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Tasse: Starbucks vince alla corte Ue sui vantaggi fiscali ottenuti in Olanda

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MILANO – Un nuovo capitolo nella storia giudiziaria che aveva coinvolto nel 2014 la catena di caffè americana Starbucks e le autorità olandesi. La vicenda all’epoca aveva indagato gli accordi tra questi due attori, secondo cui il sistema di trasferimento dei profitti da una filiale all’altra utilizzato dalla catena era stato validato. Determinando così l’evasione della compagnia Starbucks di “diversi milioni di euro di tasse all’anno”.

Una cifra che lo stesso Stato olandese doveva recuperare, potenzialmente. Questo è quanto aveva disposto la Commissione europea all’interno della lettera indirizzata alle autorità olandesi. Spedita a giugno con l’apertura dell’indagine per aiuti di Stato illegali e pubblicata oggi nella sua versione ufficiale. Questo accadeva anni fa. Ora, un cambio di svolta nella faccenda, ha ribaltato la situazione. Leggiamo tutto da IlSole24ore, dall’inviato Beda Romano.

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Il colosso del caffè che ha la meglio su Bruxelles

Con una sentenza clamorosa, il Tribunale dell’Unione europea ha annullato martedì 24 settembre la decisione della Commissione europea, di ritenere illegittimo aiuto di stato l’accordo fiscale concesso dal governo olandese a Starbucks, la catena di caffè americana. La presa di posizione della magistratura comunitaria getta improvvisamente un’ombra sulle scelte della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager. Controverse per un numero crescente di osservatori.

Secondo il tribunale, “la Commissione europea è stata incapace di dimostrare l’esistenza di un vantaggio a favore della catena di caffè Starbucks”

La sentenza giunge mentre la stessa magistratura comunitaria sta valutando un appello di Apple. Accusata di avere ottenuto dal governo irlandese un simile accordo fiscale. Bruxelles l’ha considerato illegittimo aiuto di stato e ha quindi chiesto alla società americana di rimborsare a Dublino il mancato gettito per 13 miliardi di euro.

La sentenza del tribunale elenca una serie di errori compiuti dalla Commissione europea nel caso della catena di caffè, risalente al 2015

In ultima analisi, secondo la magistratura comunitaria, «la Commissione non è riuscita a dimostrare l’esistenza di un vantaggio economico secondo l’articolo 107 dei Trattati». Quest’ultimo regolamenta gli aiuti di stato così come il compito di Bruxelles di garantire la libera concorrenza sul mercato unico.

Nel contempo, lo stesso Tribunale dell’Unione europea ha ritenuto corretta la decisione della Commissione relativa a Fca e all’accordo fiscale ottenuto dalla società automobilistica in Lussemburgo. In questo caso, a differenza che nella vicenda Starbucks, la Commissione europea ha fatto un confronto con un livello di tassazione normale; dimostrando in effetti il vantaggio illegittimo ottenuto dal gruppo italo-americano.

Hanno commentato le autorità granducali

«Il Lussemburgo prende atto della sentenza odierna del Tribunale dell’Unione europea nella causa Fca Finance e Trade. E analizzerà la decisione con la dovuta diligenza; riservandosi tutti i suoi diritti». Sia a Fca che a Starbucks la signora Vestager aveva chiesto il rimborso di mancato gettito fiscale per 30 milioni di euro ciascuno. Lo sguardo ora corre all’esito del ricorso che Apple ha presentato contro la decisione ai suoi danni del 2016.

Da commissaria alla concorrenza nella Commissione Juncker, la signora Vestager ha lottato contro gli accordi fiscali che in alcuni paesi europei si concedono alle multinazionali

Dalle due sentenze di oggi traspare come l’esecutivo comunitario abbia affrettato forse la sua decisione di ritenere queste intese illegittimi aiuti di stato. Nella decisione relativa a Starbucks, il tribunale ha rimproverato a Bruxelles di non avere sufficientemente giustificato la sua posizione.

Per certi versi, la fattispecie ricorda il caso più recente di Tercas. In marzo, la magistratura comunitaria ha respinto la decisione con la quale la Commissione aveva vietato nel 2015 l’uso del Fondo interbancario di tutela dei depositi nel salvataggio della banca italiana. Nel leggere la sentenza emerge che il divieto di un aiuto deve essere sufficientemente motivato e tale onere spetta a Bruxelles. La signora Vestager rimarrà commissaria alla concorrenza nella Commissione von der Leyen.

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