giovedì 15 Maggio 2025
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Espresso Ideas: Ottavi, “Un giornalista e un economista, professionalità diverse per fare crescere le aziende”

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Alla presentazione della rivista aziendale della Nuova Simonelli Espresso Ideas che è diretta da Maurizio Giuli, ha parlato, tra gli altri, il Presidente Nando Ottavi. Ne riportiamo il testo integrale perché affrontano il tema della comunicazione aziendale in modo chiaro fornendo utili spunti di riflessione al settore, questo del caffè.

di NANDO OTTAVI*

Il 2006 segna una tappa importate nella storia di Nuova Simonelli: 70 anni di vita. Settanta anni di un cammino aziendale iniziato nel 1936, quando a Cessapalombo (Macerata) Orlando Simonelli realizza la prima macchia per caffé espresso.

L’aver invitato un giornalista ed un economista per la presentazione di Espresso Ideas (due professionalità diverse che vengono a trovarsi oggi non casualmente fianco a fianco per Nuova Simonelli) ben rappresenta la filosofia che ci accompagna ormai da decenni e che ci ha permesso di crescere anno dopo anno; la filosofia della nostra vita aziendale è quella di mettere in campo professionalità diverse a farle lavorare con obiettivi comuni.

I nostri prodotti, infatti, sono frutto di attente ricerche e di studi che mettono a confronto ingegneri ed esperti di tecnologie meccaniche con designer ed esperti di ergonomia, gli uni e gli altri con i consulenti di marketing, pubblicitari, economisti e così via.

Una parte considerevole del nostro bilancio è destinato all’investimento in ricerca e sviluppo; da molti anni la nostra azienda è impegnata in progetti di ricerca con le Università di Camerino, Macerata, Ancona, Danzica, con l’Istao e con il centro sperimentale per il design.

Debutto in Nepal

Oggi le macchine da caffé professionali Nuova Simonelli sono presenti in bar, ristoranti e locali pubblici di tutti i continenti.

Tra Stati, territori o possedimenti sono 99 Paesi, ma possiamo già annunciare che con la fine del 2006 arriviamo a quota 100.

Proprio in questi giorni, infatti, un nostro concessionario di Nuova Delhi ci ha comunicato di aver esportato alcune macchine in Nepal.

Il piccolo Stato che comprende la parte centrale della catena himalaiana rappresenta così il nostro centesimo mercato e ci piace immaginare che a quelle altitudini ci si possa riscaldare con un buon caffeè espresso servito con la tecnologia Nuova Simonelli.

Comunicare sempre anche con Espresso Ideas

In tutti questi anni abbiamo sempre comunicato attraverso la concretezza dei nostri prodotti. La qualità è stato il nostro primo strumento comunicativo.

Siamo convinti che l’affidabilità delle nostre macchine, l’aspetto estetico che impreziosisce l’arredamento di un bar, la professionalità della nostra rete commerciale ed un efficiente servizio post-vendita che siamo in grado di offrire siano i biglietti da visita più graditi e meglio conservati dai nostri clienti.

Con Espresso Ideas meno feste più informazione

Anche per festeggiare i 70 anni dell’Azienda non abbiamo voluto cerimonie effimere o puramente celebrative. Al contrario abbiamo voluto ricordare l’anniversario con qualcosa di concreto che possa ben rappresentare la Nuova Simonelli di ieri e di oggi e nelle stesso tempo porre le condizioni per proiettarla nel futuro.

Qualcosa che sia anche un contributo agli sforzi che l’industria italiana è impegnata a compiere all’estero.

È nata quindi la pubblicazione Espresso ideas che presentiamo in anteprima. Uno strumento – questo sì – molto più vicino alla comunicazione propriamente intesa, ma anche mezzo di confronto delle cultura d’impresa.

Alcune migliaia di copie raggiungeranno tutti i nostri clienti e ad altri potenziali futuri clienti in ogni parte del pianeta.

È anche così che cerchiamo di contribuire a diffondere il gusto italiano nel mondo.

Nando Ottavi*

*Presidente Nuova Simonelli

 

Espresso Ideas, Maurizio Ciaschini*: “Comunicazione e tipicità nel mercato globale”

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MILANO – La presentazione del primo numero del periodico Espresso Ideas, edito da la Nuova Simonelli e diretto da Maurizio Giuli, ha prodotto una serie di interessantissimi approfondimenti sul tema della comunicazione legata al caffè. Qui sotto trovate quella di Maurizio Ciaschini che è il Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Macerata.

di MAURIZIO CIASCHINI*

Il progresso tecnologico e l’evoluzione sociale pongono tutte le istituzioni, e dunque le imprese, in costante tensione verso la qualificazione e la specializzazione. Il programma “conoscere tutto di tutto” appare oggi come aspirazione utopica piuttosto che un sentiero verso il quale indirizzare le nuove generazioni.

Nel contesto di saperi specialistici ed isolati sta il limite del recente sviluppo tecnologico, cui occorre ovviare attraverso lo sviluppo di processi comunicativi nell’ambito tecnologico, economico e sociale.

I processi comunicativi devono supplire all’impossibilità del “conoscere tutto e di tutto” per permettere il dialogo a l’integrazione tra le varie ed inevitabili specializzazioni in un ambiente operativo orientato alla cooperazione nell’impresa e nella società.

Un recupero di quel fare sistema, caratteristica intrinseca del distretto industriale, ma con una valenza più ampia, che se da un lato mantiene e rafforza il vincolo di cultura locale, dall’altro lo proietta in ambito globale.

Espresso Ideas, strumenti di comunicazione sempre necessari

Pare oggi di intravedere la necessità di approntare strumenti di comunicazione per il sociale, l’impresa, la cultura e la politica che, certo, in parte già esistono, ma che hanno bisogno vuoi di un ripensamento in uno schema coerente, vuoi di nuove prospettive di sviluppo.

Sembra proprio di vedere che dopo i tempi della sociologia, dell’economia, dell’informatica siamo giunti al tempo della comunicazione, che emerge come esigenza dalle condizioni istituzionali attuali.

Espresso Ideas, organo strategico

Soprattutto in relazione al dialogo tra i livelli locale/globale la comunicazione appare come uno strumento strategico proprio per la sua funzione di porre in collegamento linguaggi e culture diverse volte a facilitare l’intercorso umano.

Tuttavia al di là degli strumenti tecnologici (i media) al di là dei linguaggi scientifici (saperi) al di là dei linguaggi culturali (dialogo interculturale) la comunicazione interviene pesantemente nel processo di formazione del valore.

Non dobbiamo sottovalutare quanto i mercati facilitino l’intercorso umano.

Attraverso i prodotti scambiati nel mercato globale le diverse civiltà dialogano, traendo gli strumenti di sopravvivenza di tale dialogo dallo scambio di valori realizzati.

Questa è un’istanza che era ben presente ai filosofi che, pensando al mercato, fondavano l’economia solo due secoli fa, ma che in parte oggi sembra appannata, costretta come è dall’opinione dominante all’unico fine della massimizzazione dei profitti.

Espresso Ideas, il ruolo della comunicazione per il caffè

Ma qual è il ruolo della comunicazione nel processo di formazione del valore dei beni scambiati nel mercato globale?

Oggi prodotti attraverso i quali i vari paesi sperano di competere sul mercato globale devono inglobare valenze sempre più immateriali connesse non soltanto alla qualità intrinseca, ma anche a quella evocata dalle metodologie produttive e dal contesto dal quale ha origine.

Proprio dalla concentrazione di una grande tradizione storica su territori geografici identificati, da parte di un gruppo umano relativamente limitato, deriva la decisa stabilità nei caratteri e, in molti casi, l’identità locale è altrettanto rilevante rispetto all’immagine aziendale.

Espresso Ideas, perché il valore nasce dall’informazione continua

Per queste ragioni una quota crescente del valore che forma il valore del prodotto è costituita dalla comunicazione.

È mia opinione che la comunicazione non sia un fatto passeggero, ma un processo che pervade la società globale in via esplicita, ma anche attraverso canali meno evidenti ma più sostanziali, poiché si innesta all’interno di tutte le fasi del processo che genera il valore.

Espresso Ideas di Nuova Simonelli, un’idea formidabile

Espresso ideas il nuovo giornale aziendale di Nuova Simonelli sarà assolutamente utile per l’azienda, ma non bisogna perdere il contatto con il locale.

La comunicazione deve essere locale ed avere aspirazione al globale.

Da un lato non bisogna abbandonare le radici fondamentali di quello che, una volta, era chiamato distretto industriale e dall’altro meditare e sapersi proiettare, come ha fatto e sta facendo giustamente la Nuova Simonelli da molti anni, e sapere che esiste un posto globale per ciascuno.

Un prodotto unicamente italiano

Questo è valido anche per il caffè espresso che all’inizio di questo secolo non era solo caffè, ma era espresso ed era un prodotto unicamente italiano tanto che si diceva “Is this all what I get for a cup of coffee?” cioé “è solo questo che mi date” dicevano gli stranieri.

Adesso il caffè espresso italiano è qualcosa di internazionale che però ha radici locali ed è proiettato sul mercato globale ed è l’unico modo per fare competizione nel prossimo futuro.

Se l’espresso influenza il mondo

“Parleremo di noi parlando molto delle idee degli altri… idee che influenzano pensieri, costumi, atteggiamenti.

Idee nelle quali ci riconosciamo in quanto esprimono la nostra fedeltà al buon lavoro, alla perfezione tecnica ed allo stile”.

È il programma di Espresso ideas, è il programma che collega il nostro quotidiano locale alla dimensione globale, progressivamente “innervando” l’intero pianeta.

Di tale “sistema nervoso planetario” Nuova Simonelli è parte costituente a tutti gli effetti.

Maurizio Ciaschini*

*Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Macerata

Giornali aziendali: Nuova Simonelli lancia il periodico Espresso Ideas diretto da Maurizio Giuli

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MILANO – Nuova Simonelli, azienda del settore delle macchine professionali per caffé espresso italiano, ha festeggiato i 70 anni di attività con la pubblicazione del primo numero del giornale aziendale, Espresso Ideas la testata che è diretta da Maurizio Giuli.

La pubblicazione, ovviamente bilingue (italiano e inglese), ha periodicità semestrale e vuole essere – oltre che naturale portavoce dell’azienda, dei progetti e dei due marchi, Nuova Simonelli e Victoria Arduino – anche uno strumento di diffusione della cultura industriale italiana e dello stesso gusto italiano, di cui il caffé espresso per l’appunto definito italiano per distinguerlo dai brodi altrui è un apprezzato ambasciatore .

Espresso Ideas ha le idee chiare

“Nel cammino che ci attende – ha spiegato Maurizio Giuli, direttore marketing di Nuova Simonelli e direttore editoriale di Espresso Ideas – desideriamo essere accompagnati anche da uno strumento comunicativo che testimoniando la ricerca, l’innovazione e la qualità dei nostri prodotti, sia messaggero anche di tutti quei valori che l’industria italiana oggi è capace di trasmettere e che nel mondo trovano sempre più ampi apprezzamenti”.

Il primo numero di Espresso Ideas (120 pagine, formato 24×30 a colori, assai ben impaginato e scritto: ma la prova vera sarà sulla distanza del secondo numero, facile sempre il primo), oltre ad un’ampia parte dedicata ai 70 anni di vita aziendale, contiene una dozzina di ampi articoli ampiamente illustrati.

I temi sono suddivisi nelle varie sezioni in cui la rivista si suddivide: stile, comunicazione, tecnica (non tecnologia, come pure è scritto), benessere, professioni, prodotto.

Espresso Ideas diffuso in cento nazioni del mondo

Grazie alle due filiali aperte negli anni scorsi in Usa (a Ferndale, nello Stato di Washington) e in Australia (Melbourne), oggi le macchine da caffè professionali Nuova Simonelli, tra cui l’Aurelia, unica con certificazione ergonomia, e Victoria Arduino (la più famosa il modello Venus), sono presenti in bar, caffetterie, ristoranti e locali pubblici di un centinaio di Paesi in tutti i continenti.

L’azienda di Belforte del Chienti (Macerata), che nel suo sito Internet ha anche una sezione in cinese (sono gli unici: bravi), esporta oggi l’80% della produzione.

La nuova pubblicazione è destinata ad essere distribuita principalmente all’estero e soprattutto in quelle area dove Nuova Simonelli detiene consistenti quote di mercato, come Usa (25%), Canada (20%), Giappone (16%), Australia (12%).

La redazione è in azienda

Espresso Ideas viene oggi realizzato prevalentemente all’interno dell’azienda in collaborazione tra gli uffici stampa e marketing. Direttore responsabile è il giornalista maceratese Alessandro Feliziani; art director Mirta Cuccurugnani dello studio Memphiscom.

Comunicazione aziendale

Tre approfondimenti al caffè in margine al lancio. Sì perché alla presentazione della rivista hanno parlato il presidente di Nuova Simonelli Nando Ottavi, il capo redattore della Rai Tonino Carino e il Professor Maurizio Ciaschini Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Macerata.

La scheda sintetica di Nuova Simonelli

Nuova Simonelli è un’azienda che, in 70 anni di esperienza, ha diffuso e continua a diffondere la cultura del caffè espresso nel mondo grazie a prodotti innovativi e di elevato design.

Nata nel 1936 ad opera del cavaliere Orlando Simonelli, l’azienda oggi opera in 99 Paesi in tutto il mondo, ora a quota cento dopo l’ingresso in Nepal, esportando l’80% di tutta la produzione.

Oltre alle filiali in America e Australia, la rete commerciale di Nuova Simonelli conta oltre 600 concessionari dislocati in ogni continente, che sono in grado di soddisfare rapidamente ogni operatore in tutto il mondo.

Esperienza, tecnica, innovazione, design, varietà e completezza della gamma prodotti sono le parole chiave di un’azienda che continua la sua missione di ambasciatore del caffè espresso nel mondo.

La siccità in Minas Gerais e São Paulo cala le previsioni per il 2007/08

BRASILIA – Minas Gerais e São Paulo: com’è la situazione corrente? Il Conab (l’agenzia governativa per l’approvvigionamento agricolo) ha diffuso venerdì la sua prima stima sul raccolto brasiliano 2007/08, alla quale si è aggiunta anche la quarta stima sul raccolto 2006/07. Vediamo i dati nel dettaglio. Un milione di sacchi in più Le cifre relative 2006/07 sono state ritoccate al rialzo di quasi un milione di sacchi (da 41,57 a 42,51 milioni).

Questa revisione si aggiunge a quella, più o meno equivalente, già compiuta dall’agenzia nella precedente stima diffusa ad agosto. Siamo ben lontani dai 46,5 milioni di sacchi previsti da Usda (vedi Comunicaffè del 24 novembre) o dalla più recente stima di Safras & Mercado (di cui abbiamo riferito giovedì) di 45,9 milioni.

Minas Gerais e São Paulo: qual è la verità?

Ma è noto come Conab tenga basse le cifre per far salire i prezzi. D’altronde, il commercio
tende spesso a sopravvalutarle, nell’intento opposto Si tratta di comportamenti normali che fanno parte del gioco.

Va detto comunque che i metodi di rilevazione ed elaborazione del ministero brasiliano si sono notevolmente evoluti e affinati in questi ultimi anni guadagnando in credibilità.
Si tenga conto inoltre che le cifre governative sono quelle utilizzate dall’Ico nell’elaborazione delle sue statistiche.

Minas Gerais a 22 milioni di sacchi

Il raccolto 2006/07 è dunque stimato in 42,51 milioni di sacchi, dei quali 33 di arabica e 9,5 di robusta. L’area coltivata è di 2,3 milioni di ettari. Dei quali 2,2 produttivi, per una produttività media è di 19,75 sacchi/ettaro. La revisione più consistente al rialzo rispetto ai dati della scorsa estate ha riguardato lo stato di Minas Gerais. La cui produzione è quantificata in quasi 22 milioni di sacchi (21,987), contro i 21,14 della stima precedente. Ritocchi limitati sono stati apportati alle cifre riguardanti Paraná e Bahia.

Nessuna variazione di rilievo per gli stati di Espírito Santo – massimo produttore di conillon; ma con un raccolto consistente anche di arabica (2,128 milioni) – e São Paulo (4,47 milioni).

Prima stima 2007/08

L’indagine sul campo si è svolta tra il 13 novembre e il 6 dicembre. I tecnici del ministero hanno visitato 102 comuni negli stati di Minas Gerais, Espírito Santo, São Paulo; Bahia, Paraná, Rondônia e Rio de Janeiro. Alla raccolta dei dati hanno contribuito anche le associazioni locali, gli enti di assistenza tecnica e le aziende cooperative.

Le elaborazioni statistiche hanno fornito le cifre sulla produzione e la produttività di ogni
singolo stato, che sono state successivamente sommate per ottenere il dato aggregato.
Come sempre accade nella prima stima, le proiezioni presentano un elevato grado di
approssimazione indicando intervalli piuttosto elevati tra i valori minimi e massimi.

Siccità accentua il calo

Nell’anno negativo del ciclo biennale il raccolto è destinato a scendere di un buon 25% attestandosi tra i 31,074 e i 32,34 milioni di sacchi. Secondo il segretario alla produzione del ministero dell’agricoltura Linneu Carlos da Costa Lima, il normale calo fisiologico dovuto allo stress delle piante è stato accentuato dalla siccità che ha colpito il Minas Gerais e São Paulo.

Questi due stati vedranno scendere i loro raccolti rispettivamente a 13,397 – 14,094 e 2,34 – 2,42 milioni di sacchi. Gli arabica si attesteranno conseguentemente tra i 21,29 e i 22,39 milioni di sacchi. Mentre il raccolto di robusta rimarrà quasi invariato, mantenendosi tra i 9,77 e i 9,94 milioni di sacchi.

Nell’Espírito Santo, il calo degli arabica sarà compensato da un corrispettivo incremento dei robusta

E il dato complessivo rimarrà più o meno uguale rispetto a quello dell’anno precedente.
Scenderà ovviamente la produttività totale, che si fermerà a 14,89 – 15,50 sacchi ettaro.

Di seguito le tabelle riepilogative, con i dati stato per stato.

Ferrero contro la copia cinese del Rocher : la sentenza a gennaio

MILANO – C’è anche la Ferrero e il cioccolato italiano nell’infinito elenco delle dispute legali per l’imitazione di marchi e prodotti celebri da parte dei cinesi entra un nuovo caso illustre, quello del Ferrero-Rocher, il celebre cioccolatino della casa di Alba, la stessa che produce anche Kinder e la Nutella. La crema che vanta il maggior numero di tentativi di copiatura, anche del marchio per altro registrato. Il quotidiano britannico Financial Times ha dedicando ieri alla vicenda un articolo con un richiamo ed una foto in prima pagina, è stato anche al centro dei colloqui tra il responsabile del commercio di Pechino, Bo Xilai e il commissario Ue, Peter Mandelson.

Il rappresentante dell’Unione europea, scrive il quotidiano economico britannico, ha portato ad esempio dei problemi legati all’imitazione dei marchi e alle incertezze legali per le imprese occidentali in Cina proprio la nocciola ricoperta di cioccolato che ha fatto le fortuna della casa di Alba.

Ferrero: la diatriba legale sul Rocher la vede contrapposta alla cinese Montresor Food

La corte suprema di Pechino deciderà il mese prossimo la sorte del Tresor Dore, la versione cinese del Ferrero Rocher. Il gruppo alimentare italiano chiede ai giudici di far ritirare dagli scaffali il cioccolatino made in China e anche un risarcimento di 700 mila Renmibi. Più o meno 90 mila dollari (68 mila euro circa).

L’azienda dolciaria ha ottenuto nel gennaio scorso una prima significativa vittoria in Cina contro la contraffazione del Rocher: l’alta corte di Tianjin, la metropoli portuale a 150 chilometri da Pechino, ha ingiunto alla Montresor di mettere fine alla produzione di cioccolatini impacchettati in modo identico a quelli dell’azienda italiana. La società cinese è stata inoltre condannata a pagare alla Ferrero un indennizzo di 87 mila dollari.

I cioccolatini cinesì riportano un diverso logo ma hanno la stessa apparenza e pressochè un identico gusto

Il Tresor Dore è spesso venduto nei supermercati del paese asiatico accanto al Ferrero Rocher e Zhou Mian, legale della Montresor Food, respinge le accuse di plagio. La Ferrero stessa riconosce che sarà una battaglia dura. Uno dei suoi manager ha sottolineato che per arrivare ad una soluzione positiva della questione la «strada non è facile».

La siccità in Minas Gerais e São Paulo cala le previsioni per il 2007/08

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BRASILIA – Minas Gerais e São Paulo: com’è la situazione corrente? Il Conab (l’agenzia governativa per l’approvvigionamento agricolo) ha diffuso venerdì la sua prima stima sul raccolto brasiliano 2007/08, alla quale si è aggiunta anche la quarta stima sul raccolto 2006/07. Vediamo i dati nel dettaglio. Un milione di sacchi in più Le cifre relative 2006/07 sono state ritoccate al rialzo di quasi un milione di sacchi (da 41,57 a 42,51 milioni).

Questa revisione si aggiunge a quella, più o meno equivalente, già compiuta dall’agenzia nella precedente stima diffusa ad agosto. Siamo ben lontani dai 46,5 milioni di sacchi previsti da Usda (vedi Comunicaffè del 24 novembre) o dalla più recente stima di Safras & Mercado (di cui abbiamo riferito giovedì) di 45,9 milioni.

Minas Gerais e São Paulo: qual è la verità?

Ma è noto come Conab tenga basse le cifre per far salire i prezzi. D’altronde, il commercio
tende spesso a sopravvalutarle, nell’intento opposto Si tratta di comportamenti normali che fanno parte del gioco.

Va detto comunque che i metodi di rilevazione ed elaborazione del ministero brasiliano si sono notevolmente evoluti e affinati in questi ultimi anni guadagnando in credibilità.
Si tenga conto inoltre che le cifre governative sono quelle utilizzate dall’Ico nell’elaborazione delle sue statistiche.

Minas Gerais a 22 milioni di sacchi

Il raccolto 2006/07 è dunque stimato in 42,51 milioni di sacchi, dei quali 33 di arabica e 9,5 di robusta. L’area coltivata è di 2,3 milioni di ettari. Dei quali 2,2 produttivi, per una produttività media è di 19,75 sacchi/ettaro. La revisione più consistente al rialzo rispetto ai dati della scorsa estate ha riguardato lo stato di Minas Gerais. La cui produzione è quantificata in quasi 22 milioni di sacchi (21,987), contro i 21,14 della stima precedente. Ritocchi limitati sono stati apportati alle cifre riguardanti Paraná e Bahia.

Nessuna variazione di rilievo per gli stati di Espírito Santo – massimo produttore di conillon; ma con un raccolto consistente anche di arabica (2,128 milioni) – e São Paulo (4,47 milioni).

Prima stima 2007/08

L’indagine sul campo si è svolta tra il 13 novembre e il 6 dicembre. I tecnici del ministero hanno visitato 102 comuni negli stati di Minas Gerais, Espírito Santo, São Paulo; Bahia, Paraná, Rondônia e Rio de Janeiro. Alla raccolta dei dati hanno contribuito anche le associazioni locali, gli enti di assistenza tecnica e le aziende cooperative.

Le elaborazioni statistiche hanno fornito le cifre sulla produzione e la produttività di ogni
singolo stato, che sono state successivamente sommate per ottenere il dato aggregato.
Come sempre accade nella prima stima, le proiezioni presentano un elevato grado di
approssimazione indicando intervalli piuttosto elevati tra i valori minimi e massimi.

Siccità accentua il calo

Nell’anno negativo del ciclo biennale il raccolto è destinato a scendere di un buon 25% attestandosi tra i 31,074 e i 32,34 milioni di sacchi. Secondo il segretario alla produzione del ministero dell’agricoltura Linneu Carlos da Costa Lima, il normale calo fisiologico dovuto allo stress delle piante è stato accentuato dalla siccità che ha colpito il Minas Gerais e São Paulo.

Questi due stati vedranno scendere i loro raccolti rispettivamente a 13,397 – 14,094 e 2,34 – 2,42 milioni di sacchi. Gli arabica si attesteranno conseguentemente tra i 21,29 e i 22,39 milioni di sacchi. Mentre il raccolto di robusta rimarrà quasi invariato, mantenendosi tra i 9,77 e i 9,94 milioni di sacchi.

Nell’Espírito Santo, il calo degli arabica sarà compensato da un corrispettivo incremento dei robusta

E il dato complessivo rimarrà più o meno uguale rispetto a quello dell’anno precedente.
Scenderà ovviamente la produttività totale, che si fermerà a 14,89 – 15,50 sacchi ettaro.

Di seguito le tabelle riepilogative, con i dati stato per stato.

Caffè cultura: la parola di oggi è grinder

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MILANO – Caffè cultura – le parole del caffè – la rubrica realizzata in collaborazione con la Casa editrice Zanichelli, sta esaminando le parole contenuti nel dizionario bilingue Il Ragazzini 2006 che hanno un riferimento con il caffè.

Esaurite le parole italiane siamo passati a quelle inglesi, di cui riportiamo, in ordine alfabetico, la traduzione con la relativa fraseologia.

grinder

1 macinatore; molitore; affilatore
2 (= knife grinder) arrotino; affilacoltelli
5 (cucina, = food grinder) tritatutto
6 (cucina, = meat grinder) tritacarne
7 (= coffee-grinder) macinino da caffè

Per le osservazioni sulle definizioni dei vocaboli i lettori possono rivolgersi direttamente alla redazione de il Ragazzini e-mail lineacinque@zanichelli.it Web www.zanichelli.it

Universal Caffè ha aperto il primo franchising dell’espresso italiano tradizionale

MOSCUFO(Pescara) – Da ieri la passione per il caffè espresso italiano di Universal Caffè ha un nuovo luogo anche in Abruzzo con l’apertura a Montesilvano, in Corso Umberto 332, il primo bar creato sul progetto Espresso Passion originale formula imprenditoriale basata sul franchising che consentirà di realizzare accordi di collaborazione per la creazione di spazi sempre all’insegna dell’Universal Caffè.

Questa prima caffetteria, proposta pilota di un progetto internazionale, verificherà il gradimento da parte dei clienti restando aperto tutti i giorni, 24 ore su 24.

Lo spazio ospiterà una caffetteria la cui offerta sarà tutta ispirata all’espresso italiano per raccontare l’essenza, la filosofia e le passioni dell’azienda abruzzese con sede a Moscufo (Pescara).

Sarà quindi il luogo adatto a soddisfare tutti i momenti della giornata nei quali si può gustare un buon espresso italiano in ogni sua declinazione così da essere sia un accreditato punto di incontro per il pubblico sia un’attività redditizia a tutte le ore del giorno e della notte per il proprietario.

Concept

Il progetto Espresso Passion è nato dall’idea che tutti hanno i loro riti quotidiani e che, per molti, uno di questi è il caffè espresso italiano il cui tempio è il bar: luogo in cui ci si rilassa e si comunica con amici e colleghi nei momenti di pausa. Così il bar diventa il palcoscenico di un piccolo evento e non può quindi essere uno spazio improvvisato.

Formazione

Universal Caffè ha deciso di abbinare la qualità del suo espresso italiano alla formazione specializzata dedicata allo sviluppo di capacità tecniche, imprenditoriali e relazionali in coloro che desiderano essere supportati da esperti nell’apertura di un nuovo bar e offrire così ai propri clienti un luogo di incontro che unisca tradizione antica e stile moderno, per trascorrere momenti di incontro e socialità chiacchierando, leggendo, degustando cocktail a base di caffè e facendo amicizia 24 ore al giorno.

Opportunità di lavoro

Il franchising Universal Caffè permette così di aprire un’attività di lavoro in proprio e diventare imprenditore avvalendosi dell’esperienza di un marchio già affermato con la libertà e il piacere di lavorare per se stesso.

Prospettive

Coloro che decideranno di aderire a questa formula imprenditoriale diventeranno quindi dei veri Professionisti del caffè espresso italiano capaci di rendere unica ogni singola tazzina, poiché dai locali aderenti al progetto Espresso Passion saranno bandite tutte macchine per estrarre caffè con procedura automatica. Il gusto sarà affidato alla reale capacità del barman che verrà appositamente addestrato dal responsabile formazione specializzata di Universal Caffè. L’attenzione posta dall’azienda nel progetto si nota sia dall’offerta di miscele raffinate sia alla volontà di preparare veri e propri interpreti dell’arte del caffè espresso italiano che siano in grado di far gustare ai propri clienti tazzine uniche ad ogni ora del giorno e della notte.

Obiettivi

L’obiettivo del progetto Espresso Passion è di promuovere il diritto al piacere di bere una tazzina di caffè espresso italiano preparata da baristi professionisti e non da barman improvvisati. È nato come risposta al dilagare dell’apertura di bar senza alcuna esperienza nel settore e alla frenesia che impone di preparare e bere l’espresso italiano in fretta.

L’iniziativa Universal Caffè studia, difende e divulga le tradizioni per insegnare il piacere antico alle generazioni future, cercando di invertire la tendenza odierna che vuole i consumatori di caffè espresso italiano come soggetti tra i 30 e 45 anni.

Espresso Passion vuole invece portare l’abitudine al buon espresso anche tra i giovani grazie a una forte attenzione ai particolari nell’arredamento dei locali, alla qualità dell’offerta e all’orario di apertura. Tutti elementi che, combinandosi, rieducheranno i giovani insegnando loro a gustare e a degustare l’aroma dell’espresso italiano per allenare il loro palato a riconoscere le differenze per rendere l’amore verso il caffè un’esperienza unica.

La scheda sintetica di Universal caffè di Mascufo (Pescara)

Universal Caffè è il marchio storico con cui nasce Compagnia del Caffè nel 1963. Linea di punta dell’azienda, comprende una selezione delle migliori qualità di caffè, torrefatte secondo la vera tradizione italiana.

Nel 1963, Raffaele Camiscia entra nel mondo della torrefazione, con due obiettivi: il gusto e la qualità. Il gusto dell’autentico caffè torrefatto secondo la tradizione italiana famosa nel mondo e la qualità sia nelle materie prime sia nei procedimenti di lavorazione.

La passione e il successo spingono la crescita dell’azienda, che da affare di famiglia diventa business di successo nel mondo esportando la cultura, il gusto e il piacere del grande caffè espresso italiano in Germania, Irlanda, Inghilterra, Belgio, Francia, Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Canada e Russia. Oggi l’azienda è guidata dalla figlia Natascia.

Info: tel: 085 975556; info@universalcaffe.com

Ferrero in guerra per la copia cinese del Rocher “Sarà dura vincere”, dicono ad Alba. La sentenza a gennaio

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MILANO – C’è anche la Ferrero e il cioccolato italiano nell’infinito elenco delle dispute legali per l’imitazione di marchi e prodotti celebri da parte dei cinesi entra un nuovo caso illustre, quello del Ferrero-Rocher, il celebre cioccolatino della casa di Alba, la stessa che produce anche Kinder e la Nutella, la crema che vanta il maggior numero di tentativi di copiatura, anche del marchio per altro registrato.

Il quotidiano britannico Financial Times ha dedicando ieri alla vicenda un articolo con un richiamo ed una foto in prima pagina, è stato anche al centro dei colloqui tra il responsabile del commercio di Pechino, Bo Xilai e il commissario Ue, Peter Mandelson.

Il rappresentante dell’Unione europea, scrive il quotidiano economico britannico, ha portato ad esempio dei problemi legati all’imitazione dei marchi e alle incertezze legali per le imprese occidentali in Cina proprio la nocciola ricoperta di cioccolato che ha fatto le fortuna della casa di Alba.

La diatriba legale sul Rocher vede contrapposta la Ferrero alla cinese Montresor Food.

La corte suprema di Pechino deciderà il mese prossimo la sorte del Tresor Dore, la versione cinese del Ferrero Rocher.

Il gruppo alimentare italiano chiede ai giudici di far ritirare dagli scaffali il cioccolatino made in China e anche un risarcimento di 700 mila Renmibi, più o meno 90 mila dollari (68 mila euro circa).

L’azienda dolciaria ha ottenuto nel gennaio scorso una prima significativa vittoria in Cina contro la contraffazione del Rocher.

L’alta corte di Tianjin, la metropoli portuale a 150 chilometri da Pechino, ha ingiunto alla Montresor di mettere fine alla produzione di cioccolatini impacchettati in modo identico a quelli dell’azienda italiana.

La società cinese è stata inoltre condannata a pagare alla Ferrero un indennizzo di 87 mila dollari.

I cioccolatini cinesì riportano un diverso logo ma hanno la stessa apparenza e pressochè un identico gusto.

Il Tresor Dore è spesso venduto nei supermercati del paese asiatico accanto al Ferrero Rocher e Zhou Mian, legale della Montresor Food, respinge le accuse di plagio.

La Ferrero stessa riconosce che sarà una battaglia dura.

Uno dei suoi manager ha sottolineato che per arrivare ad una soluzione positiva della questione la «strada non è facile».

Retrogusto e corpo – Dalla notizia alla tecnica e alla cultura Cartella n°42 (le altre puntate le trovate usando la parola Nora nel motore di ricerca inetrno)

Scrive Gian Luigi Nora Quality già control DTP delle Aziende Riunite Caffè di Milano
CARTELLA n° 42 – 4° parte

– L’Assaggio del caffé

5. Retrogusto

Il retrogusto è la sensazione che permane sul palato dopo la deglutizione della bevanda.

A questo scopo occorre deglutire una piccolissima dose di liquido, dopo averla tenuta e fatta girare in bocca per alcuni secondi, poi svuotare immediatamente la laringe, in modo che i vapori residui rimasti sulla parte posteriore del palato passino alla cavità nasale.

Alcuni componenti dei “flavours” lasciati dal retrogusto possono farci ricordare sapori come il cioccolato (dolce), fumo di legna o di tabacco (bruciato), di spezie (chiodi di garofano), oppure linfa di pino (resinoso) .

Questi sapori caratteristici possono pure apparire combinati.

Sostanzialmente siamo contrari alla deglutizione di una piccola quantità di infuso, specialmente se si sta partecipando ad una nutrita sessione di assaggi.

Il fatto di trattenere in bocca per alcuni secondi il liquido prima di “sputarlo” è a mio avviso più che sufficiente per identificare il sapore ed inviare i vapori alla cavità nasale.

Una eccessiva ingestione di infuso di caffè, può saturare le papille gustative e rendere più difficile l’accertamento dei vari sapori, oltre che provocare in alcuni casi disturbi o bruciori di stomaco.

Anzi, a questo proposito, nel caso di molti assaggi simultanei sarebbe consigliabile assumere ad intervalli piccole dosi di acqua per sciacquarsi la bocca, e di ingerirne piccole dosi in modo da ripulire il palato e la laringe.

Soltanto per l’assaggio del caffè espresso può essere indispensabile ingerire una piccola quantità di infuso, per meglio determinare la consistenza e la struttura di un determinato caffè.

In questi casi è comunque consigliabile di assaggiare non più di 4 o 5 campioni alla volta, assaggiando prima tutte le tazzine “amare” dei vari campioni e di seguito quelle “dolci”.

6. Corpo

L’ultima tappa per concludere la metodologia per l’assaggio del caffè, è quella di determinare il corpo dell’infuso.

Fate scivolare delicatamente la lingua sul cielo del vostro palato, ricavandone una sensazione tattile.

L’oleosità o la scorrevolezza della sensazione misura il contenuto di grassi dell’infuso.

La grossezza o viscosità della sensazione determina il contenuto di fibre o proteine dell’infuso.

L’oleosità e la viscosità assieme determinano il corpo del caffè.

Lasciamo raffreddare il caffè ripetendo i passaggi dal 3 al 5.

Al raffreddarsi permettiamo al caffè di compensare le varie forme con le quali la temperatura affetta i sapori basici, e di conseguenza possiamo avere un responso d’insieme più preciso.

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Nel rituale dell’assaggio è abitudine contrapporre più campioni per controllarne l’omogeneità o la somiglianza.

Come abbiamo scritto all’inizio, per controllare l’uniformità di un campione è necessario assaggiarne varie tazze, che abbiamo indicato in 7-10 per l’assaggio alla brasiliana e 4-5 per quello a consumo, mentre per l’espresso ci siamo limitati a due tazze, considerata la concentrazione della bevanda.

Ripetiamo che quando si assaggiano molte tazze è utile sciacquarsi la bocca con acqua tiepida o a temperatura ambiente e ogni tanto deglutirne piccoli sorsi.

Conviene inoltre ricordare che le condizioni mentali influiranno sulla capacità di associare l’odore e il sapore con la corrispondente memoria olfattiva e palatale.

Pertanto, la sala assaggi deve mantenersi separata da interferenze esterne, in particolare da immagini, suoni e odori.

Inoltre occorre essere completamente concentrati sul proprio lavoro.

Nel periodo dell’apprendistato, può essere utile prendere nota di determinati flavour con le rispettive caratteristiche; associare i diversi aspetti del flavour ai diversi termini, aiuta ad immagazzinare nel cervello le sensazioni ad essi collegate.

Come guida per memorizzare le varie sensazioni dei flavours daremo a seguito( nelle prossime cartelle) un “Profilo dei flavours del caffè” che, senza la pretesa di volerne elencare tutti i termini descrittivi, può aiutare a catalogare le definizioni ordinatamente ed a utilizzarle coerentemente.

Sempre nel periodo dell’apprendistato, può essere utile prepararsi o acquistare (qualora siano disponibili sul mercato) dei “kit” particolari dedicati al caffè, con i quali imparare o consolidare i legami fra le sensazioni ricevute dal palato e i termini descrittivi di queste sensazioni.

Ad esempio, una concentrazione diluita di acido tartarico aggiunta ad un caffè neutro può dare la sensazione di vinoso (winey), oppure una goccia di limone può indicare cosa sia l’acidità e, a seconda della sua concentrazione, anche il sapore acre ecc.

Gian Luigi Nora
ARC – Aziende riunite caffè