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martedì 06 Maggio 2025
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Barcellona: ecco Horoscoffee, il bar dedicato all’astrologia

A Barcellona ha aperto l’Horoscoffee, la caffetteria dedicata all’astrologia. Il locale propone diversi eventi come la lettura delle carte astrologiche o quella dei fondi di caffè turco. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di David León Himelfarb per il portale d’informazione Barcelona Secreta.

Horoscoffee: il bar dell’astrologia a Barcellona

BARCELLONA – “Al lavoro è il momento di affrontare le sfide e a livello personale di aprirsi a nuovi legami”. Per il Cancro che scrive questo articolo, queste sono solo alcune delle previsioni e dei consigli offerti questo mese sulla carta che accompagna il caffè che ordiniamo da Horoscoffee, il primo caffè dedicato all’astrologia a Barcellona.

Dall’esterno sembra una qualsiasi caffetteria specializzata. Al di là del nome (meraviglioso Horoscoffee), dell’arredamento minimalista, della macchina da caffè La Marzocco e di quelle tazze di cartone che a Barcellona sono onnipresenti, tipiche dei locali autorizzati a servire solo cibi e bevande da asporto.

Ma non appena si entra, si notano i dettagli. Un cartello chiede il segno dell’oroscopo. Disegni onirici decorano le pareti. Quando si ordina il caffè, Leo, il proprietario, chiede il segno dell’oroscopo e consegna insieme alla bevanda un biglietto con le previsioni che i suoi astrologi di fiducia hanno fatto per ogni segno per quel mese.

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Andrea Illy sui rincari, la tazzina al bar: “Il prezzo attuale non è etico per i produttori” e Cristina Scocchia: “Eventuale produzione anche negli USA per ridurre dazi”

MILANO – Andrea Illy, presidente di illycaffè, ha espresso la sua opinione sul rincaro della tazzina al bar in Italia affermando che si tratta di un aumento necessario. Il prezzo del caffè è infatti troppo basso in Italia secondo Illy e la media di 1,20 a tazzina non coprirebbe neanche il costo del lavoro.

La stessa linea di pensiero è riportata dall’amministratore delegato Cristina Scocchia che valuta come ridurre l’impatto di eventuali dazi sulle produzioni europee per il mercato americano.

“Buona parte dei troppi pubblici esercizi presenti in Italia vive in condizioni di redditività insufficiente“, spiega Illy come riportato dal portale d’informazione Green Economy Agency, aggiungendo che “questo prezzo così basso non remunera neanche il capitale investito”.

Ma le considerazioni del presidente non finiscono qui: bisogna pensare anche ai produttori: “Dall’altra parte della Terra ci sono poi 12 milioni e mezzo di microagricoltori sparsi su 40 paesi del sud del mondo, di cui metà vive al di sotto della soglia della povertà“. Questo, fa sì che “il prezzo attuale del caffè non può essere considerato etico” aggiunge Illy sempre su Green Economy Agency.

Perciò, aggiunge Andrea Illy, un rincaro dei prezzi del caffè servirebbe per consentire ai produttori di investire di più e far fronte al cambiamento climatico e alla povertà.

Basti pensare che Minas Gerais, la principale zona di coltivazione di Arabica in Brasile, ha ricevuto solo il 24% della pioggia media storica, avendo effetti devastanti per il raccolto.

E in materie di caffè si ricollega l’amministratore delegato dell’azienda Cristina Scocchia focalizzandosi sui dazi merceologici in America. Scocchia, come riporta Adnknoros, afferma: “Non si sa ancora se il caffè sarà una delle categorie merceologiche su cui i dazi verranno imposti, però è ovvio che noi abbiamo iniziato a pensare e già da diverse settimane, visto che il Presidente Trump aveva già annunciato questa sua intenzione in passato, a valutare la possibilità di produrre anche negli Stati Uniti, ovviamente esclusivamente per il mercato americano e questo per ridurre l’impatto di eventuali dazi su produzioni europee, come appunto la nostra. Ovviamente questa valutazione è in corso, vedremo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, non è una decisione che si prende su due piedi”.

illycaffè scocchia
Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè (immagine concessa)

Sempres riguardo i dazi Usa, Scocchia riflette sull’importanza di una negoziazione a livello europeo. C’è di più: “Il problema vero è che in questo momento è difficile per l’Europa ovviamente negoziare con gli Stati Uniti, perché l’Europa si trova in una situazione di fragilità economica e di grande dipendenza dall’export” afferma di nuovo Scocchia sempre su adnkronos.

La crescita in Europa è stagnante considerando che il 55% del prodotto interno lordo dipende dalle esportazioni: questo, secondo Scocchia, rende il Vecchio Continente fragile al contrario degli stessi Stati Uniti il cui PIL è solo del 25% per l’export. Cosa dovrebbe fare l’Europa per rafforzarsi? La risposta è semplice secondo Scocchia: bisognerebbe focalizzarsi sull’autosufficienza energetica, sulla difesa comune e sugli investimenti in tecnologia senza dimenticare un forte piano industriale.

E il Gruppo Mediocredito Centrale sostiene le torrefazioni italiane con un plafond di 50 milioni

MILANO – Le banche del Gruppo Mediocredito Centrale hanno stanziato un plafond di 50 milioni di euro per supportare le imprese del comparto della torrefazione a far fronte alle difficoltà dovute all’incremento del prezzo del caffè e dei costi che ricadono sull’intera filiera.

Il sostegno alle torrefazioni delle banche del Gruppo Mediocredito Centrale

Questa importante misura di sostegno al comparto è stata ufficializzata da MCC facendo seguito all’interpellanza presentata nei giorni dal Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, on. Mirco Carloni, per evidenziare lo stato di difficoltà nel quale versano da alcuni mesi le Torrefazioni italiane a causa del progressivo aumento esponenziale dei prezzi della materia prima, dovuto ad una pluralità di cause.

Molto positivo il commento di Davide Licchelli, presidente di Altoga, Associazione nazionale torrefattori, importatori di caffè e grossisti alimentari aderente al Sistema Confcommercio: “Esprimo viva soddisfazione per questa prima misura a beneficio delle imprese e mi auguro che grazie a questo intervento, oltre che ad una auspicata attenuazione dei fenomeni all’origine dell’incontrollato aumento dei costi di approvvigionamento, le torrefazioni italiane possano salvaguardare la loro operatività, i livelli occupazionali ed il miglior servizio al mercato”.

Altoga attende adesso di conoscere le modalità operative che il Gruppo MCC divulgherà per l’ottenimento di questo finanziamento e ricorda, come scrive MCC nel suo comunicato, l’importanza della filiera agroalimentare italiana e in particolare del comparto della torrefazione del caffè.

Accademia del caffè espresso è stata protagonista all’AFCA, African Fine Coffees & Exhibition Center, Tanzania

DAR ES SALAAM – Accademia del caffè espresso, il centro culturale de La Marzocco dedicato al caffè e all’innovazione, ha partecipato alla 21ª edizione di AFCA (African Fine Coffees & Exhibition Center) a Dar Es Salaam, in Tanzania, dal 28 al 29 febbraio. Oltre che come sponsor della competizione nazionale baristi che gareggiano su attrezzature La Marzocco, la storica azienda fiorentina ha messo a disposizione il suo team impegnato in dimostrazioni di prodotto e conferenze di settore.

C’erano Mike Kahn, Export Area Manager de La Marzocco che ha tenuto dei corsi tecnici, mentre Massimo Battaglia,  Coffee Research Leader di Accademia del caffè espresso ha presentato il progetto ConSenso e gli studi avviati sulla fermentazione del caffè centroamericano.

