il manager ha seguito diverse acquisizioni, curando poi l’incorporazione e l’integrazione delle aziende nel Gruppo Lavazza.

Ferretti è membro del comitato di presidenza e del consiglio direttivo di Centromarca – Associazione italiana dell’industria di marca e del consiglio direttivo di GS1 Italy

Nel rinnovato Consiglio direttivo di IBC siedono esponenti di primo piano delle più importanti industrie operanti in Italia: Giandomenico Auricchio (amministratore delegato Auricchio), Francesco Del Porto (president region Italy Barilla), Enrico Galasso (presidente e amministratore delegato Birra Peroni), Luca Alemanno (amministratore delegato Bolton Food), Alberto de Stasio (managing director Cameo), Frank O’Donnell (general manager Coca-Cola), Pier Paolo Rosetti (direttore generale Conserve Italia), Stefano Ricotti (presidente Dalter Alimentari).

La lista continua: Alessio Bruschetta (amministratore delegato Eridania), Lorenzo Beretta (direttore commerciale e CdA Fratelli Beretta), Alessandro d’Este (presidente e amministratore delegato Ferrero Commerciale), Fiorello Bianchi (direttore generale FHP Vileda), Filippo Marchi (direttore generale Granarolo), Giovanni Pomella (presidente e amministratore delegato Gruppo Lactalis) Erika Sambugaro (retail sales channel manager Ledvance), Silvia Bagliani (presidente e amministratore delegato Mondelez International), Mattia Noberasco (amministratore delegato Noberasco), Alessia Zucchi (vice presidente Oleificio Zucchi), Massimo Gaetarelli (presidente Pastificio Gaetarelli), Corrado Bianchi (amministratore delegato Perfetti Van Melle), Luigi Prevosti (amministratore delegato Prealpi), Paolo Grue (presidente e amministratore delegato Procter&Gamble), Carlo Preve (amministratore delegato Riso Gallo), Lorenzo Potecchi (vice president, GM Western and Southern Europe S.C. Johnson), Fulvio Guarneri (country head Italy Personal Care GM UKI, Europe & ANZ Unilever Italia), Giorgio Zubani (presidente Valledoro).

La scheda sintetica di Ibc

Ibc, Associazione Industrie Beni di Consumo, riunisce aziende attive in Italia e all’estero nei settori alimentare, bevande, prodotti per la cura dell’ambiente domestico e della persona, tessile e abbigliamento, arredo, prodotti e accessori per la casa. 33mila imprese che generano un giro d’affari stimato in 100 miliardi di euro.

Anima Confindustria, export industria meccanica vale 34,9 miliardi, +11%: “Necessario un dialogo costante con le istituzioni”

0
anima ucimac dazi
Il logo di Anima l'associazione di Confindustria cui aderisce anche l'Ucimac, i costruttori di macchine per caffè professionali

MILANO – L’export dell’industria meccanica rappresentata da Anima Confindustria mantiene un trend di forte crescita che si attesta per il 2022 a +11% sull’anno precedente, arrivando a rappresentare 34,9 miliardi di euro.  È quanto emerge dai dati presentati dall’Ufficio studi di Anima in occasione dell’assemblea pubblica “Condividere le esperienze per crescere. Competitivi nel cambiamento” alla presenza di imprese del settore e ospiti istituzionali.

Una conferma di quanto la meccanica italiana possa contare su una solida presenza nei mercati internazionali, nonostante le difficoltà che caratterizzano il mercato interno per la produzione e quelli esteri per le esportazioni

“Questi numeri evidenziano ancora una volta quanto l’industria meccanica italiana sia una delle forze propulsive del nostro paese, e una delle espressioni più stimate dell’eccellente made in Italy nel mondo” commenta il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli. “La forza dell’export del comparto emerge in modo ancora più evidente se contestualizzata nell’attuale scenario nazionale e internazionale, caratterizzato dai lasciti della pandemia, la scarsità di materie prime che affligge le aziende, l’incertezza dei mercati”.

Secondo i dati evidenziati dall’ufficio studi Anima Confindustria, la prima destinazione dell’industria meccanica italiana rappresentata da Anima è l’area UE27, che rappresenta il 45,7% del valore totale

Seguono i paesi europei non appartenenti all’UE (13,6%) e l’America settentrionale (13,1%). In testa alla classifica dei singoli paesi di destinazione si collocano gli Stati Uniti con 4 miliardi di euro (+27,5%), seguiti da Germania con 3,6 miliardi di euro (+14,8%) e Francia con 3,3 miliardi di euro (+11,1%). Da segnalare il calo della Cina (-25%) e l’impennata della Turchia (+41%). Mentre Spagna, Austria e Paesi Bassi si attestano ognuno sul +20% si rileva solo in leggero calo la Russia (-2,9%), con UK ancora in territorio positivo (+3,7%).

Nocivelli: “Il successo sul fronte delle esportazioni è motivo di orgoglio, e deve stimolare le forze politiche a tutelare e valorizzare il nostro comparto, che rappresenta una parte così importante dell’economia italiana. Le imprese del manifatturiero italiano sono all’avanguardia e rappresentano delle eccellenze in ottica di sviluppo tecnologico e sostenibile, ma il rischio è che le aziende medio-piccole restino indietro, se non adeguatamente supportate”.

“Per questo è fondamentale – prosegue Nocivelli – che lo stato porti avanti un piano solido di misure a tutela delle imprese, per aiutare tutti i player del settore a raggiungere quell’evoluzione tecnologica e quella digitalizzazione che sono fondamentali per mantenere l’alta competitività sui mercati esteri. Negli anni, Anima ha contribuito ai tavoli istituzionali per realizzare il piano Industria 4.0, e attraverso le varie fasi di trasformazione delle misure che oggi sono ascrivibili a Transizione 4.0. Ma da parte dello stesso mondo politico, scarseggiano segnali incoraggianti nel portare avanti le misure a sostegno delle imprese. Per questo è importante ora più che mai fare sentire la nostra voce”.

La tutela dell’industria meccanica

“L’associazionismo ha, da sempre, un ruolo fondamentale nella promozione e nella tutela di un intero settore e delle aziende che ne fanno parte, raccogliendo richieste e proposte e portandole all’attenzione della politica. È necessario che questo dialogo sia mantenuto attivo e le tematiche sempre aggiornate rispetto alle reali necessità delle aziende, soprattutto in anni complessi come questi che stiamo vivendo.

L’industria meccanica dà occupazione a circa 225.000 addetti e ha registrato un fatturato totale di oltre 54,5 miliardi di euro nel 2022: è un settore fondamentale nella crescita e nello sviluppo del nostro Paese, bisogna continuare a sostenerla con piani strutturali a medio-lungo termine che aiutino a mantenere la competitività delle imprese”.

Anima Confindustria: la resilienza del comparto manifatturiero italiano

Questo è quanto afferma il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli, che prosegue: “Grazie al continuo dialogo con enti e istituzioni, Anima e le 34 associazioni che ne fanno parte sono riuscite a ottenere importanti risultati in molti ambiti. Nell’ultimo periodo il comparto manifatturiero italiano ha dimostrato una grande resilienza verso le numerose problematiche economiche e sociali a livello globale, a cominciare dalla pandemia, la carenza di materie prime e semilavorati, per poi passare con il conflitto ucraino dello scorso anno a crisi energetica e forte inflazione su beni e prodotti finali”.

Innovazione industriale e transizione energetica

Per mantenere costante il percorso di crescita e di competitività delle nostre aziende sui mercati mondiali, Nocivelli è chiaro: “La strada che dobbiamo percorrere nel presente e negli anni a venire passa attraverso l’innovazione industriale e la transizione energetica. Le imprese italiane, infatti, sono orientate da tempo alla ricerca di nuove soluzioni per migliorare la qualità dei prodotti e l’efficienza energetica con l’obiettivo di salvaguardare il nostro pianeta”.

Nocivelli continua: “Per seguire queste tematiche da vicino e dare un supporto concreto alle imprese, Anima ha recentemente avviato una serie di progetti dedicati ai temi trasversali. In particolare, quest’anno è nato Anima Innovazione, un nuovo progetto che si basa su tre filoni principali (dati e tecnologie, sviluppo e networking) creato per supportare l’accelerazione tecnologica del settore attraverso collaborazioni strategiche e momenti di networking e confronto con aziende, enti e istituzioni sui temi dedicati allo sviluppo innovativo e alla digitalizzazione“.

Nocivelli conclude: “Anima Innovazione si aggiunge ai due gruppi di lavoro Anima Ambiente e Sostenibilità e Anima Idrogeno, nati con il proposito di discutere di idee, progetti ed esperienze inerenti alle tematiche di sostenibilità ambientale, sociale e di governance per l’industria meccanica e alla futura filiera dell’idrogeno”.

All’assemblea pubblica organizzata da Anima Confindustria il 15 maggio, sono interventi, oltre al presidente Marco Nocivelli: Mauro Battocchi, vice direttore generale per la promozione del Sistema Paese e direttore centrale per l’internazionalizzazione economica del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale; Fabrizio Penna, capo dipartimento Unità di Missione per il Pnrr – Ministero dell’Ambiente e della Sostenibilità Energetica; Giorgio Graditi, direttore generale dell’Enea; Massimo Beccarello, Responsabile Coordinamento Energia e Ambiente di Confindustria; Alberto Zerbinato, amministratore delegato ICI Caldaie S.p.A.; Luca Moretti, direttore generale Saint-Gobain PAM Italia S.p.A. e Renato Brocchetta, senior product manager Rubinetterie Bresciane S.p.A.

Starbucks: 300 assunzioni e 11 nuove aperture nel 2023

0
Il logo di Starbucks

Il colosso americano continua la sua espansione nel Bel Paese guidato da Percassi. Dopo il nuovo store a Roma di fronte a Piazza di Monte Citorio e il primo punto vendita in Liguria a Genova, Starbucks punta ad aprire una serie di nuovi locali. L’obiettivo? Raggiungere i 36 store Starbucks attivi in Italia verso la fine del 2023. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale Ti consiglio un lavoro.

Il piano di espansione di Starbucks per il 2023

MILANO – Starbucks effettua nuove assunzioni in Italia, anche in vista di nuove aperture sul territorio nazionale. La nota catena di caffetterie intende aprire 11 locali nel 2023. Il piano di crescita avrà una positiva ricaduta sull’occupazione, creando nuove opportunità di impiego per oltre 300 persone.

Ecco cosa sapere sui posti di lavoro Starbucks Italia che verranno generati dal piano espansione del Gruppo e come candidarsi.

Il noto Gruppo internazionale, specializzato nella vendita di caffè e dessert, si espande in Italia, concretizzando l’apertura di nuovi punti vendita e programmando l’inaugurazione di ulteriori caffetterie. La più recente delle nuove aperture di Starbucks è avvenuta a Roma in questi giorni, dove l’azienda ha aperto il 25° locale del territorio italiano. Il piano di crescita, che interessa il territorio nazionale, punta a raggiungere i 36 punti vendita Starbucks attivi in Italia nel 2023, determinando anche assunzioni per nuove unità di personale.

Dopo il nuovo locale di Roma, appena aperto nei pressi di Piazza di Monte Citorio in partnership con il Gruppo Percassi, che si occupa dello sviluppo del marchio in Italia, si attendono per fine mese altre 2 inaugurazioni di caffè del brand nella Capitale, all’interno della Stazione Termini. Sarà poi la volta di altre città italiane, fino a raggiungere un totale di 11 nuove aperture entro fine anno.

Gli interessati alle prossime assunzioni Starbucks in Italia possono visitare la pagina dedicata al recruiting sul sito web del Gruppo Percassi. Da qui è possibile prendere visione delle attuali posizioni aperte nei negozi Starbucks e candidarsi online, compilando l’apposito form per inoltrare il cv. Inoltre, alcune delle selezioni attive in Starbucks Italia per le caffetterie di prossima apertura sono segnalate sulla pagina LinkedIn del Gruppo Percassi.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Selecta Group, leader del Vending: nel 1° trimestre ricavi su dell’11,7% a 309,1 milioni

0
selecta
Il logo Selecta

Selecta Group, leader europeo nel Vending, ha registrato un buon inizio per il 2023 grazie alla continua ripresa dell’hub di viaggi, vendita al dettaglio e sul posto di lavoro sulla scia della pandemia. Selecta ha annunciato i risultati del primo trimestre 2023, secondo cui le vendite del gruppo sono aumentate dell’11,7% su base annua a 309,1 milioni di euro (339,3 milioni di dollari). Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicata dal portale Generazione Scuola.

