sabato 17 Maggio 2025
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Export brasiliano di marzo in calo di un quarto a meno di 3,3 milioni di sacchi, Genova 3°porto di destino quest’anno

MILANO – Nuova battuta d’arresto, a marzo, per l’export brasiliano: secondo i dati diffusi nella prima serata di ieri, mercoledì 9 aprile, da Cecafé, le esportazioni di caffè in tutte le forme del Brasile sono diminuite di quasi un quarto (-24,9%) rispetto allo stesso mese dell’anno scorso risultando pari a 3.287.281 sacchi.

L’export di caffè verde è sceso a 2.952.344 (-26,5%), di cui 2.813.762 (-10,7%) di arabica e 138.582 (-83,9%) di robusta.

Più contenuto (-7,1%) il calo delle vendite di caffè trasformato (principalmente solubile), che sono pari a 334.937 sacchi.

fonte: Cecafé

L’export brasiliano di caffè in tutte le forme del primo trimestre è, a sua volta, in flessione dell’11,3%, a 10.707.100 sacchi.

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Fipe: e Andrea Illy entra nel consiglio direttivo della Federazione pubblici esercizi

ROMA – Andrea Illy presidente di illycaffè S.p.A. entra nel Consiglio di Fipe-Confcommercio per il suo indiscutibile ruolo nella valorizzazione del mondo dei pubblici esercizi con l’obiettivo di contribuire a migliorare i rapporti di filiera e rafforzare il valore sociale, culturale, identitario oltre che economico del nostro modello di offerta.

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Andrea Illy nel consiglio direttivo di Fipe (immagine concessa)

La nomina testimonia la volontà della Federazione di consolidare il dialogo con autorevoli protagonisti della filiera del fuori casa e di aprirsi al contributo di idee e valori di personalità di elevata competenza.

Andrea Illy nel consiglio direttivo di Fipe

“Siamo particolarmente orgogliosi di accogliere Andrea Illy nel nostro consiglio direttivo”, dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio. “La sua autorevolezza, la lunga storia imprenditoriale e istituzionale e la capacità di visione a livello internazionale rappresentano un valore aggiunto prezioso per Fipe in un momento in cui i pubblici esercizi italiani sono chiamati a rinnovarsi e rilanciarsi, mantenendo salde le proprie radici culturali”, conclude Stoppani.

Andrea Illy: “Il rapporto tra il caffè e i pubblici esercizi è essenziale. Per i pubblici esercizi il caffè rappresenta una componente strategica, mentre per l’industria i bar italiani promuovono la cultura del caffè italiano, pilastro del nostro Stile di Vita”.

Illy aggiunge: “Grazie a ciò, negli ultimi decenni, il caffè da commodity è diventato prodotto esperienziale, con grandi benefici per la crescita e la sostenibilità sociale ed ambientale di tutto il settore a livello globale. Ringrazio Fipe-Confcommercio e il Presidente Stoppani per la fiducia e sono pronto a portare avanti attività di formazione e azioni di sensibilizzazione che aumentino il valore percepito della tazzina e il saper fare degli esercenti, anche tramite sinergie con la filiera e partnership pubblico private”.

Il consiglio direttivo si rafforza, inoltre, con l’ingresso di Massimo Lauro, Direttore Risorse Umane di Chef Express del Gruppo Cremonini, un’altra importante azienda del settore della ristorazione.

Ceado presenta la nuova serie di macinacaffè REV: TITAN, ZERO e STEEL

SPINEA (Venezia) – Ceado, azienda italiana fondata nel 1999 a Venezia e oggi leader di mercato nella produzione di macinacaffè, macine, attrezzature da bar e coffee brewers, annuncia il lancio ufficiale della nuova serie di macinacaffè REV, una linea top di gamma che segna un nuovo standard tecnologico nel mondo del caffè professionale.

Con la Serie REV, Ceado rivoluziona il concetto stesso di macinatura, introducendo un approccio olistico e attivo alla gestione di tutti i parametri fisici dell’estrazione, garantendo costanza, precisione e un’espressione aromatica senza precedenti.