Accademia del caffè espresso partecipa alla AFCA

Come novità e parte integrante della fiera di quest’anno, Accademia del caffè espresso, in qualità di partner tecnico, ha coinvolto la piantagione di caffè tanzaniana Songwa Estates, co-gestita da tempo e piattaforma socio-educativa sostenuta da La Marzocco, per offrire un’esperienza di Coffee Safari all’interno della piantagione stessa, a Mbeya e che si è tenuta dal 23 al 25 febbraio.

Accademia del caffè espresso con Songwa Estates (immagine concessa)

Si è svolta anche la visita alla vicina scuola primaria Muvwa, che l’azienda fiorentina ha aiutato a completare con nuove infrastrutture.

Questo viaggio di tre giorni ha coinvolto una dozzina di partecipanti all’evento AFCA, alla scoperta delle comunità e delle attività di Songwa Estates nel settore del caffè e delle operazioni innovative sull’adiacente Utengule Farm, che ospita il progetto ConSenso: una piantagione connessa grazie al progetto realizzato con il supporto di PNAT e Cisco che, attraverso l’applicazione di sensori direttamente sulla pianta e l’analisi dei dati remoti ricevuti da questa, mira a tutelare la salute delle piante di caffè, ad ottimizzare le pratiche agricole e, in ultima analisi, supportare l’industria nell’affrontare l’impatto del riscaldamento globale.

Ultimo ma non meno importante, questo viaggio ha offerto l’opportunità alle persone di saperne di più sul programma di responsabilità sociale Hands for Songwa e sull’organizzazione locale recentemente costituita, la Fondazione Hands for Songwa.

Gli arabica a 4 dollari potrebbero diventare la nuova normalità

MILANO – Gli arabica a 4 dollari alla libbra sono destinati a diventare la nuova normalità? È vero che, rispetto ai massimi storici di metà febbraio, i futures di New York hanno compiuto una virata al ribasso, che li ha riportati nettamente al di sotto della soglia fatidica dei 400 centesimi. Ma il mercato rimane volatile e fortemente vulnerabile a ulteriori spinte rialziste, soprattutto qualora nuovi fatti imprevisti dovessero verificarsi sul fronte dei fondamentali.

Intanto c’è chi non esclude che il contratto “C” possa volare ancora più in alto, addirittura oltre i 5 dollari.

Sulle implicazioni dell’attuale rally degli arabica si sofferma il ceo di Coffee Quality Institute Michael Sheridan, in un recente editoriale pubblicato sul sito di questa importante organizzazione nonprofit statunitense, che ha sede nella località californiana di Aliso Viejo

“Nell’arco del mio percorso professionale ho avuto il privilegio di lavorare tanto sul fronte delle vendite che su quello degli acquisti,” scrive Sheridan.

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Associazione Caffè Trieste: “I rincari della tazzina iniziano da lontano”

L’Associazione Caffè Trieste spiega i motivi per cui il prezzo della tazzina al bar sta aumentando sempre di più. I rincari, secondo l’Associazione, sono necessari per mantenere la qualità del rito dell’espresso in Italia. Leggiamo di seguito il comunicato stampa dell’organizzazione.

Il motivo dei rincari della tazzina in Italia secondo l’Associazione Caffè Trieste

TRIESTE – “Negli ultimi tempi si parla molto del rincaro del costo della tazzina al bar, sostenendo anche che tutti i locali debbano tenere lo stesso prezzo al pubblico, senza alcuna distinzione di qualità tra caffè – e servizio – molto diversi tra loro.
Il caffè, come sappiamo, è una commodity, ovvero una merce valutata in Borsa – a New York e a Londra – e tra le più scambiate. Qui viene decretato il costo della materia prima, o caffè crudo, che negli ultimi due anni ha continuato a salire.