Il primo trimestre di Selecta Group

ZURIGO – Il gruppo di vendita della Svizzera ha affermato che i ricavi sono stati guidati da un rimbalzo nel settore privato, che ha registrato una crescita delle vendite del 14,7%, e da un settore pubblico che ha registrato un aumento del 10,6%.

Selecta ha aggiunto che la disciplina dei costi e i “guadagni di produttività strutturale”, che Selecta aveva riportato in precedenza includevano la rimozione di macchinari con prestazioni insufficienti, hanno portato a un aumento del 17,2% dell’Ebitda a 53,1 milioni di euro (58,1 milioni di dollari), con un aumento delle vendite giornaliere per macchina del 30,5% per annum – entro un anno per raggiungere un “record” di € 12,5 (US $ 13,7).

Selecta ha anche evidenziato un nuovo contratto con la catena di supermercati britannica Sainsbury’s, che ha visto l’installazione di 97 soluzioni di caffè premium durante questo periodo.

Il Leva Contest Sensory Junior arriva a Lioni, Avellino, con l’istituto alberghiero Vanvitelli

0
leva contest
Il Leva Contest Sensory Junior (immagine presa dal sito)

Continua il Leva Contest Sensory Junior, la serie di competizione che vede come protagonisti gli alunni degli istituti alberghieri. Dopo Caserta, Napoli, e Salerno, è stata la volta dell’istituto L.Vanvitelli di Lioni, Avellino, che, durante la giornata “Cultura, colori e sapori dell’Alta Irpinia“, promossa dal dirigente scolastico Attilio Lieto, hanno accolto con entusiasmo il Leva Contest Sensory Junior per la categoria bar, coordinato da Francesco Costanzo e Stefania Patricelli. Leggiamo di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’Associazione maestri dell’espresso napoletano.

Il Leva Contest Sensory Junior

LIONI (Avellino) – L’Associazione maestri dell’espresso napoletano continua a portare avanti l’obiettivo che si era preposto, diffondere la cultura del caffè di qualità, sottolineando l’importanza della formazione e del mondo delle gare, puntando soprattutto sui giovani. Un messaggio che ha portato il presidente Francesco Costanzo agli alunni dell’alberghiero che, con il Leva Contest Sensory Junior, prepara gli alunni alle emozioni delle competizioni, alimentando la voglia di apprendere per diventare veri professionisti.

Il Leva Contest Sensory Junior diventa uno strumento di formazione, tramite la gara l’alunno si approccia alle macchine espresso a leva e scopre come adoperarle per riuscire ad estrarre un buon espresso.

Un buon espresso si determina anche in base alla materia prima, quindi l’alunno deve conoscere il caffè che sta lavorando e, in base ad esso, scegliere la ricetta che ritiene giusta, quella in grado di riportare nell’espresso le note aromatiche del chicco, esaltandole con una corretta estrazione.

Dopo Caserta, Napoli, e Salerno, è stata la volta dell’istituto L.Vanvitelli di Lioni, Avellino, che, durante la giornata “Cultura, colori e sapori dell’Alta Irpinia”, promossa dal dirigente scolastico Attilio Lieto, hanno accolto con entusiasmo il Leva Contest Sensory Junior per la categoria bar, coordinato da Francesco Costanzo e Stefania Patricelli.

Questa edizione del  Leva Sensory Junior ha come vincitrice una ragazza, primo posto: Mariapia Biancaniello, seguita da Gianvito Vigorito e Donato D’Elia.

L’intervento del presidente Francesco Costanzo

“La preparazione di tutti alunni è stata impeccabile in tutte le categorie ma è stato davvero una sorpresa vedere la disinvoltura con cui i ragazzi hanno affrontato la gara e per questo che mi sono complimentato personalmente con il docente di Sala Rosario Miele. Sono stato davvero sorpreso è soddisfatto nel vedere che la categoria bar abbia la giusta considerazione nelle scuole, quindi la giusta importanza come materia di studio,  e ritengo che sia il punto di partenza necessario per ridare valore al nostro mestiere, tenendo conto anche del suo collegamento con la cultura del nostro territorio”.

“In questo settore c’è bisogno anche di entusiasmo perché credo che sia il motore che accende la voglia di apprendere nei giovani.  Sono contento di aver fatto la mia parte in questa “missione” condividendo la mia passione per il caffè con loro e aiutandoli a migliorare le loro abilità nella preparazione e nella degustazione”.

“Spero che siano stati in grado di apprezzare anche l’importanza dell’etica e della sostenibilità nel settore del caffè e che possano fare tesoro di tutte queste conoscenze,  portandole nella loro futura carriera. Auguro a tutti un grande successo nel loro futuro lavorativo”.

Formazione e divertimento

“Credo che sia necessario far arrivare le esigenze e le necessità degli alunni del settore Alberghiero direttamente al Ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara. I futuri professionisti vanno coltivati sul campo, i libri hanno la medesima importanza dei laboratori che ora sono ridotti al minimo. Nel nostro settore si impara in prima linea, oltre alle penne e ai quaderni devono toccare le attrezzature e le materie prime, devono vivere l’entusiasmo di creare e le emozioni delle gare, quindi bisogna aumentare le ore di laboratorio e includere le gare negli Istituti Alberghiero.  Il Leva Contest Junior supporta la formazione”.

“Il contest è stato possibile anche grazie al supporto del Direttore di Caffè Juliano, Ernesto Tarchi, coffee expert, founder di VAendere caffe e scrittore. Scegliere di coltivare i giovani baristi garantisce un futuro fatto di caffè di qualità. Questo è quello che c’eravamo promessi fin da subito. Viva il caffè di qualità”.

Accademia del Caffè Deseo, borse di studio ex-aequo per due progetti dell’alberghiero di Ladispoli

0
Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Beatrice Catarci ed Elena Aulicino, grazie alle loro idee di bar, seguiranno entrambe un corso di alta formazione offerto dall’Accademia del caffè Deseo grazie all’ideazione dei progetti Ecobar e Sustainab-ar. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Terzo Binario.

Le borse di studio all’istituto alberghiero di Ladispoli

LADISPOLI – E’ finalmente arrivato l’ultimo appuntamento con l’Accademia del caffè Deseo, il più atteso e temuto, quello dedicato alla sfida tra gli studenti che hanno manifestato maggiore interesse e partecipazione durante i 4 incontri con Angelo Sportelli tenuti nella sede dell’istituto alberghiero di Ladispoli da dicembre a aprile di questo anno scolastico sul tema “Il caffè: tecnologia e sostenibilità”.

In palio una borsa di studio per un corso gratuito di alta formazione specialistica presso la Deseo Academy e la consegna del Chicco d’oro da parte della fondazione Daniele Nica. Gli studenti dovevano produrre un progetto di bar ecocompatibile che tenesse presente i tre aspetti fondanti della sostenibilità: economico, sociale, ambientale.

Il lavoro doveva essere illustrato attraverso slide in power point e presentato davanti alla giuria composta dalla professoressa Valeria Mollo, referente del progetto, da Riccardo Bucci, responsabile Deseo Academy e da Marcello Tondinelli proprietario dell’azienda Tondì e fondatore della Deseo.

Arrivare al verdetto finale non è stato facile, data l’originalità e la fantasia dei lavori presentati, tanto che a sorpresa l’azienda ha deciso di assegnare ben 2 borse di studio ex aequo a Beatrice Catarci della 4sb e Elena Aulicino della 5sb, relatrici entusiaste e empatiche di progetti diversi per ambientazione e target, ma ugualmente affascinanti e convincenti.

Beatrice ha immaginato l’Ecobar, inserito nelle campagne del territorio di Ladispoli tra querce che favoriscono il contatto rigenerante con la natura di famiglie e studenti, alberi da frutta che alimentano la produzione di bevande e distillati, vigneti da cui ricavare vino biologico a km 0 e perfino una serra in cui tentare la coltivazione di caffè da trattare in barriques che siano state già precedentemente utilizzate per conservare il vino al fine di creare un caffè di nicchia con profumi e sentori veramente inconsueti e audaci.

