giovedì 04 Dicembre 2025
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Arriva SumUp One, il piano di abbonamento per gli esercenti: un risparmio su prodotti e commissioni

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pos sumup
Pos SumUp SOLO (immagine concessa)

MILANO – SumUp, l’azienda leader a livello globale nella tecnologia finanziaria con oltre 4 milioni di clienti in tutto il mondo, porta in Italia SumUp One: il nuovo piano di abbonamento pensato su misura per aziende ed esercenti. Già lanciato nel 2022 in Regno Unito, SumUp One darà ora la possibilità agli abbonati italiani di accedere ai suoi servizi e dispositivi con notevoli sconti, oltre a offerte dedicate e alla possibilità di avvantaggiarsi di commissioni minori sulla singola transazione.

Attivabile a soli 15€ al mese, l’abbonamento a SumUp One mette infatti a disposizione di aziende ed esercenti una vasta gamma di vantaggi: tra questi ci sono commissioni di transazione inferiori all’1% (0,95% invece che 1,95%); versamento dei fondi sul Conto Aziendale nel giro di 24 ore lavorative, al posto delle canoniche 48-72; fatture illimitate e fino a 5 prelievi allo sportello Bancomat con la MasterCard di SumUp.

SumUp One

SumUp One consente inoltre di riunire tutte le richieste di pagamento dell’esercente in un unico gestionale, dando così l’opportunità all’abbonato di mantenere il controllo sui propri flussi di cassa in maniera più agevole. In aggiunta, gli esercenti abbonati hanno diritto a sconti sull’acquisto dei dispositivi SumUp e potranno ad esempio, acquistare il Pos SumUp SOLO a 39,99€, invece che 79€.

SumUp One va ad arricchire ulteriormente l’offerta di SumUp, aggiungendosi ad un ecosistema di soluzioni creato su misura per ogni tipo di business e che va oltre la semplice accettazione della carta.

Tra queste c’è SumUp Cassa Pro, la cassa cloud che consente di gestire in modo integrato e da remoto qualsiasi tipo di attività dell’esercente, dall’elaborazione degli ordini all’accettazione di qualsiasi tipo di pagamento, fino alle integrazioni con i partner. Inoltre, grazie agli aggiornamenti in tempo reale e alle rendicontazioni facili da interpretare, rende possibile accedere ai dati relativi alle vendite, alle performance dei prodotti e al magazzino, per tenere sotto controllo in maniera semplice e veloce la contabilità.

O, ancora, SumUp Pay, la prima app rivolta ai consumatori e dotata di varie funzionalità per gli utenti, come il digital wallet – che consente di attivare una Mastercard virtuale gratuita – ricaricabile tramite un’altra carta o con bonifico bancario, per scambiare denaro con gli amici e fare acquisti in modo veloce e conveniente.

SumUp One sta già conquistando molti esercenti in vari rami di business. Tra i primi ad aver avuto accesso a questo nuovo servizio c’è l’apicoltrice Antonella Ballerini, proprietaria dell’azienda Agricola Apicoltura E.G che dichiara: “SumUp One mi aiuta a dimezzare le commissioni, facendomi risparmiare in media circa 200€ ogni anno. Si tratta di un aspetto fondamentale per la sostenibilità della mia attività, visto che i miei clienti tendono sempre di più a preferire transazioni digitali e pagamenti via carta anche per le piccole cifre”.

Jack Ojari, Subscriptions Lead di SumUp, commenta così l’arrivo di SumUp One in Italia: “Il punto di forza delle soluzioni di SumUp è quello di semplificare, con la sua vasta offerta di prodotti, l’attività di commercianti di tutte le dimensioni: piccoli esercenti, ma anche aziende più strutturate. Anche SumUp One si muove in questa direzione: è un’offerta intuitiva che si adatta perfettamente alla nostra filosofia, fornendo agli esercenti un modo semplice e immediato di accedere ai prodotti e servizi dell’offerta SumUp. In questi ultimi anni, infatti, l’ecosistema SumUp si è molto ampliato: è quindi indispensabile che gli esercenti possano accedere facilmente a tutti gli strumenti di cui hanno bisogno per gestire con successo le loro attività”.

La scheda sintetica di SumUp

SumUp è l’azienda leader a livello mondiale nel settore della tecnologia finanziaria, con l’obiettivo di democratizzare il settore dei pagamenti digitali per i piccoli commercianti. Fondata nel 2012, SumUp è il partner finanziario di oltre 4 milioni di esercenti in più di 35 mercati nel mondo, aiutandoli ad avviare, gestire e far crescere la loro attività.

Attraverso la sua Super App, SumUp offre ai piccoli commercianti un conto e una carta aziendale gratuiti, un negozio online e una soluzione di fatturazione, oltre a pagamenti di persona e a distanza perfettamente integrati con i terminali per carte e i registratori di cassa SumUp.

Con l’intento di valorizzare il proprio successo, SumUp si è impegnata a donare l’1% del proprio fatturato a sostegno di cause ambientali, educative e imprenditoriali. Nel 2022 la società è stata riconosciuta come Top Global Employer per la comunità LGBTQ+ dallo Stonewall Workplace Equality Index. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

A Venezia arrivano le macchinette del caffè nei panifici in crisi e i titolari dei bar protestano

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Le gondole di Venezia (immagine: Pixabay)

Il Comune di Venezia ha permesso l’installazione di macchinette per il caffè nei panifici. L’iniziativa nasce dalla forte crisi del settore dei panificatori, che in città ha visto ridurre i negozi da un centinaio a circa a 25. Tuttavia moltissimi esercenti dei bar della capitale della laguna hanno già cominciato a lamentarsi Leggiamo di seguito l’articolo pubblicato sul portale Euronews.

Macchinette per il caffè nei panifici: polemica a Venezia

Il Comune di Venezia permetterà ai panifici di installare le macchinette per il caffè nei negozi, per i clienti che desiderino così fare una sorta di colazione espressa, in piedi o da asporto. Ma è già polemica da parte degli esercenti dei bar, che temono di perdere una parte di clientela.

L’iniziativa nasce dalla forte crisi del settore dei panificatori, che in città ha visto ridurre i negozi da un centinaio a circa a 25, peraltro in difficoltà anche nel trovare la manodopera.

La novità dei caffe nei negozi del pane è stata annunciata – scrive la stampa locale – nel corso di una conferenza stampa cui sono intervenuti l’assessore comunale alle Attività produttive, Sebastiano Costalonga, e il presidente dei panificatori veneziani, Paolo Stefani. L’idea però non piace all’Aepe, l’associazione dei pubblici esercenti.

Di fatto il progetto del Comune permetterebbe ai fornai di affiancare al pane, ai cornetti ed altri dolci, gli apparecchi automatici da cui caffè, cappuccino o tè, seppur nel bicchiere da asporto.

Starbucks apre un nuovo punto vendita a Bologna sotto le Due Torri

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Il logo di Starbucks

L’espansione del colosso americano in Italia continua senza sosta: questa volta è il turno di Bologna. Per inizio autunno è prevista l’apertura di un nuovo store sotto l’ombra delle Due Torri all’interno di un palazzo dal grande valore storico e culturale. Lo stabile di pregio, che ha ospitato fino a pochi mesi fa la libreria Mondadori, dovrà subire alcune modifiche, come il ripristino e la riqualificazione della sala boschereccia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Il Resto del Carlino.

Il nuovo punto vendita Starbucks

BOLOGNA – Starbucks arriva sotto le Due Torri con un punto vendita in uno dei nostri palazzi dal valore culturale e storico inestimabile. E l’apertura della caffetteria americana in via D’Azeglio 34 è in dirittura d’arrivo, come fa sapere l’assessora comunale al commercio Luisa Guidone, presentando i 16 progetti speciali per il commercio nelle aree urbane di particolare valore culturale, tutti approvati in deroga al cosiddetto Regolamento Unesco che limita i nuovi esercizi commerciali (in primo luogo di carattere alimentare) in centro storico.

Starbucks nella ex Mondadori

Lo stabile di pregio, che ha ospitato fino a pochi mesi fa la libreria Mondadori, dovrà subire alcune modifiche, come il ripristino e la riqualificazione della sala boschereccia. In più, nella struttura sarà presente uno spogliatoio per i dipendenti, e bisognerà trasformare adeguatamente i locali per il pubblico esercizio di fama mondiale.

Ma i lavori di ristrutturazione non rallenteranno l’apertura, che è prevista per questo autunno. Per il progetto, voluto da San Bernardino srl, non sono previsti dehors sull’area pubblica.

La nuova apertura dona alla città un respiro internazionale e insiste sulla volontà di rendere Bologna sempre più attrattiva per i numerosi turisti e visitatori provenienti da tutto il mondo. I clienti saranno coinvolti anche per iniziative di carattere sociale e culturale.

Per ottenere la deroga, Starbucks si è impegnato a sviluppare iniziative di carattere sociale e culturale in collaborazione con l’amministrazione; progetti su bere responsabile e rispetto dell’ambiente e l’adesione al progetto “Insieme per il lavoro”.

La Lega: tutelare i commercianti storici

“Stupisce la concessione dell’apertura in via D’Azeglio di uno Starbucks da parte del Comune”, dichiarano in una nota Matteo Di Benedetto e Giulio Venturi, rispettivamente capogruppo a Palazzo D’Accursio e portavoce della Lega. Da una parte, infatti, l’amministrazione non perde occasione per “colpire i commercianti, anche storici, che costituiscono da sempre il tessuto commerciale della nostra città e ne costituiscono una delle caratteristiche segnanti – continuano i due leghisti – facendo fatica a concedere anche un dehor, magari proprio in via D’Azeglio”.

Dall’altra parte, però, “non ci si fa problemi ad aprire nelle vie storiche e caratteristiche alle multinazionali. È la sinistra dell’omologazione, che perde volentieri le caratteristiche identitarie in favore del grigio magma indistinto della modernità”, aggiungono Di Benedetto e Venturi.

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illycaffè: si degustano in alcuni locali selezionati in Europa i nove caffè finalisti dell’Ernesto Illy International Coffee Award

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Honduras illycaffè
La miscela dall'Honduras (immagine concessa)

TRIESTE – Al via le degustazioni dedicate ai finalisti dell’Ernesto Illy International Coffee Award 2022: a partire da aprile e fino alla fine dell’anno sarà possibile intraprendere, in alcuni caffè illy selezionati in tutta Europa, un vero e proprio viaggio intorno al mondo alla scoperta di nove raccolti di caffè Arabica selezionati per la loro qualità sostenibile.

Etiopia, Brasile, Costa Rica, Guatemala, Nicaragua, El Salvador, Honduras, Ruanda e India: ogni mese sarà dedicato a un lotto 100% Arabica proveniente da un Paese diverso, ognuno con le proprie caratteristiche organolettiche, sentori e aromi. Un’occasione unica per avvicinarsi al mondo del caffè scoprendo nuovi profumi e aromi

È proprio attraverso l’Ernesto Illy International Coffee Award, il premio intitolato alla memoria del visionario figlio del fondatore dell’azienda e pioniere della collaborazione virtuosa con i coltivatori, che illycaffè premia i migliori caffè del mondo per l’attenzione alla qualità sostenibile, rinnovando il suo impegno a migliorare la vita dei produttori e a realizzare il sogno di offrire il miglior caffè al mondo.

Nove i Paesi protagonisti delle degustazioni: tra loro, anche i vincitori del premio Coffee Lover’s Choice, assegnato dopo un blind tasting organizzato in alcuni locali illy nel mondo, alla cooperativa CoopeAtenas R.I. del Costarica, e del “Best of the Best”, conferito da una giuria indipendente di esperti internazionali all’Etiopia di Tracon Trading P.I.C.

Seguendo un calendario mensile da aprile a dicembre 2023, nei caffè illy selezionati sarà possibile quindi degustare in purezza le 9 varietà di Arabica finaliste, sia nella versione classica espresso, sia – solo nei mesi estivi, da giugno a settembre – in un’esclusiva versione fredda. Per tutti quelli che completeranno il ciclo di degustazioni dei nove paesi sarà inoltre previsto un piccolo premio finale.

Ad accompagnare le degustazioni, anche le illustrazioni che 9 artisti internazionali hanno realizzato per accompagnare il progetto: un ulteriore modo per celebrare, attraverso l’arte e la bellezza, atmosfere, culture e sapori legati ai Paesi finalisti, con 9 creatività che mese dopo mese rappresenteranno l’universo cromatico di ogni singolo territorio, richiamando anche le note aromatiche della loro produzione di caffè.

Di seguito il calendario completo:

  • Aprile: Honduras – illustrazione di Sacrée Frangine @sacree_frangine
  • Maggio: Brasile – illustrazione di Gio Pastori @giopastori
  • Giugno: Nicaragua – illustrazione di Petra Eriksson @petraerikssonstudio
  • Luglio: El Salvador – illustrazione di Odile Ferraille @odileferraille
  • Agosto: Guatemala – illustrazione di Victoria Semykina @victoria_semykina
  • Settembre: Costarica Coffee lovers choice – illustrazione di Miles Tewson @miles_tewson
  • Ottobre: Ruanda – illustrazione di Maria-Ines Gul @mariainesgul/
  • Novembre: India – illustrazione Manon Louart @manonlouart
  • Dicembre: Etiopia Best of the best – illustrazione di Beya Rebaï @beya_rebai

Per la lista dei locali aderenti basta cliccare qui

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica, combinando nove delle migliori qualità con un costante orientamento all’innovazione. La creazione nel 1991 del “Premio Ernesto Illy per il caffè espresso di qualità” in Brasile, e poi nel 2017 dell’“Ernesto Illy International Coffee Award”, hanno simboleggiato l’impegno a favore dei coltivatori, a cui illy riconosce un premium price per il caffè di qualità. Dal 2013 l’azienda, presente in oltre 140 paesi, è inserita tra le World’s Most Ethical Companies.

Società Benefit di diritto italiano dal 2019, nel 2021 illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto la certificazione internazionale B Corp, che riconosce i più alti standard di performance sociale e ambientale. Nel 2022 l’azienda ha impiegato 1230 persone e ha registrato ricavi consolidati pari a €567,7 milioni. Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nel percorso di crescita internazionale.

Banco Alimentare, recuperate a Cibus sette tonnellate di alimenti

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Il logo Cibus

Alla conclusione di Cibus, il salone internazionale dell’agroalimentare conclusasi a Parma, Banco Alimentare ha recuperato sette tonnellate di alimenti salvandoli in tal modo dallo spreco. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica.

Cibus e Banco Alimentare

PARMA – Recuperate dal Banco alimentare, al termine di Cibus – il salone internazionale dell’agroalimentare che si è svolto a Parma il 29 e 30 marzo scorso – sette tonnellate di alimenti. Per il quinto anno consecutivo è stata rinnovata la partnership tra lo stesso Banco Alimentare e Fiere di Parma per realizzare il progetto Cibus Food Saving: 100 imprese hanno scelto di donare gli alimenti eccedenti.

In questo modo, viene spiegato in una nota, cibi ancora in perfetto stato sono stati salvati dallo spreco e saranno ridistribuiti ad alcune delle oltre 700 strutture caritative convenzionate con il Banco Alimentare dell’Emilia-Romagna e che sostengono 125mila persone in difficoltà.

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Le bustine di zucchero nei bar per sensibilizzare sull’autismo: il progetto dell’associazione Namastè

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Bustine di zucchero (da commons.wikimedia, autore Paulata) federgrossisti
Bustine di zucchero (da commons.wikimedia, autore Paulata)

Bustine di zucchero nei bar della provincia per sensibilizzare le persone sul delicato tema dell’autismo. E’ questo il progetto dell’associazione socioculturale Namastè di Chiaramonte Gulfi a Ragusa. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale d’informazioni Ragusa Today.

Il progetto per la sensibilizzazione sul tema dell’autismo

CHIARAMONTE GULFI (Ragusa) –  Ogni anno, ad aprile, l’associazione si è occupata di creare momenti di conoscenza e informazione su questa delicata tematica. Sono stati tanti, negli anni, le iniziative proposte. Quest’anno, l’associazione ha deciso di agire in modo non convenzionale.

“Quest’anno – racconta Daniela Lucifora presidente dell’associazione Namastè- stavo prendendo un caffè con la mia amica e collega Ivana Tidona, responsabile di Progetto Autismo, quando la riflessione si è centrata su quanto sia importante per ogni persona la pausa caffè. Per molti è scontata e spensierata, ma per le famiglie che vivono l’autismo h24, una pausa caffè spensierata è un privilegio, per staccare e riprendere un minimo di forza”.

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La colomba allo spritz Maina: il dolce di Pasqua

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La colomba pasquale (immagine: Pixabay)

Maina ha creato una colomba allo spritz da 750 g con il ripieno alcolico e il sapore della famosa bevanda nordica. L’azienda nata a Torino è conosciuta per il suo panettone ma quest’anno stupisce con questo dolce fuori dal comune. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale Secret Roma.

La colomba allo spritz di Maina

“Un’irresistibile e croccante copertura di cioccolato fondente, arricchita da pezzi di arancia candita, racchiude un soffice impasto, lievitato naturalmente per oltre dieci ore, farcito con bagna di pasticceria e crema al gusto di spritz.”

Questa colomba fa parte della linea Le Golosone e si può trovare al supermercato anche a 7 euro (circa). Ma le colombe originali della Maina non finiscono qui. Trovi quella vaniglia e fondente, al gusto tiramisù, gianduia, chocobrownie, triple chocolate o pistacchio.

Gli ingredienti della colomba allo spritz sono: farina di grano tenero tipo “0”, crema al gusto di Spritz 13% (sciroppo di glucosio, zucchero, acqua, olio di semi di girasole, vino bianco frizzante 5%, latte scremato condensato zuccherato [latte magro, zucchero], alcool, zucchero caramellato, aromi naturali, addensante: pectina; amido modificato di mais, emulsionante: E471, sale, conservante: sorbato di potassio; distillato di rhum), uova fresche, zucchero, cioccolato 10,5% (pasta di cacao, zucchero, burro di cacao, burro, emulsionante: lecitina di soia), burro, bagna al gusto di spritz 5% (sciroppo di glucosio, acqua, alcool, Spritz 5% [vino, acqua, zucchero, aromi naturali, coloranti: E110, E124], aromi), lievito naturale (contiene grano), latte intero fresco pastorizzato, decorazione all’arancia 3% (scorze d’arancia, sciroppo di glucosio-fruttosio, zucchero, conservanti: anidride solforosa), emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi, fruttosio, sale, aromi.

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I prezzi della tazzina che dividono l’Italia: la più cara €1,31 a Trento, la più economica a Messina €0,92

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

In media d’anno, nel 2022, i prezzi nei bar sono aumentati del 4,4% con un +4,8% per la caffetteria, +5% per pasticceria e gelateria, +4,4% per gli snack, +3,8% e +3,9% per le bevande analcoliche o alcoliche. Nei ristoranti tradizionali +4,7%, nelle pizzerie +5,4%, con un picco del +8,1% per il food delivery, +6 per i prodotti di gastronomia e aumenti più contenuti per i distributori automatici, +2,8%. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa.

I prezzi della tazzina di caffè

MILANO – Emerge dal rapporto annuale della Fipe, l’associazione dei pubblici esercizi di Confcommercio che, sulla base dei dati Istat, sottolinea come gli aumenti siano inferiori all’inflazione generale ed evidenzia che l’andamento dei prezzi può “offrire una panoramica del diverso livello di costo del servizio da nord a sud della penisola”. Per esempio per caffè, cappuccino e panini al bar, pizza e bibita in pizzeria.

La ‘classifica’ è sui prezzi medi nei capoluoghi di provincia: non emergono quindi i picchi dei locali più prestigiosi o delle piazze più turistiche, né al contrario i prezzi assoluti più bassi.

Per il caffè, il prezzo medio in Italia è di 1,09 euro con un incremento rispetto ad un anno fa del 5,8% quando la tazzina costava mediamente in Italia 1,03 euro. Lungo la penisola il prezzo medio oscilla dentro una forchetta che va da 0,90€ a 1,30€.

Il costo di una tazzina di caffè oscilla da un minimo di 0,92 euro a Messina (0,95 a Reggio Calabria, 0,99 a Catanzaro) ad un massimo di 1,31 a Trento ed a Bolzano (1,24 a Cuneo e Venezia; 1,23 a Padova, Udine e Torino). Tra le capitali del caffè a Trieste il prezzo medio è di 1,21 euro ed a Napoli di 1,03 euro. A Roma 1,03, a Milano 1,10.

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Rapporto Ristorazione Centro Studi Fipe, il presidente Lino Stoppani: “Domanda e costi in crisi, la situazione è incerta”

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Il presidente Lino Enrico Stoppani

ROMA – Il Centro Studi della Fipe che è diretto da Luciano Sbraga, ha diffuso il Rapporto Ristorazione 2023, lo studio promosso da Fipe-Confcommercio che ha analizzato a fondo, anche con diverse collaborazioni esterne, lo stato di salute di uno dei settori più importanti per l’economia nazionale. Ma fornisce anche un prezioso sguardo diretto all’avvenire e individua le sfide che attendono il comparto.

Secondo questo studio, nonostante sia ancora inferiore rispetto al 2019, la spesa delle famiglie nella ristorazione è risalita a circa 82 miliardi di euro, quasi arrivando al traguardo degli 85 miliardi e mezzo del periodo pre-Covid, trainata anche dal ritorno del turismo internazionale, mentre il valore aggiunto del settore ha superato nel 2022 i 43 miliardi di euro (+18% rispetto all’anno precedente).

Lo studio sottolinea come la spinta inflattiva del settore sia stata più contenuta di quanto avvenuto a livello generale, con un incremento dei prezzi del 5% rispetto all’8,1% registrato per l’intera economia nel corso del 2022.

Leggiamo di seguito la prefazione del Rapporto Ristorazione Fipe del presidente Lino Enrico Stoppani.

Le parole del presidente Lino Enrico Stoppani

“Il Rapporto Ristorazione 2023 racconta di un rovesciamento di fronte, poiché nell’anno appena trascorso abbiamo visto rivelarsi l’altra faccia della crisi post-pandemica: dalla crisi della domanda si è passati nel volgere di pochi mesi ad affrontare una crisi di costi. Dunque, pur avendo recuperato, -magari non completamente, ma piuttosto solidamente – i livelli dei consumi pre-Covid, l’impatto del forte aumento delle bollette (anche oltre il 200%) e, seppure meno intenso, delle materie prime, hanno messo a dura prova la tenuta dei conti economici delle aziende.

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Bar e altri esercizi senza cucina (elaborazione Centro Studi Fipe su dati InfoCamere)

Nel sentimento comune, anche a bar e ristoranti è stato imputato di contribuire all’inflazione, ritoccando al rialzo i listini. Tuttavia, come emerge dal nostro Rapporto, non può passare inosservata la circostanza per la quale la dinamica dei prezzi del settore è stata rilevata di oltre tre punti al di sotto di quella generale.

Metà degli imprenditori dei Pubblici Esercizi dichiara, inoltre, di non aver alzato i prezzi. Questo tipo di scelta potrebbe avere diverse concause anche valide: l’impatto del contesto, la rilevanza della clientela tradizionale, l’efficientamento delle operations, nuove strategie di acquisizione della domanda basate sul costo”.

Una tattica conservativa

“Tuttavia, rimane il dubbio che, sia nel caso di ritocco dei listini, sia nel caso della loro invarianza, la strada imboccata non sia sempre una scelta consapevole degli operatori, quanto – per molt i- una tattica conservativa, fatta spesso per paura di perdere clientela che per giusta consapevolezza. Quello dei Pubblici Esercizi rimane infatti un settore ad alto rischio: il turn over tra aperture e chiusure resta elevato così come sopra la media dell’economia generale rimane il tasso di mortalità delle imprese.

Proprio questo mercato fortemente competitivo richiederebbe allora tanta più pianificazione, e non improvvisazione, elaborando modelli organizzativi che assorbano lavoro in modo più equilibrato e adatto al tempo che stiamo vivendo.

La discontinuità, l’aumento dei costi e il forte bisogno di nuove competenze, farebbe di questo periodo storico il momento giusto per il settore dei PE di fare quel salto di qualità da tempo auspicato, in tema di innovazione, marketing e gestione, intercettando trend, come lavoro da remoto, digitalizzazione, sostenibilità ambientale, che hanno cambiato usi e consumi degli italiani.

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E, se i problemi più scottanti sul tavolo dei PE sono tipici di questo mondo e, pur detonati recentemente, appaiono pur sempre “vecchie conoscenze” (pensiamo ad esempio alla debolezza strutturale su attrattività e produttività), le soluzioni vanno in qualche modo cercate fuori dai confini del settore stesso. C’è infatti bisogno di investire per ammodernare locali, impianti e attrezzature, ma anche per accrescere la qualità del capitale umano che si traduce in maggiore qualità dell’offerta, in maggiore soddisfazione delle persone e, alla fine dei conti, in maggiori volumi di attività.

Conforta certamente il fatto che nel 2022 l’occupazione del settore sia tornata quasi ai livelli del 2019, ma è difficile non osservare che il lavoro dei Pubblici Esercizi è un piano traballante dove risultano incerte sia le gambe della qualità, sia quelle della quantità dell’offerta di lavoratori.

Dal lato della quantità, basti notare che, come emerge da queste pagine, quasi un’impresa su due ha effettuato almeno una ricerca di personale nel 2022 e due su tre hanno incontrato difficoltà di reperimento (8 su dieci nel caso dei bar).

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Il tasso di imprenditorialità (Dati: Fipe)

Dal lato della qualità dell’occupazione, se il numero degli occupati ha recuperato, mancano all’appello quote di contratti a tempo indeterminato e fasce importantissime come giovani e donne, che hanno nel tempo qualificato il settore per capacità di inclusione e nuove energie.

Rimettere al centro il lavoro di qualità e ripensare i modelli di business in termini di sostenibilità sono i due assi portanti di una strategia imprenditoriale per i prossimi anni che in questo 2022 potrebbe aver visto un momento di svolta”.

Questo Rapporto lo registra e lo osserva attraverso i dati, con l’obiettivo – neanche troppo sottotraccia – di raccontare in modo esaustivo e più oggettivo possibile un settore complesso e spesso dibattuto, che tuttavia è tutto tranne che un fenomeno di costume, come talora viene classificato.

“La Ristorazione è – e rimane – intersezione tra filiere essenziali e sostanziali del made in Italy e stile di vita delle comunità; e il suo racconto contribuisce a dare un punto di riferimento più solido all’economia del Paese.

Questo è vero sia che il racconto passi attraverso i numeri, come in questo Rapporto, sia che venga trascinato dai simboli, come è stato negli anni scorsi per la Carta dei Valori di Fipe, come sarà nel 2023 per la prima Giornata della Ristorazione.

Numeri e simboli si uniscono dunque nella nostra azione di responsabile corpo intermedio, che ha l’onore e la responsabilità di rappresentare un settore ingrediente fondamentale della storia della società italiana e che ha tutte le carte in regola per apparecchiarne il futuro.”

CoffeeAndLucas con Giulia CrossBow filmano il brunch romano con caffè specialty

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CoffeeandLucas e Giuliacrossbow on the jon @CoffeeAndLucas @myMediaStudio
CoffeeandLucas e Giuliacrossbow on the jon @CoffeeAndLucas @myMediaStudio

MILANO – Con oltre 60 mila visualizzazioni, non potevamo non imbatterci nel video della youtuber Giulia CrossBow che, accompagnata dall’esperto CoffeeAndLucas, ci ha portati in un viaggio romano alla ricerca del brunch perfetto. Ovviamente, non mancano all’appello lo specialty e le estrazioni alternative.

Le attrezzature e la materia prima le porta CoffeeAndLucas, che apparecchia il tavolo quasi da barista professionista, con nonchalance nei vari locali visitati per realizzare il video: il brunch diventa l’occasione per comunicare ancora una volta un modo di bere il caffè differente.

E per aver raggiunto così tanti utenti, l’idea di far uscire lo specialty dalla solita nicchia, ha funzionato.

Perché, se è vero che si cerca il menù dei sogni – giusto equilibrio tra qualità e prezzo – nella capitale, non può mancare la stessa voglia di accompagnare il tutto, con il giusto caffè.

CoffeeAndLucas presidia il brunch romano

La youtuber in azione, @ CoffeeAndLucas @myMediaStudio

Ovviamente ripreso dalla camera ironica di Giulia CrossBow, che si è prestata volentieri all’esperimento: primo approccio con gli specialty, è comunque stata ben consigliata da CoffeeAndLucas, che ha spiegato con ironia e semplicità un prodotto che potrebbe spaventare – ma CoffeeAndLucas con V60, bollitore e bilancino, fa tutto tranne che paura – e che, se spiegato con le giuste parole e un pizzico di simpatia, dà quel plus al brunch che non tutti i locali hanno.

Tra sentori di fava di tonka, doppio espresso e torrefazioni di specialty parigine, tedesche e italiane, le complessità aromatiche di queste bevande vanno giù facilmente, tra un pasto e l’altro.

Uno dei segreti? Affidarsi al processo di lavorazione del caffè. E magari scoprire che esistono dei caffè dal Kenya processati in origine con metodo lavato e tostati a Roma da Aliena che sanno…di pomodoro e sono perfetti da accoppiare con un pasto sia dolce che salato.

Un frame dal video youtube

Mica male per un brunch.

Ma facciamoci raccontare la sua prima volta alle prese con lo specialty coffee direttamente da Giulia CrossBow (oltre 116 mila followers su youtube):

“Parto dal presupposto che non sono mai stata una grande consumatrice di caffè, solitamente lo bevo per necessità e quasi mai per il piacere di farlo. Ciononostante sono molto aperta ad approfondire argomenti a me sconosciuti come quello degli specialty coffee, un mondo del tutto nuovo per quanto mi riguarda.

Un altro frame dal video youtube del canale di Giuliacrossbow

Dal primo momento che ho incontrato Federico ho percepito la passione con cui riesce a raccontarti in maniera del tutto spontanea e per nulla noiosa questo universo. E il tutto ha preso forma di fronte a un buon brunch salato accompagnato da un’interessantissima varietà di caffè… e quanti buoni profumi! Ho imparato e assaporato qualcosa di nuovo, davvero una piacevole sorpresa!”.

“Il video con Giulia è nato quasi per gioco” racconta CoffeeAndLucas

“Seguo il suo canale quasi dagli albori e sapevo che fare un video con lei parlando di specialty sarebbe stata l’esatta rappresentazione di cosa vuol dire veramente uscire dalla nicchia del caffè, sia da un punto di vista di target di pubblico, che da quello anagrafico e di comunicazione.

L’assaggio prima di tutto @CoffeeAndLucas @myMediaStudio

Devo dire che però quando Giulia mi ha effettivamente chiesto di accompagnarla non mi sarei aspettato di diventare proprio lo special guest del suo video. E’ stato divertente immergersi nei panni dello youtuber e vedere con che precisione e attenzione lavori Giulia nonostante la giovanissima età. E’ una persona curiosa e che tiene tantissimo a realizzare dei contenuti che il suo pubblico possa apprezzare.

Proprio questa sua apertura alle novità l’ha convinta a inserire l’argomento caffè, che si sa può essere davvero ostico quando inserito su video più di ampio respiro. Ad ogni modo il mio obiettivo è stato quello di essere il più possibile una spalla e di asciugare al minimo le considerazioni sul caffè (senza banalizzarle). Alla fine gli utenti che hanno visto il video, basta dare un’occhiata ai commenti, hanno apprezzato questa strana triade formata da me, Giulia… e il caffè!”

Un successo quindi segnato per la cultura di questa bevanda: qui il video di questa esperienza… specialty