David Beckham, ex calciatore e icona mondiale, è stato scelto come nuovo ambasciatore di Nespresso. Il celebre sportivo, noto per la sua passione per il caffè, apparirà in uno spot che lo ritrae in uno dei suoi momenti preferiti della giornata insieme alla tazzina. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale d’informazione Tendenze di Viaggio.
L’amore per il caffè di David Beckham
Beckham ha sempre amato il caffè e, appena sveglio, la sua prima tappa è la macchina del caffè.
Che si trovi a Londra o in viaggio, non rinuncia mai a questa piccola pausa mattutina. Quando è in città, preferisce un caffè nero, proprio come un vero londinese, mentre quando è in campagna opta per una tazza di latte.
Ma c’è una regola che non infrange mai: non mescolare i due. Il calciatore ha sempre sognato di collaborare con Nespresso e ha persino espresso il desiderio di andare in Australia per assaggiare il caffè tipico del luogo.
Beckham, oltre ad essere un’icona dello sport, è anche un ambasciatore dell’Unicef e ha una forte passione per il caffè di alta qualità e sostenibile. Insieme a Nespresso, condividerà la sua visione dei momenti autentici legati al caffè. Vuole sottolineare l’importanza di prendersi un momento di consapevolezza nella frenesia quotidiana.
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SETTIMO TORINESE (Torino) – Tuttocapsule annuncia la sua partnership con l’Università degli studi di scienze gastronomiche di Pollenzo in qualità di sostenitore delle borse di studio. Unica al mondo, nata e promossa nel 2004 dall’associazione internazionale Slow Food, l’Università di scienze gastronomiche forma professionisti con competenze interdisciplinari nell’ambito delle scienze, cultura, politica, economia ed ecologia del cibo, in grado di sviluppare valori come la sostenibilità e la sovranità dei sistemi alimentari globali, comprendendone tutte le fasi, dalla produzione al consumo.
Il sostegno di Tuttocapsule (immagine concessa)
Tuttocapsule a sostegno dell’Università degli studi di scienze gastronomiche di Pollenzo
La chiave di volta è la profonda comprensione del cibo come valore e del suo ruolo importante nel creare e modellare la società.
In veste di partner, la catena specializzata nella vendita di monoporzionato con sede a Settimo Torinese si impegna a sviluppare nel mondo del caffè un circuito di maggior valore sostenibile nella sua più ampia accezione, volto allo sviluppo della conoscenza e della formazione.
Dagli operatori del settore fino ai consumatori, Tuttocapsule intende coinvolgere tutti i protagonisti, perché solo insieme si possono progettare e costruire nuovi scenari di crescita sostenibile, ma non solo, anche modelli alimentari e culturali innovativi.
Queste le dichiarazioni di Vincenzo Pagliero, amministratore delegato di Tuttocapsule: “Siamo felici di poter sostenere una realtà piemontese così importante. Contribuire ad accrescere la consapevolezza e la cultura del consumatore nel mondo del caffè è per noi da sempre un asset fondamentale”.
La piattaforma congiunta della società civile del cacao della Costa d’Avorio e del Ghana chiede alle multinazionali di porre fine alla pratica di abbassare i prezzi che va contro i loro impegni per la sostenibilità sociale (ne abbiamo parlato qui). Il direttore generale del Consiglio ivoriano del caffè e del cacao ha affermato la settimana scorsa che le vendite dei contratti di esportazione per la prossima stagione sono state lente e molte aziende non sono state disposte a pagare la tariffa corrente.
Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale It-Es Euro.
Costa d’Avorio e Ghana insieme contro le multinazionali del cacao
ABIDJAN (Costa d’Avorio) – La piattaforma congiunta della società civile del cacao della Costa d’Avorio e del Ghana ha chiesto alle multinazionali di smettere di spingere per contratti futuri a prezzi più bassi, dopo che la Costa d’Avorio ha dichiarato di avere difficoltà a vendere i contratti per la stagione 2024/25.
La Costa d’Avorio è il primo produttore mondiale di cacao e, insieme al vicino Ghana, produce circa i due terzi della fornitura mondiale. La stagione del raccolto 2023/24 è iniziata il 1° ottobre.
Direttore generale del Consiglio ivoriano del caffè e del cacao ha affermato la settimana scorsa che le vendite dei contratti di esportazione per la prossima stagione sono state lente e molte aziende non sono state disposte a pagare la tariffa corrente, che è elevata a causa della riduzione dell’offerta.