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Michele Girardi, ceo di Ceado (immagine concessa)

“In Ceado non ci limitiamo a macinare bene il caffè. Progettiamo ogni dettaglio pensando all’intero processo di estrazione, perché per noi la qualità nasce dall’equilibrio perfetto tra tecnica e gusto. Non ci chiediamo solo come si macina, ma cosa serve davvero per farlo al meglio, affinché ogni tazza racconti la sua storia” afferma Michele Girardi, ceo di Ceado.

L’innovazione Ceado: i parametri fisici dell’estrazione sotto controllo

La serie REV integra le più avanzate tecnologie brevettate Ceado, gestendo in modo coordinato e intelligente tutti i fattori che influenzano il risultato in tazza:

Precisione del peso: la tecnologia WAM (Weight Adjustment Module) garantisce dosi costanti con una precisione estrema. Il modulo è intercambiabile e si installa in meno di due minuti, rendendolo uno strumento indispensabile per la ripetibilità delle ricette.

Controllo della ritenzione: grazie al sistema Sweep-Out, ogni dose è sempre fresca, priva di contaminazioni da residui di caffè e ricca di gas volatili che esaltano aroma e complessità.

Stabilità della granulometria: il sistema Steady Lock mantiene costante la distanza tra le macine, anche sotto carichi intensi, contrastandone l’espansione termica e assicurando uniformità nella dimensione del macinato.

Gestione della temperatura: il sistema GTM (Grounds Temperature Management) regola l’accumulo termico mantenendo una temperatura stabile del caffè macinato, per estrazioni uniformi, indipendentemente dal volume di utilizzo.

Tre modelli, un’unica filosofia: l’eccellenza

REV STEEL – Con macine piane in acciaio da 83 mm (durata 900 kg), è ideale per le miscele espresso, offrendo un equilibrio perfetto tra corpo e nitidezza aromatica.

REV TITAN – Dotato di macine da 83 mm con rivestimento in titanio (durata 2,5 tonnellate), è perfetto per ambienti ad alto volume. Assicura rapidità di estrazione e sapore costante, valorizzando la percezione del corpo anche nelle bevande a base di latte.

REV ZERO – Macine piane da 83 mm con rivestimento in red-speed di titanio e alluminio (durata 4 tonnellate) che valorizza il profilo aromatico, è il modello più innovativo della gamma, con tecnologia avanzata e sistema Sweep-Out potenziato, garantisce la massima espressione aromatica a ogni dose.

REV ZERO (immagine concessa)

Silenzioso, facile da pulire e progettato per il barista moderno

La serie REV è progettata anche per garantire la riduzione del rumore: la camera di macinatura dal peso di 2,5 kg, la componentistica in gomma e il motore separato dalle macine montato su sospensioni riducono al minimo la propagazione delle vibrazioni e del rumore.

In più, pulizia e manutenzione sono semplici e rapide: il beccuccio è rimovibile, il filtro dell’aria e le macine sono facilmente accessibili, e bastano solo 3 viti per smontare la testata senza necessità di ritarare la macinatura successivamente.

Interfaccia intuitiva e completamente personalizzabile

L’interfaccia utente della serie REV è progettata per massima ergonomia e personalizzazione: layout del menu dosi modificabile, menu a scorrimento, avvisi per la manutenzione predittiva, cinque modalità di attivazione della macinatura e flusso d’aria programmabile.

Per ulteriori informazioni sulla serie REV e sull’intera gamma Ceado basta cliccare qui  oppure scrivere a info@ceado.com.

Lavazza con l’Istituto espresso italiano per certificare la nuova gamma di miscele Tales of Italy

BRESCIA – L’Istituto espresso italiano (Iei), l’unico organismo in Italia che vanta un profilo sensoriale e un disciplinare di prodotto depositati, accoglie nella propria compagine Lavazza che utilizzerà la certificazione Iei per valorizzare Tales of Italy, la nuova collezione di miscele dedicate ai professionisti che reinterpreta la tradizione dell’espresso italiano in chiave moderna.

