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lunedì 12 Maggio 2025
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Brasile, Starbucks prova a far bere il caffè al primo produttore al mondo

SAN PAOLO (Brasile) – Starbucks ha interpretato a modo suo l’invito del direttore esecutivo dell’Ico, International coffee organitation, di “aumentare il consumo del caffè nei Paesi produttori”.

E da ieri ha aperto la sue due prime caffetterie. Tra l’altro il Brasile non è più soltanto il primo produttore di Arabica e di caffè in totale, ma è già il secondo consumatore dopo gli Stati Uniti. Paese che il presidente Lula conta di sorpassare, almeno su questo fronte, nei prossimi anni. Già oggi il Brasile consuma il 13 per cento della sua produzione.

Per ora i locali saranno 2, in due dei centri commerciali più opulenti: Ritzy e Morumbi. I prezzi? L’espresso costa 2.8 reais (1,29 euro, la quotazione di ieri era di 1 euro=2.17 reais) e latte e cappuccino alto più di 5 reais ciascuno, (2,5 euro). Un dettaglio sul caffè venduto: 2 torrefatti di brasiliano e un menù completo da tutto il resto del mondo.

Ma il Brasile ha un altro aspetto d’interesse per gli investitori: rientra nell’ormai mitico gruppo del Paesi del Bric, Brasile, Russia, India e Cina dove tutto luccica e tutto sembra potersi trasformare in oro. Anche il caffè.

Infine uno sguardo dal Brasile all’Italia. Perché Starbuks, che non sbarcherebbe in Italia per i suoi prezzi troppo elevati per gli standard delle nostre caffetterie, offrirà l’espresso ai brasiliani, sia pure a quelli di fascia alta, ai ricchi, ad un prezzo doppio rispetto a quello cui sono abituati a pagarlo, anche se ultimamente alcune caffetterie alla moda hanno cominciato ad aumentare i prezzi pur partendo da una materia prima che, a maggior ragione in Brasile, costa pochissimo.

Tra gli obiettivi di Starbucks quello di portare le caffetterie rapidamente a quota 150, sullo slancio di un successo che si è già verificato di recente in Messico.

Consorzio Ese: caffè porzionato, questo è il momento magico, incrementi annui a 2 cifre per macchine e cialde

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MILANO – Per tutta la giornata di ieri la sede del Consorzio Ese, in via Benedetto Marcello 63 è stata aperta per un incontro dedicato al mercato del caffè porzionato che è in fase di grande sviluppo in Italia e nel mondo, soprattutto in questi ultimi anni.

Sino a 5 anni fa, in questo mercato prevalevano soltanto alcuni grandi operatori che proponevano prevalentemente sistemi chiusi, proprietari. La stessa azienda cioè forniva macchina e caffé porzionato che funzionavano solamente insieme.

Il cliente così si trovava obbligato ad utilizzare soltanto ciò che gli veniva offerto, senza alcuna possibilità di scelta.

Oggi la situazione è cambiata. Accanto ai sistemi proprietari, che hanno continuato a proliferare, si sono affacciati sistemi semi aperti e completamente aperti come le macchine e le cialde a marchio Ese.

Logo Consorzio Ese caffè porzionato
Logo Consorzio Ese caffè porzionato

Oggi, quindi, il consumatore ha anche la libertà di combinare differenti marchi di caffè con differenti marche di macchine. Mettere chiunque (esperto e non) nelle condizioni di farsi un buon caffè è la chiave di volta della proposta Ese: liberi di scegliere e cambiare la marca di caffè a proprio piacimento e di avere il tipo di macchina che più piace. In modo semplice, pulito, efficace e, nel caso della cialda in carta, anche ecologico.

Il mercato del caffè porzionato sta vedendo da qualche tempo tassi di crescita anche a due cifre. In alcuni paesi, come la Francia, si è arrivati anche a tre cifre grazie alla scelta operata dalle catene di distribuzione di esporre macchina e cialda o capsula sullo stesso scaffale. Normalmente questo non avviene, perché il caffè è nel reparto alimentari, mentre la macchina è tra i casalinghi. In altre parole, questo è un mercato che, quando si semplifica la vita del cliente/consumatore, garantisce risultati più che eclatanti

Fatturato del mercato delle macchine espresso

Il valore del mercato delle macchine per caffé espresso nei 10 Paesi dell’Europa occidentale (Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito, Svizzera, Austria, Portogallo, Olanda, e Belgio, indagine svolta da Gfk marketing services per il Consorzio E.S.E.)
Il 2005 ha mosso un volume di oltre 3 milioni di macchine per espresso (3.269.547 pezzi).

Sommando questi volumi a quelli delle macchine per caffè filtro, si arriva a un totale di quasi 19 milioni di pezzi venduti nel 2005 nei paesi in esame, + il 5,5% sul 2004.

Le macchine per espresso contribuiscono alla costruzione del valore di questo mercato, con il 57,5% (€ 703 mio) del totale fatturato delle macchine, che è pari a 1.538,3 milioni di Euro (+ 11,8% rispetto al 2004). Ciò è dovuto ad un prezzo medio diverso per macchina: 42€ per le filtro verso 215€ per le espresso.

Volumi e fatturati delle macchine

Questi i volumi ed i valori delle macchine per espresso per singolo Paese:

Macchine per espresso Volume (,000 pz.) Valore (,000 €)

Francia                     717,1     21,9%        112,1   15,9%
Germania                 669,5     20,5%         265,8  37,8%
Italia                        506,8    15,5%            67,5  9,6%
Spagna                    308,1     9,4%              39,5  5,6%
Regno Unito             305,3     9,3%              29,4  4,2%
Svizzera                  287,5      8,8%             68,4  9,7%
Austria                    205,3      6,3%             74,5 10,6%
Portogallo               174,3      5,3%             23,0  3,3%
Olanda                     49,8      1,5%             12,0 1,7%
Belgio                      46,0       1,4%            11,0 1,6%

TOTALE               3.269,5   + 14,1% vs 04  703,5 + 9,1% vs 04

Ruolo rispetto al totale del mercato

A seconda dei paesi le macchine espresso svolgono un ruolo diverso sul totale mercato. In Italia rappresentano oltre il 90% del volume e in Svizzera oltre il 70%; invece in Olanda pesano il 7,5% e solo il 6,4% in Belgio.

Mercato macchine, il ruolo di quelle per espresso

                             % volume % valore
Francia                           14,6        40,9
Germania                       11,7        54,7
Italia                             90,9        97,5
Spagna                         34,6        76,2
Regno Unito                  32,0        49,1
Svizzera                       71,1        89,8
Austria                         37,6        86,2
Portogallo                     61,3        91,9
Olanda                           7,5        24,8
Belgio                            6,4         24,1

TOTALE                         20,9        57,5

Come si nota da questa tabella, le macchine per espresso contribuiscono bene alla costruzione del valore del totale mercato.

Se in Italia, Portogallo, Svizzera ed Austria rappresentano la quasi totalità del fatturato complessivo, pure nei Paesi dove svolgono un ruolo minore (Belgio e Olanda) pesano quasi un quarto del suo valore.

Andamento del mercato del caffè porzionato: 1,4 miliardi di pezzi nel 2004

La continua crescita che mostra il mercato delle macchine espresso comporta un altrettanto progressivo allargamento del mercato del caffè porzionato Proprio a causa della moltitudine di operatori impegnati in questo specifico mercato, la rilevazione sull’andamento di questo segmento (anch’essa affidata a Gfk Eurisko) è ancora in corso e manifesta alcune complessità nella raccolta dei dati che saranno risolte a breve.

Per ora si può anticipare che in ogni comparto (carta, plastica e alluminio) così come nei sistemi sia aperti sia chiusi si rileva un solido e costante sviluppo sempre a due cifre.

E’ logico prevedere che i volumi e i valori registrati per il comparto macchine siano coerenti con l’utilizzo di un altrettanto significativo numero di cialde e capsule. Plastica e alluminio appartengono ai cosiddetti sistemi chiusi, mentre nella carta si è sviluppata maggiormente l’offerta di sistemi aperti, ovvero dove è il consumatore che sceglie liberamente (sistema Easy Serving Espresso).

I dati 2004 registravano vendite di 1,4 miliardi di porzioni di caffè, con un prezzo tra 20 e 40 centesimi per capsula o cialda.

I vari tipi di macchine espresso e i sistemi

I sistemi chiusi vedono un costante successo negli ultimi 3 anni e rappresentano ora quasi un quarto del mercato a volume (dall’11,5% del 2003 al 23,9 % del 2005) ed un quinto a valore (dal 15,5% del 2003 al 20% del 2005).

Il prezzo medio è sceso fortemente a partire dalla metà del 2004 contribuendo così all’allargamento delle vendite.

Anche le macchine a sistema aperto riprendono a salire fortemente nel 2005 (10,1%, rispetto al 6,7% del 2003) con una erosione di prezzo molto più modesta (6 % del 2005, rispetto al 4,6 % del 2003).

Le macchine super automatiche continuano la loro crescita (21,4% nel 2005, rispetto al 20,7% nel 2003) accompagnata da una buona tenuta del prezzo (53,9 milioni di euro nel 2005, contro i 50,9 del 2003).

I diversi settori del mercato nei differenti Paesi

L’importanza dei segmenti rispecchia specificità di abitudini nazionali spiccate: in Germania e in Austria la gran parte delle macchine vendute sono super automatiche (in fatturato questo segmento rappresenta l’80% del totale); in Belgio ed Olanda il grande successo di Senseo ha aperto la strada ai sistemi chiusi anche nel mercato dell’espresso.

Lo stesso si può dire della Francia, dove il consumatore ha accettato con grande favore il sistema porzionato (43,7% del mercato totale delle macchine espresso).

L’Italia in questo panorama fa mercato a sé e rimane ancorata al sistema tradizionale (64,4%).

E non bisogna dimenticare l’importante ruolo delle vendite dirette da parte dei produttori di macchine con sistema chiuso (Lavazza e Nespresso). Si può affermare che il mercato delle macchine per caffè ha avuto successo in tutta Europa, anche nei Paesi dove il caffè non è la bevanda tradizionale. E, tra i piccoli elettrodomestici, nel Natale 2005 è stato il regalo più “cool”.

Le considerazioni finali del consorzio Ese

Il mercato delle macchine per caffè rappresenta il 16% del totale piccoli elettrodomestici venduti in Europa (il secondo dopo gli aspirapolvere). Da anni è caratterizzato da una tendenza positiva legata ai forti investimenti da parte dell’industria sia di innovazione di prodotto sia in pubblicità.

Segnali di rallentamento si notano nel comparto più povero del mercato (filtro tradizionale), per il momento fortemente bilanciati dal successo delle nuove tecnologie (fondamentalmente il sistema chiuso e le super automatiche). L’emergere di Paesi nuovi per questo tipo di consumo sembra però assicurare una prospettiva positiva per i prossimi anni, purché supportata da continue pressioni sul consumatore.

Fonte: Consorzio Ese

Nespresso comprerà in Brasile il 45% del caffè verde per le capsule

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SAN PAOLO (Brasile) – Nespresso comprerà in Brasile il 45% del caffè verde utilizzato per le sue cialde autoprotette di nuova generazione, quella che non si sa perché in Italia è sconosciuta.

Lo ha dichiarato il direttore generale Gerhard Berssenbrügge, parlando ai giornalisti in occasione dell’inaugurazione della prima boutique in America Latina: un locale di 450 metri quadrati che sorge in una delle zone più esclusive di San Paolo.

“Il caffè brasiliano presenta caratteristiche particolarmente adatte alla nostra produzione” ha dichiarato Berssenbrügge sottolineando come Nespresso abbia stipulato dei legami di approvvigionamento diretto pagando ai produttori dei prezzi superiori a quelli dello stesso commercio equo solidale.

Considerando gli standard di vita locali, i prezzi della boutique Nespresso della capitale paulista non sono certo popolari, ma sono alla portata del ceto medio.

Un espresso costa 4,50 reais (1,58 € /2,08 dollari) e per un cappuccino bisogna sborsare quasi il doppio. Le macchine da caffè vanno dagli 298,57 a 625,14 € (da 850 a 1.780 reais).

Da San Paolo, Berssenbrügge si è spostato a Buenos Aires dove ha aperto i battenti il primo locale della multinazionale svizzera in Argentina, uno dei Paesi del tea-mate, ma anche del caffè espresso italiano grazie a milioni di immigrati dal nostro Paese.

Intanto, mentre in tutto il mondo dilaga, adesso anche in America Latina, la cialdona autoprotetta, proposta nei ristoranti di lusso in eleganti scatole di legno, identiche a quelle dei sigari, e con i suoi sette colori differenti che indicano a prima vista il caffè contenuto, in Italia prosegue a colpi di giganteschi cartelloni la pubblicità alle preistoriche capsule in alluminio (che molti contestavano per il pezzetto metallico che si diceva potesse finire nella tazzina: ma la faccenda è stata azzerata dalle verifiche indipendenti) con il faccione di George Clooney.

E nelle due boutique italiane la cialda, che è tutt’altra cosa rispetto alla capsula, c’è soltanto per chi la chiede e per chi ha macchine comprate soltanto all’estero.

Domanda già posta alle signore di Nespresso ma rimasta sempre senza risposta: “Come mai la più consistente cialda, finalmente in regola con la norma dei 7,5 grammi di caffè per un espresso italiano e sconosciuta proprio in Italia?”.

Se nella fabbrica svizzera, dove è accentrata tutta la produzione mondiale, c’è ancora del macchinario da ammortizzare per il fisco elvetico, perché le capsule insistono soltanto sull’Italia?

Nuova Simonelli, va Espresso ideas, il giornale aziendale con articoli in italiano e inglese sarà diffuso in tutto il mondo, l’analisi del primo numero: 120 pagine di grande formato

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BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – La Nuova Simonelli, azienda delle macchine professionali per caffè espresso, presenta oggi in sede il nuovo periodico aziendale che porta in testata il titolo Espresso ideas ed esce bilingue, italiano e inglese per essere diffuso gratuitamente in tutto il mondo.

A presentare la pubblicazione saranno Tonino Carino, capo redattore RAI, che interverrà con una relazione dal titolo “Espresso ideas di Nuova Simonelli: uno strumento di formazione aziendale, tecnica, economica e culturale” e Maurizio Ciaschini, preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Macerata, il quale si occuperà di “Comunicazione e tipicità nel mercato globale”.

“Nel cammino che ci attende desideriamo essere accompagnati anche da uno strumento comunicativo che – ha anticipato ieri Maurizio Giuli, direttore marketing di Nuova Simonelli – oltre a testimoniare la ricerca, l’innovazione e la qualità dei nostri prodotti, sia messaggero di tutti quei valori che l’industria italiana oggi è capace di trasmettere e che nel mondo trovano sempre più ampi apprezzamenti”.

Espresso ideas sarà il portavoce di Nuova Simonelli, dei suoi progetti e del suo quotidiano lavoro. Esperienza, tecnologia, innovazione, design, varietà e completezza della gamma prodotti sono le parole chiave di un’azienda che continua da 70 anni la sua missione di ambasciatore del caffè espresso nel mondo.

A questa nuova iniziativa iniziativa editoriale, coraggiosa perché rarissima di un settore che comunica pochissimo e male, facciamo i migliori auguri.

Nelle 122 pagine a colori e di grande formato oltre alla formidabile fotografia del direttore editoriale Maurizio Giuli (compliementi per l’iniziativa ma, soprattutto, per il coraggio di apparire in un settore di ombre) troviamo una buona metà del giornale (che avrà periodicità semestrale, pratica da gestire per un azienda che non si occupa di giornali ma ha deciso di fare tutto in proprio) occupata da un ottimo catalogo aziendale.

Ottimo sia per la grafica moderma di Mirta Cuccurugnani sia perché la cadenza di espresso ideas consentirà alla Nuova Simonelli di aggiornare continuamente la comunicazione cui tiene di più (quella sil prodotto, e ci mancherebbe) puntando di volta in volta su aspetti diversi. E con il catalogo dinamico potrà ogni volta aggiornarsi e aggiornare i prodotti anche se questi ultimi saranno sempre gli stessi. Un’ottima scelta.

Valida anche la carrellata storica sui modelli passati della Nuova Simonelli, a cominciare dalla 1936, la progenitrice creata dal nulla da Orlando Simonelli proprio nel 1936. In genere i costruttori di macchine affidano le loro vanità a libri di stampo e stazza bancari (quelli che si cerca disperatamente di avere ma poi ci si guarda bene dal leggere).

Nuova Simonelli traccia una nuova strada dove l’immagine di grande formato si sposa con sintetiche didascalie che dicono tutto e si fanno leggere.

Nuova Simonelli, come tutte le aziende intelligenti, sa anche guardare fuori dal prioprio cancello. Ed ecco le quattro pagine dedicate ad un mito italiano che vince: la Ducati. Prima sulle piste della MotoGP con Loris Capirossi e Troy Bayliss, ma anche sui mercati di tutto il mondo con un prodotto Made in Italy che vince anche sul desing e va che è una bellezza. E parlare di un riconoscimenti per la Ducati Hypermotard prima di analogo premio per un prodotto della scuderia, la Microbar, la dice tutta del disincanto e dell’onestà che hanno animato la redazione di questo primo espresso ideasasa a E, nell’edizione di lunedì, passeremo ad un esame critico.

Ormai lanciata espresso ideas prende il largo con le sezioni dedicate alla comunicazione (la pubblicità dell’Aurelia, declinata in modo intelligente, senza dirsi bravi), alla tecnologia (avremmo preferito, più correttamente per la lingua italiana, leggere tecnica: la tecnologia è materia di studio, tutto il resto è pura tecnica) con pezzi sulla casa domotica e una interessantissima sezione dedicata al tema della caldaia: tante domande per conoscerla meglio.

Il parere del progettista. Senza paura di svelare segreti aziendali, con la evidente consapevolezza che certe cosa le sanno fare soltanto a Belforte sul Chienti.

Buona la sezione dedicata al Wellness (e perché non benessere, almeno in italiano?) con un fondamentale articolo dedicato al barista e al suo stress. Affaticamento e tensione dietro un sorriso sempre cordiale. Seguito da un pezzo altrettanto valido sull’ergonimia: il perfetto equilibrio tra uomo macchina e ambiente.

Naturale, ma non sforzato il pezzo sulla Aurelia, la macchina ergonomica per caffè espresso della Niuova Simonelli. Coraggioso e corretto chi l’ha scritto. Mai si legge, anche se in alcuni passaggi avrebbe potuto, siamo stati i primi siamo i più bravi, nessuno ha questa caratteristica.

Segue il capitolo sulle professioni: a scuola di assaggiatori di caffè espresso, per conoscerlo meglio, apprezzarne le qualità. Ricavarne benefici e piaceri. Diventare consumatori più attenti. Chiude la sezione prodotto dedicata all’Appia a un gruppo. Infine la gerenza: una pagina intera dove c’è tutto.

A questo punto se vi è venuta voglia di leggere espresso ideas non dovete fare altro che inviare una email a n.simonelli@nuovasimonelli.it.

Caffè cultura: la prola di oggi è to decaffeinate

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MILANO – Caffè cultura – le parole del caffè – la rubrica realizzata a partire dalle definizioni del vocabolario Lo Zingarelli 2005, con la quale abbiamo passato in rassegna tutte le parole della lingua italiana collegate in qualche al mondo del caffè è terminata il 29 dicembre scorso. È uscito intanto Lo Zingarelli 2006, che abbiamo già recensito e che utilizzeremo prossimamente per i vocaboli legati al the e al cacao.

Ora, sempre in collaborazione con la Casa editrice Zanichelli, stiamo esaminando i termini contenuti nel dizionario bilingue Il Ragazzini 2006. Esaurite le parole italiane siamo passati a quelle inglesi, di cui riportiamo, ancora una volta in rigoroso ordine alfabetico, la traduzione con la relativa fraseologia.

to decaffeinate
decaffeinare; decaffeinizzare: decaffeinated coffee, caffè decaffeinato
decaffeination

Per le osservazioni sulle definizioni dei vocaboli i lettori possono rivolgersi direttamente alla redazione de il Ragazzini e-mail lineacinque@zanichelli.it sito Web www.zanichelli.it

Dalla Spagna in Italia il catalogo completo Dicaf: macchine e impianti in acciaio di tecnica avanzata per piccoli e grandi

MILANO – Una novità per il mercato italiano si affaccia proprio in questi giorni. Perché Savi rappresentanze ha iniziato a portare, direttamente dalla Spagna, il vasto catalogo di prodotti della Discaf, azienda specializzata in impianti industriali per il trattamento del caffè e che si definisce leader settore nel in Spagna , si affaccia sul mercato italiano. Da segnalare soprattutto il materiale impiegato: acciaio inossidabile abbinato ad una tecnica avanzata.

Naturalmente, trattandosi di prodotti spagnoli, non mancano i modelli che utilizzano la miscelazione con lo zucchero.

Da notare il sistema operativo di queste torrefattici con un cilindro basculante per lo scarico del caffe. I macinacaffè in catalogo, dai piccoli agli industriali, utilizzano tutti macine coniche in acciaio ad altissima resistenza.

Numerose anche le opzioni di silos per lo stoccaggio, tutti abbinabili ad un sistema di raffreddamento originale, offerto in opzione per i sistemi più grandi, che abbatte rapidamente la temperatura del caffè tostato prima che venga immagazzinato.

Sempre dal sito catalogo www.savi-rappresentanze.com si notano le piccole macchine da negozio e per le prove da laboratorio con un colorimetro non asiatico per leggere il colore del tostato: i dati rilevati vengono inviati al computer del torrefattore automatico.

Info: commerciale@savi-rappresentanze.com; tel. 347 6960474

Accordo tra il Museo del caffè di Trieste e Caferama di Zuoz in Svizzera

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TRIESTE – E’ stato siglato un accordo di collaborazione del Museo del caffè di Trieste in Italia e Caferama in Svizzera. La sede del Museo è presso l’Autorità portuale di Trieste, torre del Lloyd. In questi giorni di Fiera è tuttavia visitabile soltanto oggi causa la Festa del patrono S. Giusto che cade il 3 novembre venerdì. Per informazioni l’email è pistrinig@hotmail.com

Cinque anni, un lustro, niente di più, eppure, nel suo breve lasso di tempo, la piccola realtà espositiva triestina di attività ne ha fatte diverse pur con mezzi ridottissimi e con alcune disattenzioni da parte delle istituzioni interessate.

Nel suo pur limitato spazio del Museo del caffè, il visitatore può osservare alcuni oggetti relativi l’intera filiera del caffè: dal verde al brunito chicco, passando dagli strumenti di lavoro e preparazione della bevanda all’oggettistica di varia natura. In una ridotta area vi è pure una sezione che ospita alcuni oggetti riferiti alla tipica sala di assaggio usata dagli esperti.

Gli oggetti quivi ospitati sono offerti e/o donati al Museo da parte di una quindicina di collezionisti e amanti della materia. Ciononostante, nella limitatezza di risorse, è da tenere in considerazione che nel novembre 2004 è stata realizzata una significativa partnership con il germanico Museo tecnologico del caffè, della Probat Werke.

Parallelamente, nel 2004, è stato coinvolgimento il liceo di lingue Vittorio Bachelet, mentre quest’anno è stato interessato un altro istituto scolastico superiore: il linguistico-commerciale Gian Rinaldo Carli, sempre del capoluogo della regione Friuli Venezia Giulia.

Ora, l’iniziativa si ripropone: è in programma un ulteriore analoga partnership con una realtà elvetica. Stiamo parlando di Caferama di proprietà della Caffè Badilatti, esistente a Zuoz in Engadina, nel Cantone dei Grigioni. Il suo ideatore-curatore, Daniel Badilatti, autentico caffettiere fattosi con le sue mani.

Il Museo svizzero è una realtà completa e ben strutturata. Essa si compone di un adeguato spazio dove il visitatore può fare un viaggio a 360 gradi sull’intero mondo del caffè.

Ma non è finita qua. Negli anni a seguire saranno diverse le realtà che entreranno in contatto, a costituire una rete di musei monotematici, espressamente dedicati all’aromatico chicco.

Cinque anni, si diceva, sono trascorsi da quel marzo 2001, eppure lo spirito del curatore e promotore dell’iniziativa, Gianni Pistrini, giornalista, assaggiatore di caffè e cultore della materia, resta immutato.

“La raccolta di oggetti è a buon punto – afferma Pistrini – e non si vede l’ora di essere adeguatamente collocata. Ad oggi – afferma il curatore – raggiunge ormai i duecento pezzi e altrettanti libri e pubblicazioni sull’argomento, pronti ad essere sistemati in un ambiente consono e decoroso. A breve, potrebbero esserci indubbie novità”. Di questo si sta interessando pure l’Associazione caffè Trieste attraverso il suo presidente Massimiliano Fabian, pure console onorario del Cameroun.

Fonte: Gianni Pistrini

Fiera di Parma: Ugo Calzoni, ex direttore Ice, nuovo amministratore delegato

PARMA – Ugo Calzoni è il nuovo amministratore delegato di Fiere di Parma spa. Da ieri è nel ruolo precedentemente ricoperto da Emilio De Piazza che da 19 settembre presiede Buonitalia spa. Lo ha annunciato una nota di Fiere di Parma spa.

Ugo Calzoni da giugno 2002 fino allo scorso settembre è stato direttore generale dell’Istituto nazionale per il commercio estero. Calzoni, 60 anni, originario della Val Camonica, è cresciuto professionalmente nel gruppo Lucchini dove ha lavorato per 25 anni, assumendo l’incarico di direttore delle relazioni industriali e sedendo nei Consigli di amministrazione della Lucchini spa, della Magona d’Italia e di Huta Warshawa.

Dal 1984 al 1988 è stato assistente del presidente di Confindustria. Dal 1988 al 1993 ha rappresentato l’Italia nel Comitato consultivo della Comunitá Europea.

Nel 1994 ha lavorato in Spagna con il gruppo Roda per assumere nel 2002 l’incarico di direttore esecutivo della Sea la Societá di gestione degli aeroporti milanesi di Linate e di Malpensa.

Dal giugno del 2002 al settembre del 2006 è stato direttore generale dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero.

Borsa, De’Longhi svela: boom delle macchine per l’espresso da casa a + 22.1%

MILANO – Nei due mesi estivi, luglio e agosto, le vendite delle macchine per espresso da casa hanno toccato un incremento storico del 22,1%. Lo si ricava da una nota emessa dalla De’Longhi sul buon andamento ìn Borsa delle azioni della società veneta- ha toccato i massimi da luglio 2004 a 3,64 euro (+7,23%) poi assestatosi a 3,53 -.

Secondo De’Longhi il boom estivo potrebbe portare ad un incremento globale del 20,1% a fine anno.

Sul risultato De’Longhi pesa anche l’accordo con Nespresso per la costruzione delle macchine legate al doppio standard elevetico, capsula d’alluminio e cialda in plastica autoprotetta. A fine anno dovrebbe anche debuttare una nuova versione della gamma Alicia.

In globale le vendite DeLonghi sono salite del 9.2% rispetto all’anno precedente.

A parte il primato, va chiarito che il boom delle macchine espresso, è l’unico registrato dal comparto elettrodomestici in estate, a essere interamente made in Italy: il 90% delle macchine vendute arriva da aziende che producono in Italia gran parte degli apparecchi e che riescono a reggere bene la concorrenza dei sub fornitori asiatici.

Perchè dopo le delusioni e i troppi difetti delle macchine espresso importate da compagnie di trading dalla Cina, clonate male e molto pericolose (ne sono state ritirate in pochi mesi oltre 14mila da un unico importatore), il mercato torna ai marchi e al made in Italy.

The Market for Virtue: il libro di Vogel sull’etica di impresa

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MILANO – L’etica nella gestione d’impresa continua a essere oggetto di un ampio e articolato dibattito. L’ultimo contributo giunge da David Vogel, professore dell’Università della California. Nella sua opera “The Market for Virtue” (Brookings Institution Press), Vogel si domanda, in primo luogo, cosa significhi, in concreto, per un’impresa adottare un comportamento retto. Sull’argomento esiste una vasta letteratura cui si aggiungono le migliaia di politiche diverse adottate dalle imprese in materia di etica comportamentale.
All’interno del tema della responsabilità sociale figurano poi numerosissime questioni: le condizioni di lavoro negli stabilimenti dei Paesi in via di sviluppo; il lavoro minorile; la garanzia di prezzi equi per i produttori agricoli; le questioni ambientali; i diritti umani.

The Market for Virtue: Vogel osserva che le aziende giungono ad adottare politiche meritevoli spinte da motivazioni anche molto diverse

Alcune possono essere di natura meramente opportunistica, in quanto volte a evitare della pubblicità negativa, mentre altre possono scaturire da un autentico impegno per il sociale.
La sensibilità alle questioni etiche è aumentata notevolmente negli ultimi anni, per effetto della crescente globalizzazione e della deregolamentazione dell’economia. I consumatori, nei loro acquisti, attribuiscono sempre maggiore importanza ai comportamenti socialmente responsabili. Ma, come avverte l’autore, i sondaggi secondo i quali ampie porzioni di popolazione sarebbero disposte a mutare le proprie abitudini di acquisto in nome di principî etici vanno considerati con cautela. La fedeltà alla marca rimane forte e i consumatori sono spesso poco propensi a cambiare abitudini.

Gli stessi governi sono ormai coinvolti nella questione. Vogel ricorda che la Gran Bretagna dispone, sin dal 2000, di un Ministro per la responsabilità sociale delle imprese, mentre sei esecutivi europei prevedono che gli investimenti derivanti dai fondi pensione siano decisi tenendo conto degli aspetti sociali.

Anche il mondo degli affari sta dando il proprio apporto

Dopo il vertice delle Nazioni Unite sull’ambiente, 170 imprese hanno istituito il World Business Council for Sustainable Development. E il Global Compact dell’ONU ha raccolto l’adesione di più di 1.300 società. Non è sicuro che le aziende con maggiore senso di responsabilità sociale ottengano profitti più elevati. Ma neanche risulteranno meno appetibili per il fatto di aver aggiunto finalità etiche ai loro obiettivi. Più di 120 studi accademici hanno preso in esame il rapporto tra profitto ed etica, osserva Vogel. E i risultati sono contrastanti: alcuni scorgono un rapporto positivo, altri uno negativo e altri ancora un rapporto casuale.

In The Market for VirtueVogel evidenzia una serie di settori in cui l’attuazione di un’etica societaria ha prodotto risultati positivi

Tra questi va citato il minor ricorso al lavoro minorile, l’ottenimento di prezzi più equi per alcuni prodotti di base dei Paesi in via di sviluppo (tra i quali, in particolare, il caffè) e una riduzione dei casi di impatto ambientale negativo.

L’adesione a codici di condotta volontari (come, nel caso del caffè, il recente “Common Code for the Coffee Community”) varia notevolmente ed è difficile da verificare. Ma non sono solo le società ad avere una responsabilità, rimarca Vogel. Se i consumatori fossero disposti a pagare di più per acquistare i prodotti, allora i lavoratori dei Paesi in via di sviluppo potrebbero ricever salari più alti. E se i governi di alcuni Paesi continueranno a pretendere le tangenti, gli impegni societari diretti ad arginare i fenomeni di corruzione risulteranno pregiudicati.