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domenica 04 Maggio 2025
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The Lags Battle Italia: a febbraio la 1° tappa di selezione a Milano

MILANO – Ripartono le tappe di selezione italiane 2025 delle competizioni Latte Art Grading System, che ospiteranno i professionisti del circuito Lags e decreteranno i campioni che parteciperanno alla finale nazionale italiana 2025. La The Lags Battle si terrà presso la Golden Arena in Milano e precisamente presso il Grading Point Nestlé Coffee Academy.

1° tappa di selezione:

21 febbraio 2025 – Milano, Nestlé Coffee Academy

Dal 27 gennaio alle ore 15.00 sarà possibile procedere con l’iscrizione alla prima tappa prevista per l’anno 2025, per i livelli verdi, rossi e neri.*

Sarà possibile iscriversi a una tappa per volta e che la partecipazione alla competizione prevede una fee pari a 45€-

Oltre a questo si fa presente che ogni tappa ha un numero limitato di iscrizioni; il Latte Art Grading System si riserva quindi di definire il numero dei partecipanti in base al numero di adesioni: se il numero fosse eccessivo si verrà spostati alla tappa successiva a cui il competitor desidera partecipare.

Per registrarsi appena apriranno le iscrizioni e assicurasii la presenza alla prima tappa di selezione The Lags Battle 2025, basta inscriversi a questo link (attivo dal 27.01.25 dalle ore 15.00)

Per informazioni  basta scrivere alla mail system@latteartgrading.com o al numero 030.9636365 o al +393337115669

Partecipazione alle Lags Battle dei livelli oro

Per i livelli oro interessati a partecipare alla Lags Battle, si comunica che sarà possibile accedere solo all’ultima tappa di selezione (1° luglio – location da svelare). Accederanno alla finale nazionale del 19 ottobre ad Host Milano i primi due classificati alla selezione del 1° luglio.

Associazione museo del caffè di Trieste insieme a La San Marco per il progetto di divulgazione sul chicco, 19/12

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TRIESTE – In concomitanza con la visita di una rappresentanza dell’Associazione museo del caffè di Trieste alla storica collezione museale dell’industria produttrice di macchine da caffè La San Marco (concordata in occasione del gemellaggio fra le due realtà celebrato a Trieste il 25 ottobre nell’ambito del salone specializzato Trieste Espresso Expo 2024), giovedì 19 dicembre, con inizio alle ore 14.30, avrà luogo, su cortese invito del direttore generale de La San Marco S.p.A. ingegnere Roberto Nocera, la conferenza stampa di presentazione ufficiale del progetto di divulgazione scientifico-umanistica intitolato “Il caffè, una storia di successo nella cultura regionale ed europea”.

Il progetto di divulgazione dell’Associazione museo del caffè di Trieste insieme con  La San Marco

Il progetto è stato avviato dalla stessa AMDC con il finanziamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il supporto di qualificati sponsor (Banca 360 FVG, Università degli Studi di Trieste, Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, Associazione Caffè Trieste).

Sono previsti gli interventi di: Gianni Pistrini, presidente AMDC (“I fini statutari e la strategia dell’Associazione Museo del Caffè, le relazioni instaurate in Italia e in Europa, il museo diffuso e le prossime sfide”), Doriano Simonato, vice presidente AMDC (“Ruolo e operatività dell’Associazione nella comunità triestina e regionale, l’impegno a favore dei giovani, le molteplici opportunità nel mondo del caffè”) e Franco Rota, curatore del Progetto (“Obiettivi di consolidamento del programma di iniziative grazie alle maggiori risorse, le prospettive di una moderna sede espositiva, la ribalta di GO!2025”).

Seguiranno un breve dibattito, un Brindisi beneaugurale e la visita guidata alla collezione storica de La San Marco.

Andrea Lattuada si fa avanti: “Il messaggio di Report troppo generalizzato, la realtà del settore è molto più complessa”

Andrea Lattuada è stato uno degli spettatori della puntata divisiva di Report che sta facendo parlare tutti gli addetti ai lavori e anche chi ne resta ai margini, da quando è andata in onda su Rai 3. Anche in questo caso, il suo è un punto di vista trasversale, che vuole gettare luce su degli aspetti che sono rimasti fuori dall’episodio.

Lattuada: pensieri contrastanti su Report

“Siamo un settore troppo sfaccettato in Italia e non si può quindi fare una generalizzazione come quella che è emersa su Report. Il messaggio che è passato infatti è che tutti i caffè nei bar italiani sono difettosi, sono tostati neri come la pece, puzzano, che gli operatori sono sporchi e non sanno lavorare.

La realtà dei fatti è più complessa: il Paese è diverso da Nord a Sud, da Est a Ovest, da regione a regione, da provincia a provincia, da comune a comune. Questo vale per tutto, non solo per il caffè: siamo la nazione che possiede più varietà di frutta, verdura, vino, uva – come ha detto Farinetti -. “

“Il caffè non lo produciamo, lo acquistiamo da diverse parti del mondo e forse l’errore è che importiamo del verde di bassa qualità.”

Lattuada: “Non focalizziamoci sul grado di tostatura: c’è a chi piace più scura e a chi più chiara. Bisogna uscire dalla cottura del chicco: prima ancora, siamo sicuri di quello che cuociamo? O in questo periodo critico di prezzi altissimo e Borse impazzite, si tende a cercare soluzioni ancora di più bassa qualità?

È vero che siamo diversi, ma nel bar italiano si beve un caffè e basta – sotto casa, in stazione – cioè di facile comprensione, che incontra più o meno il gusto della maggior parte dei consumatori. Siamo al limite della decenza nella gran parte dei casi, basta aggiungere lo zucchero.

Il problema è che oggi grazie alla crisi del caffè crudo, ci arriva della materia prima difettata: per venderla ancora ad un prezzo così basso al barista e poi al consumatore, il torrefattore deve far sì che questa filiera resti pressoché invariata, comprando qualità ancora più scarsa.

Lattuada: “Ora si deve diversificare il prezzo dell’espresso al bar: si divida in categorie A, B, C”

“Dove l’A è il caffè per pochi, il C è per chi vuole spendere poco e bere qualcosa di livello più basso. Parliamo di una bevanda che in Italia è di massa, che dovrebbe essere accessibile a tutti: va bene, ma c’è anche chi si può permettere di pagarlo di più e che ricerca un prodotto di qualità più elevata. Gli altri possono scegliere cosa pagare e cosa bere. Ma a prescindere da questo la tazzina deve aumentare, anche quello della categoria più bassa, altrimenti tanti nella filiera, soprattutto i torrefattori, falliranno.”

“Cosa succederà alla fascia dei medio-piccoli torrefattori in Italia? “

“Verranno fagocitati dai big. I micro si rivolgeranno ad altri mercati, verso una clientela che ha un potere d’acquisto maggiore. Ma se tutto resta appiattito a discapito della qualità, questo succederà.

Vedo nel futuro, un mercato di massa governato da un caffè di medio-bassa qualità, senza bisogno di formare gli operatori. In questo senso Report ha fotografato una situazione che potrebbe consolidarsi se non addirittura peggiorare.

Alziamo invece il caffè a un euro e 50 per provare ad essere sostenibili.

Anche perché i torrefattori che hanno investito fin qui in finanziamenti nei bar, si possono scordare i margini che ottenevano già solo qualche mese fa. A un certo punto non potranno più sostenere questa pratica e saranno costretti, ad apportare dei rialzi: i baristi saranno disposti a pagare di più o si rivolgeranno a delle aziende più grandi che hanno ancora la forza economica per stare a quei margini?

Se le cose restano invariate, sopravvivranno solo i big player e gli artigiani: la fascia mediana è destinata a scomparire in un modo o nell’altro.”

“La puntata di Report è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.”

Continua Lattuada: “Ha messo il focus solo su alcuni aspetti, ma ha evidenziato una crisi che è molto più ampia ed è arrivata ad un punto di non ritorno. Stesso discorso vale per le macchine per espresso: si sceglieranno sempre più delle attrezzature economiche, che sostituiscono il barista che è anche una figura sempre più difficile da reperire.

Questo avviene già nel mondo, soprattutto nelle catene di caffetterie dove le superautomatiche dominano e il barista diventa un operatore, non un sommelier, uno chef che governa la materia e la bevanda. Il purge e la pulizia avverranno automaticamente: quindi possedere una macchina di questo tipo, forse diventerà preferibile.

Allora cambiamo: puntiamo finalmente sulla formazione dei professionisti e non acquistiamo materia prima difettosa, alziamo l’espresso. Le aziende virtuose in Italia esistono e Report non le ha raccontate: ma attenzione, perché anche queste realtà sono solitamente di medie dimensioni e il rischio è che finiscano spazzate via dal contesto critico che sta vivendo il settore.

Investiamo nei bar, ma basta con finanziamenti e politiche di sconti anticipati. Parliamo di formazione. Era una transizione necessaria già tempo fa e che ora deve avvenire rapidamente.

A volte come in questo caso bisogna guardare a cosa succede all’estero, dove queste logiche non esistono. Siamo il Paese che ha inventato un sistema di estrazione, facciamoci un bagno di umiltà e ricominciamo con dei principi etici più sani e sostenibili.”

Carlo Odello, Iiac, sulla puntata di Rai 3: “Nessuno stile del caffè ha il primato della qualità perché si rivolgono a pubblici geograficamente e culturalmente diversi”

MILANO – A seguito della recente puntata di Report su RaiTre, Carlo Odello, presidente Iiac – International Institute of Coffee Tasters, ha desiderato condividere alcune considerazioni sullo stato del caffè nel Bel Paese. Leggiamo di seguito le sue considerazioni.

Carlo Odello in risposta alla puntata di REPORT

Odello: “La trasmissione ha evidenziato carenze evidenti da parte di alcuni baristi nella pulizia e nella manutenzione delle attrezzature, carenze ovviamente gravi in quanto hanno un impatto importante sulla qualità in tazza”.

Odello aggiunge: “Ciò è un punto di vista condiviso tra i diversi esperti del settore e merita di essere evidenziato al pubblico soprattutto per premiare i molti baristi e bariste che al contrario ogni giorno presentano ai propri clienti macchine per caffè e macinadosatori in condizioni adeguate.”

Gli stili dell’espresso italiano (immagine concessa)

“Ciò che invece ci pare essere meno condiviso nel settore è il concetto di stile del caffè. Da diversi anni nella nostra formazione abbiamo inserito il tema della pluralità dell’espresso italiano – ha continuato Odello – L’abbiamo fatto partendo da una ricerca scientifica basata su centinaia di prodotti valutati nel nostro concorso International Coffee Tasting. Sono emersi cinque stili: Alpino, Padano, Tirrenico, Centrale e Meridionale e nessuno di loro, quando svolto correttamente, ha il primato della qualità perché si rivolgono a pubblici geograficamente e culturalmente diversi”.

“La dinamica degli stili riguarda tutti i mercati e tutti i settori merceologici ed è semplicemente nella natura dei mercati stessi. Prendiamo quindi un caso non italiano, così da uscire da un terreno già battuto. Anche nel nuovissimo mercato cinese, in cui operiamo da quasi 15 anni e in cui International Coffee Tasting rappresenta il concorso più prestigioso, abbiamo visto fiorire e prosperare negli anni una pluralità di stili – ha concluso Carlo Odello – Pure in questo caso è il pubblico a decidere ciò che gradisce maggiormente. In questo senso non credo che si possa educare il cliente, ma stimolarlo e fornirgli un’informazione adeguata a una scelta consapevole e in linea con le sue aspettative di gusto e con la sua volontà di spesa”.

La scheda sintetica di Iiac – International institute of coffee tasters

Iiac – International institute of coffee tasters è un’associazione senza fini di lucro che vive delle sole quote sociali. È stato fondato nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto e diffondere un metodo scientifico per l’assaggio del caffè. Dalla sua fondazione IIAC ha svolto centinaia di corsi ai quali hanno partecipato 13.000 allievi da più di 40 paesi nel mondo. Il manuale Espresso Italiano Tasting, edito in italiano e in inglese, è stato tradotto in spagnolo, portoghese, tedesco, francese, russo, giapponese, cinese, coreano e tailandese.

Iiac è dotato di un importante comitato scientifico che pianifica la ricerca per garantire l’innovazione del settore: ne fanno parte docenti universitari, tecnici e professionisti. Ha inoltre filiali dirette in Cina, Corea e Giappone. Maggiori informazioni a www.iiac.coffee.

Antonia Trucillo, parla la terza generazione dell’azienda di famiglia: “Da torrefattori dobbiamo formare i nostri clienti e far trasferire la qualità ai consumatori finali”

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Antonia Trucillo, imprenditrice del caffè, terza generazione della torrefazione Trucillo di Salerno, marketing manager e responsabile coffee sourcing, Q-Grader dal 2019, nota sui social come #theitaliancoffeegirl, commenta così – in un post sul suo profilo Facebook – il servizio sul caffè andato in onda nella puntata di domenica 15 dicembre della trasmissione REPORT.

Il commento di Antonia Trucillo su REPORT

“L’Italia ha ancora tanta strada da fare. I baristi hanno molto da imparare. I torrefattori hanno molto da migliorare. Ma, soprattutto, devono ancora imparare a conoscere davvero ciò che comprano.

Non abbiamo papille gustative geneticamente modificate: ci siamo solo abituati a bere caffè difettati. Ci siamo abituati al gusto del caffè bruciato. Ci siamo abituati ad aprire un bar chiedendo i soldi al torrefattore. Ci siamo abituati a scegliere un bar solo se ha la macchina a leva, altrimenti “non è buono”.

Ma non è tutto così. REPORT ci tiene particolarmente a mostrare una realtà parziale, una sola versione. Mi dispiace che non abbiano bussato alla nostra porta, a Salerno.

Nel 1992 abbiamo chiuso la finanziaria e abbiamo creduto fortemente che il barista è un professionista che deve chiedere al torrefattore informazioni sul prodotto, sulla sua origine, sulla sua lavorazione e non soldi per ristrutturare i bagni.

Dal 1998, con la nascita della nostra Accademia, da ben 27 anni, parliamo proprio di questo. Di cosa significa qualità nel caffè. E fino ad oggi abbiamo formato più di 20.000 professionisti del settore. Non sono extraterrestri ma persone normali che hanno solo scelto di voler capire di più.

Il barista è l’anello di congiunzione tra il nostro lavoro di torrefattori e il consumatore. Ha un ruolo fondamentale nel trasferire la conoscenza della filiera.

Una filiera lunga migliaia di km di distanza, dalle piantagioni tropicali arriva dentro ogni bar del mondo. E diventa 25ml di liquido magico, di cui la gente non sa stare senza, nonostante non ne conosce la maggior parte degli aspetti.

I primi a non conoscere il caffè sono i torrefattori, poi i titolari del bar e quindi poi i baristi. Non si conosce la provenienza e la tipologia del caffè che viene servito. In realtà non la si chiede neanche.

L’importante è ricevere le attrezzature in comodato d’uso. Gli ombrelloni per gli esterni, la lavastoviglie, il produttore di ghiaccio e un finanziamento magari a fondo perduto.

Ma al caffè chi ci pensa davvero? Come torrefattori abbiamo il dovere di formare i nostri clienti e di far trasferire la qualità ai consumatori finali.

Ognuno di noi, dal torrefattore al barista fino al consumatore, deve iniziare a informarsi per avere un caffè di qualità e un mondo migliore”.

                                                                                                       Antonia Trucillo 

Tuttocapsule, Vincenzo Pagliero dopo Report: “Per fare cultura del caffè: preparazione, professionalità e trasparenza”

In poco più di dieci anni Tuttocapsule, azienda con sede a Settimo Torinese (Torino), si è affermata come la prima catena retail italiana dedicata al caffè. In questo ambito la puntata di Report ha messo in luce una serie di criticità e ha sollevato interrogativi sull’effettiva professionalità degli operatori, gli stessi quesiti che sono alla base del progetto Tuttocapsule e ai quali l’azienda cerca, da sempre, di dare soluzioni e risposte concrete.

La prima soluzione riguarda ovviamente la formazione interna, che avviene nel training center aziendale e prevede anche incontri e relazioni con i principali torrefattori, oltre a giornate presso le loro aziende, il tutto organizzato sia per il personale aziendale che per i franchisee.

La seconda soluzione riguarda la possibilità di approcciare e realizzare due differenti format di vendita: Tuttocapsule La Caffetteria e Accademia – La Caffetteria.

“Per fare cultura del caffè, serve preparazione e professionalità, ma anche trasparenza, il
consumatore deve sapere a che tipo di prodotto sta approcciando e acquisire consapevolezza di cosa c’è dentro la tazzina – dichiara Vincenzo Pagliero CEO di Tuttocapsule – Con 200 negozi in 20 paesi, abbiamo una buona panoramica su quella che è la realtà del caffè espresso in Italia e nel mondo.

Pensiamo che il nostro percorso formativo porti sì professionalità, ma anche a una consapevolezza nell’operatore che viene poi trasferita al consumatore. La scelta di aprire un locale con il format Tuttocapsule La Caffetteria, comporta un impegno, economico e professionale, molto diverso rispetto all’apertura di un locale con il format Accademia – La Caffetteria.”

Infatti, nel format Tuttocapsule La Caffetteria – sono in uso macchine a cialde e montalatte, si mira all’uniformità del processo, minimizzando la specializzazione degli operatori. L’uso di capsule e cialde garantisce in termini di qualitativi e di safety, un’offerta che gioca con la produzione di bevande base latte o vegetale e sfrutta a pieno le referenze del punto vendita Tuttocapsule.

Tuttocapsule La Caffetteria è quindi un locale smart, adatto anche per piccoli spazi, che ha comunque a disposizione un’ampia scelta tra i migliori marchi di caffè. Diversa è la proposta del format Accademia – La Caffetteria, dove a cominciare dagli arredi, si sviluppa una proposta di servizio e di caffè di altissima qualità: Specialty Coffee monorigine 100% Arabica. In Accademia tutto è curato nei minimi particolari, dall’approfondita preparazione tecnica e professionale del personale, all’accoglienza clienti, a una selezione food, pensata appositamente per esaltare ogni nota aromatica del caffè.

“La nostra proposta di format diversificati, è studiata attentamente per delineare percorsi professionali definiti – aggiunge Pagliero – che diventano offerta chiara per il consumatore. Gli Specialty a marchio Pagliero roasted in Barolo serviti in Accademia- La Caffetteria, ad esempio, hanno una confezione “parlante” dove è indicato tutto ciò che riguarda quel
caffè, anche il tipo di tostatura”.

Massimo Zanetti, Virtus Segafredo Bologna: “Un 2024 difficile ma con speranza per il futuro”

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Massimo Zanetti, presidente della Virtus Segafredo Bologna, riflette sul 2024 sportivo, le
difficoltà affrontate e le speranze per il 2025. Tra obiettivi e aspettative, la Coppa Italia è il suo desiderio più grande. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Vu Nere Bologna.

Massimo Zanetti presenta il bilancio sportivo del 2024

BOLOGNA – Massimo Zanetti, presidente della Virtus Segafredo Bologna, ha commentato la stagione sportiva 2024, ammettendo che è stato un anno un po’ travagliato e difficile. La squadra ha attraversato diverse difficoltà, in particolare con il contratto di sponsorizzazione e un inizio di stagione contrastato.

Il 2024 sportivo non è stato facile per la Virtus Bologna, come confermato dallo stesso Zanetti.

Durante l’estate, la squadra ha affrontato problemi con lo sponsor, un aspetto che ha complicato l’avvio della stagione.

A ciò si è aggiunto un andamento altalenante in Eurolega, con un inizio che non
ha soddisfatto le aspettative, mentre in campionato la squadra ha avuto un avvio promettente.

Zanetti ha sottolineato anche la fatica che le squadre italiane devono affrontare, con il calendario che prevede partite ogni due giorni.

“Domenica noi abbiamo perso con Trieste e Milano con Varese, pensate un po’. È molto dura e si sapeva,” ha detto il presidente, che nonostante le difficoltà, ha confermato di rimanere un “inguaribile ottimista”. Con l’arrivo del nuovo allenatore, Zanetti spera che la squadra possa migliorare nel corso della stagione.

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Sweet Coffee Italia al SIGEP 2025: tre progetti a induzione elettromagnetica, rivoluzione per il futuro della tostatura

VENARIA REALE (Torino) – Sweet Coffee Italia è pronta a lasciare il segno a SIGEP 2025, l’evento internazionale dedicato a caffè, pasticceria e gelateria, che si terrà a Rimini dal 18 al 22 gennaio 2025. Quest’anno l’azienda presenterà una novità assoluta: la presentazione di tre progetti rivoluzionari che ridefiniranno gli standard di sostenibilità ed efficienza nel settore della tostatura.

Tre innovazioni che cambieranno le regole del gioco

Gemma 120IND

La prima tostatrice della storia in grado di tostare 120 kg di prodotto utilizzando esclusivamente l’energia elettrica (come si può vedere sopra). Questo innovativo sistema utilizza la tecnologia a induzione elettromagnetica per riscaldare il tamburo, eliminando completamente l’uso di combustibili fossili. Una vera svolta per la sostenibilità e l’efficienza produttiva.

Raffreddatore a vibrazione elettromagnetica

Una soluzione innovativa per il raffreddamento dei cicli di tostatura, progettata per essere scalabile a diverse dimensioni di produzione. Questa macchina risolve i problemi attualmente noti dei sistemi di raffreddamento tradizionali.

Raffreddatore a vibrazione elettromagnetica (immagine concessa)

Purificatore catalitico

Un nuovo sistema di abbattimento fumi che opera attraverso un avanzato sistema elettrico induttivo, eliminando la necessità di combustibili a gas. È una soluzione pulita e sostenibile, pensata per ridurre l’impatto ambientale nei processi di tostatura.

Purificatore catalitico (immagine concessa)

L’azienda sarà presente allo stand 110, padiglione D1, Fiera di Rimini.

L’innovazione al servizio della tostatura

Questi tre progetti rappresentano il costante impegno di Sweet Coffee Italia per un futuro più sostenibile, efficiente e tecnologicamente avanzato. Con queste soluzioni, l’azienda non solo innova, ma guida l’intero settore verso una nuova era.

Eudr: il Parlamento Ue dà il via libera al rinvio di un anno, che attende ora la ratifica del Consiglio

MILANO – Via libera del Parlamento Ue al rinvio di un anno dell’entrata in applicazione dell’Eudr. L’emiciclo ha approvato a larga maggioranza (546 voti favorevoli, 97 contrari e 7 astensioni) l’accordo politico provvisorio raggiunto con il Consiglio, per ritardare l’applicazione delle norme del nuovo regolamento europeo sulla deforestazione zero.

Prima che il termine ulteriore di un anno possa entrare in vigore, il testo deve essere approvato formalmente dal Consiglio Ue e pubblicato in Gazzetta ufficiale prima della fine del 2024.

Un passaggio che non dovrebbe comunque riservare ulteriori sorprese e che possiamo dare per acquisito.

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Francesco Sanapo su REPORT: “Bisogna sempre migliorare ma la tradizione deve essere rispettata”

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Una puntata di Report dedicata alla bevanda più amata dagli italiani ha mostrato i limiti di servizio e qualità nei locali. Francesco Sanapo, esperto di caffè e docente di specialty coffee, ha affermato tuttavia che la tradizione dell’espresso italiano va rispettata e che non ci sono solo lati negativi ma anche aspetti positivi. Leggiamo di seguito l’articolo di Luisa Mosello per il quotidiano La Repubblica.

Francesco Sanapo sulla cultura del caffè

FIRENZE – “La cultura del caffè va difesa e protetta. E tirata fuori da scandali. Per il bene di tutti”. Va dritto al punto Francesco Sanapo, esperto di caffè e docente di specialty Coffee. Lui guarda e gusta la tazzina mezza piena, non quella vuota descritta dal servizio di Report intitolato “La Repubblica della ciofeca” che ha servito il tesoro da bere tanto amato dagli italiani su un vassoio non proprio perfetto. Inevitabile la polemica scoppiata dopo la messa in onda.

Ma gli amanti del caffè fino all’ultimo chicco più di avanzare contro critiche e difese d’ufficio puntano appunto a guardare tutto quello che di questo settore, prezioso, di buono c’è e a quello che si può e si deve fare per migliorarlo. Pur riconoscendo “l’imbarazzo” nel vedere alcune immagini che non rendono giustizia a quella che è una vera e propria cultura da rispettare, con “scivolate” in tema di servizio e di pulizia, oltre che di qualità del prodotto non sempre al massimo grado.

“Le cose vanno sempre migliorate – spiega al Gusto Sanapo, titolare dell’azienda Ditta Artigianale, nata a Firenze – Ma credo che la tradizione e la cultura del caffè italiano debbano essere rispettate e valorizzate, perché meritano molto di più di quanto spesso ricevono in questa epoca. Non ci sono solo parti negative messe in vetrina, anche se ci sono e sono imbarazzanti, ma anche molte cose positive, basti pensare che abbiamo baristi campioni”.

Sanapo aggiunge come riportato da La Repubblica: “La corsa al ribasso dei prezzi ha purtroppo sacrificato sia la qualità della materia prima che la professionalità degli operatori. È arrivato il momento di invertire questa tendenza: l’intero settore del caffè deve unirsi per costruire il caffè del futuro, collaborando per aumentare il valore percepito dai consumatori e investendo con determinazione nella formazione dei professionisti”.

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