lunedì 01 Dicembre 2025
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Volcafe in Uganda a sostegno dei farmer, per la salvaguardia dell’ambiente

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La presenza di Volcafe in Uganda (immagine concessa)

MILANO – Posta nell’entroterra dell’Africa Orientale, l’Uganda, con circa 6 milioni di sacchi di robusta e 1 di arabica, è il secondo produttore di caffè del Continente dopo l’Etiopia e ha nell’Italia il suo primo paese d’esportazione. Il caffè contribuisce al 15% dell’export e dà sostentamento a più di 2,5 milioni di persone, tra cui oltre 1,8 milioni di piccoli coltivatori.

Volcafe in Uganda

Qui Volcafe è presente con la società Kyagalanyi, un nome storico, profondamente radicato e conosciuto in tutta l’Uganda: commercializza il caffè dalle principali aree della robusta e dell’arabica; gestisce 7 washing station e recentemente ha ampliato le attività nel Rwenzori, con una grande unità che lavora arabica sia lavato sia naturale.

“I torrefattori italiani trovano nel caffè ugandese un prodotto di qualità che piace – afferma Adriano Bagnasco, general manager Volcafe Italia -. I robusta coltivati tra 1000 e 1500 metri sull’altopiano centrale, si contraddistinguono per la tazza pulita, soave, con note dolci e cioccolatose, gradite lungo tutta la Penisola e molto apprezzate dai torrefattori napoletani”.

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Adriano Bagnasco, general manager Volcafe Italia (immagine concessa)

Bagnasco aggiunge: “La nostra selezione di arabica ha una buona acidità, in cui possiamo trovare note floreali o fruttate a seconda del prodotto a cui ci riferiamo. L’elevata qualità dei nostri prodotti è testimoniata dalla vittoria decretata dall’AFCA – African Fine Coffee Association – per due caffè arabica presentati da Kyagalanyi nelle categorie Natural e Washed, nell’ambito dell’ultima partecipazione da parte di Kyagalanyi all’Uganda Taste of Harest Competition 2020”.

Inoltre quando, nel 2021 Francesco Sanapo ha realizzato in Uganda il documentario in due puntate “The Coffee Hunter” trasmesso su Gambero Rosso Channel e Sky, si è rivolto a Volcafe, che l’ha supportato con la sua profonda conoscenza del territorio, dove è presente in modo capillare, delle persone e della realtà caffeicola del Paese, contribuendo alla buona riuscita dell’impegnativo tour.

“L’Uganda è una delle origini su cui abbiamo lavorato maggiormente, cooperando con ONG, associazioni locali, enti certificatori e torrefattori. Siamo intervenuti sulla formazione dei farmer per migliorare la qualità, aumentare la quantità e assicurare continuità demografica, scoraggiando l’abbandono delle colture da parte dei giovani attraverso nuove prospettive vantaggiose – riprende Adriano Bagnasco -. Abbiamo insegnato loro che lavorare il caffè può, anzi, deve essere un’attività imprenditoriale in grado offrire guadagni interessanti”.

Bagnasco aggiunge: “Il corretto approccio al lavoro è stato mostrato all’interno di 21 farm modello e oltre 500 lotti dimostrativi che guidano alla migliore gestione della prima parte della filiera del caffè”.

Bagnasco conclude: “Vedere il cartello con il simbolo Volcafe davanti alle piantagioni mi diceva che avevamo imboccato la strada giusta, fatta di una drastica riduzione della supply chain e di un reale supporto ai farmer”.

Oggigiorno la produzione ugandese è in forte crescita; negli ultimi 4-5 anni è più che raddoppiata, passando da 2,5 a 6 milioni di sacchi di robusta e i margini di crescita sono ancora molto interessanti.

Passi concreti per un futuro migliore

Attraverso Kyagalanyi, Volcafe gestisce numerosi programmi innovati al fine di superare le sfide sociali e ambientali nelle diverse comunità del caffè. Osserviamo alcune recenti iniziative.

La prima si svolge nella regione di Masaka, Monti Rwenzori in collaborazione con Rainforest Alliance, JDE e CEFORD e consiste in un approccio guidato dalla comunità volto a migliorare l’alfabetizzazione finanziaria, incentivare la frequenza scolastica e fornire competenze professionali per aumentare l’occupazione giovanile, dando un futuro migliore.

Questo grazie a una parte educativa-scolastica tenuta da insegnati appositamente formati, incontri tra insegnanti e genitori sull’importanza dell’istruzione, apprendimento di come si realizzano assorbenti riutilizzabili per migliorare la frequenza scolastica delle ragazze; per i diplomati sono disponibili corsi di formazioni che forniscono competenze professionali nei settori della meccanica, del tessile, della lavorazione del metallo e altro.

Ad oggi il progetto ha coinvolto 15 scuole, formato oltre 30 insegnanti e coinvolto oltre 4750 alunni.

Produzione all’insegna della sostenibilità

Aumentare la produzione senza deforestare è un obiettivo di Kyagalanyi che ha preso il via grazie a una sovvenzione rimborsabile ottenuta nel 2021 da Rebuilt Facility, società finanziaria che sostiene le imprese sostenibili di cacao e caffè nell’Africa Orientale e Occidentale.

Ciò ha permesso di piantare circa 100mila alberi e di salvaguardare oltre 1300 ettari di terreni agricoli in cui lavorano 1661 coltivatori, che hanno ricevuto premi per il loro caffè certificato UTZ.

Oggi Kyagalanyi continua a espandere i propri interventi agroforestali e forma in tal senso gli agricoltori; l’obiettivo è di diventare catalizzatore di iniziative per avviare il settore verso metodi di produzione più sostenibili e ridurre i tassi di deforestazione.

Migliorare la produzione di caffè e i mezzi di sussistenza attraverso la promozione dell’equilibrio di genere a livello familiare, il processo decisionale congiunto, la pianificazione e l’utilizzo del reddito familiare, è l’obiettivo del progetto condotto con Kyagalanyi, Zoegas, Nespresso, GEF nelle regioni del Monte Elgon, Rwenzori e in fase di allestimento a Masaka.

I mezzi di sussistenza delle famiglie sono influenzati dall’azione del cambiamento di genere del programma e dalla creazione di Associazioni di risparmio e prestito del villaggio (Village Savings and Loan Associations -VSLA).

Il modello VSLA crea gruppi di risparmio autogestiti e autocapitalizzati che utilizzano i risparmi dei membri per fare reciproci prestiti. Entro il 2020 sono state raggiunte 1613 famiglie e attivate 183 VSLA; l’intento è di arrivare a un totale di oltre 5800 famiglie. A Masaka stanno nascendo 44 VSLA; in Rwensori sono circa 80 e si prevede di aggiungerne altre nel 2023.