“Siamo orgogliosi di dare il benvenuto a Lavazza all’interno dell’Istituto espresso italiano (Iei) – ha commentato Luigi Morello, presidente dell’Istituto espresso italiano – questa adesione rappresenta un passo importante per tutta la filiera e conferma il valore del nostro impegno nella promozione della cultura dell’espresso italiano, in Italia e nel mondo. Il progetto Tales of Italy è perfettamente in linea con la nostra missione: raccontare l’eccellenza, la storia e l’identità dell’espresso come simbolo dell’italianità”.

“Lavazza ha scelto di aderire alla certificazione dell’Istituto espresso italiano (IEI) per valorizzare il lancio della nuova gamma Tales of Italy” – ha dichiarato Michele Cannone, Lavazza Brand Away from Home Director – attraverso questa collaborazione, vogliamo garantire standard qualitativi sempre più elevati, offrendo una certificazione riconosciuta e una formazione specializzata per i nostri trainer e baristi, contribuendo così alla diffusione di una cultura del caffè autentica e stimolante per il consumatore finale. Unendo tradizione e innovazione, ci impegniamo a valorizzare l’espresso italiano contemporaneo secondo Lavazza e IEI in tutto il mondo.”

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

 L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di più di 700 milioni di euro. Per maggiori info basta cliccare qui.

La scheda sintetica di Lavazza

 Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un fatturato di oltre 3 miliardi di euro e un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.

Rapporto ristorazione Fipe: consumi a 96 miliardi, l’occupazione sale a 1,5 milioni di unità ma cala il numero di imprese, -1,2%

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ROMA Un anno di moderata crescita, che vede il consolidamento dei trend positivi osservati nel 2023, ma anche la persistenza di diverse criticità strutturali. È questa la fotografia scattata dal Rapporto ristorazione 2025 di Fipe – Confcommercio sul settore. Il rapporto annuale della Federazione dei pubblici esercizi è stato presentato il 9 aprile a Roma, alla presenza del presidente Lino Enrico Stoppani, del direttore del Centro Studi Luciano Sbraga e del presidente dell’INPS Gabriele Fava.

Il Rapporto ristorazione Fipe: numeri alla mano

Tra le principali evidenze che emergono dal Rapporto c’è la crescita del valore aggiunto a 59,3 miliardi di euro, dando continuità dunque al trend positivo che ha progressivamente portato prima a recuperare e poi superare il livello pre-pandemia: rispetto al 2023 c’è stata una crescita in termini reali dell’1,4%.

In aumento anche i consumi, a oltre 96 miliardi di euro, +1,6% in termini reali sul 2023, ma ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia (-6%). Un risultato che va interpretato anche alla luce del rallentamento della crescita economica.

Nel 2024 si è attestato a 328 mila il numero di imprese, in calo dell’1,2% sull’anno precedente. A mostrare la maggior contrazione sono i bar (-3,3%), come risultante della migrazione verso altri modelli di offerta (ristorazione) e delle crescenti difficoltà in cui si imbatte questo format.

Sullo sfondo un sentiment delle imprese che resta positivo anche per l’anno in corso sebbene in sensibile rallentamento e da rivedere alla luce delle turbolenze economiche in atto.

Sul versante dei prezzi, il 2024 si è chiuso con aumenti medi al di sopra del 3%in forte calo rispetto al +5,8% del 2023 ma al di sopra del tasso di inflazione generale. L’aggiustamento dei listini nella ristorazione, così come avviene generalmente nei servizi, segue modalità e tempi ben diversi da quelli dei beni. Complessivamente, allargando lo sguardo agli ultimi tre anni si registra un tasso di crescita dei prezzi del 14,6%, a fronte di un’inflazione generale del 15,4%.

Prosegue inoltre la propensione a investire da parte delle imprese: nel 2024 oltre il 40% delle imprese ha effettuato almeno un investimento, per un valore complessivo stimato in 2 miliardi di euro.

Focus del Rapporto è stato il tema delle risorse umane: il 2024, infatti, è l’anno in cui si consolida ulteriormente il trend positivo dell’occupazione. Nel 2024 sono 1,5 milioni gli occupati in bar, ristoranti, aziende di banqueting e mense, di cui oltre 1,1 milioni dipendenti. Rispetto al 2023 si registra un incremento complessivo di circa cinque punti percentuali mentre i lavoratori dipendenti sono cresciuti del 6,7%, pari, in valore assoluto, a 70mila unità.

Anche questo fattore produttivo, tuttavia, presenta delle ombre: la crescita dell’occupazione non è accompagnata da un parallelo aumento della produttività, che anzi cala di mezzo punto percentuale rispetto al 2023 e soprattutto si mantiene ben al di sotto dei livelli di dieci anni fa.

Un dato che merita invece di essere segnalato riguarda la composizione della forza lavoro dipendente che, in un Paese profondamente segnato dal calo demografico e dall’invecchiamento della popolazione, ha il 39,7% di lavoratori under 30, che arriva al 61,8% considerando anche gli under 40. Tuttavia, la categoria che registra il maggior incremento è quella degli over 50 (+10% sul 2023) in linea con quanto sta avvenendo nel mercato del lavoro.

Persistono, infine, le difficoltà strutturali nel reperire personale, soprattutto qualificato: in questo versante, il mismatch tra domanda e offerta di competenze continua ad aumentare la sua forbice.

“Il Rapporto 2025 restituisce un quadro estremamente composito sul settore della ristorazione, alle prese con un lungo recupero dei livelli pre-pandemia che, tuttavia, non sembra essersi ancora concluso”, ha commentato Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio.

Stoppani aggiunge: “Le perduranti difficoltà nella ricerca di personale qualificato, nonostante la crescita complessiva degli occupati, deve far accendere un faro sulle prospettive del settore in termini di mantenimento degli elevati standard di offerta e di servizio che lo hanno sempre contraddistinto. Le leve devono essere indirizzate a rafforzare sicurezza contrattuale e stabilità economica; e riguardo al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro ha rappresentato un passaggio importante, migliorare la flessibilità organizzativa, anche intervenendo sui modelli di business delle imprese ed investire sui fronti della formazione professionale partendo dalla scuola”.

Circana: Daniele Gilli è il nuovo amministratore delegato

MILANO – Circana, azienda leader nelle soluzioni di analisi e insight di mercato, annuncia un cambiamento alla guida della propria organizzazione. A partire dal 1° Aprile 2025, Daniele Gilli, attuale direttore commerciale di circana, è stato nominato amministratore delegato, succedendo ad Angelo Massaro.

Con una profonda conoscenza del mercato e una solida esperienza maturata all’interno dell’azienda, Daniele è pronto a guidare Circana in una nuova fase di crescita e innovazione, mantenendo un forte focus sulla centralità del cliente e sull’evoluzione delle soluzioni data-driven.

“Sono orgoglioso di assumere questo nuovo incarico e di poter continuare a lavorare con un team eccezionale. Insieme, rafforzeremo ulteriormente la nostra posizione di partner strategico per le aziende che vogliono competere in un mercato in continua trasformazione,” ha dichiarato Daniele Gilli.

Circana ringrazia Angelo Massaro per il suo contributo e la leadership dimostrata nel corso degli anni, e gli augura ogni successo per il futuro.

La scheda sintetica di Circana

Circana è un’azienda leader nella fornitura di tecnologia, intelligenza artificiale e dati agli operatori del largo consumo e di beni durevoli, produttori e distributori, impegnati a ottimizzare il loro business. Le analisi predittive e la tecnologia di Circana consentono ai clienti di misurare la loro quota di mercato, comprendere il comportamento dei consumatori che la guida e accelerare la crescita.

La piattaforma tecnologica Liquid Data dell’azienda è alimentata da un vasto set informativo di alto valore e da algoritmi intelligenti sviluppati in sei decenni di esperienza nel settore. Con Circana, i clienti possono intraprendere azioni immediate per preparare il futuro ed evolvere le loro strategie di crescita in un’economia sempre più complessa, dinamica e in continua evoluzione.

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Louis Vuitton: a Milano apre il primo cafè e ristorante in Via Montenapoleone

All’interno del nuovo concept store della Maison francese Louis Vuitton, in via Montenapoleone a Milano, aprono Da Vittorio Café Louis Vuitton e DaV by Da Vittorio Louis Vuitton. Il caffetteria e il ristorante sono guidati dagli chef Chicco e Bobo Cerea. L’inaugurazione è avvenuta l’8 aprile. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Martina Di Iorio pubblicato sul portale d’informazione Cibo Today.

Il cafè di Louis Vuitton a Milano

MILANO – La notizia è ormai è certa e l’attesa è terminata. Apre il primo ristorante e caffè della Maison d’alta moda francese Louis Vuitton, all’interno dell’ottocentesco Palazzo Taverna Radice Fossati al civico 2 di Via Montenapoleone a Milano.

Come vi avevamo già dato anticipazione in questo articolo, a firmare la proposta gastronomica c’è la famiglia Cerea del noto impero gastronomico partito con il ristorante Da Vittorio a Brusaporto, in provincia di Bergamo, e che oggi conta locali, collaborazioni e servizi catering in tutta Italia.

Il ristorante di Louis Vuitton ha una doppia natura. Infatti da una parte c’è Da Vittorio Café Louis Vuitton, una caffetteria bistrot con una proposta più leggera e informale, che copre l’intero arco della giornata dal mattino presto, all’interno della corte di Palazzo Taverna.

Dall’altra c’è DaV by Da Vittorio Louis Vuitton con un ingresso separato, in Via Bagutta 1, e rappresenta il ristorante d’alta cucina pensato dai fratelli Bobo e Chicco Cerea per la Maison francese. Ecco cosa si mangia.

Il restauro del Palazzo e i due locali firmati Da Vittorio

Palazzo Taverna è una delle strutture più belle di Milano e di stampo neoclassico, riprogettato ora dall’architetto Peter Marino. Qui, oltre al ristorante e caffetteria, c’è anche lo show room milanese della casa di moda del Gruppo LVMH. Dove un tempo sorgeva il cortile centrale di Palazzo Taverna troviamo il nuovo Da Vittorio Café Louis Vuitton, aperto il 4 aprile 2025. L’ingresso è sormontato da una balaustra con un porticato anche se si può accedere dalla porta principale del negozio.

Il tema della natura è sviluppato in tutto il locale, che sembra un giardino d’inverno sormontato da un soffitto in vetro. Tante le piante, a sottolineare questo legame bucolico: palme, lari e verde in generale che qui, come in tutto il negozio, è curato dal paesaggista milanese Marco Bay.

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Aicaf presenta i nuovi corsi di formazione avanzata per torrefattori e professionisti

BRESCIA – Il mese di maggio si apre con importanti novità formative dedicate a torrefattori, assaggiatori e operatori del settore caffè. Aicaf – Accademia italiana maestri del caffè – lancia tre corsi di alta specializzazione, pensati per approfondire le competenze tecniche e sensoriali, con un focus sull’eccellenza e sull’aggiornamento continuo.

06 maggio – Green & roasting avanzato

Un corso avanzato dedicato alla tostatura, alla selezione del caffè verde e alle curve di tostatura personalizzate. Ideale per chi desidera ottimizzare i propri profili aromatici, comprendere l’impatto delle variabili tecniche sul risultato in tazza e affinare il controllo qualità.

12 maggio – Cupping specialty

Un appuntamento interamente dedicato al mondo dello specialty coffee e al protocollo per il cupping. I partecipanti impareranno a valutare oggettivamente le caratteristiche sensoriali del caffè e a distinguere pregi, difetti e potenziale di ogni campione.

19 maggio – TDS & Sensory

Un corso innovativo che unisce analisi chimico-fisica e sensoriale: misurazione del TDS, rapporto estrazione/acqua e interpretazione dei dati per migliorare costantemente l’esperienza gustativa. Una formazione tecnica pensata per chi vuole portare precisione scientifica nella degustazione.

Perché partecipare

  •  Approfondimento tecnico di alto livello
  •  Strumenti pratici per migliorare la qualità in torrefazione
  •  Aggiornamento continuo per restare competitivi nel mercato dello specialty
  •  Network con professionisti del settore

I corsi si terranno presso la sede Aicaf a Brescia e sono aperti a tutti i professionisti che vogliono investire nella propria crescita.

Per informazioni e iscrizioni: 
info@aicaf.com   www.aicaf.com

Caffè: berlo sei ore prima di dormire potrebbe avere effetti negativi sul sonno, lo studio

Bere caffè nell’arco delle sei ore prima di coricarsi potrebbe avere ripercussioni negative sulla qualità del sonno e sul riposo generale: questa è la conclusione dello Sleep Disorders & Research Center presso l’Henry Ford Hospital di Detroit. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Donna Moderna.

Gli effetti del consumo di caffè prima di dormire

MILANO – Caffè sì, ma con moderazione e un’occhio alle lancette dell’orologio. Secondo gli studi dello Sleep Disorders & Research Center presso l’Henry Ford Hospital di Detroit, è infatti sconsigliabile bere caffè nell’arco delle sei ore prima di andare a dormire.

Newsweek ha intervistato il dottor David Benavides, medico specialista in medicina del sonno, in merito ai risultati secondo i quali l’assunzione di caffeina anche sei ore prima di andare a letto può disturbare significativamente il sonno, ridurne la durata e avere effetti negativi sul riposo generale.

“La caffeina blocca l’adenosina, la sostanza prodotta dal nostro corpo che regola il ritmo del sonno e cresce durante le ore di veglia, aumentando la voglia di dormire”, spiega Benavides. Fino a quando abbiamo caffeina in corpo, l’effetto calmante dell’adenosina viene fissato e le cellule nervose rimangono attive.

“Se la caffeina è ancora presente nel nostro corpo prima di coricarci, l’azione stimolante non si esaurisce anche se il più delle volte non ce ne accorgiamo – continua il medico come riportato su Donna Moderna -. Gli studi hanno inoltre suggerito che, oltre a ridurre il sonno, la caffeina potrebbe compromettere la qualità di quello profondo, essenziale per molteplici funzioni, tra cui il recupero muscolare”.

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Delices à emporter di Cesare Gialdi: ecco la pasticceria francese a Catania

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Delices à emporter di Cesare Gialdi è diventato in poco tempo un punto di riferimento per chi vuole provare il meglio della burrosa produzione transalpina a Catania: un esperimento unico in Sicilia per il segmento bar pasticceria. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Francesco Seminara per il quotidiano La Repubblica.

Delices à emporter di Cesare Gialdi

CATANIA – Cesare Gialdi, siciliano, classe ’73, dopo un passato forense e una brillante carriera da direttore commerciale ha deciso, durante il Covid, di buttare tutto all’aria e percorrere la burrosa strada della pasticceria francese. Strada impervia già di suo, ma resa ancora più singolare dalla collocazione geografica del novello maître pâtissier: Catania, terra di cassate e cannoli, non esattamente immediata nel recepire francesismi di sorta.

Basti pensare che nel dialetto siciliano esiste un termine, “Anfrancisiàri”, che indica tutte quelle arie tipiche di chi vuole mistificare la sostanza, retaggio evidente della dominazione angioina. E di molta aria è fatta la pasticceria francese, specie gli sfogliati.

Una passione, quella per le colazioni dolci e salate, che Cesare ha trasformato in uno dei suoi punti di forza. Così, il primo dicembre del 2021, nasce “Delices à emporter”, piccola pasticceria francese al centro di Catania ed esperimento unico in Sicilia per questo segmento.

“La mia idea era quella di portare a Catania un croissant sfogliato a regola d’arte, fatto con burro francese di alta qualità, croccante fuori e scioglievole dentro – racconta Gialdi – Mi capita ancora che qualcuno entri, incuriosito dalla bellezza della nostra vetrina, per poi chiedere un cannolo, un iris o un panzerotto (tipico dolce della colazione catanese, ndr) e diventa l’occasione per spiegare cosa facciamo e soprattutto cosa siamo: una pasticceria di ispirazione francese e così rimarremo”.

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