E se è necessario ricorrere a fornitori esterni, la scelta cadrà su prodotti la cui coltivazione non abbia impattato con l’ambiente né coi diritti umani. A completare il progetto, la scelta di autonomia energetica attraverso l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici e un impegno di divulgazione civile con percorsi didattici ed esperienziali naturalistici pensati per la clientela al fine di diffondere la cultura del green.

Di tutt’altro genere il progetto di Elena: il suo Sustainab-ar è concepito per un contesto urbano, possibilmente vicino a uffici e attività lavorative che le consentano di sviluppare in modo sostenibile un intenso take away con contenitori e accessori compostabili, in un locale arredato con mobili e suppellettili di riciclo ma attrezzature moderne e innovative che esaltino la qualità dell’offerta, riducano gli sprechi e il consumo di energia, l’uso di materie prime rigorosamente controllate nelle tecniche ecologiche di coltivazione e nel rispetto dell’etica del lavoro e grande attenzione nel processo finale allo smaltimento differenziato di residui e rifiuti.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Bazzara partecipa alla Grande Sfida Fairtrade con il caffè bio certificato al nuovo Mapo Fusion Bakery

0
bazzara fairtrade
Team Bazzara per Fairtrade (immagine concessa)

TRIESTE – Attivamente presente in tutti i progetti che riguardano la sostenibilità e l’ambiente, anche quest’anno la Bazzara è pronta a partecipare alla Grande Sfida Fairtrade, la campagna con eventi pubblici e privati che unisce tutta Italia in nome di un obiettivo comune: il consumo di prodotti etici che rispettano le persone e l’ambiente.

L’iniziativa si è svolta dal 12 al 14 maggio in tutta Italia con la finalità di incentivare scelte più consapevoli negli acquisti e combattere la crisi climatica. Bazzara con la sua iniziativa interna e quella intrapresa in collaborazione con Mapo Fusion Bakery è uno dei 4 enti che ha aderito alla Grande Sfida Fairtrade sul territorio regionale e gli unici a Trieste, dimostrando ancora una volta la forte connessione con il territorio e le iniziative a favore di una maggior sostenibilità ambientale.

La Grande Sfida Fairtrade

Per l’occasione, quest’anno, insieme a Bazzara, è stato possibile gustare una speciale colazione al bar. Il caffè Bazzara Bioarabica certificato Fairtrade verrà proposto in esclusiva al pubblico venerdì 12 e sabato 13 maggio nel cuore di Trieste, un’esperienza sensoriale e gustativa da non perdere. L’appuntamento al Mapo Fusion Bakery, nuovissima apertura in via Carducci 39/d, una novità tutta da scoprire per una colazione o pausa caffè a supporto della salvaguardia ambientale.

Il Colombia Fairtrade Bazzara protagonista indiscusso, accompagnato da una vasta selezione di squisiti dolci internazionali fatti a mano. Il Caffè Colombia Biologico Fairtrade è un espresso ricercato e nettarino che sprigiona sentori di frutta esotica e di miele di piantagione.

Interessante la sua preparazione con il latte per un cappuccino che riserverà a tutti i clienti una piacevole sorpesa. Un caffè eco-friendly certificato Fairtrade, Biological Label, Agriculture Biologique, ICEA, BIO Siegel. E le sorprese non sono finite qui, partecipa all’evento per scoprirle tutte.

Ancora, in occasione della Grande Sfida Fairtrade, Bazzara ha organizzato presso la propria Academy un corso di formazione per il team incentrato sui caffè Bazzara Bioarabica Fairtrade. Dalle loro peculiarità nella coltivazione e lavorazione alla parte pratica, culminata con la realizzazione finale di un cappuccino fatto a regola d’arte – una splendida opportunità per accrescere le skills da barista e fare team building

Per rimanere costantemente aggiornati è stato possibile seguire in diretta tutte le iniziative su social Instagram e Facebook Bazzara a supporto delle salvaguardia dell’ambiente. Le due iniziative sono state un’ottima occasione per far crescere la foresta Fairtrade: è stato infatti piantato un albero per ogni evento della Grande Sfida, creando così una nuova foresta nel mondo. Un’azione che contribuirà all’assorbimento di Co2 e al sostentamento di una produttrice o di un produttore agricolo nelle zone più colpite dalla crisi climatica.

