lunedì 01 Dicembre 2025
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Rancilio Group lancia il seminario di analisi sensoriale del caffè espresso con Iiac e Museimpresa a Parabiago, Milano, 18/11

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Seminario di analisi sensoriale del caffè espresso rancilio
Il seminario di analisi sensoriale del caffè espresso di Rancilio Officina 1926 in collaborazione con Iiac (International institute of coffee tasters) e Museimpresa (immagine concessa)

PARABIAGO (Milano) – Il prossimo 18 novembre, presso la sede di Officina Rancilio 1926, Rancilio Group invita chiunque sia interessato al seminario di analisi sensoriale del caffè espresso in collaborazione con Iiac (International institute of coffee tasters) e Museimpresa.

Il seminario di Rancilio Group sull’analisi sensoriale del caffè espresso

In questo incontro sarà possibile scoprire i fondamenti per diventare un assaggiatore di espresso italiano in un unico coinvolgente evento: dall’assaggio dell’espresso, alla scheda d’assaggio e alla valutazione dell’espresso in base ad aspetto, profilo aromatico e gusto.

Con la guida di Carlos González, docente master dello Iiac e Coffee Competence & product manager di Rancilio Group, i partecipanti potranno apprezzare un tour immersivo alla scoperta del caffè, dedicato a tutti gli appassionati di caffè espresso.

Per prenotarsi basta scrivere a info@officinarancilio1926.com entro mercoledì 15 novembre. Alla fine del percorso i partecipanti riceveranno un attestato di qualifica.

Maggiori informazioni

Docente
Carlos González, docente master IIAC

Saluti introduttivi
di Roberto Rancilio, direttore museo Officina Rancilio 1926

Programma del seminario

9.30 – Benvenuto

9.45 – Primo assaggio di miscela Iei Qualified Product con mappa sensoriale caffè espresso

10.30 – Secondo assaggio di miscela Iei Qualified Product, scheda di assaggio M59 Trialcard Plus

11.15 – Terzo assaggio di espresso fuori profilo

12.00 – Domande e commenti

12.30 – Chiusura del seminario

Mario Rubino, Kimbo: “La tazzina perfetta è anche una questione di fisica”

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Mario Rubino kimbo
Mario Rubino Presidente Kimbo Spa

Mario Rubino, presidente di Kimbo, si è dimostrato a favore della formazione culturale della componente fisica del caffè in occasione dello spettacolo/evento al teatro Bellini di Napoli “A lezione di caffè con la fisica che ci piace” con il professore Vincenzo Schettini. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

Mario Rubino in merito all’importanza della fisica nel caffè

NAPOLI – “Era necessario che il caffè parlasse di cultura, che qualcuno lo spiegasse in un modo diverso da come siamo abituati a sentirne parlare. E’ importante che venga spiegato in tutti i momenti chimici e fisici che poi permettono di avere un buon caffè in tazza”.

Lo ha detto Mario Rubino, presidente di Kimbo, azienda leader in Italia e nel mondo nella produzione di caffè di altissima qualità, in occasione dello spettacolo/evento al teatro Bellini di Napoli “A lezione di caffè con la fisica che ci piace” con il professore Vincenzo Schettini.

Un progetto che, ha spiegato scherzosamente Rubino, nasce da lontano: “Dal mio rimando in fisica in seconda liceo al classico, ora mi voglio riscattare in un momento in cui abbiamo trovato – sottolinea – qualcuno come il professor Schettini che spiega in modo semplice e comprensivo e così finalmente potrò dirmi edotto anche nel campo della fisica”.

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Lindt si oppone al marchio Igp Torino: “Il giandujotto l’abbiamo inventato noi”

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gianduiotto lindt

Dal palco di CioccolaTò Antonio Borra, segretario del comitato del giandujotto di Torino Igp, ha chiesto aiuto alla città per il riconoscimento Igp del prodotto. Tuttavia il primo giandujotto della storia è stato sfornato da Caffarel, nel 1865, oggi proprietà di Lindt che contesta il progetto. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Christian Benna pubblicato sul quotidiano Corriere della Sera.

La rivendicazione del giandujotto da parte di Lindt

TORINO – Giandujotto made in Torino? Non proprio. Almeno non più. A decidere sul futuro del marchio del cioccolatino nato dall’abbraccio del cacao con le nocciole infatti potrebbe essere Zurigo e non Torino.

Infatti il gruppo svizzero Lindt & Sprüngli si è opposto al disciplinare di riconoscimento Igp presentato al ministero dell’Agricoltura da un gruppo di aziende del cioccolato, dalle grandi come Ferrero, Venchi, Domori, Pastiglie Leone fino ai cioccolatieri come Guido Gobino, Guido Castagna, Giorgio e Bruna Peyrano.

E lo ha fatto rivendicando l’invenzione del giandujotto, che risale al carnevale del 1865 per mano di Caffarel, storica azienda torinese di Luserna San Giovanni acquisita nel 1997 dal gruppo Svizzero.

La crisi diplomatica è esplosa sul palco di CioccolaTò, la grande festa del cioccolato che si tiene ogni anno in centro a Torino. “l progetto volto a ottenere il riconoscimento di indicazione geografica protetta per il giandujotto di Torino è in stallo perché il Gruppo Lindt si oppone”. Le parole del segretario del comitato del Giandujotto di Torino Igp, Antonio Borra al convegno “Il Cioccolato delle meraviglie: salute, benessere e felicità”, organizzato nell’ambito di CioccolaTò.

Il progetto per l’Igp del giandujotto torinese è nato nel 2017. Dal palco di CioccolaTò Borra ha chiesto aiuto alla Città e alla Regione “per fare rete e ottenere il riconoscimento dall’Europa”.

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Sei dipendenti su otto, tra cui un minorenne, lavoravano in nero: il caso del bar a Cafasse, Torino

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

In un bar-pub di Cafasse, Torino, un terzo dei dipendenti lavorava irregolarmente e uno di essi era minorenne: questa la scoperta dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Torino. In totale sono state controllate sette attività, con verifiche su 21 posizioni lavorative con sanzioni per oltre 33mila euro.

La pratica del lavoro in nero è strettamente correlata al problema della mancanza di personale e di formazione altresì legato al fatto che i dipendenti, spesso, non vengono pagati con uno stipendio adeguato (ne abbiamo parlato qui e qui). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Francesco Munafò pubblicato su La Voce.

Il problema del lavoro in nero a Torino e in Italia

CAFASSE (Torino) – Sei lavoratori irregolari, tra cui un minorenne, su otto. Lo hanno scoperto i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Torino in un bar-pub di Cafasse, nel Torinese, durante i controlli effettuati a ottobre nei locali e residenze per anziani. I lavoratori in nero venivano pagati in contanti, violando così le leggi sulla tracciabilità dei pagamenti.

Lavoratori che erano senza tutele ai fini contributivi e assistenziali, specie in caso di infortunio. Altri cinque lavoratori non regolarizzati sono stati scoperti in un ristorante di Torino.

Due di loro erano stranieri irregolari sul territorio nazionale. Complessivamente sono state controllate sette attività, con verifiche su 21 posizioni lavorative. Con sanzioni per oltre 33mila euro.

Il lavoro nero, anche noto come lavoro non dichiarato o sommerso, rappresenta una pratica diffusa in molte parti del mondo.

Si tratta di un’attività lavorativa svolta in modo non regolare e spesso non registrata dalle autorità fiscali e previdenziali. Questo fenomeno comporta gravi conseguenze sia per i lavoratori che per l’economia in generale.

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Bar in crisi a Cagliari: locali in vendita anche a 750mila€

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La chiusura dei pubblici esercizi è una vera e propria realtà critica italiana

Resistono alla crisi alle caffetterie storiche e, in parte, quelle centrali. Poi, è il valzer dei cartelli vendesi: a Castello c’è chi vuole 380mila euro con anche piano sotterraneo, in via Liguria 130mila e 200mila in via Alghero. Ci sono nomi conosciuti, come il The Cave o il Diamante. E spiccano i casi di attività durate un anno o rivendute ancora prima di essere aperte. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Paolo Rapeanu pubblicato su Cagliari Casteddu.

La crisi dei bar a Cagliari

CAGLIARI – Le pizzerie storiche in crisi reggono perché non hanno dipendenti, i bar annaspano e, a parte quelli nelle zone più centrali di Cagliari, negli altri rioni spiccano chiusure, anche recenti. Troppa concorrenza, il boom dei distributori automatici e la continua caccia al risparmio hanno ucciso chi aveva aperto da poco.

E i bar vanno in vendita: proprietà totale dell’immobile, non una semplice licenza. È il caso di via Roma, nel tratto dopo il Comune che va verso viale Trieste: 90mila euro, solo un anno di attività alle spalle, poi la decisione di abbassare la serranda e il silenzio che cala in sessantacinque metri quadri.

Ancora: in via Scano un giovane imprenditore ha prima acquistato un bar e poi, ancora prima di fare il primo caffè, l’ha rimesso in vendita con tanto di messaggi sui social: “Motivi personali”, si legge come motivazione.

Ma nessuno, ancora, l’ha voluto rilevare. Spicca il caso, poi, di ben 750mila euro chiesti 214 metri quadri in piazza Garibaldi, non certo piena periferia: bar con pasticceria annessa, tre vetrine e laboratorio interno.

A Castello la musica non cambia: lo storico The Cave in via Università è sbarrato da tempo e per riaprire piano terra e piano sotterraneo incastonati tra Bastione e torre dell’Elefante servono, in totale, 380mila euro.

In via dei Giudicati, invece, l’ultradecennale Il Diamante, molto frequentato in passato dai dipendenti della vicina Cittadella della salute di via Romagna, finisce sul mercato a 380mila euro, con la garanzia che i 140 metri quadri totali sono stati ristrutturati da pochi anni.

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Il bar Life Coffee di Foggia lancia l’iniziativa del cornetto sospeso per aiutare chi è in difficoltà

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Cornetti (immagine: Piaxabay)

Un barista di Foggia, Vito di Tullio, titolare del bar Life Coffee ha pensato di lanciare l’iniziativa del cornetto sospeso simile al rito del caffè napoletano (ne abbiamo parlato qui). Ogni sera, al momento di chiudere la serranda, il generoso barista posiziona all’esterno dei sacchetti contenenti brioche e croissant invenduti per regalarli a chi ne ha bisogno. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Il Giornale.

L’iniziativa del cornetto sospeso

FOGGIA – Per quanto non sia più diffuso come un tempo, il rito di solidarietà del caffè sospeso continua a scaldare i cuori e le labbra di tanti napoletani e rimane sicuramente uno degli esempi da seguire più belli che esistano.

Qualche giorno fa un barista di Foggia, Vito di Tullio, titolare del bar Life Coffee ha pensato bene di lanciare un’iniziativa simile, anche se in questo caso ad essere sospesi non sono i caffè bensì i cornetti. Il barista pugliese ha purtroppo potuto constatare in questi anni post Covid di come famiglie e persone comuni facciano davvero sempre più fatica per sbarcare il lunario e arrivare a fine mese dignitosamente.

Ha deciso quindi di far la sua parte per migliorare un poco le giornate dei più sfortunati. Ogni sera, al momento di chiudere la serranda, il generoso barista posiziona all’esterno dei sacchetti contenenti brioche e croissant invenduti, con un messaggio molto chiaro scritto su di un cartello. “Prendine se ne hai bisogno, sono cornetti.”

Ogni mattina quando Vito ritorna per iniziare un’altra giornata di lavoro tutti i sacchetti sono sempre immancabilmente spariti.

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Ecco le capitali europee del caffè: Atene al 1° posto con una caffetteria ogni 1.000 abitanti

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Una tazzina di caffè espresso (immagine: Pixabay)

Il team dietro Insider, blog ufficiale del casino online di Betway, ha stilato una classifica che permettesse di confrontare non solo il numero totale di caffè bevuti, ma anche il numero di caffetterie pro capite ed il prezzo medio di questa bevanda in alcune delle più grandi città dell’Europa. Atene vanta quasi una caffetteria ogni 1.000 abitanti.

Tuttavia, se si considera il numero totale di caffetterie, Londra si aggiudica il primo posto con ben 1.570 bar pro capite.

Per quanto riguarda il prezzo del caffè in Europa, la proposta più economica è nell’est Europa: Sarajevo, in Bosnia-Erzegovina, è il luogo dove una tazza di caffè costa solo 1,49€. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Betway Insider.

Le città europee con il maggior numero di caffetterie

MILANO – Abbiamo analizzato le destinazioni europee con il maggior numero di caffetterie pro capite, con la capitale greca che si piazza in testa; Atene vanta infatti quasi una caffetteria ogni 1.000 abitanti.

A seguire, troviamo le città di Galway (0,651 caffetterie a persona), Manchester (0,582), Cork (0,571) e Dublino (0,558).

Completano la parte alta della nostra classifica Liverpool (0.473) e Lisbona (0.439), classificate rispettivamente in sesta e settima posizione. Proseguiamo con Praga (0.392), Reykjavik (0.374), e Glasgow (0.364).

Alla luce di ciò ed esaminando i nostri risultati, possiamo affermare senza timor di smentita che l’Irlanda, con 3 sue città nella top 5, è tra le capitali mondiali del caffè, mentre il Regno Unito appare in classifica per due volte. Nessun risultato invece per il nostro Belpaese: c’è da migliorare.

Quali sono le città europee con il maggior numero di caffetterie in totale?

Potrebbe non sorprendere il fatto che, alcune delle principali città europee, siano tra le capitali del caffè. Se si considera il numero totale di caffetterie, Londra si aggiudica il primo posto con ben 1.570 bar pro capite.

La metropoli inglese è seguita da Berlino (688), Roma (624) e Atene (623), mentre Praga (523) e Madrid (502) seguono a ruota.

In realtà, nessun’altra località europea ha più di 500 caffetterie. Seguono poi Budapest con 397 bar, mentre Vienna e Parigi vantano rispettivamente 324 e 323 caffetterie.

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Sca Italy inizia la tappa di selezione Cup tasters ad Agro.Ge.Pa.Ciok insieme a Barista&: tappa sud a Lecce, 06/11

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Il logo Sca Italy

LECCE – Sca Italy, nella sua missione di rendere più visibile l’attività del settore specialty coffee sul territorio nazionale, organizza per la seconda volta le tappe di selezione di Cup tasters, in un contesto fieristico altamente professionale. Quest’anno la tappa sud si svolgerà a Lecce il 6 novembre presso AGRO.GE.PA.CIOK, Salone internazionale della gelateria, pasticceria, cioccolateria e dell’artigianato agroalimentare in collaborazione con la scuola di formazione Barista&.

Sca Italy e le tappe di selezione di Cup tasters

La gara di Cup Tasters è una competizione dove i concorrenti danno prova della loro abilità nel distinguere le differenze di gusto tra diverse tazze di Specialty Coffee. Utilizzando due qualità essenziali per questa disciplina, gusto ed olfatto, i concorrenti dovranno identificare nel più breve tempo possibile la tazza contenente un caffè dal gusto differente all’interno di un set composto da tre tazze. Per ogni round saranno posti sul tavolo otto set da tre tazze l’uno. I finalisti di questa tappa (Sud) si aggiudicheranno il posto nei campionati nazionali che si svolgeranno a Sigep il 20-24 gennaio 2024.

Lo sponsor di questa tappa è Barista&, una scuola di formazione sul territorio di Lecce da ben dieci anni, che nasce dalla passione di Matteo Don Giovanni. Grazie ai tutor della scuola di formazione B& si possono apprendere le tecniche della caffetteria, dalla materia prima al prodotto in tazza e della Latte art.

Agro.ge.pa.ciok è il salone internazionale della gelateria, pasticceria, cioccolateria e dell’artigianato agroalimentare si conferma la più importante manifestazione con cadenza annuale nell’intero Sud Italia, punto di riferimento per numerosi operatori professionali provenienti dal Mezzogiorno.

Supporter in questa tappa anche la microroastery monzese guidata da Paolo Scimone, His Majesty the Coffee. Nata nel 2013 fin da subito, grazie alla professionalità, alla qualità del caffè e all’estro del team, è riuscita ad affermarsi all’estero e in Italia, entrando di diritto nel cuore di molti coffee lover.

Sca Italy ringrazia gli sponsor di questa tappa di selezione: Barista&, Agro.Ge.Pa.Ciok e His Majesty the Coffee per la fornitura del caffè usato durante la gara e ricorda il secondo appuntamento, tappa Nord: domenica 3 dicembre 2023, presso The Milan Coffee Festival.

Sca Italy e 1895 Coffee Designers by Lavazza annunciano i finalisti delle gare di selezione dei Campionati italiani

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sca lavazza
I trofei per i primi classificati nelle discipline Latte art e Coffee in good spirits (immagine concessa)

SETTIMO TORINESE (Torino) – Sca Italy ha concluso le tappe delle selezioni di quest’anno in Factory 1895 Coffee Designers by Lavazza che ha ospitato per tre giorni le gare delle selezioni Sca Italy nelle discipline Barista, Brewers, Latte art e Coffee in good spirits.

La fine delle selezioni Sca italy alla Factory 1895 Coffee Designers by Lavazza

L’evento alla Factory 1895 di Settimo Torinese ha visto radunare da tutta Italia un grande numero di competitor, giudici, giornalisti, coffee lovers e volontari di Sca Italy. Si ringraziano tutti i campioni che sono passati per un saluto e per incoraggiare i competitor: Carmen Clemente, Daniele Ricci, Giacomo Vanelli e Marco Poidomani.

Sca Italy ringrazia lo sponsor della tappa 1895 Coffee Designers by Lavazza, il brand nato ad ottobre 2020 nel rispetto della grande eredità del Gruppo Lavazza. Il progetto 1895 Coffee Designers by Lavazza è una storia ispirata dalla visione in cui il caffè d’eccellenza diventa un rito che esalta tutti i sensi.

Tre giorni intensissimi di gare ricche di emozioni, attese e piacevoli scoperte, dove nove giudici, Luca Ventriglia (capo giudici), Fosca Vezzulli, Natalia Mazzilli, Francesca Bieker, Lauro Fioretti, Alessandro Galtieri, Marco Aloi, Nino Conti e Andrea Alberghini hanno osservato, analizzato, assaggiato e infine emesso i loro verdetti.

Il primo giorno di gara nella magnifica coffee cave della Factory 1895 ha visto come protagonisti i concorrenti nella disciplina Barista: Simona Gega, Gianmarco Mariani, Elena Cioce, Tania Maifredi, Erika Giardino, Matteo D’Ottavio, Matteo Pavoni e Roberto Somma.

La gara richiede ai baristi di mettere alla prova le proprie abilità ed eseguire diverse preparazioni attraverso l’uso di tecniche innovative. Dopo il verdetto dei giudici il primo posto è stato assegnato a Matteo Pavoni, già campione italiano Barista 2022, che andrà direttamente alle finali nazionali.

Il secondo giorno è stato dedicato alla gara Brewers una competizione dove i tre giudici hanno valutato l’aspetto sensoriale del caffè presentato, cioè aroma, sapore, retrogusto, acidità, corpo, bilanciamento e successivamente lo hanno confrontato con quello che il concorrente ha dichiarato. Gli sfidanti in gara erano: Alessio Simonetta, Gabriele Pezzaioli, Lisa Zancanella, Elisa Urdich, Daniele Greco, Luana Lazzarone, Costanzo Cafaro, Eddy Righi e Andrea Battacchi a cui è stato assegnato il primo posto.

Il terzo e ultimo giorno si è diviso tra due discipline: Latte art e Coffee in good spirits. Nella disciplina Latte art i concorrenti Francesca Pedretti, Alessio Panero, Fabian Astenwald, Sharon Maggio, Fabio Ferrara, Maurizio Boi, Giulia Giovon e Manuela Fensore hanno dimostrato grandissima abilità nella creazione di disegni artistici in tazza.

Le tazze di Manuela Fensore, la campionessa mondiale di Latte Art 2019, hanno conquistato i giudici, che le hanno assegnato il primo posto.

Infine, l’ultima gara Coffee in good spirits, dove i concorrenti Andrea Golè, Fabio Ferrara, Matteo Rebuffo, Andrea Villa, Samuele Vilone e Stefano Bignami si sono sfidati in una disciplina affascinante che coniuga il mondo del caffè e quello del bartending, per creare delle bevande classiche o di fantasia. Andrea Villa, già campione italiano della categoria nel 2020, ha convinto i giudici che lo hanno dichiarato vincitore.

Riepiloghiamo i vincitori nelle varie discipline:

  • Barista: Matteo Pavoni
  • Latte art: Manuela Fensore
  • Brewers: Andrea Battacchi
  • Coffee in good spirits: Andrea Villa

Una delle tante novità di quest’anno è l’introduzione del sistema di ranking. Così per la gara Barista, Brewers e Latte art andranno in finale i due vincitori delle due tappe più altri sette concorrenti con il punteggio più alto e il finalista dell’anno scorso per un totale di dieci partecipanti.

Invece per la gara di Coffee in good spirits andranno in finale i due vincitori delle due tappe, più altri cinque concorrenti con il punteggio più alto.

Sca Italy ringrazia tutto il team di 1895 Coffee Designers by Lavazza per l’impeccabile organizzazione, l’accoglienza e l’ospitalità. Grazie anche gli altri sponsor Fiorenzato, Pulycaff, Brita, Alpro e IPA porcellane.

Un grazie ai giudici per la loro instancabile presenza, ai volontari, ai coordinatori Sca presenti e tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questi tre giorni.

Per queste quattro discipline il prossimo appuntamento sarà a Sigep, Rimini dal 20 al 24 gennaio 2024 dove verranno decretati i campioni nazionali.

Gruppo Caffo 1915 lancia il Borscino: dessert, caffè e ammazzacaffè in un unico bicchiere

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Borscino (immagine presa dal sito Caffo 1915)

Il Borscino viene presentato come un trittico di sapori dal Gruppo Caffo 1915 “destinato a diventare un classico al ristorante o al bar”. Il Borscino è stato pensato come un’aggiunta dell’uso del caffè in gelateria, pasticceria e nei cocktail: dall’affogato, al tiramisù, al Martini Espresso sono tante le ricette celebri con il caffè alle quali si può aggiungere. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Diemmecom.

Il Borscino di Gruppo Caffo 1915

MILANO – Lo sanno tutti che Elisir Borsci S. Marzano rende goloso ciò che è già buono e tutti sanno anche che il suo gusto inconfondibile accompagna perfettamente caffè e gelato. Impossibile pensare ad una migliore combinazione, almeno fino a quando non è arrivato Il Borscino, l’ultima novità nelle proposte di consumo di Elisir Borsci S. Marzano.

Il Borscino rappresenta l’evoluzione dell’uso del caffè in gelateria, pasticceria e nei cocktail: dall’affogato al caffè, al tiramisù, al Martini Espresso sono tante le ricette celebri con il caffè alle quali si aggiunge, da oggi, la più innovativa, golosa da leccarsi i baffi per quanto semplice da preparare.

Il Borscino sta in un bicchierino nel quale si versa Elisir Borsci S. Marzano; si aggiunge una deliziosa crema al caffè avendo la cura di ruotare il bicchierino in modo che si crei la variegatura.

Facilissimo da fare è ancora più facile da gustare: si inizia dalla crema al caffè per poi tuffare il cucchiaino e mescolare il tutto in un tripudio di sapore. Chi preferisce, può lasciare sul fondo il liquore per berlo alla fine. Un trittico di sapori che mette insieme il piacere del dessert, il gusto del caffè e il tradizionale ammazzacaffè.

“Il Borscino è un prodotto semplicissimo, se vogliamo un’idea geniale che rinnova il consumo di grandi must – spiega Fabrizio Gulì, global chief marketing officer di Gruppo Caffo 1915 – le caratteristiche aromatiche di Elisir Borsci S. Marzano si sposano eccezionalmente con la crema al caffè, rendendo davvero unico questo novità”.

Fabrizio Gulì: “Abbiamo testato il prodotto in Puglia e gli esercenti e ristoratori coinvolti sono rimasti entusiasti perché consente di dare valore aggiunto a prodotti che hanno già a disposizione, mentre i clienti che lo hanno provato, sono tornati per gustarlo”.

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