lunedì 24 Novembre 2025
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Hausbrandt insieme a Bruno Vanzan per i coffee cocktail estivi

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bruno vanzan hausbrandt
Bruno Vanzan (immagine concessa)

NERVESA DELLA BATTAGLIA (Treviso) – Hausbrandt, con il suo mondo di gusto fatto di passione, ricerca e innovazione, conferma il legame con Bruno Vanzan figura di spicco del bartendering internazionale. Due ricette appositamente studiate per le miscele top Hausbrandt segnano l’avvio dell’estate 2024, le prime di una lunga serie dedicata alla mixology che accompagnerà la stagione calda.

Per la creazione Bio Express è stata selezionata la miscela di caffè BIO, 100% Arabica –
dall’aroma dolce e retrogusto intenso, si presenta al palato con una piacevole acidità, bilanciata dalle note di frutta fresca e dal particolare sentore di mandorla, presente anche in olfatto.

Libertà nella scelta della miscela invece nella creazione “Espresso Martini al PopCorn”: tutte le miscele di caffé Hausbrandt, grazie alla duttilità nell’abbinamento con altri ingredienti della ricetta, sapranno dare il carattere distintivo a questo cocktail ideato da Bruno Vanzan per Hausbrandt.

Ricette

Bio Express

  • 4cl Rum Giamaicano
  • 1,5cl Liquore al caffè
  • 0,5cl Sciroppo di Nocciola
  • 3cl Caffè espresso Hausbrandt BIO
Bio Express (immagine concessa)

Tecnica: Shake & Strain

Bicchiere: Coppetta

Garnish: Alveare giallo

Per la preparazione della garnish si prende una ciotola e al suo interno si mettono: 210g di acqua, 27g di farina 00, 63g di olio di sei di girasole Colorante giallo q.b.

Mescolare bene gli ingredienti fino ad ottenere una pastella che andremmo a spennellare negli appositi stampi e infornare per 50 min ad una temperatura di circa 180° (dipende dal tipo di forno), dopo di che far raffreddare il tutto e stoccare.

Per la preparazione del drink avremmo bisogno di uno shaker, uno strainer e un colino. Inserire tutti gli ingredienti all’interno dello shaker, riempirlo di ghiaccio e agitare bene per circa 10/15 secondi. Infine filtrare tutto il contenuto all’interno di una coppetta ben fredda e adagiare delicatamente il nostro alveare giallo sopra il drink che sarà pronto per essere servito.

Espresso Martini al PopCorn

  • 5cl Vodka
  • 2cl Liquore al caffè
  • 1 caffè espresso Hausbrandt
  • 1cl di sciroppo ai PopCorn
espresso martini pop corn
Espresso Martini al Pop Corn (immagine concessa)

Tecnica: Shake & Strain

Bicchiere: Coppetta

Garnish: Spiedino di PopCorn

Per iniziare la preparazione del cocktail partiamo prima dalla creazione dello sciroppo di PopCorn. Prendere un pentolino con all’interno 200ml di acqua, portare ad ebollizione e inserire al suo interno circa 200g di PopCorn e lasciare in infusione fino allo scioglimento di questi ultimi, per poi andare ad aggiungere lo zucchero per creare lo sciroppo. Una volta disciolto lo zucchero all’interno del nostro composto filtrare il tutto con un filtro carta ed imbottigliare il nostro sciroppo di PopCorn.

Per la preparazione del drink abbiamo bisogno di uno Shaker, uno strainer e un jigger. Prendere lo shaker e versare al suo interno tutti gli ingredienti, agitare bene per circa 10/15 secondi, successivamente filtrare tutto all’interno di una coppetta (ben fredda) e guarnire con uno spiedino di PopCorn. Il nostro drink è pronto al servizio.

Gelateria Dassie spiega i motivi dietro l’aumento dei prezzi del gelato

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stefano dassie gelato prezzi
Stefano Dassie, ceo dell'azienda (immagine concessa)

MILANO – Ad intervenire con la propria esperienza sulle difficoltà nel reperimento delle materie prime per la produzione del gelato artigianale è Gelateria Dassie, premiata per il quinto anno consecutivo con i Tre Coni 2024 e detentrice del premio Miglior gelato al cioccolato d’Italia 2018 del Gambero Rosso. Nelle 7 sedi sparse tra Treviso, Milano e l’Isola di Gran Canaria, il costo al pubblico è aumentato del 10% e il margine di guadagno si è abbassato, per poter mantenere alto lo standard qualitativo deli ingredienti e sostenere le spese per la produzione.

Gelateria Dassie fa luce sull’aumento dei prezzi del gelato

Non è facile comprendere lo stato di salute del comparto del cacao, in un anno carico di difficoltà ambientali, economiche e logistiche. Ma il rincaro del costo del cacao, che dal 2023 ha segnato un ulteriore aumento della quotazione in borsa del 358%, si unisce alla difficoltà nel reperimento delle materie prime per la produzione del gelato in Italia, riversandosi sulla filiera delle gelaterie artigianali e, a cascata, sui pubblici esercizi e consumatori.

Secondo le proiezioni dell’Organizzazione Internazionale del Cacao, il rapporto tra scorte e macinazione raggiungerà il livello più basso degli ultimi quarant’anni, a causa di avversità climatiche e agenti patogeni particolarmente aggressivi. Ma a questa situazione si sono unite manovre speculative sui futures soprattutto alla Borsa del Cacao di New York, che hanno contribuito inesorabilmente all’incremento dei prezzi.

Non solo cacao ma pistacchi, nocciole e non da ultimo il latte: l’aumento dei prezzi del gelato in Italia è un fenomeno che riflette un generale incremento dei costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti. Questi fattori hanno determinato un rialzo del prezzo del gelato artigianale, segnando un incremento che va dal +22,2% al +34,6% rispetto al 2021 (dati Istat).

“Il gusto al cioccolato è fra i più richiesti nella nostra gelateria, dopo che nel 2018 il Gambero Rosso ci ha premiati come Miglior gelato al Cioccolato d’Italia. Il nostro rifornimento è attualmente condizionato da guerre africane, speculazione e crisi delle piantagioni – sostiene Stefano Dassie, ceo dell’azienda – Lo stesso accade ogni due anni con la raccolta del pistacchio e annualmente con le nocciole: quando la Turchia non produce abbastanza materia prima il mercato si rivolge all’Italia e l’aumento della richiesta determina la maggiorazione del prezzo.”

Non da ultimo l’aumento del costo del latte, del carburante e dell’energia che, per un comparto che richiede un notevole consumo di risorse per mantenere la catena del freddo, influisce sulla trasformazione e sul trasporto della materia prima.

“La nostra strategia è tenere alta l’attenzione sulle necessità degli estimatori, abbassando per quanto possibile il nostro margine di guadagno per garantire la qualità che da sempre ci contraddistingue. Nelle nostre 7 sedi, il prezzo è aumentato in media solo del 10%, gratificando chi ordina una pallina in più, per poter arginare anche il costo del latte che, dopo un periodo pre-Covid di abbondanza, ha visto una significativa riduzione delle quantità.”

Sorta nel 1980 dal piccolo laboratorio artigianale di Fabio e Antonella Dassie, Gelateria Dassie è oggi gestita dal figlio Stefano, cresciuto dietro al bancone e arrivato a vincere, a soli 24 anni, il primo posto al Campionato Italiano Gelatieri 2010. Un successo consolidato dopo due anni all’European Championship of Europe, dove si posiziona al quarto posto.
L’onestà dei rapporti con le persone è uno dei principi guida dell’azienda, che manifesta un’anima autentica e vivace, sempre pronta a innovare l’offerta e dar vita a progetti inusuali, come il Podcast “20 Min of Excellence” condotto dallo stesso Stefano con Mauro Milan, per raccontare storie di successo, determinazione e amore per il proprio mestiere.
www.dassiegelato.com

Café, ristoranti e beach club: arrivano le partnership con i brand della moda da Armani a Bulgari

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armani moda
Il logo di Armani

Con l’avvio della stagione estiva si intensificano le partnership tra brand del fashion e strutture dell’hospitality. Vicino agli hotel sono apparsi ristoranti, caffè e locali esclusivi a marchio Armani, Bulgari o Paul & Shark. Perché i fashion brand puntano sull’hospitality? I motivi sono molteplici ma l’obiettivo principale è coinvolgere il cliente e immergerlo nel mondo del marchio. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Anna Zinola per Il Corriere della Sera.

I locali esclusivi dei brand del fashion e della moda

MILANO – Il connubio tra moda e hospitality non è nuovo. E’ ormai da alcuni anni che i fashion brand – a partire da Armani e Bulgari – si sono espansi nel fuori casa. Tuttavia negli ultimi tempi il fenomeno si è accentuato. Accanto agli hotel, hanno fatto la loro comparsa ristoranti, caffè e persino beach club griffati. Di fatto si tratta di strutture dove tutto – dai componenti di arredo alle tazzine in cui è servito il caffè – è caratterizzato dallo stile (e dal logo) della marca.

Non solo luxury brand

Il fenomeno, che agli esordi riguardava soprattutto le griffe del lusso, appare oggi trasversale. Accanto ai marchi di fascia alta – come Loro Piana, che questa estate “veste” uno stabilimento balneare di Saint Tropez – si trovano nomi dal posizionamento più accessibile.

Così, per esempio, Paul & Shark ha di recente inaugurato a Formentera un ristorante con il logo dello squalo mentre Michael Kors ha personalizzato per alcune settimane un beach club a Dubai.

Il valore dell’esperienza

Qual è l’origine del trend? Perché i fashion brand puntano sull’hospitality? I motivi sono molteplici. Sicuramente vi è un tema di esperienza. L’obiettivo è coinvolgere il cliente, immergerlo nel mondo del brand. Per questo è importante che tutti gli elementi – dalla location al menù, dall’approccio del personale ai servizi – siano coerenti tra di loro e allineati con l’immagine (e l’immaginario) del brand.

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TheFork: “Per il 96% degli utenti mangiare bene è fondamentale nelle vacanze”

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thefork
Vacanze italiane all’insegna del gusto: il sondaggio TheFork (immagine concessa)

MILANO – Non importa che si preferisca il mare o la montagna, le vacanze al lago o immersi nel verde della campagna, se si desideri dedicare tempo a lunghi trekking o passare le giornate come lucertole al sole. Uno dei fattori determinanti del successo delle vacanze è gustare del buon cibo, come afferma il 96% degli utenti intervistati da TheFork (Sondaggio condotto da TheFork sui propri utenti tramite la propria applicazione nel mese di giugno 2024. Numero di rispondenti: 2.200).

Il sondaggio TheFork

In occasione dell’inizio dell’estate, la piattaforma leader nella prenotazione dei ristoranti, ha condotto un sondaggio sui propri utenti per indagare il loro comportamento al ristorante e le loro preferenze quando si parla di estate, ferie in vista e tempo libero.

Secondo i dati raccolti da TheFork, la maggioranza degli utenti (88%) si metterà in viaggio per una meritata vacanza che, per quasi la totalità dei rispondenti (96%) e a prescindere dalla destinazione – che sia europea o non –, deve essere all’insegna del buon gusto. Oltre la metà (52%) dichiara infatti che vivere un’esperienza gastronomica piacevole è un fattore importante per poter poi affermare, una volta rientrati a casa, di aver passato bene le proprie ferie, e il 44% lo ritiene addirittura molto importante.

“L’estate è un momento di forte stagionalità per i ristoranti. Che si vada in vacanza o meno, nessun italiano vuole rinunciare al piacere di mangiare fuori. Per permettere agli utenti di mangiare fuori più spesso e ai ristoranti di aumentare ancor più le prenotazioni in un periodo già favorevole, TheFork ha lanciato anche quest’anno TheFork Summer, 2000 ristoranti che offriranno uno sconto del 50% nel periodo estivo, un’iniziativa di consolidato successo che siamo felici di replicare specialmente vedendo la crescente importanza del food durante la stagione turistica”, ha commentato Carlo Carollo, country manager di TheFork.

The Fork: fattori che incidono nella scelta del ristorante

Una volta arrivati a destinazione, la domanda è sempre la stessa: dove si va a mangiare? Il 79% predilige ristoranti che offrono piatti tipici della cucina locale, a dimostrazione che il turismo è profondamente legato al territorio, ai suoi prodotti e alle sue tradizioni culinarie. Meglio ancora se l’offerta del menù proposto è stagionale (29%), se è possibile godere di una vista eccezionale (28%) o di una terrazza per poter consumare il pasto all’aperto (27%), e se il ristorante ha a cuore il tema della sostenibilità (12%). Inoltre, per orientarsi meglio nella varietà dell’offerta, il 68% sceglie il ristorante consultando recensioni ed esperienze positive di altri utenti.

Su TheFork – infatti – le recensioni possono essere scritte soltanto da chi ha provato il ristorante e sono pertanto verificate al 100%, garantendo agli utenti un’esperienza in linea con le proprie aspettative.

Frequenza dei pasti consumati fuori e relativo budget

Mediamente, la metà dei rispondenti (51%) afferma che in vacanza andrà al ristorante più spesso del solito: il 21% si recherà a mangiare fuori circa tre volte a settimana, il 20% due volte, il 13% sette volte. Il 53% andrà al ristorante in occasione della cena, mentre il 43% opterà per il ristorante sia la sera che a mezzogiorno, a seconda dei propri desideri. Gli utenti più gourmet (18%), proveranno almeno un ristorante stellato.

Il budget destinato alla cena è più alto rispetto al pranzo. A mezzogiorno il 53% vorrebbe destinare meno di 20 euro a persona, mentre un 45% è disposto a spendere dai 20 ai 50 euro. A cena invece, il 55% è disposto a spendere dai 30 ai 50 euro a testa, con un 6% che è disposto anche ad un conto superiore ai 50 euro.

La cucina che fa bene

Sempre più interesse viene riscontrato dai ristoranti sociali, ovvero quei progetti che puntano sulla ristorazione per aprire le porte dell’inserimento sociale e lavorativo a tutte quelle persone che, per motivi diversi, possono incontrare difficoltà nella vita di tutti i giorni perché appartenenti a minoranze. Il 36% degli utenti TheFork è già stato ospite di un ristorante sociale dichiarando di aver vissuto un’esperienza invariata rispetto ad altri ristoranti (84%), se non migliore (12%). Tra chi non l’ha ancora fatto, invece, l’81% sarebbe felice di fare questa esperienza, influenzato positivamente dall’opportunità di fare del bene (40%).

I ristoranti da non perdere su TheFork

Da Nord a Sud, dalla terraferma alle isole, ecco alcuni dei migliori ristoranti estivi presenti su TheFork secondo recensioni, prenotazioni e valutazioni degli utenti, dove è possibile immergersi attraverso sapori e profumi locali in tutta la Penisola. Pronti a scoprirli?

1. Vittoriano, Civitanova Marche
2. Da Gianfranco, Alba Adriatica
3. Indaco, Riccione
4. Antica Dimora del Gruccione, Santu Lussurgiu (OR)
5. Ristorante Tipico Aldiola, Sassari
6. Ambrosia Sicily Food Culture – c/o- Doric Boutique Hotel,Agrigento
7. Enoteca Brillo, Palermo
8. 5 Sensi, San Severo (FG)
9. Burro Salato Bistrot, Matera
10. Panacea Cucina Italiana, Modugno (BA)
11. L’incanto, Ischia
12. Il Faro di Capo D’orso, Maiori (SA)
13. Materia Prima Osteria Contemporanea, Pontina (LT)
14. Gioja, Altamura
15. Amano, Cagliari
16. Barbagianni Fine Dining, Colle di Val d’Elsa (SI)
17. Locanda de Banchieri, Fosdinovo (MS)
18. Osteria del Posto, Chiugiana (PG)
19. Locanda Mammì, Agnone (IS)
20. La Corte dei Papi, Cortona
21. Tenuta Caminata, Montalto Uffugo (CS)
22. Amazushi by Dakoky, Siracusa
23. Desiderato, Latiano (BR)
24. Villa Taticchi, Perugia
25. Bistrot 100, Cagliari

La scheda sintetica di TheFork

TheFork, brand di Tripadvisor è la principale piattaforma per le prenotazioni online di ristoranti in Europa e Australia. In prima linea nel sostenere e promuovere la cultura della ristorazione, TheFork utilizza la tecnologia per favorire le connessioni reali tra clienti e ristoratori e per avviare questi ultimi al successo.

Con una rete di circa 55.000 ristoranti partner in 12 Paesi, quasi 40 milioni di download dell’app e più di 20 milioni di recensioni verificate, TheFork è la piattaforma di riferimento per tutti gli appassionati di food che vogliono vivere esperienze indimenticabili al ristorante. Attraverso TheFork (sito e app) gli utenti possono facilmente selezionare un ristorante in base alle loro preferenze, consultare le recensioni degli utenti, controllare la disponibilità in tempo reale, prenotare immediatamente online 24 ore su 24, 7 giorni su 7, beneficiare di offerte speciali e pagare direttamente sull’app.

Per i ristoranti, TheFork fornisce un software, TheFork Manager, che consente di ottimizzare la gestione delle prenotazioni e il tasso di occupazione, aumentare le prenotazioni e la visibilità, combattere i no-show, gestire i pagamenti e semplificare le operazioni, connettendosi alla più ampia community di appassionati di ristorazione.

Eridania rilancia il laboratorio formativo Zucchero & co – L’impronta della dolcezza

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Il laboratorio “Zucchero & co – L’impronta della dolcezza” (immagine concessa)

BOLOGNA – Perseguire la sostenibilità non soltanto dal punto di vista ambientale, ma anche attraverso progetti ed iniziative di sensibilizzazione nei confronti del consumatore su temi oggi più che mai fondamentali, come l’importanza di un’alimentazione sana e bilanciata. È con questo spirito che Eridania, marchio leader della dolcezza, rilancia anche per il 2024 il laboratorio Zucchero & co – L’impronta della dolcezza, un’attività ludico-educativa di divulgazione scientifica dedicata a bambini, studenti e appassionati di ogni età sul mondo della dolcificazione, alla scoperta dello zucchero in tutte le sue forme e aspetti.

Il laboratorio Zucchero & co – L’impronta della dolcezza di Eridania

Dopo il successo alla ventunesima edizione del Festival della Scienza di Genova, dove il laboratorio ha debuttato coinvolgendo oltre 1.700 partecipanti, Eridania ha deciso di riproporre l’iniziativa anche per quest’anno. L’attività verrà infatti presentata, in una veste rinnovata, all’interno di due importanti manifestazioni di diffusione della cultura scientifica: le Settimane della Scienza curate e realizzate dall’Associazione CentroScienza Onlus di Torino, già in corso nel capoluogo piemontese da inizio maggio e in programma lungo tutta l’estate e BergamoScienza, che si terrà a Bergamo dal 27 settembre al 13 ottobre 2024.

Il laboratorio, la cui realizzazione è stata curata dalla Cooperativa Ossigeno, realtà specializzata in progetti di comunicazione e divulgazione scientifica, è strutturato come un interessante viaggio attraverso gli elementi nutritivi, con particolare attenzione allo zucchero in tutte le sue forme, per comprenderne le origini e peculiarità e sfatarne i falsi miti.

In programma diverse attività interattive: tra schede didattiche, esperienze sensoriali, esperimenti di fisica e divertenti quiz, bambini, studenti e appassionati di ogni età potranno scoprire gli aneddoti e le curiosità che caratterizzano questo dolcissimo ingrediente, imparando quali siano le tecniche di produzione –– e come inserirlo in una dieta corretta. Tra gli obiettivi principali dell’iniziativa, infatti, vi è quello di imparare a distinguere fake news e notizie attendibili, così da capire quale sia la via migliore per scegliere un’alimentazione quanto più equilibrata e bilanciata, senza rinunciare a un pizzico di dolcezza.

“Dopo la bellissima esperienza dello scorso autunno al Festival della Scienza di Genova, siamo felici di riproporre l’iniziativa anche quest’anno, in due manifestazioni importanti e prestigiose come le Settimane della Scienza di Torino e BergamoScienza – ha dichiarato Alessio Bruschetta, amministratore delegato di Eridania Italia – L’impegno che, come azienda, ci assumiamo nel campo dell’alimentazione responsabile parte anche dalla vicinanza ai consumatori: questo genere di attività a carattere ludico-educativo ci consentono di sensibilizzare un pubblico vario e di ogni età attraverso un’azione di divulgazione scientifica in grado di dare basi strutturate alle scelte di consumo”.

Bruschetta aggiunge: “I consumatori sono sempre più attenti e ricercano maggiori informazioni sul prodotto da acquistare, a maggior ragione se questo finirà sulle loro tavole. È perciò fondamentale informarli adeguatamente, accompagnandoli e aiutandoli a distinguere le fake news dalle notizie vere e attendibili”.

“Il futuro chiede dolcezza”: Eridania si prende cura del domani a 360 gradi

La responsabilità che si assume Eridania nel campo della corretta alimentazione è parte di un impegno globale dell’azienda nel perseguire obiettivi di sostenibilità aziendale trasversali, dal packaging ai trasporti, dai consumi energetici alle iniziative in campo sociale.

La sostenibilità di Eridania non va intesa in un’ottica unicamente ambientale, ma è un elemento intrinseco in tutte le attività: quelle che hanno a che fare con l’ambiente, con il territorio, ma anche con la salute e con il benessere delle persone.

Proprio in questo concetto risiede la chiave della campagna permanente lanciata nel 2022 “Il futuro chiede dolcezza”: un manifesto dell’impegno di Eridania e un appello alle persone a fare ciascuno la propria parte per addolcire il futuro del nostro Pianeta.

In una visione più estesa di sostenibilità, che non sia solo ambientale, ma anche sociale e nutrizionale, Eridania è da ormai 4 anni accanto alla Croce Rossa Italiana per contribuire a dare supporto e sostegno a persone in difficoltà socioeconomica e nuclei familiari fragili e con le scuole elementari con il programma “A scuola di dolcezza” volto a parlare di educazione alimentare e di consumo responsabile dello zucchero.

La scheda sintetica di Eridania Italia

Eridania Italia fa parte del gruppo Cristal Union, unico player estero del comparto saccarifero ad avere investito in modo significativo in Italia, che considera un mercato strategico secondo solo alla Francia. Cristal Union è uno dei maggiori poli saccariferi comunitari con 9.000 agricoltori soci cooperatori e 11 stabilimenti produttivi, cui va aggiunta una partecipazione paritetica al 50% nella Raffineria SRB S.p.A. di Brindisi (l’altro 50% è degli americani ASR, specializzati nella raffinazione con 11 raffinerie tra Nord America e UE).

Con un fatturato di 2,5 miliardi di euro nell’esercizio 2023/2024 e una produzione di 1,9 milioni di tonnellate di zucchero per industria e retail e 6 milioni di ettolitri di alcol e bioetanolo per industria, cosmetica, energia e produzione alimentare, Cristal Union rappresenta uno dei maggiori produttori di zucchero a livello europeo (terzo nella produzione di bioetanolo e primo in quella di alcol) e il primo fornitore di zucchero per l’industria agroalimentare francese. Il Gruppo serve 2.500 clienti in 100 paesi e distribuisce in Francia i marchi Daddy ed Erstein. 

Lovat, bar-libreria con due punti a Villorba e Trieste: “”Il caffè arricchisce la proposta”

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Dentro Lovat (foto concessa)
Dentro Lovat (foto concessa)

MILANO – Lovat è un esempio di come sia possibile far funzionare caffetteria e libreria nello stesso spazio: a testimonianza di questo progetto, una dei titolari, Carlotta Borghi, che è anche la figura chiave della gestione degli eventi all’interno di questo format che conta due attualmente due punti vendita: il primo a Villorba e il secondo a Trieste. Un terzo esisteva a Padova, in una modalità un po’ differente – una vineria come bistrot esterno alla libreria – che poi ha dovuto chiudere.

Lovat, un racconto tra letteratura e caffè

Carlotta Borghi: “Lovat Villorba ha aperto nel settembre 2008, mentre quello di Trieste nell’ottobre 2009. Lovat non è altro che il cognome di mio marito e nasce proprio a Villorba, anche se in un altro stabile che è vicino a quello attuale, come libreria-magazzino specializzata nel servizio per le biblioteche, negli anni ‘80.”

Nel 2008 il cambio, con l’intuizione di creare un contenitore di stimoli culturali e il passaggio nel capannone di fronte: a questo punto avviene la metamorfosi nella libreria Lovat con all’interno bistrot di oggi, prendendo spunto da format simili europei che affiancavano il caffè, il tè, il vino alla lettura.

Il lavoro di Carlotta poi, che già prima si occupava di eventi e di presentazioni con gli autori si è tradotto nel connubio tra incontri culturali e aperitivi a tema.

Lovat si presenta con le stesse modalità in entrambe le location

“Mille metri quadrati, una gran cura del catalogo libri in uno spazio che permette di ospitare molti titoli. Il caffè è frutto di una ricerca di prodotti che siano etici, naturali: per questo la scelta è ricaduta su Hausbrandt.

Carlotta racconta: “Lo stesso titolare Martino Zanetti è un nostro cliente da sempre, anche perché la torrefazione è vicino a Villorba. Ma la loro miscela è molto apprezzata anche a Trieste, dove ci fanno i complimenti. “

Il personale di Lovat

Lo staff della libreria caffetteria Lovat (foto concessa)

“I ragazzi sono formati grazie ai corsi proposti da Hausbrandt e ormai sono ad un buon livello. Ne abbiamo assunto tre per ogni punto vendita, che restano aperti sette giorni su sette. A Villorba gli orari vanno dalle 10 alle 20, eccetto il lunedì, dalle 15 alle 20. A Trieste ci troviamo in centro e facciamo 9-19.30, essendo posizionati al terzo piano di uno stabile con un supermercato, due Oviesse.

Essere al terzo piano senza vetrine ha aiutato a tenere bassi i costi dell’affitto e il nostro brand poi essendo particolare attira molta clientela.”

Funziona più la caffetteria o la libreria?

“La caffetteria lavora bene quando ci sono gli eventi. A Villorba abbiamo un flusso normale durante tutta la settimana, con qualche numero in più per i pranzi con prodotti stagionali e biologici fatti da un laboratorio esterno. Ma è quando arrivano le presentazioni che i volumi aumentano e allora abbiamo bisogno di altre persone a dare una mano. Organizziamo tra i due- tre eventi a settimana, con l’aperitivo a tema. “

Quanti volumi di caffè al mese e quale avete scelto, a che prezzo.

“Facciamo una media di 5-6 chili a settimana. Il momento della colazione certo resta sacrificato e si fanno più volumi dopo pranzo perché ci sono diverse attività vicine che si riferiscono al nostro locale, che comunque serve il caffè sino alla chiusura di sera.

Abbiamo messo l’espresso ad uno e venti e l’abbiamo alzato da poco meno di un anno fa. Prima lo vendevamo ad un euro, ma non ci stavamo più con i costi. Abbiamo anche una bella carta del tè che arrivano dall’Inghilterra i Taylors, i Cusmitea, Blend. Proponiamo dalle tisane agli infusi.”

I macchinari di Lovat

“A Trieste abbiamo La Spaziale, mentre a Villorba proviamo un prototipo Astoria Pilot che ha degli schermi in cui si può controllare la pressione e il flusso di erogazione. Fa una preinfusione quando agganci il gruppo e poi l’estrazione garantendo un ottimo risultato. I baristi si trovano molto bene e la resa è migliore. “

Come far convivere le due anime: la gente arriva più per i libri o per la caffetteria?

“La caffetteria supporta durante la settimana chi viene qua per i libri, mentre durante gli eventi si capovolgono gli equilibri e lavora molto la caffetteria”.

Lo spazio è stato studiato in modo da integrare bene i due ambienti?

Lovat da fuori (foto concessa)

“A Villorba la caffetteria era sopra al primo piano, perché la libreria sta su due livelli. Quado ho iniziato ad occuparmi degli eventi e della caffetteria, ho capito che era meglio stravolgere l’organizzazione dello spazio.

Trieste è tutta su un piano, e la libreria è vicina alla sala incontri.

Ho cambiato il layout della libreria cosicché la sala incontri e la caffetteria fossero sullo stesso piano, lavorando soltanto al piano terra e limitando la necessità di più personale. La prossimità tra i due spazi è la chiave.”

Gli eventi aiutano a far aumentare i consumi?

“La presenza del caffè in libreria arricchisce sicuramente la proposta, creando un luogo dove poter soffermarsi degustando un buon caffè e leggendo un bel libro.”

Novità per Lovat?

“Ho provato da poco a proporre il brunch domenicale soltanto in lingua inglese. Abbiamo servito diverse ricette e il riscontro è stato positivo, con tanti partecipanti, al punto che ho pensato di metterlo come appuntamento fisso mensile anche a Trieste. Dobbiamo capire un po’ il menù e studiare come gestire le uova. la piccola cucina. Un altro passo sarà dare più importanza gli aperitivi a tema legati alle presentazioni dei libri.”

Consorzio promozione caffè: la coffee mixology diventa protagonista dei drink di questa estate

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Consorzio Promozione Caffè mixology coffee
Consorzio Promozione Caffè

MILANO – Per molto tempo ci sono state solo ed esclusivamente le tazzine in ceramica, poi sono arrivate quelle più moderne in vetro. E oggi? Ora il caffè ha conquistato anche i più eleganti bicchieri, calici e mug da cocktail grazie alla coffee mixology, dove diventa ingrediente di drink innovativi e dai sapori inaspettati. Una tendenza che, da passione di nicchia, è diventata una specialità sempre più nota anche in Italia, dove nascono ogni giorno nuovi cocktail in cui l’aroma del caffè si unisce alle note di distillati, succhi di frutta e bibite, nelle varianti alcoliche e non.

Il successo di questi drink sta guidando il caffè verso nuove fasce orarie come l’aperitivo e l’after dinner, durante le quali la richiesta di “coffeetail”, cioè di cocktail al caffè, è in forte crescita, soprattutto da parte dei più giovani e in un periodo come l’estate in cui le temperature possono scoraggiare il consumo di bevande calde.

“Il caffè continua a stupirci per la sua capacità di rinnovarsi attraverso nuove modalità di consumo, capaci di attirare anche le nuove generazioni, senza però perdere un forte legame con il concetto di italianità”, dichiara Michele Monzini, presidente di Consorzio promozione caffè. “Come emerge dalla nostra ricerca “Se è italiano… si sente! – Gli italiani e il caffè” [1], per il 91,3% degli italiani il caffè è straordinario perché unisce la tradizione dei metodi più antichi all’innovazione di nuove modalità di prepararlo e gustarlo, come appunto i drink a base di caffè. Che sia la colazione o l’aperitivo, il caffè è sempre protagonista, capace di accendere la convivialità: non è un caso che il 92,4% pensi che questa bevanda, nelle sue più svariate forme, sia un momento di incontro e che il 91,2% lo consideri un gesto d’amore o di amicizia per le persone a cui lo offriamo”.

Ad aver messo le basi del successo della coffee mixology è la fama di cocktail internazionali come l’Irish Coffee e l’Espresso Martini, che hanno influenzato i bartender a utilizzare il caffè anche in versione drink.  “Si tratta di un ingrediente che ha un impatto importante sul gusto e che per questo diventa protagonista del drink”, spiega Francesco Sanapo, pluripremiato campione barista e assaggiatore. “È quindi fondamentale utilizzarlo con criterio, conoscendo prima di tutto la materia prima: ogni caffè, infatti, è diverso dall’altro e può caratterizzare in modo differente il cocktail”.

I metodi di estrazione, in particolare, possono regalare un “twist” differente al cocktail, esaltando le note aromatiche dei distillati o della frutta a cui il caffè viene abbinato. L’espresso, per esempio, è perfetto in un drink in cui si vuole far emergere la forza e l’intensità del caffè in equilibrio con liquori di carattere, come la vodka, il whisky, la tequila e il triple sec, mentre il cold brew e la moka sono molto utilizzati nei “mocktail”, la variante analcolica dei cocktail, per creare un maggiore bilanciamento di gusto con ingredienti come succo d’arancia, acqua tonica o latte di mandorla. E che il caffè sia protagonista di queste bevande alcol-free non stupisce: è proprio il cappuccino, che nasce dalla miscelazione tra caffè e latte, il primo esempio di mocktail nella storia.

A favorire la diffusione dei cocktail al caffè sono soprattutto i giovani, che oltre ad essere più inclini alla sperimentazione e ad assaporare il caffè in modalità innovative, vivono l’esperienza della caffetteria in modo diverso rispetto alle altre generazioni. Se nonni e genitori, infatti, il più delle volte entrano in un bar per ordinare un espresso al banco che berranno in pochi sorsi, i figli scelgono delle bevande che li accompagnino in un tempo molto più dilatato, durante il quale studiare, lavorare e trascorrere del tempo con gli amici. I drink al caffè, in particolare nella loro variante senza alcol, grazie a un volume di liquidi più elevato rispetto alle proposte più tradizionali, sono la bevanda perfetta per accompagnarli in un’esperienza completa e totalizzante.

Miscelato a un cocktail alcolico o a zero gradi, il caffè deve sempre mantenere un profilo equilibrato, evitando di coprire troppo gli altri sapori o di sbilanciarli verso note sgradevoli.

Per questo, secondo Francesco Sanapo, il caffè ideale da utilizzare nella coffee mixology è arabica con tostatura media: “Quando si miscelano due ingredienti, i gusti a prevalere sono due: l’amaro e l’acido. Il primo, se troppo forte, è associato a un sapore sgradevole, negativo, per questo è meglio evitare una tostatura scura che accentuerebbe le note amare”, aggiunge l’esperto. “Nei cocktail possiamo trovare diverse note acide, per esempio quelle della frutta, che possono donare alla bevanda un profilo gustativo più complesso e interessante se valorizzate correttamente. Il caffè arabica, in questo, è ideale perché caratterizzato da un tocco di acidità che può regalare maggiore dolcezza al drink”.

Il caffè, insomma, guarda al futuro continuando a sorprendere per la sua straordinaria versatilità, tanto da diventare l’ingrediente segreto di due innovativi cocktail estivi proposti da Francesco Sanapo: il Basilisco, dove il caffè incontra il gusto del basilico e del latte di cocco, e una rivisitazione del celebre Negroni.

[1] “Se è italiano… si sente! – Gli Italiani e il Caffè”, indagine condotta da AstraRicerche per il Consorzio Promozione Caffè ad aprile 2024 su un campione di 1.001 intervistati 18-65enni statisticamente rappresentativi della popolazione.

Coffee mixology: Basilisco

Ingredienti:

1 l di latte di cocco
30 g di basilico fresco
400 g di latte di cocco denso in lattina
1 caffè espresso
75 g di zucchero semolato
200 g di succo d’ananas

Basilisco (immagine: Ditta Artigianale)

Preparazione:

Mettere il basilico in infusione per 24 ore nel latte di cocco, quindi frullarlo insieme allo zucchero e al succo d’ananas. Versare il composto ottenuto in un bicchiere con ghiaccio e aggiungere il caffè espresso. Decorare con una foglia di basilico.

Coffee mixology: Fiorente Negroni

Ingredienti:
3 cl di gin London Dry
3 cl di Campari
50 g di liquore alla rosa
Mezzo espresso ristretto (circa 9 gr)
1 cl di succo di lime

Fiorente Negroni (immagine: Ditta Artigianale)

Preparazione:

Riempire un bicchiere da mixing con ghiaccio e aggiungere il gin, il caffè espresso, il liquore alla rosa e il Campari. Mescolare delicatamente con un cucchiaio da bar per raffreddare e miscelare bene gli ingredienti. Aggiungere quindi il succo di lime fresco e mescolare nuovamente per amalgamarlo agli altri ingredienti. Filtrare il cocktail in un bicchiere old fashioned riempito con ghiaccio. Bevi responsabilmente!

Mercati del caffè: prezzi in forte rialzo, mentre Safras & Mercado prefigura un taglio del 14% delle stime sulla produzione brasiliana

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Il logo dell'Ice

MILANO – Mercati del caffè di nuovo in rally: dopo la parziale battuta d’arresto di venerdì scorso, sulla quale hanno pesato i positivi dati di Usda su produzione ed esportazioni mondiali, le due principali borse del caffè sono tornate a volare nella seduta di ieri, lunedì 24 giugno. Il contratto per scadenza settembre dell’Ice Arabica guadagna addirittura il 5% (+1.125 punti) chiudendo a 236,25 centesimi, ai massimi dalla metà di aprile.

A Londra, il contratto per scadenza settembre vola a 4.252 dollari (+3,6%) riavvicinandosi ai record di inizio mese. Il quadro dei fondamentali che influenzano i mercati del caffè rimane invariato.

Nonostante l’ottimismo di Usda, le prospettive in Brasile e Vietnam appaiono sempre incerte e ciò ha contribuito alla forte ripresa dei mercati del caffè in questo inizio settimana

Secondo gli analisti, la situazione meteo in Brasile rimane problematica. Il tempo secco nel Minas Gerais, se da un lato sta favorendo le operazioni di raccolta, dall’altro rischia di determinare un forte deficit idrico, che potrebbe accentuare lo stress vegetativo degli arbusti.

È iniziato intanto l’inverno e con esso il periodo a maggiore rischio di gelate nella cintura del caffè, che va da fine giugno a inizio agosto.

Il nuovo aggiornamento di Safras & Mercado sull’avanzamento del raccolto 2024/25 descrive una situazione meno promettente di quella ipotizzata a inizio stagione.

Le operazioni procedono e a buon ritmo, favorite – come già detto – dall’assenza di precipitazioni.

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Mauro Benincasa, HQ Food and Beverage, carenza di personale nei ristoranti: “Il problema è la qualità della vita, non lo stipendio”

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Nella tavola rotonda “Nulla di… personale: come formare e motivare i collaboratori nel fuori casa”, che si è tenuta nell’ambito del convegno Dire, Fame, Mangiare il 12 e 13 giugno, è stato analizzato il problema della carenza di staff qualificato nella ristorazione. L’amministratore delegato di HQ Food and Beverage, Mauro Benincasa ha affermato di non avere problemi nel trovare persone che ricoprano posizioni lavorative.

Secondo Benincasa, la questione centrale non è quella di alzare lo stipendio, bensì puntare al miglioramento della qualità della vita dei collaboratori, dando loro weekend liberi e orari non spezzati. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Virtù Quotidiane.

Il possibile rimedio alla mancanza di personale nella ristorazione

MILANO – Negli ultimi anni la ristorazione italiana ha vissuto cambiamenti epocali, sia in termini formativi che occupazionali, come dimostra la tavola rotonda “Nulla di… personale: come formare e motivare i collaboratori nel fuori casa” moderata dal giornalista Massimo Andreis, che si è tenuta nell’ambito del convegno milanese Dire, Fame, Mangiare il 12 e 13 giugno, dove sono state dibattute nuove modalità strategiche per attrarre il personale, tra cui quello proposto dall’amministratore delegato di HQ Food and Beverage, Mauro Benincasa.

Il quadro della mancanza di personale nella ristorazione va a braccetto con la contrazione delle iscrizioni nelle scuole alberghiere, dove in poco meno di dieci anni “siamo passati dal boom dei 64mila iscritti del 2013-2014, complice anche il successo mediatico di Masterchef, al calo vertiginoso dei 34mila iscritti del 2020-2022, con un – 47% complessivo”, come ha ricordato uno dei relatori, Jeannette Bondaz, presidente di Fondazione Ècole Hôtelière di Chatillon (Aosta), tra le scuole più prestigiose della Val d’Aosta, che in pochi anni ha saputo ribaltare la tendenza negativa delle iscrizioni.

Anche Andrea Sinigaglia, direttore generale di Alma, altra realtà d’eccellenza nella formazione, con circa un migliaio di studenti all’anno, 800 italiani, i rimanenti provenienti da 80 Paesi al mondo, si è unito al coro degli altri ospiti presenti per testimoniare come questa crisi occupazionale non sia legata a una questione meramente economica degli stipendi del personale di sala e cucina.

Un ribaltamento del paradigma, che da anni cavalca Mauro Benincasa, amministratore delegato di HQ Food and Beverage, la società di luxury catering con quattro brand, tra cui Hi Fly Catering per jet privati e BioQitchen specializzato in preparazioni sostenibili, di filiera, biologiche, controllate e garantite, che con un turn over di 40 collaboratori, non ha alcun problema a trovare nuovo personale.

“Noi abbiamo semmai il problema opposto: più autocandidature che posizioni da coprire”, ha rilevato. “Di fatto la nostra filosofia è sempre stata diversa da quella corrente, perché non abbiamo mai giocato al rialzo degli stipendi, ma abbiamo lavorato semmai al miglioramento della qualità della vita dei nostri collaboratori, dando loro weekend liberi, orari non spezzati, continuando nella formazione e facendoli sentire parte di un progetto più grande. Da noi arrivano giovani che hanno una buona formazione di base, che hanno fatto stage anche presso ristoranti stellati, ma che continuiamo costantemente a formare su tre gradi di livelli, tra cui il training on the job, che riteniamo molto importante e strategico”.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

pulyCAFF Special Edition presente al World of Coffee di Copenhagen

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I prodotti pulyCAFF a Copenhagen (immagine concessa)

COPENHAGEN – Dal 27 al 29 giugno Asachimici-pulyCAFF vola al Bella Centre di Copenhagen in Danimarca dove si chiude il ciclo delle sette finali mondiali dei campionati Sca che vedono il brand presente quale WCC Exclusive Cleaning Product Sponsor 2024.  In questa occasione il barattolo da 900 grammi del detergente per la pulizia quotidiana della macchina espresso pulyCAFF si presenta con tre personalizzazioni in Special Edition dedicate al WCC 2024: una celebra i colori e i sapori della capitale danese con un decoro vivace dalle tinte accese; una sottolinea l’italianità di un prodotto conosciuto nel mondo e dell’azienda che per prima ha messo a punto un detergente per la pulizia del gruppo e dei filtri.

pulyCAFF protagonista al World of Coffee di Copenhagen

Infine c’è l’etichetta classica con sfondo azzurro alla quale si aggiunge l’etichetta argentata con la scritta (comune a tutte le confezioni) “Exclusive Cleaning Product WCC 2024”. Un richiamo che si trova anche sulle eleganti T-shirt blu messe a punto per la finale danese.

In quest’ultimo appuntamento i prodotti Asachimici-pulyCAFF e gli Esperti del Pulito sono accanto agli artisti del World Latte Art Championship, del World Coffee in Good Spirits, dell’Ibrik Campionship e del World Coffee Roasting Championship. Tutti i concorrenti, nonché baristi, operatori e coffee lover sono attesi allo stand DC- 006 vicino alla Latte Art Arena, dove potranno dare un’ultima ripulita agli accessori, fare domande e ricevere risposte chiare, frutto di una lunga esperienza sul campo, su qualsiasi tematica riguardante la pulizia della macchina espresso, del macinacaffè e di numerose apparecchiature e attrezzature per la trasformazione del caffè.

“Dopo Chicago negli Usa e Busan in Sud Corea siamo orgogliosi di essere accanto ai campioni di ogni nazione nelle discipline della Latte art, del Coffee in good spirits, dell’Ibrik e del Roasting, che per l’Italia vedranno salire sul palco Manuela Fensore, Andrea Villa, Emanuele Bernabei ed Emanuele Tomassi – afferma Gianfranco Carubelli responsabile amministrativo di Asachimici-pulyCAFF con il fratello Marco -. Mettiamo a disposizione di tutti i nostri prodotti per la pulizia della macchina espresso e del macinacaffè, che da sempre sono efficaci, rispettosi delle apparecchiature e dell’ambiente. Ad essi si uniscono inoltre confezioni che via via hanno una percentuale maggiore di plastica riciclata”.

C’è di più: “Oggi sono sei i prodotti contenuti in imballi realizzati con il 100% di plastica riciclata: la serie pulyMILK, pulyMILK Verde, pulyCAFF Plus e pulyCAFF Verde, Calcinet Crystals, nonché il detergente completo per la pulizia di apparecchiature e dispenser di bevande fredde ColdBrew Liquid. Ben presto si aggiungeranno tutti gli altri prodotti della linea puly. Siamo molto soddisfatti dei risultati sin qui ottenuti e determinati nel proseguire il nostro cammino verso prodotti sempre più in linea con l’ambiente, sia come formulazione sia per le confezioni che li accompagnano”.

Precisione e fantasia

Da qualche mese pulyCAFF è partner attivo della World Latte Art & Coffee Center, la scuola delle campionesse mondiali di latte art Manuela Fensore e Carmen Clemente. Per la prima volta dalla nascita di questa disciplina, Manuela Fensore ha deciso di rimettersi in gioco e concorrere nuovamente alla finale italiana di Sigep 2024, che l’ha vista primeggiare, giungendo a quella mondiale, già vinta nel 2019.

L’edizione 2024 ha visto l’introduzione di numerose novità, dalle nuove tazze di forma esagonale con un’apertura superiore più piccola delle classiche da gara, alla macchina superautomatica, alle bevande vegetali. Tutto ciò comporta un grande impegno in fase di studio e messa a punto di ogni dettaglio della gara:

“Vado a scuola di primo mattino e per tutta la giornata mi alleno – racconta Manuela Fensore -. Ho messo a punto delle figure molto complesse, tecniche; ad una unisco degli elementi innovativi che contribuiranno a rendere ancora più originale e interessante la mia prova. Ringrazio pulyCAFF per l’appoggio che mi dà: preparare un mondiale è molto impegnativo, sotto tutti i punti di vista”.

Gioco di squadra

Andrea Villa gareggia per la seconda volta (la prima fu nel 2022 a Milano) in una finale di CIGS e dichiara “sono molto contento: ho già vissuto un mondiale e so cosa vuol dire prepararsi; soprattutto mi sono organizzato per fronteggiare gli imprevisti, che certamente ci potranno essere. Se ieri sarei andato in panico, ora sono tranquillo perché so di avere alle spalle il team Bugan, molto pratico e bravo, che sa risolvere i problemi e mi supporta a tutto tondo. Ringrazio pulyCAFF per il suo contributo”.

Villa prosegue il suo percorso di costruzione dei drink dando un filo logico alla ricerca degli ingredienti che li compongono, senza dimenticare che, in pedana, i giudici sono i clienti con i quali il barman si deve interfacciare unendo alla bontà e bellezza delle preparazioni anche una parte più scenografica, spettacolare, che contribuisce all’effetto wow, fondamentale al banco bar come in gara.

Venite a visitare l’azienda al WoC di Copenhagen – stand DC-006

Seguite le iniziative del brand alla pagina Facebook pulyCAFF Enjoy Your Espresso e sul sito.