lunedì 01 Dicembre 2025
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Forno Brisa presenta il format specialty bakery a The Milan Coffee Festival

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forno brisa
Forno Brisa e la creazione del format Specialty Bakery (immagine concessa)

BOLOGNA – Brisa è molto più di un forno: è un panificio di quartiere, un bar di fiducia, un punto di riferimento per il territorio, per riflettere su valori come trasparenza, autenticità, sostenibilità. Animato fin dalla sua fondazione dal desiderio di attribuire al cibo la sua essenza politica in grado di far bene e tutelare i territori e le persone, Brisa ha aperto la sua prima sede in via Galliera a Bologna a dicembre 2015.

L’evoluzione di Forno Brisa

Il format, impostato seguendo i canoni di una panetteria, ben presto si è evoluto grazie all’effervescenza del team, ispirato da quanto accadeva a Londra, Berlino, Copenaghen dove pane e caffè non erano solo prodotti, ma venivano considerati strumenti divulgativi sui quali fondare comunità di valori o creare movimenti culturali.

A differenza dell’Italia, qui il caffè specialty non risuonava come esotico, ma veniva consumato nella quotidianità.

Guidato da questi modelli, Brisa ha inserito nei suoi store, a meno di un anno dalla inaugurazione, specialty coffee provenienti da piccole piantagioni del mondo e selezionati per gusto e pratiche di coltivazione sostenibili.

Così come aveva fatto per il pane, il team ha iniziato a dedicarsi al caffè con la passione e il desiderio di approfondire, tanto da organizzare viaggi in piantagione, creare un network attorno al mondo del caffè con esperti selezionatori, degustatori e imprenditori, studiare modelli di riferimento e opportunità. La realtà sarà presente infatti a The Milan Coffee Festival dal 2 al 4 dicembre.

Oggi, Brisa ha all’attivo cinque store, due laboratori di produzione e uno spazio dedicato alla tostatura del caffè verde. È aperto dalla colazione all’aperitivo ed è considerato dai suoi clienti un luogo d’ispirazione e condivisione, un luogo di fiducia dove i prodotti proposti sono etici e rispettosi degli agricoltori.

La proposta infatti non riguarda solo proposte da forno ma spazia dai pani prodotti utilizzando farine provenienti dai campi di proprietà a Nocciano e di altri produttori biologici e biodinamici, al cioccolato bean to bar, allo specialty coffee torrefatto nella roastery a vista. Non mancano birre artigianali e vini naturali.

Pasquale Polito, founder di Forno Brisa insieme a Davide Sarti: “Ci piace definirci una specialty bakery, un modello che ci siamo costruiti addosso convinti che la qualità riguardi tutto ciò che offriamo, non solo il pane. Il concetto di qualità che noi proponiamo prevede selezione, conoscenza e studio: conoscere la filiera è il primo passo per offrire ai clienti trasparenza e consapevolezza”.

Polito aggiunge: “Di ogni prodotto dobbiamo sapere il dove, ovvero da dove viene, il come, ovvero come viene coltivato e processato, il chi ovvero chi ci mette la faccia, ma anche il perchè, ovvero se chi se ne occupa lo fa rispondendo a valori che condividiamo e che siamo fieri di proporre nei nostri store, luoghi di condivisione e accoglienza. Per definire questo modello abbiamo percorso un lungo cammino insieme al nostro team che ha studiato il mondo del caffè, così come prima aveva fatto quello del pane.”

Il format che Brisa propone a Bologna ha respiro internazionale ed è il frutto di un percorso evolutivo che ha previsto non solo studio delle materie prime, ma anche dei processi e degli spazi di produzione, somministrazione e vendita.

“Sono numerosi i professionisti che ci hanno aiutato nella strutturazione di un format che non esisteva e che trovava riferimenti solo in alcune città europee. – continua Polito – Avere qualità in ogni settore di vendita, prevede attenzione anche nella fase progettuale”.

Polito aggiunge: “Abbiamo costruito un team di professionisti composto da esperti del mondo specialty, architetti, produttori di macchine del caffè e tostatrici e altre maestranze con lo scopo disegnare un ambiente che fosse all’altezza della qualità che volevamo proporre, dove tutto potesse essere stoccato, processato e servito al meglio. La cura del servizio è anche questa: occuparsi del prodotto nella sua circolarità, non solo nella fase di selezione e trasformazione ma anche di offerta al pubblico che deve poter godere dell’esperienza, del gusto e dei valori che ci appartengono.”

Il modello della Specialty Bakery

C’è di più: “Il modello che unisce panificazione e caffetteria è un modello all day che fonde due format in crisi. Unirli non è una novità: già lo aveva fatto Princi. Quello che noi aspiravamo a fare era lavorare sulla qualità in più ambiti e quindi proporre un format nel quale pane e caffè fossero il risultato di un processo di studio, ricerca e formazione, di pari dignità”.

In conclusione: “A spronarci in questo percorso il desiderio di rendere le persone molto di più di semplici clienti: pane e caffè non sono solo prodotti da acquistare e consumare, ma strumenti con cui parlare di ambiente, sostenibilità, economia. Nelle nostre Specialty Bakery il team è formato e costantemente aggiornato sui processi e tutti seguono percorsi di coaching per lavorare sulle relazioni con le persone affinché la gentilezza sia il primo strumento di divulgazione.”

Caffè Ernani presente al The Milan Coffee Festival con l’inedito caffè Rwenzori

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Il logo di Caffè Ernani

MILANO – Caffè Ernani sarà presente al The Milan Coffee Festival, la fiera che celebra il caffè di elevata qualità, con un caffè inedito e tanti altri monorigine Specialty coffee sia per espresso che in filtro. Il team di Caffè Ernani non vede l’ora di incontrare tutti i più appassionati della tazzina fumante, per condividere tre giorni all’insegna del buon caffè.

Sarà possibile trovare la torrefazione Caffè Ernani allo stand L05, all’interno del bellissimo spazio espositivo Superstudio Più di Via Tortona, 27, Milano.

Si potrà quindi assaggiare ogni giorno caffè diversi e godersi a pieno l’esperienza degustativa:

Guatemala Huehuetenango, per espresso
India Kalledevarapura, per espresso
Etiopia Sidamo, per espresso
Caffè delle Donne Brasile, per espresso
Blue Diamond, la miscela di sole arabiche vincitrice della Gold Medal all’International Coffee Tasting, per espresso
Colombia Finca la Meseta, in filtro
Uganda Rwenzori, in filtro

In particolare l’ultimo citato, il Rwenzori, è un nuovissimo caffè inedito, non ancora in vendita né alla torrefazione storica di Milano, Corso Buenos Aires, 20, né online sul sito. Ma non è ancora finita qui.

Per i baristi che parteciperanno per scovare prodotti inediti o trovare nuovi fornitori per le proprie attività, la torrefazione presenterà anche le sue migliori miscele pensate appositamente per il mondo horeca.

Infine se si vuole provare ad assaggiare il caffè come un professionista, è possibile compilare la scheda tecnica di degustazione dell’espresso o del filtro insieme a Martina e Paolo, che guideranno alla scoperta della degustazione del chicco estratto.

Info:

– Quando? Sabato 2, Domenica 3 e Lunedì 4 dicembre 2023
– Dove? Superstudio Più di Via Tortona, 27, Milano
– Quando posso venire? Dalle 10.00 alle 17.00 tutti e tre i giorni
– Dove trovo Caffè Ernani? Presso lo Stand L05
– Può partecipare chiunque? Sì, previo l’acquisto del biglietto d’ingresso alla fiera, acquistabile qui.

illycaffè supporta le attività del reparto odontoiatrico della comunità di San Patrignano

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illycaffè san patrignano
Letizia Moratti, cofondatrice della Fondazione San Patrignano, insieme a Cristina Scocchia, amministratore delegato illycaffè (immagine concessa)

TRIESTE – Donare sorrisi alle ragazze e ai ragazzi in percorso a San Patrignano. È l’impegno che la comunità porta avanti da sempre, sostenendo i suoi ospiti nella loro rinascita e provvedendo alle cure odontoiatriche di cui inevitabilmente necessitano. Una cura sempre più attenta oggi grazie al sostegno di illycaffè che ha scelto di dare un aiuto concreto e immediato alla Comunità.

illycaffè a supporto della comunità di San Patrignano

illycaffè, società B Corp che si impegna a crescere promuovendo un modo diverso di fare business, basato su una strategia orientata al bene comune, ha infatti sposato l’impegno del settore odontoiatrico di San Patrignano.

L’importanza attribuita dall’azienda alla collaborazione per migliorare la qualità della vita e accrescere il benessere nel lungo termine ha dato vita negli anni a progetti sociali a favore delle comunità con le quali entra in contatto, da quelle dei produttori di caffè nelle zone di raccolta della materia prima a quelle che si trovano nelle aree in cui il caffè viene consumato.

Il reparto presente all’interno del centro medico di San Patrignano è fondamentale per i ragazzi in percorso visti i danni che le droghe provocano al cavo orale così come i deficit masticatori che ne conseguono.

Il contributo di illycaffè andrà a sostegno dell’acquisto di strumentario, materiale e utensileria, quali turbine, resine, materiali per impronte, lampade polimerizzatrici per l’indurimento del materiale di otturazione, spatole, frese, sterilizzatori, e tanto altro finalizzato alla continuità dell’attività del laboratorio odontoiatrico.

Un aiuto fondamentale non solo per i ragazzi che devono curare l’apparato orale, ma anche per quelli impegnati nel laboratorio odontotecnico, fondamentale realtà di formazione rivolta alle ragazze e ai ragazzi in percorso che frequentano il percorso di studio da odontotecnici presso il centro studi della comunità.

Dal 2012, anno di attivazione del corso, sono stati 23 quelli che hanno conseguito il diploma odontotecnico di cui uno nell’ultimo anno. Inoltre nel laboratorio alcuni ospiti acquisiscono competenze base per diventare assistente alla poltrona.

“San Patrignano è una famiglia per i giovani che hanno smarrito la strada e vogliono riprendere un cammino fatto di autostima, responsabilità ed entusiasmo – racconta Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè – Siamo felici di essere al loro fianco sostenendo il reparto odontoiatrico, che dona nuovi sorrisi ai ragazzi della comunità, riparando i danni che le droghe provocano al cavo orale”.

“Sono particolarmente lieta dell’aiuto concreto offerto da illycaffè alla Comunità San Patrignano – sottolinea Letizia Moratti, Cofondatrice della Fondazione San Patrignano – Una donazione rilevante sotto diversi aspetti. Si tratta infatti di un sostegno importante al reparto odontoiatrico volto a migliorare ancora la qualità delle cure destinate ai ragazzi ospitati e la formazione dei giovani impegnati nel laboratorio, ma di grande rilievo pure per l’alto risvolto valoriale che amplifica la collaborazione tra una grande azienda italiana e la nostra Comunità. Un percorso sostenibile che sono certa saprà consolidarsi ancor più nel tempo”.

La comunità San Patrignano

San Patrignano è la comunità di recupero per ragazze e ragazzi con problemi di dipendenza più grande d’Europa e al momento ospita oltre 800 ragazzi. Per tutti loro e per le loro famiglie il percorso di recupero è completamente gratuito.

Dal 1978 ad oggi, San Patrignano ha accolto oltre 26.000 persone, offrendo loro una casa, l’assistenza sanitaria e legale, la possibilità di studiare, di imparare un lavoro e reinserirsi pienamente nella società al termine del percorso di recupero.

Secondo una ricerca effettuata dall’Università di Bologna, che ha monitorato un gruppo di ex ospiti della comunità a cinque anni dal loro reintegro nella società, il 72% dei ragazzi che terminano positivamente il percorso non ricadono nel problema della tossicodipendenza.

Oltre a questo, la Comunità è da tempo impegnata in progetti di prevenzione alle dipendenze, tanto che incontra oltre 40.000 studenti l’anno.

La scheda sintetica illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo.

Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies.

Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo.

Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale. Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti vendita in 34 Paesi.

Antonino Il banco di Cannavacciuolo apre all’aeroporto Milano Malpensa

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Antonino Cannavacciuolo (immagine concessa)

MILANO – Antonino Il banco di Cannavacciuolo, il primo concept dedicato alla gastronomia informale firmato dallo chef, ha aperto mercoledì 29 novembre nell’Aeroporto Internazionale di Milano Malpensa portando nell’Area Partenze del Terminal 1 lo street food innovativo e la pasticceria pret à porter che rispecchiano la sua anima napoletana.

Lo sviluppo del progetto retail è nato dalla collaborazione di Chef Antonino e Cinzia Cannavacciuolo con Sergio Castelli, amministratore delegato di MyChef Italia.

La location occupa una superficie di 132 mq. con un ampio bancone, cuore pulsante del food concept, un’area allestita con tavoli e sedute che invitano a una piacevole sosta gourmet prima di prendere il volo, e un’ampia zona market con l’esposizione dei prodotti e tavoli alti per una consumazione più veloce e informale.

Questa nuova apertura di Antonino Il banco di Cannavacciuolo si sposa perfettamente con le esigenze dei viaggiatori nazionali e internazionali che transitano quotidianamente dall’Aeroporto di Malpensa per piacere o affari: un pubblico in movimento e sempre più incline a una pausa veloce, ma di qualità.

Antonino Il Banco diventa così una tappa fissa in qualsiasi momento della giornata, dalla colazione, grazie all’angolo caffetteria, al pranzo o alla cena con una ricca proposta gastronomica che, nella sua semplicità, mantiene fede al desiderio di Antonino e di sua moglie Cinzia di offrire ai propri ospiti “di passaggio” un momento di vero piacere e benessere, inaugurando una nuova modalità di food travel experience.

Dalle proposte dolci a quelle salate ogni prodotto racconta la grande passione dello chef Cannavacciuolo per la propria terra d’origine e per la tradizione partenopea: dalla pasticceria tipica con sfogliatelle, babà (classici o con crema e panna), l’immancabile pastiera e le golose code d’aragosta.

Si passa poi agli sfiziosi emblemi dello street food campano come gli arancini, i fiori di zucca ripieni, il cuoppo, il cuzzetiello, le intramontabili pizze, ai più tradizionali piatti che si trovano in tavola, come parmigiana di melanzane, lasagne e polpette al sugo, ma anche proposte healthy come le lasagne vegetariane con sfoglia BIO o l’insalata con pomodori datterini e burrata IGP.

Questa ricercata selezione di prodotti sarà disponibile anche in versione da asporto grazie allo spazio market, per chi desidera regalare (o regalarsi) un delizioso souvenir gastronomico firmato dallo chef Cannavacciuolo e prodotto nel Laboratorio di Alta Pasticceria Artigianale di Suno (Novara).

Questo di Milano Malpensa è il terzo punto vendita di Antonino Il Banco: il primo aperto nel 2019 nella piazza principale del Vicolungo The Style Outlets, il secondo inaugurato nel 2021 tra i vicoli dell’affascinante borgo medievale di Orta San Giulio.

Lady Amarena Italia 2023: la vincitrice della sfida mixology è Francesca Aste

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Francesca Aste incoronata Lady Amarena (immagine concessa)

BOLOGNA – E’ Francesca Aste di Carloforte, Isola di San Pietro, la nuova Lady Amarena Italia 2023. La giovane è stata eletta regina della mixology italiana dopo un’appassionante sfida a 10 con altre 9 agguerrite e bravissime barladies giunte da tutta Italia a Roma per la finale del concorso, ideato e organizzato da Fabbri 1905, che si è svolta al centro dei due appuntamenti mondiali Aibes (Associazione italiana barmen e sostenitori) e IBA (International Bartender Association).

Francesca Aste è la nuova Lady Amarena Italia

Francesca ha conquistato pubblico e giuria “mettendo in scena”, nei tre minuti e poco più a disposizione, il suo cocktail Bansky Martini ispirato al celebre murales dell’artista con la bambina che insegue il suo palloncino che vola via: un’impeccabile e sorridente presentazione in perfetto inglese – come richiesto dalle competizioni internazionali e dalle professioni dell’ospitalità – mentre le immagini di momenti piacevoli nel bar che Francesca gestisce con il compagno a Carloforte hanno accompagnato la preparazione di Bansky Martini, a base di Dry Gin Fabbri, Marendry Bitter Fabbri e liquore alla pesca.

E un vero palloncino a forma di cuore legato a un’Amarena Fabbri è stata la sorprendente decorazione del cocktail che ha convinto la giuria anche per l’estetica e la piacevolezza di gusto dovuta al calibrato mix degli ingredienti.

Il risultato, un cocktail dalla bassa gradazione alcolica, armonioso e versatile dall’aperitivo all’after dinner, che in realtà è molto di più: riesce a dare corpo e gusto a messaggi d’amore e d’amicizia, a sogni da inseguire ed emozioni da coltivare.

Non sono state da meno le altre giovani concorrenti quanto a passione e creatività: tutte emozionatissime perché consapevoli dell’opportunità offerta da questo concorso che dal 2015 ha aperto le porte della mixology a tantissime giovani donne in Italia e nel mondo.

Si tratta infatti dell’unica competizione internazionale dedicata al bartending in rosa. “Fin dalle origini questo concorso parla di inclusione prima ancora che questo tema diventasse un hipe contemporaneo: in fondo la nostra azienda – dichiara Nicola Fabbri a nome della famiglia, ceo e quarta generazione al comando con il fratello Umberto e il cugino Paolo – nasce dall’intuizione di una donna, la mia bisnonna Rachele alla cui ricetta casalinga si deve l’invenzione della nostra Amarena”.

“Crediamo che la componente femminile nel mondo del bartending meriti di essere considerata e valorizzata al pari dei colleghi uomini che ne sono tuttora protagonisti: per il quid in più di sensibilità e attenzione alle sfumature, oltre che di freschezza e nuova creatività, che oggi le persone richiedono anche in un cocktail, non solo da bere, ma motore di convivialità, nuovi incontri e piacevoli esperienze” conclude Fabbri.

A passare il testimone a questa giovane trentenne che ha scelto di vivere e lavorare “al bancone” nella sua Sardegna, Federica Geirola, Lady Amarena Italia 2021, oggi una vera influencer nel mondo del bartending, bravissima a portare sui social tutta l’esperienza e la passione dei cocktail che prepara ai clienti del Singer Palace Hotel di Roma.

Sul podio anche la seconda classificata Carlotta Verago e la terza Valentina Scuotto con i rispettivi cocktail Lady Bear e Magic Drop.

Il titolo di miglior cocktail a base di Dry Gin Fabbri è andato invece a Linda Gentilini con Albachiara, mentre quello per il miglior cocktail a base di Marendry a Jennifer Okkez con il suo Mexican Lady.

Appuntamento al 2024 per la competizione internazionale che vedrà Francesca Aste misurarsi con le Ladies elette in tutti i Paesi del mondo in cui Fabbri e presente.

La biografia di Francesca Aste

La nuova Lady Amarena Italia si rivela e racconta le tappe principali della sua carriera nel mondo dell’hospitality: “Sono Francesca Aste, ho 30 anni e sono originaria di Carloforte, Isola di San Pietro. Ho iniziato ad appassionarmi a questo lavoro a 14 anni, quando feci la prima “stagione”. Ho lavorato nella mia piccola isola dove ho frequentato diversi corsi di formazione”.

Aste aggiunge: “Sono poi partita per fare una full immersion lavorativa. Ho deciso di non andare troppo lontano, perché in fondo in Italia siamo i campioni dell’ospitalità! Perciò mi sono trasferita a Milano, dove ho svolto più lavori al giorno per imparare tutti gli aspetti, le fasce orarie, i ruoli e le sfumature della vera ospitalità all’Italiana”.

Aste continua: “Dopo 5 anni, ho deciso, insieme al mio compagno (partner nella vita e nel lavoro) di tornare in Sardegna. Il mio obbiettivo è quello di soddisfare, stupire e far sentire a casa gli ospiti. Credo che nella vita ogni cosa debba avere un senso o una motivazione e anche nei cocktail che propongo c’è sempre una storia o un sentimento che mi lega. Mi definisco una grande chiacchierona all’interno della mia zona comfort: il bar! Sono Francesca Aste e sono una barlady”.

Riconoscimento Igp del gianduiotto: Caffarel chiede un tavolo di confronto

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TORINO – Un tavolo di confronto sul riconoscimento del Gianduiotto Igp (ne abbiamo parlato qui) che coinvolga le istituzioni, le aziende e gli artigiani per trovare una soluzione condivisa. E’ la richiesta formale che Benedict Riccabona, ceo di Lindt & Sprungli Italia, ha presentato al presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia, in visita allo stabilimento Caffarel di Luserna San Giovanni (Torino).

Con Allasia a Luserna c’erano il sindaco Duilio Canale, il consigliere della Città Metropolitana di Torino e assessore di Luserna Enrico Delmirani e il vicepresidente dell’Unione dei Comuni del Pinerolese Mauro Vignola.

La presa di posizione di Guido Castagna

Intanto il  presidente del Comitato del Gianduiotto Guido Castagna, che da anni con il suo “Giuinott” (giovanotto) è portavoce nel mondo del mondo dell’alta pasticceria di questa specialità piemontese, commenta la lotta internazionale in atto tra il Piemonte e la multinazionale Lindt.

Il maestro cioccolatiere, come riportato dal Il Fatto Quotidiano, afferma: “A Torino si sta affrontando una vera e propria guerra del gianduiotto. In gioco c’è il futuro del cioccolato e l’idea stessa di made in Italy”.

A leggere le dichiarazioni di tutte le parti, sembra che la Lindt stia difendendo il cioccolato di massa, facendo guerra al cioccolato d’eccellenza piemontese.

L’Università Ca’ Foscari di Venezia organizza l’evento dedicato al tè per ricordare il professor Marco Ceresa il 2 dicembre

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ceresa università ca' foscari
Marco Ceresa

VENEZIA – Nella notte tra il 3 e il 4 maggio 2023 Marco Ceresa, direttore del Dipartimento di Studi sull’Asia e l’Africa Mediterranea dell’Università Ca’ Foscari Venezia, stimato sinologo dell’ateneo, nonché autore della prima traduzione integrale del Canone del tè di Lu Yu, cofondatore e presidente onorario dell’Associazione Italiana Cultura del Tè, è venuto a mancare.

Per mantenerne vivo il ricordo, l’Università Ca’ Foscari ha organizzato un evento all’interno dell’Auditorium Santa Margherita – Emanuele Severino il 2 dicembre alle 14. Si comincerà con i saluti istituzionali della professoressa Tiziana Lippiello, magnifica rettrice dell’Università.

Il convegno dell’Università Ca’ Foscari Venezia dedicato a Marco Ceresa

Il convegno si terrà in lingua inglese e vedrà la presenza di James Benn (McMaster University), Livio Zanini (Ca’ Foscari), Françoise Sabban (École des Hautes Études en Sciences Sociales), Johan Van Mechelen, Silvia Vesco (Ca’ Foscari), Aldo Tollini (Ca’ Foscari).

locandina evento
La locandina dell’evento (immagine concessa)

A seguire, ci sarà una degustazione di tè e biscotti offerta da Eastern Leaves e Loison. Gli interventi dei colleghi e amici di Marco Ceresa chiuderanno la giornata di commemorazione insieme al concerto solista di pipa di Liu Fang.

L’entrata all’evento sarà libera fino ad esaurimento posti. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Lauro Fioretti di Simonelli Group: “Anche per il nuovo C.v.a. sosterremo Sca e Wce, perché migliora il mercato”

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Lauro Fioretti, advisor per il nuovo Coffee & beverage community team di Simonelli Group (immagine concessa)

MILANO – Il confronto con l’ingegner Lauro Fioretti comincia dal racconto del suo ruolo in Simonelli Group, che, nel tempo, ha assunto diverse sfaccettature. Il colloquio s’inserisce nella recente iniziativa presa dal produttore marchigiano di macchine professionali per il caffè espresso, che ha avviato, in collaborazione con Wce, World Coffee Event, un importante progetto in Cina. L’obiettivo? Condividere tutte le novità del World Barista Championship e del rinnovato protocollo di valutazione dei risultati delle gare del Mondiale.

Chi è innanzitutto l’ingegner Lauro Fioretti, per chi ancora non lo conoscesse?

“Il mio incarico attuale all’interno di Simonelli Group, è quello di advisor per il nuovo Coffee & beverage community team, che abbiamo creato all’interno dell’azienda ed è composto da coffee ambassador. Si tratta di persone specializzate principalmente sulla parte dell’user experience del prodotto e su quella legata alla community.

In azienda ovviamente seguo anche la fase di sviluppo prodotto focalizzato sulla sua funzionalità dal lato barista come utente finale o dei coffee shops a vari livelli, da quelli specialty ai mainstream.

Arrivo da un’esperienza nel mondo del caffè di tanti anni: ho iniziato in azienda come formatore tecnico e poi partecipando a molti corsi, soprattutto con l’approfondimento della parte sensoriale.

Attualmente sono un trainer Sca su quasi tutti i moduli, Assistent instructor nel CQI, Coffee Quality Institute.

Ho anche iniziato la carriera da giudice internazionale dal lontano 2006 nei campionati regionali, poi nazionali sino ad ora, come rappresentante del WBC per la maggior parte delle competizioni. Sono stato giudice principale negli ultimi 6/7 Campionati Mondiali.”

Quali sono i miglioramenti del CVA che aiutano il lavoro dei giudici nella valutazione sensoriale?

“Il Coffee Value Assessment è un nuovo metodo di valutazione del caffè sviluppato dallo SCA, che prevede 4 elementi di valutazione: 1) fisici; 2) descrittivi; 3) affettivi; 4) esterni o estrinseci.

Questo nuovo metodo è stato applicato in primis alle competizioni con un focus sulla scheda di valutazione sensoriale che viene usata dai giudici in gara.

In pratica è stata analizzata la scheda di valutazione sensoriale, sono state identificate le sezioni descrittive oggettive e quelle affettive con i relativi pesi. A partire da questa analisi sono state sviluppate delle nuove schede con nuove categorie e pesi basati sul protocollo del CVA.”

Con queste novità, il caffè è al centro dell’analisi oppure l’abilità del barista?

“Il caffè e le bevande a base di caffè prodotte in gara restano sempre importanti, ma sicuramente è stato dato un peso maggiore alle abilità del barista che passa, nel caso della scheda sensoriale della gara barista, dall’8 al 18% con nuove categorie, mentre la valutazione finale (total impression) del giudice scende dal 15 al 7%.

Se consideriamo che ci sono 4 giudici sensoriali in gara, ognuno con la sua scheda, si evince come il cambiamento sia importante.”

Questa modifica era necessaria per ricalibrare le schede, e perché?

“Il cambiamento era necessario per allineare le schede di gara al nuovo metodo di valutazione del caffè e alla nuova definizione di specialty coffee della SCA. ”

E invece, che cosa sono esattamente questi aggiornamenti del WCE?

“In questi ultimi anni, con lo scoppio della pandemia nel 2019 che ha creato grosse difficoltà al format delle gare in quanto esse prevedono interazione e socialità, sono state congelate un po’ tutte le regole e si è lavorato invece per rendere il campionato compatibile con i requisiti necessari a garantire la sicurezza dal Covid-19. Questo però ha bloccato l’evoluzione del format delle competizioni.

Terminata la pandemia, il board del World Coffee Event ha voluto ripartire alla grande con gli step che avevano dovuto fermare e che, nel 2023 si sono tradotti nelle nuove regole con moltissime innovazioni.

In particolare si tratta di novità che vengono generate da un Evolution strategic committee, composto da persone che provengono dallo staff interno del World Coffee Event e da diversi stakeholder, dal settore della tostatura, delle aziende produttrici, industriali, dagli stessi baristi.

Ciascuno dà il suo contributo per comunicare i nuovi trend e verso quali direzioni dovrebbero tendere le competizioni. Lo Strategic evolution committee raccoglie dai vari utenti queste informazioni e aggiorna le regole dei campionati in base alle indicazioni.

Per questo nel 2023 sono state inserite tante novità: due sono le principali. Si tratta dei rinnovati score sheet che si sono adattati alla nuova formula del cupping di Sca, ovvero il Coffee Value Assessment.

L’Associazione sta rivedendo le valutazioni sensoriali del caffè in generale, in particolare nel WBC guardiamo all’espresso, applicando un sistema più scientifico volto a separare la parte affettiva da quella descrittiva.

Quindi sono stati adottati altri valori, riferendosi a nuove scale che descrivono il peso di una o dell’altra caratteristica.

Questo ha creato scoresheet differenti che sono state spiegate su youtube attraverso la condivisione di due video dettagliati che si possono vedere su YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=plBJdTjyHJU  –  https://www.youtube.com/watch?v=bE9mDAl61Tk&t=40s  – https://www.youtube.com/watch?v=CMhxpdcJUVc&t=937s )

L’altra importante novità è legata all’inserimento dei plant based milk, le bevande a base vegetale. Sono state introdotte proprio perché il Wbc vuole essere ricettivo rispetto ai trend in crescita.

Ciò ha comportato l’applicazione di notevoli cambiamenti e, per rendere il processo trasparente, si sono dovuti formare gli stessi giudici. Noi abbiamo avuto un primo confronto interno via call interna tra i rappresentanti Wbc Rep, e poi siamo diventati i messaggeri che avrebbero dovuto trasferire le informazioni ai livelli inferiori.

Quelli del Wbc sono stati bravi perché sono stati molto chiari sin dall’inizio, nella creazione dei due video per comunicare la svolta a tutti i competitor, andando oltre i giudici. Chiunque può fruire di questi contenuti, per garantire la trasmissione delle regole a tutti.

Un problema è nato soltanto in Cina, dove non è possibile accedere a questi contenuti social.”

Ma perché proprio Simonelli Group si è fatto portavoce dei baristi cinesi?

“Perché ha un presidio stabile nel mercato cinese e collabora con una coffee ambassador, Nicole Lin che è anche giudice certificata per il Campionato barista e Brewers cup. Parlando con lei ci siamo accorti di questa necessità rispetto alle limitazioni di comunicazione poste nel mercato cinese. Abbiamo così realizzato che negli ultimi quattro anni i concorrenti cinesi si sono basati sulle regole del 2019.

Di fronte a questa criticità, ci siamo sentiti in dovere di trovare una forma di comunicazione che arrivasse anche a loro degli aggiornamenti avvenuti. Per colmare questo gap abbiamo avuto l’idea di creare due workshop uno a Wenzhou e uno in Shanghai in cui abbiamo presentato il contenuto dei video youtube su power point, con la traduzione in cinese supportata dalla nostra coffee ambassador. In questa fase anche il collega Jonathan Marano ci ha aiutato molto anche ad organizzare questi due corsi che sono andati in over booking appena annunciati.

Siamo andati sul territorio per condividere le informazioni e questo perché tutto il team Simonelli Group ha assorbito il valore della proximity: abbiamo aperto per questo principio diverse filiali ed experience Lab, per creare una rete che ci permettesse di esser sempre vicini agli utenti e intercettarne le esigenze. Anche grazie al nuovo team che agisce localmente, investiamo in education e l’azienda ha deciso di portare queste novità a tutti i competitor cinesi e non soltanto.”

Il feedback dei baristi è stato buono?

“Sono venuti i campioni nazionali cinesi degli ultimi quattro anni, per partecipare con interesse ai due workshop.

Ci hanno ringraziato molto per le presentazioni, perché hanno capito anche le ragioni dietro queste modifiche e quali sono gli scopi ultimi. In effetti è difficile senza la giusta comprensione del cambiamento, garantire delle buone performance. In questo modo invece, hanno capito gli obiettivi e i motivi che hanno portato alle novità introdotte.

Condivido qui il feedback principale, quello di Simon Sun, campione barista cinese 2019 che ci ha scritto: ”It was helpful for me to understand the logic behind the score sheet, so that we can better prepare for the presentation in the right way” (”Mi è stato utile capire la logica alla base del foglio di valutazione, in modo da poterci preparare meglio per la presentazione nel modo giusto”). Con una persona madre lingua cinese è stato semplice farglielo capire.”

Soddisfatto dei risultati ottenuti?

“Molto. Stiamo pensando di continuare su questa strada. Sono soddisfatto perché come Simonelli Group siamo veramente molto coinvolti con Sca al di là della sponsorizzazione dei campionati mondiali. Crediamo che tutto questo porti sul mercato a una migliore percezione del caffè e delle bevande a base caffè.

Il feedback ricevuto va proprio in questa direzione: l’education e questo format di gare crea una diversa mentalità non soltanto dei baristi, ma lungo tutta la catena che ne beneficia e lavora assieme per migliorare il livello degli standard sia per le bevande sia per l’hospitality.

Ho avvertito che stiamo andando nella giusta strada e che gli investimenti dell’azienda porteranno dei risultati a lungo termine. Spesso noi diciamo che sono ormai 20 anni che facciamo le gare e nonostante ciò ancora si vedono in giro coffee shops che non fanno il purge, hanno le lance per il vapore incrostate e le campane dei macinini oleose.

È vero, ma ci sono anche tanti esercizi pubblici in Italia in cui poter andare e trovare un locale pulito, organizzato, con il barista ben formato e un caffè di buona qualità.

Ci sono voluti 20 anni per ottenere questo primo risultato e magari ce ne vorranno altri 20 per estendere e democratizzare il fenomeno, ma gli effetti iniziano già oggi ad esser visibili. E questo ci spinge a muoverci ancora di più su questa strada.”

Reduce da Shanghai e da questo incontro, possiamo fare un focus sulla Cina e sul caffè

“L’esperienza che ho portato a casa dalla Cina è che si tratta di una bellissima nazione con una cultura e una storia attorno al tè incredibile. Hanno una conoscenza millenaria, una storia immensamente più lunga e complessa rispetto a quella del caffè.

Le sue origini sono molto antecedenti a quelle dell’Etiopia e dello Yemen. Loro hanno iniziato molto prima di noi. Il mondo del caffè è ancora nuovo in questa Nazione, ma c’è tantissima voglia di imparare, di condividere esperienze.

Ho visto un Paese molto aperto e curioso, che recepisce velocemente i trend: mentre noi siamo molto tradizionalisti e facciamo fatica a cambiare le cose perché siamo legati ad un certo modo di preparare il caffè, in Cina non c’è questo ostacolo.

Il caffè è nuovo e loro sono spugne pronte ad assorbire tutte le conoscenze attualmente a disposizione sulla bevanda. La community è pronta allo scambio delle informazioni, nonostante la barriera sociale e linguistica di cui parlavamo prima.”

C’è spazio per l’Italia nella Cina del caffè?

“Sicuramente c’è. Sia a livello di equipment come nel caso di Simonelli Group, che per la bevanda, a partire dalle piantagioni del caffè: loro stanno lavorando per realizzare nuove coltivazioni di alto livello. Sta succedendo come nel mondo del vino in Italia, un prodotto su cui ci siamo specializzati con professionisti e di cui abbiamo aumentato la qualità. In regioni come lo Yunnan si stanno organizzando per incrementare il livello e ci sono già score da specialty e che stanno salendo.

Ho scoperto in Cina dei tè che vengono venduti a delle cifre astronomiche e loro non badano a spese. Nei prossimi anni questo trend si applicherà anche sul caffè.”

Un altro aspetto della sua attività: l’esperienza al World Barista Championship di Atene, in cui ha fatto da giudice

“È stata una bellissima esperienza perché era in Grecia, che è un po’ come l’Italia una culla dell’espresso. La cultura è molto alta, là si vendono per lo più l’espresso e il cappuccino freddo. Parlando invece della competizione nel dettaglio, quest’anno mi è piaciuto di più l’ambiente che si è creato tra tutti i team, quelli di giudici, trainer e baristi.

L’atmosfera era piacevole, senza le tensioni che in altri anni si sono verificate: tutti vorrebbero, soprattutto i trainer, vedere tutti 6, il voto massimo, negli score sheet, ma la realtà spesso non è questa.

Mi è piaciuto molto che durante i debriefing con i baristi e i coach, ci sia stata la massima collaborazione non solo con i giudici ma anche con gli specialisti di Simonelli Group coinvolti quest’anno con il nostro macinino di punta, il Mythos di Victoria Arduino.

C’è stato il massimo del rispetto dei ruoli, tutti sono stati gentili, disponibili ed educati, quando c’era da chiedere dei grinder. Il clima era di comunione, con l’obiettivo unico di valorizzare il caffè senza velleità egoistiche concentrate esclusivamente sulla vittoria individuale.

Certo noi giudici eravamo tesi, perché dovevamo applicare il nuovo regolamento in cui abbiamo lanciato le novità. C’era un po’ nervosismo, ma tutto è andato liscio. Il lavoro fatto a monte, con video, call, calibrazioni e pre calibrazioni, ha funzionato bene.”

Simonelli Group continuerà quindi a supportare i baristi a queste competizioni?

“La risposta è sì. L’azienda ha sponsorizzato per 12 anni il campionato mondiale con le macchine da caffè e questo è il secondo con lo sponsor per i grinder. L’obiettivo delle gare, dell’education di Sca sposano i valori della nostra azienda e sono efficaci.

Vogliamo continuare a supportare l’Associazione nei vari canali, perché è ciò che porta a migliorare il mercato e il livello del settore, delle bevande e dell’hospitality in generale.”

La Marzocco ha vinto il premio come Miglior fornitore di attrezzature in Europa, “Best equipment supplier – Europe”

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Il momento della consegna del premio a Barcellona

BARCELLONA (Spagna) – La Marzocco è lieta di annunciare che ha ricevuto il premio Best Equipment Supplier – Europe (Miglior Fornitore di Attrezzature – Europa) all’evento European Coffee Awards, che si è tenuto presso il W Hotel a Barcellona, in occasione di European Coffee Symposium (27 – 29 novembre).

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A sinistra Guido Bernardinelli amministratiore delegato de La Marzocco

Guido Bernardinelli, CEO a del costruttore fiorentino di macchine professionali per il caffè espresso, insieme a Paul Kelly e a Valter Chiriacò, rispettivamente Managing Director della filiale La Marzocco UK & Ireland e della filiale La Marzocco Spain, ha partecipato all’evento ed ha ritirato il premio a nome dell’azienda e dei partner globali.

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Lo staff de La Marzocco alla premiazione di Barcellona

L’European Coffee Simposium, oggi alla sua quattordicesima edizione, è uno degli incontri organizzati da Allegra che, riunendo i protagonisti del settore, rende possibile scambiare informazioni e tendenze di mercato e favorire nuove opportunità di networking, grazie alla presenza di Manager provenienti da tutto il panorama delle caffetterie, del food-to-go e dei servizi di ristorazione a livello mondiale.

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La serata degli European Coffee Awards a Barcellona

Un’opportunità anche per riconoscere i risultati raggiunti in Europa nel settore HORECA, sulla base delle valutazioni dei consumatori, dei professionisti e delle aziende del settore stesso.

L’European Coffee Symposium 2023

Usda, Vietnam: produzione 2022/23 in flessione a 27,2 milioni, ma cresce l’export verso l’Italia (+6%)

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Usda Brasile
Il logo del dipartimento dell'agricoltura di Washington

MILANO – Il Vietnam produce sempre meno caffè, causa il clima e il ridursi delle superfici coltivate. Così il report del servizio informativo estero del dipartimento Usa dell’agricoltura (Usda), che ha tagliato le stime sul raccolto dell’anno scorso e appare pessimista anche su quello di quest’anno.

L’ufficio di Hanoi del dicastero americano stima ora la produzione 2022/23 (ottobre-settembre) in 27,2 milioni di sacchi: oltre 2,5 milioni in meno rispetto alla previsione fatta a metà anno.

E quasi 4,4 milioni in meno rispetto al raccolto 2021/22. La produzione di robusta è stata pari, nel 2022/23, a 26,3 milioni, contro i 30,48 dell’annata precedente.

Quella di arabica subisce a sua volta una flessione di 200 mila sacchi e scende a 900 mila sacchi.

Fortemente riviste al ribasso anche le previsioni per il raccolto in corso, stimato in 27,5 milioni, molto al di sotto dell’aspettativa iniziale (31,3 milioni).

La produzione di robusta segnerà una lieve ripresa risalendo a 26,62 milioni. Quella di arabica un ulteriore lieve calo scendendo a 880 milioni.

È stato l’impatto peggiore del previsto dei fenomeni climatici Enso negativo (La Niña), sino al primo semestre di quest’anno, ed Enso positivo (El Niño), nel secondo semestre, a determinare, in buona parte, il ridimensionamento delle stime sugli ultimi due raccolti.

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