“Chiediamo all’industria di acquistare cacao ora e di porre fine a questa pratica di abbassare i prezzi, che va totalmente contro i loro impegni per la sostenibilità e la lotta contro la povertà estrema tra i produttori”, ha affermato l’alleanza della società civile ivoriano-ghanese, la piattaforma africana per il cacao sostenibile.
“L’Unione europea deve imporre obblighi normativi alle aziende per obbligarle a pagare i produttori ad un prezzo sufficientemente alto”, si legge in una nota.
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Vasco Rossi durante il concerto del 2004 allo stadio Curi (immagine: Wikimedia Commons)
Vasco Rossi, il noto musicista di Zocca, è stato celebrato con la creazione di una statua di cioccolato a grandezza naturale di oltre 400 chili al Festival Sciocolà di Modena. Il progetto è stato guidato da Mirco Della Vecchia, un rinomato maestro cioccolatiere, insieme al suo team di artisti. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Oggi Treviso.
La statua di cioccolato di Vasco Rossi
MODENA – Il Festival del cioccolato artigianale di Modena, noto come Sciocolà, ha regalato ai fan di Vasco Rossi un’esperienza diversa dal solito per ammirare il loro idolo. Il rocker di Zocca è stato onorato con una statua di cioccolato a grandezza naturale, impressionante per la sua accuratezza e la sua massa imponente di oltre 400 chili di cioccolato puro.
Mirco Della Vecchia, un rinomato maestro cioccolatiere, ha guidato il team di artisti nella creazione di questa scultura in cioccolato. Ha lavorato a stretto contatto con Arianna Della Vecchia e Christian Grazioli per catturare ogni dettaglio distintivo del grande Vasco.
“Siamo molto soddisfatti della scultura,” ha dichiarato Della Vecchia. “Abbiamo dedicato particolare attenzione ai dettagli. Dovendo rendere realistica la scultura, anche se in monocromia del colore del cioccolato, abbiamo curato molto i particolari che contraddistinguono Vasco, come ad esempio la giacca, il pizzetto o la barba, e sicuramente il viso espressivo senza dimenticare il microfono.”
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Massimo Zanetti mette in mostra il mondo della sua azienda
L’azienda Massimo Zanetti Beverage Group pianificherebbe di rafforzare e consolidare la rete di business nazionale e internazionale. Secondo alcune voci di corridoio, tra i possibili soggetti finanziari che potrebbero aiutare la realtà, ci sarebbe il fondo QuattroR, operatore attivo nel rafforzamento e nello sviluppo di aziende di rilievo nel made in Italy. L’azienda, interpellata, non ha rilasciato dichiarazioni.
Un mandato sarebbe stato affidato, nei mesi scorsi, dagli istituti di credito al consulente finanziario Rothschild.
Nel periodo successivo alla pandemia l’azienda ha rotto i propri covenant (clausole vincolanti di natura patrimoniale) definiti con le banche creditrici: è necessario perciò rinegoziarli. Oggi il bilancio di Zanetti indica un indebitamento di circa 350 milioni di euro.
Già verso la fine del 2021, dopo l’uscita da Piazza Affari, la famiglia Zanetti aveva valutato l’entrata di un partner finanziario di minoranza a cui cedere complessivamente il 30% dell’azienda.
La scelta definita però non si è mai concretizzata. Approfondiamo di seguito l’argomento grazie all’articolo di Carlo Festa per Il Sole 24 Ore.
Il possibile socio di Massimo Zanetti Beverage Group
MILANO – Sono in corso discussioni per un aumento di capitale e per un ingresso di un fondo di private equity nel gruppo Massimo Zanetti Beverage Group, big del caffè famoso per il marchio Segafredo, che ha lasciato Piazza Affari all’inizio del 2021. L’azienda si starebbe preparando, secondo i rumors, ad un’iniezione di risorse fresche, per rafforzare ulteriormente il business nazionale e internazionale.
Secondo le indiscrezioni, ci sarebbero in corso dialoghi con alcuni soggetti finanziari e, tra questi, in pole position ci sarebbe il fondo QuattroR, operatore attivo nel rafforzamento e nello sviluppo di aziende di rilievo nel Made in Italy.
Le discussioni con QuattroR sarebbero iniziate alcune settimane fa e sarebbero ancora in corso. Il rafforzamento patrimoniale si rende necessario, anche all’interno del dialogo con le banche creditrici del gruppo.
Un mandato sarebbe stato affidato, nei mesi scorsi, dagli istituti di credito al consulente finanziario Rothschild, in quanto nel periodo successivo alla pandemia l’azienda Massimo Zanetti Beverage Group, leader a livello mondiale nella produzione, lavorazione e distribuzione di caffè tostato, ha rotto i propri covenant (cioè le clausole vincolanti di natura patrimoniale) definiti con le banche creditrici, con la necessità quindi di rinegoziarli.
