lunedì 01 Dicembre 2025
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Fine dining in crescita: al 1° posto Langosteria con 28,2 mln di ricavi nel 2022, a guidare la classifica dei format più popolari il Gruppo Cremonini con 636 mln lo scorso anno

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analisi ristorazione fine
Le analisi del fine dining e dei format più popolari nel dettaglio (dati concessi)

MILANO – Se il 2022 si è rivelato un anno record per la ristorazione italiana con un rimbalzo in tutti i segmenti, tanto che il fine dining ha spiccato il volo e i format più pop hanno quasi tutti recuperato la caduta generata dai lockdown, lo scenario per il 2023 si delinea in maniera differente, tra luci e ombre.

Questa, in sintesi, la situazione delineata dall’Ufficio Studi Pambianco che ha evidenziato come l’anno in corso abbia portato con sé criticità evidenti. Dall’instabilità geopolitica all’incremento dei costi fino all’inflazione, l’impatto sulla ristorazione è stato inevitabile ma la fascia alta ha risentito meno del rallentamento generale. L’aumento del costo della vita ha invece avuto ripercussioni sui format più popolari.

Fine dining in controtendenza

Nonostante gli scenari di rallentamento, il 2023 si attesta dunque come un anno di spinta decisa per il fine dining, dopo un 2022 che ha visto un complessivo +64% di ricavi per le prime cinque realtà. Al vertice della classifica la galassia Langosteria, che ha archiviato un ottimo 2022 a 28,2 milioni di ricavi, a fronte dei 19,4 milioni del 2019.

Considerando invece il giro d’affari complessivo del gruppo, e quindi anche il fatturato che fa capo a Cheval Blanc Paris per Langosteria Parigi, il valore si avvicina ai 40 milioni di euro.

Considerando i nuovi progetti messi a terra quest’anno, il volume di giro d’affari di tutto il gruppo, inclusi i ristoranti di Parigi e St Moritz (aperto nel 2023), dovrebbe salire ulteriormente con una previsione oltre quota 56 milioni (dai circa 40 precedentemente menzionati).

Nel frattempo, Da Giacomo, forte di un 2022 con fatturato quasi triplicato che si è attestato sui 19,8 milioni contro i 7,7 milioni del 2019, spinge sull’internazionalizzazione per consolidarsi e Massimo Bottura punta sui nuovi progetti che gonfiano le vele delle sue società, balzate dagli 11,3 milioni del pre-Covid a un solido 18,2 milioni del 2022.

Netto lo slancio pure per il Gruppo Alajmo. Dopo un 2022 che ha visto un sorpasso sul pre-Covid, con il raggiungimento di un fatturato complessivo di 16 milioni, la proiezione per l’esercizio in corso va verso i 20 milioni.

L’azienda ha visto negli ultimi anni una profonda riorganizzazione, investimenti sul digitale – dal crm al nuovo sito con la piattaforma e-commerce – e il rilancio della Alajmo Academy per la formazione personale.

Chiudono infine il quintetto di testa i fratelli Cerea, nel cui portafoglio la ristorazione pesa ‘solo’ il 35% dei ricavi. E infatti, pur crescendo da 8,4 a 14,3 milioni, il fatturato post-pandemia del segmento ristorazione è comunque una quota più piccola rispetto ai volumi che il gruppo sviluppa tra eventi e catering.

Finale di anno complesso per i format più popolari

A differenza della ristorazione selettiva, fattori interni e incertezze internazionali hanno avuto una influenza diretta sul mondo dei format più ‘pop’, creando un momento piuttosto complesso per il comparto.

Il fuori casa ha vissuto nel 2022 una rapida risalita dopo la débâcle dei lockdown, spingendo i ricavi dei top player a sfiorare il pareggio sul dato 2019 (1.262 milioni contro i 1.273 pre-pandemia per i top 5), pur con marginalità meno solide. Quest’anno, però, i budget potrebbero esser penalizzati in primis dall’inflazione.

A guidare la classifica, il Gruppo Cremonini che guarda positivamente il primo semestre 2023 con ricavi in crescita rispetto allo stesso periodo del 2022. L’anno scorso la divisione ristorazione del gruppo aveva recuperato (o quasi) le performance del 2019, riportando su livelli soddisfacenti i ricavi. Si parla, infatti, rispettivamente di 636 e 662 milioni di euro.

Nella top cinque del segmento l’altro colosso, Cigierre, nel 2022 ha sfiorato il dato 2019 (386 milioni di ricavi in ristorazione rispetto ai 388 pre-pandemia) e a fine anno pronosticava un 2023 in crescita, tanto da annunciare una previsione di 550 milioni di consolidato di gruppo, ma la seconda parte dell’anno potrebbe indurre alla prudenza.

My Chef Ristorazione ha recuperato meno, chiudendo il 2022 a 143 milioni (26 in meno del 2019), facendosi quasi raggiungere da La Piadineria, che sembra il player con più benzina nel motore.

Il gruppo ha infatti chiuso il 2022 a 139 milioni di fatturato consolidato, superando con decisione i 98 milioni del 2019 (pur con ebitda sceso dal 31% al 22%), e quest’anno sembra tenere un buon passo.

In quinta posizione, con un distacco reso più netto dall’evoluzione dell’ultimo biennio, Vera Ristorazione: dopo aver archiviato il 2019 con 74 milioni di fatturato, il recupero è stato lento e complesso, tanto che nel 2022 ha chiuso a 58 milioni e riportato la marginalità in attivo, ma con ebitda passato dal 10 al 4 per cento.

Nestlé interessata a Vado Ligure per lo stoccaggio di caffè crudo e chiede collegamenti ferroviari per Losanna

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Nestlé Nespresso
Il logo Nestlé

Il Gruppo Nestlé desidera investire a Vado Ligure: in particolare l’azienda è interessata ad un ex silos cerealicolo riconvertito per lo stoccaggio di caffè crudo della Fondazione Slala. Il motivo dell’interesse della multinazionale va ricercato principalmente in due ragioni: voler creare alternative di canali di approvvigionamento per limitare il rischio e una maggiore attenzione al carbon footprint in quanto, facendo scalare il caffè che proviene dal Vietnam nei porti del sistema ligure invece che ad Anversa, si ridurrebbero i tempi di navigazione di 6-8 giorni.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Shipping Italy.

Il possibile investimento di Nestlé a Vado Ligure

VEVEY – Nestlé, azienda multinazionale con sede a Vevey, in Svizzera, e attiva nel settore alimentare, è interessata a insediarsi a Vado Ligure relativamente al segmento di business del caffè. La notizia è emersa nel corso del convegno ‘Un Mare di Svizzera’ andato in scena a Lugano.

A rivelare questo interesse che – è stato detto – è certo ed è stato manifestato neanche una settimana fa dalla stessa multinazionale, è stato Gerardo Ghiliotto, vice presidente della Fondazione Slala, nel corso della tavola rotonda incentrata sui retroporti.

Esponendo gli ambiti nei quali la Fondazione Slala – Sistema logistico del nord ovest d’Italia, si sta concentrando operativamente attraverso finanziamenti agli operatori per migliorare il gap infrastrutturale – e che attualmente riguardano il sud del Piemonte collegato agli scali liguri – Ghiliotto ha fatto appello agli operatori ferroviari: “Ci rivolgiamo a loro per una richiesta che ci arriva direttamente dalla Nestlé”.

“La multinazionale guarda con molta attenzione a un nostro investimento realizzato a Vado Ligure” ha detto il vicepresidente: “Si tratta di un ex silos cerealicolo riconvertito per lo stoccaggio di caffè crudo”.

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Coca-Cola Italia: nuovi piani di investimento a Oricola, previsti 50 posti di lavoro per l’anno prossimo

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Coca-Cola the hug energia napoli atlanta
Il logo della Coca-Cola

Il 27 ottobre sono stati presentati i nuovi progetti di investimento nello stabilimento Coca-Cola di Oricola in provincia dell’Aquila in Abruzzo. Giangiacomo Pierini, direttore corporate affairs & sostenibilità di Coca-Cola HBC Italia, ha spiegato che l’idea riguarda l’inaugurazione di una linea di produzione di lattine che garantirà altri 50 posti di lavoro per il prossimo anno.

Il progetto prevede anche la costruzione di una nuova sala per la preparazione dei concentrati e di un magazzino di oltre 3.000 m2 dedicato allo stoccaggio delle materie prime. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Ekuo News.