I caffè Bazzara Fairtrade

Da sempre Bazzara propone ai suoi consumatori prodotti bio e di alta qualità, tra tanti i progetti attenti alla natura e al sociale immancabile la certificazioni del commercio equo e solidale a marchio Fairtrade, organizzazione internazionale che lavora ogni giorno per migliorare le condizioni dei produttori agricoli dei Paesi in via di sviluppo, un lavoro portato avanti attraverso precisi standard che permettono agli agricoltori e ai lavoratori di poter contare su un reddito più stabile e di guardare con fiducia al futuro.

Il marchio certifica le materie prime di numerosi prodotti realizzati senza sfruttamento dei lavoratori e dell’ambiente, aiutando il consumatore a fare la scelta giusta in modo semplice e consapevole.

Fairtrade promuove un’agricoltura sostenibile in molti modi e lavora insieme ai produttori agricoli nell’affrontare l’emergenza climatica attraverso progetti di riforestazione, formazione per adattare le coltivazioni agli effetti della crisi climatica e la protezione della biodiversità. Grazie a Fairtrade i produttori agricoli possono piantare nuovi alberi, ricevere formazione e supporto sul campo e hanno maggiori entrate economiche per adattare le proprie colture.

Nel caso del caffè, il marchio Fairtrade indica che il 100% del prodotto è realizzato con chicchi che provengono da organizzazioni certificate, tutte di piccoli produttori. I caffè Bazzara certificati Fairtrade sono Colombia Bioarabica Fairtrade, Messico Bioarabica Fairtrade, Perù Bioarabica Fairtrade.

L’azienda ha selezionato alcune fra le migliori qualità di arabica al mondo coltivate senza uso di fertilizzanti, pesticidi sintetici, erbicidi né organismi geneticamente modificati. L’etichetta ottenuta sui prodotti Perù, Colombia e Messico certifica il rispetto degli standard sociali, ambientali ed economici di Fairtrade concordati a livello internazionale, obiettivi e missioni che la Bazzara condivide da sempre.

Trionfo di Natruly al suo esordio a TuttoFood con la radice di cicoria nel cioccolato

0
natruly tuttofood
Natruly a Tuttofood (immagine concessa)

MILANO – Successo di Natruly al suo debutto a TuttoFood. Una première che l’azienda spagnola dell’healthy food ha colorato di novità lanciando il suo primo frollino, nei gusti cacao e cannella. Lo stand è stato un crocevia di buyer italiani e stranieri. Numerosi anche quelli incontrati pochi mesi fa al Biofach di Norimberga che, venuti a Milano, sono tornati a consolidare i rapporti con il team di Natruly.

Natruly al suo debutto a TuttoFood

Potenziali acquirenti da Slovenia, Moldavia, Georgia, Qatar, Emirati Arabi si sono affacciati allo stand con curiosità. Cosa è piaciuto? Il packaging accattivante, il concept grafico divertente che caratterizza i prodotti. Tra i punti di forza più apprezzati l’assenza non solo di zucchero, ma anche di dolcificanti, e l’uso sapiente della radice di cicoria, ingrediente chiave del cioccolato.

Piace anche il fatto che le confezioni siano corredate da etichette chiare e dettagliate “perché il consumatore consapevole contribuisce alla crescita della qualità del mondo produttivo, dal momento in cui “sa” non si accontenta e non accetta più prodotti di bassa qualità” spiega Niklas Gustafson, fondatore di Natruly insieme a Octavio Laguía.

Natruly ha sedotto il pubblico di Tutto Food, ma il suo stile ha già lasciato il segno tra i consumatori italiani, stregati dal gusto dei prodotti, composti da ingredienti sani e preparati in modo salutare, ideati per la colazione, spuntini veloci o per diventare ingredienti di ricette salutari.

Tra le 40 referenze primeggia il burro di arachidi, ritenuto in assoluto il migliore in circolazione, oltre alle creme spalmabili, le proteine e l’avena, gli snack al formaggio

Anche il nuovo frollino, ricco di fibre e biologico, ha conquistato i visitatori del salone con il suo sapore deciso, frutto di ingredienti di agricoltura biologica, come la farina di avena senza glutine, l’olio extra vergine di oliva, la farina di cocco. Una miscela straordinaria che Natruly ha impiegato oltre due anni a perfezionare.

“Sin dalla nostra fondazione abbiamo concentrato i nostri sforzi in ricerca e sviluppo per realizzare proposte competitive, che si differenziassero, che fossero salubri, ma buone – racconta Octavio Laguía -. Siamo partiti con barrette e proteine, ma abbiamo sempre voluto produrre anche cioccolato e biscotti. Per trovare le formule che ci consentissero di introdurre sul mercato proposte sane abbiamo impiegato diversi anni: il cioccolato è arrivato circa tre anni fa. I frollini arrivano oggi”.

Il cioccolato ha riscosso un successo straordinario e i frollini, che in Spagna hanno già spopolato, si preparano a conquistare il mercato italiano. Il segreto? “Sono prodotti unici nel loro genere, non ne esistono di uguali in termini di salubrità” concludono Gustafson e Laguía.

Gianluigi Goi parla dell’incontro tra il mondo del caffè e quello della frutta: “La sua antica cultura va sia riscoperta sia valorizzata”

0
caffè frutta
Il caffè incontra il mondo della frutta (immagine: Pixabay)

Gianluigi Goi è un lettore nonché giornalista specialista di agricoltura affezionato a queste pagine che con la sua lunghissima esperienza e il suo punto di vista ha contribuito diverse volte proponendo contenuti sempre interessanti. Questa volta Goi si esprime sulle sperimentazioni che Francesco Sanapo e la sua Ditta Artigianale di Firenze stanno sviluppando con la preparazione di alcuni caffè alla frutta ottenuti con la tecnica della fermentazione. Il tutto citando l’articolo di Angelo Angelica per IFN (ItalianFruit News).

Goi auspica un avvicinamento fra il mondo del caffè e quello della frutta che, secondo lui, potrebbe portare a risultati interessanti.

Leggiamo di seguito le sue considerazioni.

E il mondo del caffè incontra quello della frutta

di Gianluigi Goi

MILANO – “Un espresso per favore, ma alla frutta. Pesche, fragole e frutti tropicali fermentati con i chicchi di caffè” è il titolo, insolito quanto accattivante, di un articolo pubblicato, oggi 2 maggio, su IFN, importante magazine online specializzato in ortofrutticoltura.

Il giovane articolista Angelo Angelica – nella scia della mission che IFN (contrazione di ItaliaFruit News) persegue con impegno per svecchiare il mondo dell’ortofrutta italica, in molte sue componenti agricole ingessato ed ancorato ad una mentalità permeata di terzismo produttivo che non porta da nessuna parte – dà conto delle sperimentazioni che Francesco Sanapo e la sua Ditta Artigianale di Firenze stanno portando avanti con la sperimentazione di alcuni caffè alla frutta ottenuti con la tecnica della fermentazione.

Chi scrive sa benissimo quanto i lettori di Comunicaffè siano edotti dell’argomento e si esime quindi dal continuare nel merito; si permette invece di sottolineare l’importanza di un possibile, e da me auspicato, avvicinamento fra il mondo del caffè e quello della frutta che potrebbe portare a risultati forse interessanti.

Che il professor Roberto Della Casa, fondatore e anima di IFN, professore di marketing all’Alma Mater di Bologna, esperto di riconosciuto livello e, ciliegina sulla torta, deus ex machina di Monitor Ortofrutta di Agroter (realtà molto conosciuta ed attiva nell’ambito ortofrutticolo che testimonia la conoscenza della variegata realtà economica del comparto e della filiera nel suo complesso) abbia per così dire annusato un possibile nuovo sbocco, ci porta ad auspicare che si esplorino nuove strade.

Anche allo scopo di ravvivare la smunta e troppo risaputa narrazione della frutta: essa pure, come il caffè, portatrice di voglia di vivere e non solo di ‘parametri’ nutraceutici. La sua colorata e antica cultura va riscoperta e valorizzata.