domenica 09 Novembre 2025
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Mario Rubino, presidente Kimbo: “Proprio le realtà grandi devono portare l’artigianalità alla ribalta” e poi sui rincari “Qualora la crisi rientrasse, faremo di tutto per ritornare ai prezzi precedenti”

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Mario Rubino presidente Kimbo
Mario Rubino presidente Kimbo

NAPOLI – Mario Rubino, presidente dell’azienda napoletana Kimbo, o come ha preferito raccontarsi giocosamente egli stesso, il “prodotto” Kimbo nato a 9 mesi dalla firma di suo padre e dei suoi due fratelli per la fondazione di questo marchio iconico, affronta questa nuova sfida dello specialty coffee mettendoci la faccia: il coraggio è una delle sue caratteristiche, dice, “avendo lavorato per oltre 25 anni al pronto soccorso del più grande ospedale del Mezzogiorno, il Cardarelli, non c’è niente che mi spaventi”.

E da questo suo passato professionale di medico chirurgo, trae la sua forza nel pensare anche a realizzare progetti per la sostenibilità sociale sul territorio e nel guardare senza pregiudizi e preconcetti al futuro dell’azienda famigliare. Da qui, la svolta, così l’ha definita lui, la rivoluzione, del caffè napoletano.

Mario Rubino, con Sapiente si riscrive un po’ la storia, come ha detto lei: perché un’azienda che registra grandi volumi ed entra in tutte le case degli italiani, dovrebbe e può fare specialty?

“Perché proprio un’azienda che fa grandi volumi come noi e tante altre in Italia, hanno l’expertise per parlare anche di specialty. Mi sembra più strano il contrario, ovvero che le piccole imprese oggi, possano entrare in questo mercato internazionale, senza contare su un bagaglio culturale e pretendere di dettare legge.

Invece sono proprio le realtà grandi come la nostra a dovere portare l’artigianalità alla ribalta. Kimbo ha accettato di fare questo, dando la garanzia di un prodotto di qualità legato ad un marchio riconosciuto. È quindi molto importante ritornare al passato e ricominciare da capo per delle aziende come Kimbo che sono passate dalla fase artigianale a una più industriale: torniamo quindi all’inizio, senza dimenticarci ovviamente del know-how fin qui appreso.”

Per creare questa linea, avete pensato ad una micro roastery dedicata: Mario Rubino la racconta. Quando sarà ultimata?

“Al momento è ancora un cantiere all’interno della nostra sede produttiva. È un locale a parte che sarà poi integrato con delle piccole tostatrici da 5 ai 10 chili, con una linea di confezionamento, tostatura e macinatura a mano e una parte dedicata all’assaggio per dare valore a ciascun caffè. Installeremo anche delle celle frigorifero per garantire un ambiente adatto alla conservazione di questa materia prima pregiata. Speriamo che sia ultimato già a settembre-ottobre.”

Artigianalità: è questo il filo conduttore tra 2 prodotti apparentemente agli antipodi, come Sapiente e Antica Miscela 1963?

“Innanzitutto abbiamo lanciato uno specialty in miscelazione e soprattutto abbiamo voluto dare pari dignità ad Arabica e Robusta: esistono Robusta davvero eccellenti, al pari di ottime Arabica. Abbiamo voluto così portare una novità nello specialty, che, di per sé, è già innovazione.

Le aziende però devono pensare anche alla tradizione: non si possono scindere questi due aspetti, così come stiamo facendo noi. Come grande azienda ci interessiamo al recupero di questa miscela tradizionale e al contempo una nostra parte più piccola si dedicherà all’innovazione con lo specialty, tutto però all’insegna dell’artigianalità.

In questo percorso c’è stata una scoperta anche per noi, che conferma ancora una volta lo spirito innovativo di Kimbo sin dagli anni della fondazione dell’azienda: pensavamo di trovare una prima miscela con tanta Robusta e siamo invece rimasti stupiti di trovare un 100% Arabica, il che testimonia uno spirito pioneristico dei Rubino già all’epoca, quando la scelta dell’Arabica, Napoli, negli anni Sessanta, era certamente ancora più insolita.”

Entrate nello specialty oggi che il mercato vive una profonda crisi: Kimbo come sta affrontando fin qui questo contesto, avete rialzato o rialzerete ulteriormente i prezzi? Siete cresciuti del 7,7% di fatturato nel 2024 a 208 milioni…

“Come tutti i grandi torrefattori, anche noi abbiamo dovuto attuare alcuni aumenti di prezzo. L’andamento del mercato del caffè crudo è stato talmente imprevedibile che, ogni volta che avevamo studiato un budget, poi abbiamo dovuto di nuovo fare i calcoli, con una inevitabile ricaduta anche sui prezzi di vendita al consumatore finale.

La nostra promessa però è che, qualora rientrasse la situazione critica, faremo di tutto per tornare ai prezzi precedenti: lo trovo giusto nei confronti dei nostri clienti, nel rispetto di chi ha sempre messo fiducia nel nostro marchio e nella nostra qualità.

Abbiamo retto bene fin qui, consumando il tesoretto di famiglia e con la fiducia concessaci dalle Banche nel nostro brand. Nella mia visione, una crisi per noi può essere anche fonte di opportunità. Bisogna quindi sempre credere nel potenziale della nostra azienda.”

Quali sono i prossimi mercati in cui Kimbo vuole penetrare considerati anche i dazi e l’EUDR?

Mario Rubino anticipa: “Prima di tutto pensiamo ad HostMilano a ottobre, con nuovi prodotti che parlano di caffè ma non sono caffè. Ne riparleremo. La Polonia poi, è un Paese in cui Kimbo è diventato il caffè principale e quindi continueremo a investire lì.

Solitamente questa è la nostra strategia: decidiamo dove puntare in modo massivo per creare una marca in quella zona per poi passare ad altre. Così siamo già presenti negli USA, in UK, in Francia, nei Balcani, e anche in parte nella Cina e nel Giappone: in questi ultimi mercati ci troviamo ancora ad un livello embrionale e probabilmente penetreremo meglio con gli specialty. Magari un giorno diventeremo il caffè matcha del Giappone, chissà.

Per quanto riguarda i dazi: non è una croce. Se un problema è di tutti, lo si affronta insieme. Si potrebbe pensare a produrre negli Stati Uniti ma sicuramente non è qualcosa che si organizza dall’oggi al domani. Non è detto neppure che sia una mossa strategica corretta.

L’EUDR mi spaventa solo per il fatto che forse non si avrà una certificazione che deriva da un controllo adeguato, ma che diventi un’altra complicazione, quasi una speculazione. Intanto ci fidiamo, dobbiamo sicuramente allinearci e siamo felici di farlo. Sarà cosa davvero giusta? Ancora non lo so. Lo vedremo.”

Mercati: produzione in crescita in Vietnam, insufficiente in Brasile

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Il logo dell'Ice

MILANO – Gli investimenti resi possibili dai prezzi elevati del caffè verde, uniti a condizioni climatiche migliori e più stabili dovrebbero favorire una netta ripresa produttiva del Vietnam nella prossima annata di raccolto. Lo sostiene l’autorevole analista Hedgepoint Global Markets, che ha portato la sua stima sul raccolto vietnamita 2025/26 a 29,4 milioni: l’8,3% in più rispetto all’annata 2024/25.

Se tale scenario si avverasse, il paese asiatico sarebbe in grado di aumentare le sue esportazioni, a cavallo tra il 2025 e il 2026, e coprire, al tempo stesso, il fabbisogno crescente del mercato interno, ancorché con un basso livello delle scorte di passaggio.

I produttori del Vietnam hanno approfittato dei maggiori guadagni per espandere le superfici produttive e investire in input e cure agricole

Un ulteriore aiuto è giunto dal clima più favorevole. Le piogge dello scorso dicembre, pur rallentando le operazioni di raccolta, hanno contribuito a migliorare la salute degli arbusti.

Dopo la fioritura di fine aprile, il livello delle precipitazioni è cresciuto mantenendosi al di sopra delle medie, a maggio e a giugno.

La prosecuzione delle piogge nell’area degli Altipiani centrali, prevista durante la prima metà di luglio, dovrebbe favorire le ulteriori fasi vegetative del ciclo.

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La Marzocco organizza il viaggio immersivo nelle piantagioni di caffè per i dipendenti in Tanzania

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Il gruppo sul ponte (immagine concessa)

FIRENZE – Anche quest’anno La Marzocco ha organizzato l’annuale viaggio che ha portato in piantagione collaboratori e dipendenti: un’occasione che l’azienda include nel pacchetto formativo, che permette di approfondire le proprie conoscenze, assistere in prima persona alla raccolta e alla lavorazione del caffè e tornare arricchiti da questa esperienza.  

La destinazione è la piantagione Songwa, nella regione di Mbeya, in Tanzania. La Marzocco segue da anni quest’area e, dal 2007 fino al 2023 ha supportato molti progetti locali attraverso il progetto no profit Songwa Estates, ideato insieme a Probat e Malkhonig e poi grazie all’iniziativa Hands for Songwa.

la marzocco
Il gruppo La Marzocco (immagine concessa)

L’idea iniziale era infatti quella di creare un’interazione virtuosa e di impatto per tutte le parti, dato che le tre aziende, leader nel settore, sono strettamente legate alla materia prima caffè, e quindi alle prime fasi della filiera. Far conoscere la realtà della piantagione porta visibilità alle origini e diffonde la cultura del caffè. In cambio era importante riportare alle origini qualcosa che potesse migliorare la vita di chi coltiva, raccoglie e lavora il caffè.

La chiesa Manjelwa (immagine concessa)

Attraverso la raccolta fondi i tre partner hanno potuto finanziare progetti che hanno migliorato le condizioni di vita della comunità che vive nei dintorni della piantagione. Sono state eseguite la ristrutturazione di più scuole, la creazione di pozzi che hanno reso accessibile l’acqua alla comunità, il restauro di un primo ponte sul fiume e progetti di formazione per bambini e programmi di supporto economico nel periodo della pandemia.

Dal 2023 è nata una realtà indipendente con sede locale, la Hands for Songwa Foundation https://www.instagram.com/handsforsongwa/, che può ricevere donazioni dirette e porta avanti la missione del progetto iniziale.

In questo modo è possibile portare un cambiamento e fare la differenza.

L’iniziativa Hands For Songwa (immagine concessa)

Durante ogni viaggio, che solitamente si svolge nel periodo della raccolta, è stato possibile per i gruppi prendere parte all’inaugurazione dei progetti completati. Quest’anno, il gruppo ha partecipato ai festeggiamenti per l’inaugurazione di due progetti, un ponte e una chiesa, ed ha vissuto in prima persona la gioia di un giorno di festa. Grazie alla Fondazione che ha fornito i materiali e alla popolazione che ha prestato la propria manodopera le due strutture preesistenti sono state demolite e ricostruite con l’obiettivo di metterle in sicurezza, renderle solide e durature: il ponte unisce le due sponde accorciando le distanze e la chiesa è un luogo di incontro e di ritrovo molto importante per la comunità.

Entro la fine dell’anno la Fondazione Hands for Songwa avrà nuovi progetti per l’anno nuovo. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Bancomat cambia il sistema delle commissioni: la tariffa crescerà all’aumentare del prezzo del prodotto acquistato

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Pagare col Pos

Per la prima volta dopo due anni, il listino verrà aggiornato introducendo un criterio basato sul valore del bene acquistato. I cambi al circuito Bancomat saranno in vigore dal primo luglio. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Insider Post.

Il cambio del sistema delle commissioni di Bancomat

MILANO – Dal 1° luglio 2025, il circuito Bancomat rivoluziona il sistema delle commissioni. Per la prima volta dopo due anni, il listino verrà aggiornato introducendo un criterio basato sul valore del bene acquistato. Una svolta che potrebbe incidere sugli esercenti e, indirettamente, anche sui consumatori.

Commissioni su misura: più spendi, più paghi

Attualmente, le commissioni sui pagamenti elettronici seguono un sistema fisso. Con il nuovo modello, invece, la tariffa crescerà all’aumentare del prezzo del prodotto acquistato.

Esempio pratico: per un caffè al bar, la commissione sarà minima, mentre per un acquisto più costoso, l’incidenza aumenterà in proporzione. Nonostante l’aumento dei costi, Bancomat continuerà a essere più conveniente rispetto ai circuiti internazionali come Visa e Mastercard, i cui costi per gli esercenti restano più elevati.

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Rimini, distributori: vietata la vendita di cibi e bevande senza responsabili

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Una vending machine (immagine: Pixabay)

L’ordinanza del Comune di Rimini per i distributori automatici è stata ufficialmente firmata: da ora è vietata l’erogazione al pubblico di alimenti e bevande tramite vending machine in locali privi della presenza di responsabili. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Rimini Today.

La nuova ordinanza del Comune di Rimini

RIMINI – Il Comune di Rimini ha ufficialmente firmato l’ordinanza che vieta l’erogazione al pubblico di alimenti e bevande tramite distributori automatici in locali privi della presenza di responsabili, preposti o altri incaricati.

“L’area cittadina limitrofa alla stazione ferroviaria, in particolare la zona ricompresa tra le vie Giovanni XXIII, piazzale Cesare Battisti, via Dante Alighieri e via Tempio Malatestiano e piazza Ferrari comprese, è fortemente antropizzata e spesso vede la presenza di soggetti che bivaccano durante tutta la giornata, consumando bevande alcoliche e generando fenomeni di degrado urbano sfocianti anche in comportamenti penalmente rilevanti”, si legge nell’ordinanza.

All’interno della zona sopra citata, specificano dal Comune, “trovano collocazione alcuni locali per la vendita di alimenti e bevande esclusivamente mediante l’utilizzo di distributori automatici per tutto l’arco delle 24 ore”.

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Al via la Trismoka Challenge 2025: un percorso di eccellenza formativa per i professionisti del caffè

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Nadia Giacomelli trionfa nell'edizione 2024 (immagine concessa)

BERGAMO – Confcommercio Bergamo e Trismoka presentano una nuova alleanza tra mondo della formazione e imprese: Trismoka Challenge 2025 è un progetto che unisce formazione professionale e competizione, per valorizzare il ruolo del barista e promuovere la cultura del caffè di qualità.

Il nuovo accordo siglato da Confcommercio Bergamo e Trismoka porta alla promozione di un percorso formativo di alto profilo – giunto quest’anno alla 19esima edizione – dedicato alla valorizzazione della figura professionale del barista e al rafforzamento delle competenze nel settore della caffetteria.

Tra gli obiettivi, quello di avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, attraverso un percorso pratico sul mondo del caffè e la professione del barista, oltre che accrescere le competenze dei professionisti di settore. Particolare attenzione sarà dedicata al coinvolgimento degli studenti degli istituti alberghieri del territorio bergamasco, creando un ponte diretto tra formazione scolastica e mondo del lavoro.

Il percorso formativo

Il corso – in partenza a luglio – prevede sessioni di approfondimento sul caffè e sulle tecniche di estrazione all’Accademia del Gusto di Osio Sotto – Confcommercio Bergamo e alla Trismoka Coffee School di Paratico (Brescia), con training pratici guidati per perfezionare le competenze tecniche e momenti di confronto e scambio tra professionisti.

Tra gli argomenti del corso, l’approfondimento sulla materia prima, dalle origini alle varietà di caffè, sessioni di assaggio, analisi della macinatura ed estrazione e tecniche di montatura del latte.

Il progetto si articola in un percorso formativo completo che accompagnerà i partecipanti dalla fase di approfondimento teorico fino alla competizione finale, prevista durante la Fiera Campionaria di Bergamo, in programma dal 29 ottobre al 2 novembre 2025. Dodici finalisti si confronteranno seguendo rigorosi standard tecnici, sotto la supervisione di una giuria qualificata composta da giudici sensoriali e tecnici specializzati.

La competizione premierà non solo il miglior barista complessivo, ma anche eccellenze specifiche come il miglior cappuccino e il “Digital Ambassador”, riconoscendo l’importanza della comunicazione digitale nella promozione della cultura del caffè.

La gara

Le gare si svolgeranno seguendo il regolamento ufficiale del Trismoka Challenge nell’arco di tre giornate, durante la 46esima edizione della Fiera Campionaria (29 ottobre – 2 novembre) di Bergamo, organizzata da Promoberg, evento multisettoriale e da sempre occasione per le aziende di incontrare il pubblico e presentare le novità.

Ogni concorrente in gara avrà 15 minuti di tempo per servire alla giuria 4 espressi, 4 cappuccini e 4 bevande personalizzate a base espresso. La giuria sarà composta da 4 giudici sensoriali e 1 giudice tecnico. Il giudice tecnico valuterà la tecnica con cui vengono preparate le bevande, dalla pulizia della postazione sia prima che dopo la performance, alla tecnica di estrazione ottimale per l’espresso.

I giudici sensoriali valuteranno le singole bevande in base alle caratteristiche che devono avere (crema, aroma, gusto etc.), ai sapori dichiarati dal concorrente, alle sensazioni tattili e infine valuteranno la professionalità del barista, la qualità dell’esposizione e delle informazioni che questo trasmette.

Ogni giudice assegnerà un punteggio che sommato concorrerà a formare il punteggio di gara del concorrente. L’evento si svilupperà in tre giornate: le prime due dedicate alla fase di qualificazione, la terza alla finalissima. Per ogni giornata di qualificazione parteciperanno sei concorrenti che andranno a formare una classifica unica. I migliori sei delle due giornate accederanno di diritto alla finale che proclamerà il campione.

Commenta così Paolo Uberti, presidente di Trismoka: “Da oltre 40 anni Trismoka si impegna nel promuovere la cultura del buon espresso. Siamo felici oggi di annunciare e presentare questa nuova alleanza, grazie alla quale il Trismoka Challenge diventerà sempre più un’importante occasione di formazione gratuita al servizio di baristi, ristoratori e studenti”.

Paolo Uberti aggiunge: “Un percorso che prenderà il via nelle prossime settimane con i primi incontri formativi e che si concluderà a novembre con la fase finale ospitata in Fiera Campionaria. Il nostro augurio è che possa esserci grande interesse e adesione nei confronti di questa iniziativa, che non è riservata ai clienti Trismoka, ma si rivolge anzi a chiunque abbia voglia di crescere e mettersi in gioco. Un investimento concreto per la crescita professionale e culturale del settore”.

Mercoledì 2 luglio presso la Trismoka Coffee School (Via Garibaldi 29, Paratico Brescia, dalle 15 alle 17) e giovedì 10 luglio (dalle 15 alle 17) nella sede di Confcommercio Bergamo (via Borgo Palazzo 137), si apriranno le porte a tutti i baristi motivati a crescere professionalmente e pronti a cogliere la sfida della Trismoka, per due incontri informativi sul progetto.

Per informazioni e iscrizioni:

scuola@trismoka.it – 035 913636

info@ascomformazione.it – 035 41857

SCA Italy al World of Coffee di Ginevra con i campioni tra impegno e perseveranza

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Andrea Villa, Coffee in good spirits, al lavoro (immagine concessa)

GINEVRA – Dal 26 al 28 giugno 2025, il World of Coffee di Ginevra ha riunito il meglio della coffee community internazionale, e anche quest’anno l’Italia ha fatto sentire la sua presenza con entusiasmo, competenza e determinazione. Accompagnati da SCA Italy, quattro professionisti hanno rappresentato il nostro Paese nelle competizioni mondiali: Marco Paccagnella (Cup tasters), Andrea Villa (Coffee in good spirits), Stefano Cevenini (Latte art) e Talal Bitar (Cezve/Ibrik).

Stefano Cevenini, Latte art (immagine concessa)

Il livello della competizione è stato altissimo e, pur non essendo arrivati i risultati sperati, i  rappresentanti italiani hanno dato prova di grande preparazione e di uno spirito sportivo che rende onore alla community italiana del caffè specialty. Talal Bitar ha chiuso la sua prova con una prestazione solida nella categoria Cezve/Ibrik, mentre Cevenini e Villa hanno raggiunto le semifinali delle rispettive categorie.

Talal Bitar nella categoria Cezve/Ibrik (immagine concessa)

Paccagnella ha chiuso la sua performance con sei tazze corrette su otto, in una competizione di altissimo livello tecnico.

Marco Paccagnella, Cup tasters (immagine concessa)

Fondamentale anche il contributo della giuria italiana, con Chiara Bergonzi e Andrea Alberghini nella Latte Art, Francesca Bieker nella Cezve/Ibrik e Luca Ventriglia nel Coffee in Good Spirits: figure che confermano il valore e il riconoscimento internazionale della professionalità italiana.

“La crescente competitività dei nostri concorrenti a livello internazionale è il frutto di un lavoro meticoloso e appassionato che, da anni, il chapter SCA Italy porta avanti con dedizione. – afferma Alberto Polojac, coordinatore nazionale SCA Italy – Abbiamo visto i nostri finalisti raggiungere le finali mondiali con una preparazione e una maturità impressionanti, segno tangibile di un movimento maturo e in continua evoluzione”.

Polojac aggiunge: “Ora il nostro impegno guarda anche al futuro: vogliamo allargare e ringiovanire il bacino dei partecipanti alle diverse discipline, attraverso nuovi format di gara e una collaborazione sempre più stretta con gli istituti alberghieri. È lì che nasce la nuova generazione di competitor, e con loro coltiviamo passione, talento e visione”.

SCA Italy rinnova con convinzione il proprio supporto a chi ha preso parte a questa avventura e dà appuntamento al prossimo grande evento: il World Barista Championship, che si terrà a Milano dal 17 al 21 ottobre 2025, in occasione di Host, dove Daniele Ricci rappresenterà per la terza volta l’Italia nel Mondiale Barista.

Il food blogger Andrea Mainardi presenta la ricetta della spumona al caffè raggiungendo 6,5 milioni di visualizzazioni su TikTok

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Andrea Mainardi al lavoro (immagine presa da TikTok)

Una ricetta semplice, fresca ed estiva che è diventata virale sui social: il food blogger Andrea Mainardi grazie alla sua spumona al caffè sfiora le 6,5 milioni di visualizzazioni sulla nota piattaforma TikTok. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del Fatto Quotidiano.

La spumona al caffè di Andrea Mainardi

MILANO – Una spuma da milioni di visualizzazioni, quella preparata da Andrea Mainardi. Il food blogger bergamasco, che pubblica tanti ricette che si diverte a definire “dietetiche”, è diventato virale grazie a una spumona al caffè.

Dalla sua cucina e col classico grembiule da chef, Mainardi ha dato vita a una ricetta tanto semplice quanto gustosa per combattere il caldo estivo. “Due minuti, quattro ingredienti e tre ore per pulire”, così, scherzosamente, apre il suo video che in poco tempo diventa virale, toccando le 6,5 milioni di visualizzazioni su TikTok (mentre la pagina conta poco più di 144 mila followers).

Grazie a quattro ingredienti che tutti hanno nella propria casa (ghiaccio, acqua fredda, caffè solubile e zucchero), il food blogger ha creato un autentico capolavoro e davvero apprezzato, come dimostrano i commenti e le interazioni. Un’altra ricetta vincente per Mainardi.

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Masaba Coffee è la prima azienda ticinese ad usare il crowdfunding per l’aumento del capitale

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Il logo di Masaba Coffee

La società attiva nella torrefazione di caffè africano ha avviato un round di finanziamento. L’obiettivo è arrivare a una raccolta di 900 mila franchi (circa 962 mila euro) da investire nello sviluppo dell’impresa a livello nazionale e per una Masaba Coffee House & Roastery a Bironico. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Generoso Chiaradonna per Il Corriere del Ticino.

Masaba Coffee e il crowdfunding

Per il Ticino è una prima assoluta: un’azienda già attiva sul mercato ha deciso di raccogliere capitale supplementare per investirlo nella crescita della propria attività attraverso il crowdinvesting. A prima vista non c’è nulla di nuovo. È quello che fanno le società di capitali che si quotano in Borsa, sennonché nel caso di Masaba SA, azienda ticinese di torrefazione di caffè, non c’è nessun sbarco in qualsiasi listino finanziario svizzero o europeo anche se punta a un azionariato diffuso.

“È un’operazione di crowdinvesting, una proposta di investimento diretto e a invito. Chi sottoscrive l’aumento di capitale diventa azionista a tutti gli effetti della società”, spiega al Corriere del Ticino Jean-Claude Luvini, promotore di Masaba, società nata prima come Sagl e da poco tempo trasformata in SA.

L’azienda nasce da un progetto di volontariato svizzero del 1999 in Uganda per valorizzare, con principi imprenditoriali, ma con grande impatto, il lavoro di agricoltori locali a coltivare una pregiata qualità di caffè.

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Fipe, false recensioni online: “Tema cruciale per le imprese”

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Fipe sulle false recensioni online (immagine concessa)

ROMA – Nel corso dell’audizione del direttore generale Roberto Calugi presso la 9ª Commissione del Senato, nell’ambito dell’esame del disegno di legge annuale sulle PMI (ddl n. 1484), la Federazione italiana pubblici esercizi Fipe ha ribadito la condivisione dell’impianto normativo contenuto nel Capo IV del provvedimento, dedicato alla lotta alle false recensioni online, e ha chiesto che su questo tema non si compiano passi indietro.

Fipe ha sottolineato come la regolamentazione delle recensioni online rappresenti una misura di assoluta urgenza e priorità per la tutela del comparto della ristorazione e dell’accoglienza, costituito in larga parte da micro e piccole imprese a conduzione familiare.

Secondo i dati dell’Ufficio Studi della Federazione, fino al 30% del fatturato di un pubblico esercizio può dipendere dalla reputazione digitale, mentre il MIMIT ha certificato che il 70% dei consumatori si affida alle recensioni per orientare le proprie scelte.

“Noi siamo a favore delle recensioni, anche negative se costruttive, siamo contro le recensioni false e ci preoccupa un fenomeno di compravendita di commenti sulle piattaforme che è sotto gli occhi di tutti e che con l’intelligenza artificiale è destinato ad esplodere.” – ha commentato Roberto Calugi direttore generale di Fipe Confcommercio.

La Federazione ha accolto con favore le disposizioni che introducono un limite temporale per la pubblicazione delle recensioni (15 giorni), l’obbligo di dimostrarne la provenienza e l’effettivo utilizzo del servizio, il divieto di acquisto o cessione di recensioni, nonché il diritto di replica da parte degli esercenti e la possibilità di richiedere la rimozione di recensioni ingannevoli o non più attuali dopo due anni.

Fipe ha tuttavia espresso forte preoccupazione per la recente riformulazione del testo, nuovamente notificato in sede TRIS alla Commissione europea, che sembrerebbe escludere ogni coinvolgimento diretto delle piattaforme digitali, rimettendo la responsabilità esclusivamente al singolo utente.

Un’impostazione che, se confermata, rischierebbe di rendere inefficace l’intero impianto normativo, in contrasto con quanto previsto anche dalla Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, che riconosce responsabilità anche agli intermediari digitali.

La Federazione ha infine ribadito la necessità di adottare una norma efficace e realmente applicabile, in grado di difendere le imprese da pratiche scorrette e da un sistema che danneggia gli stessi consumatori. In questo senso, ha chiesto che il legislatore non stravolga l’impianto originario del provvedimento e richiami il ruolo di responsabilità delle piattaforme online rispetto ai contenuti pubblicati.