sabato 12 Luglio 2025
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Dersut Caffè: oltre 500 clienti all’open day della nuova sede a Conegliano

CONEGLIANO (Treviso) – All’indomani dell’inaugurazione la storica torrefazione di Conegliano ha dedicato una giornata ai clienti aprendo le porte della nuova sede Dersut Caffè.

L’open day di Dersut Caffè

“Abbiamo voluto creare un evento speciale, pensato come un’occasione d’incontro con la nostra clientela e un momento di condivisione della visione che guida la nostra azienda, così come del legame che ci unisce alla nostra forza vendita” queste le parole della famiglia Caballini di Sassoferrato che ha accolto , nella sede di Conegliano, oltre 500 clienti tra nuovi e storici.

Gli ospiti (immagine concessa)

I clienti hanno potuto visitare la produzione da un percorso sopraelevato appositamente pensato per permettere le visite in totale sicurezza.

Con l’occasione, e per avvicinare la realtà della torrefazione alla cittadinanza, è stata prevista l’apertura straordinaria del Museo del Caffè estesa anche alla collettività sotto forma di apertura gratuita.

SCA Italy annuncia il suo laboratorio del caffè a Milano: adesso c’è JoinUs, casa della formazione

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MILANO – In un momento in cui cresce l’attenzione per la qualità e la sostenibilità nel mondo del caffè, SCA Italy – il chapter italiano della Specialty Coffee Association – annuncia l’apertura del suo nuovo punto di riferimento a Milano, in via Pompeo Leoni 1, zona Bocconi.

Il laboratorio del caffè SCA Italy a Milano

Si tratta di un progetto formativo e culturale dedicato allo specialty coffee che si colloca all’interno di JoinUs, il nuovo hub milanese dedicato alla cultura del lavoro, all’orientamento e alla formazione, promosso a sua volta da Galdus, ente di riferimento nell’istruzione professionale con oltre vent’anni di esperienza all’attivo.

Questo luogo diventerà la casa milanese di SCA Italy, uno spazio vivo e condiviso dove si terranno masterclass, sessioni formative, e workshop, ma anche incontri di aggiornamento e riunioni del chapter nazionale, contribuendo alla crescita di una cultura del caffè sempre più consapevole e diffusa.

“Avere un laboratorio del caffè SCA in una città come Milano, dove il valore dello specialty coffee cresce di anno in anno, è un passo fondamentale per la nostra associazione,” dichiara Alberto Polojac, coordinatore nazionale di SCA Italy. “Non solo sarà un punto di riferimento per la formazione professionale di eccellenza, ma anche uno spazio culturale aperto alla condivisione, alla sperimentazione e alla divulgazione del caffè di qualità.”

Inserire il progetto all’interno di un hub come JoinUs non è stata una scelta casuale. Quest’ultimo infatti è uno spazio fluido, ideato per favorire l’incontro tra studenti, imprese, professionisti e istituzioni, in un ambiente che coniuga creatività, innovazione e impatto sociale che nei suoi primi sei mesi di vita ha già ospitato più di 120 eventi e accolto oltre 1.700 studenti provenienti da diverse scuole milanesi.

“Il nuovo Laboratorio del caffè all’interno di JoinUs rappresenta un’opportunità concreta per avvicinare i giovani al mondo del caffè di qualità,” afferma Andrea Lattuada, events coordinator di SCA Italy. “È un luogo che nasce per essere aperto, inclusivo e didattico allo stesso tempo: qui si potranno sviluppare nuove competenze come fosse una palestra per i nuovi campioni del futuro.”

Il Laboratorio è attrezzato con postazioni professionali e flessibili, progettate per accogliere sia momenti didattici sia esperienze pratiche. Sarà un punto di riferimento stabile per la community dello specialty coffee in Italia e un’occasione preziosa per coinvolgere nuovi pubblici, dai giovani in formazione ai professionisti del settore.

“Crediamo fortemente nella contaminazione tra mondi diversi: scuola, impresa, artigianato, innovazione. Per questo abbiamo voluto realizzare un luogo come JoinUs, dove progetti come quello di SCA Italy possano incontrare i nostri studenti, offrendo esperienze formative di grande valore umano e professionale,” sottolinea Diego Montrone, fondatore del progetto JoinUs e Presidente di Galdus. “Il caffè diventa qui strumento di apprendimento, relazione e orientamento al futuro.”

Mokavit presenta la moka ufficiale della squadra di calcio SSC Napoli

NAPOLI – Mokavit, azienda italiana specializzata nella produzione di caffettiere a induzione, annuncia la realizzazione della moka a induzione dedicata al SSC Napoli, una delle squadre più amate e rappresentative del panorama calcistico. Questa  collaborazione rappresenta un grande onore, non solo per il prestigio del marchio, ma anche per ciò che esso rappresenta: una storia di passione, appartenenza, identità e orgoglio partenopeo.

