In occasione di questa importante iniziativa, l’azienda ha realizzato un prodotto in limited edition, disponibile in esclusiva presso il Dream Bar: una latta di caffè per la moka caratterizzata dal tappo a forma di unicorno, elemento iconico del Museum of Dreamers, un oggetto di design che fa sognare ad occhi aperti.
Presso la caffetteria all’interno del museo, sarà anche possibile immergersi nel mondo Caffè Moak, gustando i sapori più intensi della tradizione del caffè. Un vero e proprio viaggio che esalta la scoperta di un prodotto unico nato dall’innata caparbietà di voler produrre il meglio e nel miglior modo, unito all’innovazione tecnologica.
Fanno da cornice al caffè gli accessori dedicati al bar come bustine da zucchero, tovagliolini e piattini creati da Caffè Moak ad hoc con la grafica personalizzata Museum of Dreamers.
Grazie al notevole successo ottenuto durante la prima edizione italiana a Milano, l’inedito “museo” debutta a Roma con 21 istallazioni immersive dedicate ai sognatori. Il progetto detiene un richiamo da record anche sui social, con oltre 100mila followers su Instagram e milioni di visualizzazioni su Tik Tok. Si stima che a partecipare e vivere questo nuovo spazio espositivo nella capitale saranno più di 700.000 persone.
“Siamo entusiasti di essere partner del Museum of Dreamers perché la nostra è un’azienda di sognatori. Il primo è stato il fondatore, mio padre, Giovanni Spadola, nel 1967. È da lui che abbiamo imparato che qualunque impresa nasce da un sogno e dal saper guardare oltre gli schemi tradizionali,” dichiara Alessandro Spadola – Ceo di Caffè Moak.
Attraverso questa partnership, Caffè Moak afferma con entusiasmo il suo interesse per la cultura, in tutte le sue molteplici forme, valore imprescindibile per il brand che da sempre partecipa attivamente a progetti e iniziative che la esaltino. Un percorso che, iniziato più di 50 anni fa, porta oggi questa realtà ad essere uno dei leader trainanti del settore. Un’azienda italiana che racconta il caffè con una visione internazionale ed un linguaggio contemporaneo.
La scheda sintetica dell’azienda
Caffè Moak nasce nel 1967 a Modica, da un piccolo laboratorio siciliano a conduzione familiare. Oggi è un marchio globale nel settore della torrefazione e distribuzione del caffè. Grazie alla innata caparbietà di voler produrre il meglio e nel miglior modo, è presente in oltre 50 Paesi, con sedi distributive a New York, Francoforte, Dubai, Atene, Salonicco e Malta.
Il figlio Carlo a sinistra e il padre Massimo a destra, in piantagione, ecco Shadhilly (foto concessa)
MILANO – Nelle Marche esiste un importatore di verde, Shadhilly, che ha fatto della trasparenza un marchio di fabbrica: non un obbligo calato dall’alto, ma una scelta consapevole dettata da dei valori precisi, volti alla costruzione di una filiera che a partire dalle origini, è concretamente sostenibile per i coltivatori e poi per le aziende che importano e trasformano il chicco.
Racconta il creatore di Shadhilly, Massimo Mogiatti: “Durante gli ultimi sei anni siamo passati da un solo container importato dal Guatemala ad 11-12 da vari Paesi.
Un numero che per molti sembrerà irrisorio, ma che per i produttori di quelle origini ha rappresentato un cambio di vita totale.
Tutto questo, cercando di conciliare le esigenze del torrefattore, garantendo una qualità elevata che faccia conoscere la storia dietro alla tazzina.”
Shadhilly, 49 soci a sostegno di un progetto equo solidale
Da quanto vi occupate di specialty?
Massimo con i produttori (foto concessa)
“Per molti anni ho lavorato per una delle principali energetiche italiane girando per il mondo e contemporaneamente facevo il volontario in una bottega che si occupava di commercio equo solidale.
Nel tempo, quest’ultima è diventata la mia vera strada: ho lavorato per una cooperativa marchigiana di commercio equo occupandomi di progetti di importazione.
Tra questi, uno legato al caffè del Guatemala, dove un sacerdote guatemalteco ci raggiunse per raccontarci le condizioni in cui si coltivava il caffè: erano gli anni 2001/2002 e la borsa del caffè arabica toccava uno dei peggiori minimi che si ricordano.
Ci siamo recati sul posto per conoscere questa comunità e valutare una collaborazione e in seguito ci siamo tornati varie volte: così mi sono appassionato al chicco.
Dopo 10 anni, nel 2012, mi sono stancato di viaggiare e di dover escludere alcuni dei produttori che volevano entrare in questo circuito, perché non avevamo a disposizione le risorse e le dimensioni necessarie per esser coinvolti.
Inoltre, la consapevolezza che intorno al caffè ci fosse un mercato economico impressionante, mi suggeriva che potessimo avere un impatto davvero significativo sulle condizioni di questi farmers.
Abbiamo allora fondato una cooperativa che si focalizzasse esclusivamente su questa materia prima perché le opportunità per agire erano tante e quei cambiamenti che potevano apparire minimi per noi, alle origini avrebbero avuto un grande effetto sulla qualità della vita dei contadini.
Sin dall’inizio abbiamo intuito, grazie anche al confronto con diversi torrefattori, che studiare approfonditamente il caffè era la giusta strategia per questo nuovo percorso, tanto per noi quanto per i produttori.
Abbiamo quindi intrapreso un tragitto parallelo (sia noi che i farmers) di formazione, da una lato in piantagione tramite specialisti e agronomi locali e dall’altro frequentando corsi di specializzazione inizialmente sul green coffee e sensory, per poi passare anche al roasting e brewing.
Perché nel mondo del caffè non si smette mai di imparare.
Siamo degli importatori di verde, anche se ci interessa la torrefazione. Ma per il momento non ci siamo sviluppati in questo senso, innanzi tutto perché sappiamo quanto sia complesso il mondo della torrefazione e non ci si può improvvisare, in parte per non metterci in competizione con i nostri stessi clienti (molti dei quali sono oramai anche amici).
Ci penseremo per il futuro, ma soltanto nell’ottica di rispondere alla richiesta che a volte ci viene rivolta, di creare piccoli lotti personalizzati che sarebbero troppo ridotti da gestire per alcuni terzisti medio/grandi e troppo ingenti per i micro torrefattori.”
Shadhilly è un cognome che si perde in una delle leggende che raccontano l’origine della scoperta del caffè Ali Bin Omar Al Shadhilly, personaggio realmente esistito: un monaco sufi yemenita.
Invaghitosi della figlia del sultano viene costretto a vivere in esilio, e durante i suoi viaggi scopre le bacche del caffè e le usa come medicamento usandone il decotto.
Risulta essere la cura miracolosa contro una malattia della pelle che si era diffusa nel sultanato, e così, Al Shadhilly ha riconquistato il suo ruolo nella società.
Racconta Massimo Mogiatti: “Nella mia vita precedente di dipendente, ho passato diversi anni nei paesi medio orientali, e quel mondo mi ha sempre affascinato.
Il nome Shadhilly in particolare, ancora oggi, soprattutto nella fascia dei paesi nord africani e in alcuni medio orientali, è considerato una sorta di protettore dei consumatori e produttori di caffè. Così l’ho scelto per la nostra attività commerciale.”
Ma vi siete occupati sempre e soltanto di specialty?
“Ci occupiamo di specialty, ma non soltanto di quelli, perché ci piacerebbe tanto che il discorso attorno a questo prodotto di altissima qualità servisse da traino per far elevare la qualità media anche dei caffè più commerciali.
Se lo specialty restasse la piccolissima nicchia di mercato in cui vengono acquistati solo piccoli lotti dalle micro torrefazioni per inserirsi in piccoli mercati o per le competizioni, il nostro obiettivo di sostenere le comunità produttrici, vacillerebbe.
Difatti così facendo, riusciremmo a supportare soltanto una famiglia, ma non aiutarne tante altre né ad elevare la qualità media del resto del caffè che viene coltivato, e di conseguenza i farmers non potrebbero fissare un prezzo più alto.
In mezzo ai campi (foto concessa)
Un altro effetto collaterale che mi spiace notare: la grandissima parte del caffè che importiamo e vendiamo ai nostri clienti, viene lavorato per poi esser venduto all’estero.
Questo perché in questi paesi è meno forte la presenza e la tradizione dell’espresso, e invece è più diffuso il filtro e la tostatura più chiara. Al contrario in Italia, in cui siamo interessati più al corpo della bevanda, gira più Robusta e di qualità medio bassa.
Ma d’altronde nel nostro Paese ci sono tanti che ancora pensano che sia importante per la bontà di un espresso soprattutto la buona performance della macchina piuttosto che la qualità della materia prima.
Sicuramente una buona macchina è importante, ma ragionando così non faremo mai il passaggio culturale per cui è possibile che anche il caffè commerciale sia di buona qualità.
Importiamo in maniera più costante dal Guatemala, Honduras, Uganda, India e inoltre seguiamo anche altri piccoli progetti, con importazioni meno costanti negli anni per problematiche di vario tipo, da Nepal, Rwanda, Venezuela, Haiti.
Cerchiamo di promuovere in tutti questi paesi, oltre ai processi più conosciuti e considerati standard, alcune piccole produzioni di lavorazioni più particolari quali honey (yellow e red), fermentazioni anaerobiche (naturale e lavata).
Il torrefattore che fa la scelta di tostare caffè di qualità è curioso e ama provare cose nuove.”
Cosa è successo in questi anni e perché siete ancora convinti che la strada che avete scelto è quella giusta?
“Uno dei nostri impegni, e grande piacere, è la visita regolare alle organizzazioni di produttori con cui collaboriamo.
Condividere le molte fatiche, e qualche soddisfazione, serve a conservare una relazione sana.
Progettare il futuro, ognuno nel proprio ambito ma con alcuni ideali comuni può nutrire la speranza e qualche nuovo sogno.
Abbiamo progetti che vanno avanti da oltre 15 anni ed è la dimostrazione che funzionano. È successo in passato che alcune comunità, non riuscendo più a vendere il caffè ad un prezzo minimamente accettabile, abbandonassero i campi in cerca di altri lavori in città o addirittura in altre nazioni.
La gente scappa a qualsiasi costo, affrontando qualunque rischio pur di sopravvivere.
L’unico modo per permettere loro di restare a casa è dimostrare che possono vivere dignitosamente nella loro nazione, in questo caso specifico, coltivando caffè.
Se noi tornassimo nei posti in cui siamo arrivati 15 anni fa e oggi proponessimo ai giovani di continuare la professione della loro famiglia, adesso la loro risposta sarebbe ben diversa: pagando onestamente il frutto del loro lavoro, hanno realizzato che è possibile vivere serenamente.
Il percorso che abbiamo portato avanti con molti di questi gruppi è stato soprattutto formativo e di consapevolezza, per poi diventare anche vantaggioso dal punto di vista commerciale: molti di loro spesso si accontentano di raccogliere la bacca e venderla all’intermediario di turno.
Andare oltre la drupa per molti è difficile perché significherebbe occuparsi dei processi, quindi competenze e strutture.
Carlo tra i farmers (foto concessa)
Prestiti e/o finanziamenti, interni ed esterni, hanno consentito questo cammino e l’acquisizione delle attrezzature per lavorare il caffè e aumentarne così il valore e creare occupazione.
In questo arco di tempo siamo riusciti a promuovere comunità che ora sono in grado anche di esportare direttamente il loro caffè, oltre ad aver appreso nuove tecniche agronomiche e di processo.
Li abbiamo supportati ad emanciparsi e oggi ne “paghiamo il prezzo”.
Miglioramenti sociali, competenze e consapevolezza li portano, a volte, a prendere strade diverse dalle nostre. Una emancipazione che li rende autonomi da tutti, anche da noi, ma non era quello che sognavamo 15 anni fa?
Tutto questo si riflette anche sul nostro lavoro qui in Italia, da un lato cercando di costruire una relazione, anche con i nostri clienti, basata davvero su fiducia e collaborazione reciproca, dall’altro agendo sul nostro territorio, siamo sempre pronti a spendere il nostro tempo per andare nelle scuole, nei Gruppi di Acquisto Solidale, gruppi scout, associazioni e circoli di qualunque ispirazione, a parlare di un modo diverso di fare commercio del caffè.
Aderiamo per questo stesso motivo ad Equo Garantito, associazione nazionale del commercio equo solidale, che si è dotato di un sistema di monitoraggio e certificazione controllato da un ente esterno, il CSQA, ogni anno i valutatori di Equogarantito vengono a trovarci per verificare che le nostre belle parole corrispondano ai fatti rispetto al nostro impegno verso i produttori, verso i nostri lavoratori e verso l’ambiente.”
La sostenibilità della filiera passa per la tracciabilità e la trasparenza: ci parla del sistema di prezzo che avete adottato, come lo avete strutturato e perché avete deciso di renderlo così esplicito al consumatore?
“È stata una cosa molto facile da fare, perché innanzitutto è uno dei criteri del commercio equo in generale.
Ci siamo chiesti: vogliamo rendere consapevole il consumatore rispetto a quello che succede quando compra un prodotto? Poi ad alcuni non interessa, ma di fatto nessuno sa, quando si va ad acquistare un pacchetto di caffè al supermercato, dove vengono ripartiti i suoi soldi.
Il lavoro di selezione del chicco fatto dalle donne (foto concessa)
Come avviene la distribuzione del valore? A noi è sembrato giusto informare il consumatore, facendogli scoprire che il 38-39% è quello che viene pagato al produttore di caffè.
In questo modo, se si viene a sapere che in un altro pacchetto di caffè, qualsiasi, quel 38% si riduce al massimo al 4% e c’è una importante fetta che invece viene destinata ai costi promozionali e di marketing, il consumatore potrebbe scegliere più consapevolmente.
Abbiamo fatto anche due schede diverse, una per il verde e una per il caffè torrefatto e le abbiamo strutturate basandoci sul metodo che applichiamo per stabilire il prezzo ai nostri stessi clienti.
Qui il torrefattore può vedere che oltre l’80% del prezzo che chiediamo diventa prezzo FOB pagato al produttore. Queste tabelle vengono, mediamente, aggiornate ogni stagione.”
Come sono le reazioni sin qui?
“I torrefattori generalmente sono molto contenti. Anche del dettaglio che non è tanto visibile ma è importante soprattutto per loro: costruiamo questo prezzo quando importiamo il caffè.
Quel prezzo per noi vale da qui sino alla prossima importazione, senza listini settimanali che variano a seconda dell’andamento della Borsa.
I clienti apprezzano tanto il poter fare, a loro volta, programmazioni più certe, e vedere cosa giustifica il prezzo dietro il chilogrammo di caffè.”
Futuro per Shadhilly e per il mercato del verde?
“Negli ultimi anni c’è sicuramente un gran parlare e qualche preoccupazione intorno al caffè verde, qualche volta con, purtroppo, valide ragioni come quelle legate ai cambiamenti climatici, argomento oramai costantemente presente negli incontri con i produttori; altre volte, purtroppo, legate solamente a fasi speculative del mercato.
Vedo Shadhilly che continuerà a lavorare duro. Ci sarà probabilmente bisogno di rinforzi, di persone che condividano alcune cose: qui non si viene a lavorare in un posto in cui si fa il lavoro soltanto per lo stipendio. Il salario si costruisce mese per mese. Non c’è il dipendente: siamo tutti uguali e si fa quel che serve per portare avanti il progetto.
Dallo scarico dei container al viaggio nei paesi d’origine.”
MILANO – Caffè batte social media: dovendo scegliere tra una tazza mattutina dell’aromatica bevanda e i propri account, la maggioranza degli americani rinuncerebbe a questi ultimi. Questa una delle considerazioni più curiose uscite da un’indagine sulle abitudini dei consumatori Usa commissionata da Bunn – il colosso dei percolatori all’americana – in occasione della recente Giornata nazionale del caffè.
Una risposta che ricorda, per certi versi, quella data dai consumatori di dieci paesi (tra cui l’Italia) in una ricerca simile lanciata recentemente da Versuni.
L’indagine di oltreoceano è stata condotta da OnePoll, su un campione di 2 mila consumatori di caffè, tra il 5 e l’8 settembre.
Dalle risposte un primo dato significativo: per oltre 4 consumatori su 5 (81%), la prospettiva di bere un buon caffè è la molla che spinge ad alzarsi dal letto alla mattina.
Mediamente, gli intervistati bevono 460 tazze di caffè all’anno dividendo le loro preferenze tra caffè caldo (48%), cold brew (20%), iced coffee (18%), frappé al caffè (7%) e bevande a base di espresso (5%).
Il caffè motiva più spesso ad alzarsi dal letto chi preferisce il cold brew o il caffè caldo (rispettivamente 86% e 83%) rispetto agli estimatori dell’icedcoffee o dei frappé (76% e 66%).
All’alternativa caffè-social, ben il 36% degli utenti delle reti sociali rinuncerebbe ai propri account online, contro il 25% che smetterebbe di bere caffè.
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MILANO – Blenda è una società che nasce per fornire le piccole e medie torrefazioni, italiane e non solo. Piccole e medie realtà che hanno necessità di confrontarsi con il mercato in maniera totalmente differente da quelle grandi, più o meno industrializzate. Blenda fa parte di ofi, ed è la realizzazione di un progetto che permette anche alle piccole e medie torrefazioni di entrare in una realtà che ha al centro la qualità, non solo del prodotto, ma della vita di coloro che contribuiscono a fornirlo.
Blenda a Host Milano
ofi con una presenza costante durante tutto l’anno in origine con i propri impianti di lavorazione che processano oltre il 90% dell’approvvigionamento di caffè verde, è in grado di controllare sia la qualità che la costanza nella fornitura ai clienti.
La presenza significativa di ofi in origine e la sua catena di valore integrata le permettono di offrire a Blenda anche caffè verde sostenibile e tracciabile destinato ai torrefattori italiani e di soddisfare le crescenti esigenze di tracciabilità e di rispetto dell’ambiente.
La strategia di sostenibilità di ofi per il futuro del settore caffeicolo, Coffee LENS, ha fissato obiettivi e impegni ambiziosi in diverse aree ambientali e sociali per affrontare le sfide comuni del settore nella fornitura globale del caffè. I progressi compiuti finora sono pubblicati nell’Impact Report 2022.
Blenda è il contatto tra questo mondo e le piccole e medie torrefazioni. Sviluppo di standard qualitativi mirati, assistenza all’utilizzo ideale di ogni singolo caffè, come tostatura ed estrazione, al fine di ottenerne il miglior risultato all’interno della propria miscela, sono l’obiettivo primario di Blenda.
Il logo di ofi
La miscela è l’anima di un’azienda, il suo dna, capace di renderla unica, indistinguibile.
Il sogno di ogni torrefattore è quello di trasmettere alle proprie miscele, la propria anima, personalità e storia, al fine di sposare al meglio le aspettative della propria clientela all’interno del proprio territorio.
In Italia non esiste la migliore miscela, esistono innumerevoli miscele, ognuna diversa dall’altra a seconda della latitudine, della tostatura, dalle percentuali dei caffè utilizzati.
Tutte frutto di anni di esperienza e di confronto con la propria clientela. Sono tutte espressioni di un mondo molto complesso, il mondo dell’espresso Italiano.
Il sogno di Blenda è quello di supportare la propria clientela per vivere e crescere all’interno di questo mondo anche grazie alla capillare organizzazione di ofi.
Questo è l’inizio di un lungo e bellissimo viaggio nostro e di chiunque voglia sposare la filosofia della società.
Blenda sarà presente a Host 2023 dal 13 al 17 ottobre, pad.22 stand. G47/H48.
Il pack confezionato dalla nuova linea G14 CK (immagine concessa)
MILANO – Goglio, azienda leader mondiale nel packaging flessibile, partecipa a Host 2023 (Milano, 13-17 ottobre) al Pad 18, Stand F52 – F58 G51 – G57 portando alcune delle più recenti innovazioni di prodotto e servizio sviluppate dal Gruppo per il settore del caffè. Goglio si distingue per la capacità di offrire un Sistema completo, che si articola in materiali, linee di confezionamento, valvole, capsule e servizi, in particolare per il mercato del caffè.
Goglio presente a Host
La valvola di degasazione, ideata e brevettata da Goglio già nel 1968, ha negli anni innovato in modo significativo il packaging flessibile e il mondo del caffè. Impiegata per consentire la fuoriuscita dell’anidride carbonica naturalmente emessa dal caffè tostato, impedendo allo stesso tempo l’ingresso dell’ossigeno, offre evidenti vantaggi in termini di riduzione dei tempi di stoccaggio.
L’offerta di valvole è stata ampliata nel corso degli anni, fino ad arrivare a quella attuale, che comprende soluzioni adatte a svariati prodotti e tecnologie.
La valvola, originariamente concepita per formati tradizionali di caffè, ha ora raggiunto anche il mercato del caffè porzionato, in grande crescita negli ultimi anni, con l’introduzione da parte di Goglio della prima capsula con valvola al mondo.
Grazie a questa nuova tecnologia è possibile confezionare subito il caffè tostato, preservando tutti gli aromi del prodotto.
L’innovazione per Goglio è sempre accompagnata dall’attenzione alla sostenibilità: la capsula, infatti, valida soluzione sia per grandi che per piccoli produttori, è disponibile nella versione 100% compostabile, già certificata a livello industriale, per andare incontro ai regolamenti in fase di discussione in Italia e in Europa.
Inoltre, la capsula – adatta anche a tè, tisane in foglia e prodotti solubili – grazie a un brevetto esclusivo si caratterizza per l’elevata qualità di erogazione, ottenuta con lid auto-perforanti che garantiscono anche una perfetta compatibilità con le macchine erogatrici.
Sempre nel contesto della tecnologia orientata alla sostenibilità dei materiali, Goglio ha introdotto una linea di confezioni per il caffè realizzate con laminati sostenibili, disponibili in una vasta gamma di formati.
Queste confezioni in materiali poliolefinici o monomateriali di polietilene o polipropilene presentano elevate proprietà barriera, garantendo così la conservazione del prodotto e la stessa facilità di lavorazione rispetto ai laminati convenzionali. I nuovi laminati Goglio, dove previsto, possono essere conferiti regolarmente nella plastica e raccolti per il riciclo nei moderni impianti di gestione dei rifiuti.
Allo stand sarà infine possibile visionare l’innovativa G14 CK, una linea di confezionamento con partenza da bobina che risulta ottimale per l’imballaggio di prodotti secchi, in polvere o in pezzi.
Questa linea è equipaggiata per confezionare pack da 1 kg di caffè in grani, nella versione monomateriale completamente riciclabile, composta al 100% da polietilene, e permette di applicare ai pack la valvola di degasazione monodirezionale con tecnologia ad ultrasuoni.
È dotata di connessione al sistema di monitoraggio remoto Goglio MIND, oggi ulteriormente potenziato con la novità fres-co System+, che permette la connessione diretta tra linea di confezionamento e materiali e sarà presentato in fiera insieme ad altri importanti aggiornamenti della piattaforma.
E1 Prima Pro nasce pioniere, sempre orientata a portare innovazione in ogni ambiente dove può vivere, potenziando creativi e sperimentatori.
È per questo motivo che Victoria Arduino ha condensato le più avanzate tecnologie in uno dei design più eclettici.
La macchina single group E1 Prima Pro (immagine concessa)
E1 Prima Pro è la macchina professionale per caffè espresso a un gruppo per gli specialisti del caffè, i torrefattori, chef e mixologists che vogliono raggiungere picchi di qualità inesplorati, scoprire nuovi confini di gusto ad assaporare l’emozione di arrivare dove nessuno è giunto prima.
E1 Prima Pro è la single group di Victoria Arduino più potente mai realizzata. Tutti gli standard vengono messi in discussione e superati. A partire da performance, controllo e flessibilità di estrazione, a leggerezza e compattezza.
Performance e controllo in uno spazio compatto
Il nuovo display touchscreen 2.1’’ è stato studiato per offrire tutte le informazioni sull’estrazione, facilità di lettura e per velocizzare tutte le fasi di controllo e scelta delle impostazioni. È possibile cambiare le modalità di estrazione, creare tanti tipi di ricette e impostare le funzioni di energy saving.
E1 Prima PRO incorpora l’innovativa tecnologia T3 Genius di Victoria Arduino, in grado di garantire il totale controllo della temperatura per la massima precisione in tazza.
La Brew Temperature Reproducibility di E1 Prima PRO, infatti, ha ottenuto risultati ottimali posizionandosi perfettamente nei range imposti dal World Coffee Events.
T3 Genius technology garantisce un riscaldamento del gruppo ancora più veloce rispetto alle macchine della stessa categoria, aumentando la precisione e la reattività, richiedendo meno calore per essere alimentato, velocizzando i tempi di riscaldamento e risparmiando energia. Le caldaie coibentante aumentano l’isolamento termico evitando sprechi e dispersione di calore e aumentando l’efficienza.
T3 Genius technology, inoltre, raddoppia la pressione del vapore (2.1 bar) e dimezza la quantità di acqua per produrre una crema latte dolce e consistente. Il doppio controllo elettronico del vapore Advanced Steam by Wire permette di parzializzare il vapore per bricchi con diverse capacità.
E1 Prima PRO aumenta la produttività della gamma E1 Prima e offre un risultato in tazza eccellente in modo semplice e veloce.
Flessibilità di estrazione
Grazie a E1 Prima PRO è possibile arrivato il momento di scoprire Pure Brew Technology e PBTech. Pure Brew Technology è un metodo incredibilmente innovativo di estrazione del caffè. Il PBTech è la rivoluzione per l’estrazione del tuo espresso che esalta la texture e i flavor di ogni caffè.
Pure Brew Techonology apre al barista un mondo nuovo di ricette inesplorate: estrarre il caffè in Pure Brew ti permette di creare la ricetta perfetta per il tuo filter coffee di alta qualità tazza dopo tazza.
Il Pure Brew è anche l’ingrediente perfetto da miscelare in cocktail e mocktail che esprimano la competenza dei barman e baristi.
L’aspetto geniale della Pure Brew Technology è che ti permette di esplorare intensità aromatiche inaspettate per caffè, tè e infusi di alta qualità aprendo porte inesplorate della miscelazione il cui unico limite è la tua fantasia/creatività.
Per la sua single group più potente mai realizzata, Victoria Arduino ha scelto le forme eclettiche di E1 Prima e due colori forti e decisi come il bold black e il racing red per offrire ai coffee specialists, roastmasters, chef e mixologists di scoprire nuovi confini del gusto con un oggetto dal design unico in grado di offrire un’esperienza che coinvolge i cinque sensi. E1 Prima PRO è al fianco dei pionieri del gusto.
Victoria Arduino Vi aspetta a Host (Hall 24 booth B23-D24) per scoprire la E1 Prima PRO.
La scheda sintetica di Victoria Arduino
Victoria Arduino è un marchio italiano di macchine professionali per caffè espresso nato nel 1905 e che ha lavorato sul prodotto di qualità, facendo continuamente ricerca.
Dalla progettazione della macchina da caffè alla comunicazione, il marchio ha raccolto le necessità di ogni tempo e le ha trasformate in tecnologie, materiali ed esperienze, anche grazie a grandi collaborazioni come quelle dell’artista futurista Leonetto Cappiello, dell’architetto Luigi Caccia Dominioni e dell’architetto Giulio Cappellini.
Nel suo percorso ha creato installazioni spettacolari come la macchina da caffè murale a 24 gruppi nello stadio Artemio Franchi a Firenze, così come ha presentato nuove tecnologie che hanno trasformato e reso accessibile il modo di preparare bevande a base di caffè e latte in regime di rispetto della materia prima, dell’ambiente e della sostenibilità economica del locale.
Ma soprattutto Victoria Arduino, che ha per simbolo proprio un’aquila, ha saputo guardare oltre i confini geopolitici, confrontandosi e ascoltando un pubblico internazionale. Di proprietà di Simonelli Group SpA, il brand è sponsor ufficiale del Campionato Mondiale dei Baristi dal 2015.
FIRENZE – Dalle nuove frontiere del caffè, agli speciality con gusti unici e insoliti, fino alle novità più golose legate alla colazione e ai dessert. Ditta Artigianale sbarca ad Host (Milano, 13-17 ottobre), la fiera mondiale dedicata al settore della ristorazione e dell’accoglienza, dove sarà presente insieme alle aziende più rappresentative del panorama italiano della filiera del caffè.
Ditta Artigianale presente a Host
A rappresentare la prima linea italiana di caffetterie dedicata al consumo consapevole di caffè e microroastery saranno Francesco Sanapo ed i suoi più stretti collaboratori, che oltre a far conoscere al pubblico caffè dai gusti unici e particolari, parleranno anche delle difficoltà che sta attraversando il settore e delle ultime tendenze provenienti dai paesi di origine.
Spazio anche alle colazioni, con una serie di momenti durante i quali Ditta Artigianale presenterà una serie di reinterpretazioni della tradizionale colazione all’italiana.
Proprio da qui inizierà il cammino di Ditta Artigianale ad Host, quando sarà ospite dello stand di Sanremo (Hall 24, Stand L22-L33-M24-M34) per l’Italian Speciality Breakfast, appuntamento nel quale Ditta abbinerà i suoi caffè speciali alla pasticceria da colazione di Francesca Grillotti, head pastry chef della nuova Bakery di Ditta Artigianale, a Firenze. Appuntamento dalle 9,30 alle 11, da venerdì 13 a domenica 15 ottobre.
Sabato 14 ottobre, lo stand di Cimbali (hall 24, stand L11-P12) ospiterà il focus sui caffè impiegati nelle gare baristi, con Francesco Sanapo che presenterà i caffè colombiani da competizione (ore 10).
Domenica 15 ottobre, all’interno dello stand di Nuova Simonelli (Hall 24, Stand B23-D24), dalle 16 alle 17,30, sarà organizzato l’incontro “Il caffè del futuro” nel quale si parlerà della difficile situazione che sta coinvolgendo i paesi di origine del caffè, analizzando al contempo le nuove frontiere del settore e di come queste stiano modificando il risultato finale in tazza. L’evento si svolgerà in collaborazione con la Federacion Nazional de Cafeteros de Colombia ed il Coffè Knowlodge Hub di Nuova Simonelli. A moderare l’incontro gli special guest di Juice It Up.
Sempre la domenica il campione italiano di caffè 2017 e coffee expert di Ditta Artigianale, Francesco Masciullo, sarà nello stand di BWT per presentare, in anteprima assoluta, “Espresso Frutty Bomb”, una miscela espresso che presenta all’interno caffè fermentati con la frutta. Un’occasione per assaggiare un caffè dal gusto unico, mai provato prima.
Infine, la mattina lunedì 16 ottobre, Ditta Artigianale sarà allo stand di Rocket Espresso Machine con Francesco Masciullo, che presenterà la diversa interpretazione dell’espresso, attraverso due diversi approcci di tostatura che faranno emergere in tazza profili di gusto completamenti diversi.
Nel pomeriggio, invece, appuntamento dedicato ai più golosi all’interno dello stand Marzocco con Francesco Sanapo e Silvana Vivoli, della Gelateria Vivoli, che presenteranno “The Original Affogato”, appuntamento dove il miglior gelato fiorentino incontrerà gli esclusivi caffè di Ditta Artigianale, per un dessert dal gusto unico e speciale.
“Durante Host non presenteremo solo i nostri caffè, ma porteremo contenuti che confidiamo possano contribuire a dare sempre più valore al settore – spiega Francesco Sanapo, pluripremiato campione barista e assaggiatore e fondatore, insieme a Patrick Hoffer, di Ditta Artigianale. – Rivisiteremo il rito della colazione italiana in chiave moderna, porteremo caffè dai gusti mai provati finora e racconteremo le avversità che sta vivendo il caffè nel mondo, insieme alle ultime tendenze provenienti dai paesi di origine. Insomma, porteremo in fiera tutto il nostro know-how, per condividerlo con colleghi, amici e tutti i coffee lovers.”
CHIGNOLO D’ISOLA (Bergamo) – Mancano pochi giorni all’inizio della nuova edizione di Host, l’appuntamento biennale per tutti gli operatori del mondo horeca, giunto alla 43ª edizione. Quest’anno, più che mai, per Carimali sarà un’edizione nuova. Accantonata l’idea di uno stand puramente espositivo, dedicato alla tradizionale presentazione dei prodotti, il Gruppo Vea ha deciso di rivoluzionare la sua partecipazione alla fiera, spostando l’attenzione sul concetto di esperienza per raccontare i nuovi trend del mercato del caffè – la ricerca di macchine sempre più performanti per garantire un caffè di qualità anche a casa o la sostenibilità come stile di vita nelle scelte quotidiane, per citarne alcuni.
Carimali a Host Milano
Protagonista dello stand sarà un’area esperienziale dove i visitatori potranno toccare con mano le risposte alle tendenze che i brand Carimali, Elektra, Heylo e Bellezza propongono sul mercato.
I brand Elektra, Bellezza, Heylo e Carimali (immagine concessa)
Il tutto arricchito da una grafica realizzata dall’illustratore Alessandro Adelio Rossi, che è riuscito a tradurre in immagini la complessità del Gruppo: come in una tipica casa di ringhiera, i 4 brand sono coinquilini che convivono con le loro peculiarità e unicità.
L’inquilino Carimali, un uomo d’affari che gira il mondo per lavoro, rappresenta il trend “From coffee to beverages” ovvero la tendenza che vede il caffè come uno degli ingredienti di una bevanda più complessa, preparata con latte caldo o freddo, cioccolato o sciroppi. Queste bevande, sempre più personalizzate, combinano più elementi per soddisfare i gusti e le preferenze di tutti i consumatori.
Carimali risponde a questo trend con CARItower, una coffee station che offrirà ai visitatori un’ampia varietà di bevande – caffè caldo o freddo, latte con sciroppi, cappuccino freddo o caldo e mokaccino, sono solo alcune delle combinazioni possibili.
Tutto questo sarà garantito da SilverAce Power, new entry nel portfolio Carimali che si distingue sul mercato per la massima produttività combinata ad una vasta scelta di bevande personalizzate.
Oltre all’area esperienziale, non mancherà sicuramente uno spazio espositivo, dedicato alla presentazione dei nuovi modelli: SilverAce Power e Blue26 Power in primo piano, insieme a SilverTwin e la tradizionale Nimble.
Blue26 Power (immagine concessa)
Nuova entrata della gamma SilverAce, il modello Power è pensato per location con elevati consumi fino a 400 tazze giornaliere. Il nuovo sistema latte CARIcream – che garantisce l’altissima qualità del latte caldo e freddo – e la possibilità di utilizzare contemporaneamente fino a 5 prodotti – 2 miscele di caffè, 2 prodotti solubili e il latte fresco – ne fanno la macchina ideale per convenience store, lounge e servizi di ristorazione veloce.
La gamma di arricchisce dei modelli SilverAce e SilverAce Plus, entrambi pensate per location con consumi medi di 200 tazze giornaliere.
Blue26 Power completa la gamma Blue26, in grado di racchiudere in soli 26 cm di larghezza molteplici funzionalità.
È caratterizzata da design compatto, modulare e da una praticità unica, pensata per ambienti con una produttività media giornaliera di 75 bevande come piccoli uffici, B&B e sale colazioni. Il touch screen da 7” e il sistema latte CARImilk Plus garantiscono alla macchina grande versatilità in dimensioni ridotte.
Sullo stand sarà presente anche SilverTwin, macchina da caffè superautomatica perfetta per sale colazioni, lounges o uffici dove design e varietà delle bevande sono requisiti fondamentali.
La gamma si completa con il modello SilverTwin Plus che, grazie a due gruppi caffè, è la soluzione perfetta per tutti i locali di grandi dimensioni, che prediligono miscele personalizzate e un risultato ottimale in tazza.
Come l’intera famiglia Silver, i due modelli sono dotati di touch screen da 10”, che permette un’interazione facile ed intuitiva oltre ad una personalizzazione della bevanda, e CARImilk Plus, il sistema latte che garantisce una produzione di latte costante e con elevati standard di qualità.
Per le macchine tradizionali Nimble fa il suo debutto ufficiale in Europa. Sviluppata da Carimali China per rispondere alle richieste del mercato in continua evoluzione, in pochi mesi ha riscosso molto successo anche nei mercati europei. È pratica e di facile utilizzo, è dotata di display e 5 comodi pulsanti e vanta un rapporto qualità/prezzo molto interessante. Disponibile nelle versioni a 1 e 2 gruppi, è pensata per coffee shop e ristoranti di piccole dimensioni.
Le macchine tradizionali presenti sullo stand saranno affiancate dai prodotti Slingshot, il brand australiano per il quale Carimali è il distributore ufficiale ed esclusivo per tutta l’Europa.
La gamma è composta dal macinadosatore volumetrico Dosis, quelli on-demand Talis e Sisma insieme a Kilo’, il pressino automatico più veloce sul mercato.
Dal 13 al 17 ottobre il team Carimali accoglierà tutti i visitatori allo stand G23 nel padiglione 24P, all’interno del quartiere fieristico di Milano Rho.
La scheda sintetica di Carimali
Carimali è un’azienda che da oltre 100 anni produce e commercializza macchine per caffè professionali, offrendo una gamma completa di prodotti, dalle macchine superautomatiche alle tradizionali, dai macinacaffè agli accessori. Dal 1919 crea tecnologie per migliorare l’estrazione del gusto nella preparazione di caffè e bevande a base latte.
La sede è nei pressi di Bergamo, dove si trovano uffici e produzione. A Lainate (Mi) è presente una seconda divisione commerciale e tecnica per il mercato italiano mentre in Cina sorge un secondo sito produttivo. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.
L’innovativa moka a cialde MokaCiao (immagine concessa)
NAPOLI – Caffè Borbone anche quest’anno sarà presente a Host 2023, la fiera mondiale dedicata al mondo della ristorazione e dell’accoglienza, in programma a Fiera Milano (Rho) dal 13 al 17 ottobre. Presso lo Stand C14 – D13 all’interno del padiglione 14P, insieme all’intera gamma ormai consolidata di miscele, disponibili in cialde e in capsule compatibili con i sistemi più diffusi, l’azienda presenterà due novità, Crema fredda caffè, da oggi proposta anche nelle versioni Hot e Crema caffè Baileys, e MokaCiao, la moka che supporta il sistema a cialde.
Caffè Borbone a Host
Grande successo del 2023, Crema fredda caffè, senza glutine e senza lattosio, è il primo dessert Borbone al cucchiaio al gusto caffè per il mercato domestico, buono come al bar.
Crema caffè Baileys (immagine concessa)
Ora Caffè Borbone la propone anche in versione Hot, da servire calda nell’apposito bicchierino utilizzabile in microonde, e nella variante Crema caffè Baileys al gusto inimitabile dell’Original Irish Cream, nata dall’operazione di co-branding con Baileys.
La confezione brick da 550g, ancora più pratica perché non necessita della catena del freddo per la prima conservazione, non cambia ed entrambe le versioni possono essere gustate da sole o aggiunte a bevande e dessert per ricette sempre nuove.
Crema Caffè Hot (immagine concessa)
MokaCiao è l’innovativa moka per sistema a cialde progettata e ideata da Caffè Borbone. Facile da usare, rapida nell’erogazione e veloce da pulire, è pensata per offrire un’esperienza di consumo del tutto inedita, mettendo d’accordo i più tradizionalisti amanti del sapore morbido del caffè in moka e i più attenti a un consumo consapevole e responsabile.
Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone: “Le novità di Host 2023 confermano il duplice impegno di Caffè Borbone rispetto ai grandi temi dell’innovazione e della sostenibilità. Mai come in questo caso, si incontrano in un’offerta sempre più varia che sa unire tradizione e contemporaneità”.
Schiavon aggiunge: “Le Creme caffè dimostrano come un prodotto apprezzato dal consumatore possa essere proposto con continuità ma in sempre diverse varianti, per esperienze di gusto che non annoiano mai, mentre MokaCiao rappresenta una soluzione innovativa per gustare un caffè in ogni momento della giornata, diverso ogni volta ma sempre dall’ottimo sapore al palato, senza lasciare tracce né residui”.
La praticità della cialda che non lascia residui e la velocità dell’erogazione – per un caffè con MokaCiao bastano poco più di tre minuti – la rendono la soluzione perfetta per ogni momento della giornata, dalla routine della mattina al caffè dopo cena. Il classico design nasconde, infatti, un sistema del tutto nuovo che mantiene inalterate le caratteristiche del caffè e permette di regolarne quantità e intensità.
Da una sola cialda è possibile ottenere uno, due o tre caffè, dal sapore corposo, equilibrato o delicato, in base all’acqua da dosare secondo i livelli segnalati all’interno della caldaia della moka. Tutto questo nel pieno rispetto dell’ambiente perché la cialda compostabile di Caffè Borbone può essere smaltita nell’umido e l’involucro riciclabile nella carta.
Tra i principali produttori di monoporzionato, nel 2017 Caffè Borbone è stato il primo in Italia a proporre agli appassionati di caffè la cialda compostabile che, smaltita nell’umido, può essere utilizzata per la produzione di compost. Successivamente, è stata la prima azienda a produrre un involucro riciclabile nella raccolta della carta e subito dopo ha lanciato la capsula compostabile in biopolimero con il top in carta filtro compatibile per i sistemi più diffusi.
Le nuove Creme caffè di Caffè Borbone saranno disponibili per l’acquisto dalla seconda metà di ottobre per tutti i canali di vendita, presso i negozi specializzati, in GDO, sul sito ufficiale di Caffè Borbone.
Dalla seconda metà di ottobre, MokaCiao sarà in vendita nell’originale packaging con scatola contenente una caffettiera MokaCiao e in omaggio 15 cialde della miscela Blu presso i negozi specializzati e sul sito ufficiale di Caffè Borbone.
La scheda sintetica di Caffè Borbone
Caffè Borbone è un marchio di Caffè Borbone S.r.l., azienda nata nel 1997 tra i principali produttori specializzati in cialde e capsule sul territorio nazionale ed internazionale. Leader assoluto nel comparto delle cialde in Distribuzione Moderna, sia in termini di quota val. % sia di vendite a Valore in mil Eur (cfr. Nielsen IT Distr. Moderna). Caffè Borbone occupa una delle primissime posizioni nel mercato del caffè porzionato. Nel 2018 entra nel capitale sociale Italmobiliare, una delle principali investment holding italiane, con il 60% delle quote mentre il 40% rimane al fondatore Massimo Renda.
L’azienda rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi come la cialda compostabile 100, l’incarto totalmente riciclabile nella raccolta della carta e la capsula compostabile Don Carlo che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.
Le tazzine dell'Istituto espresso italiano (immagine concessa)
BRESCIA – Un podcast interamente dedicato alle evoluzioni dell’espresso italiano lanciato da Iei Next, il gruppo dei giovani imprenditori che fanno parte dell’Istituto espresso italiano (Iei), e che vedrà la prima puntata lanciata proprio il 13 ottobre in occasione dell’avvio di Host, dove l’Iei sarà presente per tutti i giorni con varie attività.
Iei Next presenta il podcast dedicato all’espresso
Tre le puntate del podcast, prodotto da RKH, ascoltabile e scaricabile dalla piattaforma Spotify. Il filo conduttore sarà la sostenibilità del settore del caffè e in particolare nella prima puntata ne parlerà Luigi Morello, presidente dell’Istituto espresso italiano, nella seconda interverrà Paolo Marcesini, direttore Italia Circolare per finire questo primo ciclo di ascolti con Edoardo Arnello, ceo & founder AccessiWay – la tua soluzione di accessibilità web.
“Gli ascoltatori di podcast sono in costante crescita grazie alla loro natura multitasking, infatti in molti fanno anche altro mentre li ascoltano: lavorano, mettono a posto casa, guidano o si prendono un espresso. Noi di Iei Next ci siamo immaginati la pausa caffè come l’occasione per conoscere e scoprire storie che fossero spunti di riflessione e sensibilizzazione riguardo a temi a noi cari, come quello della sostenibilità” è il commento di Carlotta Trombetta del gruppo Iei Next.
L’Istituto espresso italiano (Iei) come detto sarà presente a Host dal 13 al 17 ottobre con uno spazio dedicato alla promozione della cultura del caffè italiano.
Lo stand Iei (Pad. 24P, V21 Z22) sarà infatti diviso in due aree, una dedicata alla novità pensata per consumatori e appassionati, l’Italian Espresso Game, e una tecnica che ospiterà le finalissime dell’Espresso italiano champion 2023.
Nella sezione Italian Espresso Game, l’Istituto espresso italiano proporrà durante l’intera manifestazione un gioco con l’analisi sensoriale di diversi stili di espresso avvalendosi naturalmente di miscele certificate Iei.
I visitatori avranno la possibilità di provare diversi stili regionali proposti in collaborazione con l’Istituto Internazionale assaggiatori caffè (Iiac) e riceveranno successivamente un attestato di partecipazione.
Nell’area Espresso Italiano Champion sabato 14 ottobre si terranno le semifinali internazionali di Espresso Italiano Champion 2023, a seguire domenica 15 con la finalissima che vedrà l’elezione del miglior barista dell’espresso italiano. In gara professionisti di diversi Paesi del mondo che dovranno realizzare espressi e cappuccini perfetti.
Quest’anno non dovranno dimostrare la loro capacità solo ai giudici tecnici e a quelli sensoriali (che continuano a operare in modalità blind) ma anche ai giudici marketing con una parte dedicata al racconto della propria storia e alla presentazione del proprio prodotto.
Tutte le attività svolte da Iei a Host sono supportate da Rancilio Group che ha messo a disposizione le macchine Specialty RS1 (certificate Iei Premium) e da Eureka con i propri macinadosatori Helios e Atom.
La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano
L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.
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