Nel solo 2024 il prezzo medio del caffè è cresciuto del 70%. Nei primi 40 giorni del 2025 ha superato ogni livello precedente, aumentando per più del 30%, e superando l’asticella dei 440US$c/libbra, ovvero più del doppio dei 186.75US$c/libbra del gennaio 2024.

I motivi sono da ricercare, nei Paesi d’origine, nelle perduranti condizioni climatiche sfavorevoli alle colture come il caffè; in Europa, alle incipienti stringenti normative anti-deforestazione; ma anche alla speculazione finanziaria che queste situazioni di incertezza permettono, specie con buffer stocks ai minimi storici.

A questo si aggiungono – ed è un elenco non esaustivo – i paralleli rincari dei trasporti marittimi, l’allungamento dei tempi degli stessi che espongono gli importatori a ulteriori costi finanziari, il rafforzamento del dollaro nei confronti dell’euro, l’aumento dei costi dell’energia, dei carburanti e dei materiali d’imballo; eventi che hanno posto in seria difficoltà il settore del caffè in senso lato.

Questa perdurante crisi mette in pericolo l’esistenza stessa dello storico settore del caffè in Italia, che rappresenta decine di migliaia di posti di lavoro, tra diretti e indiretti, come pure un fiore all’occhiello del Made in Italy nel mondo.

Non sono solo i margini dei torrefattori a essersi ridotti in modo drammatico, ma anche quelli di altri settori della filiera. Gli importatori di caffè crudo, gli spedizionieri e chi si occupa di logistica, come pure i produttori di attrezzature e macchinari, si sono trovati a dover fronteggiare una situazione dove gran parte della liquidità viene indirizzata all’acquisto della materia prima, ormai carissima, e non permette di investire nello sviluppo delle aziende, mettendole così potenzialmente a rischio.

Se i motivi scatenanti sono la diminuzione della produzione agricola nei Paesi d’origine, che chiedono più valore a fronte di minori quantità (con buona – e giusta – soddisfazione dei milioni di produttori), e l’aumento di consumo anche in Paesi che storicamente consumavano tè e altre bevande, è difficile prevedere un ritorno a livelli accettabili per l’industria di trasformazione.

Questi aumenti, che finora sono stati assorbiti dalla filiera, ora si presentano al consumatore finale. Ma la volontà dell’industria italiana è senza dubbio quella di mantenere alta la qualità media dei caffè bevuti, continuando a dare al consumatore un prodotto di qualità e valorizzato in modo equo. Il caffè dunque rimarrà sempre buono, benché il prezzo ne risulti forse un po’ più amaro”.

La scheda sintetica dell’Associazione Caffè Trieste

L’Associazione Caffè Trieste è un sodalizio che dal 1891 riunisce le aziende della lunga filiera del caffè operanti a Trieste, ma non solo: dalla logistica alla trasformazione (torrefazioni e decaffeinizzazione), dai crudisti agli spedizionieri, dalle scuole di formazione ai caffè storici, dai produttori di packaging a quelli di macchine e attrezzature, dalla comunicazione ai servizi.

Appia Life di Nuova Simonelli entra nella piattaforma sostenibile Ongreening

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – La piattaforma Ongreening, che fornisce informazioni dettagliate sulla conformità dei prodotti ai principali standard ambientali nel campo dell’edilizia, ha aggiunto la famiglia Appia Life e tutti i prodotti Nuova Simonelli nel suo portale.

Tutti i prodotti della gamma Appia Life sono conformi ai vari sistemi di certificazione che misurano tutte le performance del sistema edificio nel complesso (dal materiale di costruzione al mobilio) tramite l’analisi di parametri standardizzati e che permettono, quindi, di raggiungere la Green Building Certification.

Che cos’è Ongreening

Ongreening è una piattaforma digitale dedicata alla promozione della sostenibilità nel settore delle costruzioni e dell’architettura. Fondata per facilitare l’adozione di pratiche e materiali sostenibili, Ongreening si concentra sulla condivisione di conoscenze, risorse e innovazioni legate a costruzioni verdi e design ecocompatibile.

Ongreening offre un’ampia raccolta di materiali e prodotti certificati per la sostenibilità, fornendo informazioni dettagliate sulle loro prestazioni ambientali e certificazioni, come LEED, BREEAM o WELL.

Approfondimenti su standard di sostenibilità: La piattaforma aiuta i professionisti a comprendere come specifici materiali o tecnologie possono contribuire a raggiungere obiettivi di sostenibilità e conformità con standard internazionali.

Community di professionisti: Ongreening riunisce architetti, ingegneri, costruttori e altri esperti del settore interessati a soluzioni ecologiche, favorendo il networking e la collaborazione.

Risorse educative: Include articoli, webinar e guide per aumentare la consapevolezza sull’importanza di costruire in modo sostenibile e per supportare i professionisti nell’implementazione delle migliori pratiche.

Progetti di riferimento: Presenta casi studio di edifici sostenibili realizzati in tutto il mondo, mostrando l’applicazione pratica di prodotti e soluzioni disponibili.

Ongreening è quindi uno strumento utile per chi opera nel settore delle costruzioni e desidera integrare la sostenibilità nei propri progetti.

Come Appia Life migliora la sostenibilità economica e ambientale del locale

Appia Life è stata concepita e progettata per la preparazione di bevande a base di caffè e latte di alta qualità in modo semplice e veloce e per migliorare la produttività risparmiando energia.

Riduzione dell’impatto ambientale del 20% rispetto al modello precedente: lo studio dell’analisi LCA su Appia Life (Life Cycle Assessment è una metodologia strutturata e standardizzata sull’analisi del ciclo vitale di un prodotto che quantifica eventuali impatti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo associati all’uso) ha dimostrato come la macchina per caffè espresso garantisce una riduzione dell’impatto ambientale (in termini di Kg di CO2) del 20% rispetto al modello precedente.

Appia Life ha ottenuto questi importanti risultati grazie al nuovo sistema termico, ai nuovi materiali utilizzati e all’ottimizzazione generale delle componenti meccaniche.

Riduzione del risparmio energetico del 13% rispetto al modello precedente: Appia Life è stata progettata per garantire alle catene di coffee shop di preparare tante ottime bevande e allo stesso tempo di risparmiare energia. La caldaia è coibentata ed è in grado di ridurre il consumo di energia del 13% rispetto ad Appia II.

Riduzione degli sprechi di latte grazie a Easycream: la tecnologia di montaggio automatico Easycream permette di preparare una crema latte sempre consistente e alla corretta temperatura in modo automatico e veloce. Basta solo premere un tasto. Questa soluzione permette di velocizzare il workflow, garantire sempre la consistenza in tazza e soprattutto evitare gli sprechi.

Benessere dell’operatore: Appia Life è una macchina ergonomica e facile da usare in grado di favorire il benessere fisico e mentale dell’operatore. Appia Life è la macchina che non stanca ed è così intuitiva che anche un neofita può preparare un ottimo espresso in modo semplice e veloce.

Scopri Appia Life sul Portale Ongreening cliccando qui

Iginio Massari sulla polemica delle chiacchere a 100 euro al kg: “Certa gente, sconosciuta, usa il mio nome per visibilità”

Il maestro Iginio Massari risponde alle recenti polemiche riguardo al prezzo delle chiacchere a 100 euro al chilo (ne abbiamo parlato qui). Debora Massari, figlia del maestro, afferma che il valore non dipende dal peso considerando che un chilo non rappresenta un consumo familiare standard. Leggiamo di seguito un estratto dell’intervista di Chiara Amati per il quotidiano Il Corriere della Sera.

Maestro, da quel che dichiara deduciamo che le sue chiacchiere siano costose.

“Le persone che lo sostengono sono male informate. Vero, detta così può fare impressione: 100 euro al chilo sono tanti, specie per un dolce che viene ritenuto tradizionale. Ma…”.

Cosa?

Rafforza Nicola Massari: “Ma tradizione non significa banalità né scarsa qualità. Il nostro obiettivo è quello di valorizzare un alimento storico, facendolo nel miglior modo possibile. Alla fine, una porzione di chiacchiere costa come un cappuccino e una brioche: un prezzo più che equo per un prodotto artigianale di alto livello”.

Facciamo due conti.

Risponde Iginio Massari: “Ogni nostra chiacchiera pesa tra i 10 e i 15 grammi. Questo significa che una porzione normale di 3 chiacchiere arriva a 40 grammi circa e costa 4 euro, mentre una porzione abbondante di 5 chiacchiere costa 6 euro”.

Polemiche gratuite, quindi?

Risponde Debora Massari: “Esatto. Socialmente e logicamente. Socialmente perché sono fini a loro stesse: se non portano a un confronto costruttivo, ma a una controversia, non si va da nessuna parte. Logicamente perché il valore non dipende dal peso”.

Si spieghi

Risponde Debora Massari: “Il volume di un chilo di chiacchiere è considerevole e decisamente fuorviante se rapportato a un consumo familiare standard”.

Per leggere l’intervista completa basta qui.

Ristorazione, Fipe: fatturato in volume a dicembre delle imprese pari a 148,5, +1,1% dallo scorso anno

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ROMA – Nel mese di dicembre 2024, l’indice del fatturato in volume delle imprese della ristorazione è stato pari a 148,5 con un incremento dell’1,1% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Leggiamo di seguito la nota pubblicata dall’Ufficio Studi della Federazione Fipe.

Il fatturato della ristorazione

Nella media del 2024 l’incremento è stato dello 0,7% sul 2023 come sintesi di una prima parte dell’anno che ha visto una maggiore vivacità nella crescita.

La seconda parte è stata caratterizzata da periodi con il segno meno frutto di una stagione estiva non particolarmente brillante.

Tuttavia per la ristorazione il 2024 si chiude positivamente a fronte di un generale rallentamento dell’economia che vede la crisi perdurante della manifattura, criticità nelle costruzioni e una modesta crescita dell’intero comparto dei servizi dove l’incremento è stato di appena tre decimi di punti percentuali.

Napoli, dehors: 2 gestori su 3 non pagano la tassa di occupazione, buco da 5 mln

A Napoli nel 2024 solo il 28% di bar e ristoranti ha pagato la tassa di occupazione del suolo per i dehors: su 7 milioni accertati, ne sono stati incassati solo 2 lasciando un buco non indifferente da 5 milioni di euro. Ciò significa che due gestori su tre non pagano, pur occupando marciapiedi e strade cittadine. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Pierluigi Frattasi per Fanpage.

Dehors a Napoli: buco da 5 milioni di euro

NAPOLI – Buco da 5 milioni di euro sulle riscossioni del canone di occupazione suolo per i tavolini di bar e ristoranti a Napoli. In pratica due gestori su tre non pagano, pur occupando marciapiedi e strade cittadine. I dati del 2024 parlano chiaro: su un importo accertato di oltre 7 milioni di euro circa che sarebbero dovuti arrivare dall’incasso del canone unico per le attività commerciali di somministrazione, il riscosso si è fermato a circa 2 milioni. Appena il 28,34%.

Peggio del 2023, l’ultimo anno della normativa anti-Covid che aveva liberalizzato le occupazioni, quando su un accertato di 6,9 milioni, il riscosso era stato di 2,3 milioni, pari a circa il 34,01%. Ben il 6% in più.

A pubblicare la fotografia dei numeri è il consigliere comunale Gennaro Esposito (Azione), presidente, tra l’altro, del Comitato per la Vivibilità Cittadina, che ha fatto una richiesta di accesso agli atti.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui