domenica 26 Ottobre 2025
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Quattro donne in torrefazione: Linda Bacchi, Martina Lupi, Gabriela Montanez, Simona Rey

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Le donne nella torrefazione: Simona Rey, Martina Lupi, Linda Bacchi e Gabriela Montanez (foto concessa)

MILANO – La torrefazione, intesa proprio come processo di trasformazione del chicco verde, è un mestiere che per tanto tempo è stato collegato al genere maschile, complice anche la forza fisica talvolta necessaria quando si devono maneggiare carichi pesanti di materia prima. Le donne che in Italia stanno operando dietro le quinte dell’oro nero, faccia a faccia con i sacchi e le macchine, non sono tantissime, ma ci sono. Lavorano bene. Benissimo.

E quale occasione migliore della Giornata internazionale del caffè, per raccontarle?

Torrefazione al femminile, 4 storie

A partire da Simona Rey, una dei fondatori di Hub Coffee Lab che in realtà è entrata molto presto nel mondo del caffè, quando appena sedicenne nel 2008, ha vinto Maestri dell’Espresso Junior. Il bancone del bar però non era la sua vera strada, nella quale si imbatte durante la visita a Trismoka, dove si appassiona a tutto il processo produttivo. Fare scuola come roaster in Italia però, è risultato difficile e quindi: “Nel 2014 sono partita per Londra, dove ho potuto fare l’apprendista assistente della produzione e dove sono riuscita a fare carriera.

Una volta maturata una certa esperienza, sono tornata in Italia nel 2017, e qui per un breve periodo ho messo a frutto le mie competenze nel laboratorio di un micro roaster specialty: alla fine ho aperto con mio marito il nostro Hub Coffee Lab, all’interno del quale io mi dedico a tutta la parte di selezione, ricerca e tostatura. “

Alla domanda delle domande, ovvero, se questa differenza di genere è uguale anche in Inghilterra, la risposta arriva chiara: “In realtà devo dire che ho sentito meno questa distinzione di genere all’estero. Anzi, dove mi hanno presa come apprendista, da Monmouth, la stessa head roaster aveva una squadra di tostatori da coordinare.” Angela Holder è stata la sua maestra. In Italia invece, secondo la sua esperienza, dato che sono tante le torrefazioni industriali a lavorare con macchine di grandi dimensioni, la scelta di uomini come operatori dietro le operazioni produttive è un po’ obbligatoria.

Come racconta la stessa Simona, attualmente lei è in grado di gestire la fatica perché tosta con una macchina dalla capienza di 5 chili, una quantità che si riesce a gestire bene. “La movimentazione dei carichi e il oro spostamenti, è molto simile a quella che si potrebbe trovare in una panetteria.”

Simona Rey: “La dimensione artigianale della tostatura poi, è un aspetto che si presta molto con la donna.”

“Per cui lo scoglio della forza è solo un primo impatto che tuttavia si può superare facilmente. Innanzitutto, anche in questo, come in tutti gli altri mestieri dal crudista al barista, vale la preparazione professionale. E devo dire che mi ritrovo tra tanti colleghi con cui mi trovo bene, mi confronto, faccio dei cupping.”

Ma c’è una parte che al contrario si presta molto all’essere donne?

Simona Rey seleziona e valuta i caffè alla brasiliana (foto concessa)

Simona Rey non ci mette molto ad individuarla:” La creatività nel trovare le ricette, nel tostare lo stesso caffè e trarne risultati diversi fino a che non si trova la formula che lo valorizza di più. Ma anche reperire materie prima di qualità, che abbiano un buon rapporto qualità prezzo: anche queste sono fasi molto delicate, che spesso si dimenticano far parte dell’attività di un torrefattore, che non è solo l’operatore che carica e scarica i sacchi.

Mi occupo anche di costruire una rete di approvvigionamento: il direct trade per delle micro roastery piccole come la nostra è un po’ difficile per via dei volumi da raggiungere. Quindi una possibilità per instaurare un dialogo con i farmer è quella di girare per le Fiere, partecipando ai cupping nei vari World of Coffee.

Così si crea una relazione con il coltivatore e si prendono contatti con i trader, che sono gli unici intermediari nella nostra supply chain, necessari a trasportare, sdoganare e abbassare i costi della logistica e del rifornimento.

Poi non dimentichiamoci del packaging: la torrefazione senza un imballaggio ben studiato, rischia di mortificare tutto il lavoro fatto in precedenza. Per questo ci siamo occupati anche dello sviluppo di una latta sottovuoto con azoto che ci consente di spedire il nostro caffè all’estero e rispettare una più lunga shelf life.

E scendendo nel dettaglio di come sia fare la roaster di specialty a Desenzano del Garda, Simona racconta: “Non è vero che lo specialty non piace in Italia, basta non partire con qualcosa di troppo eccessivo. Da noi vengono anche le nonne a comprare le nostre proposte meno spinte, per prepararlo con la moka. Ci percepiscono come quella che una volta era la drogheria di quartiere”.

Il laboratorio è aperto per le visite: il periodo invernale, tutti i sabati sono organizzate delle coffee experience dove viene mostrato proprio come tostare il caffè o degli eventi per i turisti in visita al Lago di Garda, sotto prenotazione “Si osserva la tostata live, con una serie di assaggi in filtro e in espresso”.

Nell’Hub Coffee Lab si continua il circolo virtuoso, con la formazione delle torrefattrici del futuro: da poco è stata assunta Linda Bacchi, ragazza che si è laureata all’Università di Scienze Gastronomiche di Parma.

Linda Bacchi che si allena nel cupping (foto concessa)

E’ stata proprio lei a candidarsi spontaneamente per uno stage nella micro roastery, e attraverso questo periodo di tirocinio ha sviluppato la sua tesi di laurea sulla tostatura e l’analisi sensoriale. Attualmente si sta preparando per essere a tutti gli effetti l’assistente alla tostatura e all’assaggio, esplorando anche il nuovo CVA.

Linda Bacchi parte con la sua storia proprio con la tesi “Che si è basata su ricerche già svolte in precedenza, per lo più da uomini, sull’assaggio sensoriale legato anche al processo di tostatura.

Prima del mio tirocinio curriculare, avevo una conoscenza teorica e di base del caffè. Ho trovato Hub Coffee Lab in autonomia e mi sono voluta candidare spontaneamente per lavorare con loro appassionata soprattutto dalla loro attenzione sul discorso della sostenibilità.

La parte che mi interessava di più al momento è capire come questo processo possa essere personalizzato e così diventa un modo per ottenere un risultato che può venire incontro al gusto di tutti. Il fatto di dover considerare l’esistenza di un mondo vastissimo anche dal punto di vista delle abitudini di consumo, è stimolante.

Anche i processi sensoriali e la scienza dietro questa fase mi affascinano, e attorno a questi temi poi si è sviluppata la tesi. In seguito mi sono interessata anche ai vari passaggi successivi, con la scelta di un packaging che possa garantire la migliore conservazione possibile.”

Linda Bacchi: “La torrefazione non è un lavoro da uomini, anzi le donne si adattano molto”

“Ci vuole molta attenzione, studio, poi la parte fisica si supera. Vengo da un’azienda agricola che si regge molto sul lavoro delle donne, quindi la differenza non è un fattore che considero. La parte della miscelazione, di selezione, le quantità da prendere da un lotto, quali provenienze usare, sono tutti aspetti molto interessanti che esulano dal genere.”
E sul coinvolgimento delle Università in queste occasioni formative: “Bisognerebbe far sì che la stessa Università crei per prima i contatti per futuri tirocini.

Quando è stato il mio turno di cercare, tra le disponibilità generali, mancava proprio il nome di un’azienda torrefattrice a cui proporsi. Aver portato questa mia esperienza mi ha dato la possibilità di creare un precedente importante, un punto di inizio significativo per chi vorrà intraprendere questo mio stesso percorso. Avere inserito una micro roastery, ne sono convinta, darà i suoi frutti.”

E in conclusione: “Alle altre ragazze che sono incuriosite da questa parte della filiera, direi di considerare innanzitutto questa professione come percorribile. Ora come ora in effetti spesso non è neppure consigliata, ed è un peccato, perché è un mondo in cui si possono scoprire tante cose. La tostatura non è solo il processo di cottura, ma si esprime in diversi modi.”

E in questo panorama della torrefazione al femminile attorno alle macchine tostatrici, si affaccia anche Martina Lupi

Martina Lupi in laboratorio (foto concessa)

Collaboratrice di Chiara Bergonzi dentro la fucina di Lot Zero, micro roastery per lo specialty coffee dell’azienda Sevengrams: “Non ho mai avuto un ruolo definito, né nel lavoro né nella vita. Sono sempre stata guidata dalla curiosità e dal desiderio di conoscere un po’ di tutto, per sentirmi preparata ad affrontare qualsiasi situazione e dimostrare di essere una vera problem solver.

Lo stesso approccio l’ho portato nel mio percorso nel mondo del caffè: volevo non solo saperne parlare, ma anche saperlo estrarre in tutte le sue forme, assaggiarlo, selezionarlo. A un certo punto mi sono resa conto che mi mancava una competenza fondamentale: saperlo trasformare. E in fondo è proprio questa la fase che rende possibile la degustazione.”

“Che sia un lavoro da uomini? Non direi. Se vogliamo restare sull’ironia: quando si tratta di “cucinare”, le donne lo fanno da sempre. Ora semplicemente ce ne prendiamo anche il merito.”

E sullo stare accanto alla Queen della Latte art, stavolta nei panni di maestra dei profili di tostatura, aggiunge:” In azienda sono la sous-chef di Chiara Bergonzi, una delle tostatrici italiane più talentuose (no, non sono di parte… forse solo un po’).
Lavorare con lei è come stare in una cucina stellata: la ricerca è continua, la perfezione è l’unico obiettivo, e la soddisfazione… non pervenuta.

Pretende il massimo da sé e lo stesso da chi le sta accanto. E sì, è tosta – ma tostare, del resto, è il suo mestiere. Io so che esco dal lavoro sempre “baked”.”

Poi è il turno di Gabriela Montanez, la donna della micro roastery Santaromero:

Gabriela Montanez (foto concessa)

“Questo stereotipo è diffuso a livello globale e in generale in tutto il settore. Per quanto riguarda il ruolo proprio del torrefattore, il discorso si sposta sempre sulla forza fisica e in effetti, il tema esiste. Durante il processo, spostare i sacchi, caricare il verde nella macchina, in ambienti come le micro roastery in cui tutto è manuale, in effetti richiede una certa fisicità. Quando ci arriva un pallet, dobbiamo scaricarlo, aprirlo, sollevare il grano e per poterlo fare, è necessario avere la giusta prestanza.

Qualche tempo fa ho avuto una conversazione interessante con una donna che tostava a Londra e il discorso è girato sempre attorno alla domanda: per te, quanto è difficile tostare? Confrontandoci, il pensiero era simile. È vero che io sono molto allenata, faccio tanta palestra e riesco a sollevare fino a 35 chili, ma a volte farlo da sola, non è semplice. Il carico-scarico, è un punto che mi mette alla prova e sotto stress. Adesso operiamo su una macchina piccola da 3 kg, ma ovviamente il pensiero va al futuro quando avremo una macchina più grande e gestiremo quantità maggiori.”

Ma il lavoro della torrefazione non è soltanto questa fase

Specifica Gabriela che si parla di chimica, di botanica, di comprendere come costruire i profili per valorizzare la materia prima selezionata in origine. All’inizio il bello ovviamente sta proprio nel tostare e ne vedere come si sviluppa il chicco “Ma da un certo punto diventa un po’ il lavoro di un operaio – confessa Gabriela – Tuttavia resta il lavoro di ricerca, di programmazione degli acquisti anche delle importazioni future. Tostare non è un lavoro che si può limitare soltanto allo sforzo fisico.

C’è anche tutta la gestione del rapporto diretto con i produttori, che tendenzialmente, essendo io la colombiana della roastery, mi ha permesso di mettere da parte la questione di genere, salvo in pochissimi casi. Invece è più facile che questa disparità la senta in Italia, quando i clienti e i fornitori si rivolgono a Francesco piuttosto che a me, in quanto donna e anche straniera.”

Kimbo riceve un finanziamento di 5 milioni da Mediocredito Centrale e BdM Banca

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L'impianto industriale di Kimbo (immagine concessa)

NAPOLI/ROMA – Con un finanziamento di 5 milioni di euro, Mediocredito Centrale e BdM Banca supportano il piano di investimenti di Kimbo, storica azienda napoletana e primario produttore di caffè a livello internazionale.

Il finanziamento, che ha una durata di 5 anni, è stato erogato nell’ambito del plafond di 50 milioni di euro stanziato dalle banche del Gruppo MCC per supportare le imprese del comparto della torrefazione a far fronte alle difficoltà dovute all’incremento del prezzo del caffè e dei costi che ricadono sull’intera filiera.

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Un frame dello spot Kimbo (immagine concessa)

In particolare, l’operazione sosterrà il nuovo piano industriale che Kimbo ha varato nel 2025 e che vede l’azienda impegnata in un percorso di crescita internazionale fino al 2029.

Kimbo, simbolo del caffè di Napoli nel mondo, dal 1994 detiene il secondo posto nel settore retail del mercato italiano del confezionato (76% del fatturato aziendale). Ambasciatore dell’autentica tradizione italiana, continua a rafforzare la propria presenza sui mercati internazionali, consolidando il suo ruolo di brand globale, come dimostra la sua presenza nella serie Amazon Prime “Hotel Costiera”. Oggi l’azienda è presente in oltre 100 Paesi nel mondo, portando ovunque la qualità, l’esperienza, la passione e la sua celebre “tostatura scura” che da sempre contraddistinguono il marchio fondato nel 1963 a Napoli dai fratelli Elio, Francesco e Gerardo Rubino. A testimonianza della costante crescita all’estero (17% in più nel 2024), Kimbo, sempre più attiva anche in ambito di sostenibilità e solidarietà sociale con numerosi progetti culturali, ha sviluppato una solida e dinamica rete internazionale, che vede nelle consociate operative in USA e UK due roccaforti fondamentali.

Nonna e nipote bevono caffè Kimbo (immagine concessa)

“La nostra missione è far conoscere ovunque nel mondo il caffè di Napoli, non solo come prodotto di eccellenza, ma come esperienza unica, capace di unire persone e culture diverse – commenta Luca Piccini, Direttore della Business Unit Internazionale di Kimbo – “L’internazionalizzazione è un pilastro fondamentale per la nostra crescita”. “Nel piano 2025/29 sono previsti infatti investimenti importanti sia in capacità produttiva sia a supporto dello sviluppo del business in Italia e all’estero: dall’Est Europa alla Francia, dal Regno Unito agli USA”, conferma Massimo Iasi, Group CFO di Kimbo.

“In un momento complesso per la filiera del caffè, siamo particolarmente orgogliosi di supportare Kimbo, vera e propria eccellenza agroalimentare del Mezzogiorno, e i suoi progetti di crescita”, ha commentato Piero Ferettini, Responsabile Commerciale di Mediocredito Centrale. “Con questa operazione, MCC e BdM confermano il proprio sostegno alle realtà che uniscono tradizione, sostenibilità e capacità di competere sui mercati internazionali, generando un impatto positivo nei territori in cui operano”.

Training Center Kimbo (immagine concessa)

“Poter contribuire allo sviluppo di Kimbo, simbolo di eccellenza e qualità anche a livello internazionale, è per noi motivo di grande soddisfazione. Come banca di territorio, è nostro compito accompagnare la crescita delle imprese locali, favorendo investimenti e competitività, perché valorizzare realtà come questa significa generare sviluppo sostenibile e prospettive concrete per la comunità”, ha commentato Giovanni Castello, Responsabile Commerciale di BdM Banca.

Kimbo in tazzina (immagine concessa)

“Il mercato del caffè è fortemente segnato da criticità legate all’aumento dei costi del caffè crudo, ma noi di Kimbo abbiamo scelto con forza di non scendere a compromessi conclude Mario Rubino, chairman di Kimbo S.p.A.perché siamo convinti che la nostra qualità, costruita con impegno nell’arco di tutta la nostra storia, sia un valore primario da difendere”.

Oggi si festeggia in Italia e nel mondo la tazzina che si condivide con la Giornata internazionale del caffè

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La Giornata internazionale del caffè 2025 (foto dal video youtube)
La Giornata internazionale del caffè 2025 (foto dal video youtube)

MILANO – Il mondo del caffè riunito il primo ottobre, per celebrare questa bevanda che è un rituale con risvolti socio-culturali, ambientali ed economici. Per il Paese dell’espresso, la Giornata internazionale del caffè è una ricorrenza che assume caratteristiche ancora più legate alla tradizione e sono diverse le aziende che aprono le porte o organizzano eventi legandosi a questo momento.

A eccezion fatta per Usa e Canada e un una decina di altri paesi che hanno festeggiato lunedì 29 settembre il National Coffee Day, da non confondere naturalmente con la Giornata internazionale del caffè, che ricorre invece il 1° ottobre.

La tazzina è internazionale, fa il giro del mondo e ritorna dentro i bar, nelle case, tra gli scaffali del supermercato e nei coffee shop: qualsiasi sia il canale o la forma, l’importante è la condivisione di questo rito.

Che sia la Moka iconica, la cuccumella, dalla preparazione alla turca a quella in V60, passando per grani, macinato, capsule, decaffeinato o decerato, chiunque l’ha provato prima o poi nella vita. Alcuni senza smettere mai.

Giornata internazionale del caffè: condividere prima di tutto

Per far fronte comune rispetto ai cambiamenti che ormai sono inevitabili per l’intera filiera che deve dimostrarsi resiliente e all’altezza delle prossime sfide. Compresa l’entrata in vigore dell’Eudr, attualmente in fase di valutazione per il rinvio.

Intanto che si affrontano, insieme, ancora uniti si celebra un’abitudine che oltrepassa il concetto di semplice commodity. Così come suggerisce lo stesso claim di quest’anno: “Coffee is collaboration because…”

Usando l’hashtag #ICD2025 è possibile sentirsi parte della community di appassionati che rilanciano il proprio modo di interpretare questa bevanda.

Futures in ripresa per il meteo vietnamita, StoneX prevede un mercato in equilibrio del 2025/26

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Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)

MILANO – Prezzi del caffè in lieve ripresa nell’ultima seduta del mese e dell’annata caffearia 2024/25. Nella giornata di ieri, martedì 30 settembre, il contratto per scadenza dicembre dell’Ice Arabica ha guadagnato lo 0,7% risalendo a 374,85 centesimi. A Londra, il contratto per scadenza novembre si è rivalutato dello 0,3% concludendo a 4.200 dollari. Il principale fattore rialzista è stato, questa volta, il meteo vietnamita, con il passaggio del tifone Bualoi, che ha causato decine di vittime e dispersi e che ha colpito anche le aree del caffè allagando le piantagioni e danneggiando le vie di comunicazione.

Le notizie a disposizione sono, al momento, frammentarie e avremo maggiori dettagli sugli eventuali danni alle colture soltanto nei prossimi giorni.

I possibili sviluppi dei mercati del caffè nei prossimi mesi sono al centro di un’intervista rilasciata alla testata brasiliana Notícias Agrícolas da Fernando Maximiliano, analista di StoneX, di cui riassumiamo i passaggi salienti.

La volatilità attuale dei prezzi si osserva da tempo e dipende da una serie di fattori che stanno impattando il mercato, osserva in apertura Maximiliano

Innanzitutto, da stime fatte da StoneX, le scorte globali sono diminuite di 22 milioni di sacchi negli ultimi 4 anni.

Il basso livello degli stock tende a dare supporto ai prezzi del caffè, poiché si riduce la quantità di scorte tampone utilizzabili in caso di shock dell’offerta o interruzioni nella supply chain.

Dall’altro si osserva una forte inflazione nei prezzi del caffè, che si ripercuote negativamente sui consumi. Abic (l’Associazione brasiliana dell’industria del caffè, ndr.) ha accertato, ad esempio, che i consumi nel dettaglio brasiliano sono calati del 5,4% nei primi 8 mesi dell’anno.

Bisogna poi tenere conto del calo avvenuto quest’anno nella produzione di arabica in Brasile. Vi sono inoltre le incertezze legate alla situazione meteorologica attuale e alla quantità e distribuzione stagionale delle piogge nella cintura del caffè.

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HostMilano accende il gusto dell’ospitalità tra contaminazioni e business

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Il ritorno di HostMilano (immagine concessa)

MILANO – Esperienze che nascono dall’incontro tra mondi diversi ma contigui, sapori che si intrecciano dando vita a nuove opportunità di business: è questa la visione emersa a Il gusto dell’ospitalità, l’evento promosso da Fiera Milano e Host Milano con Confcommercio Milano che ha animato la Veranda Liberty di Palazzo Castiglioni lo scorso 12 ottobre.

Protagonisti assoluti i settori iconici del Made in Italy – pane, caffè, cioccolato, gelato e ristorazione – raccontati attraverso le voci delle associazioni di categoria e di personalità istituzionali.

HostMilano 2025, organizzata da Fiera Milano dal 17 al 21 ottobre prossimi, si conferma così hub internazionale dell’ospitalità e laboratorio di contaminazioni creative: con oltre 1.900 espositori da 54 Paesi, la manifestazione crea connessioni, stimola l’ibridazione tra filiere e anticipa i trend globali.

Un sistema che unisce filiere e territori

“Eventi come questo” ha commentato Francesca Cavallo, head of hospitality exhibitions di Fiera Milano, “sono fondamentali per valorizzare le sinergie. Host Milano è un sistema integrato in cui innovazione, sostenibilità e collaborazione sono al centro, capace di rafforzare il legame con tutti gli stakeholder e con il territorio”.

Il dinamismo trova conferma nei numeri. Nel primo semestre 2025 l’export mondiale dei settori rappresentati da Host Milano è cresciuto del +2,9% (fonte ExportPlanning), con i macchinari per gelato e refrigerazione a +8,6% e le macchine per caffè a +2,5%. In Italia la panificazione genera circa 13 miliardi di euro (fonte Confcommercio Milano), mentre il comparto del gelato vale oltre 4,5 miliardi con 600 milioni di porzioni artigianali consumate ogni anno (fonte Confcommercio Milano).

L’Italia resta anche il principale torrefattore europeo con oltre 556.500 tonnellate di caffè, pari al 25% della produzione UE (fonte Eurostat), mentre la ristorazione contribuisce con un valore aggiunto di oltre 59 miliardi di euro (fonte Epam Fipe Milano).

Tra pane giapponese, praline d’oro e gelato al pane

Il gusto dell’ospitalità si è trasformato anche in un percorso sensoriale, con degustazioni speciali che hanno messo in dialogo tradizione e innovazione: dallo shokupan giapponese proposto dai panificatori, alla Pralina Carato con foglia d’oro firmata da Davide Comaschi, fino al gelato al pane con quinoa e amaranto servito con un monorigine senza latte. Un assaggio della creatività che rende Host un palcoscenico unico per esplorare il futuro dell’ospitalità.

HostMilano 2025 è già pronta a dare forma a queste contaminazioni. Scopri di più e acquista subito online il tuo biglietto.

Essse Caffè partecipa alla Giornata del chicco con una doppia sessione di degustazioni

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L'evento Essse Caffè (immagine concessa)

BOLOGNA – In occasione della Giornata internazionale del caffè, Essse Caffè ha scelto Bologna per trasformare un gesto quotidiano in un momento di condivisione e inclusione. Sabato 27 settembre 2025, dalle 10 alle 13, le sale dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza si sono riempite di aromi, suoni e voci per una doppia sessione di degustazioni sensoriali dedicate a ragazzi e adulti ipovedenti.

Guidati dagli esperti coffee master Vito Campanelli e Thomas Pranzini, i partecipanti hanno intrapreso un viaggio attraverso i sensi: non la vista, ma il tatto, l’olfatto, l’udito e il gusto sono diventati i protagonisti. I chicchi tostati da accarezzare tra le mani, lo scoppiettio che annuncia la nascita dell’espresso, il profumo intenso che invade l’aria e il corpo vellutato della bevanda assaporata lentamente hanno permesso di riscoprire il caffè come rito collettivo e segno di identità culturale.

“È stata un’esperienza che ci ha fatto sentire parte di un’unica comunità – ha raccontato uno dei partecipanti, emozionato al termine della degustazione – Il caffè non è stato solo un sapore, ma un modo per entrare in relazione con gli altri”.

Uno dei momenti della giornata di approfondimento (immagine concessa)

L’iniziativa ha anche voluto dimostrare come la professione dell’assaggiatore di caffè non sia affatto preclusa a chi convive con una disabilità visiva. Anzi: l’affinamento degli altri sensi può trasformarsi in una risorsa preziosa, esaltando la sensibilità olfattiva e gustativa. “Essere assaggiatori significa avere la capacità di ascoltare i propri sensi – ha spiegato Vito Campanelli, Coffee Master & Brand Ambassador Essse Caffè – e in questo i nostri partecipanti alla degustazione hanno dimostrato una forza straordinaria”.

Bologna, comunità e inclusione

L’appuntamento, inserito nel mese tradizionalmente dedicato alla vista, ha ribadito l’impegno di Essse Caffè nel sostenere le fragilità sociali. L’Istituto Cavazza, punto di riferimento per l’autonomia e l’inserimento lavorativo delle persone ipovedenti, si è così trasformato in un luogo simbolico: non solo spazio di formazione, ma teatro di un’esperienza condivisa che ha intrecciato cultura, memoria e convivialità.

“Per i nostri ragazzi il caffè è diventato un ponte verso il mondo esterno – ha dichiarato Pier Michele Borra vicepresidente dell’Istituto Cavazza –. Iniziative come questa ci ricordano che l’inclusione non è solo una parola, ma un’esperienza concreta fatta di gesti, profumi e relazioni. Grazie a Essse Caffè, abbiamo mostrato come la disabilità visiva possa trasformarsi in un punto di forza e non in un limite”.

“Vogliamo che il caffè diventi un linguaggio che unisce – ha aggiunto Thomas Pranzini, Coffee Master & Controllo Qualità Essse Caffè – perché davanti a una tazzina le barriere si abbattono e si crea vicinanza”.

Accanto agli esperti e ai partecipanti, presenti anche i rappresentanti dell’azienda e dell’Istituto bolognese. Tra loro, il dottor Federico Bartolomei, coordinatore delle attività di ipovisione dell’Istituto Cavazza, e Chiara Segafredo, membro fondatore di Essse Caffè e parte della storica famiglia Segafredo, che ha sottolineato con orgoglio: “Vedere il caffè diventare occasione di incontro e inclusione è il modo più autentico per onorare la tradizione che portiamo avanti da oltre cent’anni”.

Presente anche Annamaria Mele, della Direzione Commerciale de La Spaziale. Da oltre quarantacinque anni parte integrante del tessuto bolognese, Essse Caffè ha scelto ancora una volta di legare la propria storia alla comunità. Sostenere i progetti dell’Istituto Cavazza significa per l’azienda rafforzare quel legame profondo con la città e i suoi cittadini.

Una tradizione candidata a patrimonio Unesco

La giornata ha assunto un significato ancora più ampio nel quadro delle celebrazioni promosse dal Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale, che guida la candidatura del rito del caffè espresso italiano a Patrimonio immateriale dell’umanità Unesco.

Il 1° ottobre, a Trieste, l’Antico Caffè San Marco ospiterà il convegno “L’espresso italiano oltre il caffè – Un rito culturale come patrimonio immateriale dell’umanità”, dedicato alle strategie di valorizzazione di questa pratica unica.

Come membro della comunità emblematica di Bologna, insieme a La Spaziale, Essse Caffè sostiene attivamente questo percorso. La candidatura Unesco rappresenta non solo un riconoscimento del rito espresso italiano, ma anche un’occasione per ribadire il suo valore come patrimonio condiviso, capace di unire le persone oltre le differenze.

“Il rito del caffè appartiene alla nostra quotidianità e alla nostra identità culturale – ha dichiarato Agata Segafredo, communications director di Essse Caffè – Con questa iniziativa abbiamo voluto dimostrare che il caffè non è soltanto una bevanda, ma un’esperienza capace di creare relazioni, generare inclusione e raccontare l’Italia, tutta, nel mondo. La candidatura Unesco rappresenta il riconoscimento di un patrimonio condiviso che supera ogni differenza”.

La scheda sintetica di Essse Caffè

Scienza, Sapienza e Specializzazione: tre “S” che riassumono perfettamente i valori e la filosofia di Essse Caffè, prestigiosa torrefazione bolognese fondata nel 1979 da Francesco Segafredo assieme alle sorelle Chiara e Cristina Segafredo. Oggi Essse Caffè è un marchio di successo in tutta Italia e all’estero, sinonimo di autenticità ed eccellenza, contraddistinto dall’inconfondibile family feeling delle sue miscele.

L’obiettivo? Garantire un prodotto di massima qualità, tutti i giorni, tutto l’anno, realizzando con cura l’intero processo, a partire dall’accurata selezione della materia prima.

Grazie alle collaborazioni universitarie – Facoltà di Agraria delle Università di Bologna, Cesena e Foggia – l’Azienda ha acquisito elevato spessore scientifico nel proprio settore, con conoscenze su ogni tipologia di caffè, dalla torrefazione al confezionamento, fino al caffè in tazzina.

Ai fondatori, oggi si affianca la quarta generazione di torrefattori della famiglia: Agata Segafredo, Pietro Buscaroli, Riccardo e Ruggero Auteri che condividono la missione imprenditoriale con uno sguardo imprescindibile verso il futuro.

La scheda sintetica dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza

L’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, fondato a Bologna nel 1881, è un centro di riferimento nazionale per inclusione, formazione e autonomia delle persone con disabilità visive. Da sempre attento ai cambiamenti sociali e tecnologici, offre opportunità innovative per studio, lavoro e vita quotidiana.

Le attività principali comprendono ricerca e sviluppo di ausili informatici, formazione professionale per nuove opportunità lavorative, educazione visiva e consulenza tiflo-pedagogica per famiglie, scuole e studenti non vedenti. L’Istituto fornisce inoltre servizi per ipovisione e sperimentazione di strumenti utili all’autonomia.

Tra i progetti culturali spiccano il Museo Tattile Anteros, con bassorilievi di opere d’arte, e il Museo Tolomeo, che intreccia arte e tecnologia. Dispone di un’ausilioteca pubblica, collabora alla sperimentazione di materiali didattici e promuove iniziative di comunicazione inclusiva come Radio Oltre, la rivista Vedere Oltre e libri accessibili. Grazie a un team multidisciplinare, il Cavazza si pone come un polo di innovazione e inclusione, impegnato ad abbattere barriere e a favorire la piena partecipazione di ciechi e ipovedenti.

La scheda sintetica de La Spaziale

La Spaziale è un’azienda italiana fondata nel 1969, specializzata nella produzione di macchine per caffè professionali. A conduzione familiare e tramandata alle nuove generazioni, si è affermata come leader mondiale grazie a qualità, innovazione e tecnologia, espressione del vero made in Italy.

Tutti i prodotti sono progettati e realizzati in Italia, tra Casalecchio di Reno e Jesolo; l’azienda conta oltre 150 dipendenti, più di 150 distributori e tre filiali commerciali in USA, Brasile e Romania.

Il marchio è sinonimo di qualità e innovazione grazie anche a un sistema brevettato di termoregolazione a vapore che assicura efficienza, costanza e risparmio energetico. La gamma di prodotti risponde a tutte le esigenze del mercato. Completano l’offerta i servizi di assistenza e formazione garantiti da tre training centre, a supporto continuo di partner e clienti.

Caffè Costadoro celebra il 1° ottobre rafforzando l’offerta formativa

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Caffè Costadoro per la Giornata internazionale del caffè (immagine concessa)

TORINO – Il caffè è molto più di una semplice bevanda: è un rito quotidiano, un gesto di convivialità, un elemento identitario che attraversa culture e generazioni. Con circa 2,5 miliardi di tazzine consumate ogni giorno nel mondo, rappresenta un’esperienza universale, simbolo di condivisione e tradizione.

Dal 2015, anno dell’Expo di Milano, il 1° ottobre è ufficialmente la Giornata internazionale del caffè: un appuntamento nato per celebrare il valore culturale di questa bevanda e promuovere una filiera etica e sostenibile.

Oggi questa ricorrenza è sempre più sentita e rappresenta un’occasione per riflettere sull’evoluzione del settore, sui nuovi stili di consumo, sulla crescente attenzione alla qualità e sull’urgenza di adottare pratiche responsabili.

Così, a dieci anni dalla prima celebrazione avvenuta su iniziativa dell’International Coffee Organization (ICO), la storica torrefazione di Torino Costadoro si fa sostenitrice di una visione consapevole del caffè: accanto alla promozione di prodotti di eccellenza, propone iniziative dedicate alla formazione e alla diffusione della cultura del caffè, perché conoscere ciò che beviamo è il primo passo verso scelte più consapevoli – per i consumatori, per chi lo produce e per il pianeta.

Per Costadoro, inoltre, la Giornata internazionale del caffè è anche l’occasione per accendere i riflettori su tre importanti valori: il rispetto, per il pianeta e per chi lavora lungo tutta la filiera, l’eccellenza, ricercata in ogni fase della produzione, e la cultura, intesa come condivisione del sapere tra tradizione e innovazione.

E per ribadire il suo impegno nel mantenimento di alti standard di impatto sociale e ambientale. In quanto B Corp, del resto, l’azienda è annoverata tra le aziende che guidano un movimento globale che si impegna quotidianamente in favore di un paradigma economico inclusivo, equo e rigenerativo.

La formazione come leva per la qualità

Per l’azienda, la qualità parte dalla conoscenza. Per questo, in occasione della Giornata Mondiale, rafforza il proprio investimento nella formazione professionale e culturale, con corsi dedicati ad addetti ai lavori e appassionati:

– Corso M1 – Italian Espresso Tasting (IIAC): Presso la Costadoro Academy di Torino, il 1° ottobre si terrà il corso per aspiranti assaggiatori organizzato con l’International Institute of Coffee Tasting, condotto da Carlotta Trombetta, Head of Quality & Impact dell’Azienda. Il programma unisce teoria, degustazione e una prova finale per ottenere la patente da assaggiatore.

– Coffee Stars – Ciclo di formazione specialistica: Dal 3 ottobre al 27 novembre, l’Academy ospiterà un calendario di incontri pensati per baristi, professionisti e coffee lovers, con approfondimenti su performance, latte art, mixology e metodi di estrazione.

Calendario corsi:

  • 3 ottobre – Come rendere il tuo bar più performante
  • 10 ottobre – Latte Art
  • 3 novembre – Mixology e caffè
  • 10 novembre – Corso generale sul caffè
  • 27 novembre – Brewing

Tutti gli altri momenti formativi sono costantemente aggiornati e sempre consultabili su questa piattaforma.

Promozioni e prodotti d’eccellenza

In occasione della ricorrenza, inoltre, Costadoro mette in evidenza alcune delle sue referenze più rappresentative:

– Costadoro RespecTo Bio, miscela biologica e certificata Fairtrade, sarà protagonista delle Settimane Fairtrade con una promozione online del 30%, con il codice sconto “fairtrade30”, valida dall’1 al 31 ottobre, utilizzabile sullo shop online della torrrefazione.

– Presso il Costadoro Social Coffee di Genova, sarà disponibile in offerta a 1,30 euro a tazzina lo Specialty Coffee Aswana, certificato Slow Food, che cresce selvatico nelle foreste di Flores (Indonesia). Un caffè pregiato, dal profilo aromatico ricco, che in estrazione regala note di spezie esotiche, caramello e tabacco dolce.

In definitiva, per Costadoro, la Giornata internazionale del caffè non è solo una celebrazione, ma un’occasione per ribadire i valori che guidano ogni sua scelta: cultura, qualità e responsabilità. Tre parole chiave che, tazzina dopo tazzina, definiscono una visione del caffè orientata al futuro.

La scheda sintetica di Costadoro

Caffè Costadoro, Azienda produttrice di caffè di Alta Gamma dal 1890, è presente in oltre 40 Paesi ed è diventata ambasciatrice dell’espresso italiano nel mondo mantenendo sempre saldo il legame con le sue radici torinesi.

Dopo i risultati ottenuti nel tempo in tema di sostenibilità e responsabilità sociale, Costadoro ha ottenuto la Certificazione B Corporation. Quest’ultima viene assegnata alle società che si impegnano a osservare alti standard di performance sociale e ambientale, di trasparenza e responsabilità e che operano nel rispetto di tutti gli stakeholder coinvolti nel sistema: dai fornitori ai clienti, passando per i collaboratori, con particolare attenzione alle generazioni future.

Fabio Verona su Rai Italia festeggia la Giornata dedicata al chicco nel programma Paparazzi

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fabio verona green pea
Fabio Verona (immagine concessa)

MILANO – Per la Giornata internazionale del caffè quest’anno, esce dai confini italiani Fabio Verona, esperto di questa bevanda e responsabile formazione ed eventi presso Caffè Costadoro. A parlare del chicco e di tutto ciò che vi sta dietro, è proprio lui nella trasmissione Paparazzi Rai Italia condotta da Filippo Solibello e Marco “the Professor” Ardemagni.

Fabio Verona racconta il caffè italiano e non

E lo fa in inglese, così come vuole il format di questo programma che va in onda in tutte le nazioni in cui Rai Italia trasmette (https://www.raitalia.it/) nel mondo.

Strutturato su 4 divisioni, il programma è al mattino ma dato che questo è un concetto relativo rispetto al cambio di fuso orario, la diretta potrebbe variare, ad esempio: a New York va in onda alle 7.30, a Buenos Aires alle 8.30, in Europa e Africa alle 12.00, mentre a Pechino alle 5 del mattino del giorno seguente.

Ma nessun problema, perché le puntate sono visibili on demand su Rai Play a questo link, previa registrazione.

Il commento dell’esperto

“L’espresso si sa e ormai diventato un’icona italiana nel mondo, e quando un italiano arriva all’estero la prima cosa che fa è andare alla ricerca spasmodica di una caffetteria per bere un buon espresso! In occasione della Giornata internazionale del caffè, grazie a Rai Italia, andremo a sfatare alcuni falsi miti che ancora aleggiano intorno al caffè e a portare valore ai produttori.

Sarà un bellissimo modo per essere vicini ai nostri connazionali con un brindisi virtuale a base di caffè. Il collegamento avverrà dalla scuola di formazione Barista&, di Matteo Dongiovanni, oggi anche show room Sanremo Coffee Machines, con sede a Veglie (Le). “

Morettino per l’International coffee day con il supporto per la candidatura dell’espresso a patrimonio Unesco

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caffè, bevanda che piace a tutti gli italiani
L'espresso da Morettino Lab (immagine concessa)

PALERMO – Mercoledì 1 ottobre tutto il mondo celebra la Giornata internazionale del caffè e anche Morettino, storica torrefazione di Palermo, dà vita a una serie di attività che hanno come scopo quello di diffondere la cultura di questa bevanda, tanto diffusa quanto poco conosciuta e valorizzata.

Un calendario di eventi che parte il primo ottobre e continuerà per tutto il mese di ottobre e quello di novembre, grazie anche alla collaborazione con il festival Le Vie dei tesori e la Comunità emblematica di Palermo del Rito dell’espresso italiano.

Si parte con l’evento “L’Espresso: i suoi valori sensoriali e sociali”, in programma presso il Morettino Lab (via Filippo Patti 30, Palermo Marina Yachting), con due sessioni: dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.

L’incontro, gratuito e aperto a tutti, prevede un educational con degustazione guidata, in collaborazione con la Comunità Emblematica Nazionale dell’espresso italiano, rappresentata a Palermo da Arturo Morettino, impegnata nel percorso di candidatura del Rito dell’Espresso Italiano a Patrimonio immateriale dell’umanità Unesco.

Oltre agli aspetti legati al gusto, l’evento approfondirà il valore simbolico del caffè come gesto quotidiano di condivisione e dialogo. I partecipanti avranno l’opportunità di esplorare diverse estrazioni di espresso con blend selezionati e specialty coffee, scoprendone le caratteristiche sensoriali e le storie legate alle origini e alle filiere sostenibili.

A partire dal 19 ottobre fino al 16 novembre, Morettino aderisce alla manifestazione Le Vie dei Tesori, aprendo le porte della Fabbrica museale del caffè (via Enzo Biagi 3/5). Il percorso guidato condurrà i visitatori dalla piantagione didattica al Museo del Caffè, offrendo una panoramica sulla storia, la cultura e la trasformazione del caffè.

All’interno della stessa iniziativa, presso il Morettino Lab, sarà possibile partecipare alle Specialty Coffee Experience, degustazioni guidate dedicate a diverse modalità di estrazione (espresso, moka, filtro) con caffè di alta qualità selezionati da filiere etiche. Appuntamento il 18 e 25 ottobre dalle 16 alle 17.

Diemme Academy ospita la finale della Diemme Experience Master Barista in occasione dell’International coffee day

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diemme
Diemme Academy (immagine concessa)

PADOVA – In concomitanza con l’International coffee day, Diemme Academy, il centro di formazione della torrefazione Diemme Industria Caffè Torrefatti, accoglierà la finale della Diemme Experience Master Barista, il contest ideato per valorizzare professionalità, tecnica e creatività dei baristi dei locali Diemme Experience, con l’obiettivo di premiare il miglior barista dell’anno 2025.

Il percorso di selezione, avviato nei mesi precedenti, ha coinvolto tutti gli operatori dei locali Diemme Experience. Ogni barista è stato invitato a proporre un proprio signature drink a base caffè, sviluppato secondo criteri di originalità, equilibrio gustativo e presentazione.

Dopo una prima fase di valutazione interna, la giuria tecnica ha individuato i quattro finalisti e i loro drink, ritenuti i più rappresentativi per qualità e innovazione.

Diemme Experience Master Barista (immagine concessa)

I finalisti che si sfideranno sul palco di Diemme Academy mercoledì 1 Ottobre sono:

• Irene Branchi – DXP Bassano
• Andrea Briganti – DXP Cesena
• Carmen Carruba – DXP Bologna
• Francesca Rosa – DXP Prato della Valle

Accanto a loro, sarà presente anche Alessia Galiani (DXP Prato della Valle), che riceverà una Menzione Speciale – Premio Creatività per la dedizione e la passione dimostrate nel percorso di gara, e che si esibirà con la presentazione del proprio drink.

I partner del progetto

Fondamentale per la realizzazione di questa prima edizione del contest è stato il contributo dei partner Fabbri 1905 e Instead of Milk.

Per le selezioni e lo sviluppo dei coffee drink, a tutti i partecipanti è stato fornito un kit base contenente una selezione di sciroppi Fabbri 1905, insieme alle bevande vegetali Instead of Milk, prodotti oggi particolarmente apprezzati dalle nuove generazioni e sempre più utilizzati nella mixology contemporanea.

Questi ingredienti hanno rappresentato la base di partenza per la creazione dei drink in gara, stimolando i baristi a esplorare combinazioni innovative e a interpretare il caffè secondo le nuove tendenze del consumo, soprattutto tra la Generazione Z, sempre più attenta a sperimentazione, sostenibilità e alternative plant-based.

Programma della giornata

• 16:00 – 16:30 – Preparazione delle postazioni e dimostrazione di Alessia Galiani

• 16:30 – 18:30 – Competizione finale: ciascun concorrente avrà a disposizione un massimo di 20 minuti per presentare il proprio drink

• 18:30 – Proclamazione del vincitore e brindisi conclusivo
Giuria

La competizione sarà giudicata da una giuria composta da professionisti del settore e figure di riferimento per il mondo del caffè e della mixology. Tra loro il capo della giuria tecnica Pierpaolo Meneguolo, Responsabile della Formazione Diemme Academy, che porterà in valutazione la sua esperienza didattica e tecnica maturata a stretto contatto con i baristi.

• Matteo Brigulio – Direttore Commerciale Diemme spa.

• Alberto Capuzzo – Innovation Manager DXP srl.

• Alessandro Cattani – Brand Ambassador Fabbri 1905 Spa

• Fabrizio Omoboni – Brand Ambassador Instead of Milk

Premiazione

Il riconoscimento al primo classificato sarà consegnato da:

• Giannandrea Dubbini – Presidente e Amministratore Delegato Diemme Spa
“Con questa iniziativa vogliamo dare spazio e visibilità ai giovani talenti dei nostri locali, premiando la loro creatività e la passione con cui interpretano ogni giorno la cultura del caffè” – dichiara Giannandrea Dubbini, Presidente e Amministratore Delegato Diemme Spa.

L’evento rappresenta un’occasione di incontro e confronto tra professionisti e appassionati, nonché un momento di condivisione aperto a tutti coloro che vorranno assistere alla gara, sostenere i partecipanti e celebrare insieme l’International Coffee Day con un brindisi finale.

È possibile registrare la propria presenza su Eventbrite cliccando qui