lunedì 22 Dicembre 2025
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I vertici Ryoma, nuova proprietaria della CMA, hanno incontrato i sindacati

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Federico Gallia presidente di Ryoma e di CMA, marchi Wega e Astoria
Federico Gallia presidente di Ryoma e di Cma, marchi Wega e Astoria

MILANO – L’atteso incontro, più volte rinviato, ha permesso ai nuovi dirigenti della CMA Spa di Susegana (Treviso), marchi Wega e Astoria, di spiegare ai rappresentanti dei lavoratori quali sono gli obiettivi della nuova proprietà, la Ryoma Italian Holding company che ha Federico Gallia come presidente.

Ma chi c’è dietro Ryoma, un nome che rimanda alla storia giapponese: Sagamoto Ryōma era un valoroso e celebre samurai nipponico?

Nata proprio nel 2012, la holding di partecipazioni Ryoma sviluppa le proprie attività nel settore manifatturiero e del food equipment secondo una politica d’investimento fondata su acquisizioni strategiche.

Grazie alla sua visione internazionale, Ryoma è un attore globale con una presenza attiva in cinque continenti e una visione fondata sulla valorizzazione del capitale umano e delle eccellenze produttive, tramite scelte di business orientate alla sostenibilità sociale e ambientale.

La mission di Ryoma è offrire un solido sostegno al potere d’innovazione delle società controllate, attraverso una gestione efficace e costante e la capacità di creare valore a lungo termine per tutti i soggetti coinvolti. Il suo portafoglio comprende due storici marchi della tradizione italiana delle macchine per caffè espresso con una rete di vendita estesa a 130 Paesi.

Detto di Ryoma torniamo alla vicenda della società veneta. Come è noto Nello Dal Tio e la famiglia hanno ceduto il 100% alla società veicolo concessa dalla banca con la quale la CMA ha aperto una linea di credito di 4 milioni di euro garantita con beni propri dalla vecchia proprietà.

Dal Tio lo aveva deciso, lo aveva detto agli amici più stretti, ci è riuscito. Non era bastato il niet d’agosto di Wall Street, del Fondo d’Investimenti KKR da 400 miliardi di dollari, pronunciato da Mister Henry Kravis, co-presidente e co-fondatore.

Sì perché il Signor Nello non aveva cambiato idea sulla vendita, nell’anno delle sue 75 primavere.

Ricordiamo che la CMA di Susegana (Treviso) è proprietaria anche dei marchi Wega e Astoria. Ed è nota nel mondo perché possiede della più grande fabbrica a corpo unico del mondo di macchine per caffè professionali. Opificio che è capace di sfornarne fino a 35.000 all’anno.

Inoltre la CMA è la maggior produttrice in assoluto di macchine per conto terzi, cioè con altri importanti marchi, per esempio Costa Coffee, la regina delle caffetterie in Gran Bretagna.

L’unica notizia sicura è che dalla scorsa settimana Nello Dal Tio (60%), i figli Sonia (20) e Roberto (20) hanno conferito le rispettive quote nelle mani di Federico Gallia, un passato nelle finanza negli Usa e in Italia.

Chi è Federico Gallia

Ecco una breve biografia di Federico Gallia, il neo Presidente dei consigli di Amministrazione – CMA MC Srl e WEGA MC Srl –. Adesso Gallia ha deleghe operative in ambito amministrazione e controllo, finanza, marketing, comunicazione, risorse umane e affari legali.

Federico Gallia presidente di Ryoma e di CMA, marchi Wega e Astoria
Federico Gallia

Federico Gallia è inoltre Presidente e Amministratore delegato della società del gruppo con sede a Parigi – CMA France –. Ed è anche il Presidente del consiglio di amministrazione della società del gruppo, MCE con sede a Timisoara, Romania. Inoltre è membro del Board of Directors della General Espresso Equipment Corporation. E della NineBar con sedi a Greensboro, North Carolina, negli Stati Uniti.

Laureato in economia e commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2004 al 2011 ha lavorato per la società di consulenza Ernst & Young Financial Business Advisors SpA, presso gli Uffici di Milano e Chicago. Si è occupato di gestione e riorganizzazione di differenti modelli di business. Gallia ha un master MBA conseguito presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi (SDA Bocconi).

Ma torniamo al passaggio. In questa prima fase di passaggio Sonia dal Tio siederà nel nuovo consiglio di amministrazione. Ma presto dovrebbe lasciare spazio ad altri. Per lo stesso motivo la nuova proprietà della CMA ha già fatto sapere che conferma le responsabilità tecniche della gestione. Anche con il cambio della proprietà dei due marchi, Wega e Astoria e dello dello stabilimento, si occuperanno rispettivamente il dottor Paolo Nadalet e l’ingegnere Beppino Ceotto.

L’uscita di scena della famiglia Dal Tio sostitutita da Ryoma

Così da una decina di giorni, da giovedì scorso per la precisione, la fabbrica di macchine non è più di proprietà della famiglia dal Tio. Ma di Ryoma. Ricordiamo che era fondata nel 1969 proprio dal Signor Nello Dal Tio.

Adesso la famiglia è uscita di scena per una cifra che non è ancora stata rivelata. Ma di certo non altissima per via della posizione debitoria della società veneta che passerà per intero ai nuovi proprietari, la Ryoma.

Caffè addio: lo studio, “L’Arabica è a rischio estinzione”

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arabica ico nkg

di Irma D’Aria

MILANO – Tra qualche anno la tazzina di caffè con la quale facciamo colazione e che ci accompagna nelle varie pause della giornata non sarà più così facile da gustare né al bar né a casa.

Lo dice uno studio pubblicato oggi su Plos One. I ricercatori del Royal Botanic Gardens, in collaborazione con altri scienziati etiopi, hanno infatti concluso che tra circa 70 anni la varietà Arabica, quella più diffusa e pregiata, non esisterà più a causa dei cambiamenti climatici.

L’Arabica è considerata fondamentale per la sostenibilità dell’industria del caffè a causa della sua enorme diversità genetica che, però, la rende anche meno flessibile ai cambiamenti climatici e più vulnerabile rispetto a minacce come parassiti e infestazioni.

La notizia, oltre a preoccupare tutti coloro che hanno nei confronti del caffè una vera e propria dipendenza, ha delle conseguenze molto più serie sull’economia dei paesi produttori, Etiopia in testa, per i quali è cruciale.

Già da qualche anno, i raccolti dei semi di caffè diventano sempre più difficoltosi e richiedono interventi speciali, come irrigazioni più frequenti, che alla fine incidono sul prezzo finale che continua a crescere.

Memoria “positiva”. Visto che la proiezione fatta dai ricercatori fissa come data del possibile inizio della scomparsa dell’Arabica il 2020, sarà meglio approfittare subito dei suoi effetti benefici.

È sempre di oggi la notizia di una ricerca della Ruhr University tedesca, anch’essa pubblicata su Plos One, che dimostra la capacità della caffeina di migliorare il ricordo delle parole dal significato positivo rispetto a quelle neutre o negative.

Già precedenti ricerche avevano dimostrato che la caffeina aumenta l’attività del sistema nervoso centrale e che, assunta in dosi non eccessive, migliora la performance cognitiva.

È già noto, inoltre, che alcuni ricordi sono rafforzati quando c’è un’associazione a forti emozioni sia positive che negative.

200 milligrammi di caffè

Ora per la prima volta uno studio prova che consumare 200 milligrammi di caffè (l’equivalente di 2-3 tazzine) trenta minuti prima di un impegno di lavoro o un esame può migliorare il ricordo inconscio delle parole dal significato positivo. Secondo i ricercatori questo effetto è dovuto al forte effetto dopaminergico nell’area del cervello responsabile del linguaggio. 

Vita più lunga.

Ben più importante l’effetto del caffè sulla mortalità. A sostenere la tesi, stavolta, è uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine: bere molto caffè non aumenta il rischio di decesso in generale e per cause specifiche.

Importante studio

“Questo importante studio – sostiene Amleto D’Amicis, vicepresidente della Società Italiana di nutrizione umana (SINU) e membro del Comitato scientifico per gli studi sul caffè (FoSAN); è il primo a riportare una netta associazione inversa, statisticamente significativa. Tra consumo di caffè e mortalità per tutte le cause, l’associazione inversa è dose dipendente, più caffè si consuma minore il rischio di morte. Altri precedenti studi non avevano evidenziato alcuna associazione tra caffè e mortalità. Altri ancora avevano mostrato una debole associazione inversa, raramente statisticamente significativa”.

I ricercatori hanno intervistato 229.119 uomini e 173.141 donne afferenti al National Institutes of Health-AARP Diet and Health Study. Gli intervistati erano soggetti sani; senza precedenti tumori o patologia cardiovascolare e cerebrovascolare; di età compresa tra i 50 e i 71 anni.

Questi soggetti sono stati seguiti per un periodo di tempo che variava da 1 a 14 anni. Registrando le cause di morte dei 52.515 soggetti deceduti tra il 1995 e il 2008.

Per misurare la forza dell’associazione si è tenuto conto anche di tutti gli altri fattori che potessero influire sullo stato di salute, come per esempio l’abitudine al fumo, il consumo di alcol, il peso corporeo, l’attività fisica e altri stili di vita, in molti casi associati anche al consumo di caffè.

Alla fine è risultato che, nei soggetti sani, all’aumentare del consumo di caffè diminuiva la mortalità totale. In particolare, negli uomini la mortalità diminuiva dell’1% in chi beveva meno di una tazza di caffè al giorno; del 6% in chi ne beveva una; e del 10% in chi beveva due o più tazze al giorno.

Nelle donne non vi era protezione per un consumo di meno di una tazza

Ma vi era una protezione del 5% per una tazza. E del 14-15% per 2 o più tazze di caffè al giorno.

Per consumi più elevati la protezione non aumentava

Cosa interessante e poco nota finora è anche che risultati assolutamente sovrapponibili sono stati ottenuti con il caffè decaffeinato.

Commenta Alessandra Tavani, capo del Laboratorio di epidemiologia delle malattie croniche presso l’Istituto “Mario Negri” di Milano. “La cosa interessante è anche che il caffè non aumenta il rischio di nessuna delle grandi classi di patologie. Di quelle prese in considerazione dagli autori, nemmeno quelle, cardiovascolari. E che in passato sembravano aumentare con il consumo di caffè”.

 

Per saperne di più

http://www.repubblica.it/salute/alimentazione/2012/11/07/news/il_caff_benefici_a_rischio_di_estinzione-46124705/

Roma: per i dehors dei bar accordo sulle stufette

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Dehors Roma polemiche
Dehors a Roma

ROMA – Cambierà il panorama dei dehors nel centro storico di Roma. Ok ai caloriferi esterni di bar e ristoranti ma la tipologia autorizzata sarà solo quella a piramide.

Sono le prime indicazioni emerse dal tavolo tecnico fra soprintendenze statali e comunale (‘Piano Decorò) e al centro di un incontro tra Confcommercio, Confesercenti e l’assessore Davide Bordoni, secondo cui «in grossa parte il problema degli arredi è stato risolto».

«Vengono autorizzate le stufe esterne ai locali del centro storico, che prima non lo erano – spiega Nazzareno Sacchi della Fipe Confcommercio -. Quelle attuali a fungo verranno progressivamente sostituite».

La posizione Confesercenti

Ma i nodi del decoro del centro storico non sono tutti sciolti e la Fiapet Confesercenti si dice «soddisfatta solo a metà. I clienti e i turisti sarebbero finalmente salvi dal freddo dell’inverno – commenta il presidente Liborio Pepi -, ma resta aperta la questione delle coperture laterali al momento vietate, senza le quali le stufe non servono a nulla».

Il documento sottoscritto dal soprintendente Umberto Broccoli, parla chiaro: per quanto riguarda gli «elementi di riscaldamento alimentati a gas (denominati ‘termo ombrellì) – si legge nel documento firmato dal soprintendente Umberto Broccoli – saranno autorizzati apparecchi della tipologia “a piramide” da collocare all’interno delle occupazioni di suolo pubblico concesse ai pubblici esercizi, mentre gli apparecchi a gas di tipo differente attualmente in uso dovranno essere progressivamente adeguati alle presenti prescrizioni, anche al momento della presentazione di istanze di rinnovo e modifica della concessione: gli apparecchi dovranno essere omologati e a norma di legge e non potranno superare il numero di 1 elemento ogni 4 tavoli».

I punti in discussione

«Ci sono dei punti che sono rimasti in discussione, in particolare per quanto riguarda le coperture laterali – spiega l’assessore -. Lì è prevista la cosiddetta croce di Sant’Andrea, capiamo se c’è la disponibilità delle soprintendenze anche su questo tema».

Soddisfatto il presidente della Fipe Confcommercio di Roma Nazzareno Sacchi che spiega. «Si autorizzano le stufe esterne ai locali del centro storico, che prima non lo erano. Quelle attuali a fungo cambieranno progressivamente. Sui tavolini il problema dei piani di massima occupabilità rimane. Però c’è una trattativa in corso. Ci stiamo ancora lavorando».

Su questo tema Bordoni sottolinea che è un aspetto legato a piazza Navona. Perché lì la soprintendenza statale ha deciso di ridurre ulteriormente l’occupazione di suolo pubblico. Io sono pronto a riconvocare il tavolo se dovesse servire. Ma serve anche un atteggiamento diverso da parte della sovrintendenza.

Non ci dimentichiamo che oggi siamo in una fase critica dell’economia. Quindi stiamo attenti a non essere troppo rigidi. Altrimenti rischiamo di mettere per strada diverse famiglie”.

E anche sulla direttiva decoro del ministro per i Beni Culturali che vieterebbe camion bar e bancarelle nell’area del Colosseo l’assessore non si sbilancia. “Cerchiamo di trovare un equilibrio tra commercio su area pubblica e tutela monumentale”.

In Francia illycaffè afferma il suo marchio tra i consumatori

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Francia

MILANO –illycaffè ha Inaugurato il suo primo corner in Francia all’interno del grande magazzino del lusso Printemps Haussmann.

Lo spazio é dedicato non solo alla possibilità di degustare una tazzina di caffè preparato in maniera italiana. Ma anche al merchandising di sofisticate macchine da caffè per la casa; servizi di tazze da collezione disegnate da grandi artisti contemporanei: E alcune bevande particolari come quella nata dalla collaborazione con Coca-Cola Company che consiste in un prodotto da degustare freddo sempre a base, chiaramente, di caffè Illy.

Premi: caffè napoletano in tazza d’autore promosso da Kenon

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Kenin

NAPOLI – Per un premio promosso dalla torrefazione Kenon i principali monumenti di Napoli colorati in giallo-oro e rosso, disegnati sul bianco della porcellana e racchiusi idealmente in una pista ciclabile sulla quale sfilano le bici di tutte le epoche.

Questo il disegno che si è aggiudicata la sesta edizione del concorso ‘Pimp your cup’ (disegna la tua tazzina), indetto da una azienda napoletana di caffè, che aveva come tema “L’oro di Napoli tra passato e futuro”.

Tra i 200 progetti inviati da tutta Italia e dall’estero, è stato premiato quello realizzato da Marco Grasso, un 26enne designer di Flumeri (Avellino). Che ha proposto anche una versione ‘notturnà dello skyline partenopeo, nella quale predominano il rosso e il nero.

Con entrambi i disegni verrà realizzata una serie limitata di tazzine con piattino della collezione 2013. Con la firma del vincitore, che si aggiudica anche mille euro. Il concorso nasce dalla volontà della famiglia Wurzburger, che ha fondato nel 1962 l’azienda.

«Siamo ottimisti perché il caffè made in Naples sta andando fortissimo all’estero anche in un momento di crisi – sottolinea il direttore commerciale Walter Wurzburger. Ma non è un caso che le principali aziende del settore siano al nord. Considerando infatti le difficoltà legate a questo territorio e i problemi della burocrazia. Gli sforzi compiuti da un imprenditore per produrre il 10% nel Mezzogiorno, frutterebbero il 100% nel nord Italia».

Il concorso di grafica Pimp Your Cup (disegna la tua tazzina), indetto dall’azienda napoletana Caffè Kenon, aveva come tema. “L’oro di Napoli tra passato e futuro”, guardare al passato per immaginare il futuro.

Hanno partecipato 200 progettisti da tutta Italia e persino dall’estero. Con una percentuale dei lavori provenienti dal territorio campano del 55%; il 20% dalle regioni del sud Italia; il 28% dal nord e il 2% dall’estero in particolar modo dall’Olanda.

Fu il capostipite della famiglia Wurzburger, Vittorio, fondatore nel 1962 dell’azienda Cafè Centro Brasil che distribuisce Kenon, a indire, sei anni fa, per la prima volta il concorso. Con l’intenzione di premiare chi, con fantasia ed espressione artistica. Identificasse meglio il significato ed il valore dell’oro nero tutto napoletano.

Camera dei deputati: onorevoli quasi a digiuno per uno sciopero dei baristi

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bouvette politica camera dei deputati
Bouvette camera dei deputati

ROMA – Digiuni o quasi per un giorno, deputati e Canera dei deputati. È accaduto agli onorevoli che hanno subito oggi lo sciopero, pienamente riuscito, degli ottanta dipendenti della Compass Group, la società internazionale che fornisce il servizio di ristorazione all’interno del Palazzo di Montecitorio per i parlamentari e per i dipendenti, con due mense rigorosamente separate.

L’azione di protesta ha comportato anche la chiusura del bar per il personale. Mentre la buvette per i deputati è rimasta regolarmente aperta. Perché gli addetti sono tutti dipendenti di Montecitorio. Lo sciopero ha comunque impedito ai tanti deputati impegnati nei lavori d’aula e delle commissioni di pranzare.

Molti non hanno voluto subire la dieta forzata e sono andati a pranzo nei tanti ristoranti vicini alla Camera. Altri si sono accontentati di consumare panini, toast e supplì alla buvette. Il cui personale ha dovuto far fronte ad una affluenza eccezionale degli onorevoli clienti.

In assenza degli addetti al lavaggio di tazze e bicchieri, al bar dei deputati  si è  fatto ampio ricorso all’uso di piattini e bicchieri di plastica, almeno 3000 nel corso della giornata: una pratica, ha notato un rappresentante sindacale dei commessi, non  esattamente ecologica.

È la prima volta nella storia della Repubblica che la Camera assiste ad uno sciopero vero e non simbolico nella propria struttura.

Colombia: fatturato e utili in forte crescita per Procafecol

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usda Caolombia simbolo Juan Valdez
Il marchio di Jaun Valdez

nMILANO – In Colombia utili e fatturato in forte crescita per Procafecol, il braccio operativo di Fedecafé costituito nel 2002, che gestisce il marchio Juan Valdez e le varie attività a esso connesse.

Secondo i dati finanziari a consuntivo del terzo trimestre 2012, la società ha conseguito tra gennaio e settembre di quest’anno un risultato operativo pari a 48,2 milioni di dollari, contro i 41,5 milioni realizzati nell’analogo periodo dell’esercizio 2011.

Considerando le cifre espresse in pesos, la crescita è stata pari al 16%. Nell’arco dell’ultimo biennio, il risultato al 30 settembre (sempre espresso in pesos) è migliorato addirittura del 39%.

Analogamente, l’utile lordo è cresciuto del 18% raggiungendo i 28,3 milioni di dollari.

L’ebitda segna infine un +21% a 5,2 milioni di dollari, con un incremento negli ultimi 2 anni del 91%.

L’utile contabile del terzo trimestre è stato pari a 506.327 dollari portando così a un risultato netto per il periodo 1 gennaio-30 settembre 2012 di -142.525 dollari, prossimo al break even.

“I risultati sono indubbiamente positivi e ci prepariamo a un’ottima chiusura di esercizio” ha commentato il presidente di Procafecol Hernán Méndez Bages aggiungendo che la società ha saputo raccogliere la sfida di sviluppare un modello gestionale sostenibile nel tempo per mezzo di strategie incentrate sull’espansione, sia a livello nazionale che internazionale, nonché attraverso lo sviluppo di prodotti nuovi capaci di soddisfare una clientela sempre più esigente.

“Stiamo compiendo progressi in termini di servizio, innovazione e qualità con positive ricadute finanziarie sulla società” ha dichiarato ancora Méndez Bages.

Nell’arco della sua esistenza decennale, Procafecol ha trasferito a favore del Fondo nazionale del caffè un totale di 30,3 miliardi di pesos (circa 13 milioni di euro), che hanno contribuito a finanziare vari programmi di sostenibilità nel settore caffeario.

Prezzi record per i lotti di eccellenza 

Oltre 22 dollari alla libbra (circa 14 volte la quotazione attuale di New York) per un lotto di poco più di una tonnellata di caffè di altissima qualità.

È il prezzo massimo di aggiudicazione registrato nel corso dell’asta elettronica che si è svolta il 31 ottobre in conclusione del concorso nazionale colombiano di Cup of Excellence (CoE), la competizione promossa in 11 paesi produttori dalla organizzazione no-profit statunitense Alliance for Coffee Excellence, Inc. (Ace), per premiare le produzioni di assoluta eccellenza. CoE è organizzata in Colombia in collaborazione con la Federazione nazionale dei produttori di caffè.

Il prezzo è stato pagato alla vincitrice del concorso María Etelvina Díaz López, titolare della finca Gallinacera-El Bado, che sorge nella regione di Nariño.

Ad aggiudicarsi i pregiati chicchi del lotto vincitore tre torrefattori giapponesi: Ponpon coffee, Tabei Coffee and Maruyama Coffee.

Le aziende nipponiche hanno fatto al solito la parte del leone portando a casa i lotti più ambiti. Ma si sono dati da fare anche i torrefattori americani, coreani, taiwanesi, australiani e scandinavi.

Messi all’asta i 30 lotti meglio classificati nel concorso di quest’anno. Che hanno spuntato prezzi compresi tra un minimo di 4,20 e un massimo di 22,10 dollari per libbra.

Prezzi record

Nell’arco di 4 ore (tale è stata la durata dell’asta) vendute in totale 78.030 libbre di caffè. Per un valore complessivo che ha raggiunto i 546.330 dollari.

Per ottenere la Cup of Excellence, riconoscimento dell’eccellenza, un lotto deve ottenere una valutazione superiore agli 85 punti. Il punteggio dei 3 lotti vincitori ha superato addirittura i 90 punti.

Al concorso ha partecipato oltre un migliaio di produttori, in rappresentanza di 10 dipartimenti. I due turni preliminari della competizione hanno attuato una selezione drastica che hanno determinato i 57 lotti ammessi al vaglio della giuria internazionale .

Hanno giudicato giudici da tutto il mondo

Con giudici provenienti da India; Corea; Russia; Germania; Australia; Giappone; Spagna e Stati Uniti), che hanno valutato i campioni. Nel corso della Feria de Expo Especiales di Popayán, tra il 10 e il 14 settembre.

Rinnovato interesse per i caffè colombiani

Secondo il direttore esecutivo di Fedecafé Luis Genaro Muñoz Ortega, i prezzi pagati per i lotti vincitori riflettono la situazione. “A dispetto della situazione internazionale e delle incertezze che presentano le principali economie mondiali. C’è anche un rinnovato apprezzamento e interesse per i caffè colombiani”.

Intanto sono già aperte le iscrizioni all’undicesima edizione del concorso colombiano, che vivrà le sue fasi decisive nell’autunno 2013.

Sicurezza: alla Fiera di Milano-Rho fino a domani sera esposte le ultime novità anti-intrusione e antincendio con soluzioni avveniristiche alla James Bond per case e aziende

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sicurezza manifesto mostra
Manifesta fiera sucurezza

MILANO – Per una maggiore sicurezza c’è anche la telecamera termica tascabile, che individua il calore di una persona a sei chilometri di distanza, lo spioncino elettronico che videoregistra chi bussa o solo passa davanti alla porta di casa, permettendo di identificare i malintenzionati, fino all’antifurto al peperoncino che lancia un getto urticante ma innocuo contro lo scassinatore

Sono solo alcuni esempi delle nuove tecnologie in mostra da oggi al salone Sicurezza. Che ha aperto a Fieramilano e cheproseguirà fino al 9 novembre.

Dalla protezione della casa alle banche, dalle strade alle infrastrutture, sono decine le soluzioni un pò stile ‘James Bond’ presentate in fiera dalle aziende specializzate in antintrusione, rilevazione antincendio, automazione e sicurezza informatica.

Tra gli stand, si trova ad esempio l’allarme per l’abitazione gestito da una centralina touch screen. Che si può controllare anche dallo smartphone. Con i rilevatori di presenze in cortile che avvisano se ci sono situazioni insolite.

In città, invece, ecco telecamere sempre più piccole e poco appariscenti, luci led a basso consumo energetico che possono restare sempre accese e un sistema a base di polvere di peperoncino si attiva contro eventuali tentativi di scasso delle vetrine.

E poi sensori antincendio, sistemi anti intrusione e sistemi di rilevamento dei movimenti, totalmente wireless. Che consentono di proteggere i monumenti senza intaccarne la struttura con impianti a filo.

Infine, nel caso un ladro tentasse di entrare in azione nel caveau di una banca, potrebbe essere accolto da un nebbiogeno. In grado di generare una improvvisa e densa cortina fumogena atossica.

Salute: pasta, latte e cacao alleati contro insonnia dal nutrizionista, sì anche alla pizza ma senza mozzarella ma no assoluto alla carne rossa (pesce e pollo ok) e alcool

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MILANO – Pasta all’arrabbiata, ma anche pizza alla marinara, abbinata a finocchi o cicoria a cena, con un assaggio di cacao a merenda e un bicchiere di latte caldo prima di andare a letto.

A descrivere all’Adnkronos Salute i golosi alleati di chi soffre d’insonnia è Antonio Sbardella, medico nutrizionista del Centro ricerche Vis Sanatrix Naturae di Roma, in vista del XIV Convegno di bioterapia nutrizionale, in programma sabato nella Capitale, dedicato agli alimenti nella gestione della ritenzione idrica e dell’insonnia.

«L’insonnia è figlia di varie cause. Può essere legata a disturbi del fegato o delle ghiandole surrenali; allo stress; ai farmaci o anche a squilibri alimentari. In base alle cause, esistono alimenti che possono aiutare a superare il problema. E altri da ridurre o evitare in particolari ore, per non peggiorarlo», spiega Sbardella.

Nel caso di problemi legati a disturbi epatici è utile «non sovraeccitare il fegato; con i formaggi, soprattutto la sera.

Questo è un alimento che chi soffre d’insonnia dovrebbe evitare – raccomanda il nutrizionista. Meglio optare per carboidrati e farinacei, ricchi di triptofano, un precursore della serotonina. Davvero prezioso per il sonno. Bene dunque pasta all’arrabbiata o pizza, purché sia ben fatta. E e non continui a lievitare anche una volta mangiata. E senza mozzarella, abbinate a un contorno e magari anche al dolce. Perché gli zuccheri aiutano il riposo.

Bene anche «il latte caldo con il miele, ricco di triptofano. E persino il cacao, che però – avverte il medico – dovrebbe essere amaro e va assunto intorno alle 17.30, non dopo, perché per la trasformazione del triptofano in serotonina occorrono 3-4 ore».

In caso di insonnia legata a disturbi delle «ghiandole surrenali o del fegato, il problema si manifesta con risvegli tra l’una e le tre di notte, mentre se il colpevole è lo stress, spesso si fatica ad addormentarsi e ci si sveglia intorno alle 4-5 del mattino. In questo caso – conclude – è importante evitare l’alcol, che affatica il fegato e fa salire la pressione, e ridurre drasticamente carne rossa, uova, capperi e pasta di grano duro: meglio riso, farro e alimenti che contrastano la ritenzione idrica, come finocchio, cicoria e cipolla».

Cacao: i prezzi dei future alla chiusura del Nybot di ieri

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cacao

NEW YORK (USA) – Le quotazioni dei futures del Cacao alla chiusura di ieri, del Nybot, il New York Board of Trade. (10 t; US $ per t)

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