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venerdì 02 Maggio 2025
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Caffè e tè alleati nella prevenzione dei tumori della testa e del collo: lo studio

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Con quasi 10.000 casi di HNC (tumori della testa e del collo) e oltre 15.000 controlli analizzati, una nuova ricerca dell’International Head and Neck Cancer Epidemiology Consortium rappresenta una delle analisi più approfondite che esplora il ruolo protettivo del caffè e del tè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale quotidiano sanità.

I benefici del caffè e tè

MILANO – Un nuovo studio pubblicato dall’International Head and Neck Cancer Epidemiology Consortium sulla rivista Cancer fa luce sul potenziale ruolo protettivo del caffè e del tè contro i tumori della testa e del collo.

Bere più di quattro tazze di caffè con caffeina al giorno è stato associato a una riduzione del rischio di HNC complessivo, oltre che di tumori della cavità orale e dell’orofaringe, del 17%. Consumare 3-4 tazze di caffè con caffeina è stato correlato a un rischio ridotto di tumore dell’ipofaringe.

Anche il caffè decaffeinato ha mostrato effetti protettivi, in particolare contro i tumori della cavità orale. Il consumo moderato di tè (fino a una tazza al giorno) è stato associato a un rischio inferiore del 9% di HNC e di tumore dell’ipofaringe. Tuttavia, un consumo maggiore di una tazza di tè al giorno è stato paradossalmente collegato a un aumento del 38% del rischio di tumore della laringe.

Questi dati sono particolarmente rilevanti in un contesto in cui i tumori della testa e del collo rappresentano una crescente sfida per la salute globale. Sebbene il caffè e il tè non possano sostituire altre strategie di prevenzione, come la riduzione del consumo di alcol e tabacco o la promozione di una dieta equilibrata, potrebbero rappresentare un’aggiunta utile nella lotta contro queste patologie.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

SCA Italy lancia il nuovo format itinerante Village Arena alla Fiera Tirreno CT fino al 26 febbraio

MILANO – SCA Italy ha dato il via al suo nuovo format itinerante, la SCA Village Arena, che ha fatto il suo debutto domenica 23 febbraio 2025, in concomitanza e in collaborazione con la Fiera Tirreno CT. Per quattro giorni, dal 23 al 26 febbraio, un vero e proprio villaggio del caffè anima la manifestazione, offrendo uno spazio dedicato a talk, seminari e competizioni legate al mondo del caffè.

Un format innovativo per il mondo del caffè

La SCA Village Arena diventa un evento itinerante, portando cultura, formazione e competizione nel settore caffè attraverso la partecipazione di professionisti, trainer e aziende sponsor.
L’evento è un mix di approfondimenti, workshop e competizioni uniche, con spazio sia per i professionisti affermati sia alle nuove generazioni di baristi.
A rendere ancora più speciale la manifestazione c’è la presenza di un villaggio dedicato alle torrefazioni specialty, punto di riferimento per chi ricerca caffè di alta qualità.
Grazie al supporto di partner e aziende del settore, il villaggio ospita realtà di rilievo come
  • Le Piantagioni del Caffè
  • La Tosteria
  • Spazio Caffè Firenze
  • Corona Coffee & Spirits 

Programma degli eventi

Domenica 23 febbraio – talk & workshop

Durante la giornata inaugurale della SCA Village Arena, alcuni tra i principali esperti del settore guidano talk e workshop su tematiche chiave della filiera del caffè. Tra i relatori:
Andrea Lattuada, su Report (foto concessa)
Andrea Lattuada
  • Andrea Lattuada (SCA Italy) – La community per la promozione dell’industria del caffè
  • Francesco Corona (Corona Coffee & Spirits) – Il caffè in miscelazione e il caffè in cucina con il cheese coffee
  • Angelo Ceola (ReMiDag) – Macinare free style.
  • Andrea Guerra (La Tosteria) – La degustazione del caffè espresso
  • luigi lupi
    Luigi Lupi, il padre della latte art

    Luigi Lupi (Carraro) – Latte art: storia e pratica

  • Nadir Balugani (Balugani) – L’importanza dell’acqua nel sistema caffè
  • Andrea Antonelli (pulyCAFF) – La manutenzione delle attrezzature per espresso
  • pulycaff antonelli
    Andrea Antonelli (immagine concessa)

    Paolo Milani (Milani, Le Piantagioni del Caffè) – La cura della materia prima nella filiera del caffè

  • Matteo Dongiovanni (Fiorenzato) – L’eccellenza nella macinatura per filtro

Lunedì 24 febbraio – Coffee Triathlon

Prende il via la prima edizione del Coffee Triathlon, una competizione pensata per avvicinare nuovi talenti al mondo delle gare professionali. I partecipanti si sfidano in tre discipline:
1.Espresso
2.Caffè filtro
3. Signature drink (alcolico o analcolico)
Tra gli sponsor principali della competizione: XLVI (macchine del caffè), Caffè Carraro (caffè ufficiale della gara); Centrale del Latte di Torino (latte vaccino); Oatly (bevande vegetali); Metallurgica Motta (attrezzature per la gara e il villaggio roaster); Remidag (macinini per espresso); Pulycaff( prodotti per la manutenzione delle attrezzature); Fiorenzato e Pietro (macinini per caffè filtro); Balugani (sistemi di filtrazione dell’acqua).

Martedì 25 febbraio – Latte Art Throwdown

Un’emozionante gara a eliminazione diretta, in cui i concorrenti si sfidano in tre fasi eliminatorie per dimostrare le loro abilità nella Latte Art.

Mercoledì 26 febbraio – Tavola Rotonda e Villaggio Roasters

La giornata conclusiva sarà dedicata a una tavola rotonda su tendenze emergenti e sfide del mercato specialty, con la partecipazione di esperti del settore, tra cui:
prunella meschini
Prunella Meschini titolare de Le Piantagioni del caffè
  • Prunella Meschini (Le Piantagioni del Caffè)
  • Andrea Lattuada (events coordinator SCA Italy)
  • Helena Oliviero
  • Andrea Guerra (La Tosteria)
  • Francesco Giovanchelli

Premi e selezioni ufficiali SCA Italy

I vincitori delle competizioni avranno la possibilità di accedere a una delle selezioni ufficiali di SCA Italy, con viaggio, vitto e alloggio inclusi. Il ranking finale decreterà l’accesso alla finale nazionale.

Appuntamento a Tirreno CT

La SCA Village Arena itinerante inaugura il suo percorso con la prima edizione a Tirreno CT, dal 23 al 26 febbraio 2025. Un evento imperdibile all’insegna del caffè, dell’innovazione e della competizione.
Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, seguite SCA Italy sui canali ufficiali qui.

Dersut Caffè ospita le assemblee annuali del Gruppo italiano torrefattori caffè e del Consorzio torrefattori delle Tre Venezie

CONEGLIANO (Treviso) – Grande partecipazione venerdì 21 alle assemblee annuali del Gruppo italiano torrefattori caffè e del Consorzio torrefattori delle Tre Venezie ospitate nella nuova sede Dersut Caffè a Conegliano. Le assemblee hanno affrontato diversi temi, tra cui il rinnovo delle cariche elettive e l’approvazione dei bilanci, oltre a questioni fondamentali per la filiera del caffè quali l’andamento del mercato, le normative di riferimento, le nuove tendenze di consumo e le strategie per valorizzare il caffè italiano.

Le assemblee annuali del Gruppo italiano torrefattori caffè e del Consorzio torrefattori delle Tre Venezie da Dersut Caffè

In particolare, il tema dell’EUDR è stato centro di spunti e riflessioni dell’evento tenutosi a Conegliano.

dersut
La sede di Dersut Caffè (Copyright Giuseppe Dall’Arche)

L’incontro ospitato nella nuova sede Dersut Caffè ha visto la partecipazione di numerosi professionisti del settore.

Ciò ha confermato l’importanza della collaborazione tra torrefattori, operatori del comparto caffè in generale e professionisti del settore legale per promuovere la qualità e l’eccellenza del caffè Made in Italy.

Palermo, al Museo del caffè Morettino la presentazione del libro di Nicola Mulè “La mia metà del chicco”

PALERMO – La fabbrica museale del caffè Morettino di Palermo apre le porte alla letteratura. Si è svolta la presentazione del libro dello scrittore siciliano Nicola Mulè “La mia metà del chicco”, che ha visto la partecipazione di decine di amanti della lettura e coffee lover.

La musa nera del caffè, ispiratrice di generazioni di scrittori, ha accolto i visitatori affascinandoli con un racconto intimo, in cui il caffè fa da fil rouge in una storia di legami famigliari spezzati. A presentare il libro l’autore Nicola Mulè e il padrone di casa, Arturo Morettino.

Il Museo del caffè Morettino apre le porte alla letteratura

Cuore della torrefazione palermitana, il Museo del caffè è un luogo unico al mondo, che raccoglie oltre mille strumenti per la lavorazione del caffè, ospita da sempre presentazioni di libri e attività culturali aperte alla città, con lo scopo di diffondere la cultura autentica del caffè in tutte le sue forme.

La presentazione del libro di Nicola Mulè di venerdì 21 è stata l’occasione per analizzare il lato più intimo del caffè, fatto di gesti e ricordi di famiglia.

La mia metà del chicco” narra la storia di Nicola, che per anni ha cercato di proteggersi dal dolore causato dalla prematura scomparsa della madre, allontanando il suo ricordo.

L’inaspettato ritrovamento di alcuni chicchi di caffè nei luoghi più impensati della casa di famiglia dà, però, avvio a un viaggio nei ricordi della sua vita, dall’infanzia fino alle soglie della maturità, per mezzo di un racconto corale delle tradizioni e dei valori che guidano la sua famiglia. Un viaggio che lo conduce a elaborare finalmente il lutto.

Il senso di colpa e di abbandono lasceranno così spazio a un ritrovato amore per se stesso e a una felicità che riteneva essere ormai perduta per sempre. “La mia metà del chicco è un caleidoscopio della vita, in cui i suoi elementi si compongono dando luogo ai diversi accadimenti. I chicchi di caffè diventano segni che nell’assenza e nel vuoto indicano una presenza, una compagnia invisibile. Una presenza che ci fa togliere la corazza per diventare anche noi semi di nuove vite che generiamo”.

Riguardo l’autore

Nicola Mulè è nato e cresciuto a Marsala, ha studiato a Urbino e lavorato tra Catania, Palermo e Riccione. Attualmente vive e scrive tra Marsala e l’isola di Favignana. Avvocato pentito, appassionato di arti marziali, sport da combattimento e filosofie orientali, oggi dirige felicemente alberghi, studia Economia del Turismo all’Università di Palermo e fa il papà di Rachele. “La mia metà del chicco” è il suo primo romanzo.

L’Istituto espresso italiano online con il ciclo Iei Connect: Webinar

BRESCIA – Dopo il successo di partecipazione di Iei Connect 2024, svoltosi lo scorso 26 novembre a Milano, l’Istituto espresso italiano (Iei) ha deciso di estendere online i temi trattati nell’occasione dando vita a “Iei Connect: Webinar”. Si tratta di un ciclo di quattro appuntamenti nei quali saranno affrontati temi vari legati all’espresso italiano e raccontati da alcuni relatori d’eccezione. La partecipazione sarà gratuita, previa registrazione, e usufruibile da piattaforma Zoom.

Il primo appuntamento è stato il 9 gennaio 2025 alle ore 15 con “Caffè, cultura e consumi in Italia: un’analisi psicografica tra baristi e consumatori” a cura del professor Furio Camillo, dell’Università di Bologna, che proprio per conto di Iei ha curato una ricerca di mercato inedita, realizzata da Sylla con l’obiettivo di analizzare i bisogni del barista e quelli del consumatore.

Un tema molto attuale di cui il professor Camillo è stato sollecitato dalle domande del Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto espresso italiano (Iei), il professor Luigi Odello.

Il ciclo dei webinar è proseguito poi il 17 gennaio alle ore 15 con l’incontro dal titolo “Stato dell’arte e prospettive future per la generazione di valore lungo la filiera del caffè”. Anche in questo caso il prof. Luigi Odello ha animato il dialogo con le professoresse Francesca Venturi e Isabella Taglieri dell’Università di Pisa, le quali in occasione di IEI Connect 2024 hanno presentato una ricerca che pone in evidenza come l’analisi strumentale possa consentire di aumentare la marginalità del caffè e quindi ottimizzare il prezzo del prodotto.

Il 29 gennaio alle ore 15 è stata invece la volta di Kaori Ito, direttrice di Carpigiani Gelato University, con la best practice su come progettare e promuovere la formazione B2B a livello internazionale, dalla fase dell’individuazione dei partner da coinvolgere fino all’erogazione dei contenuti, che sempre con il professor Odello ha parlato de “L’evoluzione della formazione nel segmento del gelato artigianale”.

Ultimo appuntamento in programma è quello del 26 febbraio alle ore 15 sulle “Nuove frontiere legali: tecnologia 5.0 al servizio del recupero dei crediti commerciali” con l’avvocato Gianluca Massimei, CEO di NextLegal ed Equity Partner di Advant Nctm, dedicato al delicatissimo tema di recupero dei crediti, un’attività che ha assunto una rilevanza sempre maggiore per molte aziende del settore. Il suo interlocutore sarà in questo caso il direttore di Iei, il professor Gian Paolo Braceschi.

La partecipazione ai webinar è gratuita ed è possibile effettuarla qui

Per chi desiderasse conoscere i protagonisti dei webinar Iei ha realizzato una serie di brevi video-interviste che è possibile guardare su YouTube qui.

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Per maggiori info basta cliccare qui.

Iginio Massari presenta le nuove specialità per la Giornata delle donna

MILANO – In occasione della Giornata internazionale della donna, Iginio Massari Alta Pasticceria presenta due specialità in edizione limitata, pensate per omaggiare la femminilità con eleganza e raffinatezza. Si tratta di creazioni destinate a regalare un’esperienza sensoriale unica che unisce gusto, innovazione e tradizione attraverso il linguaggio universale dell’alta pasticceria.

Iginio Massari Alta Pasticceria per la Giornata della donna

Le praline 8 Marzo si vestono di nuova luce con un abbinamento sofisticato di sapori: cioccolato bianco con ganache al limoncello, per un tocco agrumato e avvolgente, cioccolato bianco con ganache al frutto della passione, per un gusto esotico e raffinato. Disponibili in confezioni da 9 e 16 pezzi, in edizione limitata, le speciali praline saranno acquistabili fino a esaurimento su iginiomassari.it e nei prossimi giorni direttamente nelle Pasticcerie e nei pop-up store Iginio Massari Alta Pasticceria.

A completare l’offerta per la Giornata internazionale della donna, le gelatine 8 Marzo presentano un bouquet di gelée ispirate ai fiori simbolo di questa celebrazione: Mimosa, con il suo profumo delicato e inconfondibile, Violetta, dal gusto intenso e floreale, Rosa, per una dolcezza raffinata e avvolgente.

Anche le gelatine 8 Marzo saranno disponibili in confezioni da 9 e 16 pezzi, acquistabili fino ad esaurimento su iginiomassari.it e nei prossimi giorni direttamente nelle pasticcerie e nei pop-up Store Iginio Massari Alta Pasticceria.

Guido Gobino conquista il premio Tavoletta d’oro con Tourinot Maximo +39

TORINO – Il Tourinot Maximo +39 di Guido Gobino è stato premiato come miglior Gianduja dell’anno alla 23ª edizione del Premio Tavoletta d’Oro, il più prestigioso riconoscimento italiano dedicato al cioccolato di qualità assegnato dalla Compagnia del Cioccolato. “Essere nuovamente tra i vincitori dell’edizione 2025 rappresenta per noi un grande onore, ma soprattutto una conferma dell’unicità della tradizione cioccolatiera torinese” commenta Guido Gobino.

Il Tourinot Maximo +39 esprime al meglio l’unione tra artigianalità e materie prime d’eccellenza: realizzato con una selezione di Nocciole Piemonte IGP e Cacao aromatici, è privo di latte e viene temperato a mano per esaltare la sua inconfondibile consistenza vellutata e il gusto intenso e persistente della Nocciola Tonda Gentile Trilobata delle Langhe IGP.

Oltre a questo prestigioso premio, Guido Gobino ha ricevuto diverse menzioni tra i Cioccolati d’Eccellenza tra cui:

• Crema Cacao

• Cioccolato aromatizzato Albicocca e Rosmarino

• Cioccolato al Latte ripieno di Nocciola e Caffè

• Ganache alla Nocciola

• Tourinot Maximo

• Fondente monorigine Guatemala 83%

Un riconoscimento che conferma l’impegno di Guido Gobino nella ricerca della qualità e nell’innovazione del cioccolato artigianale.

Le Botteghe di Torino

  • Via Cagliari 15/b
  • Via Lagrange 1/A
  • Corso Vittorio Emanuele II 72

Le Botteghe di Milano

  • Corso Giuseppe Garibaldi 35
  • Corso Magenta 36

La scheda sintetica della Cioccolateria artigiana Guido Gobino

La Cioccolateria artigiana Guido Gobino si caratterizza dalla costante aspirazione e tendenza alla realizzazione di un cioccolato di eccellenza, prodotto nel rispetto della tradizione torinese con uno sguardo rivolto al futuro.

Una storia lunga sessant’anni e contraddistinta da un’attenta selezione delle materie prime, da una lavorazione all’avanguardia, da una sperimentazione ininterrotta con il fine di raggiungere una qualità assoluta.

Un cioccolato che ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti ed è distribuito in 52 Paesi, dal Giappone agli Emirati Arabi Uniti, dagli USA alla Francia, dalla Cina all’Australia. Dal 2021 Guido Gobino è affiancato dal figlio Pietro che ha portato un nuovo spirito innovativo e, oltre a rimarcare la sensibilità verso le tematiche ambientali, ha contribuito alla pubblicazione del primo Bilancio di Sostenibilità.

Nel 2020, in occasione del 25° anniversario del Tourinot, viene presentato “5 grammi di felicità”, libro scritto da Giuseppe Culicchia ed edito da Slow Food Editore che racconta la storia del celebre Tourinot, il Giandujotto di Torino. Nel gennaio 2019 l’azienda sigla un accordo di licenza pluriennale con Armani/Dolci per la produzione e la distribuzione in tutto il mondo della linea Armani/Dolci by Guido Gobino. guidogobino.com

Torino celebra l’arte dolciaria in occasione di CioccolaTò 2025, 27/02-02/03

TORINO – Una vecchia e diffusissima leggenda vuole che la prima tazza di cioccolata calda della storia d’Italia sia quella offerta ai torinesi dal duca Testa di Ferro, quell’Emanuele Filiberto di Savoia che nel 1563 volle trasferire la capitale del Ducato da Chambery a Torino.

Non esiste, in realtà, alcuna evidenza storica che questo fatto sia effettivamente accaduto. Eppure, è significativo che al cioccolato venga assegnato un ruolo così centrale nella mitologia di quella che, di lì a tre secoli, sarebbe diventata la Casa Reale italiana. Insieme al rango di capitale, alla lingua italiana introdotta al posto del latino e, qualche anno dopo, alla Sindone, non poteva mancare il cioccolato, tra gli apporti attribuiti al capostipite dei duchi sabaudi e torinesi.

Come lo champagne di un brindisi nunziale, la cioccolata ha sugellato un momento storico fondamentale. Poco importa, che sia storia o leggenda: quel che conta è l’inestricabile intreccio tra la cultura del cioccolato e la città, tanto profondo e radicato da leggersi in diversi aspetti della lingua, del folklore, della storia del Piemonte e di tutta Italia.

Ecco alcune tappe di questo lungo percorso, ancora tutto da scrivere nel segno dell’innovazione dell’arte dolciaria torinese, che verrà raccontata in occasione di CioccolaTò 2025, in Piazza Vittorio Veneto, dal 27 febbraio al 2 marzo prossimi.

Giò Antonio Ari: il primo cicôlatè

Risale al 1678, la prima licenza per la vendita del cioccolato mai accordata: è quella concessa dalla Madama Reale Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours a Giò Antonio Ari, il primo Maestro Cioccolatiere a essere legalmente riconosciuto come venditore al pubblico di cioccolato e vero iniziatore di questa tradizione a Torino.

Sebbene già diffusissima, a quel punto, in tutte le corti europee, la cioccolata era stata fino a quel punto boicottata da voci che la indicavano come “bevanda malefica”, causa della gotta che aveva colpito Carlo V e Filippo II d’Asburgo (fonte: Di bere in meglio – Manuale per educare al bere – di Roberto Bianchi).

Del resto, ancora oggi, anche se per motivi non correlati, dire a qualcuno, in Piemonte, che ha fatto una figura da cioccolataio, non è proprio un complimento. Questa prima “patente” da cicôlatè, però, fu un importantissimo passo in avanti per la diffusione della cioccolata anche agli altri strati della popolazione e per l’instaurazione, nella capitale sabauda, di quella che sarebbe diventata una delle più pregiate tradizioni cioccolatiere d’Europa.

Il bicerin: la bevanda che conquistò Cavour

Nato nel Settecento nell’omonimo caffè di Piazza della Consolata come evoluzione della settecentesca bevanda bavareisa, allora di gran moda, il bicerin si compone di caffè espresso caldo, cioccolato e crema di latte (… ma le dosi sono segrete!) e viene servito in bicchieri o calici di vetro per poter ammirare i singoli strati: il segreto per assaporarlo al meglio, infatti, è non mescolarlo, lasciando che le varie componenti si fondano tra loro direttamente sul palato, con le loro differenti densità, temperature e sapori.

Il rito originario prevedeva che al bicerin venissero affiancate le stisse, tre bicchierini ognuno con un singolo ingrediente in modo da poterlo “correggere” a piacere, ma dall’Ottocento si preferisce servirlo in un’unica soluzione: il suo gusto avvolgente ha conquistato i torinesi e anche molti personaggi illustri come Camillo Benso Conte di Cavour. Fonte: Il Bicerin | Turismo Torino e Provincia

Se è vero, come sembra, che il ghiotto Primo Ministro del Regno Sabaudo abbia fatto, come si suol dire, “la storia in punta di forchetta”, nella Torino dell’Ottocento, dove il bicerin scorreva a fiumi, si può affermare che l’idea stessa dell’Italia Unita sia nata, nei caffè storici della città, proprio sorseggiando cioccolata.

Napoleone, il Carnevale e la nascita del gianduiotto

No, non è stato Napoleone a inventare il gianduiotto. Facciamo un passo indietro: è il 1806, Torino è stata annessa alla Francia ormai da 4 anni e l’Empereur istituì quello che passò alla storia come Blocco Continentale, ossia il divieto alle navi provenienti dalle colonie britanniche di approdare nei porti appartenenti all’Impero.

Negli anni successivi a Torino, come nel resto dell’Europa napoleonica, diventò sempre più difficile accedere alla materia prima: il cacao. Inammissibile, per una città ormai ghiotta di cioccolata come Torino. Fu così che gli industriosi pasticceri torinesi aggirarono il problema attingendo a un frutto che nel territorio piemontese proprio non mancava: la nocciola tonda gentile delle Langhe, che finì per prendere il posto del cacao nelle preparazioni dei cioccolatieri della città.

Perché, però, a questa invenzione fosse dato il nome di Pasta Gianduja, e alla forma di barchetta rovesciata incartata singolarmente il nome di gianduiotto, occorrerà attendere il 1865, quando, in occasione del Carnevale, fu proprio Gianduja, la maschera della città, a distribuirne ai passanti, legando indissolubilmente il suo nome a quello del cioccolatino più famoso e amato di Torino.

Oggi, a 160 anni da quel Carnevale, il gianduiotto è stato ufficialmente riconosciuto come prodotto IGP, ulteriore garanzia di un prodotto di assoluta eccellenza.

E a proposito di Carnevale: dal 27 febbraio al 2 marzo a Piazza Vittorio torna CioccolaTò.

Il Martedì Grasso, a Torino, quest’anno è preceduto da un fine settimana all’insegna del gusto e dell’eccellenza in una delle piazze più affascinanti della città: è CioccolaTò, la kermesse torinese del cioccolato, che si svolgerà dal 27 febbraio al 2 marzo a Piazza Vittorio Veneto, proprio dove si era svolta, ormai più di vent’anni fa, la prima edizione.

Questo salotto buono in riva al Po, con una vista privilegiata che spazia dalla Mole alla Gran Madre, dal Monte dei Cappuccini a Superga, accoglierà CioccolaTò, ma saranno coinvolte anche altre prestigiose sedi museali e palazzi storici, come le Gallerie d’Italia, il Cinema Massimo (grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema), il Circolo dei Lettori, e ulteriori realtà cittadine che ospiteranno eventi, workshop, incontri, dibattiti, guidati da nomi importanti del panorama culturale e dolciario italiano.

CioccolaTò 2025 è un progetto di Camera di commercio di Torino e Città di Torino con il supporto di Regione Piemonte e delle associazioni di categoria, organizzato da Turismo Torino e Provincia.

Cupper presenta i nuovi tè neri per la stagione invernale

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MILANO – Per tutti gli appassionati del tè e per chi desidera gustare autentici sapori tipicamente british, l’azienda Cupper ha ideato la nuova miscela Earl grey agrumi bio e ha impreziosito la miscela dell’English breakfast bio rendendola più intensa.

Earl grey agrumi Bio & Fairtrade

L’Earl grey è un tè con un’anima rock; la sua miscela raffinata e sofisticata l’hanno reso il “re dei tè”, un vero intramontabile della cultura inglese e dei tea- time di tutto il mondo.
La storia della sua nascita è leggendaria; si tramanda infatti che nel XIX secolo Charles Grey, Primo Ministro inglese, ricevuta questa miscela in dono se ne innamorò a tal punto che prese il suo nome.

Cupper, ha reso omaggio alla ricetta classica impreziosendola con un twist di gusto: nella nuova ricetta, la miscela di tè nero e bergamotto è stata arricchita dalla freschezza e vivacità dell’aroma degli agrumi.

20 bustine

Ingredienti: Tè nero*, aroma naturale di arancia 3%, aroma naturale di bergamotto 2%
*Ingredienti da agricoltura biologica.

Distribuzione

Earl grey agrumi in distribuzione presso Amazon e supermercati.

English breakfast bio & Fairtrade

L’origine dell’English breakfast è incerta; quella più rocambolesca ne attribuisce la nascita in America dall’arguzia di un produttore di tè americano che, nel XIX secolo, creò una miscela, a cui diede il nome English Breakfast appunto facendo credere che fosse il tè amato dagli inglesi per la propria colazione.

English breakfast bio & Fairtrade (immagine concessa)

Qualunque sia l’origine, l’English Breakfast è una miscela di preziosi tè neri Ceylon e Assam, che Cupper ha impreziosito con una ricetta BIO ancora più intensa per offrire il piacere di un aroma avvolgente e pieno, come in una tea room inglese.

Tè classico english breakfast Bio

20 bustine

Ingrediente: Tè Nero da agricoltura biologica

Distribuzione

English Breakfast in distribuzione presso Naturasi, Amazon e supermercati.

Ecco la ricetta di Cupper per vivere l’esperienza di un tè delizioso

Innanzitutto bisogna porre la bustina nella tazza da tè, far bollire dell’acqua fredda (100°C) e lasciarla raffreddare per un minuto prima di versare l’acqua nella tazza sulla bustina. Lasciare in infusione per 2-4 minuti e la tazza perfetta è pronta.

Packaging

Confezione in cartone riciclabile Bustine di carta riciclabili
Filtri non sbiancati, con un’etichetta riciclabile e un filo di cotone biologico

Caratteristiche

100% naturale Bio

Certificato Fairtrade

La scheda sintetica di Cupper

Cupper nasce nel 1984 dal desiderio di una coppia inglese di unire il proprio amore per il tè ad un approccio etico nell’approvvigionamento delle materie prime e ad una produzione naturale. Oggi tutti i prodotti Cupper sono certificati Bio.

Fedele alla sua vocazione etica, Cupper è il primo marchio di tè Fairtrade del mondo che, ad oggi, opera a livello internazionale in oltre 50 paesi con 150 referenze.

Con la sua partnership con Fairtrade, che dura da quasi tre decenni, Cupper sostiene oltre
114.000 produttori e le loro famiglie in tutto il mondo. Una scelta fairtrade fatta da Cupper per garantire ai produttori un trattamento economicamente equo e che ha permesso importanti investimenti in infrastrutture per lo sviluppo locale.

Anche le scelte che riguardano il packaging sono all’insegna della sostenibilità, con confezioni riciclabili, e per sigillare le bustine si utilizza materiale completamente plastic-free e OGM-free.

Ecco il caffelatte alla cipolla: il nuovo trend dei social

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I social hanno stabilito il nuovo trend del momento: si tratta del caffelatte alla cipolla, un insolito mix diffuso in Cina, diventato virale grazie alla piattaforma TikTok. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Radio 105 Network.

Il caffelatte alla cipolla

MILAO – Una nuova tendenza in campo culinario sembra destinata a fare breccia nei bar di tutto il mondo: il caffelatte alla cipolla. Questo insolito mix, che ha trovato la sua origine nelle caffetterie cinesi, ha iniziato a guadagnare popolarità grazie ai video virali su TikTok, dove gli utenti mostrano con entusiasmo come preparare questa curiosa bevanda.

La preparazione è semplice, ma piuttosto fuori dagli schemi. Si parte tagliando e pestando un cipollotto fresco per estrarne il succo, che viene poi mescolato con caffè ghiacciato, latte ed espresso. Infine il tutto viene guarnito con altre fette di cipollotto fresco, conferendo alla bevanda una consistenza croccante e un sapore decisamente unico.

Questa moda fa parte di un più ampio fenomeno noto come “cucina oscura”, o “hei an liao li”, un concetto diffuso in Cina che celebra combinazioni alimentari non convenzionali. Tra gli altri esperimenti bizzarri in voga, troviamo il caffelatte alla salsa di soia, il caffè alle ostriche e persino il riso aromatizzato al caffè. Sebbene queste creazioni possano inizialmente sembrare discutibili, spesso sorprendono i palati più curiosi con sapori inaspettati.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui