sabato 22 Novembre 2025
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Nella catena TreCaffè Roma: “Crediamo nello specialty, ma abbiamo studiato l’offerta modulandola nei vari store”

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Da Trecaffè Roma (foto concessa)
Da Trecaffè Roma (foto concessa)

MILANO – Parlando con Emiliano David, responsabile di uno dei 5 punti Trecaffè Roma, appare subito chiaro come la via per la caffetteria di qualità è possibile senza fare troppi estremismi. Gli ingredienti per una ricetta che funziona: specialty sì, ma con criterio, studio del mercato di riferimento e adattamento alle diverse location.

Ma cominciamo proprio dal nome: perché Trecaffè?

“Perché mediamente sono i caffè che si bevono in un giorno. E’ stata una decisione voluta dai soci fondatori che è rimasta poi nel tempo nell’espansione negli altri locali, il Trecaffè in Via dei due Macelli, quello in Roma Centro, il Vaticano in via Leone e poi il piccolo bistrot a due passi da Piazza Spagna, il Piazza Augusto imperatore e il Portuense vicino all’ospedale Spallanzani.

Soltanto il primo locale ha chiuso. Per il resto, possiamo considerarci una catena di specialty data la nostra crescita avvenuta attraverso un’accelerazione di acquisizioni a cavallo e subito dopo il Covid. Questo a dimostrazione del fatto che la proprietà ha sempre creduto nella potenzialità di questo progetto al punto che alla conclusione della pandemia ha continuato a cogliere le opportunità per nuove aperture.

Uno dei nostri obiettivi resta quello di servire un’ottima miscela e degli ottimi specialty, rendendoli accessibili un po’ a tutti. A Roma non siamo i primi e forse non siamo neppure i migliori, anche perché c’è molto integralismo sullo specialty e i blend 100% Arabica: noi piuttosto vogliamo accompagnare alla caffetteria per tutti offrendo un prodotto di buon livello che sia fruibile per il consumatore medio. Per fare questo, abbiamo costruito un ambiente rilassato, attraente.

Nel punto vendita che gestisco, di fronte alla Rinascente, riceviamo una clientela in maggioranza giovanile. Teniamo molto al rapporto che si crea con loro: cerchiamo di coccolare il più possibile chi entra anche velocemente e più volte al giorno.

Senza troppo spingerci nel purismo: la caffetteria con l’avvento degli specialty, per quanto sia stato un cambio positivo, risulta spesso troppo estrema. Invece, pretendere di cambiare le abitudini radicate da tanti anni in maniera repentina può essere controproducente, così come proporre soltanto specialty. Da Trecaffè indirizziamo pian piano verso le monorigini e specialty.”

Com’è la vostra offerta di caffè quindi?

“Innanzitutto abbiamo scelto di non servire gli specialty in tutte le nostre location: in alcune caffetterie abbiamo una miscela 75% Arabica e 25% e Robusta e una miscela 100% Arabica del Centenario Marziali Caffè 1922 (Brasile, Etiopia, Perù, India e Nicaragua), con anche un decaffeinato. Siamo legati umanamente alla storica torrefazione romana Marziali, che ci tosta entrambi i blend.

Queste opzioni ci permettono di avvicinare sia il cliente internazionale, già abituato a soluzioni soltanto composte da Arabica, sia quello italiano che invece è più abituato alla Robusta. Abbiamo voluto offrire una tazzina corposa e una più fruttata, con sentori più europei e in questo modo siamo riusciti a soddisfare tutti.

Con gli italiani ovviamente stiamo portando avanti un percorso di educazione e conoscenza attorno alla bevanda: ancora mediamente ci si aspetta la cremosità della Robusta e noi gradualmente vogliamo abituare innanzitutto i palati all’altra miscela di sola Arabica e poi alla monorigine specialty.

Quest’ultima l’abbiamo posizionata solo in alcuni dei nostri locali, cioè nei Trecaffè dotati di uno spazio più ampio e frequentati maggiormente dai turisti, che per questo offrono la possibilità di gustare seduti lo specialty. Nel bistrot di Via dei due Macelli e in Via Leone 4 bar, si può acquistare anche per uso domestico in grani o appena macinato.

