lunedì 03 Novembre 2025
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Terremoto nel mercato mondiale del caffè: così KDP acquisterà il colosso olandese Jde Peet’s dando vita a un gigante di dimensioni paragonabili a quelle di Nestlé

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I loghi di Keurig Dr Pepper e JDE Peet's
I loghi di Keurig Dr Pepper e JDE Peet's

MILANO – La notizia è esplosa come una bomba nella mattinata di lunedì 25 agosto, annunciata da un comunicato congiunto diffuso all’apertura dei mercati in Europa: il gigante del beverage e del caffè porzionato americano Keurig Dr Pepper (KDP) acquisirà il numero uno mondiale pure play del caffè, l’olandese Jde Peet’s, per 15,7 miliardi di euro, in un’operazione tutta in contanti.

Secondo i termini concordati, gli azionisti di Jde Peet’s riceveranno 31,85 euro per ogni azione posseduta, in contanti, con un premio del 33% sul prezzo medio ponderato per il volume a 90 giorni, che porta il valore complessivo dell’operazione alla già citata cifra di 15,7 miliardi di euro, o 18,4 miliardi di dollari.

Jde Peet’s, inoltre, distribuirà un dividendo, precedentemente annunciato, di 0,36 euro per azione prima della chiusura dell’operazione.

Successivamente all’acquisizione, il cui closing è previsto per il primo semestre 2026, si procederà, il prima possibile, al delisting di Jde Peet’s da Euronext Amsterdam e Keurig Dr Pepper si sdoppierà, a sua volta, in due società autonome, entrambe quotate in borsa negli Stati Uniti: “Beverage Co.”, che riunirà i marchi del beverage (tra i più noti: Dr Pepper, Canada Dry, Snapple, 7UP) e “Global Coffee Co.” destinata a diventare il competitor #1 mondiale pure-play nel settore del caffè, con tutti i marchi di Jde Peet’s, cui si aggiungerà la piattaforma Keurig, con le popolari capsule K-Cup e relative macchine.

Il fatturato di Beverage Co. e Global Coffee Co. è stimato rispettivamente in 11 e 16 miliardi di dollari

“La nuova entità avrà una dimensione simile a quella del business del caffè di Nestlé… Entrambe avranno una quota di mercato di circa il 20% nel settore globale del caffè confezionato (cpg)”, ha dichiarato l’analista di ING Maxime Stranart, a Reuters.

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Cristina Scocchia, illycaffè: “Continuiamo a investire nel made in Italy e nella filiera”

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Cristina Scocchia illycaffè
Cristina Scocchia, amministratore delegato illycaffè

CERNOBBIO (Como) – Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè, in occasione del Forum Ambrosetti a Cernobbio, si è espressa in merito a temi cruciali che riguardano il comparto del chicco come i dazi statunitensi la crescita esponenziale della materia prima.

Riportiamo di seguito le considerazioni dell’amministratore delegato dell’azienda.

1. Risposta ai dazi: crescere in Europa con regole condivise e una visione per rilanciare la competitività

“In un contesto globale sempre più instabile e competitivo, l’Europa deve mettere in comune risorse e visione strategica per affrontare le grandi sfide del nostro tempo: autosufficienza energetica, difesa comune e innovazione tecnologica.

Serve una politica industriale strutturata, per recuperare il terreno perso nelle nuove tecnologie e sostenere i settori tradizionali.

Ci preoccupiamo, giustamente, dei dazi introdotti dagli Stati Uniti ma la vera complessità è già dentro l’Europa: basta confrontare le regole di Spagna, Francia, Italia che sono spesso sovrapposte, contraddittorie e diversificate tra Paesi, scoraggiando l’innovazione e la crescita. La frammentazione normativa equivale a un dazio interno del 45% sui beni e 110% sui servizi.

Serve ridurre il costo dell’energia e promuovere un più equilibrato rispetto al Green Deal e ad alcune regolamentazioni europee (i.e.UDR). Serve semplificare il quadro normativo e promuoverne l’armonizzazione e, se l’Europa è davvero seria riguardo alla costruzione di un vero mercato interno, l’allineamento fiscale non è un lusso: è una necessità. Nessuno si aspetta un’armonizzazione delle aliquote dall’oggi al domani ma la concorrenza fiscale interna che ha permesso a Stati membri come Irlanda, Paesi Bassi e Lussemburgo di operare come paradisi fiscali di fatto, deve cessare”.

2. Anche le aziende devono fare la loro parte: superare la stagnazione strategica e accelerare

In salita si deve accelerare. Per le aziende questo non è il momento di restare ferme in quella che definisco “stagnazione strategica”. È il tempo di affrontare le sfide con coraggio, di attrezzarsi per superarle e di imprimere una spinta decisa al cambiamento.

In illycaffè abbiamo scelto di agire. A luglio abbiamo acquisito il controllo del nostro distributore svizzero e, proprio in questi giorni, abbiamo annunciato l’acquisizione della maggioranza di Capitani, azienda italiana specializzata nella produzione di macchine per il caffè.

Una tappa fondamentale nella nostra strategia di crescita. In un contesto macroeconomico sempre più complesso e sfidante, abbiamo deciso di continuare a investire nel made in Italy, nell’eccellenza e nell’innovazione, integrandoci a monte e valorizzando la filiera produttiva italiana.

Sebbene il settore del caffè continui ad essere in una tempesta perfetta, principalmente a causa dell’elevato costo della materia prima e dei dazi, abbiamo scelto di non stare fermi ma di accelerare i nostri investimenti strategici al fine di rafforzare ulteriormente la nostra leadership qualitativa a livello globale”.

3. Forti tensioni nel mercato del caffè tra dazi e crescita esponenziale del costo della materia prima

“Il mercato del caffè continua a vivere una vera e propria tempesta perfetta. Il prezzo della materia prima, il caffè verde, si mantiene su una quotazione molto alta – intorno ai 380 centesimi per libra- tre volte la media storica. Le cause sono molteplici: i dazi del 50% imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni brasiliane stanno riducendo l’offerta di caffè sul mercato americano, dove circa un terzo del caffè non tostato proviene dal Brasile.

A questo si aggiungono condizioni climatiche sfavorevoli nei Paesi d’origine della materia prima, come ad esempio i danni causati dalla recente gelata nel Cerrado e le preoccupazioni meteorologiche legate alla mancanza di pioggia in Brasile. Si stima una riduzione del 5-10% del raccolto brasiliano a causa del clima caldo e secco.

Il costo medio della tazzina al bar attualmente in forte crescita (+19% rispetto al 2021 e +3,4% rispetto al 2024), presenta grande disparità tra città: Benevento e Bolzano si attestano a circa 1,5 €, mentre Catanzaro a 1,00 €.

Si prevede che il persistente trend rialzista della materia prima possa causare un ulteriore aumento.

Secondo il report del Centro studi di Unimpresa il prezzo medio di una tazzina di caffè espresso al bar in Italia potrebbe raggiungere i 2 euro entro la fine del 2025. Previsione che, come dichiarato l’anno scorso, riteniamo purtroppo plausibile anche se con tempistiche più lunghe (12-18 mesi)”.

4. Italia: la stabilità di Governo come leva per sostenere la crescita industriale

La gestione prudente del bilancio pubblico sta dando i suoi frutti, l’occupazione è in crescita, il debito è sotto controllo e lo spread è sceso, segnale chiaro della fiducia dei mercati.

In vista della prossima manovra, sarebbero utili misure per sostenere la crescita industriale, rafforzare la competitività e stimolare l’export, soprattutto in un contesto globale segnato da nuove barriere commerciali e dazi.

È fondamentale investire su chi produce e innova, riducendo il costo dell’energia, che pesa come un macigno sulla competitività delle imprese, e creando condizioni fiscali che favoriscano gli investimenti e riducano il costo del lavoro, a beneficio sia delle aziende che dei lavoratori.

Questi interventi richiedono nuove risorse che potrebbero essere generate attraverso una sempre più efficace lotta all’evasione fiscale ma una leva strategica potrebbe essere rappresentata anche dal patrimonio pubblico, stimato in circa 45 miliardi di euro.

Sebbene le componenti più redditizie siano già state oggetto di privatizzazione, esiste una vasta quota di immobili pubblici — spesso non censiti — gestiti dalle amministrazioni locali. Oggi una parte significa di questi beni genera rendimenti prossimi allo zero, basterebbe che rendessero anche solo il 2% per imprimere una svolta significativa alle finanze pubbliche“.

illycaffè: ecco il nuovo impianto di tostatura a Trieste a basso impatto ambientale, realizzato da Scolari Engineering

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MILANO – Grazie alla sua consolidata esperienza e continua innovazione, Scolari Engineering è stata scelta dall’azienda illycaffè come partner per l’ampliamento dello stabilimento di torrefazione di Trieste.

Nel rispetto della visione tecnologica del dottor Ernesto Illy, l’azienda ha puntato su sistemi produttivi e di tostatura di ultima generazione firmati Scolari Engineering.

Si tratta di impianti altamente automatizzati, controllati da software dedicati in grado di gestire l’intero processo produttivo, ottimizzandone ogni fase, sia sotto il profilo qualitativo che in termini di efficienza energetica.

Il nuovo impianto di tostatura di illycaffè

Il cuore dell’impianto è un avanzato sistema integrato gestito da un software basato su intelligenza artificiale, sviluppato e addestrato grazie all’esperienza pluridecennale di Scolari. Questo sistema consente un controllo micrometrico e una reazione immediata alle variazioni del processo, garantendo così la massima qualità del caffè tostato e una significativa riduzione dei consumi energetici.

Progettato e realizzato in ogni suo componente da Scolari Engineering, il nuovo impianto, installato presso lo stabilimento illycaffè, permetterà di ridurre l’utilizzo di energia fossile del 20%, grazie anche al recupero del calore del camino (Preheater) e all’introduzione di bruciatori speciali ad alto rendimento. Questi sono in grado di funzionare con una miscela contenente fino al 30% di idrogeno, contribuendo sensibilmente alla diminuzione delle emissioni di CO₂.

La gestione dell’impianto avviene attraverso un software multitasking di ultima generazione, sviluppato internamente dal reparto R&D di Scolari.

Questo sistema, basato su AI, è in grado di gestire il profilo di tostatura in modo predittivo e preciso, ottimizzando i tempi di reazione e mantenendo costanti le caratteristiche del prodotto finale.

Il risultato? Una tostatura perfetta, consumi energetici ridotti e un impatto ambientale decisamente più contenuto.

Futures dei robusta in forte calo (-10,5%) durante la prima settimana di settembre

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mercati del caffè arabica futures
crediti per la foto: PR Consulting Global

MILANO – Futures dei robusta in caduta libera durante la prima settimana di settembre. A Londra, il contratto principale (scadenza novembre) ha chiuso venerdì 5 settembre a 4.309 dollari: $506 in meno (-10,5%) rispetto a venerdì 29 agosto. Il raccolto record di conilon brasiliano – 20,1 milioni di sacchi secondo la stima ufficiale, ma le stime degli analisti indipendenti arrivano anche a 25-26 milioni – unito alla prospettiva di una ripresa produttiva in Vietnam – dove le operazioni di raccolta inizieranno tra poche settimane – hanno contribuito a questi forti ribassi, che fanno comunque seguito a un rialzo di oltre il 44% intervenuto durante il mese di agosto.

Meno marcata la flessione di New York: all’Ice Arabica, il contratto per scadenza dicembre ha perso quasi il 4%, nella prima seduta del mese, martedì 2 settembre, dopo il weekend lungo per il Labor Day, terminando la giornata a 370,35 centesimi.

Il benchmark ha parzialmente ripreso quota nelle due sedute successive risalendo a 374,40 centesimi giovedì 4 settembre, per ripiegare parzialmente in territorio negativo venerdì 5 settembre e chiudere la settimana a 373,65 centesimi: il 3,2% in meno rispetto all’ultima giornata di contrattazione di agosto.

I tagli alle stime del raccolto brasiliano di arabica da parte di Conab, ma anche di altre fonti autorevoli, non hanno inciso più di tanto sull’andamento dei futures della borsa newyorchese, anche perché in parte previsti e già scontati dai mercati

A limitare i rialzi hanno contribuito anche i modelli meteo per le prossime settimane relativi alle aree di produzione del Brasile. Secondo l’Istituto nazionale di meteorologia del Brasile (Inmet), i prossimi 15 giorni saranno caratterizzati, nella cintura del caffè arabica, da condizioni di tempo mite e secco, con qualche precipitazione sporadica e lieve.

Le piogge stagionali dovrebbero intensificarsi a cavallo tra settembre e ottobre, nel periodo che segna l’inizio della primavera, dando luogo alla fioritura principale. I modelli a lungo termine prevedono buoni livelli di precipitazioni a ottobre e novembre.

Le aree dei robusta, in particolare l’Espírito Santo, hanno beneficiato di buone precipitazioni e il meteo propizio, previsto anche per le prossime settimane, potrebbe determinare nuove fioriture e dovrebbe favorire comunque l’ulteriore sviluppo del nuovo raccolto.

Intanto, il governo brasiliano ha diffuso i dati preliminari sull’export di caffè verde durante il mese di agosto, che ha segnato una flessione sull’anno del 31,02% scendendo a 2.380.800 sacchi.

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Dal chicco alla tazzina: Beyond the Cup porta a HostMilano 2025 la nuova visione del caffè

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Il caffè protagonista a HostMilano (immagine concessa)

MILANO – Con Luigi Morello e M25, Host Talks diventa laboratorio internazionale: networking, formazione e sostenibilità per ripensare il caffè come leva strategica che va oltre il semplice prodotto.

Il caffè è molto più di una tazzina. È cultura, innovazione, sostenibilità e futuro. Da questa convinzione nasce Beyond the Cup – Host Talks, il nuovo format che, a Fiera Milano dal 17 al 21 ottobre prossimi nell’ambito di HostMilano 2025, metterà al centro l’intera filiera del caffè, con un approccio inedito, inclusivo e multidisciplinare.

Beyond the Cup – Host Talks

“Nel mondo del caffè esistono già molti appuntamenti, ma riteniamo che mancasse un evento come gli Host Talks”, racconta Luigi Morello, che coordina l’iniziativa con M25 Consulting. “L’idea è di proporre una piattaforma che consenta ai professionisti lungo tutta la filiera di condividere i temi emergenti più interessanti, evidenziati da un’attenta ricerca a livello internazionale. Per questo abbiamo scelto il sottotitolo Beyond the Cup: l’obiettivo è proprio quello di andare oltre la tazzina”.

Un concetto che si traduce in un palinsesto ricco di conferenze, workshop e tavole rotonde, pensato per offrire una visione a 360 gradi. “Oggi dalla materia prima alle macchine, dal design alle tecnologie di nuova generazione, fino alla sostenibilità, tutto costituisce un unico sistema integrato”, spiega Morello. “Il caffè non è più solo un prodotto, ma una leva strategica che attraversa tutta l’ospitalità. Ciò che differenzia gli Host Talks dagli altri eventi è la capacità di spostare l’attenzione dalla singola tazzina a una visione integrata, che diventa percorso di crescita”.

Il cuore del progetto è anche il networking. “Noi italiani non siamo sempre bravi a fare sistema, e per questo abbiamo voluto mettere al centro anche la conoscenza reciproca. Ogni vero cambiamento nasce mettendo al centro le persone”, osserva Morello. Le persone saranno protagoniste anche di un’ampia sezione educativa, che coinvolgerà università, ITS e scuole alberghiere.

“Il nostro obiettivo è valorizzare e comunicare tutto il loro potenziale professionalizzante. All’estero esistono percorsi iper-specializzati, ad esempio per diventare sales manager nel settore delle macchine da caffè. In Italia, oggi, queste competenze si imparano soltanto in azienda: è il momento di colmare questo gap”.

Educare i professionisti, secondo Morello, significa educare anche i consumatori. “In Italia abbiamo una grande cultura del caffè, ma troppo spesso l’espresso è ancora percepito come commodity, un prodotto a prezzo fisso da bere in fretta al bancone. Questo penalizza la qualità, perché chi sceglie un prodotto inferiore riesce a mantenere margini maggiori. Bisogna dare al consumatore gli strumenti per riconoscere la qualità e diventare una sfida positiva per i professionisti, spingendoli a migliorare”.

Lo sguardo si allarga anche alle nuove dinamiche di mercato. “Non vedo la crescente popolarità degli specialty coffee o dei metodi alternativi di estrazione come una minaccia, ma come un’opportunità. È un’evoluzione che si integra alla tradizione, ampliando le possibilità di scelta per un pubblico sempre più esigente e informato” afferma Morello. Le catene di caffetteria, oggi al 10% del mercato italiano contro una media internazionale del 30%, rappresentano un’altra sfida imminente. “Ci sarà sicuramente spazio per la crescita, e molte grandi aziende guardano con interesse al nostro Paese”.

La sostenibilità, infine, è un filo rosso che attraversa tutto Beyond the Cup. “Il caffè è tra le coltivazioni più vulnerabili al cambiamento climatico: servono varietà più resistenti, pratiche agricole innovative e soluzioni sostenibili. Ma il futuro apre anche scenari nuovi: si parla già di coltivare il caffè in aree del Sud Europa, come Sicilia e Calabria, dove il clima sta diventando simile a quello delle zone di origine”.

Con Beyond the Cup, e con lo storico SIC – Salone internazionale del caffè, HostMilano si conferma punto di riferimento per un confronto internazionale che guarda al futuro del caffè e dell’ospitalità. “Stiamo vivendo un momento di grandi sfide, ma anche di grandi opportunità” conclude Morello. “Con gli Host Talks vogliamo affrontarle con una visione d’insieme, mettendo in connessione persone, competenze e idee. È questo il significato di andare oltre la tazzina”.

Con Beyond the Cup, HostMilano 2025 si conferma il punto di incontro globale per chi vive il mondo del caffè e dell’ospitalità, tra formazione, networking e sostenibilità. Non perdere l’occasione di partecipare a questo percorso che guarda oltre la tazzina: acquista subito il tuo biglietto a prezzo speciale con l’opzione Early Bird, disponibile fino al 17 settembre sulla biglietteria online di Host.

sCIOCk: a HostMilano con Davide Comaschi il cioccolato si mette in movimento

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Il cioccolato protagonista a HostMilano (immagine concessa)

MILANO – Dal 17 al 21 ottobre a HostMilano debutta l’arena ideata da Davide Comaschi: contaminazioni, sostenibilità, creatività e coinvolgimento diretto per ripensare il futuro del cioccolato.

Si scrive sCIOCk, si legge rivoluzione. Dal 17 al 21 ottobre prossimi, a HostMilano, il cioccolato diventa protagonista di sCIOCk – Cioccolato in Movimento, un’arena unica nel suo genere, pensata e voluta dal maestro cioccolatiere Davide Comaschi per far vivere questo ingrediente non solo come prodotto, ma come linguaggio.

“Abbiamo voluto chiamare sCIOCk l’arena pensata per HostMilano 2025 per trasmettere in modo immediato, giocando sull’associazione tra ‘cioc-colato’ e ‘shock’, il senso di un evento di rottura dei soliti schemi”, spiega il maestro. “Per me non era sufficiente organizzare una serie di workshop o dimostrazioni tecniche: volevo creare uno spazio vivo, dove il cioccolato si mostra in tutte le sue contaminazioni, capace di dialogare con la mixology, con il caffè, con la tecnologia, con il business. In poche parole, un luogo che rappresenti il cioccolato come materia fluida e in continua trasformazione”.

Un’arena che punta a diventare piattaforma

All’interno dell’arena si alterneranno talk, masterclass e tavole rotonde, con la partecipazione di pastry chef, chef food e designer da tutto il mondo. Ma l’elemento che per Comaschi fa la differenza è il coinvolgimento diretto dei visitatori: “Non solo avremo grandi nomi, italiani e internazionali, ma momenti interattivi in cui chi partecipa diventa parte della creazione. Voglio che il pubblico non sia solo spettatore, ma protagonista: che possa toccare con mano e, letteralmente, con il palato, ciò che significa innovazione nel mondo del cioccolato”.

Con la sua capacità di riunire l’intera filiera dell’ospitalità, Host Milano è lo scenario naturale per questo debutto. “HostMilano è la casa di tutte le contaminazioni, il luogo ideale per mostrare come il cioccolato possa essere al centro di un dialogo che va oltre la pasticceria. Qui il sapere incontra il sapore, e questo era l’obiettivo di sCIOCk fin dall’inizio”.

Dietro la scelta di lanciare un progetto così ambizioso ci sono anche le nuove tendenze che stanno plasmando il settore. “Il consumatore oggi è sempre più curioso e selettivo. Anche se il mass market continua a occupare la quota principale, cresce in modo costante la fascia premium, fatta di ‘ricercatori’ che vogliono scoprire sapori nuovi, abbinamenti inconsueti, esperienze che vadano oltre la consuetudine”, sottolinea ancora Comaschi. “E in questo scenario, la sostenibilità è una priorità non più rimandabile. Il cacao, come il caffè, è tra le coltivazioni più esposte agli effetti del cambiamento climatico, e gli aumenti dei prezzi a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi ne sono un segnale evidente”.

Il maestro vede però un’opportunità anche in questo: “Esiste un duplice risvolto positivo: i consumatori saranno sempre meno disposti a pagare un prezzo più alto per un cioccolato che non sia di qualità, e questo premierà chi lavora seriamente. Artigiani e piccole realtà, che da sempre producono cioccolati premium, potranno finalmente vedere riconosciuto il valore delle loro creazioni. È un momento di sfida, ma anche di grande possibilità”.

Per sCIOCk, HostMilano vuole essere un trampolino di lancio. L’obiettivo è farne una piattaforma in continua evoluzione, capace di estendersi oltre la manifestazione e di diventare un punto di riferimento per formazione, aggiornamento e divulgazione. “Per me sCIOCk è solo l’inizio”, confida Comaschi. “HostMilano è il palcoscenico ideale da cui partire, ma immaginiamo già un percorso che coinvolgerà scuole, eventi e luoghi della creatività in Italia e nel mondo. Voglio che il cioccolato diventi un movimento culturale, una comunità internazionale che unisce tecnica, innovazione e passione”.

Con sCIOCk, il cioccolato entra a pieno titolo tra i grandi protagonisti di HostMilano 2025, confermando la manifestazione come piattaforma di riferimento per l’ospitalità globale e per le contaminazioni che ridisegnano il futuro del food.

Come partecipare? È sufficiente acquistare subito online il biglietto per Host 2025, approfittando dei prezzi speciali con l’opzione Early Bird valida solo fino al 17 settembre.

Victoria Arduino presenta i nuovi cocktail estivi con la tecnologia PureBrew

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victoria arduino
Prima On Flower (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – L’estate è il momento perfetto per sperimentare nuove forme di gusto. Con la tecnologia PureBrew di Victoria Arduino, il PureBrewCoffee diventa l’ingrediente protagonista di cocktail creativi, freschi e leggeri, pensati per stupire e rinfrescare.

La tecnologia PureBrew, disponibile nelle macchine per caffè espresso E1 Prima EXP, E1 Prima PRO, Black Eagle Maverick e nel single brewer PureBrew+, estrae il meglio del caffè con un profilo morbido, pulito e aromatico: la base ideale per creare signature drink estivi che uniscono mixology e specialty coffee.

Prima on Flower cocktail

Un bouquet aromatico che sboccia in tazza, creato da Andrea Villa, Campione Italiano 2025 Coffee In Good Spirits. Note floreali di rosa, fiori di sambuco e gelsomino si intrecciano con la freschezza del limone e la delicatezza del PureBrew coffee, estratto da un caffè naturale o fermentato. La vodka dona struttura, mentre un tocco finale di lavanda spruzzata in superficie completa un’esperienza sensoriale raffinata, morbida e sorprendentemente estiva. Una fusione di eleganza e freschezza, pensata per chi vuole scoprire il lato più gentile e profumato del caffè.

Guarda il video qui.

The Prima-ry Drink cocktail

Un twist alpino e sofisticato sul classico aperitivo, creato da Andrea Villa, Campione Italiano 2025 Coffee In Good Spirits.La dolcezza vellutata della vaniglia incontra le sfumature amare dell’alpine bitter e la profondità del vermouth, mentre il PureBrew coffee, estratto da un caffè naturale o fermentato, porta struttura e complessità. Il tocco finale di chinotto esalta le note balsamiche e agrumate, chiudendo con un amaro elegante e persistente.

The Prima-ry Drink cocktail (immagine concessa)

Un cocktail deciso ma armonico, pensato per chi ama le contaminazioni tra mixology e caffè d’autore.

Guarda il video qui.

Perché scegliere PureBrew per i cocktail?

PureBrewCoffee è la nuova frontiera del caffè filtro. La bevanda è estratta con l’innovativa tecnologia PureBrew di Victoria Arduino: un metodo di estrazione filtro che esalta la purezza del gusto, la morbidezza del corpo e la complessità aromatica del caffè.

I vantaggi?

Pulizia e precisione in tazza, grazie a un’estrazione uniforme e delicata

Corpo morbido e texture setosa, ideale per cocktail o consumo in purezza

Maggiore versatilità: si adatta perfettamente a caffè naturali o fermentati, ma anche a thé, infusi e tantissimi altri ingredienti

Ripetibilità e semplicità: alta qualità costante con un solo tocco

Perfetto da gustare freddo o caldo, PureBrewCoffee è il punto d’incontro tra innovazione, mixology e specialty coffee.

Caffè: il prezzo medio della tazzina a 2 euro entro la fine del 2025, il report Unimpresa

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

Un report del Centro studi di Unimpresa ha affermato che presto il prezzo medio della tazzina di caffè nel Bel Paese potrebbe arrivare a 2 euro. Alla base dei rincari ci sono i cambiamenti climatici che hanno ridotto i raccolti in Brasile e Vietnam, l’aumento dei costi energetici e logistici, l’inflazione e le nuove normative ambientali Ue.

Leggiamo di seguito il comunicato stampa di Unimpresa.

Il rincaro del caffè: l’analisi di Unimpresa

MILANO – Il prezzo medio di una tazzina di caffè espresso al bar in Italia potrebbe raggiungere i 2 euro entro la fine del 2025, con un incremento superiore al 50% rispetto al 2020. È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa, secondo cui negli ultimi cinque anni il costo del caffè è salito da 0,87 a oltre 1,30 euro, con punte a 1,43 euro in alcune città del Nord. Alla base dei rincari ci sono i cambiamenti climatici che hanno ridotto i raccolti in Brasile e Vietnam, l’aumento dei costi energetici e logistici, l’inflazione e le nuove normative ambientali Ue.

Il mercato italiano resta comunque solido, con consumi annuali pari a 327 milioni di chili di verde e un valore complessivo di 5,2 miliardi di euro, destinato a superare i 6 miliardi entro il 2030.

Commenta il direttore generale di Unimpresa, Mariagrazia Lupo Albore: “Per i consumatori italiani la questione non è soltanto economica. Il caffè incide per meno dell’1% sulle spese annuali delle famiglie, ma ha un valore simbolico enorme: è il rito quotidiano che accompagna la socialità, la pausa di lavoro, il saluto tra amici. Se il suo prezzo diventa proibitivo, il rischio è che venga percepito come un lusso e perda quella dimensione democratica che lo ha reso unico nel mondo”.

Conclude: “Per i produttori e i distributori la sfida è invece difendere i margini, sempre più compressi dai costi, puntando sui segmenti premium e monoporzionati che offrono redditività fino al 60%. Non a caso, diverse aziende stanno sperimentando alternative al caffè tradizionale, dai ceci ai semi di dattero, per rispondere alle sfide climatiche e ridurre la dipendenza dai raccolti tropicali”.

L’impennata del prezzo del caffè è il risultato di una concatenazione di fattori che si sommano lungo l’intera catena del valore, dalla produzione agricola fino alla distribuzione. Alla base vi sono gli effetti sempre più visibili del cambiamento climatico: siccità persistenti in Vietnam e piogge torrenziali in Brasile – Paesi che insieme producono circa metà del caffè mondiale – hanno ridotto i raccolti e destabilizzato l’offerta. Nel 2024 il prezzo dei chicchi grezzi è aumentato fino all’80%, mentre i futures sull’Arabica hanno toccato livelli record, alimentati da fenomeni speculativi.

A questi si è aggiunto l’incremento dei costi energetici, con gas ed elettricità che pesano fortemente sulla fase di torrefazione, e quello della logistica internazionale, appesantita dalle congestioni nei porti strategici come Suez e dal raddoppio dei noli marittimi.

L’inflazione ha inciso ulteriormente, gonfiando i costi per imballaggi e manodopera, e la speculazione finanziaria ha accentuato la volatilità dei mercati: nel 2024 i futures del Robusta hanno superato i 4.000 dollari a tonnellata, e nell’agosto 2025 l’Arabica ha sfiorato i 360 dollari per libbra, con un rialzo annuo superiore al 40%.

Infine, le nuove normative europee contro la deforestazione hanno imposto agli importatori sistemi di tracciabilità e certificazioni che, se da un lato rafforzano la sostenibilità ambientale, dall’altro comportano costi aggiuntivi soprattutto per i piccoli produttori, trasferiti a cascata sui listini finali. È la combinazione di tutti questi elementi a rendere plausibile la corsa verso i 2 euro per tazzina entro la fine del 2025.

Secondo il Centro studi di Unimpresa, dal 2020 al 2025 il prezzo del caffè in Italia ha seguito una traiettoria di crescita costante, fino a prospettare, entro la fine dell’anno in corso, la soglia simbolica dei 2 euro per una tazzina al bar.

Si tratta di un aumento che non può essere spiegato con un solo fattore, ma che riflette l’intreccio di dinamiche globali e locali che hanno inciso su tutta la filiera, dalla produzione delle materie prime fino al bancone dei nostri bar. Nel 2020 il prezzo medio di un espresso era di appena 87 centesimi, in un contesto pre-pandemico caratterizzato da stabilità dei costi e da una sostanziale calma sui mercati internazionali.

La ripresa seguita al Covid, con i primi segnali di tensione sui trasporti e sulle materie prime, ha portato nel 2021 a un rialzo fino a 1,03 euro.

La spinta non si è fermata: nel 2023 la media nazionale ha toccato 1,18 euro, con forti differenze territoriali – dai 99 centesimi di Catanzaro agli oltre 1,30 euro di Trento e Bolzano – a testimonianza di un Paese spaccato anche davanti a un rito universale come il caffè. Nel 2024 si è toccata la soglia di 1,30 euro, un livello che rappresenta un incremento del 40% rispetto al 2020, trainato dall’impennata dei futures sul caffè, arrivati a quasi 5.700 dollari a tonnellata. All’inizio del 2025 il prezzo medio nazionale si è assestato intorno a 1,22 euro, con punte di 1,43 a Bolzano, ma le proiezioni indicano che nel corso dell’anno la tazzina potrebbe avvicinarsi alla soglia dei 2 euro.

Dietro a questi numeri ci sono le conseguenze dei cambiamenti climatici, che hanno messo in crisi raccolti fondamentali in Brasile e Vietnam, due Paesi che da soli valgono metà della produzione mondiale. Nel 2024 il prezzo dei chicchi grezzi è aumentato dell’80% a causa della siccità e delle piogge torrenziali. I costi energetici e logistici hanno fatto il resto, con gas ed elettricità sempre più cari per la torrefazione e con trasporti gravati dalle congestioni nei porti e dal rialzo dei noli.

L’inflazione generale ha inciso ulteriormente, aumentando le spese per imballaggi e manodopera, mentre la speculazione sui mercati delle materie prime ha amplificato la volatilità. Le nuove normative europee sulla deforestazione, infine, hanno introdotto obblighi di tracciabilità che pesano soprattutto sui piccoli produttori e si riflettono sui prezzi finali.

Nonostante tutto, il mercato italiano del caffè resta robusto. I consumi sono ancora elevati, con 327 milioni di chili di verde ogni anno, pari a 5,5 chili pro capite, anche se tra il 2022 e il 2024 si è registrato un calo del 6,9% dovuto alla perdita di potere d’acquisto. Nel frattempo, il segmento delle capsule e delle cialde continua a crescere, rappresentando ormai il 16,2% delle vendite nella grande distribuzione.

Il valore complessivo del settore ha raggiunto i 5,2 miliardi di euro nel 2025 e si stima che possa superare i 6 miliardi entro il 2030, con un export che già oggi vale 2,3 miliardi.

Le previsioni restano tuttavia incerte. I prezzi continueranno a salire nel corso del 2025 fino a toccare la soglia dei 2 euro a tazzina, ma alcune previsioni vanno in senso opposto ipotizzando una possibile inversione nella seconda metà dell’anno o nel 2026, grazie a buoni raccolti in Brasile e Colombia e a un allentamento delle norme ambientali. Anche la Banca Mondiale prevede per quest’anno un aumento del 50% dei chicchi di Arabica e del 25% del Robusta, seguito però da un calo tra il 9 e il 15% nel 2026.

“Dal 2020 a oggi, il prezzo della tazzina è salito del 40% e corre verso un raddoppio. È la prova tangibile di come eventi globali – il clima, l’energia, i mercati – possano riflettersi in un gesto semplice e quotidiano. La traiettoria dei prossimi mesi dipenderà dalle condizioni meteorologiche in America Latina e dalle decisioni geopolitiche in materia di commercio e ambiente. In attesa di capire se davvero pagheremo 2 euro per un espresso, resta una certezza: in Italia il caffè non è solo una bevanda, ma un rito che vale più del suo prezzo” spiega il direttore generale di Unimpresa.

Le ragioni dell’aumento dei prezzi del caffè

  • Costi di conformità stimati tra il 5 e il 10% del prezzo finale.

Cambiamenti climatici

  • Brasile: rischio di perdita dell’88% dei terreni coltivabili entro il 2050.
  • Vietnam: siccità prolungate con cali produttivi fino al 20% nel 2024.
  • Prezzo dei chicchi grezzi: +80% nel 2024.

Speculazione e volatilità

  • Futures Robusta: oltre 4.000 $/tonnellata nel 2024.
  • Arabica: 359,32 $/libbra ad agosto 2025, +44,3% su base annua.

Costi energetici e logistici

  • Torrefazione: incidenza energia su costi di produzione +30% tra 2021 e 2024.
  • Noli marittimi: raddoppio medio dal 2021, aggravato dalle congestioni a Suez.

Inflazione e costi di filiera

  • Imballaggi e materiali: +15-20% dal 2022.
  • Manodopera: incrementi salariali medi del +10% in Sud America tra 2022 e 2024.

Norme ambientali Ue

  • Obblighi di tracciabilità per importatori.

Negli ultimi anni il prezzo di una tazzina di caffè al bar in Italia ha mostrato una dinamica molto differenziata sul territorio, con divari significativi tra Nord, Centro e Sud. Le rilevazioni sui capoluoghi di regione fotografano un Paese in cui il costo del rito quotidiano del caffè varia anche di quasi 50 centesimi a seconda della città.

Al Nord Italia si registrano i valori più elevati. A Bolzano, da tempo la provincia più cara, il prezzo medio è passato da 1,38 euro nel 2023 a 1,43 euro nel 2025. Anche Trento conferma livelli alti, da 1,31 a 1,35 euro nello stesso periodo, mentre a Milano la tazzina è salita da 1,23 a 1,28 euro. Torino si colloca appena sotto, con una media di 1,20 euro nel 2023 e 1,24 euro nel 2025, e a Genova si passa da 1,18 a 1,22 euro.

Venezia si mantiene in linea con le grandi città del Nord (da 1,22 a 1,27 euro), mentre a Trieste i valori sono leggermente più contenuti, con 1,20 euro nel 2023 e 1,24 nel 2025.

Nel Centro Italia i prezzi risultano più vicini alla media nazionale. A Bologna si passa da 1,19 euro a 1,24, mentre a Firenze il costo di un espresso sale da 1,17 a 1,20 euro. In Umbria, Perugia registra un incremento da 1,12 a 1,16 euro, mentre nelle Marche ad Ancona si passa da 1,13 a 1,17 euro. Nella Capitale, a Roma, la tazzina costa in media 1,15 euro nel 2023 e 1,19 nel 2025. Più contenuti i valori nelle regioni appenniniche: a L’Aquila si sale da 1,10 a 1,13 euro, a Campobasso da 1,09 a 1,11 euro.

Al Sud Italia e nelle Isole i prezzi restano i più bassi del Paese, spesso al di sotto della media nazionale.

A Napoli si passa da 1,05 euro a 1,08 euro, confermando la tradizione di una tazzina accessibile e popolare. A Bari i valori crescono da 1,08 a 1,12 euro, a Potenza da 1,06 a 1,10. La città meno cara resta Catanzaro, con 0,99 euro nel 2023 e 0,95 nel 2025, unico capoluogo ancora sotto l’euro. In Sicilia, Palermo si muove da 1,07 a 1,12 euro, mentre in Sardegna, a Cagliari, il prezzo passa da 1,10 a 1,15 euro.

Il quadro complessivo mostra dunque una netta frattura territoriale: mentre nelle aree alpine e in alcune grandi città del Nord il caffè si avvicina a 1,40 euro, nelle regioni meridionali e insulari si trovano ancora listini inferiori a 1,10 euro, con punte minime a Catanzaro sotto l’euro.

La media nazionale, oggi attestata intorno a 1,22–1,30 euro, fotografa una tendenza verso l’alto che, secondo le proiezioni, potrebbe portare entro la fine del 2025 a un prezzo medio di 2 euro, confermando il caffè come simbolo delle tensioni inflazionistiche che attraversano il Paese.

Caffè Trucillo rafforza il legame tra Salerno e Tblisi con la cultura del chicco

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caffè trucillo
La delegazione georgiana da Caffè Trucillo (immagine concessa)

SALERNO – Oltre 4000 chilometri via terra, o almeno 6 ore di volo, separano Salerno da Tblisi, la capitale della Georgia, in cui si concentra circa un terzo degli oltre tre milioni e mezzo di abitanti dell’intero Paese adagiato sulla riva orientale del Mar Nero.

Il progetto di Caffè Trucillo

Da oggi le due città saranno più vicine, grazie all’attività di comunicazione che nei giorni scorsi ha coinvolto alcuni influencer arrivati a Salerno dalla lontana Georgia, nell’ambito di un progetto realizzato da Caffè Trucillo con lo storico partner commerciale che dal lontano 2012 distribuisce le miscele della torrefazione salernitana in numerosi locali in tutto il Paese caucasico, stazioni di servizio, negozi alimentari e le più note catene della ristorazione.

Ana Koshadze, ex modella e personaggio televisivo molto amato, appassionata di piatti stranieri e viaggi, seguita Youtuber con il canale Rehani. Salome Mosulishvili, content creator di moda e lifestyle con oltre 60mila followers su TikTok e 30mila su Instagram.

Gvantsa Macharadze, creator digitale con oltre 86mila followers su Instagram e 54mila su TikTok. Giorgi Maisuradze, fondatore di Hammock Magazine, rivista online di cultura e stili di vita contemporanei.

Sono loro i content creator selezionati dal partner di Caffè Trucillo, uno dei più grandi gruppi imprenditoriali della Georgia, per partecipare al tour esperienziale alla scoperta della città che ha dato i natali al caffè di Salerno, tra i più distribuiti nel Paese.

Obiettivo del tour è stato infatti far conoscere ai Georgiani, attraverso i contenuti creati dai 4 influencers, il territorio di origine di Caffè Trucillo, la città di Salerno in particolare e i meravigliosi dintorni. Insomma: dalla tazzina da cui molti Georgiani degustano il caffè Trucillo, un viaggio a ritroso fino alle origini.

I content creators, con fotografi e videomakers e una delegazione dell’azienda georgiana, sono stati accompagnati alla scoperta degli angoli più suggestivi della città.
Dal cuore pulsante del centro storico, con i suoi vicoli intrisi di storia, fino a Via dei Mercanti, antica arteria commerciale ricca di tradizione.

Dal fascino senza tempo del centro storico al maestoso Duomo di San Matteo, fino al Giardino della Minerva e al Castello di Arechi, che domina il golfo con la sua vista spettacolare. Un viaggio attraverso la storia, l’identità e la bellezza di Salerno, che ha reso ancora più forte il legame tra le nostre culture.

A partire ovviamente da quel Lungomare Cristoforo Colombo dove ancora oggi è possibile vedere la casa in cui il fondatore della torrefazione, Cesare Trucillo, iniziò a tostare le sue prime miscele, che proprio da lì, spesso a bordo di piccole imbarcazioni, consegnava via mare ai primi prestigiosi clienti della Costiera, molti dei quali ancora indissolubilmente legati a questa marca locale di caffè.

Attraverso immagini, video, post, reel e stories, gli influencer hanno condiviso con le rispettive community la conoscenza dei luoghi che fanno da sfondo alla produzione delle miscele Trucillo e dello stile di vita caratteristico dei luoghi che si legano alla storia e all’identità di questa marca, ancora oggi gestita dai discendenti del fondatore, la seconda e la terza generazione.

Al termine della visita, la delegazione è stata ricevuta dal Sindaco e dalle istituzioni cittadine.

Il sindaco Vincenzo Napoli, insieme all’assessore Dario Loffredo, hanno dichiarato: “Caffè Trucillo rappresenta un autentico orgoglio salernitano, espressione di un’imprenditoria con visione internazionale. Siamo onorati di accogliere a Salerno una delegazione proveniente dalla Georgia, che ha potuto apprezzare da vicino non solo l’eccellenza produttiva dell’azienda, ma anche la bellezza e l’identità del nostro territorio. La partnership tra Trucillo e questa importante realtà georgiana offrirà a Salerno una preziosa occasione di visibilità internazionale, contribuendo a promuovere la nostra città nel mondo attraverso le sue migliori eccellenze. È un esempio virtuoso di come l’impresa locale possa diventare ambasciatrice della cultura, dell’accoglienza e del saper fare salernitano oltre i confini nazionali.”

A margine dell’incontro, Antonia Trucillo, terza generazione e coffee sourcing manager, ha commentato: “siamo profondamente grati di avere al nostro fianco un partner così professionale, capace di crescere con costanza e determinazione, posizionando il nostro brand nei migliori locali della Georgia. Un percorso di sviluppo costante, che testimonia non solo la qualità del prodotto, ma anche la solidità delle partnership costruite nel tempo, la fiducia crescente e la passione per l’Italia, in particolare per la città di Salerno, cuore pulsante del nostro caffè”.

Antonia Trucillo: “Proprio questo legame profondo con il territorio ha ispirato questa speciale iniziativa. Siamo orgogliosi che abbiano scelto di venire a Salerno con un team di circa 15 persone, per scoprire le nostre origini, il nostro territorio e la città in cui viviamo. È stato un onore aprire loro le porte della nostra casa e accompagnarli in un tour tra i clienti locali che servono Trucillo: un momento di autentica condivisione, una bellissima commistione di culture unite dallo stesso linguaggio universale – l’amore e l’attenzione per il caffè.”

Nel programma di visita, anche una tappa nella moderna sede della torrefazione, per scoprire il processo produttivo, i valori della filiera, il patrimonio di competenza condiviso attraverso l’opera dell’Accademia del caffè interna, ma anche i prodotti, come le più recenti collezioni di barattoli, con cui nel 75° anno dalla fondazione Trucillo continua a celebrare il forte e profondo legame con il territorio.

Come la Heritage Collection COSTA D’AMALFI 1950, che celebra i colori e le geometrie caratteristici dei borghi della Costiera, con le tinte essenziali delle maioliche e i disegni armoniosi delle architetture.

AGroDiPAB lancia l’Università della vendita per il settore agroalimentare

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Nasce l’Università della vendita, il primo percorso formativo del Bel Paese dedicato alla figura del venditore come professionista. L’iniziativa è promossa da AGroDiPAB – Associazione grossisti della distribuzione di prodotti alimentari e bevande per il canale horeca. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica.

AGroDiPAB e L’Università della vendita

MILANO – Colmare un vuoto strutturale nella formazione commerciale, offrendo percorsi innovativi, concreti e orientati al lavoro: con questo obiettivo nasce l’Università della vendita, il primo ecosistema formativo italiano interamente dedicato alla valorizzazione della figura del venditore come professionista strategico e protagonista della crescita aziendale.

L’iniziativa è promossa da AGroDiPAB – Associazione grossisti della distribuzione di prodotti alimentari e bevande per il canale horeca, (Hotellerie, Restaurant, Café).

Più che un corso, una scuola di mestiere e visione. L’Università della vendita nasce con l’obiettivo di ridefinire profondamente il ruolo del venditore, valorizzandolo come figura strategica all’interno dell’impresa, non più semplice esecutore di ordini, ma consulente di fiducia e attivatore di relazioni durature.

Nei percorsi formativi completamente gratuiti – da 40 a 1000 ore – il venditore viene formato come professionista completo, capace di unire empatia e strumenti digitali, ascolto attivo e uso avanzato di CRM, negoziazione win-win e intelligenza artificiale applicata alla vendita.

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