Un legame unico con la propria città, con la propria squadra e con il mondo del caffè: un rito quotidiano, un momento sacro, un simbolo di convivialità e cultura.

Un prodotto che celebra Napoli

La moka a induzione SSC Napoli è molto più di un semplice oggetto: è un tributo alla città, alla sua gente, alle sue tradizioni e alla sua squadra del cuore. Realizzata con materiali di alta qualità e pensata per adattarsi ai piani cottura a induzione, unisce l’artigianalità del Made in Italy con l’innovazione e il design contemporaneo.

La moka a induzione (immagine concessa)

L’estetica del prodotto richiama con orgoglio i colori azzurri e il logo ufficiale del club, creando una sinergia perfetta tra funzionalità e identità sportiva. Ogni dettaglio è stato studiato per offrire un’esperienza autentica, emozionante e profondamente napoletana.

Un’alleanza tra valori condivisi

Per Mokavit, questa collaborazione rappresenta un momento fondamentale nel nostro percorso. Non si tratta solo di lanciare una nuova moka, ma di raccontare una storia comune fatta di tradizione, passione, resilienza e amore per le proprie radici,” ha dichiarato Gianni Vittoni, fondatore di Mokavit.

“Ho trascorso a Napoli gli anni più belli della mia vita, ho un ricordo meraviglioso di quel periodo: la gente, i colori, i profumi e soprattutto l’umanità. Questa moka è anche un gesto di riconoscenza verso una città che porto nel cuore.”

Prezzo di lancio e condizioni esclusive

In occasione del lancio, la moka sarà proposta al prezzo speciale di €49, per permettere ai tifosi di vivere questo simbolo di appartenenza anche nel rito quotidiano del caffè.

Dove acquistare la moka SSC Napoli

La moka a induzione SSC Napoli sarà disponibile a partire da [data di lancio] su:

Infine a breve sarà disponibile sull’Amazon brand store della SSC Napoli ed in selezionate catene di negozi fisici.

Espresso Italiano Champion: i primi tre finalisti sono Carla Fozzi, Matteo Colzani e Giulia Ruscelli

BRESCIA – Carla Fozzi, Matteo Colzani e Giulia Ruscelli sono i primi tre finalisti dell’Espresso Italiano Champion, il campionato nazionale che vede sfidarsi i migliori baristi in prove di qualità e abilità. Le tre gare che hanno visto uscire i migliori baristi che si sfideranno nelle finali di giugno, si sono svolte lunedì 12 maggio presso la sede di Mokador a Faenza (Ra) dove Giulia Ruscelli è uscita prima.

Il 13 maggio nella sede di Milani a Lipomo (Como) con la vittoria Matteo Colzani e infine il 14 maggio a Sassari presso Altogusto con Carla Fozzi a trionfare la selezione.

I finalisti dell’Espresso Italiano Champion

“Per l’Istituto Espresso Italiano questo è uno dei momenti più importanti perché permette a giovani professionisti di mettersi in mostra e confrontarsi con colleghi di tutta Italia – ha detto il Presidente di IEI, Alessandro Borea – ma allo stesso tempo è uno degli appuntamenti più sentiti anche per chi lavora nella filiera dell’espresso e di anno in anno siamo orgogliosi di vedere una costante crescita di interesse”.

Matteo Colzani (immagine concessa)

La prima sfida in ordine di data è stata quella ospitata da Mokador a Faenza (Ra). Su sei partecipanti, la migliore è risultata Giulia Ruscelli, giovanissima barista di Lovo Bar e Pasticceria di Forlì. Barista da 14 anni, ma solo negli ultimi quattro specializzata nella tecnica della latte art, facendola diventare una personale grande passione.

Carla Fozzi (immagine concessa)

“Ho deciso di partecipare a questa competizione per mettermi in gioco e crescere a livello professionale e voglio consigliare a tutte le persone appassionate del mondo della caffetteria nel buttarsi a partecipare perché è veramente un’emozione unica” – spiega Giulia Ruscelli – ho avuto l’onore di partecipare assieme ad altri ragazzi che erano ad un livello altissimo, complimenti anche a loro”.

“Le selezioni dell’Espresso Italiano Champion rappresentano per Mokador una preziosa opportunità. Permettono ai baristi di mettersi alla prova come veri professionisti del settore, unendo formazione, dedizione e passione per offrire ai clienti esperienze di qualità superiore. Desidero congratularmi vivamente con Giulia, la vincitrice di questa tappa, e con tutti i partecipanti. Il livello di competenza dimostrato è stato davvero elevato: complimenti a tutti”, ha sottolineato Marco Cini – Responsabile formazione Mokador Experience Academy e Brand Ambassador Mokador.

La seconda selezione si è svolta invece il 13 maggio a Lipomo (Co) nella sede di Milani. In questa occasione il migliore dei sette partecipanti è stato Matteo Colzani, classe 1989, nato e cresciuto a Seregno.

Dopo gli studi al liceo scientifico e la Laurea in economia e amministrazione delle imprese, ha iniziato con la gestione di una caffetteria/gelateria a Seregno. Questa esperienza rappresenta per Colzani una grande palestra in termini di gestione del lavoro e delle persone, oltre che un’occasione unica per appassionarmi al mondo del caffè.

Dopo 14 anni, Matteo Colzani ha deciso di lasciare il mondo del bar e dedicarsi alla formazione, in particolare a quella dei ragazzi in una scuola alberghiera a Monza.

iei istituto borea
Alessandro Borea, presidente Iei (immagine concessa)

“Da anni sono molto legato all’Istituto Espresso Italiano e ho frequentato corsi e partecipato a tante sessioni di assaggi di espresso è quindi per me un vanto partecipare alla gara, ecco perché ho deciso anche quest’anno, il terzo per me, di ricandidarmi tra i partecipanti l’anno scorso aver partecipato alla finale internazionale è stata un’esperienza unica. Spero di poterci partecipare ancora quest’anno” ha detto in occasione della vittoria il giovane barista. Elisabetta Milani, responsabile marketing e comunicazione Caffè Milani ha chiuso la giornata con questa riflessione.

C’è ci più: “Per noi di Caffè Milani ospitare un evento come questo ha un significato profondo. Crediamo fermamente che valorizzare la professionalità degli operatori sia essenziale per tutta la filiera: sono proprio i baristi, infatti, a chiudere il cerchio, portando in tazza il risultato finale del lavoro di molti. Il loro tocco, la loro competenza e sensibilità fanno la differenza. Organizzare Espresso Italiano Champion è anche un’opportunità preziosa per dialogare direttamente con i baristi, ascoltare le loro esigenze, capire i loro desideri e costruire insieme un futuro del caffè sempre più consapevole e orientato all’eccellenza”.

A chiudere questa prima tornata di selezioni quella del 14 maggio a Sassari presso Altogusto.

Ad aggiudicarsi il passaggio alla finalissima tra 9 concorrenti è stata la cagliaritana Carla Fozzi. Carla lavora in questo settore da giovanissima, a 40 anni vanta già un’esperienza ventennale; ha partecipato due volte a questa competizione supportata da tutto lo staff del locale in cui lavora e dalla titolare. Le parole di Carla Fozzi subito dopo la vittoria: “Ancora non ci credo, ho lavorato molto per questa prova perché, dopo lo scorso anno volevo farmi trovare preparata. Quest’anno il livello era molto alto e questo è ancora di più motivo di orgoglio per me! Adesso continuerò a lavorare duro per le finali nazionali!”.

La scheda sintetica dell’Espresso Italiano Champion

L’Espresso Italiano Champion da diversi anni è la gara per i baristi che desiderano mettersi alla prova con i simboli della caffetteria italiana: espresso e cappuccino. Negli anni ha coinvolto centinaia di professionisti da una decina di paesi, sia quelli con una lunga tradizione nel caffè sia i cosiddetti nuovi mercati.

La gara è aperta a tutti e si svolge con un meccanismo di selezione locale per arrivare alle semifinali e alle finali nazionali e internazionali. Le selezioni proseguiranno a partire dal 29 maggio a Pomezia (Rm) presso Golden Brasil, poi venerdì 30 maggio a Torino presso la sede di Costadoro. Ancora martedì 3 giugno a La San Marco a Gradisca d’Isonzo (Go), poi giovedì 5 giugno a Anzola dell’Emilia (Bo) presso Essse Caffè. La fase finale dell’Espresso Italiano Champion è in programma dal 24 al 25 giugno.

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info: www.iei.coffee.

Giornata internazionale del tè, la seconda bevanda più bevuta al mondo dopo l’acqua

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Verde o nero, il tè è una bevanda amica della salute, grazie al suo contenuto di polifenoli. Il 21 maggio si celebra la Giornata internazionale del tè, la seconda bevanda più consumata al mondo subito dopo l’acqua. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Anna Castiglioni per il portale La Gazzetta Active.

La Giornata internazionale del tè

MILANO – Il 21 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale del tè, una delle bevande più antiche e la seconda più consumata al mondo dopo l’acqua. La sua lunga storia e il significato culturale che ricopre non sono gli unici motivi per cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato questa giornata internazionale: il tè ha un ruolo chiave nello sviluppo rurale, nella riduzione della povertà e nella sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo, dove viene prodotto la maggior parte del tè in commercio.

La produzione e la lavorazione del tè sono una delle principali fonti di sostentamento per milioni di famiglie, in particolare in paesi come il Bangladesh, lo Sri Lanka, il Nepal, il Vietnam, l’Indonesia, il Kenya, il Malawi, la Malesia, l’Uganda, l’India e la Tanzania.

La celebrazione del 21 maggio promuove la produzione, il consumo e il commercio sostenibili del tè e offre agli attori a livello globale, regionale e nazionale l’opportunità di garantire che il settore del tè continui a svolgere un ruolo nella riduzione della povertà estrema, nella lotta alla fame e nella salvaguardia delle risorse naturali.

Il settore del tè è un’industria da miliardi di dollari che può sostenere le economie e contribuire a sistemi alimentari sostenibili.

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Chocolate For Family: “Nel Bean to bar, la tecnologia dà un valore aggiunto, ma non fa la differenza”

SENIGALLIA – Alberto assieme alla moglie Michela è il co-fondatore e chocolate maker di Chocolate For Family, impresa che produce cioccolato bean to bar, ovvero dalla fava alla tavoletta. Con lui, è stato possibile fare il punto della situazione rispetto al mercato.

Innanzitutto, il bean to bar esiste ancora o è diventata solo un’etichetta pubblicitaria?

“Originariamente il Bean to bar è stato un movimento in cui un artigiano si rende totalmente indipendente a livello produttivo, cioè è in grado di realizzare una tavoletta ad esempio, acquistando le fave di cacao. In genere si occupa di piccoli volumi, che si chiamano small o micro batch. Per operare in queste modalità, si devono affrontare due difficoltà principali: in primis, è fondamentale avere un’ottima conoscenza della materia prima, sapere da dove partire.

Ancora oggi c’è poca conoscenza del cioccolato nel mondo della pasticceria e non basta sapere cosa sia il prodotto finito, bisogna invece conoscere tutta la fase precedente, dalla genetica alla fermentazione e quindi essere degli esperti di cacao. Ci deve poi essere una buona conoscenza anche di tutto il processo di trasformazione dalla selezione della materia prima, alla tostatura, sino al concaggio.

Altra difficoltà arriva sul piano della comunicazione: di base questo prodotto ha un prezzo più alto e questo va spiegato adeguatamente al consumatore finale, che sia il retailer o il professionista. In questo senso, il progetto TOO BRAVE che abbiamo fatto partire (di cui è possibile leggere qui) è dedicato proprio agli addetti ai lavori che pongono attenzione al valore degli ingredienti.”

Capitolo attrezzature: un chocolate maker cosa deve avere nel suo laboratorio?

“Si parte dalla tostatura, che spesso viene svolta impiegando dei macchinari simili a quelli usati per il caffè, poi si passa alla decorticazione per separare la buccia del cotiledone dei semi, una pre raffinazione con un mulino a pioli o elicoidale, una seconda raffinazione a biglie o a cilindri e infine un terzo step che è il concaggio. Per ciascun passaggio, sono necessarie delle attrezzature dedicate.

Per esperienza però, vorrei dire che l’attrezzatura non fa la differenza: la genetica gioca il 25%, un altro 25% è dato dalla fermentazione e il 30% lo fa la tostatura.

Il resto è legato alla lavorazione successiva, ovvero il concaggio, il bilanciamento della ricetta, le tecnologie applicate.

L’industria ha focalizzato l’attenzione sulla tecnologia, ma nel bean to bar questa dà solo un valore aggiunto, senza essere l’elemento fondamentale. Se si parte da un cacao cattivo, è impossibile ottenere un ottimo cioccolato, nonostante gli strumenti a disposizione.”

E un buon cacao cos’è?

“Deve innanzitutto presentare delle note aromatiche molto gradevoli, come le floreali e fruttate, non dev’essere perciò amaro, astringente e non deve lasciare degli off flavours. Consideriamo che la maggior parte del cacao prodotto, essendo quotato in Borsa da moltissimi anni e dà poco reddito al coltivatore, da decenni ha fatto sì che vengano piantate genetiche con alta produttività e scarse qualità aromatiche.

Normalmente si tratta di cacao molto amari ed astringenti. Inoltre, la fermentazione viene fatta da ogni singolo agricoltore e se pensiamo che, in tutto il mondo, il 90% viene coltivato da piccole aziende a conduzione familiare di 1-5 ettari se non meno, ognuno procede con la propria fermentazione in modo autonomo e lo fa nei 3-6 mesi di raccolta.

Questo significa che in una tonnellata di cacao, ci possono essere anche 20 fermentazioni spontanee differenti. Si può immaginare quanto sia difficile gestire la qualità del cacao greggio. Specifichiamo poi che l’amarezza è un difetto, l’amaricante è un pregio: la prima è qualcosa che persiste e dà fastidio, la seconda è una parte amara piacevole che lascia subito il palato.

Tutti i nostri cioccolati nell’after taste lasciano la bocca pulita.

Circa il 60-65 % del cacao è impiegato per creare la polvere, che richiede un impegno minore in ricetta e, grazie all’alcalinizzazione, dà maggiore resa di colore e gusto e viene impiegata nelle creme da spalmare, gelati, biscotti, surrogati, dessert…”

Quanto deve costare oggi un buon cioccolato, una tavoletta?

“Una tavoletta da 70 grammi non può costare meno di 8-10 euro. Bisognerebbe collegare però il costo ad un discorso di qualità: dichiarare le origini del cacao, impostare la discussione sul piano della tracciabilità e della storia di un’azienda. Informarsi sull’impresa che produce, avere un contatto diretto con essa, permette di capirne le modalità di lavoro che determinano il prezzo finale. Invitiamo per questo, anche erogando formazione ai nostri rivenditori, a visitare i nostri laboratori per mostrare la nostra professionalità.

Attenzione poi alla degustazione: la tavoletta non deve presentare note sgradevoli e deve contenere degli ingredienti specifici, come massa di cacao, burro di cacao e zucchero. Se ci sono gli aromi o il cacao in polvere, è già una spia sulla qualità del prodotto.
La percentuale che molti guardano nel packaging, non dice molto del livello della materia prima e degli ingredienti usati.”

Qual è il prodotto che va di più adesso?

Tutti i nostri monorigine. Ancora una volta è la cosa più conosciuta ed è la più facile da comunicare: ne lavoriamo in purezza una trentina e questo piace. Brave Beans, il nostro brand dedicato esclusivamente al monorigine in tavolette da 12 grammi, riscuote molto successo e tutti i clienti, più o meno preparati, hanno apprezzato.

Per ottenere questo risultato, abbiamo dovuto insistere molto sull’educazione: per dare un’idea sulla totale disinformazione, non saprei neppure bene indicare il numero esatto di bean to bar in Italia. Potrei azzardare a dire che sono una ventina, ma parliamo di un segmento in evoluzione e poco tracciato e, soprattutto, non regolamentato da alcuna legge/normativa/disciplinare che definisca questo genere di impresa.

Ad oggi, anche la grande industria si può etichettare come bean to bar.

La comunicazione poi è sempre una chiave importante per emergere. La qualità è un tema un po’ difficile: c’è quella estrinseca che è misurabile con un’analisi e poi quella individuale legata al background e al gusto del cliente. È una parola molto abusata.

Che effetti ha sul vostro mercato più di nicchia, l’aumento spropositato dei prezzi?

“Non siamo mai stati legati alle quotazioni di Borsa e abbiamo sempre pagato in passato già 7 volte di più la nostra materia prima, mentre ora “soltanto” un 50% in più: la differenza tra il cacao premium e quello commerciale si è assottigliata.

Vedo questo fenomeno come un’opportunità per noi piccoli artigiani, per due motivi: il primo è che si torna a parlare di cacao e si comprende che è un prodotto agricolo.

Aumentando il costo del cacao quotato in Borsa, anche i piccoli produttori che devono fronteggiare una grossa richiesta, hanno stabilito cifre più alte: noi siamo già in linea con i prezzi, subiamo meno il gap sulla spesa da sottoporre al consumatore finale. Rimane per noi un problema più legato alla disponibilità: sono in contatto con diverse cooperative che non sanno come fronteggiare la grossa domanda. La speculazione nasce così e colpisce un po’ tutti. Ora faccio fatica a trovare alcune origini.

È una situazione che secondo me durerà altri anni: l’industria sta perdendo grandi volumi e la sola cosa che si può fare al momento è diminuire ulteriormente la quantità di cacao nelle ricette, trovare dei sostituti alla polvere o addirittura cambiare commodities su cui investire. Sono rimasto molto colpito da come il mercato sia cambiato nel giro di un paio d’anni. L’opportunità sta nell’intercettare i consumatori che cercano prodotti particolari, piacevoli.”

Come vede il cacao e il cioccolato del futuro?

“Credo che seguirò il percorso di altri prodotti: se ne si consumerà di meno, ma di più buono. Ne è un esempio il vino che ha conosciuto un nuovo slancio diversi anni fa. Sono molto positivo su questo, in primis perché l’opinione pubblica ne parla di più e oggi tanti sono i clienti che arrivano da noi più preparati.”

Ma un’attività come la vostra, è sostenibile economicamente?

“Dall’inizio del 2021 a oggi siamo stati una startup, senza dipendenti a carico e portando parallelamente il mio lavoro da consulente. Dal 2023, siamo partiti come azienda vera e propria, diventando 4, esternalizzando la parte di grafica e comunicazione. Il cioccolato di qualità, intendiamoci, si può fare anche in grandi volumi: non sono le dimensioni il discrimine.

Facciamo il parallelo tra il vino e la birra: la seconda non la paga nessuno 50 euro. Il cioccolato fa fatica ancora a togliersi di dosso la questione del costo da giustificare. Il frutto di quello che stiamo seminando oggi lo vedranno probabilmente le prossime generazioni e la quotazione in Borsa accelererà questo processo.”

“Cosa cambierà nel nostro mondo?”

“Vedendo gli ultimi anni , la quotazione in Borsa è cambiata come non si verificava da trent’anni. Mi pongo invece un’altra domanda, cioè, cosa non cambierà per il nostro amato cioccolato? Che avrà un ruolo maggiore del vino, perché consola, dà energia, non ha controindicazioni o effetti sul corpo deleteri. Con una piccola quantità, il cioccolato appaga. Questo suo ruolo, di premio, di coccola, non tramonterà mai e per questo si legherà il prodotto molto di più alla porzione: meno, ma con più soddisfazione.

Ad oggi abbiamo la maggiorparte della clientela in Italia, ma l’idea è quella di entrare nei mercati esteri. Ho scoperto, parlando con dei colleghi in Olanda o in Francia, che i produttori bean to bar sono legati alle realtà locali. Quando entrano in Italia, scompaiono in poco tempo.

Diversi di loro fanno numeri molto buoni nella loro zona ma diversamente qui da noi, non riescono a sfondare. Probabilmente noi riusciremo a fare l’opposto grazie al fascino del made in Italy, penetrando in mercati anche contradditori come gli Stati Uniti, proprio lì dov’è nata l’onda del bean to bar.”

Brasile: Usda prevede una produzione 2025/26 in lieve crescita a 65 milioni di sacchi, robusta a 24,1 milioni

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MILANO – Produzione del Brasile in lieve ripresa nel 2025/26 (luglio/giugno), a 65 milioni di sacchi: questa la previsione del nuovo report del servizio informativo estero (Fas) del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (Usda) diffuso lunedì 19 maggio. La stima è, grosso modo, in linea con quelle di buona parte degli analisti del settore privato, ma supera di oltre 9 milioni di sacchi quella ufficiale diffusa da Conab un paio di settimane fa.

Gli esperti statunitensi hanno anche rivisto al ribasso la stima per la produzione nell’annata di raccolto 2024/25 portandola a 64,7 milioni di sacchi, contro i 66,4 milioni di cui al report semestrale del dicembre scorso.

Il raccolto 2024/25 di arabica è stimato ora in 43,7 milioni (45,4 nella stima di dicembre), mentre la stima sulla produzione di robusta è rimasta invariata a 21 milioni.

Tornando al raccolto 2025/26 del Brasile, il report prevede una produzione di arabica in ulteriore calo a 40,9 milioni e una produzione di robusta ancora in crescita a un nuovo massimo storico di 24,1 milioni

Le scorte finali crolleranno a 640 mila sacchi a giugno 2025, per risalire a 1,685 milioni a giugno 2026.

Il calo produttivo degli arabica è attribuito – oltre che ai noti fattori ciclici – alla lunga siccità dell’anno scorso, all’ulteriore periodo di tempo secco e caldo occorso, quest’anno, tra febbraio e marzo, nonché al regime irregolare che ha caratterizzato a lungo le precipitazioni.

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Eraclea, Gruppo Lavazza, presenta la nuova campagna “Ti meriti un ginseng time” e lancia le varianti della bevanda Light e Veg

MILANO – I consumi di ginseng crescono sempre di più in Italia. Secondo Competitive Data 2022, la bevanda ha registrato un aumento del +10% in termini di vendite anno su anno. Eraclea, marchio dedicato al consumo fuori casa del Gruppo Lavazza, è venuta incontro ai gusti dei consumatori introducendo due referenze d’eccezione: il Ginseng Light e Veg, due varianti all’insegna del gusto e della sostenibilità.

Per l’occasione il 20 maggio, presso la California Bakery Garden&Lounge in Corso di Porta Ticinese 58 a Milano, è stata presentata la nuova campagna “Ti meriti un ginseng time”.

Ospiti d’eccezione all’evento il pasticcere e content creator Lucake, che he proposto cinque abbinamenti esclusivi con il ginseng, e la psicologa psicoterapeuta Cinzia Schiappa, la quale è intervenuta con una riflessione sull’importanza di ritagliarsi momenti di pausa per il proprio benessere.

Il pasticcere e content creator Lucake (immagine concessa)

Sì, perché oggi più che mai il ginseng è sinonimo di salute per sempre più persone: basti pensare che la bevanda oggi è presente nella maggior parte dei bar di tutta Italia (oltre il 90%). Le preferenze maggiori si registrano, in particolare, nel centro (95%), nel sud e nelle isole (95%): è in queste aree dunque che il ginseng è diffuso più capillarmente nei punti vendita secondo Tradelab Canale Bar 2023.

Il ginseng rappresenta circa il 3% delle consumazioni totali nel mondo bar, battendo anche il caffè decaffeinato prosegue Competitive Data.

È il primo prodotto per consumazioni non caffè secondo Tradelab Canale Bar 2023. Non solo nel canale food service, la crescita del ginseng si riscontra anche nel canale OCS (Office Coffee Service), con un aumento del +6,6%, nel vending con un +5,3%, e nel retail, dove le capsule di ginseng registrano un incremento del +11% a volume.

La presentazione Lavazza. A destra Marco Barbieri, Direttore Marketing Italia Lavazza, e la psicologa psicoterapeuta Cinzia Schiappa (immagine concessa)

“I consumi fuori casa del ginseng confermano come questa bevanda sia sempre più apprezzata dai consumatori italiani. Il suo successo è dovuto in gran parte al gusto dolce e delicato – commenta Marco Barbieri, direttore marketing Italia Lavazza – ma anche al ruolo che ricopre come piccolo momento di piacere. Sempre più spesso, infatti, fuori casa si cercano piccole gioie quotidiane: attimi da condividere, fotografare, oppure da vivere in tranquillità, per riconnettersi con sé stessi”.

Barbieri aggiunge: “Il ginseng, consumato soprattutto durante le pause pomeridiane, si inserisce perfettamente in questa tendenza. È per questo che abbiamo scelto di lanciare una campagna che valorizzi il lato emotivo del prodotto, invitando i consumatori a prendersi un ginseng time: una pausa gratificante tutta per sé.”

I consigli della psicologa

Eraclea insieme alla psicologa psicoterapeuta Cinzia Schiappa ha proposto una riflessione per ritagliarsi una vera pausa, un tempo che non venga continuamente riempito da stimoli esterni ma una pausa necessaria per la mente e per il benessere psico-fisico.

“La nuova campagna Eraclea, Ti meriti un ginseng time presenta una notevole forza comunicativa perché attiva immediatamente un’immagine familiare, quotidiana e carica di significato, richiamando un gesto di cura e attenzione verso di sé – ha dichiarato Cinzia Schiappa, psicologa psicoterapeuta e dottore di ricerca – è importante sottolineare come la pausa non sia un premio, ma un contributo essenziale al nostro equilibrio psicofisico. Non ci meritiamo una pausa, ne abbiamo fisiologicamente bisogno”.

Cinzia Schiappa aggiunge: “È uno spazio necessario per sostare, pensare, creare connessioni, ritrovare contatto con sé stessi. Ma è importante che sia una vera pausa sospendendo stimoli e compiti, anche solo per pochi minuti, tollerando il vuoto e la noia, muovendosi e cambiando prospettiva, condividendo il proprio momento con qualcuno, creando un proprio rito ed essendo presenti a sé stessi.”

Le nuove referenze Light e Veg

Il ginseng è un prodotto che presenta diverse sfaccettature e note aromatiche che spaziano dal caramello, alla vaniglia, al cioccolato.

La gamma Ginseng di Eraclea si compone complessivamente di cinque referenze: il Ginseng Classico, dal gusto intenso, con note di cacao e vaniglia e una dolcezza di media intensità; il Ginseng Double Cream avvolgente, con note di caramello e vaniglia, con una dolcezza di intensità medio-medio alta e il Ginseng Delicato, dal gusto morbido, con note di caramello e vaniglia, con una dolcezza ad alta intensità.

Ginseng Veg (immagine concessa)

A queste si aggiungono: il Ginseng Light con il 47% di zuccheri meno del top seller Double Cream, che può essere personalizzato per raggiungere la dolcezza desiderata con zucchero bianco, di canna, miele, oppure un dolcificante, e il nuovo Ginseng Veg, senza glutine, con ingredienti vegetali, morbido e vellutato, dal gusto caratterizzato dalle note di caramello e vaniglia, unite ad un retrogusto vegetale. In entrambe le referenze è presente l’1% di estratto di ginseng.

Ginseng Light (immagine concessa)

Queste due proposte Eraclea rispondono alle esigenze dei ginseng lovers: avere un ginseng da dolcificare a piacimento e un prodotto vegano, in linea con l’aumento dei consumi di prodotti plant-based di sempre più famiglie italiane.

 I 5 pairing esclusivi

Attraverso una partnership d’eccezione con Luca Perego, in arte LuCake, pasticcere e Content creator italiano, che arriva da una famiglia con radici profonde nella panificazione e che oggi collabora con riviste di cucina e programmi tv per portare la pasticceria professionale nelle case di tutti, gli aromi della linea ginseng Eraclea sono state abbinate a creazioni inedite in grado di esaltarne le caratteristiche.

Tre cioccolati al ginseng (immagine concessa)

Ecco allora che al Ginseng light che viene accostata ad una spirale di lampone con crema al cioccolato bianco e crumble alle mandorle. Il pairing crea un equilibrio tra freschezza e acidità del lampone e il gusto intenso e avvolgente delle mandorle.

Spirale di lampone con crema al cioccolato bianco e crumble alle mandorle (immagine concessa)

Al Ginseng veg viene abbinato Delizia vegan con una base di frolla al cacao e cocco, un cremoso al cioccolato e un cremoso all’avocado, decorato con riccioli di cioccolato fondente, per rispettare appieno i principi della cucina vegetale, offrendo un’esperienza gustativa equilibrata e armoniosa.

lavazza eraclea
Delizia vegan cioccolato e avocado (immagine concessa)

Al Ginseng classico, dal gusto deciso, vengono accostati i tre cioccolati al ginseng, un delicato dolce al cucchiaio, composto da tre stratificazioni ai tre cioccolati e ginseng che permette di esaltare le sfumature di ogni strato, rendendolo un dessert interessante da scoprire cucchiaio dopo cucchiaio.

Tortine soffici al cioccolato e mango (immagine concessa)

Al ginseng double cream vengono abbinate le tortine soffici al cioccolato e mango, una proposta che crea un contrasto tra la profondità del gusto del ginseng e la freschezza e la dolcezza dei cubotti.

Mini banana bread con crema yogurt greco (immagine concessa)

 Infine, al ginseng Delicato viene abbinato un Mini banana bread con crema allo yogurt greco per creare un equilibrio tra i sapori.

Scotsman Ice è main sponsor del Roma Bar Show 2025, 26-27/05

ROMA – Scotsman Ice sarà main sponsor del Roma Bar Show 2025, la più importante manifestazione italiana dedicata al mondo della mixology e dell’hospitality, che si terrà il 26 e 27 maggio 2025 presso il prestigioso Palazzo dei Congressi di Roma. In occasione di questo evento straordinario, l’azienda fornirà il suo iconico cubo gourmet da 20g a tutti gli stand presenti, garantendo ai bartender il massimo della qualità, purezza e consistenza per drink impeccabili.

Scotsman Ice al Roma Bar Show 2025

Sarà possibile scoprire l’eccellenza del ghiaccio professionale, incontrare i grandi protagonisti della scena mixology internazionale e lasciarsi ispirare da due giorni di masterclass, degustazioni e networking.

  • Dove: Palazzo dei Congressi, Roma
  • Quando: 26–27 maggio 2025

Si tratta di un evento imperdibile per tutti i professionisti del beverage.

Caffè: il consumo al mattino riduce il rischio di morte per malattie cardiovascolari

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Il consumo di caffè al mattino ridurrebbe il rischio di morte a causa di malattie cardiovascolari: queste le conclusioni di uno studio pubblicato sull’European Heart Journal e condotto da Lu Qi della Tulane University, Usa. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale Ansa.

I benefici del caffè

MILANO – Bere caffè al mattino potrebbe ridurre il rischio di morire per malattie cardiovascolari e il rischio di mortalità generale rispetto al suo consumo in altri momenti del giorno. Lo rivela uno studio pubblicato sull’European Heart Journal e condotto da Lu Qi della Tulane University, Usa.

“Le ricerche condotte finora suggeriscono che bere caffè non aumenta il rischio di malattie cardiovascolari – sottolinea – e sembra ridurre il rischio di alcune malattie croniche, come il diabete di tipo 2″. Visti gli effetti che la caffeina ha sul nostro organismo, abbiamo voluto verificare se il momento della giornata in cui si beve il caffè ha un qualche impatto sulla salute del cuore”.

Lo studio ha coinvolto 40.725 adulti cui sono stati chiesti tutti gli alimenti e le bevande consumati almeno un giorno, compresi gli orari di consumo.

È stato inoltre incluso un sottogruppo di 1.463 persone a cui è stato chiesto di compilare un diario dettagliato su cibi e bevande per un’intera settimana.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui