mercoledì 10 Aprile 2024
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Giù il dollaro guadagnano gli arabica

Fattori macroeconomici contribuiscono a far ripartire New York nella prima seduta del mese. Robusta sottotono lunedì, ma in ripresa nella giornata di ieri

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MILANO – Arabica in ripresa nella prima seduta di febbraio, con la scadenza ravvicinata che risale a 117,75 cents per libbra: 140 punti in più rispetto a venerdì scorso. Dopo un’apertura debole e un’iniziale evoluzione negativa, il contratto per scadenza marzo ha trovato un buon supporto in area 115 cents, che ha incoraggiato lo short covering degli speculatori.

Chiusura in marginale ribasso per l’Ice Robusta. La scadenza ravvicinata ha perso 7

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dollari nella seduta di lunedì chiudendo a 1.375 dollari per tonnellata, meno influenzata dai fattori macroeconomici.

La ripresa di New York si è consolidata nella seduta di martedì, con ulteriori guadagni nell’ordine dei 210 punti, che hanno riportato il contratto principale a 119,85 cents. L’attività continua a essere dominata dagli switch da marzo a maggio, in vista del primo giorno di avviso (First Notice Day).

Evoluzione positiva, questa volta, anche per l’Ice Robusta, con marzo in risalita a 1.397 dollari.

L’attività del mercato fisico è destinata a rallentare per una decina di giorni, in coincidenza con le festività del carnevale brasiliano e del Tet vietnamita.

Le dinamiche di mercato sono state accelerate dall’indebolirsi del dollaro. Il biglietto verde ha perso terreno a inizio settimana, dopo la pubblicazione delle statistiche del Dipartimento del commercio americano relative alle spese per consumi, che sono rimaste piatte sul mese precedente (le aspettative erano di una crescita dello 0,1%) riflettendo nuovi timori derivanti dal rallentamento dell’economia globale. La crescita sui 12 mesi del 2015 è stata del 3,4%, contro il 4,2% del 2014.

Il dato ha fatto passare in secondo piano il risultato, pur positivo, riguardante i redditi personali, cresciuti dello 0,3% a dicembre (a pari con novembre) e aumentati del 4,5% sui 12 mesi, dopo il +4,4% del 2014.

Sul fronte dei fondamentali specifici crescono le preoccupazioni per l’impatto negativo de El Niño sulla produzione colombiana, che dovrebbe essere tangibile dal prossimo raccolto mitaca, ma anche i timori per le criticità che potrebbero emergere nella transizione dalla fase positiva alla fase negativa dell’Enso (La Niña).

In Brasile, il Consiglio nazionale del caffè (Cnc), massimo organismo nazionale di coordinamento dei produttori, prevede un calo drastico delle scorte finali, destinate ad attestarsi, a fine marzo 2016, tra i 4 e i 6 milioni di sacchi, contro 14,4 e 15,2 milioni alla stessa data dell’anno scorso e di due anni fa.

I risultati della consueta indagine sul campo di Conab volta a determinare l’entità delle scorte al 31 marzo 2016 non saranno prevedibilmente disponibili prima di fine primavera.

Rimanendo in tema di previsioni, Terra Forte – uno dei più importanti esportatori di caffè brasiliani – stima il nuovo raccolto in 54,169 milioni di sacchi, contro 47,28 milioni l’anno scorso.

In forte crescita (+29%) la produzione di arabica, che sarà di 41,38 milioni, mentre il raccolto di robusta subirà una flessione del 16% circa scendendo a 12,789 milioni di sacchi.

Sul fronte meteo, gennaio è stato caratterizzato in Brasile da un volume delle precipitazioni superiore alla media, che assicura elevati livelli di umidità del suolo.

La ridotta piovosità degli ultimi giorni non dovrebbe arrecare danno alle colture, ma anzi favorire lo sviluppo ulteriore degli arbusti e le cure agricole.

A detta di agronomi e meteorologi, le elevate temperature di quest’anno stanno accelerando il ciclo vegetativo e potrebbero portare a un’anticipazione del raccolto rispetto alle tempistiche usuali.

Gli osservatori seguono da vicino anche l’evoluzione del real. La moneta brasiliana si è lievemente risollevata dall’inizio dell’anno, con l’allontanarsi della prospettiva di un impeachment della presidente Dilma Rousseff.

La situazione rimane comunque difficile, con l’economia in recessione, la finanza pubblica in grave crisi e la politica dilaniata dagli scandali.

 

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