martedì 08 Luglio 2025
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Solidus: ecco l’app che permette di pagare con l’oro anche il caffè al bar

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Attraverso l’app Solidus del gruppo Carrara si può investire in oro ed effettuare pagamenti quotidiani sfruttando il conto per, ad esempio, acquistare un caffè al bar. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Elena Dal Maso per il portale d’informazione Milano Finanza.

L’app Solidus: come funziona

MILANO – Non solo lingotti e monete d’oro da comprare e riporre in cassetta di sicurezza. Si stanno moltiplicando in Italia le applicazioni su cellulare per permettere di investire in oro fisico, che viene custodito dall’intermediario in caveau assicurati. La prima è stata lanciata nel 2020, in piena epoca Covid, da Confinvest, si chiama Conto Lingotto.

Poi se ne sono sviluppate altre, come quella di OroVilla, che tratta anche altri metalli preziosi. Una delle più recenti, immessa sul mercato ad aprile, è Solidus, che ha fatto un altro passo avanti: ovvero permette di effettuare pagamenti quotidiani sfruttando il conto in oro.

“Chi scarica Solidus apre un conto corrente con Treezor, che fa capo a Societe Generale”, spiega Aldo Carrara, amministratore di Carrara Group, a Milano Finanza.

Il conto per ora non ha costi di gestione, si paga un euro per grammo di metallo giallo acquistato o venduto. “Al conto è abbinata una carta di debito con la quale pagare per esempio i caffè al bar” spiega Carrara sempre a Milano Finanza.

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Zirobio presenta GRIND Z: la matita ecologica realizzata con fondi di caffè riciclati

SOUTH BAY – Zirobio ha sviluppato una mina per matite innovativa ed ecologica che sostituisce la tradizionale grafite con fondi di caffè riciclati. Questa alternativa completamente naturale favorisce una produzione a zero sprechi. Con una mina da 5,6 mm, GRIND Z è ideale per scrivere, prendere appunti e disegnare.

Ogni punta è realizzata con fondi di caffè riciclati combinati con agenti leganti, offrendo una soluzione sostenibile con un inconfondibile aroma di espresso.

La matita GRIND Z trasforma i fondi di caffè in uno strumento creativo. Dal 2023, i fondatori, Hailey e Miles, si sono dedicati completamente alla creazione di Zirobio, un marchio innovativo focalizzato sul riciclo dei fondi di caffè, e hanno iniziato a sviluppare la matita portatile.

Dopo sei mesi di esperimenti e ricerche scientifiche, è nata GRIND Z, permettendo agli utenti di creare con il caffè ovunque e in qualsiasi momento.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

La scheda sintetica di Zirobio

Zirobio è un’azienda biotecnologica di riciclo con sede nella South Bay, in California. La sua missione è favorire la transizione dai materiali tradizionali a base di petrolio ai materiali riciclati di origine biologica. Specializzata in soluzioni innovative per il riciclo dei fondi di caffè, Zirobio riflette la passione dei suoi fondatori per il caffè, l’arte e la sostenibilità ambientale.

Tiramisù: il dolce al caffè friulano tra le ricette italiane più cercate al mondo sul web

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Secondo un’indagine di Affidabile.org il celebre tiramisù è tra le pietanze italiane più cercate e desiderate a livello globale. Il dolce al caffè vanta due versioni storiche documentate in Friuli-Venezia Giulia: una a Pieris, vicino a Monfalcone, e l’altra a Tolmezzo, nel cuore della Carnia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del portale d’informazione Friuli Oggi.

La popolarità del tiramisù

MILANO – Tra fettuccine Alfredo e focacce, carbonare e arancini, spicca un dolce che affonda le sue radici tra le montagne della Carnia e la pianura goriziana: il tiramisù friulano. A dirlo non è il campanilismo, ma i dati. Secondo una recente indagine di Affidabile.org basata sulle ricerche effettuate tramite Google Trends dal 2004 a marzo 2025, il celebre dessert al cucchiaio è tra i piatti italiani più ricercati a livello globale.

Una conferma della forza iconica della cucina italiana, e in particolare di un dolce che in Friuli Venezia Giulia vanta due versioni storiche documentate: una a Pieris, vicino a Monfalcone, e l’altra a Tolmezzo, nel cuore della Carnia.

Due anime, un solo dolce

Pieris rivendica la nascita della “Coppa Vetturino”, datata 1935: una golosa combinazione di mousse al cioccolato, pan di Spagna e zabaione. Tolmezzo, invece, è considerata la patria della versione oggi famosa in tutto il mondo, fatta con savoiardi inzuppati nel caffè, mascarpone, zucchero, uova e una spolverata di cacao. A seconda delle varianti, si aggiungono liquori o aromi che personalizzano il dolce, mantenendone intatta l’essenza vellutata e avvolgente.

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Nuova Zelanda: il COFE+ Robot Cafe plasma la nuova generazione di caffetterie

AUCKLAND – Un barista robot cinese sta trasformando la nuova generazione di caffè in Nuova Zelanda. Marie Fan ha aperto il COFE+ Robot Cafe presso il Queen’s Food Court di Auckland a gennaio. Il barista robotico utilizza per la preparazione delle bevande i chicchi di caffè preferiti dai locali, come il 1960s Vintage.

Il COFE+ Robot Cafe in Nuova Zelanda

Come riportato da ECNS.cn, il robot COFE+ vende circa 100 tazze di caffè al giorno, e impiega solo 60 secondi per preparare ciascuna di esse.

Dato il successo del primo caffè, Marie Fan ha deciso di aprirne un secondo store a Newmarket. Il barista robotico nello specifico è un modello della Shanghai Hi-Dolphin Robot Technology.

Con l’aumento dei costi del lavoro in Nuova Zelanda, sempre più aziende potrebbero adottare questa soluzione in futuro. Infatti, come riporta ECNS.cn, i robot sono diventati sempre più comuni negli esercizi del paese negli ultimi due anni.

Nescafé Dolce Gusto presenta il nuovo caffè shakerato per l’estate

MILANO – Il caffè è da sempre il grande amore degli italiani che non riescono a rinunciarci nemmeno d’estate quando cresce la voglia di qualcosa di fresco. La soluzione arriva da Nescafé Dolce Gusto con il nuovo caffè shakerato pensato sia che si voglia iniziare la giornata con una nota fredda sia che ci si voglia concedere una pausa rinfrescante.

Il caffè shakerato di Nescafé Dolce Gusto

Una proposta che nasce da un trend in costante crescita. Secondo i dati IPSOS*, infatti, il consumo freddo non è più una nicchia, ma una tendenza che si esprime soprattutto tra le mura di casa, dove si sperimenta, si crea e si scoprono nuovi rituali di gusto. Il 18% della GenZ in Italia consuma già caffè freddo, segno di una generazione sempre più attratta da esperienze nuove, creative e appaganti.

La confezione di caffè shakerato (immagine concessa)

Nescafé Dolce Gusto risponde dunque con una novità assoluta: una capsula di Caffè Shakerato che permette, con un rapido clic, di gustare subito l’estate in tazza.

Pochi semplici passaggi senza bisogno di shakerare: si inserisce la capsula, si seleziona l’estrazione a freddo, si aggiunge ghiaccio a piacere e l’iconico Caffè Shakerato è pronto da gustare.

Il risultato? Una crema densa, avvolgente, dal sapore dolce e delicato, che conquista già al primo sorso. L’esperienza del bar direttamente a casa.

A supporto del nuovo lancio è prevista una ricca campagna di visibilità a punto vendita, ma non solo. Nescafé Dolce Gusto sarà presente al Vertical Summer Tour. Nei mesi di luglio e agosto insieme a Nescafé sarà nelle spiagge italiane con degustazioni, ricette fresche, musica e tanto divertimento.

Il nuovo caffè shakerato di Nescafé Dolce Gusto è ora disponibile, in confezioni da 16 pezzi nella grande distribuzione, nei negozi specializzati e sul sito www.dolce-gusto.it. Sempre sul sito si potranno trovare anche nuove ricettazioni del prodotto e altre proposte per provare caffè e bevande in versione fredda.

Questa bevanda fredda è l’ultima novità della gamma Nescafé Dolce Gusto: per scoprire tutti i prodotti, visitate www.dolce-gusto.it

La scheda sintetica di Gruppo Nestlé

ll Gruppo Nestlé opera in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 nella produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone.

Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo. Nel nido che condividiamo – simbolo di protezione, crescita e identità – lavoriamo ogni giorno per sostenere il benessere delle persone di tutto il mondo, con un impegno concreto verso la nutrizione, il pianeta, le persone e le comunità in cui operiamo.

Presente da oltre 110 anni in Italia, Nestlé rinnova ogni giorno il suo impegno attraverso azioni concrete, esprimendo con i propri prodotti e marchi tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera nel Paese in 9 categorie merceologiche, con un portafoglio di oltre 90 marche, tra cui: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, Solgar, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

* IPSOS ottobre 2024

IPA Porcellane, 70 anni di attività, Amedeo Sala: “Possiamo definirci dei sarti che cuciono tazze fatte su misura e accessibili a più clienti”

USMATE VELATE (Monza Brianza) – IPA Porcellane, da tre generazioni nel campo della produzione di tazzine, nel 1955 parte con la realizzazione di statue artistiche di porcellana per poi impiegare il know-how a servizio dell’HoReCa. Dal fondatore Egidio Sala, all’attuale general manager Amedeo Sala, la ricerca del prodotto perfetto – per quanto impossibile – resta il trait d’union di questa realtà che è passata dalla sua forma artigianale a quella industriale.

Ora IPA Porcellane ha una capacità produttiva di 80.000 pezzi giornalieri.

70 anni di IPA Porcellane: da dove siete partiti e sino a dove siete arrivati?

“Per raccontare la nascita di IPA Porcellane bisogna partire da una figura centrale: mio nonno, Egidio Sala. La sua prima attività era legata alla produzione di tubi di cartone, molto richiesti all’epoca. L’ingresso nel mondo della porcellana avviene quasi per caso, grazie al fratello mia nonna, Franco, che già lavorava nel settore a Usmate, storica culla della porcellana in Lombardia. Da quella collaborazione nasce nel 1955 IPA porcellane, e con essa un’avventura imprenditoriale che unisce spirito artistico e visione industriale.

Un’immagine delle artiste (foto concessa)

All’inizio realizzavamo statue in stile Capodimonte, interamente modellate e decorate a mano da un gruppo di artisti e artigiani. Erano vere opere d’arte.

ipa
Foto dei tunnel (foto concessa)

Poco dopo, Franco ed Egidio si separano in modo sereno e, all’inizio degli anni ’60, mio nonno dà libero sfogo al suo genio industriale: inventa macchine di tornitura e decorazione, acquista un grande forno a tunnel e inizia così la produzione di articoli destinati al mondo HoReCa, inizialmente focalizzati sul servizio da tavola.

Negli anni ’60, il catalogo era più ampio – come molti nel settore proponevamo anche piatti e servizi completi – ma con il tempo abbiamo deciso, a fine degli anni ‘60, di focalizzarci esclusivamente sul mondo della torrefazione: tazze e relativi accessori.

Nella torrefazione, la tazza non è solo uno strumento di servizio, ma diventa un mezzo per comunicare l’identità del brand, con esigenze funzionali precise: un equilibrio sottile tra estetica e performance tecnica. Inizialmente, proponevamo i nostri design ai clienti mantenendo un livello di personalizzazione attraverso il decoro.

Tazze personalizzate (foto concessa)

Successivamente, dagli anni ‘90, i torrefattori più grandi e più attenti hanno iniziato a curare la resa in tazza, chiedendo degli oggetti su misura per le loro miscele. Oggi giorno, possiamo definirci dei sarti che cuciono tazze su misura accessibili anche per clienti di medie dimensioni (https://ipaporcellane.it/su-misura/).

Tazze in evoluzione (foto concessa)

Essere focalizzati su una nicchia ci ha permesso di diventare estremamente efficienti, mantenendo la produzione in Italia, nel nostro stabilimento di Usmate – rendendoci l’unica fabbrica al mondo esclusivamente specializzata in torrefazione.

L’evoluzione tecnologica – insieme all’arte – è parte del nostro DNA.

Dagli anni ‘80 abbiamo sviluppato internamente macchinari per l’applicazione automatica delle decalcomanie, un tempo fatte a mano – negli anni abbiamo continuato a costruire macchine, l’ultima per la decorazione è stata inaugurata questo mese. Oggi, grazie a sistemi progettati nel nostro studio ingegneristico, stampiamo e applichiamo i decori in modo rapido e preciso. Questa trasformazione è nata da un’esigenza concreta: produrre 300.000 tazze decorate a tutta fascia per un grande cliente in soli tre mesi.

Anche la movimentazione dei carichi è un ambito in cui abbiamo innovato molto, a partire dai primi anni 2000: abbiamo creato linee automatiche per il trasporto dell’impasto verso i torni (dove formiamo le tazze), delle tazze non cotte verso la smaltatura, fino alla linea automatizzata di carico dei forni, dove i pezzi cuociono a 1400 °C per un giorno intero.

Movimentazione dei carichi (foto concessa)

I nostri forni stessi sono cambiati: siamo passati da forni a tunnel – lunghi da settare e difficili da gestire – a forni a camera, più flessibili e affidabili, che ci hanno permesso di affrontare periodi difficili come il Covid e la crisi energetica con maggiore agilità. Attualmente stiamo studiando ed analizzando forni a camera più innovativi in modo da migliorare ulteriormente l’efficienza energetica.

I forni (foto concessa)

Inoltre, introduciamo finiture e tecnologie che possano dare sempre più opzioni di decorazione ai nostri clienti, non da ultimo l’introduzione della stampa 3D per creare tazze incise sempre più estreme.

Sviluppiamo quasi tutte le nostre tecnologie in house, su misura per le nostre esigenze. È una scelta precisa, coerente con la nostra identità: lavoriamo per una nicchia, e ciò che facciamo deve rispondere a standard molto alti. Questo know-how proprietario è ciò che ci rende più agili, più veloci e più vicini ai nostri clienti.

Oltre a tecnologia e arte, un altro tratto importante del nostro DNA è la centralità della famiglia. Siamo un’azienda famigliare arrivata alla terza generazione. Oggi in azienda, abbiamo Riccardo e Roberto (coCEOs) io e le mie due cugine Sarah e Alice che si occupano rispettivamente di gestione della produzione e grafica.”

Com’è il mercato di aziende come la vostra in Italia e all’estero? C’è molta competizione?

“La produzione in Europa e in Italia è diminuita negli ultimi decenni. In Confindustria ceramica, i produttori di tazze italiani sono solo tre. Sicuramente esistono competitor che importano prodotti. Al tempo stesso, stiamo notando un trend: la richiesta da parte dei clienti di avere sempre più flessibilità, personalizzazione, un prodotto di qualità e durevole e un accorciamento della filiera produttiva per rispondere anche più velocemente ai cambiamenti di mercato – oramai diventati una norma nel settore.

Da un punto di vista dell’export, da sempre abbiamo visto le nostre tazze andare in tutte le parti del mondo tramite i nostri clienti e i lori processi di internazionalizzazione. Negli ultimi 5 anni, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sull’esportazione diretta raddoppiando il suo peso nel fatturato totale e abbiamo piani per aumentare sempre più questa quota.

Da un punto di vista di fatturato totale, l’anno scorso abbiamo raggiunto i 12 milioni di euro, registrando comunque una crescita che ci conforta rispetto a tutte le difficoltà affrontate sino ad oggi.”

In quante torrefazioni italiane e in quante nel mondo arrivano le tazzine IPA

“Data la lunga esperienza nel settore, posso dire che abbiamo raggiunto quasi tutte le torrefazioni italiane nella nostra storia. Ad oggi, nel 2025, abbiamo venduto a più 500 torrefattori diversi e negli ultimi 3 anni a più di 1.000 aziende. Attualmente vendiamo in 54 paesi dove i mercati più importanti, oltre all’Italia, sono Francia, Germania, Benelux e Svizzera. Oltre a questi, ci stiamo focalizzando per espandere la nostra presenza anche in nuovi mercati emergenti.”

Quanto deve incidere il design e quanto invece la funzionalità nel risultato finale?

“Entrambi i fattori sono estremamente importanti. È vero che il design di decoro e di forma è distintivo, rappresenta un veicolo potentissimo in termini di comunicazione del brand. Non ci si deve però scordare che si tratta di uno strumento di lavoro e deve poter rispondere a determinate funzioni: quando lo si utilizza in caffetteria, la tazza deve essere performante nel servizio e nel lavaggio – a volte vedo delle tazze che in realtà sono più adatte ad un utilizzo domestico.

La progettazione (foto concessa)

Quando un cliente propone un determinato design, noi cerchiamo di dare consulenza per trovare il giusto equilibrio, i nostri modellisti hanno molta esperienza e si portano sulle spalle il know-how di tanti progetti. La tazzina perfetta in assoluto non esiste, ma si può trovare la tazza perfetta per la singola esigenza valutando tutte le variabili.”

I materiali e il dispendio energetico sono un tema caldo se si considera la sostenibilità: voi come vi state muovendo?

“Chiaramente la sostenibilità si esprime in diversi ambiti. Dal punto di vista ambientale, abbiamo grande attenzione all’uso delle materie prime e dell’acqua. Riusciamo a riutilizzare all’interno della nostra produzione, intorno all’85% degli scarti di produzione e in più, abbiamo un sistemo di riciclo dell’acqua tale per cui, l’unica acqua che scarichiamo nella rete fognarie, è quella delle utenze.

Per quanto riguarda il consumo energetico, il sistema di automatizzazione dei carichi dei forni ci permette di ottimizzare le cotture al massimo: più tazze si cuociono in una volta, meno energia si usa per tazza. In aggiunta, stiamo analizzando i materiali isolanti per migliorare ancora di più l’efficienza dei forni.

Inoltre, l’utilizzo di porcellana dura feldspatica (cotta a 1.400°), l’applicazione di decorazioni in-glaze e un occhio attento al design to last nella fase di progettazione fa durare i nostri prodotti a lungo.

Per quanto riguarda invece l’impatto sociale, spingiamo nello sviluppo del lavoro nella nostra area di riferimento. Nella nostra storia abbiamo impiegato oltre 5000 persone, riteniamo fondamentale creare e mantenere posti di lavoro sul territorio.

Usiamo del cartone riciclabile in mono materiale per imballare le nostre tazze, e il 60% di esse viene prodotta da una cooperativa che favorisce l’ingresso nel mondo del lavoro a persone con disabilità. Inoltre, per alcune operazioni di imballaggio e scelta del materiale utilizziamo un’altra associazione che ha anch’essa l’obbiettivo dell’integrazione di lavoratori con disabilità (la rosa blu).

La nostra sostenibilità è anche certificata da Ecovadis dove abbiamo raggiunto ottimi risultati che puntiamo ancora a migliorare.”

Arte e tazzine, un connubio che va sempre bene: voi non siete da meno con la vostra collaborazione con gli artisti.

“Personalmente, al netto del fatto che sono nato e cresciuto in IPA, la cosa che mi affascina è proprio il connubio tra arte e industria, tra tecnologia e ricerca dell’estetica. C’è una crasi unica. Oltre a questo, siamo sempre molto contenti di ospitare artisti che realizzano opere d’arte con i nostri materiali di scarto, di riciclo. Nascono delle vere e proprie collaborazioni che poi portano a prodotti commercializzabili, come nel caso del modello Costantino.

Installazione artistica (foto concessa)

Il nome di quest’ultima tazza fa capire anche la centralità della famiglia. La maggior parte dei nomi delle nostre tazze sono ispirati alle città italiane e altre sono chiamate come i membri della famiglia. Per esempio, la tazza Ottavia, uno dei nostri best seller, è il nome di mia sorella e Costantino è il nome di suo figlio.”

Quanto costa la struttura per produrre in italia?

“Troppo – scherza Amedeo – La porcellana è sempre un prodotto che richiede un’importante manodopera. Oggi siamo, tra dipendenti, agenti e collaboratori esterni, siamo 170.”

Come festeggiate i 70 anni?

“Abbiamo già fatto una cena con collaboratori più stretti e amici all’interno della fabbrica, in mezzo ai forni: è stato molto suggestivo! Proseguiremo poi nei vari appuntamenti internazionali a Ginevra a giugno, Parigi a settembre e in Germania a gennaio.

La cena aziendale (foto concessa)

Inoltre, abbiamo fatto in collaborazione con CoffeeandLucas un video che racconta la nostra storia con immagine inedite: https://www.instagram.com/p/DJjjuBEpxWj/.

Infine, regaleremo una tazza che si chiama settanta e presenteremo 3 nuove famiglie di tazze IPA.”

I prossimi 70 anni di IPA?

“Mi auguro nel lungo periodo, che IPA continui con il suo Made in Italy, innovazione tecnologica, sviluppo sul territorio e famiglia. Fare ricerca rispondendo alle nuove esigenze e mode: il mondo del caffè ancora oggi continua a chiedere di trasformare un oggetto tradizionale come la tazzina.”

La scatola della tazza dei 70 anni IPA (foto concessa)

Barbara Foglia, MUMAC Director, riconfermata consigliere nel board di Museimpresa anche per il triennio 2025-2027

BINASCO (Milano) –  Durante l’Assemblea annuale di Museimpresa, l’Associazione italiana archivi e musei d’Impresa, tenutasi lo scorso 20 maggio all’Auditorium Giorgio Squinzi di Assolombarda, Barbara Foglia, direttrice di MUMAC, Museo della macchina per caffè di Cimbali Group, è stata rieletta Consigliere nel Board dell’Associazione per il triennio 2025–2027. Alla presidenza è stato riconfermato Antonio Calabrò ed è stata rinnovata la fiducia anche ai Vicepresidenti Marco Amato (Museo e Archivio Storico Lavazza), Carolina Lussana (Fondazione Dalmine), Lucia Nardi (Archivio Storico Eni) e Silvia Nicolis (Museo Nicolis).

Barbara Foglia consigliere nel board di Museimpresa

Nel Consiglio, Foglia rappresenterà MUMAC e Cimbali Group partecipando attivamente alla governance dell’Associazione che riunisce oltre 150 fra musei e archivi d’impresa, con l’obiettivo di promuovere la cultura d’impresa come risorsa trasversale per lo sviluppo economico, educativo e sociale del Paese.

“Il rinnovo della carica, di cui ringrazio l’Assemblea, è segno di fiducia per il lavoro svolto nel triennio precedente e stimolo per poter contribuire ancora e con nuovo slancio al lavoro di valorizzazione della cultura d’impresa come patrimonio identitario e leva per raccontare il passato, parlare al presente e ispirare il futuro” afferma la neoeletta.

Al centro dell’agenda associativa ci sarà il rafforzamento e l’ampliamento della rete nazionale dei musei e archivi d’impresa, unitamente alla collaborazione con istituzioni culturali e accademiche, per generare sinergie, co-progettazioni e percorsi di ricerca e formazione condivisi.

L’Associazione si impegnerà, infine, nella promozione di un racconto contemporaneo del patrimonio produttivo italiano, capace di restituirne il valore economico e sociale, valorizzando la cultura d’impresa come motore di sviluppo sostenibile per il Paese e come asset di competitività per le imprese.

Di seguito la composizione del nuovo consiglio direttivo:

  • Marco Amato, Museo Lavazza e Archivio Storico Lavazza
  • Andrea Belli, Archivio Storico Barilla
  • Daniela Brignone, Archivio Storico e Museo Birra Peroni
  • Maria Canella, Rinascente Archives
  • Ilaria Catastini, Fondazione MAIRE
  • Helga Cossu, Fondazione Leonardo ETS
  • Amelia Cuomo, Museo della Pasta Cuomo
  • Primo Ferrari, Archivio Storico SDF e Museo SAME
  • Barbara Foglia, MUMAC – Museo della Macchina per Caffè di Cimbali Group
  • Carolina Lussana, Fondazione Dalmine
  • Lorenza Luti, Kartell Museo
  • Lorenzo Manetta, Archivio Storico Martini & Rossi
  • Lucia Nardi, Archivio Storico Eni
  • Silvia Nicolis, Museo Nicolis dell’Auto, della Tecnica, della Meccanica
  • Monica Passerini, Fondazione Ducati
  • Stefania Ricci, Museo Salvatore Ferragamo
  • Fabrizio Trisoglio, Fondazione AEM
  • Ilaria Tronchetti Provera, Fondazione Pirelli
  • Francesco Vena, Museo Essenza Lucano
  • Giulia Vetromile, La Fabbrica della Felicità – Leone 1857
  • Annalisa Zanni, Fondazione FILA Museum

MUMAC è parte dell’associazione Museimpresa fin dalla fondazione del museo nel 2012.

La scheda sintetica di MUMAC – Museo della macchina per caffè di Cimbali Group

Nato nel 2012 in occasione del centenario della fondazione dell’impresa da parte di Giuseppe Cimbali a Milano, il museo, grazie alle collezioni Cimbali e Maltoni, è la più importante esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine professionali per il caffè espresso; con oltre 100 pezzi esposti all’interno dell’headquarter di Cimbali Group situato a Binasco (Milano) racconta più di 100 anni di storia e dell’evoluzione di un intero settore del Made in Italy, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche del design e dello stile dei prodotti e dei costumi legati al consumo della bevanda.

Oltre alle macchine esposte, MUMAC è dotato di altri 250 pezzi a disposizione per rotazioni all’interno del museo o prestiti worldwide, di un fondo librario con circa 1.300 volumi tematici e di un archivio con decine di migliaia di documenti tra foto, brevetti, lettere, cataloghi, utili a ricostruire la storia della macchina per caffè espresso.

MUMAC produce contenuti culturali originali quali mostre, tavole rotonde e volumi divulgativi (tra cui il libro SENSO ESPRESSO. Coffee. Style. Emotions), organizza iniziative educational dedicate a scuole, università e famiglie e, attraverso MUMAC Academy, propone corsi rivolti ai professionisti del settore e ai coffee lovers.

Caffè, tè, cacao e spezie sono la massima voce dell’import agroalimentare dell’UE

MILANO – Il caffè si conferma tra le voci più importanti degli scambi commerciali europei: secondo il più recente report mensile (aprile) sull’agroalimentare dell’UE, pubblicato dalla Commissione Europea, l’export di caffè, tè, cacao e spezie è stato pari, a gennaio 2025, a 1,115 miliardi di euro, 396 milioni in più (+55%) rispetto a gennaio 2024.

Ciò fa di questa voce la quinta più importante a valore per il primo mese dell’anno, alle spalle di preparazioni di cereali e prodotti molitori (1,99 miliardi), prodotti lattiero-caseari (1,612 miliardi), preparazioni alimentari e ingredienti misti (1,266 miliardi) vino e prodotti a base di vino (1,166 miliardi).

Tra tutte le voci si tratta di quella che ha registrato il maggiore incremento percentuale mensile seguita dal dolciario e cioccolato (+18%).

Ciò principalmente in ragione dei forti aumenti di costo del caffè e del cacao.

Il valore totale dell’export dell’UE di caffè, tè, cacao e spezie è stato di 8,137 miliardi nel 2023 e 10,738 miliardi nel 2024

La voce caffè, tè, cacao e spezie è stata, l’anno scorso, la più importante dell’import agroalimentare dell’UE, con una share del 18% e un valore di 30,326 miliardi, in crescita del 47,47% rispetto al 2023.

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Addio al fotografo Sebastião Salgado: ha ritratto il lavoro nelle piantagioni e la cultura del caffè come simbolo di rinascita

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MILANO – Sebastião Salgado, uno dei fotografi più illustri che ha immortalato l’età moderna tra questo secolo e il precedente, è morto all’età di 81 anni a causa di una leucemia. L’artista, nell’Olimpo della fotografia insieme ad altri grandi tra cui Robert Capa, Henri Cartier Bresson e Robert Frank, ha avuto una carriera lunga più di mezzo secolo collaborando da principio con l’agenzia Gamma e, solo dal 1979, con Magnum, visitando oltre 100 Paesi.

Con uno stile inconfondibile caratterizzato da immagini in bianco e nero, Sebastião Salgado ha documentato e fotografato le comunità meno avvantaggiate economicamente e socialmente tra cui i lavoratori nelle piantagioni di caffè.

salgado lavoratori caffè raccoglitore

Il legame con il chicco ha segnato l’artista sin dalla nascita proprio nello stato del Minas Gerais, la regione dove si concentra la produzione del caffè in Brasile.

La stessa illycaffè ha collaborato con Salgado che, proprio per conto dell’azienda triestina, ha intrapreso un lungo e affascinante viaggio fotografico tra Brasile, India, Etiopia, Guatemala, Colombia, Costa Rica e El Salvador, alla ricerca delle radici della cultura del caffè.

Le fotografie dell’artista sono state esposte in un padiglione speciale, Coffee Cluster, allestito in occasione di Expo 2015 (ne abbiamo parlato qui).

Il volume Profumo di Sogno, pubblicato da Contrasto Books, presenta il lavoro portato avanti da Sebastião Salgado dal 2002 al 2015, uno dei più grande reportage mai realizzati prima dedicato al mondo del caffè.

cover copertina libro salgato profumo di caffè

Il lavoro di Salgado ha ottenuto i più grandi riconoscimenti tra cui: il premio Oskar Barnack (1985 e 1992), la medaglia d’oro della Royal Photographic Society of Great Britain di Bath (1994). Il film Il Sale della Terra, diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgad, ha raccontato le opere e la vita di Salgado ottenendo una candidatura all’Oscar come miglior documentario.

C’è di più: oltre alla carriera nella fotografia, Salgado si è distinto nella sostenibilità. Grazie all’Instituto Terra, fondato da lui e dalla moglie Lélia Deluiz Wanick Salgado, ha contribuito alla riforestazione di vaste aree del Brasile.

Musetti Group: fatturato 2024 a 43.349.520 euro, +6% sul 2023 come l’export e il 2025 parte a +16,5%

PONTENURE (Piacenza) – Il 2024 è stato un anno di straordinarie complessità per il settore agroalimentare e per l’industria del caffè in particolare. L’impennata dei prezzi delle commodities agricole – in primis caffè verde, zucchero e cacao – ha messo a dura prova l’intero comparto, generando forti tensioni sui margini e sulla gestione dei listini.

Il fatturato di Gruppo Musetti

In questo scenario di volatilità estrema, il Gruppo Musetti Spa chiude l’anno con un fatturato consolidato di 43.349.520 euro, in crescita rispetto al 2023 del +6%, confermando la solidità e la resilienza di un’impresa che da oltre 90 anni rappresenta l’eccellenza italiana nella torrefazione e distribuzione del caffè.

Nei canali principali, l’export segna un incremento del +6%, mentre il canale Horeca registra un +5%, sostenuto dal rafforzamento della rete commerciale e da investimenti mirati nel supporto alla clientela.

Nonostante i costi della materia prima abbiano raggiunto livelli mai visti in precedenza, Musetti ha scelto consapevolmente di assorbire gran parte di questi aumenti, proteggendo la propria clientela da rincari insostenibili e confermando la propria vocazione di partner affidabile nel lungo periodo.

Questa scelta, controcorrente, è stata sostenuta da una politica interna di rigorosa razionalizzazione dei costi, miglioramento dell’efficienza industriale e digitalizzazione dei processi.

“Siamo fieri di aver chiuso l’anno con indicatori positivi, nonostante una pressione sui costi senza precedenti”, commenta Guido Sicuro Musetti, presidente del Gruppo Musetti. “La nostra priorità è sempre stata garantire qualità e continuità ai nostri clienti, investendo su filiere solide, persone e sostenibilità. Il 2024 ci ha messo alla prova, ma ci ha anche reso più forti.”

Il Gruppo guarda al futuro con cauto ottimismo, pur consapevole che le criticità legate all’approvvigionamento delle materie prime e alla stabilità geopolitica non sono ancora superate. Tuttavia, i segnali di fiducia da parte del mercato e l’ulteriore spinta verso l’innovazione di prodotto e di canale lasciano intravedere un 2025 di nuove opportunità e crescita.

A confermarlo è anche l’andamento del primo trimestre dell’anno, che ha registrato una crescita a doppia cifra: +16,5% rispetto allo stesso periodo del 2024 – un avvio con il turbo che rafforza le prospettive positive per l’anno in corso.