giovedì 11 Aprile 2024
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Associazione museo del caffè di Trieste a favore della candidatura Unesco per l’espresso che slitta al 2024

L'evento è stato introdotto dal vicepresidente Doriano Simonato, che per tutta la sua durata ha brillantemente condotto quella che di fatto è stata una vera e propria tavola rotonda fra attori diversi pubblici e privati e il pubblico presente, stimolando domande, interventi e interessanti quesiti, è toccato infine al presidente della Amdc Gianni Pistrini chiudere l’incontro ricordando come l’Associazione museo del caffè di Trieste abbia, conformemente ai suoi scopi sociali, aderito convintamente e fin dall’inizio a questa iniziativa di valorizzazione e promozione del caffè espresso italiano a livello internazionale, inteso in tutti i suoi aspetti e peculiarità territoriali

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TRIESTE – Pienamente riuscito, con una notevole partecipazione di cittadini e operatori a vario livello interessati, e, soprattutto, con l’espressione di un forte appoggio politico-istituzionale e l’annuncio di importanti e sostanziali novità: in questi termini si può sintetizzare il successo e la pregnanza di risultati del nuovo incontro pubblico a sostegno della candidatura all’Unesco del “Rito del caffè espresso italiano quale patrimonio immateriale dell’umanità”.

Associazione museo del caffè di Trieste per la candidatura all’Unesco dell’espresso

L’evento è stato organizzato nei giorni scorsi dall’Associazione museo del caffè di Trieste (aMDC) in collaborazione con il Club Unesco di Udine e la partecipazione delle maggiori realtà caffeicole triestine, nella prestigiosa Sala “Bazlen” di Palazzo Gopcevic messa a disposizione dal Comune di Trieste.

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A illustrare le ragioni e le strategie della candidatura sono intervenuti per la aMDC il presidente Gianni Pistrini con il vice, l’imprenditore Doriano Simonato, la scrittrice e promotrice culturale Renata Capria d’Aronco presidente del Club Unesco friulano, il presidente dell’Associazione Caffè Trieste Fabrizio Polojaz che è anche il coordinatore della cosiddetta comunità emblematica che riunisce tutte le realtà caffeicole cittadine che partecipano allo sforzo comune per la candidatura, Omar Zidarich presidente del Gruppo Italiano Torrefattori di Caffè (che raccoglie i ben 743 torrefattori d’Italia) e Federica Suban presidente provinciale della Fipe.

A livello istituzionale, il vicesindaco e assessore alle Politiche economiche Serena Tonel, l’Assessore agli Affari generali e innovazione tecnologica del Comune di Trieste Michele Lobianco e il presidente del Consiglio Comunale di Trieste Francesco Di Paola Panteca mentre l’omologo Presidente del Consiglio Regionale del FVG Piero Mauro Zanin ha inviato un circostanziato messaggio di adesione.

La notizia di più immediato impatto emersa nel corso dell’incontro e di massima importanza per le scelte tattiche e organizzative che dovranno ora venir intraprese è che l’Unesco ha recentemente deciso di sdoppiare i propri riconoscimenti alle realtà e attività umane di maggior rilevanza culturale a livello mondiale, suddividendole in materiali e immateriali e, conseguentemente, premiando ad anni alterni l’uno e l’altro di questi ambiti.

Ciò comporterà, nella pratica, che la candidatura italiana del “Rito del Caffè Espresso italiano quale patrimonio immateriale dell’umanità” – che ha appunto Trieste tra i principali fautori – potrà venir valutata e giudicata (prima a livello di Comitato Unesco italiano poi, in caso positivo, al verdetto finale di Parigi) non alla fine di questo mese come si riteneva inizialmente ma nella primavera del 2024.

E’ evidente che questo slittamento anziché essere di nocumento potrà, al contrario, consentire una organizzazione della campagna a sostegno della candidatura ben più ampia, estesa e articolata di quanto si sia potuto fare finora, col breve lasso di tempo fin qui disponibile.

Potendo così coinvolgere un numero ben maggiore di persone (con opportune raccolte di firme da inviare all’Unesco), enti e istituzioni pubbliche e private, realtà caffeicole e pubblici esercizi, non solo a Trieste ma anche in molte altre località italiane.

In definitiva si potrebbero avere parecchie più chance di riuscita e tutte le realtà presenti si sono comunemente espresse per cogliere questa inattesa occasione, aumentare gli sforzi e puntare con ancora maggior determinazione verso l’obiettivo.

La mozione di sostegno della candidatura

In tal senso, assicurando il massimo appoggio istituzionale, sono intervenuti innanzitutto il Vicesindaco Serena Tonel, che ha portato il saluto del Sindaco Dipiazza e ha rimarcato come il legame fra Trieste e le molteplici attività della filiera del caffè sia davvero fondamentale per il forte impatto economico e occupazionale che comportano, ma anche per gli aspetti di ricerca scientifica, turismo e cultura che il prezioso chicco comporta.

Quindi, l’Assessore comunale Michele Lobianco – da sempre vicino alle attività dell’Amdc – che ha auspicato il più ampio successo dell’iniziativa e il Presidente del Consiglio Comunale di Trieste Francesco Di Paola Panteca che ha annunciato di voler proporre al Consiglio municipale una apposita mozione di sostegno alla candidatura. Analoga volontà di sostegno anche dal Presidente del Consiglio Regionale del FVG Piero Mauro Zanin che – come detto – ha inviato un messaggio di adesione.

Quindi, per le categorie economiche, mentre la presidente provinciale Fipe Federica Suban ha assicurato un forte impegno specifico della Federazione dei Pubblici Esercizi, i due principali rappresentanti caffeicoli, Fabrizio Polojaz, anche a nome dell’intera  comunità emblematica delle realtà partecipanti all’”avventura” della candidatura, e Omar Zidarich per i torrefattori – che ha anche portato il saluto e l’adesione del presidente della Camera di Commercio della Venezia Giulia Antonio Paoletti -, hanno entrambi rimarcato la fondamentale importanza della sinergia fra privato e pubblico, e fra istituzioni, articolazioni della società civile e cittadini tutti, per la riuscita dell’impresa.

Ricordando come Trieste debba avere in ciò un ruolo trainante, forte dei suoi 300 anni di esperienza di commercializzazione e trasformazione del caffè, e di una forte e tutta peculiare tradizione di degustazione della bevanda.

Basti ricordare che oggi sui 10 mila addetti operanti nel settore in tutta Italia ben 1.000, più altri 800 nell’indotto, lavorano a Trieste, nelle molteplici professionalità e punti della filiera. Ma, al di là e oltre la nostra indubbia qualificazione di autentica Capitale del caffè, oggi – hanno detto – dobbiamo lavorare con le altre città e realtà italiane per un obiettivo comune.

Concetto ripreso e ampliato nell’appassionato intervento della presidente del Club Unesco di Udine Renata Capria d’Aronco che, indicando la necessità di “andare oltre ogni campanilismo per ottenere i risultati che tutti desideriamo”, ha fortemente sottolineato l’adesione e l’azione del sodalizio friulano in piena consonanza con l’associazione Museo del Caffè di Trieste, a partire da questo incontro, “ma ora mobilitandosi uniti e a vasto raggio per andare a interessare tutte le realtà civili della nostra Regione, a cominciare dal mondo della scuola, mentre il Club locale si impegnerà per coinvolgere i Club Unesco di tutta Italia, per il miglior successo dell’iniziativa di candidatura”.

Introdotto dal vicepresidente Doriano Simonato, che per tutta la sua durata ha brillantemente condotto quella che di fatto è stata una vera e propria tavola rotonda fra attori diversi pubblici e privati e il pubblico presente, stimolando e provocando domande, interventi e interessanti quesiti, è toccato infine al presidente della Amdc Gianni Pistrini chiudere l’incontro ricordando come l’Associazione museo del caffè di Trieste abbia, conformemente ai suoi scopi sociali, aderito convintamente e fin dall’inizio a questa iniziativa di valorizzazione e promozione del caffè espresso italiano a livello internazionale, inteso in tutti i suoi aspetti e peculiarità territoriali.

“E anche a tal fine e in tale direzione – ha concluso Pistrini, evidenziando pure le molteplici attività svolte recentemente dall’Associazione museo del caffè, e tra queste in particolare l’importante gemellaggio con il prestigioso Museu do Cafè di Santos -, la stessa attesa creazione, in accordo con le Istituzioni cittadine e prioritario fine istitutivo della Amdc, di un Museo del Caffè degno di questo nome, dedicato alle molteplici testimonianze, oggetti, reperti e vicende umane che da secoli legano la nobile bevanda alla storia, cultura ed economia di questa città emporiale, potrà essere, realizzato nell’area pubblica del Porto Vecchio e direttamente connesso al Museo Commerciale della Città, un forte attrattore di visitatori, turisti, studiosi e appassionati dell’argomento”.

“E se – così ancora Pistrini – tale realizzazione, come auspicato dallo stesso Assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi, potrà concretizzarsi e venir anche completata nel corso dell’anno, essa potrà davvero rappresentare un ulteriore e potente motore pure ai fini del successo della candidatura italiana all’Unesco del ”Rito del Caffè Espresso italiano quale patrimonio immateriale dell’umanità” ”.

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