BERGAMO – Confcommercio Bergamo e Trismoka presentano una nuova alleanza tra mondo della formazione e imprese: Trismoka Challenge 2025 è un progetto che unisce formazione professionale e competizione, per valorizzare il ruolo del barista e promuovere la cultura del caffè di qualità.
Il nuovo accordo siglato da Confcommercio Bergamo e Trismoka porta alla promozione di un percorso formativo di alto profilo – giunto quest’anno alla 19esima edizione – dedicato alla valorizzazione della figura professionale del barista e al rafforzamento delle competenze nel settore della caffetteria.
Tra gli obiettivi, quello di avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, attraverso un percorso pratico sul mondo del caffè e la professione del barista, oltre che accrescere le competenze dei professionisti di settore. Particolare attenzione sarà dedicata al coinvolgimento degli studenti degli istituti alberghieri del territorio bergamasco, creando un ponte diretto tra formazione scolastica e mondo del lavoro.
Il percorso formativo
Il corso – in partenza a luglio – prevede sessioni di approfondimento sul caffè e sulle tecniche di estrazione all’Accademia del Gusto di Osio Sotto – Confcommercio Bergamo e alla Trismoka Coffee School di Paratico (Brescia), con training pratici guidati per perfezionare le competenze tecniche e momenti di confronto e scambio tra professionisti.
Tra gli argomenti del corso, l’approfondimento sulla materia prima, dalle origini alle varietà di caffè, sessioni di assaggio, analisi della macinatura ed estrazione e tecniche di montatura del latte.
Il progetto si articola in un percorso formativo completo che accompagnerà i partecipanti dalla fase di approfondimento teorico fino alla competizione finale, prevista durante la Fiera Campionaria di Bergamo, in programma dal 29 ottobre al 2 novembre 2025. Dodici finalisti si confronteranno seguendo rigorosi standard tecnici, sotto la supervisione di una giuria qualificata composta da giudici sensoriali e tecnici specializzati.
La competizione premierà non solo il miglior barista complessivo, ma anche eccellenze specifiche come il miglior cappuccino e il “Digital Ambassador”, riconoscendo l’importanza della comunicazione digitale nella promozione della cultura del caffè.
La gara
Le gare si svolgeranno seguendo il regolamento ufficiale del Trismoka Challenge nell’arco di tre giornate, durante la 46esima edizione della Fiera Campionaria (29 ottobre – 2 novembre) di Bergamo, organizzata da Promoberg, evento multisettoriale e da sempre occasione per le aziende di incontrare il pubblico e presentare le novità.
Ogni concorrente in gara avrà 15 minuti di tempo per servire alla giuria 4 espressi, 4 cappuccini e 4 bevande personalizzate a base espresso. La giuria sarà composta da 4 giudici sensoriali e 1 giudice tecnico. Il giudice tecnico valuterà la tecnica con cui vengono preparate le bevande, dalla pulizia della postazione sia prima che dopo la performance, alla tecnica di estrazione ottimale per l’espresso.
I giudici sensoriali valuteranno le singole bevande in base alle caratteristiche che devono avere (crema, aroma, gusto etc.), ai sapori dichiarati dal concorrente, alle sensazioni tattili e infine valuteranno la professionalità del barista, la qualità dell’esposizione e delle informazioni che questo trasmette.
Ogni giudice assegnerà un punteggio che sommato concorrerà a formare il punteggio di gara del concorrente. L’evento si svilupperà in tre giornate: le prime due dedicate alla fase di qualificazione, la terza alla finalissima. Per ogni giornata di qualificazione parteciperanno sei concorrenti che andranno a formare una classifica unica. I migliori sei delle due giornate accederanno di diritto alla finale che proclamerà il campione.
Commenta così Paolo Uberti, presidente di Trismoka: “Da oltre 40 anni Trismoka si impegna nel promuovere la cultura del buon espresso. Siamo felici oggi di annunciare e presentare questa nuova alleanza, grazie alla quale il Trismoka Challenge diventerà sempre più un’importante occasione di formazione gratuita al servizio di baristi, ristoratori e studenti”.
Paolo Uberti aggiunge: “Un percorso che prenderà il via nelle prossime settimane con i primi incontri formativi e che si concluderà a novembre con la fase finale ospitata in Fiera Campionaria. Il nostro augurio è che possa esserci grande interesse e adesione nei confronti di questa iniziativa, che non è riservata ai clienti Trismoka, ma si rivolge anzi a chiunque abbia voglia di crescere e mettersi in gioco. Un investimento concreto per la crescita professionale e culturale del settore”.
Mercoledì 2 luglio presso la Trismoka Coffee School (Via Garibaldi 29, Paratico Brescia, dalle 15 alle 17) e giovedì 10 luglio (dalle 15 alle 17) nella sede di Confcommercio Bergamo (via Borgo Palazzo 137), si apriranno le porte a tutti i baristi motivati a crescere professionalmente e pronti a cogliere la sfida della Trismoka, per due incontri informativi sul progetto.
Andrea Villa, Coffee in good spirits, al lavoro (immagine concessa)
GINEVRA – Dal 26 al 28 giugno 2025, il World of Coffee di Ginevra ha riunito il meglio della coffee community internazionale, e anche quest’anno l’Italia ha fatto sentire la sua presenza con entusiasmo, competenza e determinazione. Accompagnati da SCA Italy, quattro professionisti hanno rappresentato il nostro Paese nelle competizioni mondiali: Marco Paccagnella (Cup tasters), Andrea Villa (Coffee in good spirits), Stefano Cevenini (Latte art) e Talal Bitar (Cezve/Ibrik).
Stefano Cevenini, Latte art (immagine concessa)
Il livello della competizione è stato altissimo e, pur non essendo arrivati i risultati sperati, i rappresentanti italiani hanno dato prova di grande preparazione e di uno spirito sportivo che rende onore alla community italiana del caffè specialty. Talal Bitar ha chiuso la sua prova con una prestazione solida nella categoria Cezve/Ibrik, mentre Cevenini e Villa hanno raggiunto le semifinali delle rispettive categorie.
Talal Bitar nella categoria Cezve/Ibrik (immagine concessa)
Paccagnella ha chiuso la sua performance con sei tazze corrette su otto, in una competizione di altissimo livello tecnico.
Marco Paccagnella, Cup tasters (immagine concessa)
Fondamentale anche il contributo della giuria italiana, con Chiara Bergonzi e Andrea Alberghini nella Latte Art, Francesca Bieker nella Cezve/Ibrik e Luca Ventriglia nel Coffee in Good Spirits: figure che confermano il valore e il riconoscimento internazionale della professionalità italiana.
“La crescente competitività dei nostri concorrenti a livello internazionale è il frutto di un lavoro meticoloso e appassionato che, da anni, il chapter SCA Italy porta avanti con dedizione. – afferma Alberto Polojac, coordinatore nazionale SCA Italy – Abbiamo visto i nostri finalisti raggiungere le finali mondiali con una preparazione e una maturità impressionanti, segno tangibile di un movimento maturo e in continua evoluzione”.
Polojac aggiunge: “Ora il nostro impegno guarda anche al futuro: vogliamo allargare e ringiovanire il bacino dei partecipanti alle diverse discipline, attraverso nuovi format di gara e una collaborazione sempre più stretta con gli istituti alberghieri. È lì che nasce la nuova generazione di competitor, e con loro coltiviamo passione, talento e visione”.
SCA Italy rinnova con convinzione il proprio supporto a chi ha preso parte a questa avventura e dà appuntamento al prossimo grande evento: il World Barista Championship, che si terrà a Milano dal 17 al 21 ottobre 2025, in occasione di Host, dove Daniele Ricci rappresenterà per la terza volta l’Italia nel Mondiale Barista.
Andrea Mainardi al lavoro (immagine presa da TikTok)
Una ricetta semplice, fresca ed estiva che è diventata virale sui social: il food blogger Andrea Mainardi grazie alla sua spumona al caffè sfiora le 6,5 milioni di visualizzazioni sulla nota piattaforma TikTok. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del Fatto Quotidiano.
La spumona al caffè di Andrea Mainardi
MILANO – Una spuma da milioni di visualizzazioni, quella preparata da Andrea Mainardi. Il food blogger bergamasco, che pubblica tanti ricette che si diverte a definire “dietetiche”, è diventato virale grazie a una spumona al caffè.
Dalla sua cucina e col classico grembiule da chef, Mainardi ha dato vita a una ricetta tanto semplice quanto gustosa per combattere il caldo estivo. “Due minuti, quattro ingredienti e tre ore per pulire”, così, scherzosamente, apre il suo video che in poco tempo diventa virale, toccando le 6,5 milioni di visualizzazioni su TikTok (mentre la pagina conta poco più di 144 mila followers).
Grazie a quattro ingredienti che tutti hanno nella propria casa (ghiaccio, acqua fredda, caffè solubile e zucchero), il food blogger ha creato un autentico capolavoro e davvero apprezzato, come dimostrano i commenti e le interazioni. Un’altra ricetta vincente per Mainardi.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
La società attiva nella torrefazione di caffè africano ha avviato un round di finanziamento. L’obiettivo è arrivare a una raccolta di 900 mila franchi (circa 962 mila euro) da investire nello sviluppo dell’impresa a livello nazionale e per una Masaba Coffee House & Roastery a Bironico. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Generoso Chiaradonna per Il Corriere del Ticino.
Masaba Coffee e il crowdfunding
Per il Ticino è una prima assoluta: un’azienda già attiva sul mercato ha deciso di raccogliere capitale supplementare per investirlo nella crescita della propria attività attraverso il crowdinvesting. A prima vista non c’è nulla di nuovo. È quello che fanno le società di capitali che si quotano in Borsa, sennonché nel caso di Masaba SA, azienda ticinese di torrefazione di caffè, non c’è nessun sbarco in qualsiasi listino finanziario svizzero o europeo anche se punta a un azionariato diffuso.
“È un’operazione di crowdinvesting, una proposta di investimento diretto e a invito. Chi sottoscrive l’aumento di capitale diventa azionista a tutti gli effetti della società”, spiega al Corriere del Ticino Jean-Claude Luvini, promotore di Masaba, società nata prima come Sagl e da poco tempo trasformata in SA.
L’azienda nasce da un progetto di volontariato svizzero del 1999 in Uganda per valorizzare, con principi imprenditoriali, ma con grande impatto, il lavoro di agricoltori locali a coltivare una pregiata qualità di caffè.
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Fipe sulle false recensioni online (immagine concessa)
ROMA – Nel corso dell’audizione del direttore generale Roberto Calugi presso la 9ª Commissione del Senato, nell’ambito dell’esame del disegno di legge annuale sulle PMI (ddl n. 1484), la Federazione italiana pubblici eserciziFipe ha ribadito la condivisione dell’impianto normativo contenuto nel Capo IV del provvedimento, dedicato alla lotta alle false recensioni online, e ha chiesto che su questo tema non si compiano passi indietro.
Fipe ha sottolineato come la regolamentazione delle recensioni online rappresenti una misura di assoluta urgenza e priorità per la tutela del comparto della ristorazione e dell’accoglienza, costituito in larga parte da micro e piccole imprese a conduzione familiare.
Secondo i dati dell’Ufficio Studi della Federazione, fino al 30% del fatturato di un pubblico esercizio può dipendere dalla reputazione digitale, mentre il MIMIT ha certificato che il 70% dei consumatori si affida alle recensioni per orientare le proprie scelte.
“Noi siamo a favore delle recensioni, anche negative se costruttive, siamo contro le recensioni false e ci preoccupa un fenomeno di compravendita di commenti sulle piattaforme che è sotto gli occhi di tutti e che con l’intelligenza artificiale è destinato ad esplodere.” – ha commentato Roberto Calugi direttore generale di Fipe Confcommercio.
La Federazione ha accolto con favore le disposizioni che introducono un limite temporale per la pubblicazione delle recensioni (15 giorni), l’obbligo di dimostrarne la provenienza e l’effettivo utilizzo del servizio, il divieto di acquisto o cessione di recensioni, nonché il diritto di replica da parte degli esercenti e la possibilità di richiedere la rimozione di recensioni ingannevoli o non più attuali dopo due anni.
Fipe ha tuttavia espresso forte preoccupazione per la recente riformulazione del testo, nuovamente notificato in sede TRIS alla Commissione europea, che sembrerebbe escludere ogni coinvolgimento diretto delle piattaforme digitali, rimettendo la responsabilità esclusivamente al singolo utente.
Un’impostazione che, se confermata, rischierebbe di rendere inefficace l’intero impianto normativo, in contrasto con quanto previsto anche dalla Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, che riconosce responsabilità anche agli intermediari digitali.
La Federazione ha infine ribadito la necessità di adottare una norma efficace e realmente applicabile, in grado di difendere le imprese da pratiche scorrette e da un sistema che danneggia gli stessi consumatori. In questo senso, ha chiesto che il legislatore non stravolga l’impianto originario del provvedimento e richiami il ruolo di responsabilità delle piattaforme online rispetto ai contenuti pubblicati.
NAPOLI – Siamo dentro il Museo Darwin-Dohrn, con la storia marina appesa maestosamente sulle pareti: l’evoluzione di fondali e creature è uno sfondo rinfrescante rispetto alla calura del lungo mare di Napoli. Kimbo ha scelto questa location suggestiva per un importante lancio: il debutto in società, o meglio nel mercato degli specialty coffee e del Fine Robusta, con la linea Sapiente.
Kimbo innova la tradizione con la svolta specialty
La sfida delle convenzioni più classiche partenopee è stata affrontata dall’azienda torrefattrice con la guida del caffesperto Andrej Godina – lui l’uomo dietro lo studio e la ricerca dal principio alla fine di questa linea premium insieme al team Kimbo – e di Mauro Illiano che si è occupato di fare da Cicerone durante la presentazione.
Tre miscele, tre diverse caratteristiche organolettiche: Incanto, Mistero e Stupore.
Mario Rubino, sul perché si è riuniti al Museo, comincia con una battuta: “Io non sono qui come presidente, ma come “prodotto di Kimbo”. In effetti, sono nato esattamente a 9 mesi dal giorno in cui è stata fondata l’azienda. – rompe così il ghiaccio, per poi lasciare spazio alle balene e il caffè, commentate da Ferdinando Boero: “Il collegamento tra il caffè e ciò che si celebra dentro questo museo dedicato all’Oceano? L’acqua.”
Balene e caffè
Ecco uno degli ingredienti segreti, dal bacino del Serino, della tazzulella. Acqua che viene filtrata da tutti gli esseri marini, compresa la balena. La stessa che esce dal rubinetto, e che viene filtrata nella caffettiera sul fuoco.
Mauro Illiano apre un’interessante parentesi più legata alla cultura e alle abitudini di consumo degli italiani e dei napoletani, rispetto al caffè: “Che è uno degli alimenti più iconici. Quasi sempre, scegliendolo, lo facciamo secondo una preferenza di chi ci ha preceduto.
Kimbo, per un napoletano e non solo, ha sempre rappresentato una scelta di tipo familiare. Al supermercato, acquistandone un pacchetto, si sta scegliendo non solo il prodotto, ma la propria mamma, la nonna. Ripetere questa ritualità, significa un atto d’amore rispetto alla nostra storia famigliare.
Oggi stiamo facendo qualcosa di importante: questa innovazione, non è fatto da un’entità qualsiasi, ma da una mamma che ha rivisto e introdotto una nuova ricetta. Una portata molto più forte dal punto di vista antropologico, in quanto arriva dall’azienda alla quale da decenni ci siamo affidati.”
Un atto di coraggio e una capacità di arricchire il patrimonio gastronomico italiano anche all’estero.
Massimiliano Scala head of marketing, spiega i capi saldi della linea: “Kimbo oggi entra nel mondo dello specialty con un progetto che non è solo una linea di prodotto, ma un piano culturale. “Sapiente master roasters from Napoli” nasce da un’evoluzione che è avvenuta nel settore: lo specialty coffee, che è partito attorno agli anni 2000, coinvolgendo anche il nostro espresso e la nostra moka.
Da sinistra, Massimiliano Scala. Ferdinando Boero, Mario Rubino, Andrej Godina (foto concessa)
Questo movimento è arrivato anche in Italia e oggi siamo in una fase in cui le macchine professionali del caffè espresso possono estrarre determinati flavori. Il consumo domestico invece è caratterizzato dal trend delle superautomatiche Bean to cup a livello globale, dando la possibilità ad un pubblico più ampio di usare il grano per ottenere la tazzina, il filtro, ricettazione.
Sapiente per questo è una piattaforma composta da tre prodotti, ma è anche un ambiente di ricerca attraverso cui faremo cultura, dando un contributo attivo nello stimolare la voglia del consumatore. Lo facciamo in un momento particolare: quando il mercato del caffè sta vivendo una fase molto complessa. Sappiamo che oggi il caffè negli scaffali costa quasi il doppio rispetto a due anni fa.
Questa sete mondiale, ha generato un aumento della domanda e molti Paesi cominciano ora a consumare di più questa bevanda (Giappone, Cina, Corea, UK) ma la produzione non è aumentata allo stesso modo e questo crea tensioni sui prezzi. A questo si aggiungono la speculazione in Borsa, la logistica, i conflitti mondiali. E il consumatore finale che assiste a questa forte variazione di prezzo, vede un campanello d’allarme. E ha voglia di conoscere qualcosa in più rispetto a questo costo più alto.
Usciamo con Sapiente in questo momento, in modo diverso rispetto a come si è sempre fatto con lo specialty. Le differenze sono prevalentemente due: innanzitutto, non si parla solo di Arabica come normalmente si fa in questa nicchia. La Canephora (circa il 40% dei consumi mondiali) doveva essere coinvolta, con la Fine Robusta, con pari dignità. Altro aspetto: non proporre monorigini (come invece avviene nel mondo specialty). Il blending ha il suo valore, nella sua capacità di miscelare. 15 diverse piantagioni selezionate per produrre i nostri 3 blend.
Uno degli obiettivi è di rendere più democratico lo specialty, avvicinando i consumatori e ampliando la nicchia.”
E sul packaging: “Abbiamo scelto una sirena perché è uno dei simboli di Napoli e ci teniamo come Kimbo, a preservare la tradizione facendola evolvere. Come la sua coda che è una pianta di caffè. Da ora in vendita esclusivamente sul sito Kimbo, anche in un kit d’assaggio contenente le tre miscele”.
Andrej Godina al lancio
Andrej Godina scende nel tecnico: “Quasi due anni di lavoro per arrivare alla presentazione di questi 3 prodotti oggi. Sapiente va al di là della nuova linea di prodotto: da consulente esterno ho apprezzato molto innanzitutto la disponibilità dell’azienda di darmi quasi carta bianca e di parlare di conoscenza tecnica sul processo di tostatura e sull’estrazione.
Un aspetto che tante volte viene sottovalutato dal consumatore finale. Sicuramente Sapiente è sensibilità culturale: partiamo dalla moka, a Napoli dalla cuccuma e soprattutto dall’espresso, al contrario di come accade nel resto del mondo dove si beve il filtro. Un’ulteriore sfida è stata quindi tradurre lo specialty, invenzione in qualche modo dei mercati esteri e dedicato all’estrazione filtro, nel nostro espresso.
Un’operazione per niente banale: in particolare nella scelta della materia prima e della sua tostatura. Rispetto poi di ogni passaggio della filiera, dalla selezione della specie botanica e la forte scelta di dare valore alla Canephora. Quindi la complessità di questo progetto ci ha portato a dover superare diversi ostacoli.
Anche lo sforzo è stato quello di creare prodotti che parlassero un linguaggio comune, comprensibile anche da chi non è esperto di caffè. Lo specialty, in espresso, viene percepito come acido dal consumatore finale. Volevamo presentare quindi un’acidità declinata in una versione elegante, accettabile dall’italiano medio.”
Come si costruisce da zero una miscela, chiede Mauro Illiano.
E la risposta arriva da Andrej Godina: “Siamo partiti in questo caso dalla fine, ovvero, la tazzina. Con il team di Kimbo abbiamo disegnato la sagoma delle tazzine e abbiamo descritto i flavori che volevamo ottenere, distinguibili e comprensibili. Siamo poi andati a ritroso, con la specie botanica e quindi nella scelta di Arabica o Canephora. Poi le varietà botaniche da sfruttare. Deciso questo, siamo passati al terroir. Successivamente, il processo di lavorazione del caffè per esaltare i flavori in espresso.
Il tema poi della tostatura, che a Napoli si esprime in una cottura scura, permette di ottenere una composizione del chicco unica rispetto ad altri metodi esistenti a livello internazionale. Abbiamo dovuto applicarla allo specialty coffee e poi all’Arabica e infine alla Fine Robusta.
Dopo 250 profili sperimentati, siamo riusciti a trovare l’equilibrio giusto. Ultimo livello di difficoltà è stato assemblare i 15 verdi selezionati, comporli in miscela senza una ricetta di partenza come riferimento, ma solo i flavori come punti fermi.
Abbiamo costruitoi 3 blend, con 3 prodotti, unendo in uno di questi, anche due specie botaniche con caratteristiche molto diverse tra loro. L’abbiamo fatto però per rientrare nella tradizione dell’espresso: il blend più comune, mischia queste due specie.
La tostatura chiara che di solito si applica con gli specialty è stata tradotta per Sapiente, in una più scura. Per portare un equilibrio gustativo di flavore in tazza che lo rende accessibile a chiunque, esaltando la dolcezza naturale del caffè.”
E l’estrazione? Godina conclude: “Altro tassello fondamentale: i parametri sono fondamentali, di macinatura, di dosi, di temperature e caratteristiche dell’acqua.” E la palla passa a Francesco Costanzo, per La San Marco, in vece di Roberto Nocera, general manager dell’azienda: “Sapiente rappresenta appieno la nuova frontiera del caffè, dove innovazione, tradizione e cultura si incontrano in modo armonico. Kimbo ha sempre dimostrato una visione chiara e lungimirante, promuovendo il caffè non solo come prodotto ma come esperienza collettiva. – continua – Abbiamo lavorato su 3 direttrici principali: la prima è la stabilità, poi la precisione di estrazione e il barista, che oggi è come uno chef.”
“Dopo migliaia di assaggi in sede, abbiamo creato delle ricette replicabili dai baristi – si inserisce Godina -Dando valore alla tecnologia che rende la filiera del caffè più affascinante quanto complicata”.
Un nuovo capitolo quindi si apre per Kimbo
Con Incanto, 100% specialty Arabica (Uganda, Panama e Colombia dalle note di frutta tropicale e frutti di bosco e a pasta gialla, Mistero (50% Specialty Arabica e 50% Fine Robusta, dall’Uganda e dal Brasile e i Canephora Fine Robusta indiani, con sfumature di caramello e vaniglia) e Stupore (100% Fine Robusta dall’India e dal Brasile, con note di frutta candita, miele, caramello scuro). Non si rinuncia alla Canephora, ma la si valorizza con l’uso del 100% Fine Robusta per restare fedeli all’identità forte di Kimbo, così come con la scelta di usare solo una miscela e non una monorigine.
Packaging nero, con la sirena Partenope simbolo di Napoli che trasforma la sua coda in una pianta di caffè, frutto dello studio di Espresso Comunicazione. E un’altra, e non piccola, rivoluzione passa dall’etichetta, dove sono indicate le singole origini e le descrizioni organolettiche.
Le tre referenze sono acquistabili sul sito Kimbo, al prezzo di 17 euro per un pacco da 200 grammi o disponibili in un kit contenente i tre blend.
Dopo la presentazione, si passa all’assaggio
Una degustazione di tutti e tre caffè, alla cieca, senza quindi conoscere il nome della referenza servita. Guidati e assistiti dai caffesperti, anche sulle modalità di consumo. “Con o senza zucchero? – scherza Godina.
La degustazione alla cieca con biscottoMario Rubino con i tre blend della linea Sapiente
A chiusura dell’evento, dopo essersi confrontati su ciò che si era assaggiato – compresi dei biscotti studiati per pulire il palato tra una tazzina e l’altra realizzati senza glutine e all’acqua – Mario Rubino condivide la sua visione: “Una grande azienda come la nostra, con tanti anni alle spalle, perché non dovrebbe fare specialty? Anzi, siamo in grado proprio noi di dare maggiori garanzie: siamo capaci di creare soluzioni di eccellenza. Vogliamo dimostrarlo”.
L’azienda
Dal 1963, Kimbo incarna l’autentica cultura del caffè napoletano, trasmettendo attraverso le sue linee di prodotto e le sue attività di comunicazione, i valori profondamente radicati nella sua città: l’accoglienza calorosa, la forte umanità, il legame con la tradizione e la responsabilità sociale verso il territorio.
A questi principi si unisce l’esperienza nella tostatura affinata nel tempo, che da sempre distingue l’azienda. Un’arte che viene raccontata attraverso la sua storia, la cura nella lavorazione dei prodotti e il valore delle persone che ne fanno parte. È questo racconto che ha consolidato la notorietà di Kimbo, rendendolo un brand di riferimento nel mondo del caffè, con un know-how riconosciuto e affermato.
La sua brand essence si traduce infatti in una promessa chiara e distintiva: Kimbo il caffè di Napoli. Da oltre 60 anni, espressione del saper fare il caffè.
NAPOLI – Ancora a Napoli per il secondo round degli appuntamenti organizzati da Kimbo per presentare prima la rivoluzionaria entrata di questo brand legato alla tazzulella napoletana nello specialty e poi, per rivelare un altro “segreto di famiglia“. Il mistero – e non quello della miscela specialty della linea Sapiente di cui abbiamo parlato qui – si infittisce e bisogna attendere la sera, stavolta nel cuore dello storico Rione Sanità, nella Basilica di Santa Maria della Sanità, illuminata per la serata.
Si ritorna proprio nel quartiere dove nell’ormai lontano 1963, è nato il piccolo bar dei tre fratelli Rubino, primo passo di un percorso che ha poi portato l’azienda a diventare uno dei marchi più conosciuti.
Kimbo Antica miscela 1963: si torna alle origini
E soprattutto alla dimensione artigianale, un punto che Mario Rubino ha sottolineato anche quando ha parlato di specialty: la voglia è quella di sporcarsi le mani, ripercorrendo le radici famigliari di Kimbo.
Il lancio dell’antica miscela
Ed ecco che nel 2025 rinasce Kimbo Antica Miscela 1963, frutto di una ricerca per recuperare la miscela originale messa a punto dai fondatori di Kimbo, Elio, Francesco e Gerardo Rubino.
Quando nel Dopoguerra, si sono messi a sperimentare tostando il proprio caffè e facendolo assaggiare ai clienti per riuscire empiricamente a trovare la miscela più apprezzata. Tra i consigli ricevuti, anche quella – narra la leggenda – dell’artista Totò che abitava guarda caso proprio a pochi passi dal bar.
Focus sul macinato
L’Antica Miscela 1963
Kimbo ridà nuova vita ad una miscela 100% Arabica dalla tostatura scura: il piano di lancio è previsto per settembre 2025, primo prodotto macinato che è dedicato al canale retail e che è anche dotato di spiegazione per il consumatore finale, per potersi preparare la moka correttamente a casa propria. E, sempre pensando al consumo domestico, Kimbo Antica Miscela 1963 è disponibile anche nelle cialde in carta compostabile e nelle capsule compatibili Nespresso in Alluminio.
Mario Rubino parla della sua famiglia, a partire dal ricordo della nonna: “Abbiamo voluto provare qualcosa di diverso, spulciando le ricette e trovandone una in particolare, ovvero la prima nostra miscela.
Immaginavo che fosse, essendo del Dopoguerra, composta dalla classica Robusta e invece ho scoperto che già nel 1963 avevano cercato i migliori caffè. L’Antica miscela è infatti 100% Arabica tostata alla napoletana. Quasi non dovremmo dirlo in giro – scherza Rubino – perché i napoletani sono legati alla Robusta. Questa Arabica ha donato dei flavori molto particolari che ritroverete in tazza.”
E detto questo, si sposta per scoprire il totem, celato sotto un telo rosso (Kimbo). “Questo lancio non è in antitesi con quello che abbiamo fatto con la linea Sapiente specialty, comunque particolare, in quanto creata in miscela per espresso. Abbiamo oggi qui voluto riportare un sapore antico, perché Kimbo può essere qualsiasi cosa“.
Un altro colpo di scena finale, lo lancia Massimiliano Scala, head of marketing: “Concludiamo con un messaggio da parte di tutta l’azienda. Antica Miscela è un progetto che è nato dal team marketing con l’idea di rispolverare l’antico segreto di famiglia senza ancora sapere molto. Se non fosse stato per Mario Rubino non sarebbe stato possibile. E invece siamo arrivati qui, grazie alla sua visione e alla sua capacità di guardare avanti, ma anche alla sua voglia di mantenere il legame con le radici e le tradizioni, nel Rione Sanità, nel 1963.”
L’azienda
Dal 1963, Kimbo incarna l’autentica cultura del caffè napoletano, trasmettendo attraverso le sue linee di prodotto e le sue attività di comunicazione, i valori profondamente radicati nella sua città: l’accoglienza calorosa, la forte umanità, il legame con la tradizione e la responsabilità sociale verso il territorio.
A questi principi si unisce l’esperienza nella tostatura affinata nel tempo, che da sempre distingue l’azienda. Un’arte che viene raccontata attraverso la sua storia, la cura nella lavorazione dei prodotti e il valore delle persone che ne fanno parte. È questo racconto che ha consolidato la notorietà di Kimbo, rendendolo un brand di riferimento nel mondo del caffè, con un know-how riconosciuto e affermato.
La sua brand essence si traduce infatti in una promessa chiara e distintiva: Kimbo il caffè di Napoli. Da oltre 60 anni, espressione del saper fare il caffè.
Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)
MILANO – Settimana all’insegna della volatilità per i mercati del caffè con entrambe le borse a nuovi minimi. A New York, il contratto principale (settembre) ha chiuso la settimana, venerdì 27 giugno, a 303,75 centesimi, il livello più basso dal 3 dicembre scorso. Ed è sceso, in corso di contrattazione, sotto la soglia dei 3 dollari, cosa che non accadeva dal 4 dicembre scorso.
A Londra, il contratto per scadenza settembre ha chiuso, mercoledì 25 giugno, a 3.524 dollari, minimo, per la scadenza principale dell’Ice Robusta, dal 20 maggio 2024.
In corso di contrattazione, il contratto è sceso sotto la soglia dei 3.500 dollari (minimo intraday a 3.490 dollari, chiusura a 3.524 dollari), fatto questo che non si verificava dal 21 maggio dell’anno scorso.
Il tutto nel corso di una settimana segnata inizialmente, lunedì 23 giugno, da una fiammata improvvisa dei prezzi, che ha spedito i benchmark di New York e Londra rispettivamente a 326,55 centesimi e a 3.904 dollari.
Un’impennata determinata dalle notizie meteo provenienti dal Brasile, dove l’arrivo del primo fronte freddo di questo inverno australe prefigurava il rischio di gelate in alcune aree del Minas Gerais e del San Paolo nel corso delle 72 ore successive.
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Bazzara per il ShorTS International Film Festival (immagine concessa)
TRIESTE – Bazzara, torrefazione artigianale triestina, conferma il suo impegno come sponsor di ShorTS International Film Festival per il quarto anno consecutivo. Una partnership ormai consolidata, basata su valori comuni come creatività, cultura e spirito di comunità – elementi essenziali che caratterizzano il successo della manifestazione.
Fortemente radicata nel territorio triestino, Bazzara è una torrefazione artigianale a conduzione familiare, riconosciuta da Forbes fra le 100 eccellenze del panorama alimentare italiano nel 2021. Nata nel 1966, da tre generazioni la torrefazione produce caffè di alta qualità in grani, macinato per moka, capsule e cialde, apprezzato da appassionati in tutto il mondo.
Valori condivisi e il senso di community
Nel corso degli anni, Bazzara si è evoluta fino a diventare una società benefit, distinguendosi a livello internazionale per la produzione artigianale di miscele d’eccellenza. Come società benefit, l’azienda mira non solo a raggiungere obiettivi commerciali, ma anche a generare un impatto positivo sulla comunità e sull’ambiente. A tale scopo si impegna a sostenere enti benefici locali, attività sportive giovanili e diverse attività culturali. Proprio in questa cornice si colloca la collaborazione con Maremetraggio per ShorTS International Film Festival, avviata già da 4 anni.
“Supportare la produzione artistica riflette quelli che sono alcuni dei nostri valori aziendali”, spiega Mauro Bazzara, amministratore delegato della torrefazione. “La creatività e la tecnica, elementi essenziali nel nostro mestiere di creatori di miscele di caffè, si incontrano idealmente con quelli dei produttori e registi cinematografici nella creazione delle proprie opere. ShorTS porta a Trieste partecipanti da tutta Italia e dall’estero, offrendo ai giovani talenti una vetrina per esprimersi, e contribuisce a rendere la città un centro culturale vivace, grazie a contenuti innovativi e stimolanti. Pertanto è un onore poter sostenere un’iniziativa di questo tipo”.
La creatività in ogni sua forma
La partnership fra Bazzara e Maremetraggio si fonda su una genuina condivisione di valori, fra i quali spicca la passione per l’arte, testimoniata anche dalla partecipazione della torrefazione con i cortometraggi fuori concorso nelle edizioni passate: La regina delle nevi (2022), Radici – Il segreto del caffè, all’origine di un viaggio (2023) e Pointbreak (2024), tutti diretti da Sergio Cinghiale aka Matteo Prodan.
Quest’anno, invece, Bazzara presenterà uno spot pubblicitario inedito, che verrà trasmesso in anteprima nella serata inaugurale del festival e accompagnerà il pubblico durante l’intera manifestazione.
Eccellenza del caffè artigianale triestino nel mondo
Bazzara produce caffè che, da Trieste, arriva in oltre 28 Paesi: un traguardo che le ha valso il settimo posto come “Campione dell’Export” nella classifica de Il Sole 24 ore e Statista nel 2022.
Il caffè artigianale Bazzara si distingue per la produzione in piccole quantità, caratterizzata da una tostatura lenta e calibrata specificamente per ogni singola origine, garantendo un prodotto gourmet in grado di soddisfare gli appassionati più esigenti, così come il palato di raffinati chef stellati. Questi ultimi, infatti, erano parte della giuria che ha assegnato per due anni consecutivi (2023 e 2024) il primo posto ai prodotti Bazzara durante i Luxury Food&Beverage Quality Awards di Milano. Tra le miscele premiate spicca il Dodicigrancru, sicuramente il caffè più amato, protagonista dello spot che verrà proiettato durante ShorTS International Film Festival. Questa miscela luxury, composta da dodici delle varietà Arabica più pregiate al mondo, è apprezzata per il suo equilibrio aromatico, caratterizzato da note floreali, vaniglia, mandorla e da un delicato retrogusto di tabacco e scorza d’arancia candita ricoperta di cioccolato fondente.
Ricordiamo agli spettatori di ShorTS e tutte le persone che avranno modo di partecipare alle iniziative del festival che potranno acquistare il caffè Bazzara online su https://shop.bazzara.it/ con la possibilità di spedizione in tutta Italia o ritiro dell’ordine presso la sede di Bazzara a Trieste, situata nell’elegante Casa Cassab in via Battisti 1.
Rhea Vending al Vending Show di Parigi (immagine concessa)
MILANO – Rhea France ha partecipato al Vending Show di Parigi con uno spazio espositivo pensato per far vivere ai visitatori l’eccellenza dell’offerta tailor-made dell’azienda: aree tematiche dedicate ai principali momenti di pausa caffè, che testimoniano come Rhea sappia rispondere alle nuove esigenze dei consumatori e dei professionisti del settore.
Un vero e proprio percorso esperienziale, organizzato in tre corner di ospitalità che hanno raccontato l’evoluzione del coffee break, nei luoghi e nei momenti che oggi definiscono il nostro modo di lavorare, connettersi e rilassarsi e dove o i visitatori hanno potuto degustare bevande gourmet, creative e rinfrescanti, preparate al momento.
“Oggi il caffè non è solo una bevanda, ma un momento per creare connessione, benessere e identità di brand. Al Vending Show abbiamo mostrato questa evoluzione, offrendo soluzioni che si inseriscono con naturalezza nei nuovi contesti dell’abitare, del tempo libero e del lavorare. Ogni corner del nostro stand parlava un linguaggio diverso, ma con un obiettivo comune: far sentire ogni persona al centro dell’esperienza.” commenta Stéphane Hameau, direttore generale Rhea France.
La macchina Rhea a Parigi (immagine concessa)
Un percorso in 3 diverse aree tematiche:
La prima area tematica richiamava l’atmosfera di un bar moderno ed elegante, ideale per lounge aeroportuali, B&B, boutique o reception. Qui la protagonista è stata la rhTT1.vho abbinata alla rhMM2 per offrire bevande con latte fresco, anche vegetale. I visitatori hanno potuto assistere alla preparazione live di ricette gourmet quali il latte matcha, il cappuccino cookies e il caffè crème brûlée. A completare l’esperienza, le macchine dell’acqua della linea rH2O, con una selezione di bevande fresche e dissetanti.
Quest’area è stata una vera e propria vetrina di stile, facilità d’uso e qualità dei prodotti di alto livello, un’offerta premium che unisce design e prestazioni per elevare la pausa caffè.
L’area tematica dedicata al vending, ha dimostrato come Rhea stia ridefinendo la distribuzione automatica per rispondere ai nuovi stili di consumo e alle aspettative di un pubblico sempre più esigente.
A guidare questa evoluzione la rhFS1 nella versione Hot & Cold, una macchina free standing multifunzione capace di rispondere ai trend del benessere e della personalizzazione. Dall’espresso del mattino all’acqua frizzante del pomeriggio, fino a bevande healthy come il soda alla frutta o lo shot di collagene, questa soluzione concentra innovazione tecnologica, versatilità e attenzione al benessere. Un vero concentrato di innovazione made in Rhea, pensato per adattarsi alle nuove aspettative dei consumatori e aumentare la qualità della vending experience.
La rivoluzione vending di Rhea (immagine concessa)
Infine, Rhea ha presentato le sue ultime soluzioni personalizzate per la preparazione di caffè, tè e bevande, con un’offerta completa pensata per rispondere alle esigenze del mondo horeca.
Macchine da caffè, distributori di tè e la linea rH2O per l’acqua: un’offerta completa di soluzioni premium, progettate per coniugare design, efficienza e qualità del servizio. Corner di ospitalità ideali per cucine all’interno di spazi di coworking, ristoranti e lounge o spazi business, in cui funzionalità e stile si incontrano per creare un’esperienza di beverage di prima classe..
La scheda sintetica di Rhea Vendors Group
Rhea Vendors Group, fondata da Aldo Doglioni Majer nel 1960, è tra i più importanti produttori al mondo di macchine per la pausa caffè. Da oltre sessant’anni, Rhea si contraddistingue per la forte impronta internazionale, design di altissimo livello, tecnologia all’avanguardia ed eccellenza del made in Italy.
Con headquarters e produzione in provincia di Varese e filiali in 10 paesi esteri, Rhea ha il vanto di diffondere la cultura della pausa caffè in 100 Paesi di tutto il mondo.
Da player del mondo del vending a precursore nell’utilizzo della distribuzione automatica nei settori del new retail, hotellerie e out of home, Rhea conferma la propria vocazione a interpretare e anticipare un mercato in continua evoluzione. Le nuove proposte di Rhea rivoluzionano il concetto dell’ospitalità, in contesti sia business che residenziali, con una proposta di valore per accrescere l’esperienza della pausa caffè.
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