Volcafe: i diritti dell’infanzia

La tutela dei minori è protagonista di un progetto nella regione di Rwenzori condotta da Kyagalanyi con Nespresso e Terre des Hommes. A tal fine è stato realizzato un progetto incentrato sulla digitalizzazione e la sperimentazione di un sistema olistico e multisettoriale di monitoraggio e ripristino dei diritti dell’infanzia.

Il progetto mira a rafforzare o istituire comitati a livello comunitario per aumentare la consapevolezza sui diritti dei bambini e sul lavoro minorile nelle comunità, monitorando le aziende agricole attraverso visite individuali alle famiglie al fine di identificare e indirizzare in modo sicuro o curare i bambini che sono a rischio o esposti a lavoro minorile, violenza, abbandono, abusi e molestie.

Sono numerosi i progetti che riguardano la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio agricolo, come quelli in atto nella regione di Masaka e Rwenzori e condotti insieme a Kyagalanyi e Nespresso, di agroforestazine e riforestazione.

Questo al fine di ripristinare i suoli, limitare l’erosione, migliorare la biodiversità e aumentare l’ombra nelle piantagioni di caffè.

Il progetto è iniziato in Rwenzori nel 2021, dove sono stati piantati 40mila alberi autoctoni a cui se ne stanno unendo altri 300mila. Il cluster di Masaka è iniziato nel 2023 con l’obiettivo di piantare 45mila alberi a Bukomansimbi e un totale complessivo di 360mila alberi da piantare a Bukomansimbi e Lwengo tra il 2023 e il 2025 attraverso la creazione di vivai comunitari. Il progetto mira a raggiungere un totale 1,240 milioni di alberi messi a dimora in entrambi i cluster tra il 2021 e il 2025.

La scheda sintetica di ED&F Man

Fondata nel 1783 come società di brokeraggio e commercio di zucchero, ED&F Man negli anni ha allargato il suo raggio d’azione alle melasse e al caffè, acquisendo nel 2004 Volcafe, fondata nel 1851 dai fratelli Solomon e Johann Georg Volkart.

Il Gruppo con sede a Londra, controlla l’intera supply chain delle materie prime, dalla ricerca alla trasformazione, commercializzazione, distribuzione e trasporto ed è leader mondiale nei settori delle melasse e dei mangimi liquidi; tra i leader globali nei mercati di zucchero e caffè. È presente in 60 Paesi con 6000 dipendenti.

Mercato americano: ecco quanto costa il caffè nel dettaglio di oltreoceano

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Il bancone di un coffee shop americano (foto di Pexels da Pixabay)

MILANO – Meno caffè nei carrelli della spesa degli americani. Secondo un’indagine condotta da Niq, le vendite di caffè confezionato nei negozi e supermercati di oltreoceano sono scese, nei 12 mesi a settembre 2023, al di sotto dei livelli pre-pandemici. Complessivamente, il calo è stato del 3,7%, a 1,13 miliardi di unità.

Si tratta della terza variazione negativa consecutiva, nonché appunto del livello di vendite più basso dal 2019. Il calo maggiore riguarda il torrefatto macinato (-5,6%); più contenuta la contrazione registrata dal caffè porzionato (-1,4%).

La colpa? Innanzitutto del caro prezzi. Nel già citato periodo a settembre di quest’anno, i prezzi per unità sono cresciuti infatti del 9,3%, un rincaro che va ad aggiungersi al +12% dei 12 mesi precedenti.

Secondo Mathew Barry, di Euromonitor International, il trend è comune all’intero dettaglio americano e non riguarda dunque soltanto il caffè.

“I prezzi sono in crescita già da tempo e ciò sta causando una rilevante pressione sui volumi, poiché i consumatori stanno tagliando gli acquisti” ha dichiarato Barry in un’intervista a Reuters.

Ma la tesi non è condivisa da tutti. Secondo Jim Watson, responsabile ricerche per il beverage di Rabobank, la storia è un po’ più complessa. I dati sopra citati non comprendono infatti le vendite online, che hanno conosciuto un boom durante la pandemia.

“L’e-commerce è in crescita e il caffè porzionato, che sta sottraendo quote di mercato sempre maggiori al torrefatto tradizionale, è venduto molto di più online” sostiene Watson.

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Bologna: al bar La Linea in centro il caffè è ancora a 1€

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

BOLOGNA – In alcuni locali del centro di Bologna è ancora possibile bere un espresso al costo di 1 euro. Diversi bar resistono nella loro missione di garantire il caffè ad un prezzo low cost. Un esempio è il bar La Linea che per più di vent’anni prova a “mantenere lo stesso rapporto lira-euro” come ha rivelato il fondatore Renato Lideo al quotidiano La Repubblica.

Ma il prezzo della tazzina è indubbiamente aumentato con una tariffa fissa di 1,30 euro nei diversi locali Principe della città e nell’antico Gamberini, di via Ugo Bassi, come del resto da Regina di Quadri in via Castiglione. Da Zanarini, locale storico della città, si paga invece 1,50 euro (ne abbiamo parlato qui)

Il caffè a 1 euro a Bologna e Milano

Il caffè con il prezzo fisso a 1 euro non è sparito neanche a Milano. Il bar Domm, presente in via San Marco 23, oltre a non aver alzato il costo del prodotto, ha creato un’interessante iniziativa per cui chiunque indovini il significato della parola milanese del giorno riceve una tazzina di caffè gratuita (ne abbiamo parlato qui).

Il bar Delfico in zona Cenisio, che l’anno scorso ha festeggiato il suo 105° anniversario, promuove ancora la filosofia secondo cui il caffè è un bene che dovrebbe essere alla portata di tutti e, di conseguenza, avere un prezzo di listino basso (ne abbiamo parlato qui).

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Consorzio promozione caffè condivide i benefici dell’espresso per la giornata mondiale del diabete, 14/11

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Il caffè valido alleato contro il diabete (immagine concessa)

MILANO – Ogni 14 novembre viene celebrata la Giornata mondiale del diabete, la cosiddetta “malattia del nostro millennio”, soprattutto per quanto riguarda il tipo 2. Un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sfida globale che questa malattia rappresenta, ma anche sugli alleati naturali che possono aiutare a contrastarla. Uno di questi sarebbe proprio il caffè, la bevanda più amata dagli italiani.

Grazie alla sua ricca miscela di composti bioattivi, tra cui i polifenoli, il caffè sarebbe infatti in grado di influenzare positivamente il metabolismo del glucosio e i processi antiossidanti. Un’evidenza confermata anche di recente da uno studio pubblicato su Clinical Nutrition, che suggerisce come il consumo abituale di caffè possa ridurre l’insorgenza di diabete di tipo 2[i].

