martedì 16 Aprile 2024
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«No all’offerta di Illy» Il Caffè Sant Ambroeus resta un affare di famiglia

Stop alla trattativa per lo storico locale di corso Matteotti La titolare: per affetto non ho avuto il coraggio di vendere Le cifre La proposta d'acquisto: 15 milioni di euro. La pasticceria perde 500 mila euro l'anno

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MILANO – Arrivata ad un soffio dal chiudere le trattative per la cessione, la storica pasticceria Sant Ambroeus di corso Matteotti, che a giugno compie ottant’anni di storia, ha avuto uno scatto d’orgoglio.

La famiglia proprietaria ha detto «no» all’offerta di una cordata di imprenditori della ristorazione capitanati dal gruppo Illy, rifiutando – secondo indiscrezioni – poco meno di quindici milioni.

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Per la precisione è stata Simonetta Langè Festorazzi, che aveva il 15 per cento della società, a farsi promotrice dell’operazione, rilevando le quote del marito e dei fratelli. «Ci tengo troppo a questa attività, non ero pronta a lasciarla andare via – spiega -. È parte della nostra famiglia». L’intenzione è anzi rilanciare il locale, nonostante la concorrenza sempre più agguerrita.

Non è facile rientrare dei costi, per uno spazio enorme come quello (1.100 metri quadri in pieno centro, di cui 800 di laboratorio), ma l’immobile che lo ospita è di proprietà degli stessi parenti: indiscutibile vantaggio.

Le perdite sfiorano i 500 mila euro l’anno e i ricavi, 3,5 milioni, sono sempre stati in crescita.

E le trattative? Perché saltate? Secondo alcuni per il mancato accordo sul prezzo, visto che la richiesta della famiglia era superiore. Ma a sentire la signora le ragioni risiedono altrove, intime e sentimentali.

«Da un anno non mi occupavo più del locale, mi mancava troppo – spiega -. Ho ripreso le redini e chiamato un nuovo direttore, Raffaele Longo, che arriva dopo vent’anni al Principe di Savoia, mentre il pasticcere Luciano Vismara è lo stesso dal 1960».

Estenderanno gli orari serali, spingeranno sul catering con produzione sempre e solo interna. Puntano anche all’estero: «A New York il marchio è arrivato, ma non l’abbiamo portato noi come famiglia».

Simonetta riparte. Con l’incoraggiamento della mamma Cristina, 88 anni: «”Brava Simo”, mi ha detto dalla poltrona, con un sorriso che non finiva più», si commuove. Il papà, che faceva il costruttore, nel 1984 aveva rilevato il locale dalla fondatrice Mimma Cattaneo.

Per molti è l’unico vero salotto della città: scenografico arredo d’epoca e saletta nascosta con ingresso separato, meta di legali, banchieri, imprenditori, turisti. Lì hanno fatto colazione da Onassis allo scià di Persia, tanto per dire.

Un pezzo di storia meneghina rialza la testa, con vivacità. A giugno, grande festa per gli ottant’anni: «Sarà coinvolta l’intera strada, e avremo con noi moltissimi milanesi».

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