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Salasso vending: 45 milioni per la trasmissione telematica

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ROMA – Una spesa di 45 milioni di euro per il Vending in Italia. È quanto sta costando al settore della distribuzione automatica l’adeguamento all’obbligo della memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi introdotto col Decreto Legislativo 127/2015.

Il dato è emerso durante gli Stati Generali del Vending che si sono svolti a Roma presso Confcommercio organizzati da CONFIDA, l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica.

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I 45 milioni sono dovuti al cambio di gettoniere, dispositivi cashless (le cosiddette “chiavette”), acquisto e aggiornamento di software, acquisto di palmari e smartphone di cui le aziende del settore si devono dotare per poter essere pronte a inviare i dati dei corrispettivi delle vending machine a partire dal 1° aprile all’Agenzia delle Entrate.

L’obbligo della comunicazione (inizialmente previsto per il 1° gennaio 2016) è stato prorogato per mezzo del Decreto Fiscale (22 ottobre 2016 n° 193) al 1° aprile 2016.

“Il settore si è comportato in maniera molto responsabile – spiega Piero Angelo Lazzari, presidente di CONFIDA – e si sta adeguando all’obbligo di legge.

Ciò non toglie che si tratta un provvedimento la cui attuazione ricade pesantemente sulle spalle delle nostre aziende. L’adeguamento a questa normativa comporta costi economici e “ore uomo” che avrebbero potuto essere utilizzate più proficuamente per lo sviluppo e l’innovazione con la conseguenza di far crescere l’occupazione”.

Senza contare che la spesa ricade prevalentemente sulle PMI del settore, che rappresentano l’80% delle aziende della distribuzione automatica.

La riforma avviene peraltro in un momento di rallentamento del mercato e in generale dei consumi alimentari.

“Il mercato del vending – continua il presidente di CONFIDA – che lo scorso anno cresceva del +3,4% quest’anno subisce una frenata e registra una leggera perdita del -0,1%.

D’altronde questo riflette la situazione generale in cui versano in consumi alimentari nel nostro Paese, che secondo i dati Istat hanno segnato un calo di circa l’1%”.

Per il settore inoltre non è stata prevista alcuna agevolazione fiscale, come avviene in genere quando vengono introdotte misure di tale portata.

Fu così, ad esempio, negli anni Novanta: con l’introduzione dei registratori di cassa per i negozi fu erogato un credito d’imposta, che venne prorogato anche negli anni successivi.

“Mi rendo interprete della profonda preoccupazione delle imprese del Settore – afferma il presidente di CONFIDA Lazzari (FOTO sotto) – per invocare un criterio di equità e riaffermare quanto sia necessario stabilire un rapporto di fiducia tra imprese e Amministrazione fiscale sulla base del riconoscimento di un reale sostegno.

confida vending Per questo abbiamo presentato proposte emendative al disegno di Legge di Bilancio 2017 per una estensione dell’pre ammortamento al 250% per l’acquisto delle apparecchiature e software necessari. Sarebbe un’autentica una boccata d’ossigeno per il settore”.

Ma non è finita qui. Perché L’Agenzia delle Entrate, come anticipato nel Provvedimento del 30 giugno 2016 considera questo adeguamento – già così oneroso per le casse delle aziende del settore – solo una “fase transitoria”, che dovrebbe terminare il 31 dicembre 2022, per poi passare a una fase a regime mediante nuove ed aggiuntive applicazioni e procedure.

Soluzioni, che secondo le indiscrezioni trapelate, costerebbero al settore dieci volte tanto.

confida vending“Abbiamo calcolato un costo di circa 400 milioni di euro per il settore – precisa il presidente di CONFIDA – un drenaggio finanziario incomprensibile ed insopportabile che porterebbe immediatamente il nostro Settore a collassare con immediate e drammatiche ripercussioni occupazionali per i 30 mila addetti”.

“Sul presupposto del buon lavoro portato avanti al tavolo del confronto tecnico con l’Agenzia delle Entrate, che si fa apprezzare sotto il profilo professionale” CONFIDA ha chiesto con forza che “si verifichino i risultati dei primi anni di sperimentazione.

Se i dati riscontrati saranno in linea con le attese dell’Amministrazione Finanziaria, allora vorrà dire che le soluzioni in vigore dal 1° aprile prossimo saranno da ritenersi sufficientemente adeguate e rispondenti ai criteri di trasparenza e certezza su cui si fonda la riforma fiscale”.

confida vendingNella seconda parte del convegno CONFIDA ha presentato gli esiti di un indagine sui suoi associati e ha sottoscritto l’ “Impegno per il Vending Sostenibile” alla presenza di Confcommercio, ANCI, Sodalitas e del Ministero dell’Ambiente.

CONFIDA, ha dato vita a un progetto chiamato “Vending Sostenibile” (www.vendingsostenibile.com) per diffondere le buone prassi in materia di sostenibilità ambientale.

Da un’indagine, svolta da CONFIDA – Associazione Italiana Distribuzione Automatica – sui suoi associati che rappresentano il 70% dell’intero mercato, è emersa una diffusa sensibilità delle imprese del vending italiano per una gestione aziendale sostenibile.

confida vendingUna larga maggioranza degli intervistati (70,9%) ritiene infatti la sostenibilità un tema “fondamentale” per il futuro del settore e un ulteriore 27,9% la ritiene comunque un tema “importante”.

“I risultati dell’indagine che abbiamo svolto sui nostri associati mostrano come le aziende del settore siano sempre più consapevoli del fatto che l’attenzione a una gestione sostenibile dell’attività della distribuzione automatica porta notevoli benefici in termini di minor impatto ambientale non solo per l’azienda stessa ma per la comunità in cui essa opera” ha spiegato Lazzari.

Il mercato del vending vale 3,4 miliardi di euro con circa 10,5 miliardi di consumazioni erogate all’anno e oltre 800 mila macchine da vending installate in uffici privati, enti pubblici, scuole, ospedali, stazioni e aeroporti.

confida vending“Nel nostro settore– continua il presidente Lazzari – la sostenibilità è un tema molto ampio che tocca varie fasi dell’attività: a partire dalla gestione efficiente dell’energia e dei magazzini all’interno dell’azienda, alla sostenibilità nei trasporti, all’adozione di nuove tecnologie disponibili fino alla scelta dei prodotti alimentari e alla gestione dei rifiuti nell’ottica di un’economia sempre più circolare”.

A questo proposito, dai dati dell’indagine di CONFIDA emerge che Il 55,8% delle imprese del settore ha adottato interventi per la riqualificazione energetica. Inoltre il 64% utilizza soluzioni LED che comportano un risparmio energetico oltre a un minore impatto ambientale. Infine il 29,1% produce addirittura energia “pulita” tramite pannelli solari, impianti di minieolico o altri strumenti.

Ma l’attività del vending è svolta anche e soprattutto al di fuori dell’azienda. Questo ha un impatto sulle comunità in cui opera e sui suoi clienti (imprese e luoghi pubblici come scuole, ospedali, uffici pubblici, stazioni, aeroporti ecc.).

L’aumento dell’utilizzo di automezzi con minori emissioni (a gas, elettrici e ibridi) che vengono già adottati da 29,1% del campione intervistato rappresentano un beneficio in termini di minor impatto sulla qualità dell’aria. Inoltre si è lavorato sull’ottimizzazione dei percorsi che gli ARD (Addetti al Rifornimento Distributori) e i tecnici svolgono ogni giorno per rifornire e fare manutenzione alle macchine da vending. Queste procedure, adottate dall’80,2% delle aziende, porta a un minore impatto sulla viabilità e sul traffico nei centri urbani.

Nella gestione sostenibile dell’attività del vending vengono in aiuto le nuove tecnologie (prodotte da aziende italiane leader a livello internazionale). I nuovi distributori automatici sono collegati ad internet con sistemi di telemetria (le cosiddette “smart vending machine”). Questi sistemi, adottati ad oggi dal 19,8% degli operatori, consentono di segnalare in tempo reale la necessità di rifornimento. Senza lasciarsi sfuggire gli eventuali guasti consentendo anche intervenire in remoto sulle macchine.

I gestori della distribuzione automatica già da qualche anno si stanno inoltre impegnando nell’ampliamento dell’offerta alimentare. Questo per tenere conto delle differenti esigenze nutrizionali, alimentari, di gusto dei consumatori infatti. L’82,6% dei gestori sta introducendo prodotti per intolleranti (senza glutine, senza lattosio ecc.), il 74,4% prodotti provenienti da agricoltura biologica. Un altro 70,9% sta lavorando con prodotti freschi come yogurt e frutta. Il 47,7% prodotti del territorio o a “chilometro zero”. Infine il 62,8% è all’opera con prodotti equo solidali.

Gestione dei rifiuti del Vending e riciclo

L’attenzione infine alla gestione dei rifiuti e al riciclo crea un’economia circolare nel settore. Questa si realizza tramite l’utilizzo di confezioni e bicchieri in materiale compostabile / biodegradabile. Ma anche in materiale a basso impatto di C02 adottati dal 47,7% dei gestori. Non viene trascurata la promozione della raccolta differenziata presso i clienti (adottata dal 69,8% delle società di vending).

Il settore della distribuzione automatica, tramite la sua associazione di categoria CONFIDA, ha così dato vita ad un progetto chiamato “Vending Sostenibile” (www.vendingsostenibile.com) per diffondere le buone prassi in materia di sostenibilità ambientale che è stato presentato in un convegno all’interno degli Stati Generali che si sono tenuti il 16 novembre presso la Confcommercio a Roma in cui il settore sottoscriverà l’”Impegno al Vending Sostenibile”.

Nel corso dell’incontro, sono state presentate anche alcune case history sostenibili di aziende del settore, ossia tra N&W Global Vending SpA, Gruppo Nestlè, Flo SpA, Serim Srl.

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