Oggi il bilancio di Zanetti indica un indebitamento intorno ai 350 milioni di euro. Nel tavolo di discussione con le banche (fra le quali Intesa Sanpaolo, Unicredit e Bnp Paribas) è quindi previsto un aumento di capitale.
La società è uno dei grandi big internazionali del caffè. Nasce all’inizio degli anni 70, quando Massimo Zanetti acquisisce il controllo dell’azienda di torrefazione bolognese Segafredo, che è diventato in poco tempo il marchio principale del gruppo, che possiede oltre 40 brand sparsi per il mondo.
Negli anni il gruppo ha incrementato la presenza sui mercati europei, acquistando direttamente piantagioni in Brasile.
Nel 2015 Massimo Zanetti si è quotato a Piazza Affari, ma dopo sei anni, all’inizio del 2021, la famiglia ha deciso di abbandonare la Borsa con un delisting. Nel 2022 il gruppo ha raggiunto un fatturato senza precedenti che, complessivamente, arriva ad un aggregato di 1,5 miliardi di euro.
Alla fine del 2021, appena uscita dalla Borsa, la famiglia Zanetti ha valutato un partner finanziario di minoranza a cui cedere complessivamente il 30% dell’azienda, con l’obiettivo di crescere a livello internazionale e valutare magari nuove acquisizioni per consolidare il business.
Il processo aveva richiamato l’attenzione di numerosi fondi di private equity italiani ed esteri (erano stati fatti i nomi di Carlyle, Blackstone, Oaktree, Bain e Advent) ma, alla fine, era stato deciso di mettere momentaneamente in stand-by la procedura, perché le offerte non risultavano in linea con le attese di prezzo.
Ora si apre, invece, un nuovo tavolo di trattative con aumento di capitale e ingresso di un socio finanziario.
Massimo Renda, presidente e fondatore di Caffè Borbone è stato nominato Cavaliere del Lavoro
MILANO – Dalla terza trimestrale 2023 di Italmobiliare si è appreso che Caffè Borbone, torrefazione napoletana con vocazione al caffè porzionato in cialde e capsule, ha chiuso i primi nove 2023 con ricavi a 221,2 milioni di euro, in aumento del 7% a volume e del 14,7% a valore rispetto allo stesso periodo del 2022. In enorme crescita il mercato estero, che fa registrare un +53% rispetto all’esercizio precedente. Si tratta di dati che lasciano intravvedere un un risultato 2023 attorno ai 300 milioni di euro, record di sempre e con un incremento sostanzioso rispetto al già gagliardo 2022 chiuso a 262,7 milioni di euro.
Il logo di Caffè Borbone
Da notare che nel corso del periodo Caffè Borbone ha posto le basi per un ulteriore sviluppo delle vendite all’estero puntando al mercato statunitense attraverso la costituzione della newco Caffè Borbone America Corporation che opera direttamente negli Stati Uniti e che ha permesso una crescita del mercato americano del +35% nei primi nove mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2022.
Marco Schiavon amministratore delegato Caffè Borbone
“Nonostante l’aumento del costo del caffè, soprattutto per la varietà robusta, e le continue oscillazioni del mercato dovute alle condizioni metereologiche e al contesto macroeconomico globale, abbiamo registrato una crescita significativa rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente e prevediamo di mantenere gli stessi livelli di sviluppo anche per la chiusura dell’anno – ha dichiarato Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone – Il mondo dello specializzato monoporzionato continua a essere il canale che rappresenta al meglio la nostra offerta prodotti. Il canale online, sia nazionale che internazionale, e la gdo guidano la crescita dell’azienda grazie alla sempre maggiore capillarità della nostra distribuzione nei maggiori retailer nazionali e all’ideazione di prodotti innovativi volti a dare ai consumatori sempre più ragioni per scegliere Caffè Borbone”.
È anche continuato con successo lo sviluppo del canale grande distribuzione organizzata, nel quale l’azienda partenopea registra tassi di crescita più che doppi rispetto all’incremento medio del mercato, che è cresciuto del 12% (fonte Nielsen).
Con riferimento al settore del caffè monoporzionato nella gdo, anche nel terzo trimestre del 2023 Caffè Borbone figura come leader di mercato nel comparto delle cialde e secondo marchio nel comparto capsule.
Molto positiva anche la performance del canale digitale, con aumento delle vendite sul canale e-commerce diretto di Caffè Borbone, su Amazon e sui siti web specializzati.