Consorzio promozione caffè: nuove evidenze sull’espresso, prezioso aiuto contro il diabete

Il diabete si previene a tavola”, quante volte ci è capitato di sentire questa frase? Le radici del diabete affondano infatti anche nello stile di vita: possono incidere fumo, alcol, sedentarietà, mancanza di prevenzione e informazione, ma soprattutto le abitudini alimentari. Diabetologi e nutrizionisti hanno infatti sempre sostenuto il valore di un’alimentazione equilibrata, sana e ben bilanciata per mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue.

Da questo punto di vista possiamo dire che noi italiani ci troviamo in una posizione relativamente privilegiata, perché l’Italia è patria della dieta mediterranea e scrigno di tesori gastronomici che possono rivelarsi preziosi alleati per mantenere un buon stato di salute.

Uno tra questi è sicuramente il caffè: un toccasana per il nostro spirito e il nostro palato, oltre che per il nostro benessere.

Per quando riguarda il ruolo positivo svolto nel contrastare il diabete di tipo 2, la letteratura scientifica riporta che bere 3-4 tazzine di caffè al giorno sarebbe associato a un rischio inferiore di circa il 25% di sviluppare la patologia, rispetto ad un consumo inferiore o nullo.[ii],[iii],[iv],[v],[vi],[vii],[viii] ,[ix] Una quantità perfettamente in linea con il parere scientifico dell’autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che afferma che 400mg di caffeina al giorno (circa 3-5 tazzine di caffè) sia la dose corretta per la maggior parte delle persone.

La letteratura che sostiene il ruolo di questa bevanda nella riduzione del rischio di sviluppare il diabete è molto vasta e dettagliata.

L’Isic, l’Institute for Scientific Information on Coffee, segnala numerose evidenze scientifiche sul tema, come il fatto che il caffè con caffeina possa proteggere maggiormente le donne rispetto agli uomini dalla possibilità di sviluppare il diabete[x] e che anche il decaffeinato abbia effetti protettivi.iii,x

Una preziosa fonte di nutrienti

Ma cosa rende il caffè un alimento così prezioso? La nostra bevanda del cuore è una miscela complessa di sostanze che, oltre alla più nota caffeina, contiene anche una varietà di composti bioattivi alleati del benessere, come i polifenoli. Alcune ricerche suggeriscono che questi composti possano influire sul metabolismo del glucosio e potrebbero essere associati a un minor rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. [xi],[xii]

È stato evidenziato inoltre come l’assunzione a lungo termine di caffè possa anche contribuire al carico antiossidante totale della dieta, aiutando a limitare lo stress ossidativo e, di conseguenza, l’insorgenza della patologia.[xiii] ,[xiv]

Il diabete: una sfida globale

Il diabete continua a rappresentare una sfida, oltre che un’emergenza, per i sistemi sanitari di tutto il mondo.  Solo in Italia sono circa 3,9 milioni le persone che nel 2022 hanno dichiarato di avere il diabete, pari al 6,6% della popolazione. Lo scorso anno è stato registrato un forte aumento dell’incidenza della patologia, con oltre 400mila casi in più rispetto a solo tre anni prima.

Un incremento attribuibile all’invecchiamento della popolazione, alla tendenza di diagnosi di diabete più precoci e al peggioramento di alcuni fattori di rischio nel periodo della pandemia (aumento di eccesso di peso e riduzione dell’attività fisica). [xv]

Il diabete è, come abbiamo detto, una patologia che mette in evidenza la connessione tra abitudini alimentari, attività fisica e la situazione di malattia.  La chiave per arginare il dilagare di questa patologia consiste infatti nell’apportare dei cambiamenti alla proprio al proprio stile di vita, adottando una dieta equilibrata comprenda tutti gli alimenti che possono fare la differenza.

Consorzio promozione caffè: l’espresso parte della nostra dieta

Per noi abitanti del Mediteranno la buona tavola e soprattutto il buon caffè sono tradizione, cultura e passione. Stiamo infatti parlando di un elemento imprescindibile che unisce da sempre le nostre nazioni con un legame profondo, che risiede nella storia e nell’identità stessa di questi luoghi.

Oggi infatti, in paesi come l’Italia, la Grecia, la Spagna e la Turchia, il caffè è immancabile nell’alimentazione come nelle usanze della vita quotidiana: il classico espresso italiano, il caffè greco, il caffè turco e il caffè spagnolo sono solo alcuni esempi di come il caffè sia preparato e consumato in modi unici.

“Nella cultura mediterranea, il caffè è molto più di una semplice bevanda; è un legame sociale e una tradizione profondamente radicata nelle nostre vite. Il caffè rappresenta un momento di condivisione, un fiore all’occhiello della tradizione e, come sostiene la scienza, un potenziale alleato nella promozione del benessere” commenta Michele Monzini, presidente di Consorzio promozione caffè, il Consorzio che da oltre 30 anni riunisce le principali aziende che producono e commercializzano le diverse tipologie di caffè oltre che i produttori di macchine professionali per l’horeca e fornitori di attrezzatura.

Monzini aggiunge: “Attraverso la collaborazione con esperti e istituzioni di ricerca di riconosciuta autorevolezza, il Consorzio promozione caffè si impegna ogni giorno ad essere una fonte affidabile di conoscenza per il pubblico, aiutando anche la diffusione di informazioni accurate e aggiornate sul ruolo del caffè nella promozione della salute”.

Il Consorzio promozione caffè riunisce aziende che forniscono, producono e commercializzano le diverse tipologie di caffè oltre che i costruttori di macchine professionali per caffè e fornitori di attrezzature.

Da oltre 30 anni il Consorzio è impegnato a promuovere un programma di educazione e informazione su caffè e caffeina e i loro effetti sulla salute, sulla base delle evidenze scientifiche pubblicate.

Per saperne di più basta cliccare qui.

Note

[i] New research reveals a potential mechanism for how coffee may reduce the risk of type 2 diabetes, a new study published in Clinical Nutrition and funded by the Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC), March 22, 2023

[ii] Van Dam RM, et al. (2002). Coffee consumption and risk of type 2 diabetes mellitus. Lancet. 360:1477-8.

[iii] Huxley R, et al. (2009). Coffee, Decaffeinated Coffee, and Tea Consumption in Relation to Incident Type 2 Diabetes Mellitus. Arch Int Med. 169:2053-63.

[iv] Carlstrom M & Larsson SC.(2018). Coffee consumption and reduced risk of developing type 2 diabetes: asystematic review with meta-analysis. Nutr Revs. 76(6):395-417.

[v] Jiang X, et al. (2014). Coffee and caffeine intake and incidence of type 2 diabetes mellitus: a meta-analysis of prospective studies. EJCN. 53(1):25-38.

[vi] Ding M, et al. (2014). Caffeinated and decaffeinated coffee consumption and risk of type 2 diabetes: A systematic review and dose response meta-analysis. Diab Care. 37(2):569-86.

[vii] Bhupathiraju SN, et al.(2013). Caffeinated and caffeine free beverages and risk of type 2 diabetes. AJCN. 97(1):155-66.

[viii] Zhang Y, et al. (2011). Coffee consumption and the incidence of type 2 diabetes in men and women with normal glucose tolerance: The Strong Heart Study. Nutr, Metab & Cardio Dis 21(6):418-23.

[ix] Lee JH, et al. (2016). Effect of coffee consumption on the progression of type 2 diabetes mellitus among prediabetic individuals. Korean J Fam Med. 37(1):7-13.

[x] Doo T, et al. (2014). Coffee intake and risk of type 2 diabetes: the multi-ethnic cohort. Pub Health Nutr. 17(6):1328–36.

[xi] https://www.coffeeandhealth.org/type-2-diabetes/type-2-diabetes-and-coffee-consumption

[xii] Hiramatsu T, et al. (2012). Consumo di caffè e siero-γ-glutamiltransferasi e stato di tolleranza al glucosio negli uomini giapponesi di mezza età. Clin Chem Lab Med. 25:1-7.

[xiii] Mattila P, et al. (2006). Phenolic acids in berries, fruits, and beverages. J Agric Fd Chem. 54:7193-9.

[xiv] Psaltopoulou T, et al. (2010). The role of diet and lifestyle in primary, secondary, and tertiary diabetes prevention: a review of meta-analyses. Rev Diabetic Studies. 7:26-35.

[xv] Italian Diabetes Barometer Report 2023

Tumori infantili: Fondazione Bianca Garavaglia Ets organizza la raccolta fondi con i biscotti Baci di Dama

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I biscotti Baci di Dama (immagine concessa)

BUSTO ARSIZIO (Varese)Trasformare il Natale in un gesto concreto di solidarietà per i bambini e i ragazzi malati di tumore. A renderlo possibile è la Fondazione Bianca Garavaglia Ets che, anche quest’anno, mette a disposizione di privati, aziende e scuole una serie di idee regalo charity con un obiettivo ben preciso: contribuire alla realizzazione della “Casa del fiore”, una casa vacanza per donare giorni felici e ricordi indelebili ai piccoli pazienti oncologici e alle loro famiglie.

La Fondazione Bianca Garavaglia Ets e le idee regalo charity

È questo l’ultimo progetto perseguito dalla Fondazione, che dal 1987 finanzia i progetti di ricerca, cura e assistenza sui tumori infantili presso la Struttura Complessa di Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Per trasformare in realtà la “Casa del fiore” basterà semplicemente scegliere una delle tante proposte disponibili online sul nuovo portale di regalistica solidale cliccando qui.

Prodotto di punta di quest’anno sono i Baci di Dama, golosi biscotti alle mandorle con farcitura al cioccolato, disponibili in un esclusivo packaging del peso di 200 g.

Realizzati con sole materie prime di origine biologica e confezionati da Banda Biscotti, cooperativa che offre opportunità di lavoro qualificato ai detenuti del Laboratorio della scuola dell’amministrazione penitenziaria di Verbania, i Baci di Dama sono impreziositi da un’originalissima confezione appositamente disegnata dall’illustratrice Elena Pedroli.

Per questo prodotto la donazione minima richiesta è di € 10, con la possibilità di effettuare spedizioni in tutta Italia.

La “Casa del Fiore” sorgerà a Lesa (NO), sul Lago Maggiore, all’interno di una dimora storica – un ex asilo infantile voluto nel 1906 dal Cavaliere Avvocato Carlo Davicini per ricordare il figlio Cesare Eugenio, detto “Genietto”, scomparso prematuramente – che, attraverso un’opera di recupero civile, sarà completamente ristrutturata per renderla un luogo dove i piccoli pazienti e le loro famiglie potranno trascorrere una vacanza serena e ritrovare un po’ della normalità che la malattia ha portato via. La “Casa del Fiore”, che dovrebbe essere inaugurata nel 2025, potrà ospitare fino a 6 famiglie contemporaneamente.

Fino al 24 dicembre è possibile sostenere i progetti della Fondazione Bianca Garavaglia anche presso la “Bottega del Fiore”, il Temporary Shop di Busto Arsizio, in Corso XX Settembre n° 20, che riaprirà i battenti dal 13 novembre al 23 dicembre con una inaugurazione ufficiale il 17 novembre alle ore 18.00.

Lì, oltre ai Baci di Dama, si potranno trovare altri prodotti solidali come panettoni e pandori (750 g, confezionati a mano in uno speciale incarto su cui è stato disegnato il fiore di Bianca, diventato simbolo di speranza per tanti bambini e adolescenti che si ammalano di tumore; contributo minimo: € 18), le mug (€ 15) e le candele profumate (€ 12), le speciali carte da gioco Youth (€ 10) e le Christmas Box (cofanetti contenenti prodotti gastronomici selezionati e di qualità per accontentare tutti i palati; contributo minimo: € 50).

Queste e altre idee regalo si potranno acquistare anche presso i corner della Fondazione Garavaglia attivi durante il mese di novembre e dicembre all’Istituto Nazionale Tumori di Milano.

La campagna di Natale della Fondazione Bianca Garavaglia a sostegno della “Casa del fiore” si chiuderà con il concerto speciale “Christmas Joy”, in programma per giovedì 21 dicembre, alle ore 21:00, al Teatro Sociale di Busto Arsizio.

Il coro sarà formato da 100 cantanti, tra i migliori interpreti della musica corale, che, accompagnati da un’orchestra di 30 elementi, si esibiranno in una suggestiva performance, eseguendo un repertorio eclettico che spazierà dai tradizionali canti natalizi al pop e al gospel contemporaneo.

L’evento, volto a festeggiare l’evoluzione dell’Associazione Bianca Garavaglia in Fondazione, è organizzato in collaborazione con “Solevoci”, sodalizio impegnato da quasi trent’anni in rinomati progetti di educazione musicale, con un’attenzione particolare rivolta non solo alla formazione professionale e alla crescita individuale, ma anche alla coesione sociale, e con all’attivo collaborazioni con professionisti di livello internazionale come Andrea Bocelli e Tori Kelly.

