giovedì 27 Novembre 2025
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Caffè Moak tra i protagonisti di Venditalia con la soluzione in capsule For You, 15-18/05

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Caffè Moak a Venditalia (immagine concessa)

MODICA (Ragusa) – Caffè Moak, azienda italiana che da oltre 50 anni rende il quotidiano rituale del caffè un momento unico, sarà presente alla prossima edizione di Venditalia, la più importante manifestazione internazionale della distribuzione automatica, organizzata da Venditalia Servizi e promossa da Confida, associazione italiana della distribuzione automatica, che si terrà dal 15 al 18 maggio nei padiglioni 8-12 di Fieramilano Rho.

Caffè Moak a Venditalia

Caffè Moak, fondata da Giovanni Spadola nel 1967 a Modica in un piccolo laboratorio siciliano a conduzione familiare, è oggi un marchio globale riconosciuto a livello internazionale nel settore della torrefazione e distribuzione del caffè.

A contraddistinguere i prodotti offerti è l’eccellente qualità: risultato della costante dedizione ad ogni processo, dalla scelta delle migliori monorigini, alla tostatura, fino al controllo dell’intero ciclo produttivo effettuato dal laboratorio chimico interno, dotato di strumentazioni altamente sofisticate per monitorare la conformità agli standard qualitativi Moak.

In occasione di Venditalia, Caffè Moak presenta la gamma di prodotti dedicati in esclusiva al mondo dell’OCS e del Vending, un’offerta pensata per rispondere alle esigenze di ecosostenibilità ed economicità del settore.

Tra i focus principali, il sistema For You, l’innovativa soluzione pensata da Caffè Moak per gli operatori OCS e non solo: due formati di capsule, singola e doppia, che possono essere erogati nella stessa macchina grazie al brevetto Moak.

Si tratta di un sistema innovativo ed ecologico che include macchine di design, come la nuova Coffee Jockey disegnata dal designer Odo Fioravanti, adatte alle richieste di ogni potenziale mercato: uffici, famiglia e ristorazione. Il sistema è attento all’ambiente, infatti, oltre a disporre di capsule compostabili, le macchine For You sono munite di un sistema di risparmio energetico quando non sono in uso. Grazie ad una semplice app è possibile controllare eventuali malfunzionamenti della macchina e verificarne i consumi.

Da un punto di vista tecnico, la capsula singola consente di erogare caffè e tisane, diversamente con la capsula doppia si possono ottenere due caffè in contemporanea. Il marchio offre una soluzione multibeverage completa con oltre 10 referenze.

Il recipiente dell’acqua può essere lavato in lavastoviglie e la griglia d’appoggio, con un sistema a scatto, può assumere differenti posizioni inaltezza, in modo da potervi posizionare sia una tazzina che una tazza grande.

Oltre a questo, l’offerta di Caffè Moak include il caffè in grani e altri prodotti per la distribuzione automatica, le macchine Beans to Cup pensati per l’ambito contract, le capsule compatibili con i sistemi EP, FAP, IES, MPS e le relative macchine espresso, a completamento della gamma le cialde in carta compostabile e le capsule in alluminio compatibili Nespresso.

La partecipazione a Venditalia si inserisce nel processo di affermazione e crescita dell’azienda e della sua produzione di qualità che ha permesso a Moak di essere oggi un marchio riconosciuto a livello globale.

Fipe: l’inflazione nei servizi decelera, bar a +3,2% nel mese di marzo

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Prezzi al consumo per l'intera collettività (dati: Centro Studi Fipe)

ROMA – L’inflazione nei servizi di ristorazione scende al +3,4% dal +3,5% di febbraio. Anche i prezzi della ristorazione commerciale rallentano dal +3,7% al +3,4%. La dinamica dell’inflazione generale sale al +1,2%, la lieve accelerazione riflette l’attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici e l’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi al trasporto. Leggiamo di seguito i dati pubblicati dal Centro Studi Fipe.

Bar

Il profilo inflazionistico del bar decelera a +3,2%. Gli incrementi sopra la media del comparto riguardano solamente i prodotti di pasticceria e gelateria (+4,2%).

I prezzi nei bar (dati: Centro Studi Fipe)

Ristoranti

I prezzi nei ristoranti tradizionali si rallentano al +3,8% e le pizzerie al +3,3% rispetto a quanto rilevato il mese scorso. I prezzi della gastronomia restano costanti a +3,8%, mentre il delivery decelera a +2,0% rispetto a marzo 2023.

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I prezzi nei ristoranti (dati: Centro Studi Fipe)

Mense

 I prezzi delle mense registrano una variazione del 2,9%.

I prezzi nelle mense (dati: Cento Studi Fipe)

Fipe: gli over 50 sono il 38,7% del totale della forza lavoro, nel 2004 erano il 20,8%, +96%

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Andamento della popolazione residente in Italia, 2004-2023 (v.a., var. ass., var. %) (Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat)

ROMA – Negli ultimi venti anni, il nostro Paese ha perso oltre 800 mila giovani fino a 14 anni (-9,9%) e oltre 2,6 milioni di 15-34enni (-17,9%). Anche nella fascia 35-49 anni si registra una perdita di quasi 1,4 milioni di residenti (-10,4%), mentre c’è stato un incremento di circa 3 milioni di 50-64enni (+28,6%) e di 3,1 milioni di over 65 (+28,2%).
Sono i numeri di una crisi demografica che, anno dopo anno, sta svuotando il Paese di giovani: nelle ultime due decadi la popolazione è aumentata di quasi 1,4 milioni di unità, ma ciò si deve esclusivamente al contributo dei cittadini con più di 50 anni. Leggiamo nel dettaglio l’analisi nella ristorazione dalla nota pubblicato dal Centro Studi Fipe.

La spinta positiva degli stranieri si sta infiacchendo

Senza stranieri: nel 2023 sono oltre 5 milioni, l’8,7% del totale della popolazione – i numeri dell’inverno demografico italiano sarebbero ancora più pesanti: negli ultimi venti anni la popolazione straniera è aumentata di oltre 3 milioni di unità (più degli abitanti di Roma) e ha compensato la perdita di 1,8 milioni di cittadini italiani (il doppio degli abitanti di Napoli).

Tuttavia, la loro spinta propulsiva si sta infiacchendo: dal 2015 il saldo migratorio con l’estero (la differenza tra iscrizioni e cancellazioni all’anagrafe) non compensa più il dato negativo del saldo naturale (la differenza tra nascite e decessi).

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(Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat)

L’offerta di giovani sul mercato del lavoro si sta restringendo

Gli effetti della crisi demografica iniziano a diventare evidenti sul mercato del lavoro. Negli ultimi venti anni la forza lavoro nel nostro Paese è aumentata complessivamente di oltre un milione di unità (con una variazione positiva del 5,2%), tuttavia la sua composizione interna è profondamente cambiata, perché:

–      i 15-34enni sono il 24,3% del totale della forza lavoro, nel 2004 erano il 36,4% (con una variazione negativa del 29,8%);

–      i 35-49enni sono il 37%, nel 2004 erano il 42,8% (-9,1%);

–      gli over 50 sono il 38,7%, nel 2004 erano il 20,8% (+96%).

L’invecchiamento della forza lavoro ha significativamente ristretto l’offerta di giovani, aumentando di conseguenza la competizione tra le imprese, specialmente in quei settori dove è più alto il loro fabbisogno. La difficoltà di reperire profili professionali tra le fasce più giovani della popolazione in età attiva non dipende solo dalle scelte personali del singolo lavoratore (che pure esistono), ma anche dal fattore demografico.

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Forza lavoro in Italia, per fasce di età, 2004-2023 (v.a. in mgl., val. %, diff. %, var. %) (Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat)

Nella ristorazione, i giovani non mancano (almeno finora)

Negli ultimi 15 anni in nessun settore l’occupazione è cresciuta come nella ristorazione: infatti, gli occupati sono aumentati del 36,5%, con i pubblici esercizi che hanno rappresentato un importante bacino occupazionale per i lavoratori nel nostro Paese, inclusi quelli più giovani.

L’occupazione nella ristorazione, 2008-2023* (var. %) (Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat)

La creazione di lavoro ha permesso di parare i colpi della crisi demografica, come rivela l’analisi condotta sull’occupazione dipendente nei pubblici esercizi. Infatti, nel periodo 2009-2023 si contano quasi 452 mila lavoratori dipendenti in più, con una variazione positiva del 73%.

Guardando ai dati in base all’età, dal 2009 i lavoratori under 30 sono aumentati di circa 163 mila unità (+61,9%) e rappresentano circa il 40% dei lavoratori dipendenti (era circa il 42% nel 2009).

Di fatto, la ristorazione non ha perso la componente giovane della sua popolazione lavorativa. Ciò non è dipeso dalla sostituzione dei lavoratori italiani con quelli stranieri: infatti, i primi sono aumentati di 134.289 unità (+70%), i secondi di 28.746 (+40,2%).

E la componente italiana dei lavoratori under 30 è pari al 76,5% (era il 72,8% nel 2009), quella straniera al 23,5% (ed era il 27,2%).

In sostanza, all’invecchiamento della popolazione dipendente dei pubblici esercizi (gli over 50 sono aumentati del 242,2% rispetto al 2009 e rappresentano il 19,3% del totale degli occupati dipendenti), non ha fatto da contraltare una emorragia di giovani: è la riprova della capacità, mostrata dal settore in questi anni, di continuare ad attrarre anche i più giovani.

Pensando al futuro del lavoro, appare evidente che la questione demografica non può più essere sottovalutata, considerando che non si intravede all’orizzonte una decisa inversione di rotta. La restrizione strutturale dei giovani renderà ancora più serrata la competizione tra imprese per attrarre e trattenere personale.

Bisogna poi considerare che dopo la pandemia è in atto una profonda trasformazione del rapporto delle persone con il proprio lavoro, per cui le scelte professionali vengono prese in funzione della ricerca di una più alta qualità della vita e un migliore bilanciamento tra sfera privata e professionale.

Il lavoro dipendente nella ristorazione, 2009-2023 (v.a., val. %, dif. Ass. var. %) (Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Istat)

Treviso: carenza di personale nei ristoranti, la polemica: “Vogliono solo persone con esperienza nei weekend”

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Si torna a parlare di uno dei problemi che maggiormente attanagliano l’horeca: la mancanza di personale. L’economista Alessandro Minello ha pubblicato un post dedicato a uno dei tanti cartelli affissi da locali alla ricerca di personale solo per il fine settimana ma “con esperienza”. Minello pone enfasi sul fatto che molti ristoranti sono alla ricerca di personale altamente qualificato e che non danno spazio ai giovani di crescere.

La discussione ha trovato subito seguito. A rispondere all’economista è Michele Pozzobon, vice presidente provinciale della Fipe e titolare di alcuni dei locali più frequentati del centro storico: “Il caso preso in esame da Minello – dice – è ormai più che isolato nel nostro settore. Oggi i locali, in città quasi tutti gestiti da giovani, investono molto sulle risorse umane”. Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Paolo Calia pubblicato su Il Gazzettino.

La mancanza di personale nei ristoranti di Treviso

TREVISO – Si accende ancora la discussione attorno ai locali che cercano persone da assumere senza trovare nessuno e sulle condizioni contrattuali proposte. L’economista Alessandro Minello, docente di Ca’ Foscari, accende la miccia con un post dedicato a uno dei tanti cartelli affissi da locali alla ricerca di personale solo per il fine settimana ma “con esperienza”.

E Minello scrive: “Cercano un giovane? No. Cercano una persona da far crescere? No. Cercano una persona con esperienza? Sì. Cercano una persona “quando”? Soprattutto nel fine settimana! Quindi il profilo cercato è un lavoratore già formato, con esperienza e in prevalenza per il fine settimana, magari (non lo dicono ma sarà così: per i soli mesi primaverili ed estivi)”.

Minello prosegue: “Ah, dimenticavo: naturalmente deve essere serio e gentile. Giusto. Loro non cercano personale da inserire nell’attività ma chiedono qualcosa che non esiste in natura. Temo che quel cartello rimarrà appeso sino a che non sbiadirà. Il tempo scorre ma nulla cambia. E intanto i giovani cercano altro, perché qui non li cercano. Anzi”.

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L’Istituto alberghiero Malatesta celebra le vittorie nei concorsi hospitality

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Gli studenti della calsse 4D dell'istituto alberghiero Malatesta di Rimini trionfano al concorso La cucina del benessere (immagine presa dal sito dell'Istituto)

RIMINI – Gli studenti dell’istituto alberghiero Malatesta di Rimini hanno dimostrato notevoli talenti e capacità nel settore della ristorazione e dell’ospitalità, riscuotendo successi in concorsi nazionali e interregionali di prestigio. Un esempio è il concorso a Riolo Terme su cucina e benessere. La classe 4D del corso di Enogastronomia nel settore cucina è risultata la prima classificata. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Geronimo.News.

I successi dell’istituto alberghiero Malatesta

La partecipazione dello studente Simone Olivieri al Concorso nazionale istituti alberghieri- Aibes Next Generation a Riva del Garda, dove si è classificato tra i primi 10 bartender Jr.a livello nazionale, segna l’inizio di una serie di eccellenti prestazioni da parte degli alunni dell’istituto.

Questi successi continuano con il Concorso Nazionale “Bardolino a Tavola”, dove Michele Parri della classe 4D con il piatto “Lago di Marzo”, composto con prodotti tipici della Regione Emilia Romagna: sarda di lago con mosto cotto Igp, olio Evo delle colline di Rimini e Malvasia, e Gabriele Zecchin 4B hanno conquistato, rispettivamente, la medaglia d’oro e il premio speciale per la “Miglior organizzazione in cucina”, e la medaglia di bronzo per la presentazione e realizzazione del drink Red Rose composto da Marendry e Sciroppo di Rose (Fabbri 1905), cannella pestata e Chiaretto Bardolino DOC oltre ad una prova di caffetteria.

Il seguito delle vittorie è stato marcato dal secondo posto e dal premio speciale del Drink Award in English conquistato da Cufi Klevis al concorso benefico interregionale “ToniasauroCocktailCompetition2024” e rappresenterà l’Istituto Malatesta alla finale di cockt-AIL “ Associazione Italiana Leucemie “ il 28 maggio a Ferrara. Questo risultato notevole evidenzia l’abilità degli studenti non solo nella preparazione dei piatti e dei drink ma anche nella capacità di eccellere in contesti competitivi di lingua inglese.

Inoltre, il team work degli studenti della classe 4D: Cafiero Alessandro, Pollano Brian,Zani Simone, Imeraj Matilde e Rodriguez Aida ha ottenuto il primo posto al concorso “La Cucina del Benessere” a Riolo Terme, con un piatto “Tofu tricolore, marinato con un trittico di salse servito con un fondo vegetale , insalatina di rucola , germogli, gel di mango e arancia che valorizza le proteine vegetali, dimostrando l’importanza della creatività e dell’innovazione nella cucina salutare. hanno inoltre vinto un assegno di 500,00 Euro per l’Istituto.

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Svizzera: al via la produzione di cacao naturale in laboratorio

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La produzione di cioccolato (Pixabay License)

Una start-up che ha sede nel canton Zurigo, ad Horgen, si sta impegnando per produrre cacao in modo naturale e sostenibile, non attraverso una piantagione, bensì in laboratorio. L’obiettivo dell’azienda Food Brewer è perciò quello di arrivare a produrre cioccolato nel pieno rispetto dell’ambiente attraverso un metodo di coltivazione alternativo. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale RSI.

Il cioccolato sostenibile in laboratorio: il progetto di Food Brewer

HORGEN (Zurigo) – L’obiettivo della Food Brewer, questo il nome dell’azienda composta da giovani ricercatori, è arrivare a produrre cioccolato aiutando a rispondere alla domanda in crescita di cacao, tutto a tutto vantaggio anche dell’ambiente.

Gli stessi tecnici spiegano che tutto inizia con un frutto di cacao dai tropici da dove viene estratto un seme che viene fatto crescere tramite un metodo alternativo di coltivazione assolutamente naturale e senza manipolazione genetica.

Vengono in sostanza ricreate le condizioni esatte come il calore e le sostanze nutritive per permettere alle cellule vegetali di moltiplicarsi.

Le piante di cacao si trovano solo nelle zone tropicali ed il metodo tradizionale di coltivazione è sempre più sotto pressione.

La crescita è lenta, i raccolti sono limitati anche a causa di siccità, alluvioni, malattie che rovinano le colture. Senza contare che il prezzo del cacao è schizzato alle stelle.

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Tostatrice a tamburo o a letto fluido? Alfonso Pepe mette a confronto i 2 modi di cottura

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Alfonso Pepe in piena tostatura, (foto concessa da Alfonso Pepe)

MILANO – Il mondo dei tostatori si potrebbe dividere in due categorie: il team tostatrice a tamburo e quello delle macchine a letto fluido. La prima che cuoce il chicco per conduzione, le seconde che agiscono per convezione: si tratta di due stili che hanno dei pro e dei contro, che ovviamente incidono sul risultato finale.

Non soltanto il metodo di cottura cambia, ma anche il materiale di cui di solito sono fatte entrambe le tipologie di tostatrici non è uguale e influenza il processo.

Ma allora, quando uno deve scegliere cosa acquistare, cosa potrebbe supportare meglio l’arrivo al famoso primo crack senza bruciare il verde o, al contrario, cuocerlo male?

Forse la risposta reale è: dipende. E sì, perché la torrefazione è certamente un processo fisico-chimico, la trasformazione del chicco crudo a uno cotto ha a che fare con leggi immutabili, ma c’è anche il fattore X, ossia, l’uomo dietro la macchina.

Che spesso ha il ruolo principale in questa operazione, fino a diventare un vero artista o artigiano che sussurra al chicco.

Alfonso Pepe, tostatore direttamente forgiato dal maestro Davide Cobelli, ha voluto condividere con i lettori la sua opinione, frutto di esperienza sul campo e anni di prove dietro la macchina:

“Sono pienamente d’accordo con coloro che sostengono che la tostatura del caffè sia una perfetta combinazione di scienza e arte.

È necessario gestire e regolare una vasta gamma di variabili per ottenere i migliori risultati possibili: ad esempio si devono considerare le tempistiche e le temperature di carico e scarico.

E questo, solo per citarne alcune. Naturalmente, un fattore che spesso fa la differenza è la stessa macchina utilizzata. Le tostatrici agiscono in modo diverso per quanto riguarda la dispersione del calore, il che influisce notevolmente sul profilo aromatico del caffè.

Le macchine a tamburo, solitamente realizzate in ghisa o acciaio, trattengono il calore per un periodo più lungo, essendo riscaldate da una fonte di calore esterna come il gas in molti casi: così, è necessario applicare meno calore nelle fasi successive alla tostatura, poiché questo viene trasferito direttamente ai chicchi di caffè attraverso il contatto con il tamburo riscaldato.

Questo contribuisce a creare una tazza che avrà un corpo notevole, più rotondo, un’acidità piacevole e una dolcezza armoniosa.

Le tostatrici a convezione, generalmente invece realizzate in acciaio, tostano i chicchi di caffè tramite il contatto diretto con l’aria calda, che penetra con facilità nella struttura stessa del grano.

Questo fatto permette di tostarlo anche in tempi più brevi, rivelando note aromatiche più brillanti e pronunciate, una maggiore acidità, un corpo più leggero e una pulizia che difficilmente può essere replicata con una macchina a tamburo. Tuttavia, gestire una tostatrice a convezione richiede molta maestria, in quanto molto reattive.

Le tempistiche durante le fasi endotermiche, come l’asciugatura e la reazione di Maillard, e quelle esotermiche, come lo sviluppo del chicco, sono diverse.

Personalmente, preferisco le tostatrici a conduzione, ovvero a tamburo, che, nonostante abbiano tempistiche leggermente più lunghe, mi danno la sensazione di riuscire a coccolare di più il caffè durante la fase di tostatura.

Certo, penso che quelle a convezione diano qualche vantaggio in termini di tempistiche e aromi, ma personalmente preferisco quelle a tamburo visto che ho mosso i miei primi passi da tostatore proprio su un modello di questo genere e me ne sono innamorato.

