lunedì 24 Novembre 2025
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Nespresso: +10% di capsule in alluminio riciclate nel 2023 per oltre 1.800 tonnellate, 10 mln investiti sull’Italia

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Esempio di economia circolare (foto concessa)

MILANO – Nespresso – pioniera e punto di riferimento del caffè porzionato di alta qualità – annuncia i nuovi dati di riciclo delle capsule in alluminio del 2023 e conferma i risultati in costante crescita del progetto di economia circolare Da chicco a chicco per il primo quadrimestre dell’anno 2024.

Con un totale di oltre 1.800 tonnellate di capsule recuperate nel corso dello scorso anno, +10% rispetto al 2022, il progetto ha permesso di recuperare e mandare a riciclo quasi 11.000 tonnellate di capsule in 12 anni che hanno consentito di generare nuove risorse dai due materiali di cui sono composte: oltre 650 tonnellate di alluminio sono state infatti destinate alle fonderie e trasformate in nuovi oggetti e più di 6.500 tonnellate di caffè esausto utilizzato anche per la produzione di compost, impiegato poi per contribuire alla coltivazione di riso.

Il progetto Da chicco a chicco di Nespresso

Risultati positivi, supportati anche da un investimento complessivo sul territorio italiano che ha raggiunto i 10 milioni di euro, e nuovi obiettivi di recupero per il 2025: raggiungere le 900 tonnellate di alluminio e superare le 9.000 tonnellate di caffè da riutilizzare in progetti concreti.

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Capsule riciclate (foto concessa)

Nato nel 2011 grazie a una convenzione con CIAL (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio Italiano Compostatori), Da chicco a chicco è il progetto di economia circolare attraverso cui i clienti possono riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nell’apposita area di raccolta presente all’interno delle Boutique Nespresso e nelle isole ecologiche partner dell’iniziativa distribuite sul territorio nazionale, per un totale che ad oggi ha appena raggiunto oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane.

Una volta raccolte dalle aziende locali di gestione dei rifiuti, con accordi dedicati in ogni città e in collaborazione con CIAL, le capsule esauste vengono lavorate e recuperate presso l’impianto Garm – Gavardo Recupero Metalli in provincia di Brescia, dove l’alluminio viene separato dal caffè per dare a entrambi i materiali nuova vita.

Grazie alla presenza di macchinari specifici per la lavorazione delle capsule in alluminio e per il recupero di nuove materie prime, in impianto avvengono il trattamento e la separazione dei due materiali che compongono la capsula esausta: l’alluminio viene recuperato, frazionato e destinato alle fonderie per avviare il processo di riciclo che lo trasformerà in nuovi oggetti come penne, biciclette, segnalibri e molto altro, mentre il caffè esausto viene inviato presso un impianto di compostaggio per il suo impiego nella realizzazione del compost e, successivamente, ceduto anche a una risaia in provincia di Novara.

Il riso prodotto grazie a questo fertilizzante naturale viene poi riacquistato da Nespresso e infine donato al Banco Alimentare di Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia e al Banco alimentare dell’Emilia-Romagna, ultima sede regionale dell’associazione entrata da poche settimane nel progetto che beneficerà della prima donazione di riso, non appena sarà completata la raccolta, nel mese di novembre.

Grazie alla collaborazione ormai consolidata dal 2011 tra Nespresso e Banco Alimentare, sono stati donati 5.500 quintali di riso, equivalenti a oltre 6 milioni di piatti. Mentre nel solo 2023, tramite i banchi alimentari della Lombardia, del Lazio, del Piemonte e della Puglia, è stato possibile donare circa 900 quintali di riso, l’equivalente di 1 milione di piatti di riso (1 piatto = 90gr), che hanno raggiunto più di 2.500 strutture caritative – tra case di accoglienza, unità di strada, mense e spazi dedicati al supporto – e oltre 500.000 persone in difficoltà, attraverso consegne dedicate e pacchi solidali.

Nespresso Garm (foto concessa)

Un impegno che, con il nuovo ingresso del Banco Alimentare dell’Emilia-Romagna, permetterà un supporto sempre maggiore alle organizzazioni che in Italia si adoperano per prestare aiuto ai più fragili.

Dare una seconda vita alle capsule in alluminio esauste per fare in modo che queste possano generare nuove risorse per il territorio e per le comunità è l’obiettivo con cui dal 2011 Nespresso porta avanti il progetto Da chicco a chicco.

Un impegno costante ad ampliarlo e a renderlo sempre più vicino alle persone per fare in modo che la riconsegna delle capsule esauste diventi una consuetudine sempre più diffusa. Per questo, nel corso del 2023 e nei primi mesi del 2024 il progetto si è ampliato ulteriormente, grazie all’adesione sempre maggiore di società di gestione della raccolta differenziata in Piemonte ed Emilia-Romagna, che hanno permesso l’inclusione di un totale di 30 nuove isole ecologiche per la riconsegna delle capsule nelle due regioni.

Un incremento che trova riscontro anche nei dati di riciclo dei primi quattro mesi del 2024 con quasi 740 tonnellate di capsule raccolte che rappresentano un +14% rispetto allo stesso periodo del 2023.

“Da chicco a chicco è un progetto vivo, che si evolve e cresce anno dopo anno e sul quale continueremo a investire per continuare a supportare il territorio, tutte le persone che ne traggono beneficio e in funzione di un impatto sempre più positivo per il nostro territorio”, commenta Silvia Totaro, sustainability & SHE manager di Nespresso Italiana. “Una crescita costante in termini di numeri e di risorse rigenerate, possibile grazie a tutte le persone che si impegnano a riconsegnare le loro capsule esauste, ma anche in termini di partecipazione dei nostri partner e, che ci permettono di farlo crescere con un sempre maggiore impatto sulle comunità: da CiAL, Utilitalia e CIC che hanno creduto da subito nel progetto, alle società di gestione della raccolta differenziata nelle diverse regioni, aiutandoci a renderlo sempre più capillare sul territorio, fino ad arrivare alle sedi regionali di Banco Alimentare per raggiungere e supportare un numero sempre più alto di persone.”

La collaborazione con Nespresso è un fiore all’occhiello per il nostro Consorzio, commenta Stefano Stellini, Direttore Generale Consorzio CIAL. Un impegno costante e quotidiano che ci permette di recuperare e avviare a riciclo materiale che altrimenti andrebbe sprecato in discarica.

Certo, il cammino verso percentuali di riciclo imponenti è ancora lungo ma la rete del territorio è sempre più fitta e solida e il numero dei punti di raccolta per le capsule del caffè in alluminio esauste aumenta di mese e in mese. Partiti poco più di 10 anni fa, siamo ormai arrivati ad una copertura territoriale ampia che presenta però ancora margini di miglioramento importanti.

In tal senso la collaborazione con le società che nei diversi Comuni gestiscono i rifiuti urbani è fondamentale, così come gli accordi con le piattaforme. Parliamo di un Sistema complesso che CIAL coordina al meglio e che finora ha dato ottimi risultati.

Uno sguardo ai dati di riciclo nelle principali regioni e città italiane

Un punto di vista anche locale sul riciclo delle capsule in alluminio arriva grazie ai dati locali di Nespresso che ha raccolto una vista specifica in alcune regioni che hanno raggiunto risultati interessanti sia in termini di quantità che di percentuali di incremento nel corso del 2023.

Si parte dalla Lombardia, che nel 2023 ha raggiunto oltre 850 tonnellate di capsule raccolte con un +16% rispetto al 2022 e performance particolarmente positive nelle città di Milano che, insieme a una buona parte dell’hinterland (Assago, Sesto San Giovanni, Rozzano, Arese e altri comuni) ha registrato una crescita di oltre il 50%, e Brescia, Bergamo e Como che si attestano al + 30%. In linea con lo scorso anno resta poi il Lazio, che solo nella città di Roma ha contato oltre 200 tonnellate di capsule recuperate.

Molto positivi anche i dati in Emilia-Romagna che, con un totale di oltre 310 tonnellate di capsule, registra un +6% con le città di Bologna, Rimini, Modena e Ferrara che hanno incrementato la raccolta delle capsule del 17% rispetto all’anno precedente. Riciclo in crescita anche per il Veneto, dove sono state raccolte oltre 230 tonnellate di capsule esauste (+9%), con le città di Venezia, Treviso e Vicenza che hanno registrato una crescita rispettivamente di 24, 21 e 12 punti percentuali. A seguire la Liguria che, con la città di Genova in testa, con un totale di 76 tonnellate di capsule riciclate ha registrato una crescita del 12%.

Risultati molto positivi anche per il sud Italia e le isole, con la Puglia che si è distinta per un’importante crescita del 76% grazie a nuovi punti di raccolta sul territorio che vede protagoniste le città di Bari e Lecce (+80%). Chiudono la classifica la Sicilia con 12 tonnellate di capsule (+50%) con le città di Palermo (+77%) e Catania (+23%) e la Sardegna che, con 9 tonnellate di capsule raccolte nella città di Sassari, ha registrato una crescita del 16%. Tra le regioni che hanno mantenuto un trend in linea con gli anni precedenti troviamo poi la Toscana, con Firenze che supera le 80 tonnellate raccolte, il Trentino, con 30 tonnellate, e la Campania, che ha raccolto circa 10 tonnellate di capsule esauste.

Per conoscere tutti i punti di raccolta e partecipare attivamente al progetto di recupero e riciclo delle capsule basta cliccare qui.

La scheda sintetica di Nespresso

Nespresso è pioniera e punto di riferimento per il caffè porzionato di altissima qualità. L’azienda lavora con oltre 150.000 coltivatrici e coltivatori in 18 Paesi attraverso il suo Programma AAA Sustainable Quality per integrare le pratiche di sostenibilità nelle aziende agricole e nei territori circostanti.

Lanciato nel 2003 in collaborazione con la ONG Rainforest Alliance, il Programma aiuta a migliorare la resa e la qualità dei raccolti, assicurando una fornitura sostenibile di caffè di alta qualità e migliorando le condizioni di vita delle coltivatrici, dei coltivatori e delle loro comunità.Nel 2022 Nespresso ha ottenuto la certificazione B Corp, unendosi a un movimento internazionale di oltre 7.900 aziende che soddisfano gli elevati standard di responsabilità sociale e ambientale e di trasparenza B Corp.

Con sede a Vevey, Svizzera, Nespresso opera in 93 mercati e conta 14.000 dipendenti. Nel 2023 ha gestito una rete globale di vendita al dettaglio globale di 791 boutique. Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.

Il Costa Rica punta sulla produzione del caffè a deforestazione zero in vista dell’EUDR

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La bandiera del Costa Rica

Il Costa Rica ha deciso di puntate sulla produzione di caffè a deforestazione zero in vista dell’avvicinarsi del nuovo regolamento sulla deforestazione (Eudr), che sarà implementato nell’Unione Europea a partire dalla fine di dicembre 2024.

Una mossa che ha visto l’Italia diventare quest’anno, tramite illycaffè, la destinazione dei primi 275 sacchi di caffè costaricano prodotto senza provocare la perdita di copertura boschiva nel Paese. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

La produzione di caffè sostenibile del Costa Rica

MILANO – Con l’entrata in vigore di un nuovo regolamento, a partire dal 2025, sarà vietata nei mercati dell’Unione Europea (UE) l’importazione di bovini, cacao, caffè, palma da olio, gomma, soia e legno provenienti da terre deforestate. Nonostante altri Paesi sudamericani, come Ecuador, Paraguay e Bolivia, le abbiano definite discriminatorie per il commercio, il Costa Rica ha deciso di abbracciare le nuove norme europee, puntando sulla produzione di un caffè a “deforestazione zero”.

Una mossa che ha visto l’Italia – secondo esportatore UE dietro la Germania – diventare quest’anno, tramite il marchio illycaffè, la destinazione dei primi 275 sacchi (18.975 chilogrammi) di caffè costaricano prodotto senza provocare la perdita di copertura boschiva nel Paese.

Il caffè esportato nell’ambito di questo progetto pilota proveniva dalla zona di Los Santos, principale centro di produzione del Costa Rica situato nella provincia di San José, nel centro-sud dello Stato, dove è stato coltivato da 69 piccoli produttori appartenenti alla Cooperativa de Caficultores de Tarrazú (CoopeTarrazú), la quale, con 4.500 produttori, è il più grande esportatore di caffè a livello nazionale in Europa, a cui destina un quarto della propria produzione.

In conformità con i requisiti di legalità e deforestazione zero che saranno imposti dal regolamento a partire dal prossimo anno per poter esportare nei mercati europei, i coltivatori coinvolti nel progetto hanno seguito una formazione per adempiere ai sistemi di due diligence richiesti per consentire l’accesso degli acquirenti alle informazioni sui prodotti, inclusa la tracciabilità attraverso dati di monitoraggio e la geolocalizzazione degli appezzamenti di terra utilizzati per coltivare il caffè.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Fabia, Segafredo Zanetti Austria, lancia la miscela Wiener Werte

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La miscela Wiener Werte (immagine concessa)

MILANO – Fabia, tradizionale marchio di caffè viennese di alta qualità di Segafredo Zanetti Austria, fondato negli anni ’50, lancia Wiener Werte, una miscela di caffè Arabica e Robusta certificata Organic e Fairtrade.  La certificazione Organic garantisce che il prodotto di Fabia soddisfi rigorose condizioni di produzione, lavorazione, trasporto e conservazione, mentre il sigillo Fairtrade viene conferito alle aziende che raggiungono determinati standard sociali, economici e ambientali.

Wiener Werte si aggiunge ai numerosi esempi concreti di Massimo Zanetti Beverage Group volti a sottolineare l’impegno per uno sviluppo etico e sostenibile.

Il caffè Terra Mia di San Marco

Recentemente, San Marco, brand francese di Segafredo Zanetti che si ispira all’antica tradizione dei mastri torrefattori italiani, ha introdotto Terra Mia, un caffè che contribuisce alla realizzazione di diversi programmi di riforestazione in Centro e Sud America (ne abbiamo parlato qui).

Noto per il suo impegno nella tutela ambientale, nel 2019 San Marco è stato uno dei pionieri nel mercato delle capsule compostabili di origine biologica e senza alluminio; inoltre, nel 2021 ha introdotto una gamma 100% biologica.

Al bar Pierino’s a Villa Resi i dipendenti vengono pagati per andare in palestra con uno stipendio di 2200 euro netti

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Pesi in palestra (immagine: Pixabay)

Christian Gallonetto, titolare del bar Pierino’s a Villa Resi, vicino a Bressanone (Alto Adige), ha escogitato un metodo per spronare i propri dipendenti ad una vita più sana pagandoli per andare in palestra. I collaboratori di Christian possono dedicare tre ore settimanali, pagate, all’attività fisica nella palestra adiacente al bar, completa di attrezzi per un allenamento full-body.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Il Milanese Imbruttito.

L’iniziativa del bar Pierino’s a Villa Resi

VARNA (Bolzano) – Mens sana in corpore sano. Anche quando si lavora. C’è a chi questa ideologia sta proprio a cuore e vuole che sia incisiva nella sua attività lavorativa. Di chi parliamo? Di Christian Gallonetto, titolare del bar Pierino’s a Villa Resi, vicino a Bressanone (Alto Adige) che ha trovato un modo davvero originale per motivare il suo staff. Pagare i dipendenti per andare in palestra. Figo.

Potrebbe sembrare una cafonata o una ruffianata, ma ha le sue buone ragioni. Negli ultimi anni, Christian ha notato che alla gente interessano più i benefit extra che tutto il resto. “Le persone cercano prima i benefit e poi si interessano al lavoro vero e proprio” ha raccontato. “Molti chiedono la domenica libera o di non lavorare di sera. Cerco di accontentare tutti, ma è difficile con un locale aperto sei giorni su sette, dalle sei del mattino alle nove di sera”.

La domanda sorge spontanea: perché non rendere il lavoro più cool e appealing con qualche benefit interessante? Per lui, lo sport è un escamotage perfetto per miglioratore l’umore, Dunque, allenarsi durante l’orario di lavoro? Sì, grazie. I collaboratori di Christian possono dedicare tre ore settimanali, pagate, all’attività fisica nella palestra adiacente al bar, completa di attrezzi per un allenamento full-body. Quanto offre, comprese le ore di tapis roulant e pesi? 2.200 netti.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Come interagiscono gli stimoli sensoriali e la reazione fisiologica del corpo quando si beve il caffè? Ecco lo studio Taste the emotions

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Un nuovo studio sull'assaggio (foto concessa)

MILANO – La parola a Lucia Billeci, ricercatrice presso l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR), che espone ai lettori lo studio pioneristico iniziato nel 2020 e pubblicato sul Journal of the Science of Food and Agriculture, che si è posto l’obiettivo di limitare il più possibile le influenze individuali determinate da bias e fattori soggettivi, sulla valutazione finale e qualitativa del caffè.

La ricerca dal titolo “Taste the emotions: pilot for a novel, sensors-based approach to emotional analysis during coffee tasting” è stata condotta dal team composto da Alessandro Tonacci, Lucia Billeci, Isabella Taglieri, Chiara Sanmartin, Giuseppe Ferroni, Gian Paolo Braceschi, Luigi Odello e Francesca Venturi.

Lo studio si colloca all’interno della collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa e l’International Academy of Sensory Analysis.

Lo scopo generale è quello di esplorare la correlazione tra gli stimoli sensoriali provenienti dal consumo di bevande e di cibo e la risposta fisiologica. La valutazione della risposta a stimoli sensoriali viene tradizionalmente valutata attraverso la risposta a questionati da parte di un consumatore o di un panelist; essa viene definita valutazione esplicita della risposta emotiva.

Questa può generalmente essere influenzata da dei bias soggettivi e individuali e anche dalle capacità comunicative di chi sta valutando: di conseguenza, quella che viene misurata non può essere una risposta totalmente oggettiva. I ricercatori hanno così voluto affiancare a questo tipo di valutazione, una valutazione implicita delle emozioni attraverso segnali fisiologici correlati alla risposta emotiva.

Lucia Billeci: “Abbiamo testato il nostro modello con diversi alimenti e bevande: abbiamo indagato il caso del caffè in particolare, in quanto molto importante per la tradizione italiana nonché caratterizzato da una forte componente emotiva e sociale.

Esistono diversi tipi di caffè, differenti miscele, gusti, aromi e questo aiuta a capire come le varie componenti sensoriali, come ad esempio la stimolazione olfattiva, possano determinare le differenti reazioni fisiologiche. Per il nostro studio, ci interessava nello specifico osservarne le varie caratteristiche a partire dal tostato fino al profilo sensoriale.

L’obiettivo era quello di sviluppare una metodologia applicabile anche in un contesto realistico-naturalistico: per questo abbiamo scelto l’International Coffee tasting che si è svolto nel 2022 a Binasco per eseguire dei test insieme a dei giudici direttamente sul campo e fuori dal laboratorio.

In questa occasione abbiamo sperimentato su diversi soggetti che hanno compilato i questionari che usano solitamente per valutare il caffè durante la gara, aiutandoci con delle tecnologie per misurare tre tipi di segnali che possono esser riconducibili alla risposta emotiva: l’elettrocardiogramma, la conduttanza cutanea e l’elettroencefalogramma.

I primi due restituiscono misure riconducibili al sistema nervoso autonomo, composto dal simpatico e dal parasimpatico che si attivano diversamente a seconda della risposta emotiva del soggetto. L’elettroencefalogramma invece misura la risposta del sistema nervoso centrale, da cui si possono ricavare informazioni riguardo l’attivazione delle varie zone celebrali.

Questi segnali sono stati acquisiti con strumenti commerciali certificati, con la caratteristica di essere indossabili e wireless. Hanno un ridotto impatto sul soggetto e questo è importante per l’acquisizione stessa di dati in un ambiente naturalistico perché non interferiscono con l’attività dell’individuo.

Per i primi due segnali abbiamo utilizzato la strumentazione della ditta irlandese Shimmer. Si tratta di una fascia di tessuto posizionata sullo sterno per l’elettrocardiogramma, mentre per la conduttanza cutanea, degli elettrodi posizionati nelle dita della mano non dominante che in base al sudore registrano la variazione dell’intensità del segnale misurato.

Per quanto riguarda l’elettroencefalogramma, il dispositivo utilizzato è prodotto da Starlab di Barcellona e consiste in un caschetto di tessuto con degli elettrodi che non hanno bisogno di gel e che consente una buona mappatura dello scalpo. I caffè erano diversi. Provenienti da diverse nazionalità.”

“Successivamente abbiamo analizzato attraverso degli algoritmi sviluppati nel nostro Istituto, i vari segnali emersi per ciascun tipo di caffè degustato. Non tutti i giudici hanno assaggiato gli stessi tipi di caffè e abbiamo focalizzato la raccolta dati su ciascuno di loro, correlando le informazioni fisiologiche da cui abbiamo estratto alcune caratteristiche del sistema autonomo e celebrale, alle valutazioni date ai questionari.

In questo modo abbiamo implementato un sistema multimodale che integra la risposta emotiva implicita ed esplicita.

Esistono correlazioni significative tra tutti i tipi di segnali e alcune caratteristiche dei questionari:

Sono emerse correlazioni positive tra la cutanea e l’intensità del colore indicando che colori maggiormente intensi suscitato una maggiore risposta a livello simpatico. Abbiamo riscontrato inoltre una correlazione tra l’intensità olfattiva e l’attivazione parasimpatica.

Siamo scesi poi nel dettaglio, ad esempio studiando la presenza delle componenti speziate, astringenti o di alcuni aromi e gusti particolari come quelli della frutta secca: in questo caso abbiamo riscontrato dei legami interessanti. Per esempio la speziatura determina una più ampia attivazione del sistema parasimpatico mentre l’astringente di quello simpatico.

Importante notare come sia possibile per le diverse di caratteristiche sensoriali ottenere una mappatura della risposta fisiologica del soggetto. Si sa già in letteratura, che più una componente olfattiva o gustativa risulta familiarità, maggiore sarà l’attivazione del sistema parasimpatico, che spesso viene associata alla piacevolezza.

A dimostrazione di questo fatto, abbiamo condotto ulteriori test prima e dopo aver svolto una preparazione sensoriale: i soggetti dopo il training avevano mostrato una maggiore attivazione del sistema parasimpatico.

La componente astringente (riconducibile al gusto amaro) aveva invece un’associazione più forte con il sistema simpatico e questo è emerso anche tra gli assaggiatori del vino: in questo caso questa caratteristica non è percepita come piacevole.

I caffè più apprezzati dai valutatori erano quelli che avevano un maggiore punteggio.
L’utilizzo della valutazione fisiologica rappresenta un ausilio in più ai valutatori per comprendere in un training quali sono per ciascun soggetto i bias che possono influenzare ciascun assaggiatore e dei consumatori.

Ci piacerebbe che questo sistema entri nel campo aziendale per guidare le imprese produttrici nella creazione e nella scelta dei prodotti da proporre a seconda del proprio target.

Il test comunque è semplice da condurre e abbiamo recentemente acquisito una nuova strumentazione meno invasiva e più veloce nell’elaborazione del segnale così da ottenere le misure in brevissimo tempo e valutare più soggetti in parallelo.

Si parla di un kit per elettrocardiogramma, conduttanza cutanea ed elettroencefalogramma dal costo di circa 2000 euro a cui poi dovrà essere aggiunta la parte di analisi che può variare a seconda della mole dei dati acquisiti.

Per quanto riguarda la valutazione, ci stiamo muovendo per rendere il sistema il più possibile fruibile dalle aziende che non hanno competenze tecniche particolari. Vorremo in seguito valutare le sinestesie e quindi l’interazione tra diverse stimolazioni sensoriali, come vista-olfatto-udito. Ad esempio sappiamo che la musica presente durante l’assaggio, determina una maggiore risposta emotiva.

Vorremmo inoltre fare dei test coinvolgendo diverse nazionalità per verificare come all’interno di altri Paesi con gusti e tradizioni diverse, possano variare le risposte.“

Delusione per il raccolto brasiliano: imminenti nuovi tagli alle stime anche del 15%

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Il logo dell'Ice

MILANO – Delusione generale per il raccolto brasiliano, che potrebbe rivelarsi inferiore alle previsioni, sia sul fronte degli arabica che su quello dei robusta. I sempre più frequenti aggiornamenti dalle principali aree di produzione confermano infatti i timori che già da tempo si erano insinuati tra gli addetti ai lavori sull’entità reale del nuovo raccolto 2024/25.

Report e testimonianze sul campo confermano lo sviluppo ridotto dei chicchi imputabile al periodo di siccità, che si è verificato tra novembre e dicembre, e la bassa percentuale di chicchi di crivello 17/18.

Le operazioni di raccolta procedono intanto a buon ritmo, beneficiando del tempo secco.

Il più recente monitoraggio Safras – aggiornato al 25 giugno – segna l’ideale giro di boa del raccolto, che risulta completato per il 50%, contro il 45% alla stessa data dell’anno scorso.

La raccolta dei robusta ha ormai superato i due terzi (68%) della produzione prevista, molto più avanti rispetto a un anno fa (62%) e alla media dei 5 anni (65%). Il raccolto di arabica risulta invece completato per il 42%, contro il 35% dell’anno scorso e una media storica del 37%.

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Gruppo Hemro: Anfim si rafforza sul territorio italiano con un nuovo team di vendita

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La nuova Squadra ANFIM (da sinistra a destra): Claudio Fontana, Emanuele Sala, Marco Antonelli, Giovanni Vedovato, Marco Teodorani e Domenico Pugliese
La nuova squadra ANFIM (da sinistra a destra): Claudio Fontana, Emanuele Sala, Marco Antonelli, Giovanni Vedovato, Marco Teodorani e Domenico Pugliese

MILANO – ANFIM, storico marchio di macinacaffè professionali del Gruppo HEMRO, continua a rinnovarsi e a portare novità non solo in termini di prodotto o tecnologia, ma anche adottando un approccio al mercato differente: oggi scende in campo con una squadra di professionisti al servizio dei clienti italiani.

In un contesto sempre più competitivo e dinamico, il Gruppo Hemro ha deciso di reagire cambiando paradigma di vendita delle soluzioni ANFIM, implementando il proprio gruppo di agenti e professionisti, coordinati da un responsabile per l’Italia.

Anfim nuovo logo febbraio 2023
Nuovo logo Anfim

Questa operazione strategica mira a rafforzare la presenza dell’azienda sul territorio nazionale e ad offrire un servizio clienti più personalizzato e tempestivo.

Il Gruppo HEMRO ha riunito dirigenti e funzionari per dare il “kick-off” a questo nuovo progetto nazionale presso la nuova sede di Buccinasco

“La nuova rete vendite ANFIM è composta da professionisti altamente qualificati, selezionati per le loro competenze e la capacità di instaurare relazioni di fiducia con i clienti. Opereranno in diverse regioni d’Italia, coprendo sia le aree metropolitane che quelle rurali, garantendo una copertura capillare del territorio”, così ha commentato Giovanni Vedovato, responsabile vendite ANFIM Italia, da pochi mesi nel Gruppo HEMRO ma con alle spalle già diverse esperienze nel settore delle attrezzature per il caffè.

La presentazione del nuovo staff commerciale ANFIM è avvenuta alla presenza dei più alti dirigenti di HEMRO, intervenuti alla cerimonia.

Tra questi, presente il C.S.O. del Gruppo HEMRO, Ziya Boro, che ha così commentato la giornata: “È stato davvero molto stimolante essere alla presenza di una squadra così motivata e competente. Sono sicuro che i risultati non tarderanno ad arrivare e tutta la squadra HEMRO sarà a loro disposizione per supportarli nel lavoro e nel servizio al cliente.

Vogliamo avvicinarci sempre di più ai mercati e ai nostri clienti, per conoscere e comprendere i loro punti di forza e quelli da sviluppare per fornire i nostri prodotti e servizi. Siamo molto fiduciosi che i nostri collaboratori porteranno le innovazioni di Anfim ai torrefattori italiani che sono alla ricerca di prodotti con un ottimo rapporto qualità-prezzo”.

Entusiasta e lungimirante anche il punto di vista di Marco Antonelli, HEMRO Group Sales Director South Europe & Africa:

“Questo progetto pilota del Gruppo HEMRO per il brand ANFIM nel mercato nazionale rappresenta una pietra miliare nello sviluppo e nell’evoluzione del brand stesso. La precedente collaborazione con DM Italia, che ringraziamo infinitamente per il lavoro svolto in questi anni, ci lascia in eredità un mercato consapevole della qualità ed affidabilità dei nostri prodotti. Ora sta a noi implementare questo impianto e portarlo ai massimi livelli di soddisfazione del cliente”.

Il team è composto da professionisti della vendita, già ben inseriti nel mondo della coffee industry

ANFIM, un brand del Gruppo HEMRO (foto concessa)

Ai quali è stata assegnata una specifica area in modo da coprire in maniera capillare tutte le esigenze e le peculiarità.

Nel dettaglio, il team ANFIM è composto da: Claudio Fontana, che coprirà l’area del Nord Ovest (Liguria, Valle d’Aosta e Piemonte); Emanuele Sala e Marco Teodorani, entrambi già in forza all’azienda DVG De Vecchi, che si occuperanno rispettivamente dell’area del Nord Est (Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli VG) e del Centro Italia (Toscana, Emilia-Romagna, Marche, Umbria).

Infine, per l’area Sud, Domenico Pugliese sarà l’Agente che coordinerà le attività in quella specifica area.

Questa svolta rappresenta un passo avanti significativo per il Gruppo HEMRO, con un’attenzione rinnovata alla personalizzazione e alla vicinanza al cliente, l’azienda è pronta ad affrontare le sfide del mercato italiano e a consolidare la propria posizione già molto forte nel settore.

Per maggiori informazioni, contattare:
Giovanni Vedovato – Resp.le Vendite ANFIM Italia: gvedovato@hemrogroup.com
Marco Antonelli – HEMRO Group Sales Director South Europe & Africa: mantonelli@hemrogroup.com
https://www.anfim-milano.com/it
info@anfim.com 

Riccardo Illy protagonista della docu-serie Italian Genius dal 3 luglio su Rai Play

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Riccardo Illy polo
Riccardo Illy (immagine concessa)

TRIESTE Il prossimo 3 luglio, Italian Genius, la docu-serie Rai che racconta le storie di grandi personaggi italiani conosciuti e apprezzati nel mondo per la loro capacità di innovare, manderà in onda la puntata dedicata a Riccardo Illy e alla lunga carriera da imprenditore.

La puntata dedicata a Riccardo Illy nella docu-serie Italian Genius

La puntata ripercorre una giornata di Riccardo Illy, accompagnandolo nei suoi momenti più quotidiani, da casa al lavoro a un’uscita in barca; le riprese lo seguono inoltre nello stabilimento triestino di Pintaudi – una delle marche d’eccellenza del Polo del Gusto – e nei momenti più salienti dell’inaugurazione del negozio Incantalia a Trieste, primo punto vendita in Italia del nuovo Retail Brand del Polo del Gusto.

Italian Genius ha un’importante distribuzione internazionale: in Italia, la puntata sarà disponibile su Rai Play a partire dal 3 luglio cliccando qui

Inoltre, la puntata andrà in onda il 2 luglio 2024 su canali internazionali Rai Italia e Rai Italy, con il seguente palinsesto (dettagli in base ai fusi orari di riferimento):

  • New York/Toronto 02/07/24 15
  • Los Angeles 02/07/24 15
  • Buenos Aires/San Paolo 02/07/24 H23.15
  • Sydney 03/07/24 45
  • Pechino/Perth 03/07/24 45
  • Johannesburg 03/07/24 45
  • Berlino 03/07/24 45
  • Lisbona 03/07/24 45

La puntata verrà replicata in seconda serata su Rai 2 questo autunno.

Caffè Borbone ottiene la Gold medal nel sustainability rating di EcoVadis

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gold medal borbone
La Gold medal di EcoVadis (immagine concessa0

NAPOLI – Caffè Borbone, azienda di riferimento nel business della torrefazione e del caffè porzionato, ha ottenuto la Gold medal nel sustainability rating di EcoVadis, raggiungendo 78/100, un punteggio che colloca Caffè Borbone al 98° percentile, ovvero nel 2% delle migliori aziende tra tutte quelle valutate da EcoVadis negli ultimi 12 mesi.

Basandosi su sfidanti standard di sostenibilità internazionali, la valutazione di EcoVadis utilizza un complesso insieme di criteri in 4 categorie: ambiente, lavoro e diritti umani, etica e approvvigionamento sostenibile.

Il passaggio dalla Silver medal dello scorso anno alla Gold medal è un’ulteriore conferma della strategia sostenibile di Caffè Borbone, supportata anche dall’adesione a piattaforme di impegno come UN Global Compact, Women’s Empowerment Principles e Science Based Targets initiative.

Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone: “Ricevere la Gold medal è uno step significativo all’interno del piano di sostenibilità di Caffè Borbone. Questo risultato è frutto di un percorso che ha coinvolto tutti i nostri dipendenti, formati adeguatamente e coinvolti in prima linea per contribuire attivamente alla nostra missione. Abbiamo continuato a lavorare su più fronti, dall’approvvigionamento delle materie prime all’attenzione per tutte le persone nella nostra filiera – le comunità rurali, i nostri collaboratori, i nostri clienti – dai continui aggiornamenti tecnologici delle apparecchiature produttive a nuovi investimenti nell’acquisto e produzione di energia rinnovabile.”

Schiavon aggiunge: “Grazie all’impegno collettivo, abbiamo raggiunto il traguardo della medaglia d’oro, con la consapevolezza di avere la responsabilità di dover fare ancora di più per garantire un futuro sostenibile all’ambiente e alle comunità coinvolte.”

La cialda compostabile Miscela leggera (immagine concessa)

Proprio nel 2024, Caffè Borbone ha strutturato il suo impegno alla decarbonizzazione impegnandosi con la Science Based Targets initiative (SBTi), mirando a quasi dimezzare la propria carbon footprint entro il 2030 e ad azzerarla entro il 2050. Una sfida che richiede una collaborazione continua con i fornitori, chiamati a condividere gli stessi obiettivi di una transizione “giusta”.

Inoltre, prosegue l’implementazione di iniziative per rendere sempre più sostenibile la catena di approvvigionamento, dalla coltivazione del caffè nei paesi di origine fino alla torrefazione e confezionamento del prodotto secondo formati che facilitano le opzioni di fine vita. Ne è un esempio la cialda compostabile con incarto riciclabile, entrambe caratteristiche certificate da enti autorevoli.

Caffè Borbone sostiene inoltre progetti di responsabilità sociale come MWANYI – Women and Youth Project in Uganda, per offrire supporto a giovani e donne, i principali attori della catena di fornitura del caffè in origine, e promuovere lo sviluppo economico del Paese. Attraverso percorsi di formazione agronomica e finanziaria, il progetto pone le basi per sistematizzare le coltivazioni nei territori ugandesi, migliorarne la qualità del raccolto e la redditività a lungo termine e creare un tessuto di micro-imprenditoria locale solido e redditizio scoraggiando l’esodo rurale che impatta fortemente queste zone africane. L’accesso alla formazione è equo e trasparente e migliora nel lungo termine la vita delle comunità che operano nel settore, contribuendo allo sviluppo di modalità di lavoro eque e sostenibili nella filiera del caffè.

La scheda sintetica di Caffè Borbone

Nata a Napoli nel 1999 come piccola torrefazione legata alla tradizione del caffè napoletano, Caffè Borbone è diventata in pochi anni uno dei principali produttori di caffè monoporzionato in cialde e capsule.

Rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi e di qualità che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente.

È stata, infatti, la prima azienda in Italia a proporre la cialda compostabile che, smaltita nell’umido, può essere utilizzata per la produzione di compost, con involucro riciclabile nella raccolta della carta. Successivamente, ha lanciato la capsula compostabile in biopolimero con il top in carta filtro.

Nel 2018, Caffè Borbone entra nel capitale sociale Italmobiliare, una delle principali investment holding italiane, con il 60% delle quote mentre il 40% rimane al fondatore Massimo Renda.

Roberto Giammusso, patron di Mondocaffè, si spegne a 70 anni

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giammusso mondocaffè
Roberto Giammusso, patron di Mondocaffè

Roberto Giammusso, la mente e l’anima dietro Mondocaffè, azienda specializzata nella vendita al dettaglio di caffè in capsule, è venuto a mancare a 70 anni. L’imprenditore aprì nel 1987 la sua prima azienda di distributori automatici di caffè per il settore del vending, mentre nel 2007 ideò Mondocaffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione IVG.

La scomparsa di Roberto Giammusso

ALBENGA (Savona) – Città delle torri e mondo dell’imprenditoria savonese, e non solo, in lutto. È morto, all’età di 70 anni, Roberto Giammusso, patron di Mondocaffè. Nativo di Torino era però ingauno di adozione.

La sua carriera era partita come dipendente di un’azienda piemontese di vendita all’ingrosso di materiale elettrico. È stato poi banconista e, in contemporanea, agente di commercio e imprenditore nel settore della vendita di macchine da caffè.

Nel 1987 aprì la sua prima azienda di distributori automatici di caffè per il settore del vending, mentre nel 2007 partì l’avventura di Mondocaffè, che oggi conta 8 punti vendita in Liguria e 20 dipendenti.

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