mercoledì 31 Dicembre 2025
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Il Museo Lavazza di Torino per la Giornata internazionale delle persone con disabilità, 03/12

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Il logo di Lavazza Group

Il Museo Lavazza di Torino diventa più accessibile per la Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Elena Marchisio per il portale Il Giornale del Piemonte e della Liguria.

L’iniziativa del Museo Lavazza di Torino

TORINO – Il Museo Lavazza di Torino inaugura Il Museo è Aperto, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, il 3 dicembre. Il progetto nasce dalla volontà di rendere l’esperienza museale il più possibile accessibile e inclusiva e l’iniziativa è stata ideata e sviluppata in coerenza con la visione culturale e sociale del gruppo, all’interno del programma IncluVisity, dedicato alla promozione della diversità, dell’equità e dell’inclusione.

Il progetto propone un nuovo modo di vivere il museo, pensato per accogliere pubblici con esigenze diverse e offrire strumenti che superino barriere sensoriali, cognitive e comunicative, quali: audio-racconti narrativi accessibili tramite Qr-code in rilievo, percorsi tattili per persone cieche e ipovedenti, video in Lis e sottotitoli per persone sorde o con difficoltà uditive, mappe in Caa (Comunicazione aumentativa alternativa) per persone con disabilità cognitive, neurodivergenze, ma anche per bambini e bambine che si avvicinano alla lettura.

Ogni sala è dotata di punti informativi ad alto contrasto e inclinazione facilitata, mentre tutti i materiali sono disponibili online nella landing page dedicata, presente sul sito del Museo Lavazza, che permette di preparare la visita in anticipo o viverla da remoto. Il Museo Lavazza si propone dunque come uno spazio dove l’accessibilità non è un’aggiunta, ma è un principio fondante.

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Caffè, rincari: Bari in cima agli aumenti di prezzo insieme a Parma e Pescara

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

Bari è tra le città italiane, insieme a Parma e Pescara, che ha registrato gli aumenti di prezzo più elevati per la tazzina di caffè. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Carlo Testa per il quotidiano Il Corriere della Sera.

L’aumento del prezzo del caffè in Italia

BARI – Insieme a Parma e Pescara, Bari è tra le città italiane con i rincari più pesanti per la tazzina di caffè negli ultimi quattro anni.

È quanto emerge da uno studio condotto dal Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) in collaborazione con Assoutenti in occasione della Giornata internazionale del caffè che si è celebrata il primo ottobre. Dai dati viene fuori che a Bari il caffè è aumentato del 40% rispetto al 2021.

In termini di effetti sulle tasche degli italiani, l’aumento dei prezzi dell’espresso determina un aggravio di spesa non indifferente – spiega Assoutenti – La pausa al bar rappresenta un appuntamento fisso quotidiano per milioni di cittadini, al punto che in Italia vengono servite ogni anno 6 miliardi di tazzine nei locali pubblici della Penisola.

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Il Caffè Torino di Cagliari chiude dopo 122 anni: via Roma perde uno dei suoi simboli storici

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Il Caffè Torino chiude dopo 122 anni e via Roma perde uno dei suoi ultimi grandi classici. Il locale storico, cuore delle colazioni cagliaritane dal 1903, oggi appare completamente svuotato. La proprietà assicura che qualcosa bolle in pentola, tra l’ipotesi di una riapertura come pasticceria o un nuovo progetto. Intanto la città osserva, con un po’ di nostalgia, in attesa di scoprire il futuro di un’icona. Leggiamo in seguito alcuni pezzi dell’articolo riportato su Cagliari News.

Il Caffè Torino si ferma a Cagliari dopo 122 anni di storia

CAGLIARI – Dopo 122 anni di attività, il Caffè Torino chiude le sue porte a Cagliari, lasciando un velo di malinconia nel cuore della città. Fondato nel 1903 in via Roma, il locale era diventato un punto di riferimento per generazioni di cagliaritani.

Dalle colazioni all’alba ai caffè della domenica, il “Torino” scandiva la quotidianità di residenti e turisti. La notizia della chiusura è rimbalzata, da qualche settimana, davanti agli occhi dei cagliaritani e turisti a spasso per la via Roma.

Nessun mistero, quindi, almeno a livello generale. Nella foto esclusiva che trovate a corredo dell’articolo potete notare l’interno del “Caffè Torino” tutto sventrato. Addio agli arredi che per decenni hanno ospitato tantissimi clienti.

Che cosa succederà in futuro?

“Il futuro? Lo stiamo studiando”, spiegano dalla proprietà a Cagliari News. Chi oggi gestisce il “Caffè Torino” sa di avere tra le mani un nome che ha fatto la storia di Cagliari per ben centoventidue anni. Qualcosa che bolle in pentola c’è, ma è ancora presto per parlare di “affari fatti”.

“Potrebbe riaprire come pasticceria gestita sempre da noi, insomma come il bar che tutti hanno conosciuto. O cambiare e ospitare altre attività. Siamo consapevoli che, qualunque scelta faremo, sarà importante anche per il prestigio di Cagliari”. Verissimo. E infatti i cagliaritani, pazientemente e un po’ con gli occhi lucidi, attendono di conoscere il futuro del locale diventato meta obbligatoria per tante generazioni.

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Coffee Tree, caffè verde: i ricavi superano gli 11 milioni nei primi 9 mesi del 2025

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coffee tree
Il logo Coffee Tree

La società di Opicina vende caffè verde alle torrefazioni medio-piccole. Nel 2024 ha registrato 9,5 milioni di ricavi e un Ebitda di 1,4 milioni. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giorgia Pacino per il quotidiano Il Nord Est.

I ricavi di Coffee Tree

OPICINA (Trieste) – Una progressione legata all’aumento delle quotazioni del caffè, ma anche al costante incremento dei volumi commercializzati. In due anni ha quasi raddoppiato il fatturato CoffeeTree, azienda di Opicina specializzata nell’importazione e nella vendita di caffè verde.

La società, fondata nel 2016 da Simone Marzaroli, Alenka Obad e Giovanni Lokar, tutti con una lunga storia nel settore del caffè crudo e torrefatto, ha chiuso il 2024 con 9,5 milioni di ricavi e un Ebitda di 1,4 milioni. In questi primi nove mesi del 2025 ha già superato gli 11 milioni e conta di chiudere l’anno a quota 14 milioni di fatturato. Quasi il doppio dei 7,8 milioni mandati in archivio nel 2023: nei cinque anni precedenti l’azienda ha registrato un tasso annuo di crescita pari al 18,3%.

“Siamo un’azienda giovane: domenica festeggeremo i nove anni di attività”, racconta Obad, che in CoffeeTree si occupa di acquisti e finanza.

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Coca‑Cola e Banco Alimentare: un Natale di solidarietà e speranza

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Coca-Cola rinnova il proprio impegno a fianco di Banco Alimentare (immagine concessa)

MILANO – Con l’arrivo del Natale Coca-Cola rinnova il proprio impegno al fianco di Banco Alimentare per offrire un sostegno concreto e un messaggio di speranza a chi ne ha più bisogno.

A partire dalla 29° Giornata Nazionale della Colletta Alimentare di sabato 15 novembre, ha preso il via la collaborazione storica tra Coca-Cola e Banco Alimentare che quest’anno permetterà di distribuire generi alimentari per oltre 1 milione e 400 mila pasti[1] e che negli ultimi nove anni si è tradotta in oltre 16 milioni di pasti donati in tutta Italia.

Un impegno che conferma la volontà di Coca‑Cola di essere al fianco della comunità, promuovendo i valori di condivisione e gentilezza che rappresentano lo spirito del Natale. Perché ogni piccolo gesto, quando condiviso, può accendere una magia capace di rendere il mondo più gentile e generoso.

Le parole di Marco Piuri

“Siamo felici e onorati di essere nuovamente partner di Coca-Cola per la campagna natalizia. Per Banco Alimentare è importante poter contare sul sostegno continuativo da parte delle aziende affinché possa continuare l’opera quotidiana a favore di chi vive in difficoltà.

Questa partnership non solo ci garantisce un sostegno concreto ma ci consente di promuovere il nostro lavoro con migliaia di persone. Iniziative come queste rafforzano la nostra alleanza con il mondo delle aziende e ci avvicinano alle persone; ci auguriamo che il nostro percorso con Coca-Cola possa proseguire anche negli anni a venire”, dichiara così Marco Piuri, presidente Fondazione Banco Alimentare ETS.

L’intervento di Paola Donelli

“Il Natale è da sempre un momento speciale per Coca-Cola, un’occasione per rinfrescare tutti durante le feste ma anche per ispirare connessioni umane e momenti di condivisione. Siamo orgogliosi di rinnovare il nostro impegno verso le comunità e continuare a sostenere Banco Alimentare, contribuendo concretamente a portare un sorriso e un aiuto a chi ne ha più bisogno.

Crediamo che, anche nei gesti più semplici, si nasconda la magia del Natale di unire le persone”, dichiara Paola Donelli, Direttore Marketing Coca-Cola Italia.

La campagna di Natale

Coca-Cola è la bevanda simbolo delle feste e accompagna ogni momento speciale e pieno di gioia natalizia. Quest’anno, con la campagna globale Refresh your Holidays” Coca-Cola invita a riscoprire lo spirito delle Feste: quello fatto di legami sinceri, sorrisi condivisi e momenti di gioia vissuti insieme, sorso dopo sorso.

Il Natale di Coca-Cola torna a emozionare con l’iconico spot “Holidays are Coming”, che quest’anno si presenta in una nuova veste arricchita dall’intelligenza artificiale: un perfetto equilibrio tra creatività umana e tecnologia d’avanguardia. Con questa evoluzione, Coca-Cola rinnova la sua capacità di unire innovazione e tradizione, reinterpretando la magia del Natale e celebrando il fascino senza tempo delle feste e il potere delle emozioni condivise.

Inoltre, anche nel 2025 si rinnova la collaborazione tra Coca-Cola e Autogrill per distribuire 300.000 pasti2 alle persone in difficoltà grazie a Banco Alimentare. Autogrill da anni supporta Fondazione Banco Alimentare tramite iniziative nei propri punti vendita e donazione di prodotto, anche in ottica di ridurre lo spreco alimentare.

A rendere ancora più speciale la stagione natalizia di quest’anno arriva anche il nuovo concorso Coca-Cola dedicato ai tradizionali giochi delle feste. Acquistando un prodotto Coca-Cola, i consumatori potranno accedere alla Coca-Cola App, scansionare lo scontrino e scoprire immediatamente se hanno vinto una delle 1.000 box in palio. Le box contengono alcuni dei giochi più iconici del periodo delle feste, tombola, memo, dama e un puzzle, pensati per celebrare il piacere di stare insieme e condividere momenti di gioia durante il Natale.

I diversi partner che supporteranno Banco Alimentare

Anche per il 2025 si rinnova la collaborazione con diversi partner che, insieme a Coca-Cola, supporteranno Banco Alimentare. Una grande novità accompagna le feste di Natale: la Coca-Cola Christmas Box Calendario dell’Avvento 2025, al cui interno saranno presenti 14 minican multi-brand, 9 gadget esclusivi e infine un Golden Ticket per vincere un buono Amazon da 50€.

Sarà possibile acquistare le Coca-Cola Christmas Box presso i punti vendita fisici di: Conad, Finiper Iper, Iperal, Basko, Poli, il Gigante, Crai Sardegna, Alfi, Dao, Sole 365, Isa, Megamark, Migross, Italbrix e Sidi Piccolo. Coca-Cola Christmas Box è disponibile anche online su Amazon.it, Glovo e Bevi.

[1] 1 pasto equivalente corrisponde a 500g di alimenti in base ai LARN – Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana.

[2] Autogrill e Coca Cola doneranno un contributo economico a Fondazione Banco alimentare ETS per sostenere i costi di recupero e distribuzione di alimenti pari a 300.000 pasti per le persone in difficoltà grazie alle organizzazioni partner territoriali (1 pasto equivalente corrisponde a 500g di alimenti in base ai LARN – Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana).

Michelin celebra 120 anni in Italia e presenta nella Guida i 25 nuovi ristoranti stellati

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michelin
Al Madrigale | Nuova Cucina Rurale (immagine presa dal sito Michelin)

PARMA – La Guida Michelin conferma l’Emilia-Romagna come palcoscenico della cerimonia di presentazione della selezione Italia, scegliendo nuovamente Parma, città già protagonista della kermesse dal 2016 al 2018. Dopo aver celebrato il 70° anniversario della Guida Michelin Italia, la presentazione della selezione 2026 segna l’inizio dei festeggiamenti per i 120 anni di Michelin nel nostro Paese.

La 71° edizione diventa così il punto di partenza di una lunga celebrazione, che durerà tutto l’anno, valorizzando lo storico legame tra Michelin Italiana e il territorio, dove l’azienda si distingue come il più grande datore di lavoro e principale produttore nazionale per capacità produttiva nel settore.

Per annunciare le novità della Guida Michelin Italia, il Teatro Regio ha aperto le sue porte per una cerimonia straordinaria condotta da Giorgia Surina, a cui hanno preso parte oltre 500 invitati, tra chef, giornalisti, professionisti del settore e rappresentanti delle istituzioni.

Quest’anno la Guida Michelin Italia celebra 25 nuovi inserimenti tra i ristoranti stellati: si aggiunge un nuovo ristorante insignito delle tre Stelle Michelin, portando a 15 il totale dei locali che rappresentano l’eccellenza assoluta sul territorio nazionale.

Sono inoltre stati premiati 2 nuovi ristoranti con le due Stelle Michelin e ben 22 con una Stella Michelin. Nel complesso, la selezione 2026 della Guida Michelin Italia comprende 394 ristoranti stellati, distribuiti su tutta la penisola.

Ha commentato Gwendal Poullennec, direttore internazionale della Guide Michelin:   “Questa nuova selezione riflette l’eccezionale energia e l’inventiva dei protagonisti della gastronomia italiana. Animati dalla passione e da un grande savoir-faire, produttori, artigiani e chef fanno brillare l’Italia grazie a materie prime d’eccezione e ad una notevole capacità di innovazione”.

“I nuovi ristoranti che quest’anno entrano a far parte della Guida, insieme a quelli che confermano la propria presenza, arricchiscono un patrimonio culinario unico, unendo tradizione e creatività. Grazie a questa ricchezza e all’impegno di questi professionisti, la Guida Michelin Italia rimane un riferimento internazionale e un invito ad esplorare ed apprezzare sapori memorabili. Siamo orgogliosi di celebrare questa eccellenza, autentico ambasciatore della cultura italiana nel mondo”.

Un nuovo ristorante 3 stelle Michelin

La Rei Natura by Michelangelo Mammoliti, Serralunga d’Alba (CN) – chef Michelangelo Mammoliti

Immerso nella cornice suggestiva dei dolci vigneti della Langa, il ristorante guidato da Michelangelo offre un’esperienza gastronomica che è pura precisione e poesia. Ogni piatto, curato con rigore millimetrico, racconta una storia che celebra la materia prima, esaltata da accostamenti audaci e armoniosi.

L’ospite e il prodotto sono il cuore pulsante di un percorso che avvolge i sensi in modo totalizzante. La cucina di Michelangelo non si limita a soddisfare il palato: lo sublima, trasformando ogni assaggio in un viaggio emozionale indimenticabile.

Oltre alla new entry nella famiglia dei 3 Stelle Michelin, i Ristoranti che “valgono il viaggio” in Italia e confermano le 3 Stelle, sono:

Casa Perbellini 12 Apostoli a Verona, Villa Crespi a Orta San Giulio (NO), Piazza Duomo ad Alba (CN), Da Vittorio a Brusaporto (BG), Le Calandre a Rubano (PD), Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio (MN), Osteria Francescana a Modena, Enoteca Pinchiorri a Firenze, La Pergola a Roma, Reale a Castel di Sangro (AQ), Uliassi a Senigallia (AN), Enrico Bartolini al MUDEC a Milano, Quattro Passi a Nerano, (NA) e Atelier Moessmer Norbert Niederkofler a Brunico (BZ).

Due novità 2 stelle Michelin nella Guida Italia 2026

 La cerimonia, presentata da Giorgia Surina e trasmessa in diretta streaming, ha regalato momenti ricchi di emozione: 25 nuove Stelle in totale che hanno interessato 14 regioni, con 2 novità nella categoria dei due Stelle Michelin, ovvero i ristoranti che valgono la deviazione:

  • Famiglia Rana, Oppeano (VR) – chef Francesco Sodano

Tra opere d’arte e oggetti antichi che incantano e ambienti dal fascino unico, la cucina dello chef Sodano racconta il valore dell’unione. Dall’orto al laboratorio, ogni dettaglio è frutto di ricerca e passione, fino a incontrare il pescato del Mediterraneo, tra i protagonisti indiscussi di una tavola che celebra armonia e autenticità. Un’esperienza che intreccia natura, tecnica e creatività, lasciando un segno indelebile.

  • I Tenerumi, Isola di Vulcano (ME) – chef Davide Guidara

Davide Guidara è custode di un sogno che persegue con etica, esperienza, studio e visione con il fine di elevare il mondo vegetale a protagonista assoluto. Tecnica raffinata, leggerezza e creatività si fondono in un percorso che sorprende e conquista. In un angolo idilliaco dell’isola, ogni piatto diventa un’esperienza che resta nel cuore.

 22 nuovi ristoranti ricevono una stella Michelin

Nella Guida Michelin Italia 2026 sono 22 le novità una Stella Michelin. Tra queste, 6 ristoranti sono entrati a far parte della selezione in corso d’anno e sono segnalati in grassetto.

RISTORANTE LOCALITA PROV REGIONE
Le Petit Bellevue Cogne AO VALLE D’AOSTA
Cracco Portofino** Portofino GE LIGURIA
Rezzano Cucina e Vino* Sestri Levante GE
Senso Lake Garda Alfio Ghezzi Limone sul Garda BS  

 

LOMBARDIA

Abba Milano MI
Procaccini** Milano MI
Olio Origgio VA
Porcino* Badia BZ TRENTINO-ALTO ADIGE
Quellenhof Gourmetstube 1897 San Martino in Passiria BZ
Agli Amici Dopolavoro Venezia / Isola delle Rose VE VENETO
Cavallino* Maranello MO EMILIA- ROMAGNA
Da Lucio* Rimini RN
Luca’s by Paulo Airaudo Firenze FI TOSCANA
Sciabola Forte dei Marmi LU
Al Madrigale| Nuova Cucina Rurale Tivoli RM  

LAZIO

INEO Roma RM
La Terrazza Roma RM
Casa Bertini Recanati MC MARCHE
Zunica 1880 a Villa Corallo Sant’Omero TE ABRUZZO
Il ristorante Alain Ducasse Napoli* Napoli NA CAMPANIA
Umberto a Mare* Forio / Ischia NA
Capogiro Baja Sardinia SS SARDEGNA

In grassetto i ristoranti entrati a far parte della selezione nel corso dell’anno.

* under 35 ** under 30

Tra le 22 novità, sono 8 gli chef con età uguale o inferiore ai 35 anni (2 dei quali con età uguale o under 30).

5 nuovi ristoranti entrano nella community delle stelle verdi

La Stella Verde Michelin valorizza quei ristoranti che hanno saputo essere fonte di ispirazione e hanno sorpreso gli ispettori grazie a una visione autentica e orientata al futuro della gastronomia.

Favorendo la nascita di una comunità di locali innovativi, impegnati nel progresso del settore, la Stella Verde Michelin sostiene il dialogo e la collaborazione, invitando i ristoranti a evolversi e a essere fonte di ispirazione reciproca.

Quest’anno, cinque ristoranti si sono fatti notare per le loro idee stimolanti, conquistando l’attenzione degli ispettori.

RISTORANTE LOCALITA’ PROV. REGIONE
La Bursch Campiglia Cervo BI PIEMONTE
Kircherhof Albes BZ TRENTINO-ALTO ADIGE
JOHANNS Molini di Tures BZ TRENTINO-ALTO ADIGE
Cà Matilde Rubbianino RE EMILIA-ROMAGNA
Une Capodacqua PG UMBRIA

*In grassetto i ristoranti entri a far parte della selezione nel corso dell’anno

Questi 5 ristoranti si aggiungono alle strutture già entrate a far parte di questa community, portando il totale a 72 realtà. Tutti insieme, costituiscono una comunità fortemente impegnata a proporre una nuova prospettiva nel mondo della gastronomia.

Segnalazione speciale Passion Dessert

La selezione speciale “Passion Dessert” è un riconoscimento attribuito ai ristoranti che si distinguono per l’eccellenza qualitativa e per l’esperienza offerta attraverso i dessert. Questo premio, sostenuto da Molino Dallagiovanna, nell’edizione 2026 è stato conferito ai seguenti ristoranti:

RISTORANTE LOCALITA’ PROV. REGIONE
Unforgettable Torino TO PIEMONTE
Manna Milano MI  

LOMBARDIA

Senso Lake Garda Alfio Ghezzi Limone sul Garda BS
Alpenroyal Gourmet Selva di Val Gardena BZ TRENTINO-ALTO ADIGE
Quattro Passi Nerano NA CAMPANIA
La Caravella dal 1959 Amalfi SA
La Villa Melfi PZ BASILICATA
Sapio Catania CT SICILIA

Sono cinque i premi speciali Michelin nella selezione italiana 2026 

  • MICHELIN YOUNG CHEF AWARD 2026 offerto da Metro Italia, assegnato a Mattia Pecis del ristorante Cracco Portofino, Portofino (GE).

“Da zero a duemila: è la giovane ma già intensa traiettoria di Mattia Pecis, capace di assorbire il meglio da maestri indiscussi della cucina italiana e di restituirlo con una voce propria, autentica e brillante. La sua cucina attraversa con naturalezza le vette alpine e le coste marine, sempre nel rispetto profondo del territorio in cui opera, valorizzandone le eccellenze agricole con sensibilità e intelligenza. Spontanea, gioiosa, personale: la sua cucina riflette il suo carattere, e conquista per la capacità di trasformare il piacere in esperienza.”

 

 

  • MICHELIN SERVICE AWARD 2026 offerto da Intrecci – Alta Formazione di Sala assegnato a Giulia Tavolaro del ristorante Maxi, Vico Equense (NA).

“Colonna portante di questo angolo incantevole della Costiera Sorrentina, Giulia accoglie e guida una clientela internazionale con eleganza, gentilezza e una passione autentica. La sua determinazione trasforma ogni incontro in un’esperienza memorabile, dove l’ospite è sempre al centro e il servizio diventa la cornice perfetta che esalta la magia della proposta culinaria”

  • MICHELIN CHEF MENTOR AWARD 2026 offerto da Blancpain, assegnato ad Heinz Beck del ristorante La Pergola, Roma.

“In oltre vent’anni di tre Stelle MICHELIN, Heinz Beck ha trasformato La Pergola in un laboratorio di eccellenza gastronomica, dove generazioni di giovani cuochi hanno potuto formarsi sotto la guida di un maestro capace di trasmettere una visione unica della cucina: quella della leggerezza, dell’equilibrio, del benessere. Il suo approccio, frutto di una costante collaborazione con il mondo accademico e scientifico, ha ridefinito il concetto di alta cucina, coniugando gusto e salute in modo innovativo. Heinz Beck è non solo uno chef di straordinario talento, ma anche un instancabile divulgatore e formatore, che ha contribuito in modo decisivo alla crescita culturale della gastronomia contemporanea.”

  • MICHELIN SOMMELIER AWARD 2026 offerto dal Consorzio Franciacorta, assegnato a Ivana Capraro del ristorante Castel fine dining, Tirolo (BZ).

“Ivana è un punto di riferimento per chi cerca emozioni pure nel calice. Con competenza e sensibilità, interpreta i gusti dell’ospite e crea abbinamenti perfetti, valorizzando i piccoli produttori e rappresentando con eleganza i grandi vini pregiati. I suoi consigli sono un viaggio tra le vigne, raccontato con entusiasmo e passione, che trasforma ogni esperienza in un momento indimenticabile.”

  • MICHELIN OPENING OF THE YEAR AWARD 2026 offerto dal Agnelli 1907, assegnato a Gian Marco Bianchi del ristorante Al Madrigale | Nuova Cucina Rurale, Tivoli (RM).

“La storica Tivoli apre le porte a un nuovo ristorante d’eccellenza, dove lo chef Bianchi e la sua squadra trasformano ogni esperienza in un viaggio attraverso le tradizioni gastronomiche della regione. Non un viaggio qualsiasi, ma un percorso personalizzato, in cui i sapori autentici si fondono con una visione contemporanea, avvolti da un servizio impeccabile e dall’eleganza di un ambiente storico.”

Oltre alla selezione di ristoranti, la Guida Michelin offre gratuitamente sul proprio sito e sull’app una selezione delle strutture alberghiere più esclusive e suggestive, sia in Italia che nel resto del mondo.

Gli hotel sono scelti per il loro stile unico, l’eccellenza del servizio e la personalità distintiva, e possono essere prenotati direttamente tramite le piattaforme digitale della Guida MICHELIN.

La selezione italiana include gli alberghi più spettacolari del paese, tra cui boutique di charme e hotel di design.

 Le statistiche della Guida Michelin Italia 2026

  • Regioni

La regione con più novità è la Lombardia, con 4 ristoranti Una Stella MICHELIN. Al secondo posto il Lazio, con 3 novità monostellate, seguite da ben 6 regioni con 2 novità (Liguria, Emilia-Romagna Toscana, Veneto, Trentino-Alto Adige, Campania). Tra queste, il Veneto registra 1 novità con Una Stella Michelin e un nuovo ristorante Due Stelle MICHELIN.

Nella classifica delle Stelle Michelin per regioni, la Lombardia mantiene la leadership con 64 ristoranti (3 tre Stelle, 6 due Stelle, 55 una Stella), la Campania si conferma al secondo posto con 48 ristoranti, (1 tre Stelle, 7 due Stelle, 40 una Stella), mentre sul terzo gradino del podio troviamo la Toscana con 45 ristoranti (1 tre Stelle, 5 due Stelle, 39 una Stella). In quarta posizione si conferma il Piemonte con 34 ristoranti (3 tre Stelle, 2 due Stelle, 29 una Stella), mentre al quinto posto c’è il Veneto con 34 ristoranti Stellati (2 tre Stelle, 4 due Stelle, 28 una Stella).

Province

Nella classifica delle province, tra le Top 5 si confermano due città campane: Napoli che si conferma al vertice con 27 ristoranti (1 tre Stelle, 6 due Stelle, 20 una Stella) e Salerno, in quinta posizione con 16 ristoranti (tutti una Stella). Roma è al secondo posto con 26 ristoranti Stellati (1 tre Stelle, 3 due Stelle, 22 una Stella), seguita da Bolzano con 21 ristoranti (1 tre Stelle, 2 due Stelle, 18 una Stella). In quarta posizione troviamo Milano con 20 ristoranti Stellati (1 tre Stelle, 4 due Stelle, 15 una Stella).

Bib Gourmand

Nella classifica dei Bib Gourmand per regioni, il Piemonte aggancia l’Emilia-Romagna in vetta, con 34 ristoranti. Al terzo posto sale la Toscana, con 26 ristoranti, che supera la Lombardia, che scivola al quarto posto con 23 ristoranti. Chiude la top 5 il Veneto con 18.

Il panorama della Guida Michelin Italia 2026: 15 ristoranti

38 ristoranti

341 ristoranti

255 ristoranti

1322 ristoranti selezionati con una buona cucina Per un totale di 1971 ristoranti nella selezione 2026.

Di questi, sono 72 i ristoranti

 La selezione Italia 2026 della Guida è disponibile gratuitamente sull’app e il sito web.

Rossetto e caffè: oltre 450 milioni di click per il brano di Sal Da Vinci e Vincenzo D’Agostino

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Il legame tra musica e caffè (immagine: Pixabay)

Il brano Rossetto e caffè scritto da Sal Da Vinci e Vincenzo D’Agostino ha raggiunto oltre 450 milioni di click tra YouTube e TikTok. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

Il brano Rossetto e caffè

MILANO – Quarant’anni di successi e oltre 20 milioni di copie vendute per il paroliere Vincenzo D’Agostino, 64 anni, autore, tra gli altri, del brano ‘Rossetto e Caffè’ scritto con Sal Da Vinci, con un doppio disco di Platino certificato dalla FIMI e ora record di streaming con oltre 450 milioni di click tra YouTube e TikTok.

Il brano è, inoltre, tra i finalisti dei SIAE Music Awards 2025 nella categoria Social Italia insieme con “La noia” (Angelina Mango), “L’ultima poesia” (Geolier), “Sinceramente” (Annalisa) e “Tuta Gold” (Mahmood).

“Accostare il mio nome e quello di uno straordinario interprete come Sal Da Vinci a questi grandi protagonisti della scena musicale – sottolinea Vincenzo D’Agostino – è per me già una vittoria e mi conforta pensare che, a 64 anni, riesco ancora a trasmettere emozioni alle persone”.

Un riconoscimento significativo per una carriera che, dagli anni Ottanta ad oggi, spazia dalla tradizione partenopea, con le collaborazioni con Nino D’Angelo, Carmelo Zappulla, Mario Merola e Gigi Finizio (tra gli altri), ai traguardi pop nazionali con Gigi D’Alessio, Anna Tatangelo e Gianni Fiorellino, fino ai recenti vertici dello streaming moderno.

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Aziende Riunite Caffè e Scolari Engineering, una lente su tutta la filiera nel convegno Coffee Compass, Franco Tesoro Tess: “Il futuro del settore? Produzione in aumento con dei consumi ridotti”

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Da sinistra: Daniele Talso, Isabella Alloisio e David Olsen

MILANO – Aziende Riunite Caffè ha organizzato a Milano con Scolari Engineering il convegno Coffee Compass, dedicato alle principali sfide che la filiera del caffè sta affrontando a livello globale.

L’incontro ha voluto offrire al centinaio di operatori presenti, soprattutto torrefattori, una bussola per orientarsi in un momento complesso, segnato da transizioni ambientali, tensioni geopolitiche e volatilità dei mercati.

All’evento hanno partecipato Isabella Alloisio, senior manager ESG di PWC Italia; Dario Scolari, ceo di Scolari Engineering; David Olsen, Starbucks Coffee Master dal 1987; Franco Tesoro Tess, ceo di Aziende Riunite Caffè e Federica Vitali di Banca Imi. A moderare, Daniele Talso di Aziende Riunite Caffè.

Una tempesta perfetta per la filiera del caffè

Ad aprire i lavori è stato Daniele Talso, che ha sintetizzato il momento storico: “Dal 2020 in avanti il nostro settore sta affrontando una tempesta perfetta, con guerre che hanno cambiato le rotte, cambiamenti climatici e la sfida climatica con l’EUDR. La pandemia ha segnato la chiusura di migliaia di esercizi pubblici. Inoltre, il mercato ha raggiunto prezzi che tutti ritenevamo inarrivabili. Così è necessario avere gli elementi per navigare in questo mare”.

Isabella Alloisio (immagine concessa)

Il riferimento è al nuovo Regolamento europeo sulla deforestazione (EUDR), entrato formalmente in vigore nel 2023 ma non ancora applicato. Di questo ha parlato Isabella Alloisio, che ha spiegato come i continui rinvii stiano influenzando le strategie di sostenibilità delle aziende.

EUDR, tra obblighi e opportunità

Alloisio: “Già l’anno scorso l’EUDR è stato rinviato, e anche quest’anno, probabilmente, ci sarà un ulteriore rinvio. Questo implica diversi fattori rilevanti per il settore: l’esenzione per gli operatori a valle, come per la Timber Regulation, e un allentamento degli obblighi di dovuta diligenza per i piccoli produttori, esclusi gli importatori, i quali dovrebbero comunque effettuare la due diligence ma non più obbligati a presentare le dichiarazioni su Traces, il sistema informatico dell’Unione Europea”.

Franco Tesoro Tess

La manager di PwC ha fornito inoltre alcuni dati preoccupanti: “Tra il 1990 e il 2020, 420 milioni di ettari di foresta sono stati persi a livello globale. Ogni anno se ne perdono circa dieci milioni. Tra il 1990 e il 2008, più del 30% dei prodotti agricoli associati alla deforestazione sono stati importati e consumati nell’Unione Europea.

I Paesi più ad alto impatto per la produzione di materie prime EUDR, in particolare per il caffè, si confermano Brasile, Colombia e Vietnam.

Ma quali sono le realtà interessate dal nuovo regolamento? “Tutte le aziende attive che commercializzano materie prime o prodotti legati al caffè saranno soggette agli stessi obblighi degli operatori che importano o esportano dall’UE”.

“I beni coperti (tra cui caffè, cacao, soia e legno) devono essere stati prodotti su terreni che non sono stati oggetto di deforestazione dopo il 31 dicembre 2020”, ha sottolineato Alloisio. “Circa il 25% dei ricavi delle aziende europee dipende da materie prime legate alla deforestazione.

I rischi per la mancata adesione sono molteplici: sanzioni pecuniarie di almeno il 4% del fatturato annuo, maggiore concorrenza per l’approvvigionamento, aumento dei costi delle materie prime, esclusione temporanea fino a 12 mesi dalle procedure di appalto pubblico accesso ai finanziamenti pubblici”.

Le supply chain diventano così sempre più complesse. “Le aziende devono raccogliere dati di prodotto dettagliati, tipologia, origine, quantità, codice NC, e utilizzare immagini satellitari e tecnologie digitali per valutare i rischi di deforestazione. Se il rischio è superiore a quello trascurabile, devono agire e dimostrare la conformità documentale”.

I principali criteri di valutazione del rischio sono: la complessità della catena di approvvigionamento, presenza di popoli indigeni, eventuali certificazioni complementari e preoccupazioni inerenti al paese di produzione.

“Tra le sfide maggiori risultano: tracciare la miscela dei chicchi durante la lavorazione, la mancanza di infrastrutture digitali nelle regioni produttrici e l’accesso limitato a certificazioni e servizi di audit indipendenti”.

Secondo Alloisio, però, le nuove regole offrono anche opportunità: “L’incremento dei dati sulla provenienza, la sorveglianza dei fornitori e il rafforzamento delle relazioni a monte sono strumenti per rendere la filiera più trasparente e sostenibile”.

Energia e sostenibilità

Il tema dell’energia è stato affrontato dall’ingegnere Dario Scolari, ceo di Scolari Engineering. “Una torrefazione necessita di tanta potenza. E se si tratta di una macchina alimentata ad elettricità, se fa mille chili l’ora richiede un megawatt di potenza installata.

Quindi, per l’elettrico, ci sono problemi di infrastruttura e di rete capillare che potrebbero mettere in crisi i consumi di città o insediamenti. Ma che, tuttavia, non risolve il problema a monte. La distribuzione è un problema, così come le produzioni che utilizzano gas o carbone”, ha spiegato l’ingegnere.

“Per portare il caffè a una certa temperatura bisogna togliere l’acqua, elemento che rappresenta il 10/12% di peso. L’energia necessaria è la stessa per qualsiasi torrefazione. Inoltre c’è la trasformazione/attivazione chimica delle sostanze in chicchi di caffè. Per questo molti usano metano e GPL come fonti energetiche”.

Per ridurre i consumi, L’ingegner Scolari ha indicato la strada dell’efficienza: “C’è il riciclo delle macchine, l’uso del calore residuo per il caffè verde e un minor consumo di massa e metano. L’utilizzo del 30% di idrogeno, che pure ha sue criticità come la capacità di uscire da alcuni condotti, può creare un abbattimento del 60%. Questa è la strada da percorrere idealmente e realisticamente per quanto riguarda il settore delle torrefattrici”.

La lezione di Starbucks: qualità e innovazione

Il coffee master David Olsen, in Starbucks dal 1987, ha raccontato la propria esperienza:

“Nel 1974 ho aperto un espresso bar a Los Angeles chiamato Café Allegro dove ho stabilito il primo contatto con, a quei tempi, una piccola compagnia chiamata Starbucks. Con il tempo ho cominciato a collaborare con loro e mi hanno invitato alla roastery per creare un blend.

Oggi è possibile assaggiare quello stesso blend alla Reserve di Piazza Cordusio a Milano. Nel 1987 sono diventato responsabile del caffè per Starbucks. Da allora gli aspetti fondanti sono rimasti: promessa per un work environment, qualità e customer satisfaction. Ogni passo è importante”. “In Starbucks abbiamo sempre sperimentato. Nessuno tostava caffè scuro come noi.

Quando il brand è cresciuto, abbiamo puntato sulla tecnologia per registrare i cicli di roasting. Abbiamo lavorato con Scolari e Probat, e le tre realtà, Probat, Scolari e Starbucks, sono cresciute insieme. Adesso abbiamo 30 macchine tostatrici Scolari. Ciò che conta è la qualità: vogliamo continuare a sperimentare e migliorarci”.

Prezzi e mercato

Federica Vitali di Banca IMI: “Vorrei soffermarmi su un tema trasversale a tutti questi ambiti: la gestione del rischio attraverso strumenti di copertura.

I rischi principali sono legati all’andamento dei mercati finanziari e delle materie prime. Nel nostro osservatorio, che comprende un ampio campione di bilanci di aziende italiane ed estere, riscontriamo che circa il 70% delle imprese si copre dal rischio di tasso d’interesse.

Questo significa che, quando viene erogato un finanziamento a tasso variabile, le aziende tendono a convertirlo in un tasso fisso per proteggersi da eventuali rialzi. Un altro 50% delle aziende copre il rischio cambio, necessario per chi acquista in valuta estera o incassa all’estero e deve poi convertire in euro.

Diversa la situazione per le materie prime: nonostante le forti oscillazioni, che interessano caffè arabica e robusta, cacao, energia elettrica, gas e perfino metalli preziosi come l’oro, solo il 30% delle aziende del campione utilizza strumenti di copertura su questi sottostanti.

La volatilità annualizzata del caffè arabica e robusta si attesta intorno al 40%. Molte aziende, però, non si coprono. Non perché non esistano strumenti adatti, ma perché non li conoscono o non li utilizzano correttamente. In realtà, quegli strumenti ci sono.

Molte imprese con cui ci interfacciamo lavorano direttamente in borsa attraverso contratti future, che replicano l’andamento di un future quotato.

Queste operazioni vengono svolte all’interno di una linea di credito dedicata, una sorta di plafond assegnato all’azienda.

Le previsioni per il caffè indicano un’elevata volatilità sia per il robusta che per l’arabica. Le cause sono molteplici: rischi meteorologici, instabilità geopolitica, dazi commerciali, e dinamiche speculative che, solo nell’ultimo mese, hanno portato a un aumento di circa il 30% dei prezzi del caffè robusta e arabica.

Tutte variabili fuori dal controllo delle aziende, ma che possono essere gestite con strumenti finanziari di copertura. Le coperture possono essere impostate sia sul lato acquisto che sul lato vendita.

Sul lato acquisto, la copertura tutela l’azienda da eventuali rialzi del prezzo della materia prima. Se avete acquistato a prezzi elevati e avete scorte in magazzino, potete coprirvi dal rischio che il prezzo scenda, mantenendo così stabile il valore del vostro inventario.

Sul lato vendita, invece, la copertura protegge in caso di ribasso del prezzo di mercato, garantendovi un prezzo minimo di vendita.

Se i contratti con i clienti finali non sono ancora stati chiusi e nel frattempo i prezzi scendono, la copertura vi consente di mantenere margini invariati: la banca vi riconosce un differenziale.

A differenza dei future standard, questi strumenti offrono grande flessibilità: si può scegliere la quantità da coprire, la scadenza più opportuna e la frequenza con cui aggiornare il valore della copertura rispetto al mercato”.

Franco Tesoro Tess, ceo di Aziende Riunite Caffè, ha fornito una visione molto cruda della situazione: “I Paesi produttori di caffè non sono mai stati ricchi come adesso. Sono quattro anni che i prezzi sono alle stelle e tutti i produttori si sopno creati una stabilità economica mai vista nei decenni passati, immagazzinano mantenendo i prezzi alti anche aiutati da una logistica mondiale imperfetta”.

Ma avverte: “Questa situazione presenta anche l’altro lato della medaglia. Con prezzi alti da quattro anni, nei prossimi potremmo avere una produzione abnorme di caffè. Nel 2030 potremmo trovarci con un 15% in più di produzione rispetto a oggi, circa 30 milioni di sacchi. Il consumo, invece, potrebbe crollare e quindi potremmo trovarci con contino surplus di produzione anno dopo anno, e riuscirà il mercato ad assorbirlo? Quale sarà l’impatto sui prezzi? ‘’

In chiusura, Valentina Barbieri ha presentato la quarta edizione aggiornata del volume dedicato alla storia e all’evoluzione del caffè chiamato Il caffè: classification, tasting, roasting.

“Ho aggiunto una parte storica con dettagli che non abbiamo mai raccontato e una parte finale che traccia il futuro del caffè”, ha spiegato.

“Questa è un’edizione profondamente rivista”, ha concluso Franco Tesoro Tess. “Un libro che mantiene un forte legame con il passato. Siamo nati e cresciuti con la presenza delle generazioni precedenti, e continuiamo a costruire il futuro su quelle radici”.

Carlos Gonzàlez Antequera, Rancilio Group: “La tazzina influenza in maniera oggettiva la valutazione dell’espresso”

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Carlos Gonzàlez Antequera rancilio
Carlos Gonzàlez Antequera in assaggio (foto concessa)

MILANO – La parola a Carlos González Antequera, Coffee Competence & Product Manager presso Rancilio Group S.p.A., per quanto riguarda l’influenza che può avere il contenitore della bevanda che quotidianamente in tutto il mondo viene consumata, sull’assaggio: la tazzina, quanto può impattare sull’esperienza gustativa del caffè?

Gonzàlez, l’assaggio è un’esperienza sensoriale a 360 gradi: quanto il contenitore della bevanda, può influire sulla valutazione?

“La tazzina da espresso influisce notevolmente sulla valutazione dell’espresso. Visivamente, apprezziamo la crema densa e più spessa al centro della tazza, dal diametro di circa 40-45 mm. Al contrario, l’utilizzo di una tazza grande, a parità di volume di crema, comporterebbe una minore densità. Questo è un aspetto non trascurabile, poiché la crema stessa contribuisce a sigillare i composti volatili, evitandone la dispersione nell’ambiente e mantenendo più a lungo la ricchezza olfattiva, sia diretta che indiretta.

Il colore esterno della tazza può essere frutto di una scelta di moda e design, ma l’interno è preferibile bianco, per creare un contrasto con la crema color nocciola. In termini di profilo sensoriale, lo stesso caffè è diverso a differenti temperature.

Pertanto, è molto importante disporre di una tazza termica che, in base alla temperatura del caffè estratto e allo scambio termico che subisce a contatto con la superficie della tazza, si stabilizzi intorno ai 65 °C, temperatura ideale per il consumo. Abbiamo quindi bisogno di
tazze preriscaldate internamente a circa 45 °C, così da ridurre al minimo lo scambio
termico.

L’equilibrio dell’espresso può essere alterato dalle diverse temperature a cui viene servito. Anche la sensazione tattile o corposità aumenta con una temperatura che corrisponde al punto di tostatura e alla tipologia di caffè. Una temperatura più bassa renderà l’espresso più leggero e meno strutturato. Il retrogusto persistente si percepisce proprio grazie alla pienezza appena descritta e alla consistenza tra le diverse estrazioni.”

Materiale, colore, forma: in che modo ciascuno di questi fattori possono valorizzare o meno il caffè?

Gonzàlez: “Per quanto riguarda il materiale, la porcellana feldspatica è dura, resistente e adatta all’uso professionale. Tuttavia, la sua caratteristica più importante è senza dubbio la stabilità, che le consente di mantenere la temperatura dell’espresso.

La forma della tazzina dovrebbe essere quella di un tronco di cono rovesciato, con interno e fondo ellittici. Ciò aiuta a guidare delicatamente il flusso dell’estrazione del caffè senza causare urti improvvisi che potrebbero alterarne la qualità.

Per un espresso di circa 25-30 ml, la tazza dovrebbe avere un volume complessivo di 75-80 ml. Il diametro interno superiore dovrebbe essere di 55 mm, il diametro esterno di 60-62 mm e l’altezza ideale intorno ai 51 mm.

Una tazzina Rancilio Specialty (foto concessa)

La tazza Rancilio Specialty è il frutto di un’attenta analisi delle fasi d’analisi sensoriale. La base conica, più stretta, raccoglie l’espresso concentrandone gli aromi e presenta un diametro studiato per facilitare una valutazione precisa della crema. La parte superiore, più ampia, detta aroma chamber, è progettata per trattenere i composti volatili e consentire un’analisi sensoriale più completa e accurata. Infine, qualora fossero presenti sentori empireumatici e pesanti, questi verranno trattenuti sul fondo della tazza.”

Gonzàlez, si tratta più di un’influenza oggettiva o soggettiva?

“Si tratta di un’influenza del tutto oggettiva. È sufficiente effettuare una degustazione utilizzando la stessa tazzina, ma con temperature di servizio differenti, per notare come la percezione sensoriale del caffè sia diversa.

Allo stesso modo, se utilizziamo tazze diverse – sia per forma che per materiale – avremo percezioni sensoriali disomogenee, anche con materiali differenti come vetro, terracotta o bicchieri non adatti a piccole quantità come l’espresso.”

Anche la personalizzazione, ha un suo ruolo nell’assaggio? E il manico?

Rancilio specialty Invicta (foto concessa)

“La personalizzazione ha il suo valore, ed è per questo che, durante l’assaggio, si utilizza sempre lo stesso tipo di tazze, per evitare di alterare la percezione e per garantire coerenza e affidabilità nella valutazione sensoriale.

I colori delle tazze influenzano e mascherano la percezione del colore dell’espresso e della crema. L’interno di una tazzina da caffè espresso deve essere bianco, per permettere una valutazione affidabile della crema dell’espresso.

Il manico della tazza è pensato per essere comodo da impugnare ed evitare scottature, ma nel caso dell’espresso, a una temperatura risultante di circa 65 °C, non esiste un reale rischio.”

Gonzàlez, ci può fare un esempio con un caffè specifico e come questo può avere delle note più o meno accentuate a seconda della tazza?

“I caffè tostati correttamente per l’espresso presentano un profilo complesso e completo: si percepisce una leggera acidità quando apprezziamo note enzimatiche floreali o di frutta fresca, che portano a note leggermente amare di frutta secca tostata, pane tostato, vaniglia e cacao. Alcuni caffè asiatici possono offrire intense note speziate come pepe, senape, chiodi di garofano o liquirizia. Si tratta, senza dubbio, di un caffè rotondo e ben equilibrato.

La sensazione tattile dovrebbe essere setosa e avvolgente, con la giusta viscosità per trasmettere una sorta di carezza nella cavità orale. Vorrei sottolineare che in alcuni stili di caffè italiano si apprezza molto la sciropposità, e per questo non solo il caffè e la tostatura devono essere adeguati, ma anche la configurazione delle macchine e, naturalmente, la ‘tazzina calda’ sono elementi fondamentali.

È molto importante che non si percepiscano ruvidità e che l’astringenza sia inesistente: solo così si ottiene una tazza realmente equilibrata.

Non resta che assaporare il retrogusto per qualche minuto, lasciando che le sensazioni persistano anche dopo aver terminato l’espresso.

Una tazza fredda, una tazza troppo grande o un bicchiere di plastica – solo per citare alcuni esempi – alterano la percezione dell’espresso che stiamo bevendo. Dobbiamo curare nel modo giusto il rituale del bere un espresso: solo allora potremo godere di questo “profumo che si beve”.”

Carlos González Antequera è Coffee Competence & Product Manager presso Rancilio Group S.p.A., storica azienda di macchine per espresso professionali dell’Alto Milanese. Vanta una solida esperienza nel mondo del caffè specialty, contribuendo allo sviluppo di tecnologie legate a temperatura ed estrazione, come Temperature Profiling ed Extraction Lab, e alla formazione presso l’IIAC (International Institute of Coffee Tasters). Lavora in Rancilio Group da oltre 20 anni, dove si occupa di innovazione di prodotto e competenze nel settore del caffè.

Mamm Pane, Vino e Cucina, il Bar migliore d’Italia 2026: “Riconoscimento enorme, ci dà visibilità”

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L'esterno del locale (foto concessa) MAMM
L'esterno del locale (foto concessa)

UDINE – Mamm Pane, Vino e Cucina, premiato dal Gambero Rosso come miglior Bar d’Italia 2026, nasce a Udine da un’idea di Roberto Notarnicola, pugliese di origine, arrivato in questa città per amore. Nel 2015 dà vita al suo primo progetto, Mamm Ciclofoccaceria.

“All’inizio Mamm nasce come focacceria dedicata a reinterpretare la focaccia barese, dove, ogni tanto, offrivamo il caffè fornito dall’Antica Torrefazione Triestina”, racconta Notarnicola.

“Col tempo poi ho capito che pane e caffè sono i due elementi che restano impressi in qualsiasi pasto. Se uno dei due non è buono, l’esperienza complessiva ne risente.”

Così Mamm evolve per rispondere a una specifica necessità.

In quella parte di Udine, infatti, mancava una vera caffetteria e così, cinque anni dopo la prima apertura, proprio di fronte a Mamm Ciclofocacceria, nasce nel 2020 Mamm Pane, Vino e Cucina, un forno con un’offerta che spazia dalla colazione al pranzo fino all’aperitivo.
“Sono due format molto diversi – spiega Notarnicola – ma convivono senza sovrapporsi, anche se si trovano uno di fronte all’altro.”

La focaccia di MAMM @Fabrice_Gallina

Ma la storia di Mamm non finisce qui. Sempre a Udine nel 2024 apre il suo terzo punto vendita Mamm Pane&Focaccia, un format che unisce i primi due modelli, e a maggio 2025 sbarca a Bologna, dove apre la sua seconda Ciclofocaccieria, riproponendo lo stesso modello originario udinese, ma con un angolo dedicato al caffè.

Perché è ancora importante comparire nella guida e poi vincerla?

“Un anno fa ho scoperto per caso che eravamo entrati nella Guida, con due chicchi e tre tazzine. Probabilmente i selezionatori erano passati da noi, incuriositi da ciò che facciamo, e hanno deciso di inserirci. Quest’anno poi ci hanno contattato per dirci che eravamo tra i dieci finalisti del Premio Miglior Bar D’Italia. Ricordo ancora il viaggio in macchina verso Milano per andare alla premiazione: proprio durante il tragitto abbiamo saputo di essere entrati nella top five.

Arrivati alla premiazione, ci siamo trovati sul palco come Miglior Bar d’Italia 2026. Non ce l’aspettavamo: è stato un riconoscimento enorme, soprattutto perché in Italia la Guida del Gambero Rosso resta un punto di riferimento autorevole. Questa vittoria ci ha dato grande visibilità, ma anche una responsabilità: confermare e alzare ancora di più l’asticella, mantenendo sempre l’umiltà e il rispetto per tutte le realtà che erano lì con noi in finale.”

Quando è arrivato il caffè specialty Brisa Coffee Roaster?

La collaborazione con Forno Brisa (foto concessa)

“Abbiamo introdotto il caffè di Brisa Coffee Roaster nel 2022. Prima da Mamm Pane,vino e Cucina offrivamo un 100% Arabica di Caffè Diemme. In seguito abbiamo deciso di collaborare con Forno Brisa, ma senza scrivere da nessuna parte che serviamo “specialty coffee”: per noi il caffè deve essere semplicemente buono, un espresso di filiera che si racconta da solo.

Oggi proponiamo un monorigine brasiliano naturale; in passato usavamo una miscela 80% Brasile e 20% Perù, ma col tempo siamo passati alla single origin e ci troviamo benissimo. Per il filtro invece utilizziamo un Etiopia. Non abbiamo mai avuto Robusta, dal primo giorno, passando dall’Antica Torrefazione Triestina a Caffè Diemme, siamo sempre rimasti fedeli all’Arabica. Per me il caffè è un po’ come il lievito madre: deve essere vivo, coerente, identitario.”

“Abbiamo mantenuto prezzi allineati al mercato: 1,40 euro per l’espresso, leggermente sopra la media locale, ma sotto quella di Forno Brisa a Bologna che arriva a 1,50. Abbiamo spiegato ai clienti il perché dei sentori che trovano in tazza — un’acidità un po’ più spinta ma equilibrata, tipica del Brasile.

Con il filtro, invece, siamo riusciti a scardinare l’abitudine del solo espresso al volo: oggi molti si fermano per provare estrazioni alternative, dal pour over al cold brew. Il racconto e la formazione del cliente sono stati fondamentali, e questa estate ne abbiamo finalmente visto i risultati.”

Mamm Pane, Vino e Cucina è oggi un locale più articolato, che unisce caffetteria, pranzi, vini naturali e cucina, con 32 coperti interni e 20 esterni. Fa parte di un ecosistema altrettanto organizzato che impiega complessivamente 33 persone, un team consolidato e affiatato.

«Abbiamo lavorato tanto con i ragazzi – racconta Notarnicola – per costruire un modello d’impresa sostenibile non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale, ambientale e umano. A Udine, quando si trova un posto di lavoro sano, difficilmente lo si lascia. Sono felice di essere riuscito a creare un ambiente così.»

Bologna VS Udine

Il caffè da MAMM@Fabrice_Gallina

«Sono due città estremamente diverse. Dal punto di vista organizzativo, al di là della logistica dei prodotti, i locali funzionano in maniera simile, ma il contesto è completamente diverso. Udine è una città che solo ora sta iniziando ad accogliere certi modelli di ristorazione che altrove, come a Bologna, esistono da tempo e hanno saturato il mercato. Un locale come il nostro lì non è raro; a Udine, invece, le persone si approcciano alle novità in modo più attento e curioso.

Portiamo avanti il nostro progetto convinti del prodotto e del servizio. A Bologna stiamo ancora ingranando, ma continueremo a crescere. La nostra prospettiva è esplorare il limite fertile del brand: siamo usciti dai confini regionali, ma non siamo ancora pienamente riconosciuti a livello nazionale. Qui stiamo cercando di capire cosa si può fare ancora.»