giovedì 04 Dicembre 2025
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Pizzinato, dopo un anno in giro con gli specialty: “Vi racconto qual è la barriera principale al prodotto”

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Il distributore di specialty, Marco Pizzinato (foto concessa)
Il distributore di specialty, Marco Pizzinato (foto concessa)

MILANO – Marco Pizzinato, distributore di specialty coffee face to face: così lo abbiamo conosciuto nel 2022, quando ho avviato la sua attività come tramite tra microroasters e baristi nel nord Italia. Un lavoro a tratti difficile, non esente da sfide, che però ha dato i suoi frutti. Dopo un anno, torniamo a fare il punto con una panoramica generale sulla diffusione di caffè di qualità nella patria dell’espresso.

Pizzinato, un anno di lavoro a spingere lo specialty in Italia: com’è andata sin qui?

“È andata bene. Le difficoltà continuano ad esserci, devo ammettere: anche più di quanto pensassi. Ma ce la stiamo cavando e abbiamo buoni propositi per il 2023. Attualmente il 50% della mia clientela è commerciale – cioè chi serviva un caffè più industriale e ha voluto fare un passaggio verso lo specialty -, un 25% ha introdotto anche lo specialty e infine un 25% che tratta esclusivamente caffè specialty.

Fin qui la mia analisi dettagliata è questa: ho notato che la barriera principale è costituita proprio dalla scarsa conoscenza dello specialty coffee da parte degli stessi baristi e gestori, che spesso si rifanno alla loro esperienza professionale per valutare questo tipo particolare di prodotto.

In effetti, chi ha conosciuto lo specialty di una volta, cioè quello spesso caratterizzato da un’acidità estrema, è più difficile da coinvolgere. Questo perché nella sua memoria conserva il ricordo di una tazza molto diversa da quella che propongo oggi. Si ha come una sorta di pregiudizio: il cliente che lo ha assaggiato circa 4/5 anni fa, ha trovato dei gusti estremi al palato che quindi oggi spaventano quando gli viene offerto di nuovo.

Dunque a chi ha approcciato questo prodotto old style, lo specilaty è molto difficile da proporre. Una grossa differenza rispetto all’apertura che invece ho riscontrato nel consumatore finale che, paradossalmente, è più curioso del barista. Noi professionisti creiamo una rete solidale, ma al di fuori della community, così diventa faticoso far comprendere la necessità di evolversi e non soltanto in termini di materia prima di un certo livello, ma proprio nel format del locale.

La resistenza al cambiamento non è legata al timore di dover adottare un prezzo più elevato: le aziende che rientrano nel mio target spongono già un costo più alto in listino, quindi l’ostacolo sta proprio nel gusto, nell’abitudine. Che però è un finto problema: ovviamente io indirizzo verso un blend non estremo, una monorigine con note di cioccolato, pan tostato, che può non shockare.

Purtroppo ho imparato per esperienza, che la parola specialty allontana ed erge un muro con il cliente.

Quindi durante la prima visita ho iniziato a parlare di prodotti di altissima qualità, tracciabili, evitando di usare il termine specialty, che invece introduco soltanto in un secondo momento, dopo averlo fatto assaggiare e aver raccontato la materia prima nel dettaglio.

Questo avviene anche a causa del lavoro condotto sino a oggi dalla maggior parte delle medie torrefazioni, magari proprio i fornitori di fiducia, che, cercando di spingere le proprie monorigini facendole passare per specialty coffee, confondono i clienti ancora di più.

Così, quando arrivo io con degli specialty, trovo spesso persone che hanno un’idea di caffè non di altissima qualità associata al concetto di monorigine. A quel punto giustamente mi domandano una motivazione per una spesa da loro percepita come eccessiva per una bevanda che non funziona.

Quindi, se entro in un locale e rappresento per loro il primo contatto con gli specialty, ho maggiore possibilità di vendere il prodotto. Viceversa, il dialogo si fa più complesso.”

Ci sono aspetti che sono già cambiati? La rete di locali che vendono specialty si è ampliata?

“I numeri sono positivi. Girando ho constatato che non ci sono zone geografiche in tutto il nord-est che sono più aperte allo specialty di altre. Generalmente tutti sono convinti a priori che il problema sia legato alla loro area, quando invece il vero ostacolo è la mancanza di curiosità verso la materia prima.

Con le mani (il naso) in pasta (foto concessa)

Ho supportato molti clienti a svoltare nello specialty: una volta iniziato, dopo qualche settimana tutti mi hanno detto che non si aspettavano una reazione del consumatore finale così positiva. Ma è la realtà dei fatti: i coffeelovers in questi pochi anni sono aumentati tantissimo. Questa richiesta mi ha obbligato ad aprire un e-shop, perché tanti vogliono provare un caffè particolare e spesso diventa più pratico per loro acquistare online prodotti che hanno trovato in Fiera o nei locali.

Fortunatamente sono riuscito a mantenere integro al 98% quello che è stato sin dall’inizio il mio core business fatto di contatti faccia a faccia, ma la domanda dei prodotti è così aumentata dall’avermi portato ad aprire il mio primo e-commerce (qui).

In questo processo ho avuto il supporto dei micro roaster che mi hanno facilitato il passaggio online, lasciandomi carta bianca. Al The Milan Coffee festival ho realizzato che fosse necessario esser a disposizione con un e-shop, perché chi passava mi chiedeva dove potessero trovare quegli specialty sul web.”

I microtorrefattori che rappresenta sono soddisfatti di questo ponte che ha contribuito a creare per loro?

“Con chi attualmente collaboro abbiamo calibrato meglio la nostra relazione: si impara tutti insieme dagli errori. Ora supporto quattro torrefazioni, due italiane (una è Garage Coffee Bros con il progetto blend La Dolce Vita di Davide Cobelli, l’altra è Gear Box di Tommaso Bongini), e due straniere (Nordic Roasting Co di Copenhagen e Three Marks di Barcellona).

Mi sento meno solo di quando ho iniziato 12 mesi fa. Adesso si è consolidato il nostro rapporto, che è diventato più costante. Lo stesso posso dire dei titolari che hanno scelto i nostri prodotti: sono felici perché possono dialogare con una figura professionale che spiega loro cosa acquistano e poi perché hanno riscontrato un concreto incremento nelle entrate per quanto riguarda la parte della caffetteria.

Ricevo chiamate da molti micro torrefattori italiani per assaggiare i loro caffè e vedere come intraprendere un percorso insieme. Durante le fiere capita spesso di incontrare nuovi professionisti con cui eventualmente costruire un progetto condiviso.”

E quindi ora dove vorrebbe insistere nel suo percorso?

“Ho appena portato a casa il Coffee Diploma di Sca, certificazione che viene data soltanto quando si superano i 100 punti sul totale dei corsi che si conseguono (necessari 8/9 minimo). Mi sto formando anche come giudice tecnico per poter scendere anche in pedana. Ed entro la fine del 2023 vorrei diventare anche Q Grader per rafforzare la parte sensoriale della tazza.

Infine, il focus per quest’anno sarà poter agganciarmi ad un collaboratore per coprire una nuova zona verso ovest e centro Italia, magari arrivando anche in aree più distanti verso sud e le isole. È un progetto in divenire, ma la cosa certa è che qualsiasi sarà l’esito, non scenderò mai a compromessi sulla qualità di prodotti e servizi.”

Cecafé: crolla l’export del Brasile, per il commercio è più conveniente vendere sul mercato interno

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export brasiliano Brasile Cecafé
Il logo di Cecafé

MILANO – Crolla l’export brasiliano, che a febbraio è in calo di un terzo rispetto a un anno fa, ai minimi dal 2013: secondo i dati di Cecafé – diffusi ieri, giovedì 9 marzo, a fine giornata – le esportazioni di caffè in tutte le forme del Brasile sono state infatti di appena 2.395.984 sacchi, il 33,3% in meno rispetto allo stesso mese del 2022.

Come spiega nella nota il presidente di Cecafé Márcio Ferreira, i prezzi degli arabica sul mercato interno superano quelli delle quotazioni di New York rendendo più convenienti le vendite in patria.

Per questo, i flussi commerciali verso l’estero sono inferiori a quelli normali, limitandosi soprattutto alla copertura delle vendite precedentemente stipulate. E ciò sta decisamente impattando le esportazioni.

A ciò si aggiunge la domanda – sempre sostenuta e in ulteriore crescita – di caffè robusta da parte dell’industria nazionale.

Questi due elementi contribuiscono a determinare una situazione anomala destinata a durare, con buona probabilità, sino a quando sarà immesso nel mercato il nuovo raccolto di arabica. Ossia a partire da giugno-luglio, conclude Ferreira.

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Mark Rutte, primo ministro dei Paesi Bassi a Bruxelles a Giorgia Meloni: “Ma adesso ho disperato bisogno di un espresso”

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giorgia meloni riforma decreto
Giorgia Meloni (immagine presa da Facebook)

Il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte nella sua recente visita a Roma, l’8 marzo, ha racconta un interessante aneddoto che ha come protagonisti lui stesso, Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, e l’espresso italiano. Sì perché è successo che il primo ministro ha chiesto proprio a Giorgia Meloni un espresso dopo essersi affacciato nella delegazione italiana a Bruxelles, riaprendo così un dialogo politico ed istituzionale tra i due Paesi che si era un po’ appannato negli ultimi tempi.

Per dovere di cronaca: l’espresso è stato preparato utilizzando una macchina super automatica La Cimbali, una delle tante installate negli uffici della capitale dell’Europa. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale La7.

Mark Rutte chiede un caffè a Giorgia Meloni

Mark Rutte si esprime dopo l’incontro a Palazzo Chigi: “A Bruxelles ho chiesto un espresso a Giorgia Meloni.”

Rutte continua: “Devo confessare che all’ultimo Consiglio europeo, quando c’era ospite Zelensky, e abbiamo dovuto lavorare in piccoli gruppi, durante la lunga attesa del vertice, la sala della delegazione italiana era accanto a quella olandese, quindi ho bussato alla porta e ho detto “Giorgia, ho un disperato bisogno di un espresso italiano”, e ovviamente nella delegazione italiana a Bruxelles c’è un’eccellente macchina per espresso italiano (si tratta di una delle tante super automatiche La Cimbali installate nei Palazzi dell’Unione europea, Commissione, Consiglio e Parlamento, da moltissimi anni), ed è così che abbiamo ricominciato a parlare di temi comuni”.

pulyCAFF partecipa alla Fiera della tecnologia enoagroalimentare Levante Prof a Bari, dal 12 al 15/03

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levante prof
La locandina di Levante Prof (immagine concessa)

BARI – Si svolge dal 12 al 15 marzo a Bari l’8a edizione di Levante Prof, la fiera internazionale dedicata al made in Italy tecnologico enoagroalimentare, dove il caffè ha un ruolo importante, con la presenza di numerosi torrefattori e aziende di macchine e prodotti dedicati.

pulyCAFF a Levante Prof

Al suo interno la microtorrefazione artigianale Il Manovale di Turi (BA) è presente con un ampio stand che si propone come momento espositivo, nonché informativo e formativo, grazie a più postazioni e a una serie di interventi che si svolgono nella sua area centrale, grazie anche ad alcune aziende del settore che hanno deciso di condividere e sostenere l’iniziativa.

Tra queste c’è pulyCAFF, che da sempre è vicina a qualsiasi iniziativa che porta la cultura del caffè agli operatori del settore e al consumatore finale: con i suoi prodotti per la pulizia della macchina espresso, del macinacaffè e delle attrezzature per la trasformazione del caffè, è la base per qualsiasi buona estrazione, che può avvenire solo se le apparecchiature sono oggetto di una manutenzione periodica e corretta.

All’interno dello stand è presente l’ampia gamma di prodotti messi a punto da pulyCAFF, sempre più rispettosi dell’ambiente con la linea Verde e con i nuovi barattoli realizzati con il 30% di plastica riciclata.

Nel cuore della manifestazione, alle coordinate 314 – 327, Il Manovale ha messo a punto una tre giorni di interventi sulle diverse realtà del settore, che prendono il via dall’acqua, il brewing e la coffee mixology per proseguire con le piccole superautomatiche, la macinatura, la pulizia, la latte art ed infine pillole pratiche per la corretta gestione al banco bar e dell’angolo caffè casalingo ed infine The Untouchables.

pulycaff
Pulydescaler espresso (immagine concessa)

“Con un’area di 64 metri quadri, i nostri caffè e gli interventi di voci autorevoli del mondo del caffè, vogliamo dimostrare che anche piccole realtà come la nostra possono essere autorevoli e affidabili” – spiega Gianluca Lavacca, titolare de Il Manovale con Gianni Antonacci.

“ll nostro cammino è cominciato quattro anni fa e stiamo raccogliendo buoni risultati grazie a un lavoro paziente sul territorio. Gli italiani hanno una memoria sensoriale legata al prodotto industriale, da guidare piano piano alla comprensione del caffè di qualità. L’obiettivo è di arrivare, col tempo, agli specialty, che sono apprezzati da una platea sempre più vasta”.

La coppia del pulito

A condurre gli appuntamenti per pulyCAFF ci sono due nomi di spicco della caffetteria e brand ambassador: Andrea Antonelli e Luca Ventriglia, che sono inoltre disponibili nelle giornate del 13 e 14 marzo per rispondere alle particolari richieste dei professionisti nonché ai tanti consumatori finali che hanno acquistato una macchina superautomatica, oppure una a cialde o a capsule, o, ancora, una per il brewing e vogliono sapere come effettuare la corretta manutenzione, a cominciare da una decalcificazione dei serbatoi e delle parti in cui scorre l’acqua.

A differenza delle macchine professionali, infatti, per lo più quelle casalinghe non hanno un addolcitore all’ingresso e il calcare comporta problemi nel riscaldamento del liquido e nell’estrazione.

La patina di calcare unisce a un evidente inestetismo un alto potere isolante: uno strato di soli 3 decimi di millimetro abbassa la temperatura di circa 5 gradi, costringendo la macchina a un superlavoro per raggiungere la temperatura desiderata o dando in tazza un espresso sottoestratto.

Inoltre è poco salubre, in quanto costituisce un terreno fertile per la proliferazione batterica. Per togliere in modo rapido e sicuro qualsiasi incrostazione, pulyCAFF ha messo a punto il decalcificante liquido Puly Descaler Espresso, nella pratica confezione da 2 monodosi da 125 ml ciascuna e in tanica da e 1 e 10 litri: un formato, quest’ultimo, per usi intensi, particolarmente adatto ai centri assistenza.

Gli appuntamenti

Lunedì 13 marzo

ore 12 – Masterclass Sage con Chiara Bergonzi, brand ambassador Sage e Alpro

ore 14,30 – Anfim Titanium con Jessica Sartiani, Anfim brand ambassador Italia

ore 16 – PulyTime con Andrea Antonelli e Luca Ventriglia, brand ambassador pulyCAFF

ore 17 – Latte art Alpro con Chiara Bergonzi, brand ambassador Sage e Alpro

Martedi 14 marzo

ore 11 – Espresso Tips con Andrea Antonelli e Luca Ventriglia, brand ambassador pulyCAFF

ore 16 – The Untouchables con Jessica Sartiani, Anfim brand ambassador Italia, e Gianni Antonacci, cofounder Il Manovale.

Per ricevere il biglietto ridotto scrivere alla mail marketing@ilmanovale.com.

Quarta Caffè all’ottava edizione Levante Prof

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Quarta Caffè presente a Levanti Prof (immagine concessa)

LECCE – Dal 12 al 15 Marzo Quarta Caffè Spa partecipa all’ottava edizione di Levante Prof presso la Fiera del Levante di Bari. La più importante fiera del Mezzogiorno che valorizza il vero “Made in Italy” agroalimentare. L’azienda è presente per il settore bar allo Stand 197/210, Nuovo Padiglione della fiera, ingresso Edilizia.

Quarta Caffè all’ottava edizione di Levante Prof

Il gruppo Quarta Caffè ha deciso di allestire quest’anno uno stand organizzato per offrire ai visitatori un vero e proprio percorso sensoriale sulle miscele di caffè dedicate al settore bar.

Si tratta di momento unico per conoscere da vicino il Team composto da Edoardo Quarta, Angelo Segoni e Vito Spagnolo che, con la rete commerciale, potranno guidare la clientela nella scelta delle migliori miscele bar del gruppo  e anticipare tutte le novità 2023.

Ogni giorno, prenotandosi direttamente preso lo stand, si potrà partecipare al contest dedicato alla tecnica della latte art.

Lo stand dell’azienda sarà presente al Nuovo Padiglione, numero 197/210, Ingresso edilizia.

Caffitaly è sponsor della 50ª edizione della gara podistica Stramilano

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La macchina Arka (immagine concessa)

MILANO – Caffitaly, l’azienda italiana che, con il suo sistema unico che combina perfettamente la tecnologia di macchina e capsule, porta in tazza un’esperienza di gusto mai provata prima, si appresta a tagliare un nuovo, inedito traguardo: quello della cinquantesima edizione della Stramilano, la manifestazione podistica nata nel 1972 che ogni primavera chiama a raccolta migliaia di professionisti, appassionati e curiosi nelle vie del capoluogo lombardo, in programma domenica 19 marzo.

Caffitaly presente a Stramilano

Caffitaly sarà infatti sponsor ufficiale, nonché unico fornitore di caffè, del seguitissimo evento sportivo, a cui parteciperà con un vero e proprio Temporary Shop, allestito all’interno del Villaggio in Piazza Duomo, degustazioni e sorprese per podisti e visitatori.

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Gentile, un espresso decerato e altamente digeribile (immagine concessa)

Qui, infatti, dall’11 al 19 marzo, sarà possibile scoprire, gustare e acquistare l’ampia e variegata gamma di caffè e bevande calde di Caffitaly e dei produttori partner (Caffè Borbone, Caffè Cagliari, Chicco D’Oro, Kimbo per i caffè, e Foodness, Ricola e Twinings per le bevande), comprese le proposte più innovative.

A partire da I Funzionali Caffitaly System, i caffè capaci di coniugare gusto e benessere psico-fisico: le loro ricette esclusive, infatti, combinano pregiate miscele a vitamine e minerali per contribuire all’equilibrio di corpo e mente.

difesa caffitaly
La miscela Difesa (immagine concessa)

Come Difesa, il caffè arricchito con Zinco, Vitamina B6 e Wellmune per un sistema immunitario forte e sano, e Gentile, il caffè decerato dal gusto ricco ma delicato per lo stomaco, a cui presto si aggiungerà una terza, innovativa referenza. Comun denominatore: il sistema brevettato di Caffitaly capace di esaltare al meglio il gusto e l’aroma dei migliori caffè e delle migliori bevande calde. E ad attendere i visitatori del Temporary Shop Caffitaly, non solo un caffè straordinario, con una crema alta, corposa e persistente, ma anche una speciale promozione e un omaggio da gustare nei Caffitaly Shop meneghini.

“Siamo entusiasti di sostenere la Stramilano, soprattutto in questo anniversario così speciale. Ne condividiamo innanzitutto lo spirito e i valori: per raggiungere i livelli più alti la corsa richiede passione, dedizione e impegno continuo; gli stessi che ogni giorno guidano le persone di Caffitaly nelle attività di R&D e produzione per realizzare macchine sempre più performanti e il miglior caffè monodose del mercato – racconta Marta Colombo, direttrice marketing di Caffitaly. La Stramilano sarà poi per noi una grande occasione per rafforzare il nostro legame con il territorio: la città di Milano, che ospita tre dei nostri Caffitaly Shop, e l’intera regione, dove siamo presenti con lo stabilimento di Capriate San Gervasio”.

La scheda sintetica di Caffitaly

Con una presenza radicata in oltre 70 paesi nel mondo e circa 450 dipendenti, Caffitaly è una società leader in un mercato in forte espansione come quello del caffè monodose. Nel 2022 l’azienda ha consolidato il suo percorso di crescita grazie al suo innovativo e unico sistema di estrazione che combina perfettamente l’alta tecnologia di macchine e capsule, offrendo ai clienti un’esperienza di gusto superiore.

Caffitaly investe costantemente in innovazione e ricerca per migliorare la propria offerta di macchine e capsule. Presente in Italia nella rete dei 1000 multimarca, e con oltre 100 punti vendita monomarca sul territorio, l’azienda punta fortemente sull’internazionalizzazione, con il fatturato in capsule che proviene al 71% dal mercato estero

STAR celebra i 75 anni con 10 serate, 10-19/03 a Milano e c’è anche l’angolo per un espresso di fine pasto

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star 75° anniversario
La locandina per il 75° anniversario di STAR (immagine concessa)

MILANO – Una macchina De’Longhi e capsule Caffè Corsini per chiudere degnamente le dieci serate che la STAR, il grande produttore di alimenti preparati e inscatolati, organizza in occasione del suo 75° anniversario. Un evento che pone al centro le persone, offrendo un’esperienza all’insegna della buona cucina vissuta in modo leggero e spensierato, proprio come una cena a casa, ma con il plus di avere tutto l’aiuto di STAR.

Il 75° anniversario di STAR

L’azienda si prepara a vivere una seconda giovinezza e lo fa attraverso alcune importanti novità tra cui il nuovo posizionamento di brand “Tutto il buono del fatto in casa” e l’apertura dello spazio “STAR Home Restaurant”.

È proprio partendo dalle origini del brand che STAR porta in vita il suo STAR Home Restaurant, confermandosi il perfetto alleato in cucina su cui, da sempre, gli italiani possono contare. E lo fa mettendo a disposizione uno spazio dove poter trascorrere una serata all’insegna di spensieratezza e convivialità, valori che STAR vuol fare vivere ai consumatori facilitando la preparazione dei piatti della buona cucina di casa grazie ai suoi prodotti.

Dal 10 al 19 marzo 2023, sarà infatti possibile partecipare alle dieci serate che STAR vuole dedicare ai suoi consumatori, in uno spazio esclusivo nel cuore di Milano.

 All’interno dello STAR Home Restaurant – che aprirà in orario serale in Viale Bligny 27 a Milano – gli ospiti potranno organizzare una cena tra amici, in famiglia o condividere lo spazio con perfetti sconosciuti, in una location calda e accogliente, in cui la cucina avrà un ruolo centrale e di aggregazione. Le persone saranno invogliate a conoscersi, a scambiarsi idee, ma soprattutto a cucinare insieme: un’occasione unica per sperimentare in prima persona la facilità di realizzare un menù con i prodotti STAR e di gustarne la bontà riscoprendo la bellezza della convivialità tra cucina e tavola.

Tramite la piattaforma partner Comehome – definita l’app degli eventi in casa, che vanta una community di più di 500.000 persone – i consumatori potranno candidarsi alla prenotazione in qualità di Host (che ha il compito di coordinare la serata, dalla scelta del menù alla supervisione della sua preparazione, godendosi poi la cena con gli ospiti) o in qualità di Guest, ruolo perfetto per chi desidera trascorrere una serata in compagnia.

In entrambi i casi, sia Host che Guest avranno la possibilità di inviare la propria candidatura per prenotare un posto a tavola, per un totale di 12 commensali per serata in ognuna delle dieci date a disposizione.

All’interno dello STAR Home Restaurant, gli ospiti saranno accolti da un influencer diverso per ogni data, che avrà il compito di intrattenere gli ospiti ed aiutare gli Host nella preparazione del loro menù.

Il 32° Prêmio Ernesto Illy de Qualidade Sustentável do Café para Espresso: svelati i nomi dei vincitori

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I vincitori del premio (immagine concessa)

SAN PAOLO – Al Prêmio Ernesto Illy de Qualidade Sustentável do Café para Espresso, giunto alla sua 32a edizione, sono stati velati i nomi dei coltivatori brasiliani che producono la migliore qualità sostenibile di caffè per illy e che rappresenteranno il Brasile all’8a edizione dell’Ernesto Illy International Coffee Award.

I tre vincitori sono Luis Manuel Ramos Fachada M. da Silva (Chapada de Minas), Raimundo Dimas Santana Filho (Matas de Minas) e São Mateus Agropecuária (Cerrado Mineiro), tutti provenienti dallo stato di Minas Gerais.

I loro caffè sono stati selezionati da una giuria composta da esperti nazionali e internazionali di illycaffè, scelti tra gli oltre 500 campioni valutati e provenienti dalle maggiori regioni produttrici di caffè Arabica in Brasile. I vincitori hanno ricevuto anche un assegno del valore di 10.000 reais.

I 3 finalisti rappresenteranno il Brasile all’8a edizione dell’Ernesto Illy International Coffee Award, il premio che illycaffè conferisce ai migliori caffè tra quelli coltivati nelle regioni che contribuiscono all’esclusivo blend illy. Partendo dall’esperienza brasiliana, nel 2016 illycaffè ha esteso il premio a tutti i produttori con cui collabora nel mondo al fine di sottolineare l’importanza di lavorare mano nella mano, per consolidare il circolo virtuoso che genera caffè di qualità sostenibile.

La centralità della persona e il valore delle relazioni durature sono alla base del nuovo riconoscimento introdotto quest’anno: la Clube Illy do Café Emerald Card, riservata ai produttori di caffè che lavorano ininterrottamente con illycaffè da oltre 30 anni. A riceverla durante la serata sono stati José Carlos Grossi e la famiglia Naimeg.

 Il Brasile è il primo paese al mondo in cui illycaffè ha introdotto una collaborazione diretta con i coltivatori di caffè. Nel 1991, l’azienda ha lanciato il Prêmio Ernesto Illy de Qualidade Sustentável do Café para Espresso per i migliori coltivatori di caffè del paese, divenuto uno dei volani del miglioramento dei processi produttivi. L’iniziativa pionieristica ha già distribuito oltre 8 milioni di reais di premi in denaro a più di 1.500 coltivatori di caffè brasiliani.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica, combinando 9 delle migliori qualità al mondo secondo illycaffè. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy in oltre 140 Paesi, nei bar, ristoranti e alberghi, nei caffè e negozi monomarca, a casa e in ufficio.

Grazie alle sue innovazioni, contribuisce all’avanzamento tecnologico nel mondo del caffè. Con la creazione in Brasile, nel 1991, del “Prêmio Ernesto Illy de Qualidade Sustentável do Café para Espresso”, illy ha contribuito alla condivisione del know-how e al riconoscimento ai produttori di un premium price per la migliore qualità secondo illycaffè. Dal 2016 attraverso il premio Ernesto Illy International Coffee Award l’azienda celebra i coltivatori di caffè al mondo che secondo illy hanno prodotto il miglior lotto di caffè sostenibile.

Il modello di business di illy

Dal 2013, l’azienda è regolarmente inserita nella lista delle World Most Ethical Companies. Nel 2019 illy ha rafforzato il proprio impegno a perseguire un modello di business sostenibile, che integra gli interessi delle persone e dell’ambiente, adottando lo status di Società Benefit e inserendo questo impegno all’interno del proprio statuto.

Nel 2021 illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto la certificazione internazionale B Corp grazie al suo impegno a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura a tutti i livelli, offrire una preparazione completa e pratica a coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha fondato la sua Università del Caffè. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, valori fondanti del marchio a cominciare dal logo, disegnato dall’artista James Rosenquist, fino alle tazzine che compongono la illy Art Collection, decorate da oltre 120 artisti internazionali.

Nel 2021 l’azienda ha impiegato 1305 persone e ha un fatturato consolidato pari a circa €500 milioni. Gli store e i negozi monomarca illy nel mondo sono 205 in più di 40 Paesi. Nel 2021 Rhone Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella sua crescita internazionale.

Associazione museo del caffè di Trieste a favore della candidatura Unesco per l’espresso che slitta al 2024

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Museo gianni pistrini unesco trieste
Il presidente dell'Associazione museo del caffè di Trieste, Gianni Pistrini

TRIESTE – Pienamente riuscito, con una notevole partecipazione di cittadini e operatori a vario livello interessati, e, soprattutto, con l’espressione di un forte appoggio politico-istituzionale e l’annuncio di importanti e sostanziali novità: in questi termini si può sintetizzare il successo e la pregnanza di risultati del nuovo incontro pubblico a sostegno della candidatura all’Unesco del “Rito del caffè espresso italiano quale patrimonio immateriale dell’umanità”.

Associazione museo del caffè di Trieste per la candidatura all’Unesco dell’espresso

L’evento è stato organizzato nei giorni scorsi dall’Associazione museo del caffè di Trieste (aMDC) in collaborazione con il Club Unesco di Udine e la partecipazione delle maggiori realtà caffeicole triestine, nella prestigiosa Sala “Bazlen” di Palazzo Gopcevic messa a disposizione dal Comune di Trieste.

A illustrare le ragioni e le strategie della candidatura sono intervenuti per la aMDC il presidente Gianni Pistrini con il vice, l’imprenditore Doriano Simonato, la scrittrice e promotrice culturale Renata Capria d’Aronco presidente del Club Unesco friulano, il presidente dell’Associazione Caffè Trieste Fabrizio Polojaz che è anche il coordinatore della cosiddetta comunità emblematica che riunisce tutte le realtà caffeicole cittadine che partecipano allo sforzo comune per la candidatura, Omar Zidarich presidente del Gruppo Italiano Torrefattori di Caffè (che raccoglie i ben 743 torrefattori d’Italia) e Federica Suban presidente provinciale della Fipe.

A livello istituzionale, il vicesindaco e assessore alle Politiche economiche Serena Tonel, l’Assessore agli Affari generali e innovazione tecnologica del Comune di Trieste Michele Lobianco e il presidente del Consiglio Comunale di Trieste Francesco Di Paola Panteca mentre l’omologo Presidente del Consiglio Regionale del FVG Piero Mauro Zanin ha inviato un circostanziato messaggio di adesione.

La notizia di più immediato impatto emersa nel corso dell’incontro e di massima importanza per le scelte tattiche e organizzative che dovranno ora venir intraprese è che l’Unesco ha recentemente deciso di sdoppiare i propri riconoscimenti alle realtà e attività umane di maggior rilevanza culturale a livello mondiale, suddividendole in materiali e immateriali e, conseguentemente, premiando ad anni alterni l’uno e l’altro di questi ambiti.

Ciò comporterà, nella pratica, che la candidatura italiana del “Rito del Caffè Espresso italiano quale patrimonio immateriale dell’umanità” – che ha appunto Trieste tra i principali fautori – potrà venir valutata e giudicata (prima a livello di Comitato Unesco italiano poi, in caso positivo, al verdetto finale di Parigi) non alla fine di questo mese come si riteneva inizialmente ma nella primavera del 2024.

E’ evidente che questo slittamento anziché essere di nocumento potrà, al contrario, consentire una organizzazione della campagna a sostegno della candidatura ben più ampia, estesa e articolata di quanto si sia potuto fare finora, col breve lasso di tempo fin qui disponibile.

Potendo così coinvolgere un numero ben maggiore di persone (con opportune raccolte di firme da inviare all’Unesco), enti e istituzioni pubbliche e private, realtà caffeicole e pubblici esercizi, non solo a Trieste ma anche in molte altre località italiane.

In definitiva si potrebbero avere parecchie più chance di riuscita e tutte le realtà presenti si sono comunemente espresse per cogliere questa inattesa occasione, aumentare gli sforzi e puntare con ancora maggior determinazione verso l’obiettivo.

La mozione di sostegno della candidatura

In tal senso, assicurando il massimo appoggio istituzionale, sono intervenuti innanzitutto il Vicesindaco Serena Tonel, che ha portato il saluto del Sindaco Dipiazza e ha rimarcato come il legame fra Trieste e le molteplici attività della filiera del caffè sia davvero fondamentale per il forte impatto economico e occupazionale che comportano, ma anche per gli aspetti di ricerca scientifica, turismo e cultura che il prezioso chicco comporta.

Quindi, l’Assessore comunale Michele Lobianco – da sempre vicino alle attività dell’Amdc – che ha auspicato il più ampio successo dell’iniziativa e il Presidente del Consiglio Comunale di Trieste Francesco Di Paola Panteca che ha annunciato di voler proporre al Consiglio municipale una apposita mozione di sostegno alla candidatura. Analoga volontà di sostegno anche dal Presidente del Consiglio Regionale del FVG Piero Mauro Zanin che – come detto – ha inviato un messaggio di adesione.

Quindi, per le categorie economiche, mentre la presidente provinciale Fipe Federica Suban ha assicurato un forte impegno specifico della Federazione dei Pubblici Esercizi, i due principali rappresentanti caffeicoli, Fabrizio Polojaz, anche a nome dell’intera  comunità emblematica delle realtà partecipanti all’”avventura” della candidatura, e Omar Zidarich per i torrefattori – che ha anche portato il saluto e l’adesione del presidente della Camera di Commercio della Venezia Giulia Antonio Paoletti -, hanno entrambi rimarcato la fondamentale importanza della sinergia fra privato e pubblico, e fra istituzioni, articolazioni della società civile e cittadini tutti, per la riuscita dell’impresa.

Ricordando come Trieste debba avere in ciò un ruolo trainante, forte dei suoi 300 anni di esperienza di commercializzazione e trasformazione del caffè, e di una forte e tutta peculiare tradizione di degustazione della bevanda.

Basti ricordare che oggi sui 10 mila addetti operanti nel settore in tutta Italia ben 1.000, più altri 800 nell’indotto, lavorano a Trieste, nelle molteplici professionalità e punti della filiera. Ma, al di là e oltre la nostra indubbia qualificazione di autentica Capitale del caffè, oggi – hanno detto – dobbiamo lavorare con le altre città e realtà italiane per un obiettivo comune.

Concetto ripreso e ampliato nell’appassionato intervento della presidente del Club Unesco di Udine Renata Capria d’Aronco che, indicando la necessità di “andare oltre ogni campanilismo per ottenere i risultati che tutti desideriamo”, ha fortemente sottolineato l’adesione e l’azione del sodalizio friulano in piena consonanza con l’associazione Museo del Caffè di Trieste, a partire da questo incontro, “ma ora mobilitandosi uniti e a vasto raggio per andare a interessare tutte le realtà civili della nostra Regione, a cominciare dal mondo della scuola, mentre il Club locale si impegnerà per coinvolgere i Club Unesco di tutta Italia, per il miglior successo dell’iniziativa di candidatura”.

Introdotto dal vicepresidente Doriano Simonato, che per tutta la sua durata ha brillantemente condotto quella che di fatto è stata una vera e propria tavola rotonda fra attori diversi pubblici e privati e il pubblico presente, stimolando e provocando domande, interventi e interessanti quesiti, è toccato infine al presidente della Amdc Gianni Pistrini chiudere l’incontro ricordando come l’Associazione museo del caffè di Trieste abbia, conformemente ai suoi scopi sociali, aderito convintamente e fin dall’inizio a questa iniziativa di valorizzazione e promozione del caffè espresso italiano a livello internazionale, inteso in tutti i suoi aspetti e peculiarità territoriali.

“E anche a tal fine e in tale direzione – ha concluso Pistrini, evidenziando pure le molteplici attività svolte recentemente dall’Associazione museo del caffè, e tra queste in particolare l’importante gemellaggio con il prestigioso Museu do Cafè di Santos -, la stessa attesa creazione, in accordo con le Istituzioni cittadine e prioritario fine istitutivo della Amdc, di un Museo del Caffè degno di questo nome, dedicato alle molteplici testimonianze, oggetti, reperti e vicende umane che da secoli legano la nobile bevanda alla storia, cultura ed economia di questa città emporiale, potrà essere, realizzato nell’area pubblica del Porto Vecchio e direttamente connesso al Museo Commerciale della Città, un forte attrattore di visitatori, turisti, studiosi e appassionati dell’argomento”.

“E se – così ancora Pistrini – tale realizzazione, come auspicato dallo stesso Assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi, potrà concretizzarsi e venir anche completata nel corso dell’anno, essa potrà davvero rappresentare un ulteriore e potente motore pure ai fini del successo della candidatura italiana all’Unesco del ”Rito del Caffè Espresso italiano quale patrimonio immateriale dell’umanità” ”.

La torrefazione Di Bernardo Caffè della Basilicata si espande in Giappone e Canada

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L'interno di una delle sedi di Di Bernardo Caffè (immagine concessa)

MELFI (Potenza) – La storia di Di Bernardo Caffè è quella di una piccola torrefazione artigianale italiana situata in Basilicata, splendida regione del sud, che, grazie alla passione ed alla dedizione del suo fondatore Francesco Di Bernardo, è riuscita a conquistare i palati dei clienti esigenti in tutto il mondo.

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L’esterno di uno degli store di Di Bernardo Caffè (immagine concessa)

Grazie alla sua grande esperienza nel settore, Francesco Di Bernardo è riuscito a creare un prodotto veramente particolare, frutto della combinazione tra metodologie di lavorazione classiche tradizionali e tecnologie più moderne.

La storia e l’espansione di Di Bernardo Caffè

Già riconosciuta anni addietro per la qualità delle proprie miscele, oltre a servire clienti su territorio italiano, l’azienda è riuscita a portare il proprio prodotto anche fuori dai confini nazionali.

Una grande conquista per Di Bernardo Caffè è stata l’approdo in Giappone, dove l’azienda ha iniziato a servire molteplici attività di ristorazione e caffetterie di fascia molto alta, grazie anche all’esperienza ed alla professionalità dell’interfaccia importatrice e distributrice per tutto il territorio nipponico e la costa asiatica. Ciò ha portato Di Bernardo Caffè ad essere apprezzato per la sua qualità e la sua raffinatezza.

Ma il successo non si è fermato qui: la realtà ha infatti deciso di espandersi in Nord America, aprendo il suo primo coffee shop a Montréal in Canada. Qui il caffè artigianale italiano ha subito riscosso un grande successo, conquistando i palati dei clienti nord americani.

Ma il progetto di Francesco Di Bernardo è in continua espansione: il suo obiettivo è quello di aprire nuovi punti vendita in diverse città del mondo.

Già in calendario le due prossime nuove aperture: la prima sarà ancora in Canada, ma questa volta a Toronto, mentre la successiva sarà in Florida, a Miami.

Per realizzare questo progetto, Francesco Di Bernardo ha scelto di portare con sé i partner storici dell’azienda, come Rancilio per le macchine da caffè e Mazzer per i grinder, macinacaffè.

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Le macchine da caffè Rancilio partner di Di Bernardo Caffè (immagine concessa)

A detta di Francesco, l’affiancamento di fornitori storici gli da un po’ una sensazione di rassicurazione e la garanzia di non sbagliare, sentendosi in un certo modo protetti da amici italiani come lui.

In conclusione, la storia di Di Bernardo Caffè è quella di un’azienda artigianale italiana che ha saputo conquistare i palati dei clienti più esigenti in tutto il mondo.

Grazie alla continua dedizione ed alla grande passione Francesco Di Bernardo che, con la sua azienda, porta avanti il sogno di diventare un piccolo punto di riferimento per tutti gli amanti del caffè artigianale di alta qualità made in Italy.