Giocare con la velocità del tamburo per esempio mi dà proprio la sensazione visiva di trattare il chicco con più gentilezza, anche a costo di impiegare tempi più lunghi, (comunque di un minuto, massimo due, di differenza).

Per quanto riguarda i modelli elettrici a induzione è un concetto affascinante. Sarei curioso di testarli e capirne i vantaggi, non solo in termini aromatici e di flavors, ma anche a livello ambientale. Penso che sia positivo che con questo tipo di macchina si eviti la produzione di CO2, il che è qualcosa di positivo visto che può contribuire a una produzione più sostenibile e a un’attrezzatura più ecologica.”

E a proposito: che cosa ci può dire invece sui consumi energetici?

“Le tostatrici a tamburo di solito richiedono più energia per funzionare rispetto a quelle a convezione. Questo perché lo stesso tamburo richiede calore per riscaldarsi e mantenere la temperatura desiderata durante il processo di tostatura.

Le tostatrici a convezione invece tendono ad essere più efficienti nell’uso dell’energia, proprio perché, come detto prima, utilizzano aria calda in movimento per riscaldare uniformemente i chicchi.

Quindi ridurre i tempi di tostatura porta ad un abbassamento dei costi energetici. In sintesi, le tostatrici a tamburo sono generalmente più costose e comportano un maggiore consumo energetico e delle spese per la manutenzione più elevate, rispetto a quelle a convezione.”

Restiamo allora sui prezzi: come varia tra i due modelli di tostatrici?

“Direi che oltre al materiale, è importante capire quanto è sofisticato il software di cui la macchina è dotata.

Ad esempio, alcune tostatrici possono essere equipaggiate di software che consentono la programmazione di profili di tostatura personalizzati per vari tipi di origini o processi.

Questa possibilità può determinare un costo più elevato della tostatrice, ma, d’altra parte, i modelli più semplici seppur ad un prezzo minore, potrebbero avere un software di base con funzioni limitate.

Quindi direi queste due variabili influenzano l’investimento da sostenere, e la scelta dipenderà dalle esigenze specifiche dell’utente e dal budget disponibile.”

Faema confermata partner del Giro d’Italia 2024 con il supporto a World Bicycle Relief

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Faema sponsor del Giro d'Italia con il concept #TheWayAhead – Brewing new paths (immagine concessa)

MILANOCon il suo brand Faema, Cimbali Group ritorna al Giro d’Italia come partner ufficiale per il terzo anno consecutivo con la passione di sempre, nuove sfide, nuovi percorsi da affrontare e nuovi traguardi: #TheWayAhead – Brewing new paths è, infatti, il concept che quest’anno Faema propone a tutti i ciclisti, gli appassionati e ai tifosi che seguono la manifestazione sportiva più importante del nostro Paese e che si ritrovano in ogni città, anche per scoprire la bellezza paesaggistica ed artistica di luoghi meravigliosi.

Il concept farà da fil rouge a tutte le iniziative organizzate nei villaggi e vuole essere uno stimolo per tutti a guardare sempre oltre – in termini di obiettivi fisici e sportivi – ma anche a guardare a cosa c’è al di là della sfida, ciò che circonda e abbraccia il nostro viaggio.

“L’arte, come il Giro d’Italia, non è solo un traguardo: è un viaggio in continua evoluzione. È così per i corridori che anche quest’anno sfideranno i propri limiti, tappa dopo tappa, per gli artisti costantemente alla ricerca di nuove forme di espressione creativa, ed è così per Faema, che da sempre coltiva l’arte di fare il caffè: questo il mood con cui ci approcciamo con grande entusiasmo a questo terzo anno di sponsorizzazione” commenta Marta Kokosar, global communication & sustainability director di Cimbali Group.  “Perché solo l’arte riesce a trasformare ogni viaggio, ogni momento, ogni tazza, in un’opera che sa di emozione”.

 Ed il viaggio quest’anno riparte con una nuova challenge benefica su Strava, l’app che mette in connessione milioni di ciclisti: iscrivendosi al Faema Lovers Club sarà possibile partecipare a “Ride the change with Faema”, così che tutta la community potrà contribuire pedalando, sia su strada che digitalmente, per superare il record dei 7 milioni di km pedalati l’anno scorso.

Il ciclista professionista ed influencer Alberto Bettiol è l’ambassador scelto da Faema per incentivare la community a pedalare per accumulare km.

Con lui, dal 4 al 17 maggio, gli appassionati potranno fare andare le gambe sulla propria bici o pedalare virtualmente cercando di giungere ad un obiettivo personale che da 25 km è stato quest’anno aumentato a 30 km ciascuno per incoraggiare gli utenti a superare i propri limiti e ad abbracciare la sfida con determinazione.

Se verrà superato il record dell’anno scorso infatti, Faema farà una donazione economica al World Bicycle Relief, l’associazione che da 19 anni lavora per portare le biciclette in Paesi in via di sviluppo in tutto il mondo per dare possibilità di usufruire di un mezzo di collegamento in aree rurali in cui la distanza rappresenta un ostacolo per l’istruzione, l’assistenza sanitaria e il trasporto delle merci al mercato. Un trasporto affidabile ha il potere di cambiare vite, riducendo quindi la povertà e migliorando la qualità della vita delle popolazioni locali.

La donazione potrà essere ulteriormente arricchita anche partecipando all’iniziativa organizzata presso lo stand Faema delle varie tappe: tutti gli appassionati troveranno infatti un photobooth personalizzato Faema e Giro d’Italia con il quale potranno posare per un originale ricordo della giornata. Condividendo su Instagram le foto con l’hashtag #FaemaOnTheRoad e #TheWayAhead e taggando @faema_official si aumenterà la donazione. Quindi, più si pedala, più si condividono foto e più si contribuisce alla causa.

 Le macchine per caffè Faema al Giro d’Italia 2024

Il connubio tra tradizione e innovazione con Faema vive nel mondo del ciclismo, in quello dell’arte ma anche e soprattutto nell’esposizione all’interno dei villaggi commerciali di macchine per caffè superautomatiche e tradizionali.

Faema X60
Faema X60 (immagine concessa)

In tutte le 29 tappe del Giro, infatti, Faema sarà presente nei villaggi di partenza dove i visitatori potranno degustare il caffè preparato con le più recenti e innovative macchine superautomatiche: la Faema X60, progettata per tutti quei contesti che richiedono automazione, velocità e al contempo facilità di utilizzo, e la Faema X20, in grado di offrire un’ampia scelta di bevande oltre al classico espresso.

Faema X20 (immagine concessa)

Le macchine superautomatiche Faema rappresentano una nuova strada nell’universo del caffè, essendo progettate per le necessità di molteplici punti di consumo, non solo del mondo horeca.

Queste macchine offrono una nuova coffee experience, fondendo l’innovazione tecnologica e l’essenza di un caffè di alta qualità con la massima semplicità d’uso. In esposizione, invece, sarà presente l’iconica Faema E61- ispirata alla prima eclissi solare “totale” del 1961 da cui prende anche il nome e che ha contribuito alla nascita del concetto di bar moderno che conosciamo oggi, grazie all’introduzione della tecnologia della pompa volumetrica che soppiantò del tutto il sistema a leva fino ad allora utilizzato per l’erogazione.

Nelle aree Hospitality in partenza invece, clienti, ospiti e giornalisti potranno apprezzare un ottimo caffè preparato con la nuovissima Faema XCompact – ideale per quei contesti in cui il consumatore interagisce direttamente con la macchina e dunque ricerca facilità d’uso come gli uffici, gli hotel e i B&B. Mentre nelle aree Hospitality in arrivo del Giro E la protagonista sarà Faemina, la macchina per caffè espresso a brand Faema caratterizzata da un elegante design che ha condotto per la prima volta Cimbali Group nel mondo domestico.

La scheda sintetica di Faema

Il brand Faema, nato nel 1945 a Milano, fa parte di Cimbali Group, tra i principali produttori di macchine per caffè professionali. Design, innovazione, sostenibilità e cultura del caffè sono i pilastri su cui il brand fonda la sua produzione.

In linea con la nuova visione di Gruppo, Faema propone un’offerta diversificata di soluzioni per caffetterie, ristorazione, hotellerie, workplaces e per l’ambiente domestico: ampie gamme di macchine per caffè espresso (tradizionali e superautomatiche), macinadosatori, servizi digitali (app e servizi per il professionista e per gli appassionati) e accessori.

