giovedì 27 Novembre 2025
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Cioccolato: ecco la storia di Emily Urías dalla cucina di casa nel Salvador al progetto Revicacao e i premi internazionali

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Le fave di cacao (Pixabay licensed)

Emily Urías del Salvador ha costruito con il tempo una solida realtà nel mondo del cioccolato. Tutto è nato da una raffinatrice di cacao, regalo di suo marito, che processava 2,5 kg di cacao alla volta. Nell’agosto del 2018 Emily, dopo una piccola soddisfazione dopo l’altra, prese un piccolo locale dove installò un laboratorio e un negozietto.

Nel 2019, l’Alianza Cacao El Salvador ha spronato Emily a presentare il proprio prodotto nel panorama internazionale.

Nonostante i timori iniziali, si mise in gioco e iniziò a vincere più di un premio. Leggiamo di seguito la prima parte della storia di Emily Urías nell’articolo di Serena Collina pubblicato sul portale Oltremare.

La storia di Emily Urías: dalla cucina di casa al progetto Revicacao

MILANO – La storia di Emily Urías sembra quella di un film. Un giorno di qualche anno fa il marito le regalò una raffinatrice di cacao che lei desiderava tanto e iniziò a produrre piccole quantità di cioccolato. Mai avrebbe immaginato che quella macchina che processava solo 2,5 chilogrammi di cacao alla volta, sarebbe stato l’inizio di una grande avventura nel mondo del cacao e del cioccolato.

Per due anni, Emily continuò a lavorare il cacao nella cucina di casa, diventata off-limits per il resto della famiglia, frequentando corsi di formazione sulla fermentazione e partecipando a tutti i mercatini del Salvador a cui poteva andare, finché nell’agosto del 2018 prese un piccolo locale dove installò un laboratorio e un negozietto.

A poco a poco migliorava le sue capacità di selezione del cacao e dello zucchero di canna, instaurando un rapporto con i produttori che le ha permesso nel corso degli anni di accedere a materia prima di qualità e certificata.

Nel 2019, l’Alianza Cacao El Salvador, entità che si occupa di dinamizzare la filiera del cacao nel Paese, spronò Emily a presentare il proprio prodotto a livello internazionale. Nonostante i timori iniziali, si mise in gioco e iniziò a conquistare premi su premi nei concorsi internazionali. “Questi riconoscimenti mi danno una grande fiducia nel mio prodotto, vuol dire che stiamo lavorando bene”.

A un certo punto la domanda di cioccolato arrivò a superare la capacità di produzione di Emily, che nel frattempo aveva acquistato altre mini-raffinatrici. E così, “come un aiuto arrivato dal cielo, è giunto il progetto Revicacao della Cooperazione italiana che mi ha permesso fare un salto di qualità nella mia produzione”.

Emily si riferisce all’installazione di un laboratorio di trasformazione del cacao presso il Centro Nacional de Tecnología Agropecuaria y Forestal (Centa), un’istituzione tecnico-scientifica salvadoregna che sviluppa e promuove la ricerca e la formazione tecnologica, agropecuaria e forestale. Grazie alla formazione di personale specializzato, i produttori di tutto El Salvador, tra cui Emily, possono ora processare il loro cacao con macchinari italiani di alta qualità ed efficienza, con una capacità produttiva di 30 chilogrammi di cioccolato all’ora.

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Tendenze di mercato: per i più giovani il caffè è un piacere da servire freddo

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Cold brew (foto da Pixabay)

MILANO – Il caffè è sempre più un piacere da servire freddo, specie tra i più giovani: così i dati di un’indagine di mercato di GlobalData svolta nei principali paesi consumatori mondiali. La crescente popolarità del caffè e delle bevande a base di caffè freddo è confermata dalle statistiche del Consumer Hot Topics Survey raccolte nel primo trimestre 2024, secondo le quali il 31% della Generazione Z e il 39% della Generazione Y (Millennials) descrivono la propria spesa per il caffè come “altissima” o “piuttosto alta”, contro un 25% e un 18% rispettivamente per Boomers (nati tra il 1946 e il 1964) e Silent Generations (1928-1945).

La stessa indagine conferma inoltre che il caffè freddo è trainante per i consumi di Gen Z e Millennials: il 27% di questa fascia di età definisce infatti il proprio consumo di bevande, quali il caffè e il tè freddo, come “altissimo o piuttosto alto”.

“L’appeal del caffè freddo sui consumatori più giovani va ben al di là delle sole caratteristiche rinfrescanti” spiega Sunil Agarwal, analista di GlobalData

“Perché questa tipologia di prodotti offre una gamma di sapori e stili che vanno incontro ai gusti e alle esigenze più svariate con soluzioni personalizzabili e infinite combinazioni”.

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Essse Caffè propone il nuovo Sistema Espresso PRO con chiusura elettronica RFID

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Il Sistema Espresso PRO Essse Caffè (immagine concessa)

BOLOGNA – Essse Caffè presenta il nuovo Sistema Espresso PRO, con tecnologia di chiusura elettronica RFID in grado di tutelare non solo la perfetta resa in tazzina delle capsule 100% originali Essse Caffè, ma soprattutto i distributori e rivenditori. Grazie al conteggio e al monitoraggio delle erogazioni tramite tag elettronico sulle confezioni di capsule, Sistema Espresso PRO funziona solamente con prodotto originale Essse Caffè.

Una soluzione ideale che risponde ad una duplice domanda: quella del consumatore finale che chiede oggi un caffè di alto livello in tutte le occasioni di consumo, e quella di rivenditori e distributori che vogliono differenziarsi sul mercato offrendo un prodotto superiore, con la garanzia che la qualità sia sempre e solo quella firmata Essse Caffè.

Il Sistema Espresso PRO di Essse Caffè

Al netto di questa nuova funzionalità, sono confermate tutte le features delle macchine Sistema Espresso, che ormai da anni sono conosciute e molto apprezzate dal grande pubblico.

A partire dal beccuccio erogatore brevettato Essse Caffè, studiato ad hoc per esaltare la cremosità e l’espressione aromatica, passando per il riconoscimento del primo caffè della giornata, adattando quindi in maniera ottimale le impostazioni relative a temperatura ed erogazione, fino all’alert automatico di decalcificazione.

S.20 Latte rappresenta poi il fiore all’occhiello della gamma sia a livello tecnologico, che di varietà nelle preparazioni: attraverso lo schermo touch-screen e al milk-box è possibile scegliere tra tante diverse bevande a base latte. Denominatore comune: l’eccellente qualità del caffè.

E proprio a tema espresso, la selezione dei caffè per questo sistema – in capsula formato proprietario – è nel segno delle migliori miscele: si va dalla cremosità di Maestoso fino all’intensità di Infinito, passando per Barocco, dal carattere forte, e ovviamente il Decaffeinato.

Immancabili, Arabesco, 100% arabica, e Ideale, con metà caffeina. Sistema Espresso PRO prevede inoltre una gamma di bevande solubili, per soddisfare la richiesta di varietà dell’offerta: orzo, ginseng, tè al limone, cioccolata, e i nuovi nocciolino, e mocaccino.

Tecnologia, qualità ma anche design. Grazie al kit estetico, acquistabile separatamente e disponibile in bianco e rosso, è possibile personalizzare il colore della macchina in modo semplice e veloce.

Per garantire la massima flessibilità, la fornitura di Sistema Espresso PRO è disponibile anche in comodato gratuito; insomma, la proposta OCS non è mai stata così personalizzabile, agile e glamour, con al centro tutta l’eccellenza firmata Essse Caffè.

La scheda sintetica di Essse Caffè

Scienza, sapienza e specializzazione: tre “S” che riassumono perfettamente i valori e la filosofia di Essse Caffè, storica torrefazione bolognese fondata nel 1979 da Francesco Segafredo assieme alle sorelle Chiara e Cristina.

Oggi Essse Caffè è un marchio di successo in tutta Italia e all’estero, sinonimo di autenticità ed eccellenza, contraddistinto dall’inconfondibile “family feeling” delle sue miscele. L’obiettivo? Garantire un prodotto di massima qualità, tutti i giorni, tutto l’anno, realizzando con cura l’intero processo, a partire dall’accurata selezione della materia prima.

Grazie alle collaborazioni universitarie – Facoltà di Agraria delle Università di Bologna, Cesena e Foggia – l’Azienda ha acquisito elevato spessore scientifico nel proprio settore, con conoscenze su ogni tipologia di caffè, dalla torrefazione al confezionamento, fino al caffè in tazzina.

Ai fondatori, oggi si affianca la quarta generazione della famiglia: Agata Segafredo, Pietro Buscaroli, Riccardo e Ruggero Auteri che condividono la missione imprenditoriale con uno sguardo imprescindibile verso il futuro. Info su esssecaffe.com

Lavazza A Modo Mio presenta la Jolie EVO per l’espresso a casa

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Lavazza A Modo Mio Jolie EVO in versione bianca (immagine concessa)

TORINO – L’iconica macchina Lavazza A Modo Mio Jolie, che ha saputo essere protagonista nell’arte della preparazione dell’espresso a casa, si presenta al grande pubblico in una versione evoluta. Jolie EVO rappresenta la volontà Lavazza di offrire sempre soluzioni dedicate ai coffee lover che ricercano la qualità a casa come al bar con la massima semplicità.

La nuova macchina Jolie EVO della gamma Lavazza

Combinando il design elegante di Jolie con una nuova identità più funzionale, rinnovata nelle caratteristiche tecniche e attenta ai materiali utilizzati, Jolie EVO si adatta perfettamente ad ogni angolo della casa grazie alle dimensioni compatte ed è disponibile in cinque varianti colore: ai classici bianco, rosso e nero si aggiungono i nuovi verde e grigio.

La macchina Jolie EVO Plus in posizione frontale (immagine concessa)

Con Jolie EVO gustare un espresso a casa è ancora più semplice e veloce: con un unico pulsante Stop&Go retroilluminato si può scegliere la quantità in tazza desiderata e la griglia poggia tazza removibile permette di utilizzare la tazzina da espresso o una mug da caffè lungo, mentre la pressione a cui viene sottoposta l’acqua conferisce la giusta cremosità al caffè.

Inoltre il serbatoio fumé rinnovato nel design permette un controllo in tempo reale e una più facile gestione del livello dell’acqua e il nuovo contenitore delle capsule in parte trasparente consente di visualizzare lo stato di riempimento. Infine, tutte le parti removibili possono essere lavate in lavastoviglie, facilitandone la pulizia.

Ma le evoluzioni di Jolie non finiscono qui: bastano 2 minuti di inattività affinché la macchina entri in stand-by, contro i 9 minuti della versione precedente, consentendo un notevole risparmio energetico.

Jolie Evo è realizzata in parte con plastica riciclata (fino al 36%) ed è dotata di un packaging privo di plastica e riciclabile al 100%, anche il manuale di funzionamento è completamente digitale.

A completamento della gamma, anche la versione Lavazza A Modo Mio Jolie Plus Evo con il nuovo colore bianco matte, che viene impreziosita da finiture metalliche premium e che, oltre ad avere due erogazioni preimpostate su espresso o caffè lungo, consente di memorizzare le dosi di caffè in base ai propri desiderata.

Grazie ad un’innovazione costante e alla Mastership del brand Lavazza, il sistema di macchine espresso a capsule Lavazza A Modo Mio può garantire un risultato in tazza altamente qualitativo, un vero espresso italiano a casa come al bar grazie alla Barista Technology.

L’insieme delle sue caratteristiche permettono di rispettare le 8 regole del disciplinare del caffè espresso italiano tradizionale, garantendo al consumatore un espresso perfetto, un’esperienza di gusto eccellente.

Rhea al Sigep Shenzhen 2024 con le macchine da caffè made in Italy

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La caffetteria su veicolo a guida autonoma Barista On-Demand (immagine concessa)

MILANO – In Cina la richiesta di caffè di alta qualità sta crescendo al ritmo di 20 punti percentuali anno su anno e, secondo gli ultimi dati, i consumatori di caffè fresco sono quasi raddoppiati nel 2023 rispetto all’anno precedente, raggiungendo gli oltre 67 milioni. Se nel passato il caffè veniva prevalentemente consumato in movimento e si prestava meno attenzione alla qualità della bevanda, oggi gli amanti del caffè in Cina hanno un approccio molto più vicino alla cultura del caffè italiano: un momento di pausa, di socialità e di gusto.

In questo scenario, Rhea Group soddisfa le nuove richieste degli amanti del caffè cinesi con le sue macchine che racchiudono i fattori distintivi del made in Italy nella qualità, nel design e nella creatività delle ricette, con un alto potenziale di personalizzazione.

Rhea: ricette tailor-made per il mercato cinese

La presenza di Rhea al Sigep di Shenzhen è stata costruita proprio per mostrare le macchine innovative dell’azienda e far degustare la varietà di caffè e bevande al caffè che vanno dalle ricette più tradizionali italiane a quelle personalizzate alle preferenze e alle tendenze del consumatore cinese.

Ampio spazio all’esperienza gustativa con le numerose postazioni caffè presenti sullo stand, dove spicca la table top rhTT1 insieme alla milk machine rhMM2V+, che permette di realizzare bevande a base di latte fresco calde e fredde, e con latte vegetale.

Rhea ha organizzato sullo stand coinvolgenti momenti di coffee show dedicati ai consumatori cinesi, che potranno scoprire le numerose ricette realizzabili con le macchine e la creatività del coffee expert Andrea Lattuada, che si esibirà nella realizzazione di bevande al caffè calde e fredde.

Infatti, i visitatori potranno degustare cappuccino matcha, cappuccino chai, cappuccino panettone e sicilian.

“I coffee lover cinesi hanno un approccio al consumo del caffè estremamente personalizzato e riscontriamo una crescente curiosità verso ricette creative che partono dalla qualità del caffé made in Italy, declinate alle tendenze del momento. Quello che offriamo al mercato cinese è un’esperienza innovativa, versatile e su misura” commenta Andrea Pozzolini, ceo di Rhea.

L’innovazione della coffee experience viaggia a guida autonoma

A pochi mesi dalla presentazione del primo prototipo al CIIE di Shanghai, Rhea porta a Sigep Barista on Demand, la prima caffetteria a guida autonoma che interagisce con l’utente attraverso l’avatar di Andrea Lattuada, generato dall’intelligenza artificiale, e trasforma il consumo di caffè da un’attività di “go-to-shop” a un’attività di “shop-to-customer”.

Barista on Demand sfrutta tutte le nuove tecnologie per l’innovazione della coffee experience: si muove su veicolo completamente a guida autonoma, utilizza i Big Data per adattare il proprio tragitto in base alle abitudini quotidiane della comunità e, in modo completamente autonomo e automatizzato, riconosce e si ferma in prossimità di persone offrendo loro un servizio altamente personalizzato.

“Barista on Demand è l’esempio del nostro continuo impegno per portare innovazione nel settore della distribuzione automatica. Non vediamo l’ora di poterlo mettere su strada per servire la qualità del caffè italiano al consumatore cinese, ovunque si trovi. Attualmente stiamo aprendo tavoli di collaborazione con aziende del mondo mobile, social e applicativo per opportunità di co-innovation e co-selling” conclude Andrea Pozzolini.

Rhea Vendors Group sarà presente al padiglione 1, booth C27/A – C28/B della Fiera. 

La scheda sintetica di Rhea Vendors Group

Rhea Vendors Group, fondata da Aldo Doglioni Majer nel 1960, è tra i più importanti produttori al mondo di macchine da caffè. Da oltre sessant’anni, Rhea si contraddistingue per la forte impronta internazionale, design di altissimo livello, tecnologia all’avanguardia ed eccellenza del made in Italy. Con headquarters e produzione in provincia di Varese e filiali in 9 paesi esteri, Rhea ha il vanto di diffondere la cultura del caffè in 100 Paesi di tutto il mondo.

Da player del mondo del vending a precursore nell’utilizzo della distribuzione automatica nei settori del new retail, hotellerie e out of home, Rhea conferma la propria vocazione a interpretare e anticipare un mercato in continua evoluzione. Le nuove proposte di Rhea rivoluzionano il concetto dell’ospitalità, in contesti sia business che residenziali, con una proposta di valore per accrescere l’esperienza della pausa caffè.

Martino Zanetti, Hausbrandt, lancia l’art collection della bottiglia di vino di Col Sandango

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La Martino Zanetti art collection di Col Sandago (immagine concessa)

VERONA – I giorni della kermesse di Vinitaly 2024 hanno segnato il debutto della Martino Zanetti art collection di Col Sandago. Dal design della bottiglia, che già si preannuncia come nuova icona di stile, all’esclusività del nuovo vino, tutto in questa Limited parla di lusso e arte.

La Martino Zanetti art collection di Col Sandango

Ad accogliere l’assoluta novità Col Sandago sul palcoscenico veronese è stato uno stand dalla duplice personalità: il bianco minimalista affiancato a pennellate colorate e all’illustrazione della verde collina con le “case bianche” simbolo di Col Sandago si sono rivelati un binomio capace di svelare carattere e peculiarità del nuovo vino dell’Azienda.

Il fil rouge tra arte e vino è l’espressione artistica di Martino Zanetti: giocosa eleganza che si esprime sulla bottiglia Art Collection, come su un foglio bianco in un tutt’uno armonico, con unicità, autenticità e colorata leggerezza.

L’edizione per la primavera – estate porta il nome di Easy Art: freschezza e dinamicità trainano la scelta cromatica e la naturalità dei tratti colorati, che sembrano casuali ma in realtà creano armoniose palette, con l’alternanza di spazi pieni e vuoti, linee che idealmente collegano realtà e sentimenti.

Ispirazione per Col Sandago sono le colline di Susegana la cui espressione territoriale viene per lo più dedicata alla produzione di vini a base Glera ma che, in questo vino, è rappresentata anche da altri vitigni.

Proprio per questo Martino Zanetti art collection racchiude sapienza e ricerca in uno Spumante risultato di una selezione delle migliori uve di Col Sandago, di splendida beva e dallo stile inimitabile. Brillante con emissione di spuma fine e persistente, dal profumo gradevole e tipicamente fruttato, si accompagna ad un gusto morbido e armonico che lo rende ottimo come aperitivo e tutto pasto.

Il progetto Martino Zanetti art collection prevede una seconda limited edition dedicata al periodo autunno – inverno.

Martino Zanetti art collection di Col Sandago: vino e arte, opere la cui duplice anima sprigiona esperienze sensoriali d’eccezione, che si esprimono con freschezza, dinamicità e stile.

Cuppy Clean: il sistema per lavare e sanificare le tazzine in ceramica con il vapore

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Il sistema Cuppy Clean (immagine concessa)

TREVISO – Il piacere di uno tra i riti più amati dagli italiani si unisce al gusto di fare del bene all’ambiente. Il tutto grazie a un apparecchio innovativo ed ecosostenibile, progettato per evitare l’impatto dei materiali monouso utilizzati per il consumo di caffè, stimato in circa 30mila tonnellate di rifiuti.

“Un giorno i miei occhi si sono posati su un bidone tracimante di bicchierini di plastica usati: da quel momento ho iniziato a interrogarmi su come trovare una soluzione al problema.”, ricorda Oscar Da Re, trevigiano, ceo dell’azienda Lamec Cablaggi con oltre 40 anni di esperienza nel settore della subfornitura elettromeccanica, che quattro anni fa ha coraggiosamente scelto di portare avanti un’intuizione rivoluzionaria.

Cuppy Clean: la prima pausa caffè zero waste

Da quell’idea è nato Cuppy Clean: un sistema unico, zero waster, per lavare, sanificare, asciugare e preriscaldare tazzine di caffè in ceramica.

Ci sono voluti anni di ricerca e sviluppo e oltre 1,5 milioni di euro di investimento per dare vita al primo sistema automatico istantaneo che sfrutta il potere igienizzante del vapore.

Per promuovere Cuppy Clean, nel 2023 è stata fondata la NewCo Nowastec (No Waste Technology), società benefit appartenente al gruppo, con la mission di contribuire alla sostenibilità con un ruolo attivo.

In un mondo in cui cresce l’attenzione per le pratiche sostenibili, è importante consolidare le abitudini in funzione del loro impatto sull’ambiente e Cuppy Clean offre l’opportunità di essere parte attiva del cambiamento, trasformando uno dei momenti più attesi della giornata in un rituale green da condividere in azienda, negli uffici, negli studi professionali e nelle attività commerciali dove sia presente una macchinetta o un distributore automatico di caffè.

Lo specifico set di tazzine di ceramica, firmata Tognana e personalizzabile, viene fornito insieme all’apparecchio. Inoltre, grazie alla sua funzione di preriscaldo, permette di gustare l’amata bevanda come al bar, in tazza calda.

Cuppy Clean non richiede allacciamenti idrici né scarichi, si collega alla corrente elettrica. È una macchinetta carrellata con un serbatoio d’acqua di 5 litri, che consentono di eseguire circa 200 lavaggi.

Il sistema automatico innovativo permette di lavare e sterilizzare le tazzine in ceramica in soli 20 secondi con un getto di vapore a 135 gradi centigradi, eliminando il disagio del lavaggio in luoghi non idonei e consentendo il suo riutilizzo immediato.

Test condotti da laboratori terzi e indipendenti certificano che la sua tecnologia elimina fino al 99,997% dei microrganismi (virus, germi, batteri, funghi, spore e lieviti).

Inoltre, il consumo di acqua e di elettricità sono davvero minimi: solo 15 ml/tazza e 5 watt di consumo elettrico massimo per lavaggio. Cuppy Clean può essere programmata per attivarsi negli orari di ufficio oltre i quali il sistema entra automaticamente in standby, weekend compresi, garantendo un ulteriore risparmio energetico. La produzione è già avviata con assistenza garantita attraverso i partner vendor.

La ristorazione nei centri commerciali: 2023, giro d’affari di 5,6 mld

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ristorazione centri commerciali
Roberto Zoia, presidente del Cncc (immagine concessa)

MILANO – Si è tenuto il Webinar dal titolo “Ristorazione, people e consumi”, l’appuntamento organizzato da Aigrim, l’associazione nata in seno a Fipe–Confcommercio, durante il quale sono stati presentanti i dati aggiornati dell’Osservatorio sulla ristorazione nei centri commerciali, realizzato da Deloitte, nato da un’iniziativa con Aigrim e Cncc.

L’Osservatorio ha l’obiettivo di analizzare, su base continuativa, una serie di indicatori sull’impatto e l’andamento della ristorazione nei centri commerciali e fornire elementi utili a definire direttive strategiche e azioni di miglioramento delle performance del comparto.

All’interno del complesso contesto macroeconomico, nel quale, però, ci sono buoni segnali di ripresa della domanda e del potere d’acquisto delle famiglie, il mercato della ristorazione a livello globale è cresciuto nel 2023, attestandosi a 2.795 miliardi di euro. Le prospettive dei prossimi anni sono positive, con un tasso di crescita annuo CAGR 23-28 del +3,8% e un valore che si aggira intorno ai 3.367 miliardi di euro nel 2028.

In questo scenario, l’Italia, per il 2023, raggiunge un valore di 82 miliardi di euro, confermando il proprio peso del 3% sul mercato della ristorazione globale, e prevede una crescita del +2,1% CAGR 23-28, trainata principalmente dai Quick Service Restaurant, per i quali si figura un CAGR 23-28 del +2,5%, versus +1,9% CAGR 23-28 per i Full Service Restaurant.

Il settore della ristorazione, quindi, conferma la sua rilevanza per il Paese e questo è tanto più evidente se si analizzano – come evidenziato da Deloitte – i dati relativi ai centri commerciali: dal 2022 al 2023, il comparto ha guadagnato un punto percentuale sul fatturato dei centri commerciali, raggiungendo un volume di affari pari a 5,6 miliardi di euro. La crescita è guidata anche dalle afluenze nei centri commerciali, che corrisponde a +7% nel 2023 rispetto al 2022.

Nello specifico, del 2022 al 2023, l’incidenza dei ricavi della ristorazione sul totale fatturato dei centri commerciali è passata da 9,7% all’11,2% a livello nazionale, sul panel analizzato dall’Osservatorio. Tuttavia, il numero di consumazioni di ristorazione per ingresso nei centri commerciali è rimasto stabile rispetto al 2022.

Analizzando il sentiment dei centri commerciali intervistati, la ristorazione è prevista crescere anche nel 2024, particolarmente trainata dai Grandi Centri del Nord Ovest e dal Sud e Isole. Mentre, dal punto di vista degli operatori di Ristorazione, la crescita del Foodservice nei centri commerciali sarà costante ma contenuta, guidata in particolare dai fast food, i quali sono previsti avere aumenti a doppia cifra tra il 2023 e il 2024.

“L’appuntamento di oggi e i dati dell’Osservatorio realizzato da Deloitte e nato dall’iniziativa di AIGRIM e CNCC sono un’ulteriore conferma di quanto il nostro comparto sia di rilevanza strategica per il nostro Paese. Nonostante lo scenario geopolitico sembri riportare un clima di sfiducia sui consumi, l’outlook per i prossimi 5 anni di un +3,8% è un segnale positivo”, ha commentato Cristian Biasoni, presidente di Aigrim. “E il tema della tutela e della salvaguardia del benessere delle nostre persone diventa imprescindibile. Non si può parlare di crescita, se non associata a un nuovo paradigma lavorativo applicato anche a chi, nel settore, ci lavora.

Possiamo fare molto in termini di welfare, di formazione e di benefit ed è giunto il momento di lavorare di concerto a un modello, attrattivo per le nuove persone e attento per chi già ci lavora”.

Roberto Zoia, presidente del CNCC: “I risultati dell’Osservatorio affidato da Aigrim e Cncc a Deloitte presentati oggi confermano l’importanza della ristorazione nel business dei centri commerciali: l’offerta food&beverage è, infatti, diventata un’ancora trainante per l’andamento positivo che stiamo riscontrando da oltre un anno nella nostra Industria, grazie ad un’offerta che ha saputo evolversi ed intercettare le richieste di clienti sempre più esigenti, anche dal punto di vista della qualità e della comodità del servizio. Obiettivo di questo Osservatorio è anche prevedere i trend futuri, che si possono identificare da un’analisi puntuale del settore, così da anticipare eventuali cambiamenti e inevitabili assestamenti dopo un periodo di grande sviluppo come quello attuale”.

“Per i prossimi anni si prevede una crescita moderata del volume d’affari dei centri commerciali, ma la ristorazione si conferma essere il principale driver di sviluppo tra le diverse categorie merceologiche, con il fast-food che rileva un’attesa di crescita a doppia cifra superiore rispetto agli altri formati di Food Service”, afferma Tommaso Nastasi, senior partner di Deloitte Italia.

Fipe e Aic insieme per la sensibilizzazione sulla celiachia

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Fipe insieme all'Associazione italiana celiachia (immagine concessa)

ROMA – Fipe-Confcommercio e Aic – Associazione italiana celiachia hanno firmato a Roma un Protocollo d’intesa per lo sviluppo e la promozione di iniziative volte a diffondere una maggiore conoscenza della celiachia all’interno dei pubblici esercizi in Italia e garantire la massima attenzione e qualità nel servizio per i clienti con questa patologia.

Fipe insieme ad Aicper una maggiore consapevolezza sulla celiachia

L’accordo è stato presentato e sottoscritto da Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, e Rossella Valmarana, presidente Aic, nel corso di un evento al quale hanno preso parte Elena Murelli, senatrice e presidente dell’Intergruppo parlamentare su celiachia, allergie alimentari e AFMS, Roberto Calugi, direttore Generale di Fipe-Confcommercio, Sergio Paolantoni, presidente di Fipe – Roma, Caterina Pilo, direttore generale di Aic Susanna Neuhold, responsabile nazionale qualità & sicurezza alimentare Aic.

Fipe e Aic, in particolare, si impegneranno per sensibilizzare le imprese associate alla Federazione ai temi legati alla celiachia e alla dieta senza glutine e per promuovere la conoscenza del programma Afc di Aic, quale utile strumento informativo di accoglienza in sicurezza per la salute della clientela celiaca e supporto per le imprese associate al sistema Fipe-Confcommercio nella strutturazione di un’offerta sicura e di qualità, che sappia valorizzare appieno la ricca varietà delle ricette gluten free. Un’iniziativa volta, inoltre, a mettere gli imprenditori a conoscenza delle azioni pratiche da intraprendere per garantire la massima sicurezza per la clientela celiaca riducendo e massimizzando gli investimenti dedicati.

Il protocollo nasce dall’esigenza di fare in modo che chi soffre di questa malattia possa sentirsi a suo agio e al sicuro nel maggior numero di esercizi del Paese. L’indagine 2023 su Ristorazione e celiachia, commissionata da Aic e realizzata da un’azienda specializzata in studi e ricerche di mercato, ha fatto emergere una serie di differenze sostanziali nell’approccio al servizio senza glutine tra i locali aderenti al programma Alimentazione Fuori Casa senza glutine (AFC) dell’Associazione Italiana Celiachia, rispetto a quelli non aderenti.

Come riporta l’indagine, infatti, il 63% dei gestori di locali non facenti parte di AFC dichiara di avere una conoscenza superficiale della materia; il 68% di queste attività, inoltre, non utilizza l’apposita dicitura, anche se prepara piatti senza glutine.

“Siamo onorati di annunciare oggi la firma del Protocollo d’Intesa con AIC”, ha commentato Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio. “Con questo accordo, infatti, ci impegniamo a sensibilizzare ancor di più i ristoratori sul tema della celiachia, una malattia che ancora oggi è sottostimata e oggetto di molta disinformazione. Non si tratta solamente di ampliare e adattare l’offerta nel menù, ma anche di agire con azioni di formazione per il personale riguardo la preparazione, la conservazione e la somministrazione degli alimenti gluten free. Da sempre Fipe e i pubblici esercizi rappresentano simboli di ospitalità e inclusione: vogliamo che lo siano sempre di più per tutti”.

“I dati del Ministero della Salute (2022) ci confermano che la celiachia colpisce circa l’1% della popolazione e si stima quindi che le persone celiache in Italia siano circa 600mila: per queste persone la dieta senza glutine è l’unica terapia possibile, un vero e proprio salvavita. AIC lavora quotidianamente per sensibilizzare la classe medica, le istituzioni, l’opinione pubblica e gli esercizi commerciali su questa patologia affinché le persone celiache possano aderire ai prevalenti stili di vita ed essere inseriti pienamente nella società, che la legge quadro sulla celiachia ben evidenzia tra le sue finalità’.” ha aggiunto Rossella Valmarana, presidente di Aic – Associazione Italiana Celiachia.

Valmarana aggiunge: “Siamo particolarmente felici di siglare questo protocollo di intesa con Fipe che ci permetterà di fare crescere i locali aderenti al programma Alimentazione Fuori Casa e garantire a tutti la possibilità di viaggiare e mangiare al ristorante con la certezza di essere accolti da professionisti informati sulla celiachia e sulla dieta senza glutine”.

Mariano Comense: rubati 600 euro dai distributori automatici, arrestato un uomo di 30 anni

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vending machine rimini distributori avellino terni pieve
Una vending machine (immagine: Pixabay)

Un uomo senza fissa dimora e con problemi di tossicodipendenza ha rubato gli incassi di alcuni distributori automatici di una struttura sanitaria riuscendo a portare via 600 euro. I carabinieri di Mariano Comense, in provincia di Como, lo hanno arrestato per due furti aggravati. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Michela Vitale pubblicato sul portale Tv News.

Il furto ai distributori automatici di Mariano Comense

MARIANO COMENSE (Como) – Alcuni fori per rubare gli incassi dei distributori automatici di bevande di una struttura sanitaria.

Così – stando alle ricostruzioni – avrebbe agito un 30enne di origini albanesi, senza fissa dimora e con problemi di tossicodipendenza. I carabinieri di Mariano Comense lo hanno arrestato per due furti aggravati.

Stando a quanto emerso, per due volte l’uomo, già noto alle forze dell’ordine, sarebbe entrato in una struttura sanitaria, avrebbe raggiunto i distributori automatici di bevande.

Poi l’uomo avrebbe forato le macchinette riuscendo a portar via un bottino di circa 600 euro.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui