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Addio a bicchieri e cannucce di plastica nei bar: Milano ci prova col piano plastic free

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MILANO – Il caso di Amburgo, niente plastica negli edifici pubblici, e di altre città europeo sta facendo scuola. Adesso la sfida contro la plastica continua e trova spazio in un’iniziativa che ha coinvolto gran parte del capoluogo lombardo.

Contro il consumo di tutti gli accessori usa e getta, il progetto Milano plastic free. Un piano volto alla sensibilizzazione dei pubblici esercizi e, tramite la loro adesione, anche dei consumatori finali verso una scelta più consapevole dell’oggettistica di plastica.

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Ovviamente, trattandosi di un’operazione di sola diffusione e condivisione di una filosofia più eco sostenibile, ciascun esercente potrà liberamente scegliere le modalità di adesione.

Pertanto, alcuni baristi potranno ad esempio decidere di adottare soluzioni alternative alle bottiglie e ai bicchieri di plastica, i privati al sistema delle capsule di caffè di plastica; come, qualora fossero interessati a partecipare, le aziende di distribuzione automatica della città potranno informarsi sulle possibilità che non prevedono la plastica dei bicchieri nelle vending machine.

Saranno poi i volontari di Legaambiente a guidare ciascun imprenditore verso l’opzione migliore per sostituire i prodotti in plastica. Sempre a discrezione di chi deciderà di avventurarsi in questa prima fase di sperimentazione.

Milano plastic free: la libertà dalla plastica passa dai bar

E’ la sperimentazione che vede coinvolte circa 200 esercizi commerciali, tra negozi e locali dei quartieri Isola e Niguarda di Milano. Questa campagna è stata promossa dal Comune con lo scopo finale di sensibilizzare l’intera città verso un uso più sostenibile della plastica.

Il progetto nel dettaglio

Più nello specifico sono 54 tra ristoranti, bar e attività di somministrazione e 147 negozi di vicinato a partecipare al piano. Saranno poi i volontari di Legambiente, attraverso una capillare strategia porta a porta, a coinvolgere i titolari e i gestori di tutte le attività.

Gli esercizi aderenti riceveranno quindi la vetrofania disegnata ad hoc per l’occasione. I volontari affiancheranno ogni esercente. Insieme analizzeranno la tipologia e i consumi di plastica all’interno di ogni singola attività. Infine, proporranno in alternativa l’adozione di prodotti capaci di assolvere al medesimo uso ma più rispettosi dell’ambiente.

Non mancheranno anche azioni di sensibilizzazione esplicitamente rivolte ai clienti degli esercizi

Infatti verranno distribuiti materiali informativi ad hoc consentiranno ai clienti di saperne di più sugli stili di consumo sostenibili. Così da adottare comportamenti corretti nello smaltimento delle plastiche biodegradabili.

La campagna però, è bene precisarlo, non sarà limitata ai due distretti commerciali. Infatti l’invito ad aderire alla rete ‘Milano Plastic Free’ è esteso a tutti gli esercizi e locali pubblici milanesi che potranno contattare Legambiente. Così da ricevere le informazioni e chiarire i dubbi sulle azioni da intraprendere. Per farlo prima che diventi un obbligo europeo.

Secondo i dati raccolti dal report di Legambiente sul consumo di plastiche, l’Unione Europea consuma annualmente circa sessanta milioni di tonnellate di plastica (dato 2016)

E di queste il 40%, ovvero più di venti milioni di tonnellate, sono associate al comparto degli imballaggi. Allo stesso tempo, annualmente circa 27 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica restano accumulate.

Quindi circa cinquanta kg annui per ogni cittadino europeo, di cui il 31.1% raccolto per il riciclaggio. Mentre il 27.3% finisce in discarica e il 46.6% in inceneritori. Produzione di plastica e incenerimento in Europa hanno un ‘peso’ climatico molto rilevante pari a 400 milioni di tonnellate di CO2 (dati riferiti al 2012).

Nell’UE dall’80 all’85% dei rifiuti marini rinvenuti sulle spiagge è di plastica

Di questi gli oggetti monouso rappresentano il 50% tra sacchetti, contenitori per alimenti, pacchetti e involucri, contenitori e tazze per bevande; cotton fioc, stoviglie, piatti; palette per mescolare alimenti, cannucce.

L’Italia è il secondo Paese europeo produttore

Ogni anno vengono immessi al consumo tra i 6 e 7 milioni di tonnellate di plastica. Di queste il 40% sono utilizzate per produrre imballaggi: nel 2017 sono stati immessi al consumo 2.271.000 tonnellate di imballaggi. Di cui il 43,5% è stato riciclato, il 40% incenerito e il rimanente dismesso in discarica o disperso nell’ambiente.

A fronte di un incremento del tasso di riciclo di +5% rispetto al 2014, le tonnellate di imballaggi non riciclati sono rimaste sostanzialmente invariate tra il 2014 (1.292 milioni di tonnellate) e il 2017 (1.284).

Tale dato evidenzia come la direzione principale per affrontare il problema debba passare necessariamente per la drastica riduzione del ricorso alla plastica. Oltre che attraverso la riprogettazione di imballaggi e di oggetti monouso nella direzione della durevolezza e della riusabilità, prima ancora che della riciclabilità.

Milano, secondo i dati forniti da Amsa, ogni anno produce circa 35.000 tonnellate di plastica

“Il miglior modo per evitare la dispersione delle plastiche nell’ambiente è fare una corretta raccolta differenziata: Milano ha superato la percentuale del 60%, confermandosi tra le metropoli più virtuose in Europa nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti – dichiara Mauro De Cillis, Direttore Operativo di Amsa, società del Gruppo A2A.

– Grazie ai benefici del nuovo sistema di raccolta in città i quantitativi di plastica e metallo (sacco giallo) raccolti porta a porta sono passati da una media di 186 a 207 tonnellate alla settimana, con un incremento percentuale dell’11%”.

Gli assessori Cristina Tajani e Marco Granelli

Hanno accennato infine ad una possibile riduzione della tassa rifiuti per le attività coinvolte nel progetto. Le prime strade che saranno interessate dall’iniziativa, ricordiamo, sono via Borsieri, via Thaon de Revel (zona Isola); via Ornato e via Graziano Imperatore (zona Niguarda).

Ma ci sono anche due realtà, due locali “fuori mano”

Pur non essendo ubicata in una delle quattro vie oggetto della sperimentazione, la Santeria, di via Paladini 8 e di viale Toscana 31, ha scelto dal primo aprile di eliminare definitivamente all’interno delle sue strutture tutte le plastiche usa e getta. Come bottigliette e bicchieri, sia nella normale attività di somministrazione sia durante tutti i concerti e gli eventi.

Il 10 aprile, in occasione del prossimo Fuorisalone, i gestori presenteranno la loro esperienza “ecologica”, raccontando le loro scelte e i risultati raggiunti. Invitando tutti gli altri operatori del settore a seguire il loro esempio grazie al primo evento cultural musicale della Santeria interamente Plastic Free.

Un’altra attività commerciale che ha deciso di uscire dalla plastiche è quella che porta il marchio de l‘Ostello Bello. Al suo interno il personale ha già dismesso la plastica da tutte le attività di ristorazione e accoglienza nei suoi due esercizi milanesi.

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