Faema ha fatto la storia, proponendo negli anni 50’ le macchine a leva e, negli anni ’60 con la macchina Faema E61, la prima ad utilizzare una pompa volumetrica. Grazie al talento di uno dei più iconici designer italiani, Giorgetto Giugiaro, e a Italdesign, sono state prodotte Faema E91, Faema Emblema, la gamma Faema E71 e la Faema President.

Nel 2021 il brand dà vita all’esclusiva Faemina, una macchina dal design minimal ed elegante con cui l’azienda fa ritorno nel segmento Home rivolgendosi anche ad un target consumer. Mentre per il segmento Office, l’ultima nata è la X-Compact, ideale per quei contesti in cui il consumatore interagisce direttamente con la macchina e dunque ricerca facilità d’uso.

Vietnam: ecco quanto potrebbe incidere la siccità sul prossimo raccolto

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Il logo dell'Ice

MILANO – L’attuale situazione in Vietnam continua a incidere pesantemente sul mercato mondiale dei robusta. La produzione di quest’anno è stimata sino al 20% in calo rispetto a quello già non esaltante dell’annata trascorsa. E la situazione potrebbe aggravarsi ancora nel 2024/25, causa l’ondata di calore e la forte siccità che stanno investendo il paese.

In molte aree, le temperature hanno superato i 40°. Negli altipiani centrali, le massime si sono attestate, in questi ultimi giorni, tra i 35 e i 37 gradi.

Per far fronte alla forte evaporazione e al deficit idrico, i produttori del Vietnam hanno fatto ricorso in modo massiccio all’irrigazione

Molti hanno irrigato le piantagioni per ben 7 volte, contro le 5 volte costituenti la norma.

E potrebbe esserci addirittura un’ottava volta, se l’acqua rimasta sarà sufficiente.

“Il grave deficit idrico e le temperature estreme hanno causato squilibri nutritivi negli arbusti” spiega infatti l’autorevole analista Judith Ganes, presidente di J. Ganes Consulting, aggiungendo che i pozzi dai quali viene attinta l’acqua sono scesi sotto i livelli di guardia.

Il calore intenso favorisce inoltre il proliferare di fitofagi, quali le cocciniglie, che possono danneggiare i fiori e i frutticini causando danni anche gravi.

Ma quale potrà essere l’impatto reale della siccità sulla produzione del Vietnam nell’annata 2024/25?

A questa domanda ha cercato di fornire una prima risposta, il report settimanale di Hedgepoint, in cui si analizza l’attuale situazione climatica del Vietnam e le sue potenziali conseguenze negative sullo sviluppo del prossimo raccolto, muovendo dall’osservazione delle serie storiche degli ultimi 7 anni.

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Nova Distributori Automatici presente a Venditalia con i nuovi prodotti, 15-18/05

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Il logo Nova Distributori Automatici

SALIZZOLE (Verona) – La continua richiesta per la diminuzione dell’uso delle plastiche e i nuovi CAM, portano anche il Vending ad esserne coinvolto. Per questo motivo Nova Distributori Automatici ha continuato a sviluppare i prodotti dedicati all’utilizzo all’acqua di rete, applicando nuove soluzioni tecnologiche e ottenendo il brevetto per le varie tipologie di sanificazione applicate al distributore automatico modello Leda.

Nova Distributori Automatici a Venditalia

È stata ampliata la gamma di prodotti vending con Leda Drink che, con quattro prodotti di bevande, può erogare fino a 60 diverse bevande.

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Leda (immagine concessa)

Inoltre, è stata creata una serie di nuovi prodotti dedicati a uffici e piccole aziende. Sarà presentato un nuovo distributore con caratteristiche e tecnologia innovativa e soluzioni qualitative top di gamma.

Adatto ad essere posizionato in qualsiasi ambiente e postazioni incustodite, è in grado di attirare l’attenzione di un pubblico di passaggio. Per scoprire tutte le ultime novità, Nova Distributori Automatici sarà presente a Venditalia al padiglione 8, stand A02-B01.