I biglietti si possono prenotare cliccando qui

La scheda sintetica della Fondazione Bianca Garavaglia Ets

L’Associazione Bianca Garavaglia (abianca.org), dal 2023 divenuta ufficialmente Fondazione Bianca Garavaglia Ets,  nasce nell’aprile del 1987 in ricordo di Bianca, una bambina di 6 anni colpita da una rara forma di neoplasia.

È lei che in ospedale disegna il fiore verde e rosa, oggi diventato simbolo della Fondazione e sinonimo di speranza per molti bambini e ragazzi malati di tumore. La missione è quella di raccogliere fondi da destinare alla promozione di studi scientifici e cure mediche nel campo dei tumori dell’età pediatrica con particolare attenzione ai tumori solidi.

La Fondazione Bianca Garavaglia da oltre 37 anni offre il suo supporto alla Struttura Complessa di Pediatria Oncologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano attraverso una Convenzione Triennale. Tre le principali aree di intervento: ricerca preclinica e traslazionale, ricerca clinica e assistenza.

Sostiene inoltre il Progetto Giovani della Pediatria INT (ilprogettogiovani.org), dedicato a pazienti adolescenti e giovani adulti, con l’obiettivo di creare un nuovo modello di organizzazione medica, incrementando l’accesso dei pazienti adolescenti ai reparti e ai protocolli clinici di oncologia pediatrica.

Gli adolescenti ricoverati presso l’INT oggi possono accedere a servizi loro dedicati, quali il supporto psicosociale e le misure di conservazione della fertilità, e usufruire di ambienti di cura dove possano continuare a svolgere, almeno in parte, le proprie attività anche durante le terapie. Tra questi una palestra, un’aula studio e un’aula multifunzionale all’interno della quale i ragazzi possono studiare, incontrarsi con i coetanei e svolgere corsi e laboratori.

La Bialetti cerca l’advisor per ripianare i debiti di 86 milioni entro fine 2024

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gruppo Bialetti industrie illa nuo
Il celebre omino coi baffi del logo Bialetti

Bialetti Industrie, nel primo semestre di quest’anno, ha fatturato 63,3 milioni, in crescita del 5,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il risultato finale però resta in rosso e anche l’indebitamento finanziario (pari a 86 milioni) è ancora pesante. L’obiettivo dichiarato è ripianare l’intera posizione debitoria entro la fine dell’anno prossimo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Matteo Meneghello pubblicato su Il Sole 24 Ore.

Bialetti Industrie in vendita

COCCAGLIO (Brescia) – Egidio Cozzi, amministratore delegato di Industrie Bialetti, sta guidando in questi anni un percorso di profonda trasformazione nel dna della società dell’Omino con i baffi; un mutamento che vede un peso sempre maggiore del caffè all’interno del portafoglio di offerta del gruppo, accanto allo storico core business della Moka.

Scelte legate a motivi strategici ma anche di necessità: il Gruppo ha dovuto affrontare una pesante crisi di liquidità che ora sta cercando di mettersi alle spalle con la messa a terra di un piano industriale che ha comportato sacrifici e una decisa ristrutturazione del perimetro aziendale e della rete di negozi proprietari.

Bialetti Industrie oggi è un gruppo che nel primo semestre di quest’anno ha fatturato 63,3 milioni, in crescita del 5,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con un Ebitda positivo per 7,7 milioni; il risultato finale però resta in rosso e anche l’indebitamento finanziario (pari a 86 milioni) è ancora pesante.

L’obiettivo dichiarato è ripianare l’intera posizione debitoria entro la fine dell’anno prossimo: entro la fine di novembre è attesa la scelta dell’advisor per avviare l’iter per la cessione.

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Passalacqua: cresce la presenza in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e all’estero

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Pasquale Iazzetta, direttore commerciale della torrefazione napoletana, Laura e Paola Passalacqua, amministratore e presidente, Francesco Lo Vasto, chief financial officer&strategy director (immagine concessa)

NAPOLI – Da oltre 75 anni la tradizione del migliore caffè napoletano è l’elemento distintivo della torrefazione Passalacqua. Oggi come ieri offre al cliente finale tazzine “da leccarsi i baffi”, come successe ai tempi del fondatore Samuele, quando un ragazzino entrò in torrefazione, gustò un sorso di espresso ed espresse il suo gradimento con un sorriso, che si ritrova nel logo aziendale. E la popolarità del marchio cresce.

Passalacqua: confini sempre più ampi

“Il gradimento che si accompagna alla qualità dei nostri caffè è tangibile: i locali che offrono il marchio Passalacqua al di fuori dei confini campani sono sempre più numerosi sia in Italia, sia all’estero” afferma Pasquale Iazzetta, direttore commerciale della Torrefazione napoletana.

Iazzetta continua: “Le visite che abbiamo ricevuto a Host 2023 lo hanno confermato: abbiamo incontrato persone interessate provenienti soprattutto dall’Europa ed anche da numerosi paesi extraeuropei. Nel nostro Paese cresce la presenza in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna, trainata dalla grande popolarità del caffè napoletano, ma soprattutto dall’identità di prodotto premium dell’offerta firmata Passalacqua e dal servizio che la accompagna”.

Iazzetta conclude: “La nostra non è solo una rete di vendita, ma una squadra che offre un servizio completo sia nel pre sia nel post vendita”.

Per assicurare un espresso di alta qualità, ai locali viene offerta la formazione del personale tramite un team di docenti specializzati che guidano alla corretta procedura per realizzare un eccellente espresso con continuità, nonché al migliore rapporto con il cliente finale. Spinta dalla domanda in continua crescita, si fa sempre più numerosa e capillare la rete di supporto al barista e continua la ricerca sia di nuovo personale sia di partnership a livello tecnologico.

Qualità verificata

“La nostra torrefazione è nata nel 1948, dunque possiamo affermare di essere tra le prime attività ad avere proposto il caffè napoletano, di cui ci riteniamo (e il mercato ce lo riconosce) un riferimento – osserva Paola Passalacqua, presidente -. A tale proposito zio Biagio diceva che è tanto possibile ottenere con una materia prima eccellente un pessimo caffè così quanto sia impossibile ottenere un caffè eccellente con una pessima materia prima. Ritengo appunto che sia importante sottolineare che alla base del caffè napoletano ci devono essere caffè di alta qualità in origine ai quali si accompagna la tradizionale tostatura a tonaca di frate, ovvero di un caldo colore marrone, che in tazza dà un gusto intenso, cremoso e corposo”.

Il controllo della qualità è costante nella Torrefazione napoletana e i suoi esperti (tra cui alcuni membri della Famiglia) hanno seguito corsi della Specialty Coffee Association (Sca), il più importante riferimento per i caffè premium e per la formazione legata ad essi.

“Grazie a ciò abbiamo migliorato il nostro processo di qualità, implementando un panel di assaggiatori interno altamente qualificato e certificato da un organo competente qual è Sca – riprende Paola Passalacqua -. Ogni caffè viene sottoposto a più controlli sia da un punto di vista chimico sia organolettico”. Questo processo attento riguarda ogni partita di caffè verde in ingresso, ed anche le miscele storiche che rimangono tali nella formulazione ogni anno vedono selezionate le partite migliori di ogni Paese produttore sia per qualità all’origine sia per la pulizia organolettica della bevanda. Questa cura si coglie con immediatezza in ogni miscela firmata Passalacqua e ne fa una vera miscela premium.

Programma Passalacqua Family coffee store

Negli anni Sessanta i Bar Mexico furono una felice intuizione di Passalacqua, che aprì tre locali nei luoghi più rappresentativi della città, ottenendo un grande successo che prosegue ancora oggi: sono infatti un’istituzione napoletana.

“Di quella prima formula vincente stiamo realizzando una versione 2.0, i Passalacqua Family, dei veri e propri flagship store di cui un’anteprima presentata lo scorso anno: un nuovo modello aspirazionale dell’essenza Passalacqua – spiega Francesco Lo Vasto, chief financial officer & strategy director -. Il progetto si svolgerà nel medio-lungo periodo con l’obiettivo di portare la massima espressione dei valori del mondo Passalacqua a diretto contatto con i consumatori finali”.

Francesco Lo Vasto aggiunge: “Nei flagship store “Passalacqua family” i clienti respireranno la nostra azienda e troveranno Napoli, l’alta qualità dei nostri prodotti caffè, e la storia di una famiglia che dal 1948 porta avanti la sua missione che è quella di “deliziare i palati con i migliori caffè che la natura possa offrire con miscele di caffè tostate secondo l’antica tradizione napoletana generando istanti di piacere che possano contribuire alla felicità di tutti i nostri consumatori“.”

C’è di più: “Oggi stiamo realizzando alcune partnership che ci permetteranno di arricchire al meglio l’offerta: la principale, in fase di definizione, è con Aroma Napoletano un partner affidabile che ci permetterà di focalizzare l’offerta nei Passalacqua Family associando al caffè un cornetto “unico” come uniche sono le nostre miscele”.

Lo Vasto conclude: “Chi ha visitato il nostro stand a Host ha potuto vedere i variopinti e gustosi cornetti: il nostro obiettivo è di farli trovare freschissimi ogni giorno nei flagship store Passalacqua family che andremo via via ad aprire. Partiremo dalle grandi città italiane in cui siamo più presenti, al fine di offrire a chi propone i nostri caffè un riferimento di eccellenza, un “faro” a cui ispirarsi”.

In essi si troverà l’eleganza napoletana letta in chiave contemporanea all’interno di un ambiente caldo e curato in ogni particolare, dove il cliente è accolto dall’allegria, dalla competenza e dalla gentilezza degli operatori.

Il cliente potrà scegliere tra due miscele 100% arabica: Moana e Harem che si distinguono per il gusto ricercato e il buon corpo. Per il servizio è stato messo a punto un piccolo vassoio che accoglie il caffè, il bicchiere d’acqua, il cucchiaino, un piccolo dolce e la descrizione della miscela che si sta assaporando, al fine realizzare un’esperienza di gusto completa e di altissima qualità. Garantisce Passalacqua.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Fondazione Ernesto Illy: presentati i 17 vincitori dell’aiuto economico per il master in economia e scienza del caffè

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ernesto illy
Il logo della Fondazione intitolata a Ernesto Illy

TRIESTE – Sono stati presentati i 17 vincitori che avranno accesso al supporto economico offerto dalla Fondazione Ernesto Illy per la tredicesima edizione del master in economia e scienza del caffè – Ernesto Illy. Il sostegno, a copertura totale o parziale, è offerto a giovani meritevoli provenienti dai Paesi produttori di caffè: sono 10 gli studenti che quest’anno beneficeranno dell’aiuto economico totale e 7 di quello parziale, per un totale di 17 giovani di 14 nazionalità differenti.

La tredicesima edizione del master in economia e scienza del caffè

Ernesto Illy partirà a gennaio 2024 e sarà composta da un totale di 25 studenti provenienti da 19 nazionalità: Etiopia, Honduras, Congo, Brasile, Panama, Colombia, Ruanda, Togo, Tanzania, Mozambico, Costa Rica, Messico, Vietnam, Guatemala, India, Indonesia, Usa, Cina e Italia.

La Fondazione è coinvolta in prima linea nel progetto didattico nato nel 2011, in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste, l’Università degli Studi di Udine, la SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste), l’Area Science Park di Trieste e l’azienda illycaffè.

“Il master in economia e scienza del caffè Ernesto Illy è un percorso didattico unico nel suo genere: dedicato a laureati interessati a lavorare nel mondo del caffè, spazia della genetica alla coltivazione, dai processi industriali di trasformazione ai modelli di distribuzione e consumo, aprendo importanti scenari di riflessione sui temi legati al climate change, alla gestione del rischio e alla sostenibilità, in una filiera complessa come quella del caffè”, commenta Furio Suggi Liverani, direttore della Fondazione.

Dalla prima edizione, il master in economia e scienza del caffè Ernesto Illy ha coinvolto più di 200 alunni provenienti da oltre 30 paesi del mondo, contribuendo alla creazione di figure professionali specializzate nel caffè e interessate ad applicare l’approccio etico e sostenibile che contraddistingue il modello illycaffè e tutelando, promuovendo e supportando lo sviluppo di un prodotto eccellente e sostenibile.

Il programma didattico prevede oltre 400 ore di lezione, divise in 9 moduli per un totale di 60 crediti formativi ed è tenuto interamente in lingua inglese in modalità blended.

La Fondazione Ernesto Illy

La Fondazione Ernesto Illy nasce il 30 ottobre 2008 dopo la scomparsa del suo eponimo; è una corporate foundation espressione della famiglia imprenditoriale nata per tutelare, valorizzare e diffondere il pensiero e la figura di Ernesto Illy, imprenditore illuminato – seconda generazione di illycaffè – che ha focalizzato la sua attività nel coltivare e sviluppare conoscenza, etica, sostenibilità e ricerca.

Svolge attività filantropica in sintonia con il modello di business sostenibile dell’azienda fondatrice illycaffè, organizzata secondo i principi della società benefit e della stakeholder company con certificazione B Corp.

È presieduta da Anna Illy, figlia di Ernesto Illy e per anni sua stretta collaboratrice nei viaggi alla ricerca delle migliori qualità di caffè Arabica da destinare alla torrefazione. Presidente onorario è Anna Rossi Illy, moglie di Ernesto; compongono il consiglio di amministrazione anche il co-fondatore Andrea Illy, presidente di illycaffè, e Daria Illy, nipote di Ernesto Illy.

La proposta di valore della Fondazione si fonda sul modello etico e la cultura di impresa che Ernesto Illy ha trasferito a illycaffè, modello ancora oggi perseguito dall’azienda.

La presenza dei membri della famiglia nella governance e l’heritage di Ernesto fungono da garante valoriale per le attività che la famiglia porta avanti; in linea con il pensiero di Ernesto Illy, il valore fondante è l’etica, intesa come principio guida che regola tutte le attività umane e come senso di responsabilità nei confronti della Natura e dei propri simili.

Con l’obiettivo di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita di tutti gli esseri viventi assicurando felicità e benessere, è necessario generare e diffondere conoscenza per favorire la rigenerazione e il progresso scientifico-tecnologico della società.

La Fondazione Ernesto Illy tutela e diffonde il pensiero di Ernesto Illy attraverso la ricerca scientifica e l’innovazione, l’educazione e la divulgazione, la realizzazione di progetti di sostenibilità̀ e filantropia.

Ponendo al primo posto la generazione di valore condiviso, promuove un modello di impresa responsabile basato sull’approccio scientifico e sull’etica, che parte dall’agricoltura come una delle leve per lo sviluppo sostenibile.

Le attività si concentrano principalmente nell’ambito della scienza e della cultura del caffè, rivolgendosi a produttori e agricoltori a migliorare le loro condizioni di vita, oltreché all’accrescimento della conoscenza scientifica nell’ambito della produzione e della trasformazione del caffè.

La Fondazione, tra le altre attività, ha come principale obiettivo quello di:

• migliorare la qualità di vita delle comunità caffeicole eliminando il lavoro minorile e offrendo educazione, salute e giusto salario

• aumentare la conoscenza scientifica sul caffè attraverso ricerca, formazione e divulgazione

• contribuire alla transizione ecologica e alla conservazione della natura.

I progetti della Fondazione Ernesto Illy

Il progetto di ricerca e formazione scientifica Virtuous Agriculture combina l’agricoltura sostenibile con un focus sulla rigenerazione dell’ambiente con l’obiettivo di fornire un duplice beneficio all’ambiente e alla salute umana. Per l’ambiente, grazie al sequestro di carbonio e alla riduzione dei contaminanti; per la salute, attraverso prodotti benefici e protettivi contro le malattie non trasmissibili (NCD).

In Etiopia, il modello Virtuous Agriculture è stato applicato nelle piantagioni di caffè di Kokkere, primo esempio di coltivazione di caffè con agricoltura rigenerativa per l’ecosistema.

In Africa e in America Latina la Fondazione sviluppa progetti mirati a offrire opportunità di apprendimento eque e di qualità e a stimolare l’occupazione e il lavoro dignitoso per tutti, contribuendo al sostentamento delle famiglie di produttori di caffè nella gestione dei minori durante le ore di lavoro.

In Costa Rica il progetto Casa de la Alegría offre centri di assistenza per circa 700 bambini con servizi educativi pensati per stimolare lo sviluppo di capacità motorie e cognitive.

In Rwanda una Farmer Field School è dedicata ai membri della comunità del settore Hindiro nel distretto di Ngororero per l’avvio di un campo di caffè, principale fonte di reddito e sostentamento della zona.

Il principale progetto della Fondazione Ernesto Illy è il Master in economia e scienza del caffè – Ernesto Illy, corso universitario internazionale interateneo di primo livello realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste, l’Università degli Studi di Udine, la SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste), l’Area Science Park di Trieste e l’azienda illycaffè.

Il master, unico nel suo genere, è attivo dall’anno accademico 2010-2011 e ha coinvolto finora più di 200 studenti provenienti da oltre 30 paesi del mondo.

L’offerta didattica si fonda sui valori etici e sull’approccio scientifico e manageriale di Ernesto Illy, con un programma basato sulla ricerca della qualità e dell’etica in tutte le fasi del processo produttivo e della commercializzazione del caffè.

Il corso di studi offre una specifica formazione accademico-professionale sugli aspetti biologici, agronomici, tecnologici ed economici che dalla pianta del caffè conducono al prodotto finale: prevede oltre 400 ore di lezione, divise in 9 moduli per un totale di 60 crediti formativi ed è interamente insegnato in lingua inglese.

Si svolge da gennaio a dicembre ed è erogato in modalità blended: per il primo periodo le lezioni si tengono a distanza, segue poi una fase residenziale che si svolge a Trieste.

Con decorrenza biennale, la Fondazione organizza – in collaborazione con L’Accademia mondiale delle scienze per il progresso scientifico nei paesi in via di sviluppo (Unesco-Twas) – gli Ernesto Illy Colloquia, simposio scientifico internazionale che raccoglie scienziati, economisti e giovani ricercatori esperti di filiera caffeicola e sostenibilità provenienti da circa trenta paesi del mondo.

L’obiettivo è ‘fare rete’ per sviluppare collaborazioni scientifiche, individuare finanziamenti per la ricerca, adottare procedure efficaci e condividere pratiche utili ai produttori mondiali di caffè per fronteggiare il cambiamento climatico e avviare o espandere una produzione di caffè sostenibile.

Allo scopo di conservare e diffondere i principi guida e l’eredità di Ernesto Illy, la Fondazione è attualmente impegnata in un progetto di ricerca storico-archivistica per la ricostruzione del pensiero dell’imprenditore-scienziato attraverso il reperimento di fonti di tipo audio-visuale, giornalistiche, letterarie e istituzionali.

Riguardo Ernesto Illy

Figlio di Francesco, fondatore di illycaffè, Ernesto Illy diviene comproprietario e amministratore dell’azienda nel 1957, presidente dal 1963 al 2005 e presidente onorario fino alla sua scomparsa nel 2008.

Chimico di formazione, con la sua figura di imprenditore-scienziato ha rivoluzionato la caffeicoltura del Brasile e del mondo incentivando la produzione di un caffè di qualità eccellente abbinato al costante investimento in ricerca e innovazione.

Presidente di Centromarca dal 1996 al 2008, ha sviluppato un concetto di marca etica e responsabile, attenta al rispetto della promessa fatta al consumatore e alla tutela di una dimensione etica relativa non solo agli affari, ma anche alla vita quotidiana delle imprese stesse.

Con il suo approccio imprenditoriale basato sulla qualità assoluta e senza compromessi, ha contribuito sensibilmente alla trasformazione del caffè da commodity a prodotto di qualità in grado di incarnare l’eccellenza del saper fare e del gusto italiano oggi universalmente riconosciuti al marchio illycaffè.

Bazzara vince il premio Luxury Food&Beverage Quality Awards con la miscela Dodicigracru

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Premio alla Bazzara con Silvia Risitano (digital marketing manager Bazzara), Francesco Sarno (chef di Visteria - Varenna sul lago di Como), Cristina Gallo (brand manager Bazzara) (immagine concessa)

TRIESTE – La Bazzara, con la sua esclusiva miscela Dodicigracru, ha guadagnato con grande successo il premio Luxury Food&Beverage Quality Awards 2023, il concorso che riconosce i migliori prodotti di alta gamma delle aziende del settore alimentare italiano. La cerimonia di premiazione si è svolta lunedì 6 novembre presso Golosaria, l’importante manifestazione enogastronomica milanese tenutasi a Fiera Milano City.

La miscela Dodicigracru di Bazzara premiata al Luxury Food&Beverage Quality Awards 2023

Il premio vinto dalla Bazzara è stato consegnato da Angelo Frigerio, editore di Luxury Food & Beverage, e Francesco Sarno, chef di Visteria (Varenna sul lago di Como), ed è stato ritirato da Cristina Gallo, brand manager e Silvia Risitano, Digital Marketing Manager della torrefazione.

Durante il concorso sono stati selezionati i migliori prodotti di alta gamma divisi in 11 categorie fra cui si contano prosciutti crudi, formaggi, oli ed aceti e, ovviamente, caffè da selezione.

Tutti i prodotti sono stati provati e giudicati da una giuria di eccellenza composta da chef e professionisti del settore della ristorazione italiana.

L’intera commissione – di cui ricordiamo Alessandro Pipero – Ristorante Pipero (Roma, RM), Andrea Berton – Ristorante Berton (Milano, MI), Davide Caranchini – Ristorante Materia (Cernobbio, CO) e molti altri illustri chef – ha avuto in questo modo il piacere di degustare la miscela Bazzara selezionandola come il miglior prodotto di categoria. Con la sua linea Dodicigrancru, dunque, la torrefazione triestina ottiene il premio per il miglior caffè di selezione italiano.

“Sapere che chef di tale rilevanza abbiano apprezzato il nostro prodotto di punta è per noi una grande soddisfazione. Infatti, la tostatura artigianale di 12 origini di Arabica, la ricercatezza e l’attenzione al dettaglio ed il know-how che si tramanda da tre generazioni sono soltanto alcuni degli elementi che caratterizzano il nostro caffè. – afferma la brand manager di Bazzara, Cristina Gallo – . Poi c’è l’ingrediente più importante: la passione. Che non solo scorre nelle vene della famiglia Bazzara, ma che pervade l’intero team e, ci piace pensare, si possa percepire in tazza ad ogni assaggio”.

La miscela Dodicigrancru, la più conosciuta fra le luxury blends Bazzara, offre uno straordinario equilibrio fra 12 delle migliori Coffea Arabica al mondo – incluso il pregiato Jamaica Blue Mountain -, tostate singolarmente e lentamente secondo il rigoroso metodo artigianale. Si tratta di un caffè gourmet 100% Arabica in cui fragranze floreali si sciolgono armoniosamente in prelibate sensazioni esotiche.

Delicate mandorle tostate si fondono con sentori caraibici e piacevoli note di tabacco e un retrogusto speziato si alterna a sapori che richiamano scorzette d’arancia candita ricoperte di cioccolato fondente. Un vero e proprio viaggio attraverso i sensi che si realizza in un lusso quotidiano.

La linea Dodicigrancru si compone di caffè in grani (250g, 1Kg), caffè macinato per moka/french press (250g), cialde e capsule.

La miscela premiata agli Luxury Food&Beverage Quality Awards 2023 è acquistabile qui

Gianduiotto proprietà di Lindt? Guido Gobino: “Il cioccolatino non si può fare con il latte in polvere”

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Guido Gobino controlla una partita di fave di cacao
Guido Gobino controlla una partita di fave di cacao

Antonio Borra, segretario del comitato del gianduiotto di Torino Igp, ha chiesto aiuto alla città affinché avvenisse il riconoscimento Igp del prodotto. Tuttavia il primo gianduiotto della storia è stato creato da Caffarel, nel 1865, oggi proprietà di Lindt che ne contesta il progetto (ne abbiamo parlato qui). Il maestro cioccolatiere Guido Gobino si unisce al dibattito criticando la presa posizione di Lindt. Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Nicolò Fagone La Zita per Il Corriere della Sera.

Guido Gobino sulla rivendicazione del gianduiotto da parte di Lindt

TORINO – “Il vero gianduiotto non si fa con il latte in polvere, sarebbe come allungare il vino con l’acqua. A volte la tradizione si può cambiare, ma solo per delle migliorie, non è questo il caso”. Così Guido Gobino, uno degli alfieri della tradizione del cioccolato torinese, con quasi 60 anni di storia, commenta la diatriba culinaria tra Italia e Svizzera.

Al centro della contesa, i famosi Gianduiotti e la loro ricetta originale. Da una parte ci sono gli storici marchi del tradizionale cioccolatino piemontese, dall’altra parte il colosso elvetico della Lindt che vorrebbe aggiungere il latte in polvere tra gli ingredienti previsti dal disciplinare.

Il Carnevale

“Il gianduiotto nasce nel lontano 1865 quando Gianduja, la maschera tradizionale del Carnevale di Torino, presentò alla folla un cioccolatino dalla forma particolare, che da lui prese il nome – racconta Gobino-. A produrlo la ditta Caffarel, che aveva aggiunto all’impasto la nocciola tonda gentile delle Langhe, così da sopperire alla minor quantità di cacao che in quel periodo entrava in Europa. Inutile sottolineare che a quei tempi il latte in polvere nemmeno esisteva. La ricetta prevede solo tre ingredienti: nocciola, zucchero e cacao”.

L’acquisto di Caffarel

Il colosso svizzero del cioccolato, dal canto suo, ha rivendicato l’invenzione del gianduiotto, visto che nel 1997 il Gruppo ha acquisito la storica azienda torinese Caffarel. “Mi viene da sorridere – aggiunge Gobino – se compri la Ferrari non puoi dire di aver inventato le macchine di corsa. Peraltro i fondatori di Caffarel non erano integralisti, ma avevano un’idea della ricetta molto rigida”.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui