giovedì 28 Agosto 2025
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Lara Caballini di Sassoferrato, Dersut, sull’Espresso italiano champion: “Enorme soddisfazione”

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Da sinistra: Carlo Odello, presidente Iiac, la vincitrice Giulia Ruscelli e Lara Caballini di Sassoferrato, amministratrice delegata di Dersut Caffè (immagine concessa)

CONEGLIANO (Treviso) – Si è conclusa presso l’Auditorium conte Vincenzo Caballini di Sassoferrato, la competizione Espresso italiano champion promossa dall’Istituto espresso italiano (Iei). A distinguersi su tutti è stata Giulia Ruscelli, che ha conquistato il titolo di campionessa italiana 2025 grazie a una performance impeccabile per tecnica, precisione e aderenza ai rigorosi parametri dell’Espresso italiano certificato.

Prima donna a vincere la competizione, Giulia ha accolto l’annuncio della sua vittoria con stupore e incredulità, consapevole dell’altissimo livello dei contendenti. Professionista meticolosa e preparatissima, ha dedicato la vittoria con commozione alla sua bimba, Gemma.

Secondo Annalisa Renzi, direttrice di gara: “Non ci sono stati intoppi perché tutti i concorrenti erano molto preparati. Non abbiamo assistito, infatti, a grandi penalità da parte dei giudici.”

La competizione (immagine concessa)

Anche Nadia Giacomelli, giudice tecnico, ha confermato l’elevata preparazione dei partecipanti, sottolineando la giovane età della maggior parte di essi: “È la prova che il mondo del caffè si sta evolvendo e si fa portatore di nuovo entusiasmo e nuove voci, sempre nel rispetto della tradizione dell’espresso italiano.”

Una meritata menzione va anche agli altri finalisti, che hanno combattuto con determinazione fino all’ultimo espresso e cappuccino: Tianyu Wang, Luca Cellizza e Matteo Colzani.

Lara Caballini di Sassoferrato, amministratrice delegata di Dersut Caffè, ha voluto rivolgere un messaggio di stima e incoraggiamento: “È naturale leggere un accenno di delusione nei volti dei concorrenti che non hanno raggiunto il titolo, ma devono ricordarsi che sono tutti modelli per i professionisti del settore.”

Prosegue Caballini: “Aver ospitato questa prestigiosa competizione è stata un’enorme soddisfazione ed emozione per la sana competitività che si è respirata in questi due giorni, una competitività che è fondamentale per innalzare il livello qualitativo del lavoro di barista.”

I concorrenti (immagine concessa)

La manifestazione ha suscitato attenzione anche da parte dei media locali, che hanno seguito e raccontato l’evento con partecipazione e interesse. L’ad di Dersut ha concluso sottolineando l’importanza della comunicazione: “La comunicazione di eventi come questo dev’essere trasversale, non limitata agli operatori del comparto caffè. Deve superare i confini del settore ed esercitare una forza attrattiva anche verso l’esterno, a beneficio del nostro amato espresso italiano certificato.”

La Moka Challenge di Aicaf e Altoga con Bialetti torna a HostMilano, 21/10

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Moka Challenge 2025 (immagine concessa)

MILANO – In occasione di HostMilano 2025, torna uno degli eventi più attesi dagli amanti della Moka Challenge, la competizione ufficiale dedicata alla moka e alla tradizione italiana del caffè. Organizzata da Aicaf – Accademia italiana maestri del caffè e Altoga – Associazione nazionale torrefattori e importatori di caffè e Grossisti alimentari, la gara si svolgerà il 21 ottobre 2025, presso il Villaggio del caffè, all’interno della manifestazione, e vedrà sfidarsi professionisti e coffee lover in prove tecniche e sensoriali che celebrano l’estrazione con moka.

La Moka Challenge di ritorno a HostMilano

Partner ufficiale dell’evento sarà Bialetti, storico marchio simbolo della moka nel mondo, che fornirà attrezzature e caffè per la competizione, accompagnando i concorrenti in questo percorso di valorizzazione del caffè italiano.

La Challenge punta a esaltare non solo la tecnica, ma anche la conoscenza della materia prima e la capacità di raccontare, attraverso ogni tazzina, il rito quotidiano di milioni di italiani.

 21 ottobre 2025Villaggio del Caffè – HostMilano 2025

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Massimo Zanetti, Virtus Segafredo Bologna: “Da quando sono presidente abbiamo vinto un trofeo all’anno”

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massimo zanetti
Massimo Zanetti (immagine concessa)

Massimo Zanetti, presidente della Virtus Segafredo Bologna, ha appena vinto uno scudetto  segnando un grande punto a favore nell’eterno duello con Milano. L’imprenditore parla del bilancio della società affermando che non ha intenzione di tornare a Treviso. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Paolo Calia per il portale Il Gazzettino.

Massimo Zanetti sulla Virtus Segafredo Bologna

TREVISO – Osservandolo dalla Marca gli sportivi trevigiani, dal basket al calcio, si mangiano le mani: “Ma perché un imprenditore così non investe a Treviso?”, è la domanda delle domande che tutti si fanno e a cui nessuno ha forse veramente voglia di rispondere. Ma questo è il sentimento che ispira uno come Massimo Zanetti, trevigiano doc, proprietario dell’azienda di lavorazione del caffè Segafredo Zanetti e della holding Massimo Zanetti Beverage Group. Una potenza mondiale.

E per di più grande appassionato di sport che, da decenni ormai, ha scelto di puntare su Bologna, prima nel calcio e poi nella pallacanestro. Con la sua Virtus ha appena vinto uno scudetto splendente, clamoroso, segnando un grande punto a favore nell’eterno duello con Milano. Un successo che accresce i rimpianti trevigiani. Anche perché, col solito garbo, sottolinea: “Un ritorno nella Marca? Impensabile. Quando finirà la mia esperienza con la Virtus chiuderò con lo sport”.

Zanetti, quindi non c’è nessuna speranza di un suo ritorno a Treviso?

“Ma no, ormai sono a Bologna da tanto. A Treviso ho già dato nel calcio, nel ciclismo e non solo, poi sono andato via. Diciamo che qualche aspettativa è stata disattesa”.

L’hanno mandata via?

“Guardi, non facciamo polemiche. Sto a Bologna e va bene così”.

Dopo dieci anni di investimenti nella Virtus qual è il suo bilancio?

“Sicuramente positivo. Da quando sono presidente abbiamo vinto un trofeo all’anno: una coppa l’ho sempre portata a casa. Quello di quest’anno è il mio secondo scudetto. Ci voleva dopo tre campionati vinti di fila da Milano: almeno ci alterniamo”.

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Il Gruppo Caffo 1915 acquista Cinzano, vermouth e spumanti, per 100 milioni di euro

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Il logo del Gruppo Caffo

Il Gruppo Caffo 1915 ha acquisito Cinzano per 100 milioni di euro, ampliando il proprio portafoglio e consolidando la presenza globale nel settore delle bevande alcoliche. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Nino Amadore per il quotidiano Il Sole 24 Ore.

L’acquisizione di Gruppo Caffo 1915

LIMBADI (Vibo Valentia) – Il Gruppo Caffo 1915, proprietario del marchio Vecchio Amaro del Capo e non solo, è il nuovo proprietario di Cinzano, dal 1757 sinonimo di vermouth e spumanti d’eccellenza.

Un’operazione da 100 milioni di euro per il Gruppo calabrese (ha la sede principale a Limbadi in provincia di Vibo Valentia) che negli anni scorsi ha messo a segno altri acquisti importanti e iconici come l’amaro Borsci San Marzano e Petrus Boonekamp.

L’annuncio del Gruppo Campari

E’ stato Campari Group ad annunciare di aver raggiunto un accordo per la cessione del business di Cinzano. La vendita “dei vermouth e sparkling wine Cinzano e Frattina” – afferma Simon Hunt, ceo di Campari Group, come riportato da Il Sole 24 Ore – “segna un passo fondamentale nella nostra strategia di razionalizzazione del portafoglio attraverso la cessione di brand, consentendo di aumentare il focus commerciale e di marketing sui nostri brand principali. Siamo molto lieti di firmare questo accordo con Gruppo Caffo 1915, un’azienda focalizzata sullo sviluppo di brand nel settore delle bevande alcoliche con una forte ambizione internazionale, dunque un player ideale per sostenere lo sviluppo futuro di questi brand”.

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I dolcificanti potrebbero aumentare la fame: la parola agli esperti

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dolcificante dolcificanti
Dolcificanti nelle bevande calde

Uno studio sul sucralosio avvalora l’ipotesi che i dolcificanti aumentino la fame. L’idea è che il sapore dolce non seguito dall’introito di calorie mandi in confusione un’area del cervello che controlla l’appetito. L’effetto è più marcato nelle persone in sovrappeso. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Tiziana Moriconi per il quotidiano La Repubblica.

L’effetto dei dolcificanti sul cervello

MILANO – Che effetto hanno i dolcificanti sul nostro cervello? Lo stesso dello zucchero? Ed è uguali per tutti? Diciamo subito che generalizzare le risposte non è possibile, ma già da tempo alcuni studi suggeriscono che gli edulcoranti a zero calorie possano avere l’effetto collaterale di aumentare la fame. All’elenco si aggiunge ora la ricerca della Keck School of Medicine della University of Southern California (Usa) e dell’Università di Tubinga (Germania) pubblicata su Nature Metabolism.

L’esperimento

Grazie alla risonanza magnetica, gli studiosi sono andati ad osservare cosa accade nel cervello di 75 persone normopeso, in sovrappeso e con obesità dopo il consumo di tre bevande: acqua contenente sucralosio, un dolcificante molto utilizzato anche in Europa (identificato con il codice E955); acqua contenente una dose di zucchero da tavola (saccarosio) che conferiva lo stesso grado di dolcezza; oppure soltanto acqua.

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Fipe: la ristorazione è la prima voce di spesa digitale dei turisti stranieri in Italia con oltre 5,5 miliardi

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La ristorazione si conferma la prima voce di spesa dei viaggiatori stranieri in Italia (immagine concessa)

ROMA – Con oltre 5,5 miliardi di euro spesi tramite moneta elettronica, la ristorazione si conferma la prima voce di spesa dei viaggiatori stranieri in Italia, rappresentando più del 26% del totale rilevato dal rapporto “Tourism and Incoming Watch” di Nexi e Ministero del Turismo. Se si prende come riferimento la spesa complessiva stimata da Banca d’Italia in 54 miliardi di euro complessivi, il valore attribuibile alla ristorazione supera i 14 miliardi di euro.

“Questi dati – commenta Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio – certificano il ruolo cruciale della ristorazione nella spesa dei turisti internazionali e l’alto grado di digitalizzazione dei pagamenti del comparto, che registra un utilizzo sempre più esteso dei pagamenti elettronici, anche nelle transazioni di piccolo importo”.

La ristorazione è determinante in tutti i mercati strategici per il turismo italiano: in particolare in Europa occidentale, con Germania e Francia in testa, e nel Nord America, dove i viaggiatori statunitensi si confermano i più fidelizzati. Proprio da queste aree provengono i cosiddetti food lovers, turisti che destinano alla ristorazione una quota di spesa superiore del 70% rispetto alla media.

Dal punto di vista geografico, oltre alle grandi città d’arte (Roma, Milano, Venezia, Firenze, Napoli), emergono anche distretti turistici ad alta attrattività per gli stranieri come la Costiera Amalfitana, Pompei, le colline toscane, le Cinque Terre, i laghi di Garda e Como, la Costa Smeralda.

A fronte di questa crescita, la Federazione Fipe rilancia anche il tema del costo delle commissioni sui pagamenti elettronici, che resta particolarmente gravoso per le piccole transazioni e che, per favorire un’ulteriore diffusione della moneta digitale, dovrebbe essere azzerato.

NKG Bero Italia, Uberto Marchesi e Donato Pensa: “La stima sulla produzione mondiale ’25-/’26? Oltre i 173 milioni di sacchi”

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NKG Bero Italia
Conilon raccolto 25-26 (foto concessa)

GENOVA – Uberto Marchesi e Donato Pensa, co-managers di NKG Bero Italia, di Genova, tornano su queste pagine a commentare l’attuale contesto che stanno vivendo gli attori della filiera, tra mercati con prezzi impazziti, difficoltà di reperimento della materia prima, EUDR, logistica sempre complessa.

Per NKG Bero Italia, inizia Uberto Marchesi rispondendo alla domanda: negli ultimi due mesi i futures del caffè hanno perso oltre 20% del valore, quali sono i motivi?

“Gli ultimi “crop survey” effettuati dal nostro Statistical Unit hanno evidenziato un miglioramento delle previsioni per i raccolti 25/26, soprattutto per quanto riguarda Conilon e Uganda. Inoltre quest’anno una parte molto limitata di caffè brasiliano é stata venduta in anticipo, il flusso di nuovo raccolto sta quindi creando pressione sulle borse.”

Il raccolto (foto concessa)

Questa tendenza può continuare nei prossimi mesi?

Donato Pensa si unisce alla conversazione: “I fondamentali sono ribassisti, con un trend di produzione in rialzo e consumi in leggera contrazione. Ad ogni modo ci sono ancora moltissime variabili in gioco che potrebbero contribuire ad estendere la grande volatilità attuale: un contesto geopolitico instabile, l’inverno brasiliano, i livelli di stocks certificati, l’impatto dell’EUDR.”

Parlavate prima di crescita produttiva di Brasile Conilon e Uganda, sono le origini del futuro?

Uberto Marchesi: “Secondo le nostre stime il Conilon andrà a produrre poco meno di 28 milioni di sacchi, un quantitativo analogo al Vietnam, grazie agli importanti investimenti fatti dai produttori e all’irrigazione. L’Uganda é un produttore sicuramente dal grandissimo potenziale, non a caso il Gruppo Neumann inaugurerà a breve a Kampala lo stabilimento di lavorazione del verde più grande in Africa.”

Il comparto Arabica invece?

Torna Donato Pensa di NKG Bero Italia: “Per quanto riguarda il Brasile é ormai consenso generale una produzione vicina ai 40 milioni di Arabica, contrariamente alle previsioni catastrofiste di un importante operatore del settore. Continua la sofferenza del Centro America, che si trova a lottare alla ricerca di manodopera dopo l’importante flusso migratorio degli ultimi anni. Nonostante i livelli di borsa, le “remesas”, ovvero soldi che vengono spediti in origine dagli emigrati, rappresentano una fonte di entrata più remunerativa rispetto al caffè.”

Quali sono le vostre stime per quanto riguarda il raccolto di quest’anno del Brasile e del Vietnam?

Uberto Marchesi: “Per quanto riguarda il 25/26 le nostre stime sono di 67.2 milioni di sacchi per quanto riguarda il Brasile, 39.6 di Arabica e 27.6 di Robusta, mentre per il Vietnam possiamo indicare il raccolto attuale a 27.2 milioni (di cui 26 di Robusta) mentre le previsioni sul raccolto successivo, previsto per la fine di quest’anno, sono di una possibile crescita a 29.2 milioni (di cui 28 di Robusta). Anche nel caso del Vietnam infatti, i produttori hanno investito molto nella produzione caffeicola e sembrano oggi lontana l’ipotesi di una massiva sostituzione con altre colture.”

Ritenete che il raccolto brasiliano di arabica 2026/27 possa essere potenzialmente da record, come si sostiene da più parti?

Donato Pensa: “Il potenziale per vedere un raccolto record sicuramente c’è tutto, la minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici però anche. Nel caso il meteo fosse finalmente favorevole, considerando gli importanti investimenti in produttività e espansione territoriale, potremmo davvero andare incontro ad un raccolto brasiliano su livelli record, fra i 45 e i 50 milioni di sacchi di Arabica. E’ però essenziale che queste sempre più frequenti e forti escursioni di temperatura che ormai si verificano durante l’inverno brasiliano non facciano dei danni rilevanti.”

Quali sono le stime da NKG Bero per quanto riguarda produzione e consumi mondiali relative a questa annata e alla prossima?

Uberto Marchesi: “La produzione mondiale nell’anno caffeicolo 2025/26, secondo le ultime stime al rialzo, dovrebbe superare i 173 milioni, in aumento di oltre 3 milioni di sacchi rispetto al precedente. Per quanto riguarda la domanda è davvero molto complesso fare un’analisi attendibile, anche per via dei flussi di importazione estremamente irregolari degli ultimi mesi, a causa dei problemi logistici e dello “spettro” EUDR. Considerando i mercati maturi in contrazione e i mercati emergenti non esplosivi come gli anni precedenti, possiamo ipotizzare un calo di domanda di circa lo 0.5%, da 172 a 171 milioni di sacchi.”

Quali scenari possiamo ipotizzare per un futuro a medio lungo termine? Quale ruolo possono e devono svolgere i paesi consumatori per rendere sempre più sostenibile e resiliente la filiera del caffè?

E ancora Donato Pensa: “Se già è complesso fare previsioni attendibili sulla produzione agricola, fortemente condizionata dai cambiamenti climatici, è ancora più difficile stimare con precisione la domanda a medio-lungo termine, soprattutto in vista della crescita demografica attesa in molti paesi emergenti consumatori.

Ci auguriamo un futuro di maggiore stabilità dei prezzi, anche attraverso una diversificazione degli ingredienti in miscela, ma soprattutto un percorso di conoscenza e valorizzazione della nostra meravigliosa materia prima.

In uno scenario in cui il costo del lavoro e i consumi nei paesi produttori continueranno verosimilmente a salire, per garantire una filiera davvero sostenibile e resiliente è indispensabile che tutti gli attori, soprattutto nei paesi consumatori, contribuiscano attivamente al trasferimento del valore lungo tutta la filiera, fino al consumatore finale.”

A proposito di conoscenza, come sta andando il progetto “Coffee Culture” di NKG Bero?

Ultimo evento Coffee Culture in collaborazione con Nordic Approach (foto concessa)

Uberto Marchesi in chiusura: “Molto bene. I tre moduli Workshop, Master e Coffee Journey sono ben avviati e a breve pubblicheremo il calendario per le sessioni autunnali. Previsto un altro appuntamento con Nordic Approach per gli amanti dei caffè specialty e entro fine 2025 partiremo con giornate di approfondimento su specifiche origini. Le prime tre che faremo? Brasile, Etiopia e … sorpresa!”.

illycaffè acquisisce il controllo del 100% del distributore svizzero

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Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè (immagine concessa)

TRIESTE – illycaffè S.p.A. comunica di aver acquisito il controllo del 100% del distributore svizzero con sede a Thalwil.  “Il mercato svizzero è altamente strategico per dimensione, premiumness e potenziale, rappresentando una significativa area di crescita per il brand. L’acquisizione si inserisce altresì nella più ampia strategia di rafforzamento del presidio diretto nei mercati chiave europei”, ha commentato l’amministratore delegato Cristina Scocchia.

 Attraverso questa acquisizione illycaffè potrà ampliare la propria presenza in tutti i principali canali distributivi, potenziare la brand experience e incrementare l’efficienza operativa, in linea con i propri obiettivi di crescita e di sviluppo internazionale.

L’operazione rappresenta un’ulteriore conferma della volontà dell’azienda di proseguire nel proprio piano di investimenti nonostante il contesto macroeconomico e geopolitico complesso e la continua volatilità del prezzo del caffè verde che è triplicato negli ultimi tre anni.

 La scheda sintetica di illycaffè

Azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica. Ogni giorno vengono gustate più di 10 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 135 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 24 paesi del mondo.

Nel 2024 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €630 milioni. La rete monomarca illy conta 157 punti vendita in 28 Paesi.

Usda: così le nuove previsioni su produzione, commercio e consumi mondiali di caffè

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Usda Brasile
Il logo del dipartimento dell'agricoltura di Washington

MILANO – Produzione mondiale a nuovi massimi storici – grazie soprattutto alla crescita dei raccolti in Vietnam, Indonesia ed Etiopia – export in lieve aumento e consumi mondiali sempre sostenuti: questo il quadro delineato dal report semestrale del Servizio agricolo estero (FAS) del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (Usda) “Coffee: World Markets and Trade”, per l’annata 2025/26.

Il report dedica il focus di apertura all’Uganda, paese che ha quasi raddoppiato la sua produzione (perlopiù di robusta) nel corso degli ultimi 10 anni.

L’export di caffè ha raggiunto, l’anno scorso, il valore di 1,1 miliardi di dollari, pari a quasi il 20% delle entrate valutarie della nazione africana.

L’Italia è di gran lunga il massimo mercato e conta per il 39% delle esportazioni. L’Europa assorbe circa i due terzi dell’export ugandese.

L’anno scorso, una nuova legge ha sciolto la storica Autorità ugandese per lo sviluppo del caffè (Ucda) trasferendo le sue attribuzioni al ministero dell’agricoltura, allo scopo di ridurre i costi ed efficientare l’operatività.

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Lavazza Training Center, Carpigiani Gelato University e Vitaletti Academy promuovono la ricerca nel mondo delle spezie con la masterclass

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tuttofood masterclass spezie
La masterclass Caffè, spezie e gelato (immagine concessa)

ROMA Con il progetto “Le spezie, il linguaggio del gusto”, la Vitaletti Academy di Italpepe continua a diffondere la cultura delle spezie, coinvolgendo importanti partner del food & beverage. L’ultima iniziativa ha visto la realizzazione di due masterclass, organizzate in collaborazione con Lavazza Training Center e Carpigiani Gelato University, in occasione dell’ultima edizione di TuttoFoodper raccontare in chiave del tutto inedita l’utilizzo delle spezie nel mondo del gelato e del caffè.

Il progetto “Le spezie, il linguaggio del gusto”

Sebbene l’uso delle spezie in cucina sia ormai consolidato – per arricchire i piatti dal punto di vista aromatico/gustativo e benefico – nel mondo del gelato il loro impiego resta ancora limitato a spezie più comuni come vaniglia e cannella o a quelle più di tendenza come la fava tonka.

Diletta Poggiali, docente della Carpigiani Gelato University e specialista in Storia e cultura dell’alimentazione – ha illustrato l’importanza di saper combinare spezie ed erbe aromatiche, creando gelati innovativi e sorprendenti.

La chef, insieme ai docenti della Carpigiani Gelato University, ha dimostrato come la forma e il trattamento delle spezie – intere, in polvere, fresche o disidratate, tostate o macinate – influenzino profondamente il profilo aromatico del prodotto finale. Un esempio emblematico è il pepe lungo, che può sprigionare note piccanti o balsamiche a seconda del tipo di lavorazione.

“Le spezie rappresentano un vantaggio concreto per i professionisti del settore: vengono utilizzate in quantità minime e il loro impatto sul food cost è limitato – ha dichiarato Diletta Poggiali – ma sono in grado di donare originalità e raffinatezza. Anche una semplice sfumatura aromatica, se ben dosata, può rendere un gelato unico e indimenticabile”.

Il desiderio di sperimentazione ha coinvolto anche Lavazza con il suo Training Center che ha reinterpretato il rito dell’espresso con l’utilizzo di spezie come cardamomo, zenzero, chiodi di garofano e pepe di Sichuan, trasformandolo in un’esperienza aromatica unica e in un rituale capace di creare connessioni benefiche per il corpo e la mente.

L’aggiunta di gelato fiordilatte Carpigiani o l’impiego di caffè gourmet Lavazza Factory 1895 – come il colombiano El Paraíso, della regione del Cauca, con note di mango e vaniglia – eleva il piacere del caffè a un’esperienza multisensoriale.

“Non è solo gusto: è una coccola rigenerante – ha dichiarato Alessandro Cocco, Training center manager Lavazza durante la masterclass. Rendere il caffè un rito consapevole di vitalità quotidiana, arricchito da spezie e ingredienti naturali, rappresenta anche un’opportunità per ridurre l’uso di zucchero o dolcificanti. È un modo semplice per onorare il presente e costruire un futuro più sano, un sorso alla volta”.

Le ricette della Masterclass

  • Gelato fior di mentolo (ottenuto con infusione di mentuccia ed eucalipto) con caffè Planger arricchito da zenzero.
  • Caffè in infusione con chiodi di garofano, servito con gelato fiordilatte blendizzato con polvere di chiodi di garofano.
  • Caffè in infusione con pepe di Sichuan, accompagnato da gelato fiordilatte.
  • Gelato fiordilatte alla base con caffè e, in superficie, emulsione al cardamomo.

Per scoprire la Masterclass a TuttoFood 2025

Caffè, gelato e spezie si fondono in un’esperienza sorprendente.

 La scheda sintetica di Italpepe

Italpepe è un’azienda italiana che da oltre 50 anni crede nel fascino misterioso delle spezie, che ogni giorno accompagnano e danno colore alla nostra vita. Un brand garanzia di eccellenza, ricercatezza, sostenibilità e qualità. Un’eccellenza che persegue con l’attenta selezione dei prodotti, con la tutela della biodiversità e delle specialità locali in via d’estinzione. Rifornisce le principali insegne della grande distribuzione ed esporta i suoi prodotti in tutto il mondo.