mercoledì 17 Aprile 2024
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Gli Starbucks Coffee spopolano a Londra e negli Usa, uffici del futuro

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LONDRA – Il successo degli Starbucks Coffee e di tutte le le altre caffetterie all’italiana che hanno conquistato l’America, la Gran Bretagna e mezzo mondo (e che presto o tardi proveranno a conquistare anche l’Italia) sta non solo nei caffè, cappuccini, latte macchiati e frappè serviti con una formula mezzo italiana-mezzo americana (di tutto, di più, per riassumere il concetto), ma anche nell’atmosfera: comode poltrone e divani, tavolini e banconi su cui leggere i giornali, studiare, lavorare al computer, collegato wifi gratuitamente a internet.

Ma adesso proprio questo particolare, il fatto che in un caffè del genere si può lavorare comodamente, sta diventando un problema. Riferisce il Daily Telegraph che i clienti di alcune di queste caffetterie, perlomeno a Londra, hanno l’abitudine di arrivare al mattino, ordinare un cappuccino, occupare una poltrona e un tavolino, accendere il computer e restare lì a lavorare per ore, senza ordinare praticamente più nulla (magari un sandwich per la pausa lunch).

Pare che altri clienti, che ci vanno solo per consumare un caffè e un croissant, si lamentino, perché molti spazi, inclusi tutti i migliori, sono occupati da gente che lavora a testa bassa sul computer, praticamente barricata nella propria postazione. E naturalmente si lamentano anche i gestori o proprietari delle caffetterie, perché per il prezzo di un cappuccino, o poco più, questi avventori usano il loro locale come un ufficio. Come se lo scontrino del cappuccino equivalesse al pagamento dell’affitto.

Starbucks Coffee o “Cafè conquerors”, come li hanno soprannominati

Conquistatori delle caffetterie, dei caffè. Può darsi che il fenomeno sia aumentato dalla crisi economica: con i tempi che corrono, in un’Inghilterra in doppia recessione (ne ha avute due di seguito), sempre più colletti bianchi e lavoratori part-time non hanno i soldi per pagarsi un ufficio sicché lavorano da casa o da dove capita, e uno Starbucks è un ottimo posto per farlo.

D’altra parte le catene di caffetterie tipo Starbucks offrono l’accesso gratuito a internet proprio come incitamento ai clienti a fermarsi, a considerare il caffè come una seconda casa, che è poi la vecchia originale cultura del caffè all’italiana, un posto dove si va tutti i giorni non solo per prendere di fretta un caffè o un aperitivo ma per incontrare gli amici, fare due chiacchiere, leggere il giornale.

La differenza è che ora molti ci vanno per dialogare con il proprio computer, per motivi personali o di lavoro

Ma o si invita la gente a stare al caffè quanto vuole, con le poltrone e il web gratuito, oppure non la si invita, la si scoraggia, si fa in modo che uno ordini, consumi e se ne vada. Una via di mezzo – sedetevi da noi ma non fermatevi troppo a lungo, oppure se vi fermate consumate in continuazione – sembra difficile da trovare. Dal blog di Enrico Franceschini

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