lunedì 15 Settembre 2025
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Bloom Coffee School presenta i corsi Q Robusta Grader e Q Robusta Grader Calibration

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bloom coffee school q robusta
Il logo della Bloom Coffee School

TRIESTE – Bloom Coffee School rilancia il corso per diventare Q Robusta Grader dal 7 al 12 luglio 2025. La formazione sarà tenuta da Filip Bartelak, proprietario di Coffee Grange, AST ed Istruttore CQI. Il sistema Q Grader è ampiamente riconosciuto come l’unico linguaggio universale adottato da tutti gli attori nel settore.

La conoscenza di questo sistema diventa fondamentale per poter comunicare in modo univoco e trasparente tra le diverse parti coinvolte lungo la filiera.

E’ così quindi che un Q Grader diventa molto più di un semplice assaggiatore ma colui che riesce a gestire e controllare un intero processo, in piantagione così come in azienda. L’approccio con diverse culture, tipologie di caffè e metodi di preparazione, permette a chiunque vi partecipi di progredire attraverso una visione di insieme molto più ampia.

L’istruttore Filip Bartelak (immagine concessa)

Questo corso combina formazione e valutazione per rafforzare la comprensione del processo di valutazione Q Robusta da parte degli studenti, misurando al contempo la loro capacità di valutare il caffè Robusta secondo gli standard CQI Fine Robusta e il modulo di assaggio stabilito.

Il corso si compone di due parti distribuite su sei giorni. Nella prima parte, che dura 3 giorni, i partecipanti rivedono le conoscenze presunte e i principi teorici, inclusa la pratica di tutte le attività. La seconda parte consiste in una serie di esami di 3 giorni riguardanti il materiale presentato. Il corso include 20 esami suddivisi in 9 moduli per testare le competenze rilevanti per il lavoro dei partecipanti, tra cui:

  • protocolli di assaggio
  • sensi olfattivi e gustativi
  • valutazione del caffè verde e tostato
  • identificazione degli acidi organici
  • identificazione del livello di tostatura dei campioni
  • valutazione dei processi di lavorazione del caffè
  • conoscenze generali sulla catena del valore

I test includono anche il riconoscimento dei CQI Flavor Standards  in soluzioni acquose. Coloro che completano con successo il corso saranno in grado di valutare oggettivamente i caffè Robusta basandosi sulla qualità della tazza e sull’origine, fornendo feedback su sfumature, difetti e sapori della tazza. I partecipanti che superano tutti gli esami ottengono un certificato di Q Robusta Grader. Il corso sarà in lingua inglese.

Il limite minimo di età per tutti i corsi CQI è di 16 anni.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Inoltre torna il corso Robusta Grader Calibration fissato per venerdì 4 luglio. La calibrazione è obbligatoria per i Q Grader che desiderano rinnovare la loro certificazione. La calibrazione sarà tenuta sempre da Filip Bartelak in lingua inglese ed ha la durata di una giornata intera.

I Q Robusta Grader con licenza devono calibrarsi tra loro ogni tre anni per testare le loro capacità di valutare con precisione la qualità del caffè, basandosi sull’esperienza acquisita, le conoscenze e gli standard/protocolli appresi durante la formazione Q.

È obbligatorio per tutti i Q Grader partecipare a una calibrazione se desiderano rimanere attivi e in regola.

La calibrazione consiste in tre sessioni di assaggio (o tavoli, con 6 campioni ciascuno) di caffè con attributi distinti. Tutti i Q Grader devono superare due delle tre sessioni per rinnovare la loro licenza. Una volta superata la calibrazione, la licenza Q Robusta Grader rimarrà valida per altri 36 mesi, a partire dal giorno del corso di calibrazione.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Riguardo l’istruttore Filip Bartelak

Filip è un Q Instructor specializzato sia in Arabica che in Robusta. È un Lead Instructor certificato SCAA e giudice certificato WCE che partecipa attivamente a competizioni nazionali e mondiali.

È stato membro del Consiglio Direttivo di SCA (2022), rappresentante di World Coffee Events, ex presidente del Coffee Roasters Guild, dove ha guidato il Comitato per la Sostenibilità, nonché membro e giudice del Cup of Excellence

Dal 1999 lavora come esperto sensoriale e supervisore R&D presso Consonni (produttore multi-brand raccomandato da Slow Food per pasticceria, gelati, pane e caffè di alta qualità). Nel 2020 è diventato CEO della Grange Specialty Company, proprietaria del marchio Coffee Grange, che tosta caffè per numerose aziende. Presso Coffee Grange, offre formazione per tostatori e assaggiatori, inclusi viaggi nei Paesi d’origine e approvvigionamento diretto di caffè.

Progetto ARABIKA: dal 2021 sostenuta la crescita di 30 mila coltivatori di caffè in Kenya

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arabika
I lavoratori del progetto ARABIKA (immagine concessa)

MILANO – Dal 2021, una rivoluzione silenziosa è in corso in Kenya grazie al Progetto ARABIKA, un’iniziativa nata per trasformare il settore del caffè coinvolgendo circa 30.000 piccoli produttori in 7 contee, organizzati in 21 cooperative agricole. Finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, il progetto è realizzato in collaborazione con CEFA – Il Seme della Solidarietà, Fondazione AVSI e E4Impact Foundation.+

Il Progetto ARABIKA

Il Kenya è noto per la produzione di caffè arabica di alta qualità, caratterizzato da un profilo aromatico complesso e da una spiccata acidità fruttata. Tuttavia, nonostante la sua tradizione secolare e le tecniche di coltivazione artigianali, molti piccoli produttori faticano a ottenere un prezzo equo. Il Progetto ARABIKA è nato proprio per migliorare la produttività e la qualità, garantendo al contempo un accesso equo ai mercati.

Tra gli obiettivi chiave del Progetto ARABIKA vi sono: migliorare la produzione e la lavorazione del caffè, introducendo pratiche agricole sostenibili per far fronte ai cambiamenti climatici; implementare un sistema di tracciabilità completa, garantendo la trasparenza della filiera per i consumatori; rafforzare la resilienza economica dei produttori, promuovendo l’accesso a mercati diretti e migliorando il valore aggiunto del loro prodotto; favorire l’inclusione di donne e giovani nella catena del valore del caffè, sostenendo un’occupazione equa e sostenibile.

Per migliorare l’apprendimento pratico, il progetto ha istituito 210 campi dimostrativi fornendo agli agricoltori formazione pratica su potatura, gestione del suolo, controllo delle malattie e tecniche di raccolta.

Oltre 29.000 agricoltori sono stati formati nelle tecniche di produzione intelligenti rispetto al clima, garantendo sostenibilità nel settore, mentre 28.000 coltivatori hanno partecipato a corsi di formazione su governance, trasparenza e tracciabilità.

Inoltre, l’iniziativa Young Service Providers ha formato 149 giovani in servizi agricoli chiave, garantendo la continuità della coltivazione del caffè tra le nuove generazioni. A livello cooperativo, 63 formatori comunitari e 84 manager hanno ricevuto una formazione approfondita, dotandosi di competenze per guidare le loro cooperative verso il successo. Cooperative come Muisuni FCS e Gathaithi FCS hanno registrato un aumento significativo della produzione e dei prezzi per chilo.

Il progetto si è concentrato su formazione, governance e branding, creando un settore del caffè sostenibile e redditizio. Con la qualità e il branding migliorati, il caffè kenyota è stato poi presentato in fiere internazionali come SIGEP, World of Coffee a Copenaghen ed AFCA a Dar es Salaam. Questi eventi hanno connesso gli agricoltori a compratori globali, aumentando la visibilità e generando networking.

“Il Progetto ARABIKA ha gettato le basi per un’industria del caffè più sostenibile e redditizia in Kenya. Le strutture e le competenze acquisite, anche grazie alla formazione data da E4Impact, continueranno ad essere di supporto per i coltivatori, garantendo che il caffè kenyota mantenga la sua reputazione di eccellenza nei mercati locali e internazionali”, ha dichiarato Mario Molteni, CEO della Fondazione E4Impact.

“Il progetto ARABIKA dimostra che, anche di fronte alle crisi climatiche ed economiche più difficili, la formazione e la cooperazione possono trasformare il futuro di intere comunità. In questi cinque anni, oltre 30.000 persone hanno acquisito competenze fondamentali per una produzione di caffè sostenibile, resiliente e di qualità. Vedere le cooperative crescere, raddoppiare la produzione e raggiungere mercati internazionali è la conferma che investire sulle persone è la chiave per un cambiamento duraturo” ha aggiunto Alice Fanti, direttrice CEFA.

“Questo tipo di intervento di cooperazione contribuisce allo sviluppo di comunità resilienti e sostenibili. In un’epoca di crisi e forte incertezza occorre definitivamente uscire dalla narrazione della cooperazione come mero aiuto solidaristico-volontaristico ai poveri, per entrare in quella della cooperazione come strumento di politica estera, essenziale a costruire un mondo di pace, di economie stabili, di tutela dell’ambiente e crescita per tutti. Il progetto ARABIKA ne è un esempio” dichiara Giampaolo Silvestri, segretario generale AVSI.

La scheda sintetica di E4Impact Foundation

Presente in 21 paesi africani con programmi di formazione imprenditoriale, acceleratori di impresa e molteplici progetti, da anni la E4Impact Foundation favorisce e rende operative partnership win-win tra aziende italiane e africane.

Grazie al nesso con oltre 2.000 imprenditori africani formati e 40.000 piccoli coltivatori, un’ampia rete di rapporti istituzionali e contatti con business network locali, E4Impact è in grado di garantire alle imprese italiane un approccio professionale e sicuro ai nuovi mercati.

La scheda sintetica di CEFA

CEFA è un’organizzazione non governativa che da 50 anni lavora per vincere fame povertà. Aiuta le comunità più povere del mondo a raggiungere l’autosufficienza alimentare e il rispetto dei diritti fondamentali (istruzione, lavoro, parità di genere, tutela dei minori).

L’obiettivo di CEFA è creare modelli di sviluppo sostenibile, cioè mettere in atto iniziative che assicurino la crescita di un territorio, maggiore salute e benessere, resilienza ai cambiamenti climatici, stimolando la partecipazione delle popolazioni locali affinché siano esse stesse protagoniste del loro sviluppo.

La scheda sintetica di Fondazione AVSI

Fondazione AVSI è una organizzazione della società civile, accreditata presso l’Onu e la Ue, nata nel 1972 e impegnata con oltre 300 progetti di cooperazione allo sviluppo in 42 paesi in Africa, America Latina e Caraibi, Europa, Medio Oriente e Asia. Lo staff di AVSI, composto da oltre 2000 persone, opera nei principali settori della cooperazione, raggiungendo più di 8 milioni di beneficiari diretti.

Il pain suisse di Égalité: ecco il dolce del momento, da assaggiare nella boulangerie francese di Milano

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Pain suisse Égalité
Pain suisse di Égalité (immagine concessa)

MILANO – Se c’è un posto dove la tradizione incontra l’innovazione è Égalité, la boulangerie francese che dal 2018 conquista Milano con il suo mix di sapori e atmosfere d’Oltralpe. Tra i suoi scaffali profumati di burro e vaniglia, ora più che mai non può mancare il pain suisse, viennoiserie che unisce la morbidezza della pasta croissant, la voluttuosità della crema pasticcera e il piacere delle gocce di cioccolato.

La delizia che tutti vogliono assaggiare

Égalité prepara da sempre il suo pain suisse con la stessa cura artigianale e la stessa attenzione alla qualità: a cominciare dalla scelta del burro, rigorosamente AOP (Appellation d’Origine Protégée), materia prima d’eccellenza prodotta secondo metodi tradizionali in aree geografiche specifiche, sinonimo di autenticità e rispetto della tradizione.

La preparazione (immagine concessa)

Ma oggi, complice il suo aspetto fotogenico – con quella superficie a righe dorate che lo rende subito riconoscibile – e il suo gusto inconfondibile, è diventato la viennoiserie che tutti vogliono assaggiare (e fotografare, come scrive il magazine Rolling Stone). Leggenda vuole che sia nato dall’intuizione di un pasticcere svizzero, che arricchì gli avanzi d’impasto con crema pasticcera e cioccolato. Una storia forse romanzata, ma che rende omaggio alla semplicità di questa pasta lievitata, perfetta per una colazione golosa o una merenda.

Perché il pain suisse è la viennoiserie del momento?

Perché unisce il meglio della pasticceria francese: un impasto croissant scioglievole e burroso, una crema pasticcera vellutata e golosa e il tocco irresistibile delle gocce di cioccolato. Perché è semplice ma ricercato, tradizionale e molto instagrammabile. E soprattutto, perché in Italia sta scatenando tra i foodies una vera e propria febbre da pain suisse.

Égalité: una boulangerie, mille esperienze

Con tre negozi nel cuore di Milano (Porta Venezia, Brera e Corso Sempione), Égalité è molto più di una semplice boulangerie. È un luogo dove vivere momenti speciali, dalla prima colazione con croissant e cappuccino, al pranzo con quiches e croque-monsieur, fino all’aperitivo accompagnato da cocktail e vini francesi. Tutto questo in un’atmosfera unica, dove l’identità visiva giocosa ed eclettica del brand omaggia la cultura popolare francese, tra rivoluzionari, re e contadini che brandiscono baguette e croissant.

Égalité

Corso Sempione 10, Milano

Martedì – Domenica: 8.00- 21.00

t: 02 – 38318769

Piazza San Simpliciano 7 , 20129 Milano

Martedì – Domenica: 8.00- 20.00

t: 02 – 9176 3465

Via Melzo 22, 20129 Milano

Lunedì– Mercoledì: 8.00- 20.00

Giovedì – Domenica: 8.00 – 21.00

t: 02 – 83482318

Associazione museo del caffè di Trieste: 5° appuntamento dei Cenacoli con Katia Brugnolo, docente di Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Verona

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brugnolo trieste
L'appuntamento con Katia Brugnolo (immagine concessa)

TRIESTE – Quinto appuntamento giovedì 27 marzo con il ciclo 2024-2025 dei Cenacoli del caffè, organizzati dall’Associazione museo del caffè di Trieste guidata da Gianni Pistrini e giunti ormai al traguardo dell’ottava edizione. L’incontro si svolgerà nella tradizionale sede dell’Hotel Savoia Excelsior, con inizio alle ore 17.30, e vedrà in quest’occasione l’intervento di Katia Brugnolo, docente di Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Verona, che torna a Trieste dopo il grande e indimenticato successo della sua conferenza di due anni fa, sempre con la AMDC, stavolta per trattare il tema “Tè, caffè e cioccolata a Nove e in Europa – Maioliche, porcellane e terraglie dal XVIII al XX secolo”.

Il 5° appuntamento dei Cenacoli del caffè

Studiosa e artista lei stessa, scrittrice e curatrice di raffinati cataloghi e libri dedicati ad artisti, ceramisti e a collezioni museali, ha tra i suoi ultimi lavori la pubblicazione del libro “Vincent van Gogh – Dipingo il mio sogno” (2023) derivante dalla ricerca “Tra Arte e Psicoanalisi” e presentato nel 2024 al festival Pordenonelegge.

“L’appuntamento – anticipa Brugnolo – sarà una preziosa occasione per rileggere, assieme a tutti gli interessati, collezionisti e appassionati della materia, i contenuti della mostra che organizzai, in qualità di Conservatore, al Museo Civico della Ceramica di Nove (Vicenza) nel 2002, condividendo l’iniziativa con un prestigioso comitato scientifico, formato da studiosi della ceramica del calibro dei milanesi Raffaella Ausenda e Luca Melegati, e della studiosa napoletana Angela Caròla Perrotti, che seguiva le vendite di Christies’. E venne coinvolto anche il corso di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Verona, che produsse pregevoli opere sulle celebri bevande”.

Brugnolo aggiunge: “Nell’incontro esamineremo assieme in primis il periodo del Settecento, in cui si diffuse l’uso delle preziose bevande calde, poi si procederà con esempi dei secoli successivi fino all’evoluzione verso il moderno design. Rileveremo come le diverse tipologie di tazzine e chicchere con piattini, teiere, caffettiere e cioccolatiere, siano state indicativa testimonianza delle esigenze della ricca borghesia che, nel suo ambizioso desiderio di aumentare il proprio prestigio cercava sempre nuove ricercatezze, a cui la nobiltà era indifferente”.

Tazzina e piattino da collezione (immagine concessa)

In conclusione: “Così ripercorreremo ragioni storiche e analizzeremo opere pittoriche a testimonianza della considerazione all’epoca di set da tè, caffè e cioccolata quali status symbol; fino all’evoluzione delle tipologie del vasellame sia in ambito europeo che in Oriente”.

Katia Brugnolo, come detto docente all’Accademia statale di Belle Arti di Verona, alla cattedra di Storia dell’Arte antica, moderna e contemporanea, è anche Coordinatrice del Dipartimento Arti Visive e membro del Consiglio Accademico.

È stata Conservatore al Museo Civico di Palazzo Ricchieri a Pordenone e consulente scientifico al Museo Civico di Palazzo Chiericati a Vicenza nonché Conservatore al prestigioso Museo Civico della Ceramica di Nove (Vicenza) per un ventennio. Ha progettato e realizzato numerose mostre di arte e ceramica antica e contemporanea; nel 2016, in particolare, ha curato a Trieste un’esposizione con preziose ceramiche tratte da collezioni private, al Castello di Miramare, con oltre 100.000 visitatori. Dal 2018 tiene conferenze sull’arte contemporanea al Palazzo Chiericati di Vicenza.

Pietro Longhi, La cioccolata del mattino, 1760 ca. (immagine concessa)

Nel suo originale percorso pittorico e scultoreo, Brugnolo ha appreso dapprima dai maestri di Nove la tecnica del decoro tradizionale, dipingendo motivi floreali tradizionali, quindi creando e adattando figurazioni astratte a oggetti ceramici in moderno design, così rispondendo a linguaggi diversi, entrambi a lei molto cari: da un lato la precisione del decoro tratto da tessuti di opere di Paolo Veronese (XVI sec.) e Paolo Veneziano (XIV sec.), dall’altro la pittura astratta con motivi che si ispirano ai colori e al flusso rigenerante dell’acqua e della danza.

Nell’aprile 2017 ha esposto, su invito, alla “International Teapot Exhibition” a Shanghai. Ha ricevuto la Honorable Mention nel Concorso internazionale “L’acqua meraviglia della terra”, a Gualdo Tadino, nel 2017.

Ha esposto in questi anni in numerose città italiane. Il 12 ottobre 2019 ha ricevuto il Premio Arte dalla Fondazione Mazzoleni, all’Hotel Monaco & Gran Canal, a Venezia. Attualmente è curatrice di mostre d’arte contemporanea al GHV Hotel, a Creazzo (Vicenza).

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti. L’incontro potrà venir seguito anche on line sul portale web dell’Associazione: www.amdctrieste.it o tramite il profilo Facebook aMDCTrieste.

Il ciclo dei “Cenacoli” 2024-2025, stavolta organizzato attorno al tema-guida “La trasversalità del caffè”, è coordinato anche quest’anno da Nicoletta Casagrande (responsabile dell’InfoLibro-Salotto multimediale del libro italiano di Capodistria) assieme al vicepresidente di AMDC Doriano Simonato.

Barista, Intenso, Roma e Napoli, gli espressi non sono tutti uguali: le ricette di Nescafé Dolce Gusto spiegate bene da Paolo Scimone

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Nescafé Dolce Gusto Espresso Barista
Nescafé Espresso Barista è la miscela Dolce Gusto più gradita, qui presentata con i consigli di Paolo Scimone. La macchina a destra è la Genio S touch che permette di regolare la temperatura dell'acqua in estrazione e quindi estrarre caffè sempre diversi in funzione del gusto del consumatore. La Genio S Touch ha anche la pre-infusione

ASSAGO (Milano) – Gli espressi non sono tutti uguali, lo sanno bene Nescafé Dolce Gusto e lo specialista di caffè Paolo Scimone. Così, insieme, hanno realizzato e presentato nella sede del Gruppo Nestlé di Assago una mini-guida per raccontare le caratteristiche di un caffè di qualità e le differenze degli espressi del sistema Nescafé Dolce Gusto. Perché il gusto di un buon caffè, il suo aroma e la crema sono le caratteristiche che spingono le persone a preferire una miscela piuttosto che un’altra.

La nostra provenienza e le tradizioni della famiglia influenzano le scelte e ci portano a prediligere gusti fruttati o tostati, note floreali o di frutta secca.

Per guidare i consumatori nella selezione del loro caffè ideale Nescafé Dolce Gusto e Paolo Scimone hanno realizzato un piccolo manuale. Per ciascuno delle nove proposte presenti nel portfolio di Nescafé Dolce Gusto, il coffee advisor, Paolo Scimone ha preparato una scheda che aiuti il consumatore ad orientarsi nella complessità aromatica dei caffè.

Alcuni esempi raccolti da Nescafé Dolce Gusto?

La soluzione che mette tutti d’accordo è l’Espresso Barista (scelto dal 33% dei consumatori, secondo un’indagine Cicana Tot Italia – Anno 2024, vendite volume in tazze) perché rappresenta l’equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione: le note classiche del cacao e della frutta secca si uniscono alla dolcezza delle mandorle e del miele, per un gusto potente e ricco con una buona cremosità.

Il consiglio di Paolo Scimone (anche nell’infografica in alto): “Questo espresso è adatto in ogni momento della giornata ed è facilmente abbinabile, per esempio, a un dolce. La sua complessità aromatica lo rende apprezzabile praticamente da tutti”.

Nescafé dolce gusto
La scheda preparata da Paolo Scimone per Espresso Intenso di Nascafé Dolce Gusto

Espresso Intenso ha conquistato più famiglie nel 2024. Viene scelto per il suo corpo elevato, intensità 7, il suo gusto speziato con note di cioccolato fondente, liquirizia, nocciola tostata e castagne.

Suggerisce ancora Paolo Scimone: “Perfetto per essere abbinato a una brioche non sfogliata, ripiena di marmellata, per creare contrasto con le note agrumate presenti nel profilo sensoriale del caffè stesso. Il consumo ideale è la mattina, sia a colazione in abbinamento al latte o bevanda vegetale, sia durante la pausa caffè”.

Nescafé Dolce Gusto
La scheda preparata da Paolo Scimone per Napoli di di Nescafé Dolce Gusto

Napoli è un espresso amato da chi preferisce un’intensità più forte. Un caffè corposo caratterizzato da note tostate che lo rendono la capsula più venduta della Gamma d’Ispirazione Italiana di Nescafé Dolce Gusto. Completano il suo profilo una buona cremosità e note di cacao amaro, liquirizia, uvetta sultanina e zucchero di canna.

Propone Paolo Scimone: è la perfetta rappresentazione della tazzina che si trova nelle caffetterie napoletane, quelle che utilizzano le macchine a leva. L’abbinamento ideale è un cornetto con doppia farcitura o ripieno di crema al cioccolato. Il suo carattere è incisivo per questo necessita di essere accompagnato con un piccolo dolce. L’idea in più? Sorseggiarlo dopo pranzo può dare la carica giusta per riprendere l’attività, senza cadere nella tentazione della siesta pomeridiana”.

La scehda Espresso Roma di Dolce Gusto
La scheda di Espresso Roma preparata da Paolo Scimone per Nescafé Dolce Gusto

Un altro caffè della gamma d’Ispirazione Italiana è Roma. Cremoso e avvolgente che nasconde note di ribes e cioccolato fondente in un corpo vellutato per questo è particolarmente apprezzato non solo al sud Italia, ma anche a Nord Est dove si ricercano note fruttate.

Paolo Scimone indica in questo caso: “Il momento ideale per bere questo espresso è la mattina, come caffè del buongiorno in abbinamento con un croissant o una fetta di torta. Il suo carattere incisivo lo rende perfetto dopo un pasto elaborato”.

Alla fine della presentazione il micro roaster ha concluso: “Dietro a una tazzina di espresso si cela una complessità che passa dalla selezione delle materie prime, alla scelta dell’origine del chicco, passando per la tostatura e la macinatura. Questi aspetti associati a un’estrazione con una macchina ad alta pressione regalano l’esperienza gustativa che cerchiamo in un espresso.”

Aggiungendo: “La gamma degli espressi e in particolare quella di Nescafé Dolce Gusto è molto ampia e solo sperimentando, sarà possibile trovare il proprio caffè preferito. Nescafé Dolce Gusto pone la massima attenzione a ogni fase del processo, per offrire una collezione di espressi di qualità che soddisfi il palato anche dei consumatori più esigenti”.

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il logo Nestlé
Il logo Nestlé

ll Gruppo Nestlé opera in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 nella produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo. Nel nido che condividiamo – simbolo di protezione, crescita e identità – lavoriamo ogni giorno per sostenere il benessere delle persone di tutto il mondo, con un impegno concreto verso la nutrizione, il pianeta, le persone e le comunità in cui operiamo.

Presente da oltre 110 anni in Italia, Nestlé rinnova ogni giorno il suo impegno attraverso azioni concrete, esprimendo con i propri prodotti e marchi tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera nel Paese in 9 categorie merceologiche, con un portafoglio di oltre 90 marche, tra cui: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, Solgar, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

Trusty, piattaforma di blockchain utile per l’EUDR: “Perché è meglio non aspettare fino all’ultimo nella speranza di una proroga”

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Alessandro Chelli, fondatore e CEO Trusty
Alessandro Chelli, fondatore e CEO Trusty

MILANO – Le ultime evoluzioni del mercato raccontano un settore sempre più orientato al discorso di filiera tracciabile: un’operazione complessa, che richiede l’ausilio di specifici strumenti a servizio di esportatori ed importatori, soprattutto in vista dell’applicazione della norma EUDR il prossimo anno. Di questo si occupa la piattaforma Trusty, di cui racconta il suo fondatore, Alessandro Chelli.

Tracciabilità e certificazione: le piattaforme per rispondere a queste esigenze
rispetto all’EUDR si sono moltiplicate.

Perché scegliere Trusty rispetto alle altre?

“Nell’ultimo anno sono nate numerose piattaforme a supporto delle aziende nella conformità al regolamento EUDR. Tuttavia, l’adeguamento non si limita a un semplice adempimento normativo o alla gestione documentale, ma richiede un sistema avanzato di tracciabilità, analisi e validazione dei dati, oltre a un’integrazione efficace con i processi aziendali.

In questo contesto, Trusty si distingue per un’esperienza consolidata e un approccio tecnologico già testato sul campo.

Nel 2020, Trusty è diventato il primo partner certificato al mondo di IBM Food Trust, sviluppando inizialmente una piattaforma di tracciabilità basata su blockchain. Già nel 2021, grazie a un progetto dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e alla collaborazione con esperti di catene di approvvigionamento lunghe e complesse, abbiamo adattato la nostra tecnologia alle sfide di queste filiere, portandola direttamente nei paesi di origine del caffè e del cacao.

Quando è entrato in vigore il regolamento EUDR, la nostra piattaforma era già pronta: disponeva delle anagrafiche degli agricoltori, della geolocalizzazione degli appezzamenti di terreno e di strumenti avanzati per la tracciabilità dei dati attraverso la blockchain. Inoltre, per i nostri clienti, il tema della deforestazione era già cruciale e monitorato con attenzione.

Questo ha facilitato l’integrazione di funzionalità mirate per la compliance, come l’analisi satellitare per il monitoraggio della deforestazione e i controlli legali basati su fonti di dati pubbliche.

Scegliere Trusty significa affidarsi a una tecnologia progettata per adattarsi a filiere lunghe e complesse, testata sul campo e supportata da un know-how approfondito sulle dinamiche operative in contesti che spaziano dall’America Latina all’Africa subsahariana. In qualità di azienda made in Italy, oltre a garantire un livello di esperienza e competenza che poche realtà possono offrire, siamo in grado di supportare in modo efficace anche le aziende italiane, fornendo un’assistenza diretta e una gestione logistica ottimizzata.”

⁠I coltivatori in molti Paesi d’origine, non hanno neppure il concetto di catasto e proprietà, il cui passaggio avviene oralmente all’interno delle famiglie. Come si fa a parlare di blockchain in questi contesti?

“Dobbiamo partire dal concetto che la blockchain non è un fine, ma una tecnologia abilitante, una dorsale per lo scambio di dati, che consente a ogni attore coinvolto di verificare chi ha dichiarato un’informazione e quando è stata registrata. Quando operiamo nei Paesi d’origine di filiere complesse, il nostro obiettivo non è “vendere” la blockchain agli agricoltori, ma fornire loro strumenti digitali vantaggiosi in grado di facilitare e accelerare la conformità della produzione alle norme europee e ai requisiti qualitativi e di sostenibilità richiesti dalle aziende internazionali, garantendo la corretta attribuzione delle informazioni lungo l’intera filiera.

Con questo obiettivo e grazie alla collaborazione di partner esperti come come Andrea Mecozzi – Consulente di filiere del cacao e fondatore di Chocofair – e di aziende del settore, abbiamo portato con successo queste tecnologie direttamente sul campo, adattandole alle reali esigenze di chi opera nella produzione primaria.

In questo contesto, la blockchain rappresenta, quindi, una tecnologia vantaggiosa per chi la
utilizza. In filiere complesse come quelle del caffè e del cacao, caratterizzate dalla presenza di milioni di piccoli produttori, è, infatti, fondamentale assicurare la paternità delle informazioni. Senza un sistema affidabile di tracciabilità le aziende europee rischierebbero di basarsi su dati modificati o non verificabili e sarebbe impossibile risalire a chi li ha dichiarati, compromettendo così la trasparenza dell’intero processo.”

Qual è il costo di Trusty e a chi si rivolge innanzitutto? Importatori, torrefattori, trader, coltivatori?

“Trusty si rivolge a tutti gli attori della filiera: importatori, torrefattori, trader e coltivatori. Questi ultimi nella maggior parte dei casi operano all’interno di Cooperative o Associazioni. Questo è possibile perché, grazie alla nostra esperienza sul campo, abbiamo sviluppato soluzioni tecnologiche adatte a ciascuno di loro, conoscendone le esigenze specifiche e le difficoltà che affrontano quotidianamente.

Per i coltivatori o le Cooperative, ad esempio, abbiamo creato un’applicazione chiamata EUDR CC (Coordinates Collect) per la raccolta dati, che funziona anche offline, facilitando il loro lavoro in contesti con connettività limitata. Per i trader abbiamo sviluppato un sistema di due diligence completo con un modulo integrato con il Portale Europeo che semplifica la gestione della conformità al regolamento EUDR.

I torrefattori, invece, possono utilizzare la nostra tecnologia per monitorare sia l’ingresso delle materie prime e sia la loro immissione sul mercato, rispondendo alle richieste del regolamento. Anche i retailer possono trarre vantaggio dalla nostra soluzione, dato che anche loro sono coinvolti nel rispetto della normativa EUDR.

Sul tema dei costi, siamo vicini al business e sappiamo quanto sia importante offrire una soluzione economicamente sostenibile. Per questo, abbiamo creato pacchetti che permettono alle aziende di ottenere una licenza annuale calibrata sui volumi gestiti, con un costo di onboarding iniziale per supportare le attività di analisi e attivazione della piattaforma.

In sintesi, la nostra piattaforma è competitiva sul mercato, posizionandosi in una fascia di costo medio-bassa rispetto ad altre soluzioni disponibili, come confermato anche da uno studio del Fine Cacao and Chocolate Institute (FCCI 1 ).”

Cacao e caffè: ci sono delle differenze sostanziali tra queste due filiere rispetto a questa tecnologia e approccio?

“Come ho già detto, abbiamo avuto modo di conoscere le filiere del caffè e del cacao in maniera diretta, recandoci nei Paesi d’origine e collaborando con partner, aziende e organizzazioni locali. Oltre agli aspetti legati alla tracciabilità, queste due filiere presentano molte similitudini in termini di complessità, ma con alcune differenze negli obblighi previsti dal regolamento EUDR.

Il caffè, infatti, viene identificato con un unico codice doganale, il che semplifica il processo di conformità: una volta importato, gli operatori sono soggetti a obblighi normativi che variano in base alla dimensione dell’azienda, ma senza dover gestire la trasformazione da un codice doganale a un altro.

Nel caso del cacao e del cioccolato, invece, il processo è più articolato poiché lungo la filiera si verificano molte trasformazioni, che comportano il passaggio tra diversi codici doganali, rendendo la conformità più complessa.

Nonostante queste differenze, entrambe le filiere richiedono un alto livello di tracciabilità, e l’utilizzo di tecnologie avanzate per monitorare il percorso del prodotto, dal container fino alla tavola, rappresenta un elemento chiave per garantire la conformità e la trasparenza in entrambi i settori.”

⁠State sostenendo le aziende a questo passaggio verso l’EUDR, per trovarsi finalmente pronti?

“Certamente, stiamo accompagnando le aziende in questo percorso di adeguamento all’EUDR, affinché possano farsi trovare pronte e trasformare un obbligo normativo in un’opportunità strategica.

Sappiamo bene che l’EUDR rappresenta una sfida e un costo aggiuntivo per le aziende, ma invece di aspettare fino all’ultimo nella speranza di una proroga – che, ad oggi, non è prevista – le aziende possono adottare un approccio proattivo.

Affrontare sin da ora il tema della sostenibilità, infatti, significa non solo garantire la conformità alle normative, ma anche distinguersi sul mercato, posizionandosi come attori responsabili e affidabili. Già da tempo supportiamo le aziende nell’analisi delle loro filiere, aiutandole a raccogliere e validare i dati necessari per valorizzare e dimostrare la legalità dei loro approvvigionamenti.

I nostri clienti che hanno iniziato questo percorso in anticipo non solo sono pronti per il regolamento, ma stanno anche offrendo supporto strategico ai loro stessi clienti, che siano grandi gruppi, istituzioni o altri operatori del settore. In questo modo, si affermano come punti di riferimento per la conformità all’EUDR e per la gestione sostenibile delle filiere.

Inoltre, crediamo che la conformità all’EUDR non debba essere vista solo come un vincolo
normativo, ma come un valore da comunicare anche ai consumatori. Nonostante il contesto
geopolitico attuale, il tema della sostenibilità rimane centrale per il mercato.

Essere già oggi “deforestation free”, anziché adeguarsi solo quando sarà obbligatorio, rappresenta un vantaggio competitivo importante. Le aziende possono dimostrare di avere filiere tracciate, trasparenti e conformi alla legge, rafforzando la fiducia dei consumatori e la loro reputazione sul mercato.

Il nostro approccio è sempre stato vicino alle esigenze delle aziende, aiutandole a navigare questa transizione nel modo più efficace possibile, con soluzioni flessibili e sostenibili anche dal punto di vista economico. Lavoriamo insieme per trasformare la conformità normativa in un’opportunità di crescita e di leadership nel settore.”

6.150 clienti fin qui raggiunti, quanti in Italia ancora vorreste raggiungere e in che modo?

“Finora abbiamo raggiunto 150 clienti in Italia e nel mondo, operando sia nell’ambito della tracciabilità del made in Italy sia nel supporto alla conformità normativa, con un focus sempre più forte sull’EUDR. In questa fase, il nostro obiettivo è accelerare ulteriormente l’adeguamento al regolamento anti-deforestazione, offrendo alle aziende non solo la possibilità di conformarsi, ma anche di sfruttare appieno le potenzialità della nostra piattaforma.

La nostra soluzione copre l’intero processo, dalla raccolta e verifica dei dati con strumenti satellitari, alla tracciabilità della filiera, fino all’integrazione con il Portale Europeo per la presentazione delle Due Diligence. Inoltre, consente alle aziende che desiderano offrire un valore aggiunto ai propri clienti di comunicare in modo trasparente e diretto con il consumatore finale tramite la scansione di un QR code.

Crediamo che la chiave per coinvolgere nuove aziende sia adottare un approccio pratico e
concreto, dimostrando che conformarsi al regolamento EUDR non è solo una sfida, ma anche un’opportunità per rafforzare il controllo sulla propria filiera e comunicare in modo trasparente con il mercato e i consumatori.

Per questo, con la nostra soluzione completa e integrata, stiamo promuovendo progetti pilota, un metodo che consente alle aziende di iniziare a raccogliere dati sulle proprie filiere in modo graduale. Grazie al nostro know-how, possono testare la nostra soluzione su filiere selezionate, per poi estendere progressivamente il progetto fino alla piena conformità all’EUDR.

Oggi le aziende hanno ancora il tempo per adattarsi in modo strutturato, coinvolgendo tutti i reparti interessati e costruendo un processo solido. Se si aspetta fino all’ultimo momento, l’adeguamento sarà comunque possibile, ma con il rischio di non essere pienamente pronti a livello organizzativo.

Il nostro consiglio è di partire subito, magari con un progetto pilota a basso impatto economico, che permetta di avviare il processo senza stravolgimenti e di essere già allineati quando il regolamento diventerà obbligatorio.

Questa è la direzione su cui stiamo lavorando e il messaggio che vogliamo trasmettere al mercato: le aziende che scelgono di agire ora avranno un vantaggio competitivo, evitando di trovarsi in difficoltà quando l’adeguamento sarà indispensabile per tutti.”

La storia dell’antica torrefazione La Triestina: “Il caffè è ancora il core business della nostra attività”

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La Triestina
Matteo nel retrobottega con la storica macchina tostatrice

MILANO – La tradizione della torrefazione made in Italy si esprime attraverso l’esistenza di alcune realtà che hanno resistito alla prova del tempo: in piazza Cavana a Trieste, La Triestina Caffè fa rivivere ancora l’atmosfera di quando fu fondata nel 1948 dal signor Venier, che in seguito poi cedette l’attività nel 1985 alle sue due storiche dipendenti, le cugine Masè.

Le stesse che, dopo altri successivi vent’anni di servizio dietro al banco decisero a loro volta di cedere l’attività alla famiglia Lombardi, poi ceduta nel 2012 a Bruno Slatich, storico venditore di caffè della provincia di Trieste e padre di Matteo Slatich che racconta oggi gli sviluppi dietro questo piccolo storico marchio.

Dopo la scomparsa prematura del padre Bruno, avvenuta nel 2014, tocca infatti a Matteo tenere ben salde le redini dell’attività, assieme alla madre Ariella ed allo zio Massimo, oltre ai fondamentali aiuti esterni dei nonni materni Lino ed Elda.

La Triestina attraverso la storia della città portuale

Matteo spiega: “Non c’è mai stato un filone diretto familiare: siamo la quarta proprietà, che è sempre stata una diversa dall’altra. Quando siamo subentrati noi, è stata per un’intuizione di mio padre: Cavana all’epoca era un quartiere di degrado, totalmente abbandonata, con i palazzi che quasi cadevano a pezzi, le strade pericolose da percorrere e famoso per essere stato fino agli inizi degli anni ‘70 un “quartiere a luci rosse”.

Soltanto intorno agli anni 2000, il Comune di Trieste iniziò a rivalutare l’area, che è diventata oggi la perla, il salotto buono ed il cuore stesso di Trieste. In quegli anni di trasformazione e riqualificazione, erano riprese le vendite dei locali.

La Torrefazione La Triestina Caffè era ancora lì

Mio padre l’ha acquistata nel momento in cui aveva intravisto la crescita dello stesso quartiere. Durante lo stesso periodo c’è stata la congiunzione di diversi fattori: anche mia madre voleva tornare a lavorare dopo anni di riposo, mio zio, che a quel tempo era disoccupato dopo aver avuto un bar-caffetteria per 15 anni, era in cerca di lavoro ed io avevo bisogno di una prospettiva futura. Con il senno di poi, possiamo dire che mio padre ci aveva visto giusto.”

Ariella, la mamma di Matteo, instancabile lavoratrice

Ma voi sapevate già qualcosa sul caffè prima di rilevare La Triestina Caffè?

“Sapevamo già qualcosa sul caffè, mia madre un po’ meno, mio zio chiaramente di più, avendo avuto esperienza nel suo precedente bar. Per quanto riguarda me, in questi ultimi 12 anni posso dire di aver imparato direttamente sul campo.

Le nostre miscele sono le stesse che sono state studiate all’inizio della nostra avventura e ci hanno permesso di sopravvivere all’oscillazione dei prezzi. C’è la storica miscela La
Triestina Base Version (sviluppato poi un po’ diversamente rispetto all’originale, con una composizione di 70% Arabica e 30% Robusta, tra Panama, Santos e Vietnam) e poi abbiamo introdotto quella che è la nostra attuale miscela Top, La Triestina Gold Version (85% Arabica e 15% Robusta, tra Costarica, Colombia, Santos e Vietnam).

La miscela Gold

Al momento non usiamo monorigini, perché non sono ancora tanto richieste a Trieste, una città che è ancora molto legata alla tradizione. A parte i turisti di passaggio che magari provano a chiederci single origin, la domanda qui quasi non esiste. Vedremo se inserirle più avanti.”

Da chi vi rifornite e chi vi tosta il caffè, dato che ormai nella Torrefazione La Triestina Caffè non si può più usare la tostatrice?

“Per il caffè verde ci riforniamo da vari Sandalj, Pacorini, Romani, mentre per quanto riguarda la tostatura ci appoggiamo alle macchine tostatrici della torrefazione Excelsior Caffè, un altra storica azienda triestina ma con una produzione di caffè in più larga scala.

La nostra vendita di caffè è quasi sempre al dettaglio. La tostatura avviene solitamente uno o al massimo due giorni alla settimana e tostiamo orientativamente da un minimo di 100 chili ad un massimo di 500 chili a settimana mentre (i picchi di lavoro e quindi di tostatura sono ovviamente a Pasqua, ad agosto e a Natale).

Il caffè è ancora il core business della nostra attività. Poi ci sono i tè, gli infusi, le tisane e la cioccolata (oltre a varia oggettistica da tè sfuso e caffè).

Di base abbiamo tre/quattro fornitori in Italia (come La via del tè o Union jack). La torrefazione La Triestina Caffè si occupava già di tè sfuso verso la fine degli anni ’80, quando le cugine Masè inserirono per prime questi prodotti che poi negli anni hanno preso piede. La vetrina di tè rigorosamente in foglie che si vede dall’esterno risale a quei tempi ed ora siamo passati dalle circa 160 referenze iniziali alle circa 290 attuali.

Disponiamo anche di tè, infusi e tisane in bustina di diversi marchi, anche tra i più ricercati (oltre ai classici Twining’s di cui abbiamo una vasta gamma). Mettiamo a disposizione sei referenze di questo tipo per le persone meno consapevoli.”

Dentro La Triestina ci sono un modello La Cimbali e la tostatrice, ferma, ma sempre presente nel retro bottega

“Abbiamo staccato il gas per ovvi motivi, ma basterebbe riallacciarlo per rimettere in funzione la nostra Petroncini da 20 chili delle Officine Vittoria, sicuramente un pezzo di storia della bottega.

Ma quella che l’ha preceduta scelta dal fondatore, era ancora più grande. Noi abbiamo voluto mantenerla nel retro, per conservare un po’ l’idea originaria del locale. La produzione comunque è sempre ridotta e fresca.

Il modello La Cimbali

Mentre la macchina espresso: siamo passati a La Cimbali M20 ricondizionata. Un modello che tutti noi in famiglia sappiamo usare. Macinacaffè Vittoria che macina dagli anni ’70 circa.”

Dinamiche familiari e personale

I costi per nuove assunzioni di personale sono a mio avviso ancora un troppo alti. Durante il periodo del Covid abbiamo dovuto rinunciare per ovvie ragioni ad alcuni dipendenti che erano in quel momento assunti a chiamata.

Poi quando i ritmi sono tornati stabili ci siamo detti: non ci siamo mai fermati perché grazie al cielo siamo in un posto dove bene o male c’è sempre un minimo di passaggio, non abbiamo più a carico il costo dei dipendenti, quindi perché non provare a continuare a farcela da soli? Questa è ancora la nostra sfida.

In realtà forse tra un po’ dovremo cominciare a pensare di assumere qualcuno, vista la mole di lavoro che ormai ha raggiunto Trieste con l’avvento del turismo, ma al momento stiamo ancora provando a restare in famiglia per vedere come va e quanto perdiamo.

Siamo piccoli ed è facile capire quanto può incidere il costo di un altro stipendio sull’incasso: stiamo facendo per ora un bel lavoro e non ci sono tante lamentele per le tempistiche. Mentre aspettano per il caffè, visitano la bottega. Certo, deve esserci la persona al banco per gestire la caffetteria. Siamo comunque ancora in una fase evolutiva.”

La prospettiva de La Triestina Caffè? Restare in famiglia?

“Non abbiamo ancora un futuro ben descritto, siamo ancora in fase di crescita e di miglioramento. A tutti gli effetti l’attività è nelle mie mani, ma mia madre è ancora regina del locale. Crea la vetrina, l’esposizione della merce: è lei l’artista. Quindi è ancora tutto un’incognita. Chissà magari il futuro potrebbe essere segnato come sempre con un passaggio da una famiglia all’altra. Oppure no! Ma alla fine non guardo mai troppo in là.

L’espresso adesso da noi ha un prezzo di € 1.30, prezzo che abbiamo dovuto alzare per via dei vari rincari. Le miscele in vendita probabilmente subiranno un ulteriore aumento già in autunno del 2024 di 1 euro al chilo. Anche il cacao è aumentato secondo alcuni addirittura del 200% ed è una cosa incredibile.

E infatti abbiamo dovuto aumentare anche i nostri prodotti di cioccolato: a settembre puntiamo ad alzare di minimo 2 euro a prodotto di peso consistente, mentre penso che le barrette penseremo a modificare di almeno 50 centesimi.”

Strauss Group: vendite di caffè a 1,17 miliardi (+7,9%) per il gruppo israeliano forte in Europa dell’est e in Brasile

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Strauss Coffee mercati strauss-group Strauss vendite Il logo di Strauss Grou
Il logo di Strauss Group

MILANO – Crescono le vendite ma calano gli utili di Strauss Group, che ha pubblicato ieri – martedì 25 marzo 2025 – i risultati per il quarto trimestre e per l’intero esercizio 2024. Il caffè è l’attività più importante del gruppo, che vanta una forte presenza nei mercati dell’Europa dell’est e in Brasile. Per la prima volta nella sua storia, Strauss Group ha superato il traguardo degli 11 miliardi di nuovi shekel israeliani (NIS): le vendite si sono attestate infatti a 11,206 miliardi di NIS (2,8 miliardi di euro), in crescita del 6,2% rispetto all’esercizio 2023.

In calo invece l’utile operativo, che scende a 752 milioni di NIS (187,6 milioni di euro), pari al 2,6% in meno rispetto all’esercizio 2023.

Le vendite di caffè sui mercati internazionali sono state pari, nel 2024, a 4,705 miliardi di NIS (1,17 miliardi di ero): il 7,9% in più rispetto all’esercizio 2023.

L’Ebit è stato di 214 milioni di NIS (53,4 milioni), in calo del 13,7%. A ciò vanno sommate le vendite di caffè sul mercato israeliano, che ammontano a 830 milioni di NIS (207 milioni di euro).

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Cimbali Group racconta l’eccellenza italiana con un’iniziativa speciale al MUMAC, 06/04

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cimbali mumac
L'evento dedicato al Made in Italy al MUMAC (immagine concessa)

BINASCO (Milano) – In occasione delle celebrazioni dedicate alla Giornata nazionale del Made in Italy, Cimbali Group – azienda riconosciuta come impresa storica nel Registro imprese storiche di Unioncamere e detentrice di tre marchi iscritti nel Registro speciale dei Marchi storici d’interesse nazionale del MIMIT – attraverso il suo museo d’impresa MUMAC, organizza un’iniziativa speciale dedicata all’eccellenza italiana nel mondo del caffè.

Cimbali Group per il Made in Italy

Da oltre un secolo, Cimbali Group è simbolo del Made in Italy a livello internazionale. La scelta di partecipare ai festeggiamenti dedicati alla Giornata nazionale del Made in Italy, si inserisce in un percorso di valorizzazione della cultura d’impresa che, da sempre, il Gruppo porta avanti raccontando la storia e l’innovazione delle macchine per caffè espresso, e con la partecipazione ad associazioni come Museimpresa e, da oggi, anche attraverso l’adesione all’Associazione marchi storici d’Italia.

“Per noi è motivo di orgoglio e soddisfazione che tre dei nostri marchi siano stati riconosciuti tra quelli storici d’interesse nazionale. Da sempre la nostra identità aziendale ci porta alla ricerca continua della qualità in tazza non dimenticando mai di valorizzare e promuovere i valori legati alla cultura d’impresa e al Made in Italy che sono un elemento distintivo nel mondo. Celebrare questa giornata è per noi un’occasione per ribadire questo impegno e per sottolineare quanto sia importante raccontare l’italianità anche attraverso la storia delle nostre imprese”, ha commentato Fabrizia Cimbali, Amministratore delegato Cimbali Group.

Cimbali Group con MUMAC apre quindi le sue porte con un evento speciale – in programma il 6 aprile dalle 16.30 alle 21.00 -, che racconta il valore del Made in Italy attraverso le storie, i marchi storici, le fondazioni culturali, i musei d’impresa, le loro collezioni e gli archivi, riconoscendone il ruolo sociale e il contributo allo sviluppo economico e culturale del Paese.

L’appuntamento si sviluppa attraverso una tavola rotonda d’eccezione e l’esposizione fotografica “Donne motori? Gioie e basta”. L’obiettivo? Dare voce ad un sistema che, attraverso la cultura, l’arte e la bellezza, dà valore alle eredità culturali che si celano dietro al “saper fare italiano”, anche in relazione ai patrimoni identitari rappresentati, custoditi e valorizzati dalle collezioni aziendali.

Al centro dell’evento, la tavola rotonda “Imprese tra storia, design, identità e innovazione”, moderata da Barbara Foglia, MUMAC Director, che riunirà esperti di rilievo nel panorama culturale e imprenditoriale italiano:

  • Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa
  • Massimo Caputi, Presidente Associazione Marchi Storici
  • Giovanna Castiglioni, Fondazione Achille Castiglioni
  • Fabrizia Cimbali, Amministratore delegato Cimbali Group
  • Elisabetta Cozzi, Presidente Museo Fratelli Cozzi
  • Cinzia Pagni, Presidente ADI Lombardia

La mostra fotografica “Donne e Motori? Gioie e basta”

In collaborazione con il Museo Fratelli Cozzi, il MUMAC ospiterà la mostra fotografica “Donne e Motori? Gioie e basta”, un progetto dell’Associazione Friends of Museo Fratelli Cozzi, con scatti della fotografa Camilla Albertini. Attraverso le immagini di 40 donne scelte per il loro impegno professionale, sociale, politico

e culturale, a bordo delle storiche auto Alfa Romeo conservate al Museo Fratelli Cozzi, l’esposizione racconta il superamento di luoghi comuni e stereotipi di genere, permettendo all’osservatore di cogliere l’elemento narrativo di rispetto e considerazione, in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa che si fa attenta promotrice dei valori legati alla vera parità di genere, attraverso la bellezza e l’eleganza delle persone e delle auto ritratte.

Dopo il successo alla Camera dei Deputati, al Consiglio Regionale della Lombardia e in altre sedi culturali italiane e internazionali, la mostra approda al MUMAC con un inedito scatto speciale, ad opera della fotografa Camilla Albertini. Barbara Foglia ed Elisabetta Cozzi, insieme a Fabrizia Cimbali, condividono l’obiettivo con un’iconica Alfa Romeo Giulia SS e testimoniano ancora una volta l’importanza della collaborazione tra musei d’impresa che fanno della loro identità un marchio distintivo.

La scheda sintetica di Cimbali Group

Cimbali Group è tra i principali produttori di macchine professionali per caffè e bevande a base di latte e di attrezzature dedicate alla caffetteria. Il Gruppo, di cui fanno parte i brand La Cimbali, Faema, Slayer e Casadio, opera attraverso tre stabilimenti produttivi in Italia e uno negli Stati Uniti (a Seattle, dove vengono prodotte le macchine a marchio Slayer), impiegando complessivamente oltre 800 addetti.

L’impegno del Gruppo per la diffusione della cultura del caffè espresso e per la valorizzazione del territorio si è concretizzato nel 2012 con la fondazione del MUMAC – Museo della Macchina per Caffè, la prima e più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine per il caffè espresso situata all’interno dell’headquarter di Cimbali Group a Binasco. MUMAC ospita MUMAC Academy, l’accademia della macchina per caffè di Cimbali Group, centro di formazione, divulgazione e ricerca.

La scheda sintetica di MUMAC – Museo della macchina per Caffè di Cimbali Group

Nato nel 2012 in occasione del centenario della fondazione dell’impresa da parte di Giuseppe Cimbali a Milano, il museo, grazie alle collezioni Cimbali e Maltoni, è la più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine professionali per il caffè espresso; con oltre 100 pezzi esposti all’interno dell’headquarter di Cimbali Group situato a Binasco (Milano) racconta più di 100 anni di storia e dell’evoluzione di un intero settore del Made in Italy, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche del design e dello stile dei prodotti e dei costumi legati al consumo della bevanda.

Oltre alle macchine esposte, MUMAC è dotato di altri 250 pezzi a disposizione per rotazioni all’interno del museo o prestiti worldwide, di un fondo librario con circa 1.300 volumi tematici e di un archivio con decine di migliaia di documenti tra foto, brevetti, lettere, cataloghi, utili a ricostruire la storia della macchina per caffè espresso.

MUMAC produce contenuti culturali originali quali mostre, tavole rotonde e volumi divulgativi (tra cui il libro SENSO ESPRESSO. Coffee. Style. Emotions), organizza iniziative educational dedicate a scuole, università e famiglie e, attraverso MUMAC Academy, propone corsi rivolti ai professionisti del settore e ai coffee lover.

DVG De Vecchi alla Fiera Hotelex Shanghai: un passo strategico per l’esportazione del Made in Italy nel settore dei componenti per il caffè, 30/03-02/04

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DVG De Vecchi presente alla Fiera Hotelex Shanghai (immagine concessa)

CORNATE D’ADDA (Monza Brianza) – DVG De Vecchi annuncia la sua partecipazione alla prossima edizione di Hotelex Shanghai, in programma dal 30 marzo al 2 aprile 2025. Hotelex è riconosciuta come una delle più grandi e influenti fiere internazionali dedicate all’ospitalità e alla ristorazione, con un’attenzione particolare al settore del caffè. L’evento attira professionisti e appassionati da tutto il mondo, offrendo una piattaforma ideale per presentare le eccellenze del Made in Italy.

DVG De Vecchi ambasciatore del Made in Italy alla Fiera Hotelex Shanghai

La presenza di DVG De Vecchi a Hotelex rappresenta un’opportunità significativa per promuovere la qualità dei prodotti italiani nel mercato globale. Specializzata nella produzione e commercializzazione di componenti per macchine da caffè, DVG De Vecchi è un punto di riferimento nel settore per la fornitura di parti di ricambio e accessori di alta qualità ed affidabilità.

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DVG De Vecchi tra i protagonisti di Hotelex Shanghai (immagine concessa)

Partecipare a fiere internazionali come Hotelex consente alle aziende italiane di consolidare la propria presenza nei mercati esteri e di intercettare nuove opportunità di business. La Cina, in particolare, rappresenta un mercato in espansione per il caffè italiano, con un crescente interesse verso l’espresso e le miscele di alta qualità.

Soprattutto Shanghai è diventata un centro nevralgico per la cultura del caffè, vantando oltre 6.900 caffetterie, il numero più alto a livello globale.

Essere presenti a Hotelex permette di instaurare relazioni dirette con distributori, importatori e professionisti del settore, facilitando l’ingresso e l’affermazione del Made in Italy nel mercato asiatico.

Espandersi in questi mercati rappresenta una scelta strategica per le aziende italiane che mirano a consolidare la propria presenza internazionale e a rafforzare la competitività.

La crescente domanda di prodotti di alta qualità e l’evoluzione delle abitudini di consumo rendono l’Asia una destinazione chiave per lo sviluppo del settore del caffè e delle sue filiere. In questo contesto, DVG abbraccia pienamente questa visione di crescita, disponendo di una solida struttura organizzativa e di prodotti altamente qualificati, perfettamente adatti a penetrare con successo questo mercato.

DVG De Vecchi è orgogliosa di contribuire alla diffusione della cultura e della qualità del caffè italiano nel mondo, rafforzando il prestigio del Made in Italy attraverso prodotti d’eccellenza e una presenza attiva nei principali eventi internazionali del settore.