mercoledì 31 Dicembre 2025
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Ecco perché per i fondi di investimento puntare sul caffè è conveniente quanto su microchip e data center

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I loghi di Keurig Dr Pepper e JDE Peet's
I loghi di Keurig Dr Pepper e JDE Peet's

MILANO – Credeteci o no, per i fondi di investimento, il caffè può diventare un business allettante quanto quello dei microchip o dei data center. L’affermazione potrà sembrare iperbolica, ma a suo sostegno c’è l’attualità di questi ultimi giorni. Le modalità con le quali due società newyorchesi di investimento private equity – Apollo Global Management e KKR – sono venute “in soccorso” dell’ambiziosa operazione con la quale Keurig Dr Pepper (KDP) acquisirà Jde Peet’s sono già diventate infatti da manuale.

Riepiloghiamo quanto già scritto su Comunicaffè di ieri. KDP ha illustrato lunedì 27 ottobre – durante l’Investor Day a New York – un aggiornamento sul pacchetto finanziario relativo all’acquisizione del colosso olandese del caffè Jde Peet’s, che comprende ora due nuovi accordi di investimento strategico per un totale di 7 miliardi di dollari, condotti da fondi gestiti da affiliati di Apollo e da fondi e conti gestiti da KKR.

In virtù di questi accordi, KDP prevede ora una leva finanziaria netta inferiore di circa 1.0x, pari a 4.6x al momento dell’acquisizione, prevista nel primo semestre 2026, con un accrescimento dell’eps adjusted di circa il 10% nel primo esercizio.

Tradotto in termini più semplici: un indice di indebitamento inferiore, che consentirà alla società di mantenere l’investment grade da parte delle agenzie di credit rating

Facciamo un passo indietro. Quando KDP ha annunciato, nell’agosto scorso, l’acquisizione dell’olandese Jde Peet’s, per 15,7 miliardi di euro (e il proprio successivo sdoppiamento in due società distinte: Coffee Co. e Beverage Co.), il deal ha fatto subito discutere per le sue modalità di attuazione.

Si è optato infatti per un’operazione tutta in contanti, finanziata attraverso un prestito ponte da 16 miliardi di euro, destinato a lasciare la società con un rapporto debito/utili di oltre 5x.

Inutile dire che i mercati non hanno gradito. E il titolo di KDP ha perso il 18% dopo l’annuncio del deal.

A peggiorare le cose ci si è messo l’investitore attivista americano Starboard Value, che ha iniziato a fare incetta di azioni di Keurig Dr Pepper successivamente all’annuncio dell’operazione su Jde Peet’s

E a contestare le modalità della stessa facendosi portavoce di un malcontento montante. KDP ha preso la “fronda” molto sul serio, tanto da avviare intense consultazioni, con l’obiettivo di migliorare l’esecuzione del deal e ristabilire la fiducia degli investitori.

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Beyond the Cup a Host Milano, comunicare il caffè nel 2025: dalla provocazione alla scelta consapevole

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Host Milano

Mauro Illiano, caffesperto, recensore gastronomico e autore della Guida del Camaleonte insieme ad Andrej Godina, ha moderato a Host Milano 2025 la tavola rotonda Beyond the Cup, dedicata al ruolo della comunicazione nella cultura della bevanda più amata dagli italiani. Insieme a lui, tre esperti del settore hanno condiviso esperienze, visioni e provocazioni, mettendo in luce quanto sia complesso raccontare il caffè e guidare i consumatori alla scoperta delle sue molteplici sfumature.

Comunicare il caffè oggi: dalla provocazione alla scelta consapevole

Come si racconta nel 2025 il caffè in Italia? A questa domanda ha cercato di rispondere la tavola rotonda di addetti al caffè, inserita nel palinsesto “Beyond the Cup” curato da Luigi Morello in occasione di HostMilano 2025.

Il dibattito, moderato da Mauro Illiano (curatore della guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia), ha riunito tre voci diverse ma complementari del settore: Valentina Palange, autrice e content creator; Andrej Godina, esperto e formatore SCA; Alberto Polojac, torrefattore, formatore e direttore della rivista Coffee Today.

Il vivace confronto ha attraversato provocazioni, esperienze e visioni future su come far crescere la cultura del caffè nel nostro Paese.

Aprendo il dibattito, Mauro Illiano ha sottolineato quanto sia difficile comunicare una bevanda così presente nella vita quotidiana ma ancora poco conosciuta nei suoi aspetti più profondi:

«Il caffè è ovunque, ma resta una delle materie meno comprese dal consumatore. Per questo comunicare bene significa anche scegliere il linguaggio giusto per il pubblico a cui ci si rivolge».

Andrej Godina, prendendo spunto dall’opera pionieristica della Guida Camaleonte, la prima Guida di settore nel mondo caffè, ha poi ricordato come la narrazione del caffè di qualità sia cambiata nel tempo: dalle prime battaglie per far conoscere lo specialty a una nuova fase, più costruttiva.

«Dopo anni di critica al sistema, ora dobbiamo accompagnare il consumatore a scegliere il buono che già esiste. La guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia nasce proprio per orientarlo, per fargli capire che esiste una grande varietà di prodotti e stili possibili, non un solo modo di intendere il caffè».

Per Godina, la chiave è spostare il focus: «Non più specialty contro tradizionale, ma caffè pulito contro caffè difettato. È lì che si gioca la vera differenza di qualità».

Durante il suo intervento, Alberto Polojac ha poi allargato la riflessione al ruolo dei professionisti dietro il bancone: «Finché avremo un solo caffè per bar, sarà difficile proporre qualcosa di diverso. Il barista del futuro sarà sempre meno esecutore e sempre più narratore: la macchina estrarrà, ma sarà lui a raccontare la tazza, la filiera, le origini».

Polojac ha anche evidenziato la necessità di creare una “comunità del caffè” in senso greco, come koinonìa: «Comunicare significa costruire una comunità dove tutti contano: grandi aziende, torrefattori, giornalisti, baristi e consumatori. Solo così il messaggio diventa autentico».

Nel dibattito è emersa anche una riflessione sul ruolo dei media. Per Illiano, spesso il giornalismo generalista non riesce a superare la superficie: «Quando si parla di caffè, le notizie si riducono all’aumento di dieci centesimi sulla tazzina. Serve formare i giornalisti, farli assaggiare, portarli nei luoghi di origine. È l’unico modo per costruire una narrazione credibile».

Godina ha aggiunto: «Nel mondo del vino e della birra, sono state le grandi aziende a formare i primi giornalisti e poi le associazioni. Nel caffè serve lo stesso passo, ma senza dimenticare la dimensione culturale e sensoriale».

 La conclusione del panel è stata un invito condiviso: cambiare passo insieme, ognuno nel proprio ruolo.

«Il consumatore deve poter scegliere – ha ricordato Godina – e per farlo servono più opzioni e più libertà nei bar, come accade nelle enoteche».

Palange ha ribadito l’importanza di informarsi in modo indipendente: «Oggi abbiamo gli strumenti per farlo: libri, festival, guide, esperienze di degustazione».

E Polojac ha chiuso con una parola chiave: pazienza. «Il cambiamento sarà lento, ma inevitabile. Come nel vino, anche nel caffè la cultura si costruisce una tazza alla volta».

IMF Roasters porta l’eccellenza italiana della tostatura al Gulfood Manufacturing 2025

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IMF al Gulfood Manufacturing 2025 (immagine concessa)

OCCHIOBELLO (Rovigo) – IMF Roasters consolida la propria presenza internazionale partecipando al Gulfood Manufacturing 2025, il principale appuntamento dell’industria alimentare e del caffè in Medio Oriente, in programma a Dubai World Trade Centre dal 5 al 7 novembre, presso lo stand S3-C83, Shk Saeed Hall 3.

L’azienda italiana, specializzata nella progettazione e costruzione di impianti completi per la tostatura del caffè, presenterà le più recenti innovazioni nate dal proprio dipartimento di Ricerca e Sviluppo, con un focus su efficienza energetica, digitalizzazione e sostenibilità.

Negli ultimi anni IMF ha consolidato la propria presenza sui mercati internazionali, con un incremento del fatturato del 25% nel 2024 e l’apertura di nuove rotte commerciali in Asia e Medio Oriente.

“La nostra forza risiede nella capacità di adattare la tecnologia IMF alle diverse esigenze produttive, offrendo soluzioni personalizzate e scalabili, dal piccolo laboratorio artigianale al grande impianto industriale” afferma Alessandro Garbin, ceo di IMF.

Tutti i modelli IMF sono dotati di un esclusivo sistema di ricircolo dell’aria calda pulita, che unisce efficienza termica e responsabilità ambientale. La camera di combustione a doppia funzione genera l’energia necessaria al processo di tostatura riducendo drasticamente emissioni e consumi di combustibile, con un notevole risparmio energetico e una riduzione dei costi di produzione.

La gestione accurata dei profili di tostatura e dei parametri operativi è garantita dal software integrato IMF, disponibile su tutte le linee, dalle macchine industriali ad alta capacità ai modelli per specialty coffee.

La partecipazione a Gulfood Manufacturing conferma l’impegno di IMF nel promuovere la tecnologia italiana nel mondo, attraverso una presenza costante alle principali fiere internazionali e una rete di partnership consolidate con torrefattori di ogni continente.

I visitatori sono invitati a scoprire le ultime innovazioni IMF e a incontrare il team tecnico e commerciale presso lo Stand S3-C83, Shk Saeed Hall 3.

The Unexpected Coffee: arriva il documentario su Giuseppe Lavazza e Ferran Adrià

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giuseppe lavazza
Giuseppe Lavazza è il Presidente del Gruppo Lavazza e del Comitato italiano del caffè in Union Food (immagine concessa)

TORINO – Filosofo del cibo, figura iconica e innovatore a tutto tondo: Ferran Adrià è colui che ha riscritto le regole della gastronomia contemporanea, affermandosi tra le figure più influenti del pianeta.

Ha trasformato la cucina in un laboratorio d’avanguardia, un crocevia di scienza, arte e creatività, ponendo al centro l’attenzione all’esperienza sensoriale completa: non solo gusto, ma un’esplosione di stimoli visivi, profumi, consistenze, fragranze e suoni.

La sua “cucina d’avanguardia”, che incorporava principi scientifici e tecniche innovative nella preparazione e presentazione delle sue creazioni, ha ispirato generazioni di chef e aperto la strada a un’era di sperimentazione e audacia senza precedenti.

La scintilla creativa: l’incontro con Giuseppe Lavazza

Il profondo legame valoriale e di amicizia tra Lavazza e Ferran Adrià dura ormai da più di vent’anni: un lungo periodo in cui l’innovazione, la progettualità e le idee non si sono mai fermate. La sete di ricerca e il coraggio di sperimentare della nostra azienda, uniti al genio creativo di Adrià, hanno reso possibile una collaborazione vibrante di idee, che ha dato vita a grandi progetti di innovazione.

Un rapporto speciale raccontato nel documentario The Unexpected Coffee – A conversation with Lavazza & Adrià: un racconto a due voci ambientato nella cornice de elBulli1846 a Roses, in Spagna, in cui il Presidente Giuseppe Lavazza e Ferran Adrià ci guidano alla scoperta di questa straordinaria collaborazione, esplorando i progetti, le sinergie e il profondo legame che li anima.

Fu il grande fotografo e gourmet Bob Noto, definito da Adrià “il re di Torino”, a far incontrare i due mondi. Oltre vent’anni fa, in una memorabile sera d’estate destinata a lasciare il segno, avvenne il primo incontro tra il nostro Presidente e colui che, allora, era lo chef più influente del panorama mondiale. La cornice era il leggendario ristorante elBulli, con la sua vista mozzafiato su Cala Montjoi in Costa Brava, dove Noto li fece conoscere.

Giuseppe Lavazza, autentico visionario, desiderava trasformare la percezione dell’azienda, fino a quel momento riconosciuta solo per l’eccellenza del suo caffè. Adrià, innovatore seriale per vocazione, era a sua volta in cerca di orizzonti inesplorati per la sua arte. La “scintilla” fu istantanea: da quelle prime conversazioni nacquero le basi per esprimere una creatività rivoluzionaria.

Questa sinergia rappresentò il punto di partenza del Coffee Design: un percorso che ha permesso di esplorare accostamenti e ricette sorprendenti, ma anche di progettare tecniche e oggetti capaci di trasformare il caffè in un’esperienza sensoriale inedita, spingendosi laddove nessuna azienda aveva ancora osato.

Elbulli Foundation: cibo, sapere, umanità

Nel 2011, elBullirestaurante chiude le sue porte per dare vita a elBulliFoundation, un innovativo centro di ricerca gastronomica. La sua missione è catalogare l’intero sapere culinario mondiale, concependo il cibo come attivatore culturale multidisciplinare. Qui, filosofi, scienziati, fisici, biologi e sociologi studiano l’intera storia dell’umanità, interconnettendola attraverso il cibo. Un metodo che Adrià ha chiamato “Sapiens”: un approccio olistico alla ristorazione.

L’influenza di Adrià anche al Condividere

L’influenza creativa di Ferran Adrià è evidente anche nel nostro headquarter Nuvola Lavazza a Torino, in particolare nel ristorante Condividere. Un progetto visionario, ideato da Adrià e arricchito dalle scenografie oniriche del Premio Oscar Dante Ferretti, che mira a fondere l’eccellenza gastronomica con il piacere autentico della tavola italiana.

Nato dall’approccio spagnolo a una cucina conviviale e divertente, Condividere si ispira infatti al celebre “Tickets” di Albert Adrià a Barcellona. Sebbene quest’ultimo abbia concluso la sua storia durante la pandemia, ha fornito la chiara ispirazione per l’apertura del nostro ristorante a Torino nel 2018, sotto la guida dello chef Federico Zanasi.

Oggi, il menù di Condividere celebra la più nobile idea di condivisione e ogni piatto è definito e studiato in stretta collaborazione con Ferran Adrià in persona.

elBulli1846: l’avventura continua

La storia integrale e tutti i materiali relativi alle 1.846 ricette che Ferran Adrià ha inventato durante gli anni sono disponibili presso elBulli1846, spazio espositivo e laboratorio dedicato allo studio, alla ricerca e alla sperimentazione. Un museo permanente per riflettere su come, attraverso il linguaggio della cucina, il team di elBulli abbia esplorato i limiti dell’esperienza gastronomica, contribuendo a fare la storia del ristorante. Aperto al pubblico per sei mesi l’anno, elBulli1846 racconta i metodi e il percorso che hanno portato Ferran Adrià a rivoluzionare la gastronomia mondiale, promuovendo l’educazione, la cultura e la ricerca multidisciplinare sull’alimentazione.

In questa inesauribile spinta all’innovazione, il suo legame con la nostra azienda non è stato un semplice incontro. Un sodalizio visionario, nato dal coraggio di osare, che continua a ispirare, dimostrando come la vera innovazione nasca solo quando genio e passione si fondono, ridefinendo ogni confine.

Donald Trump conferma la rimozione dei dazi sul caffè per il Vietnam

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mercati futures
Donald J. Trump (foto The White House)

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che ci sarà un nuovo accordo commerciale con il Vietnam per il caffè. Leggiamo di seguito l’articolo del portale d’informazione Market Screener.

Donald Trump sul Vietnam

MILANO – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato lunedì che il caffè rientra tra i prodotti inclusi in un nuovo accordo commerciale con il Vietnam, che lo esenterà da un dazio principale del 20%.

“Vogliamo ridurre un po’ il prezzo del caffè”, ha detto Trump ai giornalisti a bordo dell’Air Force One durante il viaggio verso Tokyo, aggiungendo che potrebbe visitare il Vietnam, uno dei principali produttori mondiali di caffè.

La Casa Bianca ha comunicato domenica che gli Stati Uniti e il Vietnam finalizzeranno un accordo commerciale nelle prossime settimane, che manterrà i dazi del 20% sulla maggior parte dei prodotti vietnamiti ma li eliminerà per alcuni articoli specifici. L’elenco di questi prodotti sarà deciso in una fase successiva, hanno affermato i due Paesi in una dichiarazione congiunta.

Coca-Cola: nel 2024 in Italia valore pari a 1,1 miliardi di euro

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Il logo della Coca-Cola

Nel 2024 il valore di Coca-Cola in Italia si conferma a un miliardo e 142 milioni di euro di risorse complessive, pari allo 0,05% del Pil italiano: questi i dati della ricerca biennale condotta da SDA Bocconi School of Management. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

Il valore di Coca-Cola in Italia

MILANO – Coca-Cola ha generato in Italia, nel 2024, un miliardo e 142 milioni di euro di risorse complessive, pari allo 0,05% del Pil Italiano.

È quanto emerge dalla ricerca biennale condotta da SDA Bocconi School of Management sull’impatto socio economico nel Paese di Coca-Cola Italia, Coca-Cola HBC Italia e Sibeg.

L’azienda è il primo datore di lavoro dell’industria delle bibite e delle bevande, a pochi mesi dai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, dove sarà presente come partner più longevo del Movimento Olimpico e Presenting Partner del Viaggio della Fiamma Olimpica.

“Questo studio traccia il quadro del nostro impatto sull’Italia, è come una finestra che racconta cosa c’è dietro al brand – spiega Cristina Camilli, direttore Relazioni Istituzionali Comunicazione e Sostenibilità di Coca-Cola Italia – Numeri, ma soprattutto persone, ben 2.688 quelle che lavorano direttamente per noi e con noi. È grazie al lavoro di queste persone che viene generato un impatto positivo su oltre 30mila persone dell’intera filiera”.

L’impatto occupazionale, tra posti diretti e indiretti, è cresciuto generando 29.840 posti di lavoro, lo 0,12% dell’occupazione nazionale, con un aumento del 10% rispetto al 2022. Per ogni dipendente diretto, si generano oltre undici posti di lavoro nell’economia italiana. Secondo i dati Istat, quindi, circa 64.000 persone beneficiano dei redditi generati da Coca-Cola.

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Mondelez investe oltre 40 milioni di dollari nell’intelligenza artificiale

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Mondelēz
Il logo Mondelēz International

Mondelez ha speso più di 40 milioni di dollari per uno strumento di intelligenza artificiale generativa per ridurre i costi di marketing. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Brand News.

Mondelez per l’intelligenza artificiale

MILANO – Andrà dal 30% al 50% il risparmio sui costi di produzione dei contenuti di marketing per i brand di Mondelez quando entrerà in funzione lo strumento che l’azienda ha creato insieme a Publicis Groupe e Accenture.

Lo strumento  sarà attivo dal prossimo anno e permetterà all’azienda di realizzare brevi spot televisivi pronti per essere trasmessi già durante le festività del prossimo anno e potenzialmente per il Super Bowl del 2027, ha dichiarato a Reuters Jon Halvorson, global senior vice president of consumer experience di Mondelez.

Per svilupparlo Mondelez ha speso più di 40 milioni di dollari, ma conta di ottenere congrui risparmi, specie se lo strumento sarà in grado di realizzare video più elaborati.

Mondelez per il momento sta usando i contenuti generati dal nuovo strumento sui social media per produrre contenuti a supporto dei biscotti Chips Ahoy negli Stati Uniti e per Milka in Germania: per quest’ultimo, ad esempio, è stata creata un’animazione di otto secondi che mostra onde di cioccolato che vanno a incontrare un wafer, insieme a diversi sfondi a seconda del consumatore a cui Mondelez si rivolge.

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Ferrero: via libera dalla Commissione europea per l’acquisizione del gruppo francese CPK

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Il logo della Ferrero

Ferrero ha acquisito il controllo esclusivo del gruppo francese CPK (Carambar Poulain Krema). L’operazione riguarda principalmente la produzione e la vendita di prodotti di cioccolato, dolciumi e creme spalmabili dolci, tra gli altri. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Teleborsa.

L’acquisizione di Ferrero

ALBA (Cuneo) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo del gruppo francese CPK (Carambar Poulain Krema) da parte del colosso italiano Ferrero (in particolare, tramite la Ferrero Group del Lussemburgo). L’operazione riguarda principalmente la produzione e la vendita di prodotti di cioccolato, dolciumi e creme spalmabili dolci, tra gli altri.

La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza, dato il suo impatto limitato sulla concorrenza nei mercati in cui operano le società.

Sulla base della sua indagine di mercato, la Commissione ha riscontrato che le società non sono percepite come concorrenti diretti e sono vincolate da diversi concorrenti credibili, compresi i prodotti a marchio del distributore, in tutti i mercati rilevanti.

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Iginio Massari presenta la nuova maritozzeria a Torino

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iginio massari
Iginio Massari (immagine concessa)

Massari apre una nuova maritozzeria a Torino, proprio accanto alla Galleria Iginio Massari in piazza C.N.L. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Gabriele Pesce per il quotidiano Torino Cronaca.

La maritozzeria di Iginio Massari a Torino

TORINO – Sembrava la fine, invece è solo l’inizio. I maritozzi di Iginio Massari non chiudono, anzi raddoppiano. Dopo le difficoltà milanesi e le recensioni poco entusiastiche sul prezzo, la famiglia Massari rilancia aprendo una nuova Maritozzeria a Torino, proprio accanto alla Galleria Iginio Massari in piazza C.N.L.. Il concept resta quello inaugurato a Milano: un locale interamente dedicato al dolce simbolo della tradizione romana, trasformato in un’esperienza da street food di lusso.

A pochi giorni dall’apertura prevista per giovedì 30 ottobre, la notizia è già un caso nella scena gastronomica torinese. Lo store offrirà maritozzi in versione dolce e salata, con prezzi che oscillano tra i 4,50 euro delle proposte più semplici e i 9 euro delle brioche gourmet.

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Roma: al bar il caffè macchiato costa 20 centesimi in più

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espresso macchiato torino

In un bar di Roma il caffè macchiato costa 20 centesimi aggiuntivi. Per Ilaria, che vive nella Città Eterna da tanti anni, è inconcepibile: la macchia sul caffè non si paga, non si è mai pagata e non si pagherà mai. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo del Messaggero ripreso su Head Topics.

Il prezzo del caffè macchiato a Roma

ROMA – Ilaria ha fatto colazione al bar e adesso esibisce lo scontrino come corpo del reato: “Leggete qua, c’è scritto: “ Caffè macchiato: 1,50”. Capito? Il caffè macchiato te lo fanno pagare di più”.

È proprio così, in questo noto esercizio su viale Trastevere un goccio di latte nell’espresso costa 20 centesimi aggiuntivi.

Per i clienti del bar, che qui di domenica mattina sono quasi tutti americani, giapponesi e nordeuropei, non c’è niente di scandaloso: all’estero in effetti si fa così, per una cosa in più si paga qualcosa in più, è il mercato, che c’è di strano? Ma per Ilaria, che vive a Roma da tanti anni, è inconcepibile: la macchia sul caffè non si paga, non si è mai pagata e non si pagherà mai.

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