Qui abbiamo costruito un’esperienza gastronomica diversa: oltre al coffee shop è un bistrot, con un menù che prende spunto dal caffè e dalla cucina del territorio romano, con rivisitazioni di piatti classici in chiave moderna.

In via Leone 4 è capitato anche di organizzare delle degustazioni con dei piatti basati sul caffè: sono state prove interessanti, come ad esempio una Gricia con polveri di caffè e degli arrosti, che hanno riscosso un buon successo.

Da noi le miscele restano quelle che spingono di più, insieme al decaffeinato sempre 75-25. L’espresso con la miscela con la percentuale di Robusta, al banco lo vendiamo a un euro e venti, mentre il blend soltanto Arabica ad un euro e 50.

Gli specialty partono invece dai due/due-50 e arrivano fino ai tre. È un prezzo che non ci ha portato lamentele: è una cifra media a cui ci siamo già abituati a Roma. C’è persino qualcuno che chiede il double, ma sono tendenzialmente gli stranieri ad ordinarlo sul 100% arabica.

Abbiamo inserito un protocollo di caffetteria per spiegare alcune scelte al consumatore medio: per quanto riguarda l’espresso lungo ad esempio, serviamo un espresso a 25 secondi con un bricchetto di acqua calda a parte, per cercare di comunicare questa ricetta non si ottiene con l’allungamento dell’acqua in estrazione per 40 secondi (che la renderebbe amaro e più carico di caffeina).

È un concetto però molto complicato da far capire al cliente italiano, che vuole il caffè lungo erogato direttamente dalla macchina. Va da sé che vendere specialty con una preparazione così scarsa di base, è quasi impossibile. Ci vuole pazienza e tempo, modulando il servizio.”

Che macchine utilizzate da Trecaffè?

“Abbiamo scelto in tre locali su 5, macchine della stessa marca e modello, anche seguendo il fattore estetico. Abbiamo quindi tre Faema Teorema WOOD VA, con gruppo alto e il cassettino che permette di vendere caffè medi e large, nel bistrot Cento una E71e di nuova generazione più scenografica ed infine una Faema President a 4 gruppi, nel Trecaffè di Via Leone IV.

Le attrezzature da TreCaffè Roma (foto concessa)

E’ un’attrezzatura che si adatta maggiormente all’arredamento ed è più performante rispetto allo specialty: sui tre gruppi, uno sicuramente è tarato per una tipologia di caffè con temperature apposite.

I macinadosatori usati in tutti i cinque locali sono Mazzer. Per i macinacaffè abbiamo sia i volumetrici che quelli automatici. Per le miscele 80-20 preferiamo usare i primi e per gli specialty i secondi. Dove ci sono volumi molto elevati per le miscele, il volumetrico con
macine coniche non scalda il macinato. Mentre per 100% Arabica e gli specialty che hanno un consumo minore, conviene l’on demand, in modo da servire un prodotto sempre freschissimo.”

Quanti siete e avete problemi con il personale?

“Siamo tanti, dovendo contare tutti i locali. Certo resta un’impresa trovare professionalità e delle persone che vengano a lavorare per passione, perché il contratto collettivo prevede uno stipendio molto basso.

Parliamo poi di un mestiere durissimo sia mentalmente che fisicamente: avere contatto con il pubblico per tutte quelle ore, con un flusso costante e rapido, è sfiancante. Duecento, quattrocento contatti giornalieri in sei ore, possono spaventare. Questa è una professione che ha bisogno di passione per il prodotto e per il servizio quotidiano.

In passato, anche se ora meno, anche da parte di alcuni esercenti non ci sono stati comportamenti limpidi e di supporto nei confronti dei dipendenti e questo ha creato un precedente che coinvolge anche chi propone invece condizioni virtuose. Viceversa ci sono dei collaboratori che pensano che lavorare in nero convenga.

Tutto questo è un retaggio passato, che è obsoleto e non più applicabile da entrambe le parti. Bisogna puntare ad essere corretti per non far collassare il sistema.

Deve partire però tutto dallo Stato che deve mettere nelle condizioni ideali le aziende per essere virtuose e a loro volta queste dovranno essere corrette con i dipendenti.”

A Roma lo specialty non è più una nicchia?

“Da quello che vedo nella nostra realtà, cioè un gruppo di 5 locali su Roma che comunque è già notevole in un contesto molto frazionato, lo specialty mi sembra ancora una nicchia.

Se dopo così tanti anni è ancora una cerchia ristretta, vorrà dire qualcosa: si chiama specialty per un motivo. Non si può fare soltanto quello. Ho imparato questa lezione nel mio lungo percorso professionale.

Certo noi crediamo nello specialty, ma abbiamo studiato l’offerta modulandola a seconda dei nostri punti vendita. Non è il nostro core business e lo proponiamo dove la struttura lo concede. La passione comunque resta la nostra strada maestra, dai responsabili ai titolari sino a chi lavora in sala. Non abbiamo neppure voluto licenziare nessuno durante la pandemia e al contrario ci siamo ampliati come squadra, perché ci crediamo fortemente.”

Starbucks: il nuovo ceo Brian Niccol illustra in una lettera aperta il suo piano per i primi 100 giorni

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Starbucks Reserve Roastery Milano (immagine concessa)

MILANO – Starbucks cambia la guida e il nuovo timoniere, chiamato a disincagliare la barca dalle secche della crisi, delinea la sua rescue strategy in una lettera aperta rivolta a dipendenti (o partner come li chiama Starbucks), clienti e azionisti. Brian Niccol ha preso le redini della più grande catena di caffetterie del mondo questo lunedì e, già al secondo giorno, ha deciso di prendere carta e penna (si fa per dire) per scrivere un messaggio, nel quale si presenta non solo come il nuovo ceo della società, ma anche come un cliente di lunga data di Starbucks.

Lo scopo? Illustrare la sua strategia per i primi 100 giorni: un momento essenziale per chi assume un ruolo di leadership, in cui si gettano le basi per i mesi e gli anni a venire.

Niccol assume la carica di ceo al posto del dimissionario Laxman Narasimhan, uscito di scena il mese scorso, in una congiuntura non propriamente semplice e in un contesto complesso.

Le vendite di Starbucks sono in calo da due trimestri. Molti clienti lamentano i prezzi troppo alti, il servizio lento e un’offerta food non entusiasmante

L’azienda – tradizionalmente considerata come progressista – ha dovuto fare i conti con numerose vertenze e controversie sindacali, dalle quali è uscita più volte sconfitta e in perdita di immagine.

Il tutto mentre è in corso una transizione tecnologica, che sta cambiando il modello stesso di business di Starbucks: negli Usa, il 70% degli ordini – nei circa 9.500 locali della catena -sono fatti ormai via app o in un drive-thru.

Che ne è dunque del concetto di terzo luogo, che caratterizza tradizionalmente l’esperienza Starbucks?

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Percassi, partner licenziatario di Starbucks, registra 1,26 mld: 35,5 mln grazie alla Sirenetta

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Il logo di Starbucks

MILANO – Odissea, la holding tramite cui la famiglia Percassi controlla tutte le società del gruppo, ha raggiunto nel 2023 cifre da capogiro: 1,26 miliardi di euro, con un aumento del 22% rispetto al 2022. Grazie a Odissea, riporta Calcio e Finanza, Percassi gestisce diverse attività di enorme successo: il settore delle caffetterie con il colosso Starbucks, la vendita al dettaglio sportivo grazie a Nike e Jordan, il brand Lego e l’intimo femminile di Victoria’s Secret.

Il portafoglio di Percassi: numeri alla mano

La fonte di entrata maggiore per Odissea si rivela essere il settore della cosmetica che he portato alla holding ricavi pari a 800,9 milioni di euro rispetto ai 673,9 milioni del 2022.

I marchi che hanno contribuito maggiormente al fatturato 2023, come rivela il portale Il Napolista, sono: Kiko con 797,2 milioni di euro; Nike con 172,4 milioni di euro; Victoria’s Secret con 129,3 milioni di euro; Lego con 86,1 milioni di euro e, infine, Starbucks con 35,5 milioni di euro.

Rancilio Group presenta due video sulle tecnologie di estrazione caffè

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rancilio
Il logo di Rancilio Group

MILANO – Realizzati con le più avanzate tecniche di 3D animation, ricchi di contenuti e di facile fruizione, i nuovi video presentati da Rancilio Group sono il racconto per immagini di tutti i sistemi di estrazione disponibili con le macchine da caffè professionali dei brand Rancilio e Rancilio Specialty.

I sistemi di estrazioni con i video di Rancilio Group

I due video sono stati curati da Carles González – coffee competence & product manager di Rancilio Group – che ha coordinato il lavoro del team Extraction Lab. Per ogni tecnologia, con il supporto di animazioni 3D e grafici, sono state ricostruite le meccaniche interne e raccontate le tecnologie delle macchine multi-boiler e a caldaia singola, descrivendo i circuiti idraulici e simulando i flussi dell’acqua e l’interazione con il caffè macinato.

“Mostrare il funzionamento delle nostre tecnologie e allo stesso tempo raccontare i vantaggi apportati e gli effetti sul prodotto finale erogato in tazza, ci ha permesso di creare diversi piani di lettura per questi video per intercettare un’audience eterogenea” dichiara Carles González “Questi video saranno parte integrante dei nostri corsi di alta formazione, sia per il personale interno sia per i tecnici autorizzati del nostro network. Ma sono pensati anche per i baristi e in generale per tutti gli operatori del settore che vogliono scoprire qualcosa di più sul valore innovativo dei nostri prodotti”, commenta Carles González.

Il primo video racconta il sistema Steady Brew (SB), in dotazione su tutte le macchine a caldaia singola da Classe 5 fino a Classe 20 e Invicta. Inoltre, descrive le regolazioni del T-Switch per impostare manualmente temperature diverse per ogni gruppo e la Preinfusione e Post-infusione che, tra le macchine a caldaia singola, è disponibile solo con Rancilio Specialty Invicta.

Il video Single Boiler

Nel secondo video vengono descritti nel dettaglio il funzionamento e i vantaggi offerti dalle tecnologie di tutte le macchine da caffè multi-boiler. Dopo la spiegazione del circuito idraulico multi-boiler Advanced Steady Brew (ASB), il video è incentrato su Xcelsius (XTP) e Advanced Temperature Profiling (ATP) e sulle differenze tra due questi sistemi, rispettivamente in dotazione con Rancilio Classe 11 e Rancilio Specialty RS1.

“L’obiettivo era mostrare come siamo riusciti a trasferire sulle nostre macchine i risultati dell’indagine scientifica e sensoriale sugli effetti della profilazione di temperatura durante la preparazione di un espresso”, continua Carles González.

Oltre a riprendere la descrizione di Preinfusione e Post-infusione (disponibili solo con RS1 tra le multi-boiler), il video si conclude con un focus sull’azione combinata delle tecnologie più avanzate – tutte disponibili con RS1 – e di come possono diventare dei potenti strumenti di lavoro per estrarre al meglio ogni tipo di caffè.

Entrambi i video si chiudono con una panoramica d’insieme e una comparazione tra i vari sistemi e le tecnologie delle macchine per caffè professionali Rancilio e Rancilio Specialty.

“Mettendo a confronto le nostre tecnologie, ci siamo divertiti a sfruttare un linguaggio ormai diffusissimo sul web. Vogliamo restituire allo spettatore, in sintesi e con il massimo della chiarezza, sia la potenza innovativa della nostra ricerca sia la ricchezza della nostra gamma prodotti”, conclude Carles González.

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Lavazza è lo sponsor di The world’s 50 best hotels

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Lavazza diventa lo sponsor dell'evento The world's 50 best hotels (immagine concessa)

LONDRA – Il famoso marchio italiano del caffè, Lavazza, annuncia la partnership ufficiale con l’ambito The world’s 50 best hotels per il secondo anno consecutivo da quando è stato ideato. Quest’anno, Lavazza sarà lo sponsor del nuovissimo riconoscimento, Lavazza Highest New Entry Award, che celebra la struttura con il punteggio più alto che debutta nella rosa dei candidati. La partnership rappresenta una convergenza di eccellenze tra la passione di Lavazza per il caffè e le migliori strutture alberghiere del mondo. La vetta del World’s 50 Best Hotels è la famosa cerimonia di premiazione che avrà luogo martedì 17 settembre presso la Guildhall di Londra.

Lavazza sponsor dell’evento The world’s 50 best hotels

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Oggi, il Gruppo è uno dei principali protagonisti del settore globale del caffè, con un fatturato di oltre 3 miliardi di euro e un portfolio composto dai marchi più prestigiosi, leader dei loro rispettivi mercati, come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.

La Guildhall di Londra (immagine concessa)

Il Gruppo è attivo in tutti i settori del business con sedi in 140 mercati. La sua presenza globale è frutto di quasi 130 anni di crescita e gli oltre 30 miliardi di tazze di caffè Lavazza prodotte ogni anno testimoniano il suo straordinario successo. L’obiettivo dell’azienda è continuare ad offrire il miglior caffè possibile, in tutte le sue forme, focalizzandosi su ogni aspetto della supply chain, dalla selezione delle materie prime al prodotto in tazza.

Nicola Fornasieri, international key accounts Director di Lavazza, ha così commentato: “Siamo costantemente motivati a mettere in atto le nostre competenze e la passione per il caffè, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza quotidiana degli ospiti di The World’s 50 best hotels e oltre. Ci impegniamo sempre per creare nuovi momenti speciali e la nostra collaborazione con 50 Best è in piena sintonia con i valori che condividiamo, con l’impegno e il costante supporto al settore alberghiero. Si tratta di un settore che svolge un ruolo fondamentale nelle nostre comunità e che non si limita a fornire cibo e bevande, ma anche luoghi in cui le persone possono ritrovarsi, celebrare e creare ricordi preziosi”.

Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè, investendo in modo continuativo nella ricerca e sviluppo: dall’intuizione che ha contraddistinto i primi successi dell’azienda – la miscela di caffè – sino al primo espresso sorseggiato nello spazio e alle decine di brevetti industriali.

“Risvegliare ogni mattina un mondo migliore”: ecco lo scopo aziendale del Gruppo Lavazza, con l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, abbinando la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.

I partecipanti di The World’s 50 Best Hotels possono contare su una serata affascinante, in cui sarà presentata la collezione 1895 Coffee Designers by Lavazza: una selezione dei migliori caffè al mondo, che utilizza solo i chicchi più pregiati per origine, tecnica e stagionalità.

The World’s 50 Best Hotels riconosce e celebra la crème de la crème del settore alberghiero e costituisce una piattaforma globale che attesta l’innovazione e il lusso. La cerimonia di premiazione riunisce personalità influenti, leader di settore ed esperti di tutto il mondo, per rendere omaggio ai migliori hotel simbolo di servizio ineguagliabile ed eccellenza gastronomica.

La scheda sintetica del Gruppo Lavazza

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un fatturato di oltre 3 miliardi di euro e  un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.

È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi. La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da oltre 125 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.

Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.

Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.

Nespresso e Clooney nello spot lancio delle capsule compostabili all’82% in polpa di carta

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George Clooney e Camille Cottin nel nuovo spot Nespresso (foto dal video youtube)
George Clooney e Camille Cottin nel nuovo spot Nespresso (foto dal video youtube)

MILANO – Nespresso e George Clooney, un’accoppiata che funziona da anni e si rinnova ancora una volta nell’ultima pubblicità caratterizzata dal tipico stile ironico che di solito animano questi spot. Questa volta a partecipare alla scena, Jean Dujardin e Camille Cottin con la firma di McCann Paris, la produzione di Hogarth WorldWide e la direzione di Grent Heslov. Obiettivo, presentare le nuove capsule compostabili con l’82% di polpa di carta (di cuisi era parlato qua, in occasione del lancio ufficiale).

Nello stesso capitolo, protagonista anche il blend Ispirazione Palermo composto da 80% robusta indiana e 20% arabica del Brasile. Riprendiamo la notizia da lagazzettadelpubblicitario.it.

Nespresso: parte dal 22 settembre la distribuzione sarà su tutte le principali emittenti televisive (lineari e satellitari)

Mentre sono già online le versioni dedicati al canale social e digital. Il video:

Qui l’articolo completo.

Caffeina: ecco perchè può limitare l’assorbimento di alcuni nutrienti e farmaci

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caffeina UE
La struttura della caffeina (immagine: Wikimedia Commons)

MILANO – L’aggregatore Msn ha ripreso un articolo di Cookist , portale specializzato in alimentazione sulla caffeina e i possibili pericoli che derivano dalla sua assunzione attraverso il caffè e le bevande a base di questo alcaloide, comprese le lattine di energetici.

Riportaimo uno stralcio dell’articolo che può essere letto per intero cliccando qui .

Scrive tra l’altro Cookist: nonostante gli indubbi benefici, il caffè, se preso in concomitanza con alcuni integratori o medicine, sembrerebbe limitare l’assorbimento di alcune sostanze contenute al loro interno, compromettendone l’efficacia.

Quali sono questi nutrienti e quali alimenti sarebbe bene consumare lontano dalla nostra sacrosanta tazzina di espresso?

Lo abbiamo chiesto alla nostra esperta di fiducia, la dottoressa Arianna Rossoni, dietista, docente e responsabile del progetto Equilibrio Donna.

La caffeina può inibire l’assorbimento di alcuni nutrienti?

La risposta è sì. La caffeina è una sostanza naturale che fa parte del grande gruppo degli alcaloidi (tra le altre, comprende anche la cocaina e la nicotina). Dall’azione stimolante, a livello cardiaco, ma anche intestinale, massimizza i nostri sensi e favorisce lo stato di allerta e concentrazione.

Questa sostanza è naturalmente presente non solo nel caffè, ma anche nel cacao, nelle bacche di guaranà e nelle foglie di tè. Se assunta insieme ad alcuni alimenti o integratori, può, tuttavia, limitare l’assorbimento di alcuni preziosi micronutrienti. Il più importante è il ferro, minerale indispensabile per la produzione di emoglobina, la proteina che permette di legare e trasportare l’ossigeno a tutte le cellule del nostro corpo.

“Le persone anemiche, che soffrono dunque di una carenza di ferro, dovranno distanziare di almeno un’oretta il consumo di caffè e di alimenti ricchi di questo minerale, come per esempio le uova, la carne e il pesce”, ci spiega la nostra esperta.

Questa accortezza dovrebbero averla tutti?

“No, stiamo parlando di quelle persone che hanno una carenza di ferro alla base: in questi casi dobbiamo andare a massimizzarne l’assorbimento, evitando questo genere di abbinamenti”, prosegue Rossoni. Esistono, però, anche altre categorie di persone che dovrebbero osservare le medesime attenzioni: stiamo parlando delle donne in gravidanza e in allattamento, fasi molto delicate e in cui è importante che non vi siano carenze di ferro.

Per leggere l’intero articolo basta cliccare qui .

Smart working: il 4,2% dei dipendenti lo usa per oltre tre giorni alla settimana

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Smart working (immagine: Pixabay)

L’analisi del Centro Studi di Viale dell’Astronomia ha rivelato che il 4,2% dei dipendenti ha usato lo smart working per oltre tre giorni alla settimana. Per molti dipendenti lo smart working si traduce nel lavorare nelle caffetterie che diventano dei veri e propri uffici e gustarsi una buona tazza di caffè. A volte, invece, i lavoratori preferiscono rimanere nel comfort della loro casa e prepararsi una classica moka. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Nicoletta Picchio per Il Sole 24 Ore.

Smart working, Confindustria: modalità quadruplicata dopo il Covid

MILANO – Un balzo in avanti che parte dal Covid: la quota di imprese che utilizza lo smart working, o lavoro agile, da allora si è quasi quadruplicata, passando dall’8,9% del pre-pandemia al 32,6% nel 2023. Lo utilizza, quindi, un’impresa su tre. È quanto risulta dall’indagine sul lavoro messa a punto dal Centro studi di Confindustria. Questa modalità di lavoro è più diffusa nei servizi, 38,5%, rispetto all’industria, 28,2%, anche per la natura stessa dell’attività.

Pesa anche la dimensione aziendale: nelle aziende con meno di 15 dipendenti a ricorrere al lavoro agile è il 24,2% dei lavoratori, dato che cresce nelle imprese medie, 35,5%, e sale al 66,6% nelle aziende con oltre 100 dipendenti.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Pausa caffè a rischio per i dipendenti pubblici: è una truffa quella di chi beve una tazzina senza timbrare il badge

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iei caffè caffeina pausa caffè
Tazzina d'espresso (foto concessa)

Pausa caffè a rischio per i dipendenti pubblici: se non si timbra il badge, si può rischiare una denuncia per truffa. Ne riferisce con tutti i dettagli del caso il sito lentepubblica.it che dedica all’argomento un particolareggiato articolo. Per leggere l’intero articolo basta cliccare QUI.

La Corte di Cassazione in una recente sentenza ha fatto marcia indietro, rispetto ad una precedente sentenza del 2021 (sentenza n°29674/2021), nella quale si definiva la pausa caffè come una “pratica comune in ufficio”.

Ecco nel dettaglio.

Pausa caffè senza timbrare il badge: i dipendenti pubblici rischiano la denuncia per truffa
Nella sentenza 33015/2024, il direttore di un mercato comunale, il quale sosteneva di avere il diritto di consumare il pasto nel proprio domicilio, è stato accusato di truffa aggravata.

La truffa aggravata è delineata nell’art.640 del Codice Penale, che recita

“chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a 1032 euro”.

Nell’articolo non si fa riferimento solo al danno economico subito dal singolo. Ma s’include l’interesse pubblico a preservare il rispetto della correttezza e trasparenza tra le parti. Nonostante ciò, si può parlare di “truffa aggravata”, solo se ci sono un reale danno patrimoniale e un ingiusto vantaggio per chi lo commette.

Ritornando alla vicenda in questione e sulla decisione della Cassazione, secondo i giudici di legittimità, il direttore del mercato ortofrutticolo all’ingrosso ha ingannato la pubblica amministrazione, falsificando le ore effettive di lavoro.

Infatti, secondo la sentenza, egli avrebbe dovuto detrarre, dalle ore di prestazione lavorativa dichiarata, il tempo speso nei bar per il caffè e i momenti in cui si recava a casa per consumare il pranzo.

Per leggere l’intero articolo basta cliccare QUI.

Mokka Coffee-e: l’auto elettrica nel cuore di chi vuole prepararsi l’espresso nel bagagliaio

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La Mokka Coffee-e (foto dal video youtube)
La Mokka Coffee-e (foto dal video youtube)

MILANO – Il futuro delle auto elettriche e del caffè ha dei punti di contatto: molti di questi nuovi modelli offrono più prese di corrente a 220 Volt, energia necessaria per mettere in moto i dispositivi di cui il veicolo è dotato, anche quando quest’ultimo è spento. Tra i vari attrezzi, anche la macchina del caffè: l’esempio che riportiamo da ansa.it, è quello del suv Mokka Coffee-e, che si trasforma in un modulo per preparare gli espressi.

Mokka Coffee-e: l’auto elettrica con la postazione per caffè integrata

Gli esperti di Vauxhall (che è il brand britannico di Opel) hanno preso alla lettera il nome del suv compatto Mokka e ne hanno fatto una concept Coffe-e che è dotata nel bagagliaio di una postazione per preparare gli espressi, o altre bevande calde.

Ed hanno anche aggiunto per questo concept una linea di miscele di caffè personalizzate, studiate e preparate dai torrefattori artigianali di caffè di Cafeology.

Ci sono 6 varianti che hanno tutte lo scopo di “esprimere vibrazioni simili alla tavolozza dei colori”.

Ciò che distingue la Coffe-e dalle versioni ‘normali’ della Mokka elettrica (che qualcuno ha già definito decaffeinate) è la sua postazione per caffè integrata in coda, che per diventare utilizzabile richiede l’azionamento di un pulsante nella console centrale.

Qui l’articolo completo.

Il video di Mokka Coffee-e