venerdì 28 Novembre 2025
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Iginio Massari presenta la pizza a padellino con il caffè a Identità Golose

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Iginio Massari costa panettoni
Il maestro pasticciere Iginio Massari (foto Pasticceria Massari)

Il maestro pasticciere Iginio Massari presenterà in occasione di Identità Golose a Milano domenica 10, tra le 15 e le 18, sul palco dell’azienda piacentina Molino Dallagiovanna, la sua ultima creazione: una pizza a padellino con impasto a lunga fermentazione, lievito di birra e farine di diverso tipo (integrale, ai 5 cereali, etc.) ma dove, al posto dell’acqua, entrerà del caffè espresso.

Identità Golose avrà luogo a Milano, in via Gattamelata dal 9 all’11 marzo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Paolo Galliani per Il Giorno.

Iginio Massari a Identità Golose

MILANO – Non è un facinoroso o un barricadiero. E del resto, non avrebbe nemmeno l’età, perché – si sa – con gli anni che passano e gli ormoni che calano, tende ad allentarsi anche l’ambizione di fare la rivoluzione e di cambiare il mondo. Ma ci sono persone che riescono comunque a rimanere ragazzi, curiosi e idealisti, anche con i capelli color neve. E lui, Iginio Massari, è uno di questi.

Non c’ha pensato due volte a confermare la propria presenza alla prossima edizione di Identità Golose (Allianz MiCo di Milano) che, neanche a farlo apposta, promette di celebrare la disobbedienza come variabile per crescere e cambiare le cose, insomma per innovare, perché obbedire alle convenzioni e alle abitudini non è più una virtù, se mai lo è stata.

Lo farà da par suo, il mitico sweetman bresciano, mettendosi ancora in gioco a 81 anni di invidiabile vita, sfoggiando una competenza in materia di pizze che forse in pochi gli riconoscevano ma che comunque lui si attribuisce.

Giustamente, “perché – spiega – ho passato la mia esistenza a creare impasti. E perché non dovrei sapere usare quello che serve per fare una buona margherita?”.

E infatti, domenica 10, tra le 15 e le 18, sul palco dell’azienda piacentina Molino Dallagiovanna, sfoggerà il suo piccolo capolavoro: una pizza a padellino con impasto a lunga fermentazione, lievito di birra e farine di diverso tipo (integrale, ai 5 cereali, etc.) ma dove, al posto dell’acqua, entrerà del caffè espresso che ha il dono – precisa – di dare un gusto originale e legare bene con pomodoro e mozzarella.

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A Roma c’è un nuovo bar accanto al Tribunale che offre l’espresso agli assolti

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L'insegna del bar Assolto

ROMA – Vicino all’ingresso principale del tribunale penale della Città Eterna è stato aperto il nuovo bar Assolto. Ciò che rende speciale il locale, a parte il nome, è uno staff completamente al femminile e una particolare attenzione all’aspetto sociale e solidale.

La proprietaria Gabriella Gori, come rivelato nel quotidiano La Repubblica, afferma di regalare una tazzina di espresso a tutte le persone assolte nei processi del Tribunale vicino al locale.

L’inaugurazione del bar Assolto

“Si chiama “Assolto” perché agli assolti offriamo noi il caffè”, spiega la proprietaria da dietro al bancone.

Ma l’impegno per la comunità non finisce qui: tutti i lavoratori di Assolto sono impegnati in diverse azioni sociali anche nei confronti dei più bisognosi della Circonvallazione Clodia.

Tuttavia i servizi del bar non sono di certo limitati agli innocenti del tribunale: il locale offre una tavola calda tradizionale con primi e secondi piatti.

Violenza di genere: 2 donne su 5 hanno subito contatti fisici indesiderati sul posto di lavoro, +81% in due anni

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debora moretti libelulla violenza
Debora Moretti, fondatrice e presidente di Fondazione Libellula (immagine concessa)

MILANO – Secondo l’OMS la violenza di genere coinvolge circa un terzo delle persone di sesso femminile in tutto il mondo, indipendentemente dalla loro appartenenza a diverse fasce socio-culturali della popolazione. Si tratta inoltre di un problema che si manifesta in vari contesti sociali, dall’ambiente domestico alla scuola, fino al lavoro, che contribuiscono in maniera importante alla costruzione della propria identità e del proprio benessere.

In particolare, il posto di lavoro sembra essere uno dei luoghi elettivi per questo genere d’esperienze: lo confermano i dati shock emersi dalla Survey L.E.I. (Lavoro, Equità, Inclusione) 2024, dal titolo “Ti Tocca” condotta da Fondazione Libellula al fine d’indagare la violenza di genere e le discriminazioni nel mondo del lavoro in Italia.

La violenza di genere al lavoro

I risultati del sondaggio, che ha coinvolto 11.201 donne, sono stati presentati presso la sede milanese della naturetech company italiana 3Bee, partner ospitante e co-organizzatore dell’evento, delineando un quadro allarmante: circa 7 donne su 10 infatti si sono dichiarate vittime di molestie, avendo ricevuto complimenti, allusioni e osservazioni sul proprio corpo che le hanno messe a disagio.

La Fondazione Libellula presenta il survey (immagine concessa)

Inoltre, sempre circa il 70% del campione ha dichiarato di aver ascoltato battute sessiste o volgari, rivolte a loro stesse o ad altre donne, sul posto di lavoro: quest’esperienza è stata sperimentata soprattutto dalle lavoratrici che non hanno un partner stabile o che lavorano in aziende con meno di 49 dipendenti.

Ma non è tutto: il 40% ha subito contatti fisici indesiderati, un dato in netto aumento rispetto al 2022 (+81% circa), mentre il 43% ha ricevuto avance esplicite indesiderate e il 27% ha segnalato richieste e comportamenti di natura sessuale non graditi o non sollecitati.

“Questi dati evidenziano una situazione preoccupante e inaccettabile all’interno delle aziende italiane, sottolineando la necessità di una seria riflessione. Il luogo di lavoro rappresenta il contesto principale della vita quotidiana, dove le persone si incontrano e interagiscono in modo più profondo e continuo nel tempo. Pertanto questi episodi impattano in maniera significativa sul benessere di chi li subisce e anche di chi vi assiste”, ha commentato Debora Moretti di Fondazione Libellula.

Se poi prendiamo in considerazione dati analoghi riferiti alle donne che occupano posizioni manageriali, si riscontrano degli aumenti importanti rispetto alla media: ad esempio, il 77% delle manager e il 75% delle dirigenti ha sentito spesso o a volte commenti sul proprio corpo che le hanno messe a disagio.

Ugualmente, il 79% delle dirigenti e il 76% delle manager è stata oggetto o ha ascoltato delle battute sessiste o volgari verso altre donne, rispetto alla media di circa il 70%. E se parliamo poi dei contatti fisici indesiderati, la percentuale media del campione (40%) cresce fino al 47% per le dirigenti e al 54% per le imprenditrici.

Ma forse l’aumento più significativo si riscontra sui dati riguardanti le avance esplicite indesiderate (43%), di cui sono state vittime il 64% delle imprenditrici e il 54% delle dirigenti, e le richieste di natura sessuale non gradite o non sollecitate (27%), che hanno riguardato il 45% delle imprenditrici e il 35% delle dirigenti.

Ci sono due ipotesi che potrebbero spiegare perché i dati riguardanti le donne con ruoli di potere sono peggiori della media: la prima ipotesi suggerisce che queste donne siano più consapevoli della situazione; l’alternativa ipotizza che, occupando posizioni storicamente riservate agli uomini, siano soggette a comportamenti che le depotenziano, le sminuiscono o le oggettificano”, come se venissero “rimesse al loro posto di donna“.

Quest’ultima troverebbe conferma in un altro dato significativo emerso dal report, secondo cui l’88% delle dirigenti e delle manager vede gli uomini crescere professionalmente più velocemente delle donne.

La persistente discriminazione e molestia sul posto di lavoro nei confronti delle donne con ruoli di potere evidenzia un grave problema culturale e strutturale: l’Italia si attesta stabilmente all’ultimo posto in Europa da oltre un decennio per quanto riguarda la parità di genere, in relazione ad esempio alla segregazione lavorativa o alla partecipazione ai processi decisionali.

“È dunque urgente un intervento deciso per contrastare questa realtà, promuovendo politiche aziendali rigorose contro la violenza di genere e creando una cultura organizzativa che favorisca il rispetto e l’inclusione. Per questo motivo abbiamo deciso di chiamare questa Survey “Ti tocca”, perché è giunto il momento che ognuno s’assuma la responsabilità di queste situazioni e inizi, nel proprio piccolo, ad agire per il cambiamento”, ha concluso Moretti.

Anche le istituzioni scendono in campo a sostegno della causa. “Questi dati – ha dichiarato durante la presentazione l’Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolé – ci confermano ancora una volta, se fosse necessario, che il patriarcato è ancora dominante nella società e, soprattutto, nei luoghi di lavoro. E se è vero che le mobilitazioni di questi mesi ci raccontano che qualcosa sta cambiando e che una nuova sensibilità si sta facendo lentamente strada, è altrettanto vero che siamo ancora lontani da una piena assunzione di responsabilità da parte degli uomini. Le molestie, gli abusi, la violenza di genere sono prima di tutto una questione maschile e da questa premessa non si può prescindere se si vuole affrontare veramente il tema”.

Parole cui fanno eco quelle di Elena Lattuada, Delegata del Sindaco di Milano alle Pari Opportunità: “La libertà femminile non può più attendere: allusioni, contatti indesiderati di qualsiasi tipo non possono più essere tollerati, né nello spazio pubblico, né nei luoghi di lavoro, né tra le mura domestiche. Fondamentale il lavoro che Fondazione Libellula ha fatto nella ricognizione di quanto accade nei luoghi di lavoro, come è importante il lavoro di sostegno e ascolto delle donne che nella città di Milano viene fatto dall’Associazione e dalle tante che hanno a cuore la dignità femminile, sempre”.

Infine, ecco i 5 consigli di Fondazione Libellula per prevenire e contrastare la violenza di genere sul posto di lavoro:

  1. Chiedi che vengano attuati progetti di sensibilizzazione e formazione per tutto il personale su come riconoscere gli stereotipi e le discriminazioni che abbiamo interiorizzato e su come queste possano tramutarsi in micro-aggressioni più o meno consapevoli.
  2. Informati su quali sono gli strumenti a disposizione in azienda: esiste una policy anti-molestie? È stata condivisa? C’è uno sportello o una Consigliera di Fiducia da poter contattare in caso di dubbio o segnalazione?
  3. Fai sentire il tuo sostegno a una neo-mamma che ritorna al lavoro dopo il congedo di maternità, fai lo stesso con un neo-papà. Proponi un’attività per supportare la genitorialità condivisa.
  4. Viviti come parte attiva del cambiamento: in alcune aziende, come quelle del Network Libellula, è possibile ricevere una formazione specifica su queste tematiche per diventare ambassador.
  5. Contatta lo Sportello L.E.I. che Fondazione Libellula ha dedicato alle lavoratrici in cerca di ascolto e orientamento per casi di discriminazioni, molestie e violenze.

Caffè alleato contro l’invecchiamento cutaneo: nuovo studio sul Journal of Cosmetic Dermatology

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caffè contro l’invecchiamento cutaneo
Il ruolo del caffè contro l'invecchiamento cutaneo (immagine concessa)

MILANO – Gli appassionati di skincare possono aggiungere uno nuovo step alla loro routine di bellezza: bere una buona tazzina di caffè. A confermare gli effetti benefici di questa bevanda sulla salute, in particolare quella della pelle del viso, è una ricerca[i] pubblicata sul Journal of Cosmetic Dermatology, che ha evidenziato come il caffè possa essere un potente alleato per rallentare l’invecchiamento della pelle.

Sono numerosi gli studi che hanno esaminato il rapporto tra alimentazione e salute della pelle, evidenziando come non siano solo creme, filler e sieri a contribuire alla sua bellezza, ma anche gli alimenti che consumiamo.

Se finora il focus degli esperti era rivolto soprattutto ai cibi, questo studio ha voluto concentrare l’attenzione sugli effetti che alcune bevande, come caffè, alcol, tè e bibite zuccherate, possono avere sull’invecchiamento della pelle del viso.

Per farlo, sono state analizzate le informazioni genetiche e fenotipiche di circa 500 mila tra uomini e donne europei provenienti dalla banca dati britannica UK Biobank, concentrandosi in particolare sulle varianti genetiche ereditatei.

Alleato di bellezza dal chicco alla tazzina

Lo studio, tra le principali evidenze, ha riscontrato l’effetto protettivo del caffè sulla pelle del viso: maggiore è il suo consumo, pur moderato che siaii, minore sarà il rischio di invecchiamento cutaneo. Un risultato che contribuisce ad arricchire una letteratura scientifica che già aveva eletto il caffè come un vero amico per la pelle.

Il suo potere anti-age si attiva fin dal chicco: l’estratto di polpa di caffè è in grado di migliorare l’umidità, la luminosità, l’elasticità, la pigmentazione, la consistenza e il contenuto di collagene della pelle[ii], la cui sintesi, fondamentale per mantenere l’epidermide giovane ed elastica, può essere stimolata dall’olio di caffè verde[iii].

Una fonte preziosa di antiossidanti naturali

A rendere il caffè un vero elisir di bellezza sono, inoltre, le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, accentuate maggiormente dalla tostatura[iv] che rende questa bevanda così caratteristica.

Il merito è soprattutto dei polifenoli, antiossidanti naturali di cui il caffè, in particolare quello espresso[v], è una fonte preziosa: queste molecole hanno infatti il potere di ritardare l’invecchiamento cellulare e quindi di mitigare l’aging della pelle del viso in quanto contrastano i radicali liberi[vi], tra le prime cause dello stress ossidativo che influenza fortemente l’invecchiamento cutaneo. In particolare, l’acido clorogenicoiii può aiutare a mantenere la pelle del viso più giovane in quanto protegge dai danni dei raggi UV[vii] e diminuisce l’iperpigmentazione delle macchie solari[viii].

Caffeina, tra gli attivi anti-age più conosciuti

Bere caffè, insomma, è un rito quotidiano che oltre a dare energia e carica può aiutare a mantenere la pelle del viso giovane e sana.

A potenziare il suo effetto benefico è anche la caffeina, un alcaloide contenuto naturalmente nella pianta di caffè e utilizzato nell’industria cosmetica come ingrediente principale di prodotti anti-age. Questo potente principio attivo, anche a bassi dosaggi, aiuta infatti a inibire lo stress ossidativo, e quindi a rallentare l’invecchiamento cutaneo, grazie alla sua azione di protezione dei cromosomiiv e di pulizia cellularev.

Note

i Lo studio ha utilizzato l’approccio della randomizzazione mendeliana che sfrutta il fenomeno biologico dell’ereditarietà eliminando l’influenza di eventuali fattori di confondimento, come l’ambiente o lo stile di vita.

ii Il consumo moderato di caffè può essere definito come 3–5 tazze al giorno, sulla base della Opinione Scientifica sulla sicurezza della caffeina dell’EFSA.

iii L’acido clorogenico è un polifenolo molto diffuso nei vegetali e in particolare nel caffè verde, dove si trova ad altissime concentrazioni: ogni 100 g, infatti, ne contengono ben 8 g. Anche in quello tostato, nonostante il processo di torrefazione, se ne trova in grande quantità: due tazzine di caffè, pari a 100 ml, ne contengono ben 250 mg

iv Una ricerca[ix] ha evidenziato che la caffeina è in grado di allungare i telomeri, piccole porzioni di DNA che proteggono le estremità dei cromosomi e il cui accorciamento può provocare la senescenza cellulare.

v Uno studio[x] ha sottolineato come la caffeina sia in grado di attivare l’autofagia, processo di pulizia cellulare che consente alle cellule di eliminare, “mangiandoli”, i propri componenti danneggiati o inutilizzati.

Bibliografia

[i] Xuanchen Liu, Xin Li, Jiguang Ma. Beverage consumption and facial skin aging: Evidence from Mendelian randomization analysis; Journal of Cosmetic Dermatology. 2024;00:1–8.

[ii] Tseng YP, Liu C, Chan LP, Liang CH. Coffee pulp supplement affects antioxidant status and favors anti-aging of skin in healthy subjects. J Cosmet Dermatol. 2022; 21(5): 2189-2199.

[iii] Velazquez Pereda Mdel C, Dieamant Gde C, Eberlin S, et al. Effect of green coffea arabica L. seed oil on extracellular matrix components and water-channel expression in in vitro and ex vivo human skin models. J Cosmet Dermatol. 2009; 8(1): 56-62.

[iv] Anese M, Alongi M, Cervantes-Flores M, et al. Influence of coffee roasting degree on inflammatory and oxidative stress markers in high-fructose and saturated fat-fed rats. Food Res Int. 2023; 165:112530.

[v] Luigi Castaldo et al. Effect of Different Coffee Brews on Tryptophan Metabolite-Induced Cytotoxicity in HT-29 Human Colon Cancer Cells. Antioxidants. 2022 Dec 14;11(12):2458.

[vi] Ebrahim HY, Mady MS, Atya HB, Ali SA, Elsayed HE, Moharram FA. Melaleuca rugulosa (link) craven tannins: appraisal of anti-inflammatory, radical scavenging activities, and molecular modeling studies. J Ethnopharmacol. 2022; 298:115596.

[vii] Cho YH, Bahuguna A, Kim HH, et al. Potential effect of compounds isolated from Coffea arabica against UV-B induced skin damage by protecting fibroblast cells. J Photochem Photobiol B. 2017; 174: 323-332.

[viii] Fukushima Y, Takahashi Y, Hori Y, et al. Skin photoprotection and consumption of coffee and polyphenols in healthy middle-aged Japanese females. Int J Dermatol. 2015; 54(4): 410-418.

[ix] Tao L, Zhang W, Zhang Y, et al. Caffeine promotes the expression of telomerase reverse transcriptase to regulate cellular senescence and aging. Food Funct. 2021; 12(7): 2914-2924.

[x] Li YF, Ouyang SH, Tu LF, et al. Caffeine protects skin from oxidative stress-induced senescence through the activation of autophagy. Theranostics. 2018; 8(20): 5713-5730.

Campionato nazionale miglior colomba: vince Michele Pirro da Foggia

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michele pirro colomba
Il vincitore Michele Pirro (immagine concessa)

MARINA DI CARRARA – La Federazione internazionale di pasticceria, gelateria e cioccolateria ha proclamato i vincitori del Campionato nazionale miglior colomba 2024, appena terminato con grande successo presso la Fiera Tirreno CT di Marina di Carrara e che ha visto sfilare oltre cento diverse colombe tra classiche e innovative.

A primeggiare, fra tutte, la Colomba Classica di Michele Pirro, maestro pasticcere di San Marco in Lamis, nel foggiano, che si piazza al primo posto assoluto di categoria per il secondo anno consecutivo. A Michele il merito di aver presentato un dolce che rispecchia rigorosamente tutti i canoni previsti dal disciplinare di produzione della colomba artigianale, con il solo inserimento di canditi d’arancia e copertura di glassa croccante.

Una bella novità è stata portata da Andrea Ceracchi, pasticciere di Cori, Latina, che ha trionfato nella categoria Colomba Innovativa vincendo l’oro assoluto con un dolce davvero fuori dagli schemi: colomba con lievito creato con il processo della fermentazione del vino e frutta fresca macerata nello sciroppo.

“In questa edizione è stato davvero complesso eleggere il vincitore assoluto, altissimo il livello dei tanti partecipanti in gara – dice Matteo Cutolo, presidente Fipgc. Questo dimostra quanto il nostro paese sia ricco di grandi professionisti che scommettono sempre nella formazione continua. Ed è proprio questa la mission della Federazione: confrontarsi e crescere, insieme”.

colomba puglia
Da sinistra: Andrea Ceracchi, pasticciere di Cori, Matteo Cutolo, presidente Fipgc e Campione del mondo di pasticceria e Michele Pirro, maestro pasticcere di San Marco in Lamis, nel foggiano (immagine concessa)

L’arduo compito di decretare i vincitori a cinque giudici che fanno parte del panorama mondiale della pasticceria e, nello specifico,  dei grandi lievitati da ricorrenza: Matteo Cutolo, Presidente Fipgc e Campione del mondo di pasticceria; Marco Massi, direttore della scuola Arte Dolce di Rimini; Beatrice Volta, esperta lievitista e vincitrice del Campionato miglior panettone del mondo Fipgc 2022 nella categoria Salato; Ruggiero Carli, esperto lievitista e vincitore del Campionato miglior panettone del mondo Fipgc 2020 nella categoria Classico; Marco Paolo Molinari, team manager Fipgc pasticceria per la divisione Asia.

La scheda sintetica della Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria

La Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria è l’ente che promuove la pasticceria italiana in tutto il mondo. Vanta una presenza radicata e capillare sul territorio italiano, con delegati per ogni regione e dei sotto-delegati per ogni provincia.

Ha lo scopo di unire tutte le realtà esistenti sul territorio (scuole, grossisti, associazioni, imprese del settore pasticceria, gelateria, cioccolateria, panificazione), per rafforzarne la collaborazione ed ottenere la crescita di tutto il settore e dei prodotti Made in Italy.

Fipgc organizza in tutta Italia eventi, fiere, corsi di formazione di alto livello, preparazione One-to-One o di squadra per gareggiare nei concorsi a livello nazionale e internazionale. Dal 2015 organizza i Campionati italiani e i Campionati mondiali di pasticceria e Cake design.

Nel 2017 nascono anche i Campionati nazionali di pasticceria alberghieri d’Italia: promossi insieme al MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è il primo campionato Juniores di pasticceria dedicato agli istituti alberghieri, che dà modo ai giovani che vogliono intraprendere la professione di confrontarsi con i grandi maestri d’Italia. Fipgc è un soggetto che ha acquisito in questi ultimi anni una grande importanza a livello istituzionale.

Un ruolo suggellato dai protocolli d’intesa con il Ministero degli Esteri, con lo scopo di sostenere il made in Italy e delle eccellenze italiane nel mondo e con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro.

Cafezal, la campagna andata già Overfunding, raggiunti i 650mila euro, obiettivo 1mln e 200mila, Carlos Bitencourt: “Occasione unica di investire”

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Carlos Bitencourt dal Brasile (foto concessa)

MILANO – In un giorno solo dall’apertura, la campagna di equity crowdfunding aperta su Mamacrowd da Cafezal è andata “Overfunding”, raggiungendo non soltanto l’obiettivo minimo di 400mila euro, ma superandolo abbondantemente: in 4 giorni si è arrivati a quota 650mila, con 70 investitori. La meta finale di 1 milione e 200 mila euro nell’arco di un mese, non sembra così lontana.

Rimangono ancora 25 giorni di campagna.

Carlos Bitencourt commenta: “Mi aspettavo che andasse bene ma vedere tanti investimenti, piccoli e alti, anche da parte di persone che non conosco mi ha colpito in positivo. Siamo partiti da qualche giorno e adesso a marzo, il piano è quello di far crescere ancora di più la visibilità di Cafezal sul nostro crowdfunding”.

Tre ragioni per il crowdfunding di Cafezal

Svilupparsi, sfruttare questa modalità come operazione di marketing, coinvolgere non soltanto chi già conosce Cafezal ma anche chi è interessato al mondo del caffè e nell’investimento nella caffetteria moderna in Italia.

Bitencourt: “Siamo i primi torrefattori a farlo in questo Paese, rendendo visibile l’importanza di questo mondo che amiamo tanto, gli specialty coffees, a tante persone interessate a investire.

La macchina tostatrice da Cafezal (foto concessa)

Vogliamo avvicinare le persone al nostro progetto per farli diventare dei veri e propri “ambassador” di Cafezal, creando un network strategico per uscire dai confini nazionali.“

Sul versante economico pronti 4 macro programmi

Il principale resta il retail – Cafezal è conosciuto soprattutto per i suoi punti vendita milanesi – con due nuove aperture a Milano e a Roma. A seguire si lavorerà sul rinforzo della struttura produttiva per quanto riguarda la pasticceria e il food.

Il goal massimo è quello di aggiungere altre due aperture targate Cafezal, una ancora in Italia e una a Lisbona, come spiega Bitencourt: “Qui la caffetteria moderna è già molto sviluppata ed è differenziata rispetto al bar tradizionale per il target medio. Sia il consumatore portoghese, gli stranieri che vivono a Lisbona che i turisti sono disposti a pagare di più perché conoscono già la caffetteria specialty.

Lisbona è molto visitata ed è uno dei principali gate latini di tutto il mondo. Insieme a Madrid è l’unione tra l’America Latina e l’Europa.

In Viale Premuda (foto concessa)

Cafezal, nata a Milano con una forte impronta italiana ma con un’anima solida latina (sia americana che europea) unisce questi due mondi, nello stile e design made in Italy e nell’accoglienza e ospitalità più soft di vocazione latina.

Infine è previsto un investimento per la digitalizzazione di Cafezal nei suoi processi interni e sulla caffetteria.

Cafezal ha dimostrato nel tempo, con piccoli aumenti di capitali, una costanza nella valutazione dell’azienda

Secondo fonti diverse, indici utilizzati per aziende paragonabili a Cafezal, consulenti esperti di mercato e soprattutto negoziazioni con investitori professionisti interessati a entrare in azienda, la valutazione globale oggi ha raggiunto 6,75 milioni, quando un anno fa era di 4,7 milioni e un anno e mezzo prima di 2 milioni.

Di fronte a questi numeri, credere in Cafezal rappresenta una garanzia per gli investitori: un’impresa che può contare già sul sostegno dell’azienda milanese Fidim, di altri investitori professionisti e di un board of advisors molto forte, composto da alcuni nomi importanti, come Fabio Ceccarani (ex amministratore delegato del Gruppo Simonelli), Antonio Civita (proprietario e CEO di Panino Giusto), Tommaso Nastasi (senior partner di Deloitte) e altri professionisti.

Tutto a dimostrazione che Cafezal è ben strutturata e ha fondamenta solide che supportano lo sviluppo tattico e operativo.

Bitencourt: “Da sei anni a oggi si è creato un ecosistema complesso e saldo sul mercato. L’investitore potrà contare su un’azienda nata per crescere, che ha già una certa rilevanza nel settore nazionale. Partecipare alla campagna quindi è un’occasione unica per appartenere ad un business moderno ma soprattutto solido.

Come ci siamo riusciti?”

“Cafezal è un’azienda sostenibile e basata sull’eccellenza del suo prodotto”

“Da anni ormai siamo in grado di coprire tutte le spese senza chiedere nulla ai soci. Ho sempre impostato il progetto in maniera strutturata in termini industriali (costi e processi come priorità). Arrivando da un’esperienza di 15 anni nella consulenza manageriale e nel mondo industriale ho potuto sfruttare le mie competenze per far nascere e crescere Cafezal.

La mia lettura e la mia traduzione di come si deve muovere un’azienda in questo settore è quella di mettere al primo posto i dipendenti, il business, prima ancora di me stesso. Questo ci ha permesso di essere qui oggi.

Carlos Bitencourt sui bancali di caffè (foto concessa)

La nostra crescita è stata del 490% negli ultimi 4 anni. Questo è stato possibile grazie alla alla cura e attenzione ai dettagli, soprattutto nei confronti del caffè. Questo ci ha permesso di avere un ticket medio, per esempio, per un punto vendita come quello di Via Solferino di circa €10,00, rispetto ai €3,00/€3,50 medi nella caffetteria tradizionale in Italia.

Ma non ci fermeremo qua.

Andremo avanti con altri aumenti di capitale per l’evoluzione del business e del fatturato.

Questo è il momento giusto per chi vuole investire in maniera intelligente diversificando il proprio portafoglio: si può partire da 250 euro già per l’acquisto di quote patrimoniali di Cafezal, e ciò rende la partecipazione alla portata di qualsiasi portafoglio.“

Bitencourt: “Cafezal ha aperto il crowdfunding per continuare a crescere, non per ripagare i debiti. È un mercato complesso, ma siamo riusciti ad essere coerenti con le nostre mosse”

E aggiunge: “Compresa nel business plan è l’espansione sull’horeca, che attualmente rappresenta il 16% del fatturato di Cafezal. Per un’azienda che naviga principalmente nel retail, a mio avviso questa percentuale è già un buon risultato che però vorremmo rafforzare di più, implementando le relazioni con nuovi clienti, collaborando con delle persone in grado di valorizzare il caffè di Cafezal ed eventualmente assumere una persona dedicata alla distribuzione commerciale.

Abbiamo sempre dato priorità alla parte retail e all’horeca, cosa naturale per dei torrefattori. L’online, seppur avendo un sito molto curato, è stato il mondo in cui abbiamo investito di meno. Rafforzeremo anche il marketing online, ma dal totale di ciò che raccoglieremo, circa il 75% resterà focalizzato sul retail.”

Oggi Cafezal è la società più grande di caffetteria specialty a Milano, probabilmente in Lombardia, e ha le idee chiare. Sicuramente il fatto che sia nata in una città italiana di grande rilevanza come Milano dà un timbro molto importante per le ambizioni preposte.

L’Or Espresso (Jde Peet’s) comparirà sulla livrea della Ferrari 499P Hypercar

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L'OR Espresso Ferrari
La partnership tra i due brand (immagine concessa)

MILANO – Il numero uno del caffè incontra il cavallino rampante: Jde Peet’s, massimo competitor mondiale pure play nel settore del caffè e del tè, annuncia una partnership tra L’OR Espresso, uno dei suoi marchi globali, e Ferrari. La collaborazione riguarderà innanzitutto il Campionato del mondo endurance Fia (World Endurance Championship o Wec in acronimo), il campionato mondiale automobilistico per vetture Sport Prototipo e Gran Turismo impiegate in gare di durata, che ha sostituito, a partire dal 2012, la precedente Intercontinental Le Mans Cup. E che comprende la leggendaria 24 Ore di Le Mans.

La partnership – si legge nel comunicato – è alimentata da valori condivisi, quali la passione e l’artigianalità, nonché lo stile e l’energia che contraddistinguono tanto L’OR Espresso quanto la casa di Maranello.

Il marchio L’OR Espresso avrà grande visibilità comparendo sulla livrea della Ferrari 499P e sulle tute dei piloti.

L’OR Espresso collaborerà inoltre con Ferrari nel creare contenuti personalizzati e attività per celebrare la sensorialità, l’intensità dell’esperienza e la passione che il mondo racing e il caffè hanno in comune.

Il caffè di L’OR Espresso, preparato con il sistema L’OR Barista, sarà servito inoltre a personale e ospiti nel team hospitality di Ferrari Hypercar, in occasione degli eventi Wec in tutto il mondo.

La partnership culminerà con il lancio di una gamma personalizzata di caffè e macchine per espresso in edizione limitata.

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La Marzocco è partner di Bruno Vanzan Academy con Linea Classic S e Strada

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la marzocco
La macchina Strada della Marzocco (immagine concessa)

FIRENZE (Scarperia) – La Marzocco, leader nella produzione di macchine per il caffè espresso professionali, annuncia la collaborazione con Bruno Vanzan, barman campione del mondo ed imprenditore, in occasione dell’apertura della sua nuova academy.
La Bruno Vanzan Academy ha ufficialmente aperto le sue porte durante l’inaugurazione di venerdì 1 marzo, tenutosi in Via Marzabotto 173 a Sesto San Giovanni, Milano.

bruno vanzan
Bruno Vanzan, barman campione del mondo ed imprenditore (immagine concessa)

La Marzocco insieme a Bruno Vanzan

Questa nuova istituzione si pone come una scuola di formazione evoluta, un contenitore di eccellenze in grado di offrire grazie all’alta specializzazione dei trainer, alla tecnologia evoluta e al design, la migliore formazione per mixologist, baristi e manager del beverage.

Bruno Vanzan in azione (immagine concessa)

Tra i corsi offerti dall’Academy, si può trovare un programma dedicato al caffè, un percorso completo che approfondisce ogni aspetto della filiera.

Strada (immagine concessa)

La Marzocco è presente come partner tecnico all’interno della sala corsi attraverso le sue attrezzature – Linea Classic S e Strada – per un’esperienza formativa di altissimo livello.

Questa collaborazione si fonda su valori condivisi tra i due brand: la costante ricerca dell’eccellenza e la promozione della formazione di qualità.

Cocktail al caffè (immagine concessa)

La scheda sintetica dell’azienda

La Marzocco, fondata a Firenze nel 1927 dai fratelli Bambi, fin dall’inizio si è specializzata nella produzione artigianale di macchine da caffè espresso per bar con particolare attenzione alla qualità, al risultato in tazza ed allo stile.

In oltre 90 anni di storia l’azienda fiorentina ha introdotto una serie di tecnologie e brevetti rivoluzionari, diventando leader per design ed innovazione nel settore delle macchine per caffè tradizionali.

Tutti i modelli, compresi gli ultimi nati per il consumatore finale, sono realizzati a mano ed esportati in più di 100 paesi dove si incontrano nelle migliori caffetterie, nei più raffinati ristoranti del mondo e nelle case

Le bevande ready to drink al caffè e al latte sfiorano i 19 mln in vendite in Italia, +17% dallo scorso anno

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Foto di Chris da Pixabay

Secondo le stime elaborate in esclusiva per il quotidiano economico Il Sole 24 Ore da NielsenIQ, le bevande pronte con latte e caffè valgono in Italia quasi 19 milioni di euro e le  vendite sono aumentate del 17% solo nell’ultimo anno. Si scopre così che il Belpaese sta mutuando una usanza in stile Usa, impensabile solo qualche anno fa. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale adnkronos.

Le bevande ready to drink in Italia

MILANO – Caffè shakerato, iced cappucino, latte aromatizzato. La colazione degli italiani è sempre più ready to drink, cioè già pronta grazie alle bevande in bottiglia che starebbero conquistando il mercato persino nella patria dell’espresso. A rivelarlo, le stime elaborate in esclusiva per il Sole 24 Ore da NielsenIQ che ha utilizzato per l’occasione un paniere ad hoc.

Si scopre così che il Belpaese sta mutuando una usanza ‘a stelle e strisce’, impensabile solo qualche anno fa. Merito, anche, di un pubblico di acquirenti giovane “conquistato anche con proposte che occhieggiano alle mode del momento”, spiega il quotidiano economico.

“Solo considerando gli ultimi 12 mesi in Italia le vendite di bevande a base di latte o caffè (e spesso di entrambi) sono aumentate del 17% a valore e del 12% a volume, arrivando a sfiorare i 19 milioni di euro di vendite”, rivelano le stime, “un fenomeno molto recente, fatto di prodotti arrivati da poco tempo sugli scaffali e che hanno conosciuto una crescita importante a partire dal post pandemia”, spiega Elena Pezzotti di NielsenIQ.

Se le bevande aromatizzate fredde restano per ora indietro con le vendite, il caffè ready to drink, spiega il Sole 24 Ore, si è invece “guadagnato un suo pubblico, entrando nel 6% delle famiglie italiane (fonte Cps GfK) e fidelizzando i consumatori, anche grazie un’offerta cresciuta rapidamente, tanto che oggi supera le 60 referenze. A firmarle – si legge ancora – sono grandi brand (come Parmalat e Granarolo), marchi locali (come Trevalli Cooperlat), imprese specializzate (come Stuffer) e private label. Aziende e retalier vedono in queste bevande un salvagente per cercare di contrastare almeno in parte la costante diminuzione delle vendite di latte fresco (-4,8% a volume nei primi 10 mesi del 2023, secondo Ismea)”.

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Savona: il prezzo medio dell’espresso sale a 1,20 euro, +2,5% dal 2022 a oggi

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

La colazione è diventata più cara anche a Savona con un forte aumento del costo delle materie prime. Tra i beni di prim’ordine più attaccati dall’inflazione c’è la classica tazzina di caffè che ormai ovunque nel savonese ha raggiunto, al banco, il prezzo di almeno 1,20€. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Mattia Pastorino per il portale Savona News.

L’aumento del prezzo della tazzina a Savona

SAVONA – Il buongiorno si vede dal mattino, e come può essere tale senza una generosa colazione? Un rito per gli italiani che diventa quasi sacralità per gli italiani quando si sceglie di compierlo al bar.

Non fanno certo eccezioni i savonesi, eppure anche nella nostra provincia concederselo costa sempre di più, sostanzialmente a causa dell’aumento del costo delle materie prime e non solo: basti pensare all’olio che ha fatto lievitare, ad esempio, il costo al chilo della focaccia.

Tra i prezzi che maggiormente incidono sull’aumento del primo pasto quotidiano c’è senza dubbio quello del caffè che ormai ovunque nel savonese ha raggiunto, al banco, il prezzo di almeno 1,20€.

Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, l’aumento medio nell’ultimo anno sul prezzo “alla tazzina” al bar è del 2,5% portando il costo medio di una colazione da 2,95€ a 3,07€ dal 2022 ad oggi.

“Come scontrino medio al tavolo nel savonese si va dai 5 agli 8 euro, in base alla zona, mentre al banco gli aumenti hanno inciso un po’ meno e siamo sui 4/4,50 euro – afferma il presidente Fipe Confcommercio Savona, Carlomaria Balzola – Generalmente l’aumento principale ricade sullo scontrino pro capite, non sul singolo alimento o bevanda somministrata ma il servizio dei pubblici esercizi è sempre attivo e ricercato e non ha crolli”.

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