Gli investimenti nello stabilimento Coca-Cola di Oricola

ORICOLA – Visita istituzionale allo stabilimento Coca-Cola di Oricola, comune in area ZES (anche se la nuova linea di produzione sorge in un’area che non rientra nel piano particellare).

Insieme al commissario Mauro Miccio anche il presidente della Regione, Marco Marsilio e il sindaco di Oricola, Antonio Paraninfi.

A presentare il nuovo investimento è stato Giangiacomo Pierini, direttore corporate affairs & sostenibilità di Coca-Cola HBC Italia; il progetto oltre alla linea di produzione permetterà anche la costruzione di una nuova sala per la preparazione dei concentrati e di un nuovo magazzino di oltre 3.000 m2 dedicato allo stoccaggio delle materie prime. Un investimento che garantirà oltre 50 nuovi posti di lavoro (escluso l’indotto).

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Pagamenti elettronici, Fipe: “Bene pubblicazione delle offerte sul sito del CNEL: oltre alla riduzione dei costi possiamo parlare anche di trasparenza”

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fipe pagamenti elettronici
Fipe si espone sulla pubblicazione sul sito del Cnel dell’elenco delle banche e dei circuiti che hanno aderito al protocollo e delle offerte che propongono gli intermediari che gestiscono i pagamenti elettronici (immagine concessa)

ROMA – Aldo Mario Cursano, vice presidente vicario della Federazione Fipe-Confcommercio a commento della pubblicazione sul sito del Cnel dell’elenco delle banche e dei circuiti che hanno aderito al protocollo e delle offerte che propongono ha affermato: “Con la pubblicazione sul sito del Cnel delle offerte promozionali proposte dagli intermediari che gestiscono i pagamenti elettronici, finalmente possiamo parlare di una vera e propria messa a terra del protocollo che Fipe-Confcommercio ha siglato lo scorso 27 luglio con ABI, APSP e le principali associazioni del mondo delle imprese”.

Fipe sulla pubblicazione delle offerte promozionali degli intermediari che gestiscono i pagamenti elettronici

Cursano aggiunge: “L’accordo, infatti, ha l’obiettivo di mitigare i costi delle commissioni sui micropagamenti che, nel caso dei Pubblici Esercizi, sono particolarmente significativi anche per effetto del costante aumento delle transazioni digitali”.

C’è di più: “Accogliamo dunque con soddisfazione la notizia che rappresenta il raggiungimento di un obiettivo su cui siamo impegnati da sempre e per il quale ci siamo messi a disposizione per raggiungere l’accordo”.

Cursano conclude: “E’ un primo significativo passo anche sul percorso di trasparenza e comparabilità dei costi di cui le imprese avvertono un grande bisogno”.

L’Italia valorizza il caffè del Kenya con il progetto “Arabika”, Giovanni Grandi, Aics: “Previsto investimento di 100 mln nei prossimi 3 anni”

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kenya Eliud Kipchoge
La bandiera del Kenya

Lo stato italiano, attraverso l’Agenzia di cooperazione allo sviluppo (Aics) si è affidato al Cefa, un’organizzazione della società civile specializzata in progetti di solidarietà nel campo dell’agronomia, e dalle fondazioni Avsi e E4Impact per lanciare il progetto “Arabika” a favore della valorizzazione del caffè del Kenya. Per l’iniziativa Aics ha stanziato già 3 milioni di euro. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Freddie del Curatolo pubblicato sul portale d’informazione Malindi Kenya.

Il progetto di valorizzazione del caffè del Kenya

MILANO – Il caffè è sempre stata una delle grandi risorse del Kenya, ma non sempre in passato a livello nazionale sono stati fatti tutti gli sforzi necessari a migliorare la sua filiera, ovvero a collegare i coltivatori, che spesso sono riuniti in piccole cooperative e comunità di aree rurali a nord e nord ovest del paese, al mercato.

Nel 2018 di questo parlò l’allora vicepresidente William Ruto, oggi leader del paese e per suo retroterra personale da sempre legato all’agricoltura e convinto che rimanga il settore propulsivo della sua nazione, con le istituzioni italiane, chiedendo un aiuto per valorizzare il caffè keniota.

Lo stato italiano, attraverso l’Agenzia di cooperazione allo sviluppo (Aics) ha fatto molto di più affidandosi al Cefa, un’organizzazione della società civile da sempre specializzata in progetti di solidarietà nel campo dell’agronomia, e dalle fondazioni Avsi e E4Impact.

Sei anni dopo, sono stati presentati nella residenza dell’ambasciatore d’Italia a Nairobi, i primi risultati del progetto “Arabika” che vede coinvolte, oltre alle realtà di cooperazione citate, 21 cooperative di caffecultori di 7 contee del paese, con training specifici, a seconda delle competenze e mansioni, a 30 mila di loro, di cui più di 18 mila già effettuati, la fornitura di macchinari e le migliorie a 42 laboratori per processare i chicchi di caffè, più l’expertise necessaria a creare un brand specifico per ognuno dei prodotti delle sette contee ed organizzare il marketing di conseguenza.

“Un progetto pilota, sì, ma sostanzioso” come lo ha presentato il coordinatore del progetto per Aics, Giulio Di Pinto. Si tratta effettivamente di un’iniziativa per cui Aics ha stanziato 3 milioni di euro.

“Attraverso la nostra cooperazione, vogliamo aiutare i coltivatori di caffè keniani a valorizzare il proprio prodotto in termini di qualità, di quantità e anche di prezzo, per avere maggiore presenza sul mercato”, ha spiegato l’ambasciatore Roberto Natali alla stampa, a margine dell’incontro.

Il titolare della sede Aics di Nairobi, Giovanni Grandi, ha confermato il successo di questa operazione che mira a dare non solo know-how e migliorare qualità e produttività nel campo del caffè, ma anche consapevolezza di poter puntare all’Arabica del Kenya come uno dei prodotti di punta del proprio mercato.

“Come cooperazione, ci stiamo focalizzando su quattro o cinque settori in Kenya e la valorizzazione dell’agricoltura è una delle nostre priorità – ha detto Grandi – nei prossimi tre anni, l’Italia investirà circa 100 milioni di euro”.

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Trieste Coffee Experts: l’azienda Pininfarina a supporto dell’evento

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Gli sponsor dell'evento (immagine concessa)

TRIESTE – Trieste Coffee Experts, il summit della Bazzara dedicato all’universo del caffè e organizzato da Andrea Bazzara, export e sales manager della torrefazione, ha da sempre tra i suoi obiettivi il “fare rete” e il confronto, un piacevole modo per riunirsi, discutere e pensare insieme al futuro del settore.

La sesta edizione di Trieste Coffee Experts

Rinomate aziende e grandi personaggi saranno presenti anche per questa 6° edizione dell’evento che si terrà il prossimo 25 e 26 novembre 2023 nell’elegante location del Savoia Excelsior Palace – Starhotels Collezione nel cuore di Trieste, città del caffè.

Tra le aziende che partecipano all’evento Bazzara la new entry Pininfarina, importante azienda italiana attiva nel settore dell’automotive fondata nel 1930 che si è evoluta nel tempo da azienda artigiana a grande gruppo internazionale, sinonimo di eleganza, tecnologia e alto design.

“Questo è uno dei passaggi di ottava dell’evento – afferma a tal proposito Franco Bazzara, presidente della torrefazione – e a dimostrarne la sua crescita relatori sempre più rinomati ed aziende ricercate”.

Il tema di questa edizione del Trieste Coffee Experts sarà “Future coffee: Innovation and sustainability” e si dividerà così nelle due giornate: la prima, di sabato 25 novembre, con focus su “Sustainability oriented”, e la seconda, di domenica 26, su “Innovation oriented”. Entrambi temi a cui Pininfarina tiene particolarmente.

Con un’esclusiva anticipazione, Marco Bortolussi – sales & marketing manager user experience product design di Pininfarina, svela così l’essenza del suo intervento:
“Rendere sostenibile la catena del valore del caffè è una sfida che richiede innovazione in diverse aree di business, dalla strategia alle operazioni, al marketing. Ma a meno che tali innovazioni non possano essere trasformate in un’esperienza attraente e piacevole per il cliente finale, in grado di innescare una sperimentazione iniziale e guidare un’adozione duratura, i vantaggi in termini di sostenibilità che stavano cercando di ottenere semplicemente non si realizzano”.

Bortolussi aggiunge: “È qui che entra in gioco il design, che combina le sue capacità creative con il suo potere di facilitare la collaborazione tra le diverse parti dell’azienda per portare sul mercato esperienze cliente attraenti e piacevoli: la condizione di prim’ordine affinché qualsiasi iniziativa di sostenibilità abbia successo. Tutto questo verrà illustrato con l’esempio di Akom, un concetto di home coffee experience progettato per ridurre al minimo assoluto l’impatto ambientale dell’esperienza del caffè domestico”.

Andrea Bazzara aggiunge: “Sono rimasto piacevolmente colpito dal susseguirsi di importanti nomi, importanti aziende vicine alla nostra conferenza che condividono a pieno i nostri valori legati al prezioso simbolo del made in Italy a cui siamo tanto legati. Pininfarina, ad esempio, è un’azienda che esprime perfettamente il concetto tutto italiano del bello, buono e ben fatto”.

Bazzara continua: “Tutti valori che la Bazzara condivide in pieno e spiegano la dedizione, la passione e l’impegno costante nel nostro lavoro di divulgazione e innovazione. Ecco perché abbiamo scelto Pininfarina come importante esempio e tra i sostenitori della nuova edizione del Trieste Coffee Experts. Inoltre, alla casa madre, si aggiunge anche il technical partner Pininfarina Segno con il quale abbiamo avviato una proficua collaborazione per l’evento e non solo”.

Al Trieste Coffee Experts si parlerà quindi dell’avvenire del settore e non mancheranno gradevoli sorprese.

Saranno tanti i relatori presenti, un cospicuo weekend in cui tanti esperti apporteranno il loro importante contributo sul mondo del caffè, una tavola rotonda che sarà centro di interessanti dibattiti per tutti i professionisti del comparto, volti a stimolare la riflessione, illustrare le tendenze emergenti e gli argomenti di maggiore rilevanza per l’industria del caffè.

L’evento sarà trasmesso via streaming in italiano e in inglese in entrambe le giornate per permetterne la diffusione a 360° fra professionisti ed appassionati del settore.

Corman Trophy, iscrizioni al concorso di pasticceria fino al 31 ottobre: in palio 10mila€

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Giambattista Montanari, pastry chef Corman (immagine concessa)

MILANO – Restano poche settimane per partecipare a Corman Trophy, il concorso aperto ai professionisti di pasticceria e panificazione. In palio 10mila euro, ma anche un obiettivo ambizioso: volgere verso nuovi orizzonti, favorendo innovazione e imprenditorialità. C’è tempo fino al 31 ottobre 2023 per concorrere a questo ambizioso contest realizzato da Corman con La Maison de l’Excellence Savencia e il supporto di Cast Alimenti.

Il concorso Corman Trophy

E a invitare tutti i colleghi e professionisti del settore, una voce d’eccezione, quella di Giambattista Montanari, pastry chef Corman: “Le regole di Corman Trophy? Poche e semplici. Il professionista dovrà presentare in un elaborato un progetto innovativo che riguardi efficienza, persone e/o sostenibilità e che abbia successo nella propria attività. Corman è vicino a tutti i professionisti sostenendone concretamente le idee e la voglia di guardare al futuro. Non mi resta che augurare buon Corman Trophy a tutti”.

I professionisti dell’Arte Bianca sono così invitati a partecipare, per essere al centro di una costruttiva sfida.

Questa prima edizione 2023 è un progetto pilota che vede al centro l’Italia e che dal 2024 sarà proposto in altri Paesi, andando quindi a configurarsi come un’iniziativa “corale” dall’ampio respiro internazionale.

Il regolamento completo e modulo dedicato per candidare il proprio progetto sono disponibili sul sito.

Corman Trophy: caratteristiche e modalità di partecipazione

Il progetto dovrà riguardare almeno uno dei tre aspetti che sempre più sono alla base del successo di ogni iniziativa lavorativa ed imprenditoriale:

• efficienza in laboratorio (ad esempio soluzioni per ottimizzazione e organizzazione del lavoro e delle produzioni, gestione efficiente dei macchinari, riduzione dei costi…);

• gestione delle persone (ad esempio il miglioramento della vita lavorativa, progetti di inclusione, programmi welfare, attività per creare spirito di team…);

• sostenibilità (ad esempio azioni per impatto zero, riduzione degli sprechi, economia circolare e riciclo, packaging sostenibile…).

Al vincitore, selezionato dalla giuria, andranno 10.000 euro, suddivisi come segue:

• contributo in denaro pari a 5.000 euro;

• una Cast Card del valore di 3.500 euro (che darà diritto a 10 giornate formative di specializzazione presso la Scuola di Brescia, da sfruttare per sé o per i propri colleghi e collaboratori nell’arco di due anni);

• una fornitura di prodotti Corman del valore di 1.500 euro.

Altromercato lancia gli snack per sostenere la giustizia climatica

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altromercato
I prodotti selezionati per sostenere la campagna Climate justice, let’s do it fair (immagine concessa)

MILANO – Si è mai pensato che per salvaguardare il nostro pianeta possano bastare piccoli gesti quotidiani? Piccole azioni come una banale colazione o la scelta di una merenda che mettete nello zainetto di vostro figlio possono contribuire a una climate justice accanto a quella sociale ed economica. A settembre con il ritorno a scuola e al rientro al lavoro si possono scegliere i prodotti Altromercato per sostenere la giustizia climatica.

Altromercato a sostegno della campagna Climate justice, let’s do it fair

Climate justice, let’s do it fair è la campagna europea delle organizzazioni di Commercio equo e solidale nata per sostenere con una raccolta fondi i produttori del Sud del mondo che subiscono le conseguenze del cambiamento climatico.

Di fronte all’emergenza climatica, infatti, le disuguaglianze nel sistema attuale si fanno ancora più evidenti, al punto che chi è più duramente colpito dal cambiamento climatico è in verità chi ne ha le minori responsabilità.

Altromercato sostiene la campagna con una serie di azioni che contribuiscono alla raccolta fondi come l’acquisto di alcuni prodotti e delle shopper dedicate. L’obiettivo è rafforzare l’identità anche in relazione alla questione ambientale, un tema rilevante per i consumatori che considerano prioritario l’impegno per l’ambiente, la lotta al cambiamento climatico e l’adozione di sistemi economici e produttivi più rispettosi del pianeta.

Ecco alcuni dei prodotti selezionati per sostenere la campagna che potrai acquistare nei punti vendita Altromercato assieme alle shopper per il clima:

  • Sfoglie artigianali Snaction, uno snack croccante e leggero per le lunghe giornate di rientro. Leggere perché cotte al forno e realizzate artigianalmente da cooperativa sociale italiana. La linea comprende due tipologie: sfoglie artigianali alla canapa e sfoglie artigianali con curcuma dallo Sri Lanka.
  • Barrette Snaction realizzate con ingredienti bio e fairtrade che rappresentano la giusta ricarica tascabile di potassio e fibre che ti aiuteranno ad affrontare al meglio ogni momento della giornata. Arricchite con la lucuma, un frutto ricco di proprietà benefiche chiamato anche “oro degli Inca” che rientra tra i nuovi superfood, ovvero quei cibi dal profilo nutrizionale tanto più elevato della media da essere considerato un concentrato di benessere e salute.

La gamma “Snaction – il gusto di agire” comprende due varianti, entrambe veg: il Biosnack integrale cioccolato e cocco, con una frolla integrale arricchita da grano saraceno per una croccantezza unica e all’interno un ripieno di crema e cioccolato unita al gusto esotico del cocco; il Biosnack al cacao cioccolato con una croccante frolla scura al cacao che avvolge il ripieno cremoso di cioccolato e nocciole.

  • Barrette biologiche per una merenda sana e facile da portare sempre con sé. Tra le barrette bio troviamo Pequeña, una barretta biologica che unisce la croccantezza del sesamo alla dolcezza dello zucchero di canna del Paraguay.

Una piacevole pausa bio, leggera e gustosa. Barrita Nut bio, un vero concentrato di energia pronta all’uso: noci del Brasile, anacardi, sesamo, miele e zucchero di canna. Una fusione perfetta di croccantezza e gusto che vorrai portare sempre con te.

  • Un mix energetico di frutta secca dal mondo: uvetta passa del Sudafrica, noci dell’Amazzonia, anacardi del Brasile, chips di banana e mango delle Filippine. Ideale da portare sempre con te per i momenti in cui hai bisogno di una carica naturale in più.

Questi e molti altri prodotti sono disponibili nei punti vendita Altromercato per sostenere la campagna Climate justice, let’s do it fair.

La scheda sintetica di Altromercato

Altromercato impresa sociale Soc. Coop. è la principale realtà di commercio equo e solidale italiana e tra le più grandi al mondo. È un’organizzazione formata da 91 soci e più di 200 botteghe che gestisce da 35 anni rapporti con 140 gruppi di produttori in oltre 40 paesi, nel sud e nel nord del mondo. Il lavoro di oltre 450mila contadini e artigiani viene rispettato ed equamente retribuito, perché si basa su una filiera trasparente e tracciabile, che tutela i produttori, l’ambiente e garantisce la qualità dei prodotti.

Altromercato propone prodotti che hanno una caratteristica comune: sono buoni per chi li sceglie e per chi li produce. La sua gamma si compone di prodotti alimentari, molti dei quali biologici, anche freschi e una selezione di prodotti tipici italiani – Solidale Italiano, una linea di igiene e cosmesi naturale – Natyr, articoli di artigianato per la casa e ricorrenze On Earth Etichal Home, abbigliamento e accessori della linea di moda etica On Earth.

Le principali referenze sono presenti nello shop online, in 1500 punti vendita della Grande Distribuzione, 2000 negozi specializzati bio, oltre che in ristoranti, mense scolastiche, bar ed erboristerie, Gruppi di Acquisto Solidale.

Con Altromercato si alimenta un’economia sana, un circolo virtuoso – dal produttore al consumatore – che dura da 35 anni, uno stile di vita sostenibile per tutti.

Evoca aderisce all’iniziativa Global Compact delle Nazioni Unite legata alla sostenibilità

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Evoca diventa parte del Global Compact delle Nazioni Unite (immagine concessa)

VALBREMBO, Italy – Evoca, leader mondiale nella produzione di macchine da caffè professionali, annuncia la sua adesione al Global Compact delle Nazioni Unite, la più grande iniziativa di sostenibilità aziendale al mondo, che riunisce oltre 18.000 imprese e 3.800 organizzazioni in oltre 160 paesi.

Il Global Compact delle Nazioni Unite è una piattaforma di leadership volontaria che incoraggia le aziende a sviluppare, implementare e divulgare pratiche commerciali responsabili, allineando le loro strategie e azioni con dieci principi universalmente accettati nelle aree dei diritti umani, del lavoro, dell’ambiente e della lotta alla corruzione.

Giusi Bonini, chief sustainability officer del Gruppo Evoca, ha commentato: “La partecipazione all’iniziativa del Global Compact delle Nazioni Unite rappresenta un ulteriore passo nell’evoluzione della strategia di sostenibilità di Evoca e si allinea con l’impegno dell’azienda a sostenere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs). Come gruppo, Evoca si impegna a promuovere un ambiente di lavoro sano, sostenibile e inclusivo e a svolgere un ruolo positivo contribuendo a un futuro migliore”.

La scheda sintetica di Evoca Group

Evoca Group è il leader mondiale nella produzione di macchine da caffè professionali e vanta la gamma più completa di prodotti per il consumo fuori casa. L’offerta del Gruppo copre tre segmenti: macchine da caffè per il settore horeca (hotel, ristorante, caffetteria), piccole macchine da caffè automatiche per il servizio di caffè in ufficio (office coffee service), distributori automatici (vending) di caffè, snack e bevande fredde.

I principali marchi del Gruppo che coprono questi segmenti sono: Gaggia Milano per l’horeca, Saeco per l’OCS e Necta per il Vending.

Inoltre, il Gruppo promuove i suoi prodotti con i marchi Wittenborg, Cafection, Visacrem, Futurmat, Ducale, Macas e Newis, che operano in specifiche aree geografiche attraverso linee di prodotti dedicate, offrendo sempre un’esperienza perfetta per il consumatore.

Le caratteristiche comuni di tutti i marchi del Gruppo sono la focalizzazione sul caffè, le tecnologie avanzate e la digitalizzazione supportate da significativi investimenti in ricerca e sviluppo. Tutto ciò a beneficio di una ricca proposta di valore resa disponibile attraverso una piattaforma di distribuzione articolata e una importante rete di assistenza post-vendita. Il Gruppo dispone di 6 centri di ricerca e sviluppo e ha registrato oltre 700 brevetti.

Anima Confindustria prevede un fatturato di 550 mln nel 2023 per il comparto delle macchine di caffè rappresentato da Ucimac, +0,9% sul 2022

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roberto nocera ucimac trieste san marco
Roberto Nocera (immagine concessa)

MILANO – Secondo le previsioni dell’Ufficio Studi di Anima Confindustria, per il comparto rappresentato da Ucimac – associazione federata Anima/Assofoodtec che raggruppa i costruttori di macchine per caffè espresso professionali e semi professionali – il 2023 si chiuderà con un fatturato intorno ai 550,00 milioni di euro, mostrando una leggera crescita (+0,9%) rispetto al 2022. Più sostenuta la crescita delle esportazioni, che arriva a rappresentare il 75,4% del fatturato delle aziende di settore e nel 2023 dovrebbe raggiungere 415,00 milioni di euro (+2,5%).

Le previsioni di Anima Confindustria per il comparto rappresentato da Ucimac

Il presidente di Ucimac, Roberto Nocera, commenta: “Il mondo delle macchine per il caffè non è esente dai problemi che stanno riguardando l’industria meccanica, dal caro prezzi, ai materiali, all’incertezza dei mercati. In questo scenario, oltre alla timida crescita della produzione prospettata dall’Ufficio Studi di Anima, ciò che emerge è il valore cruciale che le esportazioni costituiscono per noi”.

Nocera aggiunge: “L’export è un traino importantissimo per il settore delle macchine per il caffè, se pensiamo che ai mercati esteri sono destinati tre quarti della produzione. Segno di quanto sia riconosciuto in tutto il mondo il valore di due storiche eccellenze del made in Italy, quali il caffè e la manifattura”.

ucimac
Il logo Ucimac

“Proprio per questo – prosegue Nocera – Ucimac si impegna a tutelare la qualità e l’eccellenza delle tecnologie italiane, valorizzando l’innovazione e puntando a un continuo miglioramento del settore, grazie al presidio delle tematiche più importanti e al lavoro sui tavoli tecnici e normativi”

C’è di più: “Al momento ci stiamo concentrando sul tema dei metalli a contatto con l’acqua, puntando a migliorare ulteriormente i parametri e riuscendo a garantire ai consumatori prodotti sempre in linea con gli standard internazionali più severi. Un altro aspetto al centro dell’attenzione è il sempre maggiore uso dell’acciaio inox che si sta diffondendo nel settore delle macchine da caffè, grazie al rapporto tra longevità e costo del materiale che riduce la possibilità di contaminazione dell’acqua. L’acciaio inoltre è caratterizzato da un’elevata inerzia chimica nei riguardi dei maggiori agenti che si ritrovano, talvolta, nell’acqua di rete”.

Il settore si impegna infatti a garantire prodotti di alta qualità, investendo nella ricerca e nell’innovazione per soddisfare le esigenze dei consumatori e l’importanza di mantenere standard elevati nella produzione.

Afferma Roberto Nocera: “Stiamo ridefinendo le norme per i consumi energetici delle macchine da caffè e della sicurezza ed igiene per queste ultime. Abbiamo tre parametri per valutare l’erogazione di qualsiasi bevanda e sono: la temperatura, la quantità e il tempo di erogazione”-

Nocera conclude: “Dal punto di vista igienico, nelle macchine alimentari, tra cui le macchine da caffè, si identificano tre aree: food area, splash area, non-food area. Siamo impegnati nei comitati tecnico normativi europei per la scrittura delle norme Europee sia per le macchine da caffè che per i macina caffè ad uso professionale. Abbiamo fatto tanto in tema di ricerca per soddisfare i bisogni dei baristi professionisti presenti in ogni angolo del mondo”.

La scheda sintetica di Ucimac

Ucimac è l’associazione Costruttori macchine e attrezzature per caffè, professionali e semi professionali, aderente ad Assofoodtec, federata Anima Confindustria. Un settore che rappresenta 550milioni di euro di fatturato (previsioni 2023 Ufficio studi Anima), di cui il 75,4% provenienti dall’export.

Anima Confindustria è l’organizzazione industriale di categoria che, all’interno di Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica varia e affine, un settore che occupa 225.000 addetti per un fatturato di 54,5 miliardi di euro e una quota export/fatturato di oltre il 60% (previsioni 2023 Ufficio Studi Anima).

I macrosettori rappresentati da Anima sono: edilizia e infrastrutture; movimentazione e logistica; produzione alimentare; produzione di energia; produzione industriale; sicurezza e ambiente.