La scheda sintetica di Caffè Borbone
Caffè Borbone è un marchio di Caffè Borbone S.r.l., azienda di proprietà della Società Aromatika nata nel 1997 tra i principali produttori specializzati in cialde e capsule sul territorio nazionale ed internazionale. Leader assoluto nel comparto delle cialde in Distribuzione Moderna, sia in termini di quota val. % sia di vendite a Valore in mil Eur (cfr. Nielsen IT Distr. Moderna). Caffè Borbone occupa una delle primissime posizioni nel mercato del caffè porzionato.
Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italmobiliare, è tra i 25 nuovi Cavalieri del Lavoro nominati da Matterella (immagine concessa)
Nel 2018 entra nel capitale sociale Italmobiliare, una delle principali investment holding italiane, con il 60% delle quote mentre il 40% rimane al fondatore Massimo Renda.
L’azienda rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca&Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi come la cialda compostabile 100% amica della natura che ha conquistato i consumatori più attenti all’ambiente poiché smaltibile nell’umido e con incarto totalmente riciclabile nella
raccolta della carta.
De' Longhi pubblica i risultati del terzo trimestre (immagine concessa)
TREVISO – Approvati dal Consiglio di amministrazione di De’ Longhi SpA i risultati consolidati dei primi nove mesi del 2023. Nel terzo trimestre il Gruppo ha realizzato: ricavi per € 706,6 milioni, in crescita del 3,3% (8,1% a cambi costanti); un adjusted Ebitda di € 105 milioni, pari al 14,9% dei ricavi (in marcato miglioramento rispetto al 9,2% dello scorso anno); free cash flow positivo per € 14,3 milioni.
• ricavi a € 1.997,8 milioni, in calo del -6,1% (-4,2% a cambi costanti);
• adjusted Ebitda a € 265,1 milioni, pari al 13,3% dei ricavi (in crescita del 25,1%);
• utile netto a € 142,2 milioni, pari al 7,1% dei ricavi (in miglioramento dal 4,7%);
• flusso di cassa prima dei dividendi (“free cash flow”) positivo per € 99,3 milioni.
Al 30 settembre 2023, la posizione finanziaria netta di Gruppo è risultata positiva per € 326 milioni, in miglioramento di € 27,2 milioni rispetto ai € 298,8 milioni del 31.12.2022.
Ha commentato l’amministratore delegato Fabio de’ Longhi:
“Gli ottimi risultati del trimestre ci consentono di guardare con estrema fiducia a questa fase di graduale normalizzazione dei trend di crescita e di profittabilità del periodo post-pandemico. In particolare, il nostro Gruppo ha conseguito negli ultimi mesi una forte crescita organica ed un ebitda a livelli record, compensando progressivamente gli effetti negativi delle pressioni inflazionistiche su costi di produzione e consumi”.
Fabio De’Longhi amministratore delegato del Gruppo De’ Longhi
“Consapevoli della complessità dell’attuale scenario macroeconomico e geopolitico, confidiamo nelle capacità del Gruppo di superare le sfide che questo contesto ci presenta e di saper sfruttare le potenzialità di sviluppo offerte dai segmenti del caffè e della nutrition a marchio Nutribullet, grazie al rinnovato impegno in innovazione e comunicazione e supportati anche dalle nuove campagne “Perfetto” e “Nutribullet: it’s that simple” in fase di lancio in queste settimane”.
“Per quanto detto, alla luce delle dinamiche di progressivo recupero della profittabilità, guardiamo con ottimismo agli obiettivi dell’anno. In particolare, pur confermando la stima di ricava in leggera flessione, alziamo la guidance sull’Ebitda adjusted dell’anno, che stimiamo in un intervallo di 420-440 milioni di euro”.
Sintesi dei risultati e andamento della gestione (dati concessi)
Il terzo trimestre ha evidenziato una crescita organica high-single digit, rafforzando il trend di miglioramento già rilevato nel secondo trimestre e consolidando la fase di progressiva normalizzazione post-pandemica.
Dopo una partenza d’anno condizionata da alcuni fattori straordinari, il Gruppo ha mostrato una progressione nei trend delle principali categorie, interpretabile con un sostanziale allineamento tra le dinamiche di sell-in e sell-out.
Tale progressione è stata supportata dal proseguimento dell’espansione della categoria caffè, sia domestica che professionale, e dalla robusta crescita del marchio Nutribullet, che ha altresì contribuito parzialmente a riportare in territorio positivo il comparto della cottura e preparazione dei cibi.
In questi primi 9 mesi del 2023, l’andamento della marginalità è risultata in costante miglioramento rispetto all’anno precedente, grazie ad un rigoroso controllo degli investimenti, un recupero dei costi logistici ed un allentamento delle pressioni sui restanti costi operativi.
Un ulteriore contributo al miglioramento della reddittività è arrivato dall’effetto positivo dell’aumento prezzi attuato lo scorso anno e dal mix di prodotto che evidenzia ormai da anni un percorso di premiumitization.
In generale, sebbene l’attuale contesto macroeconomico e geopolitico rimanga ancora contraddistinto da incertezza e variabilità, i segmenti di business core danno segnali che confermano quella caratteristica di resilienza che più volte abbiamo citato in passato e che si fonda su una equilibrata combinazione di innovazione, investimenti, leadership e cultura di prodotto.
Nei primi nove mesi del 2023 i ricavi sono stati in flessione del 6,1%, attestandosi a € 1.997,8 milioni, tuttavia con un terzo trimestre in crescita del 3,3% a € 706,6 milioni.
La componente valutaria ha avuto un sensibile impatto negativo sui ricavi pari a 2 punti percentuali di crescita nei 9 mesi e di 4,8 punti percentuali nel terzo trimestre.
Come commento generale, segnaliamo il dato positivo di una crescita organica generalizzata di tutte le macro-regioni nel terzo trimestre (con la sola eccezione della MEIA).
In particolare, l’area europea ha evidenziato un ritmo di crescita ad un tasso mid single-digit (high-single-digit a cambi costati), dopo che nel 2022 aveva risentito pesantemente sia degli effetti della crisi geopolitica che dell’indebolimento del potere d’acquisto dei consumatori.
Nel dettaglio, nel terzo trimestre De’ Longhi:
• l’area dell’Europa sud-occidentale ha evidenziato un’espansione del fatturato pari al 7%, grazie all’incremento di entrambe le categorie core che hanno contribuito a realizzare una performance a doppia cifra in Germania, Austria e Penisola Iberica;
• in accelerazione rispetto al trimestre precedente l’Europa nord-orientale, che ha beneficiato di una significativa crescita in UK, Benelux e nell’area della Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, sostenute sia da un recupero del business della food preparation che da una prosecuzione dello sviluppo del caffè nell’area;
• l’area MEIA è risultata ancora in territorio negativo, principalmente a causa del contesto macro e dell’impatto valutario;
• nell’area America il fatturato, che nei primi 6 mesi era stato condizionato dalla discontinuità nel condizionamento mobile, ha realizzato un’accelerazione nel trimestre (+13,8% organico) grazie al contributo del caffè e del comparto della nutrizione, legato al marchio Nutribullet;
• infine, la regione Asia Pacific ha mostrato un’espansione del fatturato del 2,5% a cambi constanti, ma con un importante impatto valutario negativo in molti paesi dell’area sia nel trimestre che nei nove mesi (8 punti di crescita sottratti al terzo trimestre).
Riguardo all’evoluzione dei segmenti di prodotto, le categorie core hanno evidenziato un progressivo miglioramento nel corso dell’anno, conseguendo nel trimestre una buona crescita organica.
Per quanto concerne l’andamento delle macchine da caffè ad uso domestico, si sottolinea l’espansione, a parità di cambio, di tutto il segmento, trainato dalle macchine superautomatiche e dai sistemi a capsula.
Un dato di discontinuità positiva è stato fornito dalla food preparation, che ha ottenuto nel trimestre una crescita ad un tasso mid-teens, grazie alla forte espansione del comparto della nutrizione, legato al marchio Nutribullet, oltre al recupero di molte delle famiglie di prodotto, come food processors, spin juicers e friggitrici (ma con le kitchen machine di Kenwood ancora in moderata flessione).
È rimasto in territorio negativo nel trimestre il comfort (riscaldamento e condizionamento portatili) a causa del posticipo della stagione fredda in alcuni mercati rilevanti.
L’home care (pulizia della casa e stiro) ha conseguito una crescita a doppia cifra, grazie ad una significativa accelerazione della categoria dello stiro a marchio Braun.
Infine, segnaliamo la straordinaria crescita del comparto delle macchine per il caffè professionale di Eversys, con una performance superiore al 30% nel trimestre, portando così al 5% il peso di questo business sul totale dei ricavi di Gruppo nei nove mesi.
Nei primi nove mesi del 2023, il Gruppo è stato in grado di aumentare sensibilmente il livello di profittabilità, nonostante la debolezza dell’andamento dei volumi causata dalle complessità affrontate nella primissima parte dell’anno.
La strategia di aumento dei prezzi implementata lo scorso anno, assieme ad un’attenta gestione dei costi, ha consentito di compensare l’effetto negativo della flessione del fatturato.
Nel trimestre De’ Longhi:
• il margine industriale netto si è attestato a € 346,1 milioni, pari al 49% dei ricavi (49,4% nei 9 mesi) rispetto al 46,7% del 2022, beneficiando del recupero di alcuni costi di produzione. Segnaliamo che nei 9 mesi l’effetto price-mix è stato positivo per € 30,4 milioni;
• l’Ebitda adjusted è stato pari a € 105 milioni, ovvero il 14,9% dei ricavi (13,3% nei 9 mesi) in marcato miglioramento rispetto al 9,2% del terzo trimestre 2022 e in continuità con il marcato miglioramento realizzato nel primo semestre. Il miglioramento della profittabilità è stato anche supportato dalla minore esposizione sul fronte degli investimenti in media e comunicazione (“A&P”), scesi di circa 9 milioni di Euro nel trimestre e di circa 33 milioni nei 9 mesi, in linea con i piani del management;
• l’Ebitda è stato pari a € 101,9 milioni, ovvero il 14,4% dei ricavi (9,8% nel 2022) dopo € 3,1 milioni di oneri non ricorrenti (che si comparano con 4,4 milioni di proventi non ricorrenti del terzo trimestre 2022);
• il risultato operativo (Ebit) si è attestato a € 74,7 milioni, pari al 10,6% dei ricavi (6% nel 2022), dopo un livello di ammortamenti allineato all’anno precedente (pari a € 27,2 milioni);
• infine, l’utile netto di competenza del Gruppo è stato pari a € 59,5 milioni, (€ 142,2 milioni nei 9 mesi) ovvero l’8,4% dei ricavi (4,1% nel 2022).
Il Gruppo De’ Longhi ha chiuso il terzo trimestre con una Posizione finanziaria netta al 30/9 attiva per € 326 milioni, in aumento di € 27,2 milioni nei nove mesi e di € 297,2 milioni nei 12 mesi.
Analogamente, anche la Posizione netta nei confronti di banche ed altri finanziatori ha segnato un miglioramento sia nei 9 mesi (+ 21,9 milioni) che nei 12 mesi rolling (+295,4 milioni), attestandosi a € 411,3 milioni.
Il flusso di cassa, prima dei dividendi e delle acquisizioni (“Free Cash Flow before dividends and acquisitions”) è stato pari a € 14,3 milioni nel trimestre, a € 99,3 milioni nei 9 mesi e a € 369,2 milioni nei 12 mesi.
In particolare, segnaliamo come nei nove mesi, il Gruppo sia stato in grado di generare € 188,2 milioni di cassa dalla gestione corrente e dai movimenti di capitale circolante, rispetto ad una fotografia diametralmente opposto dello scorso anno (€ 158,7 milioni di assorbimento nei 9 mesi del 2022).
A livello di capitale circolante operativo (pari all’ 8,6% dei ricavi 12 mesi rolling), l’aumento di € 179,5 milioni nelle rimanenze finali nei 9 mesi è in linea con il ciclo economico-patrimoniale di questa fase dell’anno, caratterizzata dall’aumento della produzione e delle scorte in vista del quarto trimestre e del relativo periodo natalizio.
Tuttavia, nei 9 mesi, l’aumento della componente fornitori insieme con la riduzione dei crediti commericali ha contribuito al dato positivo finale del flusso di cassa operativo del periodo.
La spesa per investimenti infine ha assorbito nei nove mesi € 88 milioni di cassa, in netto calo rispetto ai 126,5 milioni dei 9 mesi dello scorso anno.
I risultati nello specifico di De’ Longhi nel terzo trimestre
Conto economico consolidato riclassificato (dati concessi)Ricavi per area geografica (dati concessi)Stato patrimoniale consolidato riclassificato (dati concessi)Composizione della posizione finanziaria netta (dati concessi)Rendiconto finanziario consolidato (dati concessi)
Scotsman Ice a Taipei con il brand ambassador Michalis
Dimitrakopoulos, campione WBC (immagine concessa)
TAIPEI (Taiwan) – Tra 7 giorni si terranno a Taipei, Taiwan, tre Campionati mondiali del caffè (Wcc) con 90 concorrenti che parteciperanno alle tre competizioni basate sulle competenze ospitate al Taiwan International Coffee Show. Scotsman Ice annuncia la sponsorizzazione del campionato World coffee in good spirits (Wcigs), disciplina dove i concorrenti saranno giudicati in base alla creazione di cocktails a base di caffè.
Scotsman Ice a Taipei
Questo evento globale celebra l’abilità artistica e la dedizione dei professionisti del caffè di tutto il mondo.
In qualità di fornitore leader di soluzioni innovative per il ghiaccio, Scotsman Ice sostiene con orgoglio e dedizione questa prestigiosa competizione.
Le macchine dell’azienda per il ghiaccio svolgono un ruolo cruciale nel creare l’esperienza perfetta del caffè freddo e l’azienda prenderà parte a questo evento di livello mondiale.
Verrà installata una macchina MXG 638, con una produzione di 300kg/24h di ghiaccio cristallino e un MFN 47 con più di 290kg/24h di un fantastico ghiaccio Nugget.
Scotsman Ice presente allo stand P314
L’azienda sarà presente sul palco con il suo esperto di caffè ed ambassador Michalis Dimitrakopoulos (campione WBC) con spettacoli giornalieri di cold coffee, cold drip e coffee Mixology con Spirits.
Il programma di Scotsman Ice con Michalis Dimitrakopoulos (immagine concessa)
Tutti i concorrenti utilizzeranno lo Scotsman Ice Gourmet e il Nugget per i loro speciali signature cocktail, cercando di vincere il Campionato.
Segui Scotsman Ice su Instagram (scotsman_ice) e rimani aggiornato sulla speciale partnership dell’azienda con BREWISTA, uno degli sponsor principali dell’evento, durante #TaipeiWCC.
MILANO – Il piatto piange e i prezzi salgono ancora a New York e a Londra. Gli operatori continuano a ritirare le scorte in giacenza nei magazzini certificati, ridotte ormai a poco più di 300 mila sacchi (ieri, esattamente a 302.235 sacchi). E nessuna sembra avere interesse, al momento, a sottoporre nuovi lotti alla certificazione. Una situazione che mette in forte tensione le scadenze più prossime del contratto newyorchese.
Dopo le parziali prese di beneficio di martedì, favorite dal rivalutarsi del dollaro, l’IceArabica è infatti tornato a salire in queste ultime due giornate: +280 punti mercoledì e +445 punti nella seduta di ieri, giovedì 9 novembre.
Il contratto per scadenza dicembre è risalito così a 178,80 centesimi, livello massimo per la scadenza ravvicinata dalla seconda metà di giugno.
Il contratto per scadenza marzo 2024, che attrae ormai i volumi maggiori, cresce in minor misura (+210 punti) e chiude a 174,20 centesimi, riflettendo il consolidarsi di una situazione di mercato inverso tra la seconda e la prima posizione, mentre la terza posizione (maggio 2024) chiude anch’essa a 174,20.
Il contango si ristabilisce a partire dalla quarta posizione (luglio 2024). L’Ice Robusta ha guadagnato, a sua volta, 72 dollari in due giorni terminando, sempre giovedì, a quota 2.430, massimo delle ultime due settimane.
La borsa londinese presenta anch’essa una condizione di mercato inverso, che si estende in questo caso a tutte le scadenze.
E pure nel caso dell’IceRobusta, le scorte certificate sono su livelli bassissimi, poco al di sopra del minimo storico del contratto.
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Massimo Trapletti, presidente di Confida durante gli Stati Generali del vending (immagine concessa)
MILANO – Nei primi nove mesi del 2023 il settore della distribuzione automatica ha continuato sì a crescere ma lentamente, registrando 1,2 miliardi di fatturato (+1,8%), e oltre 3 miliardi di consumazioni (+1,7%): ripresa più contenuta quindi rispetto allo stesso periodo del 2022 quando le consumazioni erano cresciute dell’8% (dati IPSOS per Confida, Associazione italiana distribuzione automatica).
Il settore del vending
Smart working, guerre, crisi economica e delle materie prime continuano a impattare in maniera negativa il settore che, stima Confida, nel 2023 soffrirà ancora una perdita superiore al 10% rispetto al 2019.
A trainare i consumi in questi nove mesi sono sicuramente gli snack (+8%) sia dolci che salati; mentre le bevande fredde, a causa anche del luglio più piovoso degli ultimi anni, hanno registrato una perdita del 3%, come anche i gelati che hanno segnato quasi -6%.
Il caffè, che resta il prodotto più venduto (57% del totale delle consumazioni), registra una crescita del 0,33%. Da gennaio a settembre sono stati consumati ai distributori automatici oltre 1,7 miliardi di caffè, ben 6 milioni al giorno.
L’Italia, nel campo della distribuzione automatica, è leader a livello europeo: il comparto genera un indotto occupazionale di oltre 33mila persone e include più di 3mila imprese. A questi numeri si devono aggiungere altre imprese che intervengono nella filiera come i produttori alimentari e i fabbricanti di accessori e di tecnologie. Proprio per queste ultime, l’Italia è un’eccellenza: il 70% delle macchine prodotte viene esportato così come anche molti accessori utilizzati nelle vending machine.
“La produzione italiana di distributori automatici – ha dichiarato Massimo Trapletti, presidente di Confida durante gli Stati Generali del Vending – è un Made in Italy e come tale va tutelato, soprattutto dalla concorrenza asiatica che spesso copia i modelli e arriva sul mercato europeo con macchine che talvolta non rispettano le normative italiane ed europee. L’Italia deve farsi promotrice in Europa di maggiori controlli doganali: non vogliamo certamente penalizzare le merci che arrivano dall’estero ma esigiamo di “giocare tutti con le stesse regole”.
Il DDL “Made in Italy”
Trapletti aggiunge: “In Parlamento si sta discutendo il DDL “Made in Italy” nel quale riteniamo che la distribuzione automatica debba essere inclusa, come giustamente è stato ipotizzato per altri importanti settori. Oltre a questo, vi è l’urgenza di rifinanziare la transizione 4.0 che ha promosso l’innovazione anche nel nostro comparto”.
“Anche le società di gestione del servizio della distribuzione automatica hanno in questi anni subito delle gravi perdite – continua il presidente di Confida – La crisi legata alla pandemia da Covid -19, lo smart working diventato ormai strutturale in grandi imprese, banche e pubbliche amministrazioni e il ridotto numero di utenti nelle strutture sanitarie hanno contratto le consumazioni. A questo si aggiungono le preoccupazioni per il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi (Ppwr), le difficoltà sui pagamenti elettronici e le concessioni pubbliche per il nostro servizio diventate sempre più onerose”.
Criteri ambientali minimi (Cam) della distribuzione automatica
Il viceministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Vannia Gava, durante gli Stati Generali del Vending, in un videomessaggio ha annunciato l’avvenuta firma del Decreto sui criteri ambientali minimi (Cam) per la distribuzione automatica. Il testo contiene delle linee guida ambientali per il servizio di somministrazione di alimenti e bevande tramite distributori automatici nelle pubbliche amministrazioni.
I Cam aiuteranno la transizione ecologica delle imprese del settore: i distributori automatici di uffici pubblici, scuole e ospedali diventeranno infatti sempre più sostenibili.
Concessioni pubbliche: il settore richiede di riequilibrare i canoni
Sempre per quanto riguarda le concessioni pubbliche del servizio di somministrazione di alimenti e bevande tramite distributori automatici, durante il congresso sono state illustrate le problematiche del settore per i canoni concessori che le imprese di gestione pagano per installare i distributori automatici nelle pubbliche amministrazioni.
Tali canoni sono sempre più alti a fronte di consumazioni diminuite tanto da rendere molti bandi di gara antieconomici. Il settore pertanto richiede di riattivare una norma che consenta di ridare un equilibrio economico a tali concessioni legandole ai consumi attuali.
Regolamento europeo sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio (Ppwr)
Durante l’assise sono emerse inoltre preoccupazioni per il nuovo Regolamento Europeo sugli Imballaggi (Ppwr) in votazione in Parlamento Europeo il prossimo 23 novembre. Il Ppwr punta, infatti, sulla riduzione ed eliminazione degli imballaggi, la valorizzazione dei prodotti sfusi e dei contenitori riutilizzabili, penalizzando così l’Italia che ha invece investito sul riciclo raggiungendo il ragguardevole risultato del 74% contro il target europeo del 65% fissato per il 2025.
Anche il settore della distribuzione automatica, che col progetto RiVending ha installato 13mila cestini in tutta Italia che raccolgono e riciclano la plastica, è penalizzato dal PPWR che propone soluzioni non compatibili con l’ambito operativo della distribuzione automatica.
Pagamenti elettronici e “Transizione 5.0”
Il settore richiede anche l’aggiunta delle app e degli strumenti “a spendibilità limitata” all’interno di quelli previsti dalla legge sui pagamenti elettronici: i consumatori apprezzano questo tipo di pagamento e già il 24% delle macchine oggi, infatti, include app di pagamento.
Confida chiede infine che si rifinanzi, attraverso il piano “Transizione 5.0” e i fondi del Pnrr, lo strumento dei benefici fiscali che – prima che venissero tagliate le aliquote degli incentivi – aveva aiutato a promuovere l’innovazione.
La scheda sintetica di Confida
Costituita il 13 luglio del 1979, Confida è, a livello nazionale, l’unica associazione di categoria che rappresenta i diversi comparti merceologici dell’intera filiera della Distribuzione Automatica di alimenti e bevande. Aderisce a Confcommercio – Imprese per l’Italia e, nell’ambito UE, è partner di EVA (European Vending & Coffee Service Association).
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