sabato 22 Novembre 2025
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IMF celebra i primi 30 anni con la visita nella fabbrica a Occhiobello il 20/09, ceo Alessandro Garbin: “Raggiunti dei grandi risultati”

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Il team IMF (immagine concessa)

OCCHIOBELLO (Rovigo) – IMF, l’azienda italiana leader del settore di impianti per la torrefazione del caffè con sede a Occhiobello nella provincia di Rovigo, celebra 30 anni di attività. Per questa occasione abbiamo intervistato Alessandro Garbin, socio e amministratore delegato, l’ingegnere Lorenzo Maria Mosca, chief technical department, Roberto Pedini, sales coordinator business development e il dottor Giorgio Maria Mosca, area sales manager del brand.

Nell’introduzione Alessandro Garbin dà appuntamento a tutti gli addetti ai lavori alla visita della fabbrica di Occhiobello (Rovigo) dalle ore 10 di venerdì 20 cui seguirà la presentazione di IMF che, nell’occasione, festeggia i primi 30 anni di attività.

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Da sinistra: Giorgio Maria Mosca, Roberto Pedini, Andrea Giacomo Garbin e Alessandro Garbin (immagine concessa)

Introduzione di Alessandro Garbin, socio di maggioranza e amministratore delegato della IMF S.r.l.

“È un grande orgoglio raggiungere questi primi 30 anni di attività della IMF, una azienda italiana che progetta, realizza ed installa macchine ed impianti per la torrefazione del caffè che ormai si è affermata anche sui mercati internazionali.

Mi fa molto piacere vedere che la determinazione e la passione che mi hanno sempre contraddistinto in tutti questi anni di lavoro, è la stessa che vedo in tutti i miei collaboratori, nelle maestranze, nel lavoro quotidiano e anche nel voler celebrare il nostro trentennale, realizzando un evento che terremo tra oggi giovedì 19 e domani venerdì 20 settembre in azienda.

Mi rende ancor più orgoglioso vedere di essere riuscito a trasmettere una filosofia di lavoro che ci ha permesso di raggiungere tanti risultati positivi e di esserci concessi notevoli soddisfazioni.

È quindi con grande piacere ed emozione che vi aspetto numerosi domani presso la IMF a Occhiobello per visitare i nostri siti produttivi in modo che possiate vivere una esperienza interessante e, speriamo, piacevole”.

IMF dal 1994 progetta e produce macchine tostatrici: da allora come si sono evolute queste attrezzature?

L’ingegnere Lorenzo Maria Mosca, chief technical department:

“Le tostatrici prodotte da IMF, fin dall’inizio dell’attività, sono sempre state caratterizzate ed identificate da una propria particolare tecnologia ossia, pur essendo una tostatrice a tamburo, la si potrebbe definire ibrida poiché con il generatore di calore esterno si ottiene un metodo a convezione d’aria con lo straordinario risultato di ottenere sulla qualità finale del caffè tutti gli aspetti positivi sia della macchina a tamburo sia di quella a fluido d’aria.

Nascendo già con una tecnologia innovativa ed avanzata dal punto di vista del ciclo termodinamico, in realtà le evoluzioni e gli sviluppi principali che sono avvenuti nell’ultimo decennio hanno posto molta attenzione a temi importanti come il risparmio energetico con soluzioni che hanno consentito una notevole riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2.

Il logo dell’IMF (immagine concessa)

Importanti innovazioni sono state realizzate ad esempio nella gestione ed automazione del sistema di controllo delle tostatrici, sia nelle più piccole che in quelle di dimensioni industriali, sviluppando software integrati sempre più efficaci anche con l’ausilio di intelligenze artificiali, garantendo così una maggior costanza di qualità attraverso una fedele ripetibilità dei processi di tostatura durante tutti i turni di lavoro.

Anche dal punto di vista della sicurezza, in particolare nelle tostatrici di dimensioni industriali, sono state approntate strumentazioni ed apparecchiature atte a ridurre rischi ed infortuni sul lavoro, non di meno con la possibilità di essere costantemente collegati via internet al fine di usufruire di un continuo supporto e servizio tecnico di assistenza da remoto”.

IMF distingue tra torrefattrici artigianali e industriali: a parte le dimensioni, quali sono le differenze sostanziali tra i due tipi?

Roberto Pedini, sales coordinator business development:

“Un’altra prerogativa di IMF è che, a dire il vero, ha adottato una propria strategia di prodotto dove non ha differenziato gli standard ed i contenuti tecnologici nelle proprie tostatrici per avere prodotti di fasce diverse tipo entry level o professional; infatti sia quelle di piccole dimensioni per micro roastery che le medie e le industriali hanno gli stessi equipaggiamenti in termini sia di cicli termodinamici che di sistemi di controllo ossia automazione del processo e gestione dei profili di tostatura.

Allo stesso modo, tutti i modelli della IMF sono dotati di un sistema di cottura a convezione d’aria calda pulita indiretta che grazie ad un’unica caldaia di generazione del calore a doppia funzionalità, consente di generare l’energia termica necessaria per il processo di tostatura e, allo stesso tempo, di trattare i fumi di tostatura al fine di ridurre le emissioni in atmosfera.

Con questa scelta strategica IMF ha voluto fornire a tutti gli operatori, indipendentemente dalle dimensioni e tipo di aziende in cui essi operino, lo stesso strumento altamente professionale che consentisse loro di ottenere il massimo dalla materia prima”.

IMF costruisce anche impianti completi: che cosa comprendono, quali sono i vantaggi di scegliere una intera linea nata nella stessa fabbrica?

Il dottor Giorgio Maria Mosca, area sales manager:

“Oltre che fabbricare un’ampia gamma di tostatrici macchina di processo principale, indispensabile per le torrefazioni che va dalle più piccole, particolarmente adatte alle micro roastery e micro batch per i cosiddetti specialty fino a quelle più grandi per le industrie del caffè con elevate esigenze di produttività e ridotti costi di produzione, IMF si è specializzata nel progettare e realizzare impianti e linee complete per la lavorazione del caffè; per impianto completo, brevemente, intendiamo quanto occorre dalla ricezione del prodotto crudo fino alla lavorazione finale, passando da trasporti, selezionamento, stoccaggio e tostatura, tutto più o meno automatizzato a seconda dell’esigenza del cliente.

La linea completa è sempre un’ottima soluzione per il cliente ma lo è ancor più per quei nuovi investitori che iniziano il business nel caffè; è un vantaggio notevole avere un unico interlocutore responsabile dell’intero progetto.

Se poi questo interlocutore può fungere anche da consulente, come avviene in IMF grazie alla profonda conoscenza del caffè verde dello stesso Alessandro Garbin, nel settore da tre generazioni e con una lunga esperienza dei processi di trasformazione del caffè nella torrefazione, il servizio diventa davvero completo”.

Oggi gli obiettivi sono sostenibilità e risparmio energetico: IMF come coglie questa doppia sfida? Che cosa c’è nel futuro delle torrefattrici? Ci può anticipare qualcosa?

Roberto Pedini, sales coordinator business development:

“La IMF è sempre stata sensibile ed attenta a questi importanti temi che rappresentano già sfide attuali e che da tempo ricorrono non solo nel settore della tostatura del caffè ma in tutti i processi produttivi e di trasformazione di materie prime.

Per questo infatti abbiamo sempre puntato per tutte le nostre tostatrici su un processo di tostatura e trattamento fumi integrato che consentisse di utilizzare meno combustibile quindi da ridurre anche le emissioni di CO2. La IMF è costantemente impegnata nella ricerca di nuove soluzioni tecniche che rientrino in quel percorso di transizione tecnologica che oramai si impone per tutti i processi produttivi.

L’obiettivo di IMF per il futuro è quello di ridurre sempre più l’utilizzo di combustibili di origine fossile, attraverso fonti alternative sia che siano esse rinnovabili come per esempio fotovoltaico ed eolico combinate per produrre l’energia elettrica necessaria per alimentare i motori elettrici delle tostatrici, sia di combustibili alternativi come ad esempio l’idrogeno per i bruciatori che producono l’energia termica necessaria per il processo di tostatura.

Applicazioni e prove in questa direzione sono già state intraprese, ma per onestà intellettuale dobbiamo anche dire che le realizzazioni concrete sono per macchine di piccola taglia in quanto il fabbisogno energetico necessario per macchine industriali utilizzate nella grande industria è considerevole e pertanto al momento gli stessi impianti per la produzione di idrogeno che comunque necessitano di energia elettrica e le infrastrutture carenti non rendono ancora economicamente convenienti le realizzazioni in scala industriale.

Di certo comunque l’impiego di software sempre più supportati da intelligenze artificiali caratterizzeranno sempre di più soluzioni tecnologiche evolute mirate al miglioramento degli aspetti qualitativi del prodotto finale ed al rapporto di interfaccia macchina operatore. Allo stesso tempo siamo però consapevoli e convinti che la strada del futuro nella direzione della maggior sostenibilità sia tracciata, pertanto il nostro impegno, il nostro sforzo è e sarà sempre massimo per essere più eco-friendly di questo unico mondo che per il momento abbiamo”.

Il Brasile venderà caffè per 2 miliardi e mezzo di dollari alla catena cinese Luckin Coffe

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Luckin Coffee Brasile cina
Il logo di Luckin Coffee

MILANO – Caffè brasiliano nelle tazzine e nei bicchieroni di Luckin Coffee: la catena di caffetterie leader in Cina – che conta oltre 20 mila locali, quasi tutti in patria – siglerà infatti un accordo con il Brasile per una fornitura di caffè verde del valore di 2 miliardi e mezzo di dollari (2,25 miliardi di euro). Lo ha reso noto Jorge Viana, presidente dell‘Agenzia brasiliana di promozione delle esportazioni e degli investimenti (ApexBrasil), durante un evento che si è svolto presso la sede della Presidenza della Repubblica, alla presenza del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, nella giornata di martedì 17 settembre.

L’ufficializzazione dell’accordo avverrà durante il vertice del G20, che si terrà a Rio de Janeiro in novembre.

Viana non ha specificato quanto caffè sarà venduto e in quale arco di tempo. Luckin Coffe non ha voluto commentare l’accordo.

Il gigante cinese delle caffetterie ha recentemente inaugurato a Kunshan (Jiangsu) uno stabilimento di torrefazione da 120 milioni di dollari, che raggiungerà, a regime, una capacità produttiva di mezzo milione di sacchi all’anno.

Nell’anno solare 2023, la Cina è stata il sesto mercato di destinazione del caffè del Brasile, con un volume delle esportazioni pari a 1,48 milioni di sacchi, in crescita vertiginosa (+278,6%) rispetto al 2022

A titolo di raffronto, l’export del Brasile verso l’Italia è stato, sempre nel 2023, di 3,13 milioni di sacchi.

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CEME Group acquisisce la maggioranza di DTI, specializzata nell’elettronica avanzata per il caffè

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Roberto Zecchi, Amministratore delegato CEME (foto concessa)
Roberto Zecchi, Amministratore delegato CEME (foto concessa)

TRIVOLZIO (Pavia) – CEME S.p.A., leader mondiale nel settore delle elettropompe a vibrazione ed elettrovalvole a solenoide con sede a Trivolzio (PV) controllata dal fondo
Investindustrial, rileva la maggioranza del capitale di DTI, azienda italiana specializzata
nella progettazione e realizzazione di soluzioni di elettronica avanzata dedicate in
particolare ai settori delle macchine per caffè, del beverage, del pizza&bakery e del
professional food service.

Fondata nel 2009 a Tavagnacco (UD), oggi DTI può contare su due stabilimenti industriali (uno presso la sede di Tavagnacco ed un nuovo impianto produttivo da 5.000 mq in Ungheria inaugurato nel 2024) e circa 90 dipendenti.

L’operazione, che verrà perfezionata nelle prossime settimane, permetterà a CEME di offrire ai propri clienti una gamma completa di prodotti per la gestione dei fluidi, includendo anche il controllo e la gestione elettronica delle macchine e dei cablaggi.

Grazie a questa operazione, CEME rafforza ulteriormente la propria capacità di fornire soluzioni integrate e complete

Al servizio dell’industria delle macchine per caffè – dove è leader mondiale nel mercato delle macchine ad uso domestico e professionale – e del food & beverage.

“L’acquisizione di DTI ci permette di aggiungere alla nostra offerta una gamma di servizi
totalmente sinergici e complementari a quelli già presenti nel nostro portafoglio” ha
dichiarato il President & CEO di CEME, Roberto Zecchi.

“Grazie al supporto strategico e finanziario di Investindustrial abbiamo intrapreso un
percorso di crescita per linee interne ed esterne che ci ha portato a rafforzare e
consolidare la nostra leadership nei segmenti e nei mercati in cui operiamo”.

La tecnologia DTI (foto concessa)

“perché ci consente di mettere a fattor comune i rispettivi know-how e di consolidare ulteriormente la nostra presenza nei mercati dell’elettrodomestico professionale in cui già operiamo da anni, come quello del coffee e del beverage.

Questa partnership si fonda su solide basi che accomunano le due realtà imprenditoriali: un’inesauribile spinta all’innovazione e al miglioramento e la volontà di mettere al servizio
dei clienti passione, affidabilità e competenze trasversali acquisite nel tempo, ingredienti fondamentali per consolidare le attuali posizioni economiche e acquisirne di nuove”.

“In questi anni DTI è cresciuta molto e ne sono orgoglioso” aggiunge Vinicio Dalla Torre,
Presidente di DTI “perché siamo stati in grado di accogliere le sfide del mercato e di
affrontarle con professionalità. Il nuovo percorso che si apre è una garanzia per tutti grazie
alla solidità del partner che abbiamo individuato; desidero esprimere il mio pieno
apprezzamento e ringraziamento a tutti i collaboratori che in questi anni mi hanno
affiancato, augurando loro un futuro ricco di soddisfazioni che sicuramente deriveranno da
questo progetto”.

CEME Group

Fondata nel 1974, CEME è un’azienda meccatronica leader nel mercato della produzione di pompe ad alta e bassa pressione, valvole in ottone e plastica, pressostati e flussostati che permettono il controllo del passaggio di ogni tipo di fluido: acqua, gas, vapore o aria.

Controllata dal fondo Investindustrial, che ne ha acquisito la proprietà nel dicembre 2017, CEME ha sede a Trivolzio (PV) ed è guidata dal 2015 dal Presidente & Amministratore Delegato Roberto Zecchi, che ha indirizzato lo sviluppo dell’azienda verso una crescita per linee esterne ed interne con lo scopo di ottenere la leadership mondiale nei settori in cui opera.

CEME, infatti, ha intrapreso una fase di acquisizioni significativa. Nel 2021 sono state acquisite le aziende italiane produttrici di elettrovalvole ODE e ACL, leader nel settore del Vending e della componentistica per macchine da caffè professionali. Nasce così CEME Group, che rappresenta l’unione di diverse realtà sotto un’unica guida. Le acquisizioni di PROCON nel 2022 e Micropump nel 2023 hanno ulteriormente ampliato la presenza globale e il portafoglio di prodotti nel settore industriale.

Il mercato principale è costituito dalle macchine per il caffè, da quelle domestiche ad uso privato fino a quelle professionali, nel quale CEME è leader assoluto. Altri comparti di applicazione delle elettropompe ed elettrovalvole sono il settore dello stiro, quello del condizionamento dell’aria e del water-management.

CEME ha otto poli produttivi – Trivolzio (Pavia), Tarquinia (Viterbo), Colico (Lecco), Cavenago di Brianza (Monza), Zhong-Shan (Cina), Mountmellick (Irlanda), Nogales (Messico), Vancouver (USA) – che impiegano complessivamente 1600 dipendenti: i prodotti vengono distribuiti in 70 Paesi – grazie a una fitta rete commerciale di distributori – per un fatturato che nel 2023 si è attestato a circa 325 milioni di Euro.

www.cemegroup.com

DTI S.r.l.

DTI è un EMS (Electronic Manufacturing Services) internazionale in grado di offrire soluzioni tecnologiche innovative e di alta qualità. Progetta, testa e costruisce elettronica, cablaggi e meccaniche personalizzate per i settori degli elettrodomestici professionali e automotive. Con quindici anni di attività e due siti produttivi (uno a Udine e l’altro in Ungheria), oggi DTI conta oltre 90 dipendenti.

IEI, l’indagine: un trend in crescita anche in Italia, tra miscele e macchine che fanno l’espresso del bar a casa

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luigi morello iei istituto espresso
Luigi Morello, presidente Iei (immagine concessa)

BRESCIA – Un tempo in casa c’era la moka e il rito del caffè al mattino con i ritmi, l’aroma che si spargeva per casa, i tempi a scandire l’inizio della giornata. Oggi il piacere è in una tazzina di espresso preparata con una macchina che replica, nel suo piccolo, quelle di un bar. Il tutto utilizzando miscele particolari, magari frutto della ricerca personale, per individuare quella che meglio soddisfa il gusto di ognuno. È la nuova frontiera che rileva una indagine che l’Istituto Espresso Italiano (IEI), ha condotto su un campione dei propri soci su quelle che sono le tendenze del momento.

«Questa tendenza che si è consolidata da anni in molti paesi esteri, trova i suoi esempi più significativi in Germania e negli Stati Uniti, dove il consumo di caffè di alta qualità a casa, insieme all’acquisto di attrezzature specializzate, è notevolmente elevato – commenta Luigi Morello, presidente di IEI – in Germania e negli Stati Uniti, l’adozione di tecnologie avanzate e una cultura fortemente orientata verso la qualità del caffè hanno accelerato questo fenomeno.

In Italia, sebbene il ritmo di crescita sia più graduale, il crescente interesse dei consumatori è chiaramente evidente, come dimostra la nostra ricerca. Oggi, i consumatori italiani possono scegliere tra una gamma di opzioni per il caffè a casa che spesso supera in varietà e qualità quelle disponibili nei bar».

Dal design alla semplicità di utilizzo, una tendenza che cresce.

Per Carles Gonzales, coffee competence & product manager di Rancilio Group «la nostra azienda attribuisce grande importanza all’utilizzo delle macchine semi-professionali, riconoscendo il crescente interesse dei consumatori verso la preparazione di un caffè di qualità anche a casa. Nonostante un leggero rallentamento recente, l’interesse per le macchine semi-professionali e per diventare home baristi rimane forte e stabile».

«Design moderno e facilità d’uso per rendere l’esperienza piacevole e accessibile a tutti», sono, per Gonzales, le caratteristiche fondamentali di una macchina casalinga insieme a «una stabilità termica continua, fondamentale per estrarre un espresso perfetto, ricco di aroma e gusto». A questo si somma il fatto che «i coffee lover possono utilizzare il caffè che più apprezzano», magari frutto di una personale sperimentazione e «la degustazione di diverse miscele e mono-origini sono fondamentali per scoprire il caffè che soddisfa maggiormente i gusti di ciascun consumatore».

«Tra i nostri soci – ancora Luigi Morello – anche le aziende di attrezzature hanno sviluppato prodotti semi-professionali di altissimo livello, sia in design che in prestazioni, per soddisfare i veri appassionati di caffè. Questi prodotti rappresentano vere eccellenze e sono utilizzati dai produttori per promuovere e diffondere il loro brand nei canali B2C e Office, contribuendo a educare i consumatori e a valorizzare l’esperienza del caffè».

La ricerca della miscela perfetta.

Elisabetta Milani di Caffè Milani punta l’attenzione sul fatto che la tendenza sia legata proprio ad una questione di gusto. «Gli espresso più amati dai coffee lover sono i grani: macinati, estratti e degustati al momento. Senza dubbio questa modalità di consumo è quella più consigliata da noi torrefattori perché consente di avere un espresso a casa al massimo delle sue potenzialità organolettiche.

Ultimamente vengono privilegiati i pacchetti in grani di piccoli o medi formati che garantiscono freschezza, praticità e permettono di testare diverse miscele o singole origini ed esplorare diverse note aromatiche». Ma quello che è importante, è che una macchina semi-professionale debba avere la certificazione. «È necessaria e importante per i prodotti destinati al cliente, come garanzia di qualità e attenzione da parte dell’azienda produttrice.

Quel che conta però è che la certificazione in sé è efficace solo se comunicata, spiegata, conosciuta e riconosciuta dal consumatore finale».

L’home barista e la tendenza di replicare l’espresso a casa.

Per Agata Segafredo, communication manager di Essse Caffè, il legame miscela, macchina, barista, può essere vissuto anche a casa. «Il caffè fatto con una macchina semi-professionale è un prodotto che, per limiti tecnologici e di valore delle attrezzature, è “parente” dell’Espresso italiano certificato del bar, ma che è in grado di offrire un’ottima alternativa domestica all’espresso».

Segafredo, sottolinea anche come «abbiamo identificando due macro-categorie: il consumatore premium “mainstream” ed il consumatore “coffee radical”. Il primo è interessato ad un prodotto dallo stile tradizionale, come il classico caffè espresso del bar, con una ricerca di qualità superiore rispetto ai prodotti venduti nella grande distribuzione.

Il secondo, invece, è un consumatore appassionato, che vuole sperimentare nuovi gusti, alla ricerca di proposte che abbinino la qualità garantita dall’approccio industriale di un torrefattore horeca con la distintività organolettica delle miscele»,

Anche la sostenibilità tra i motivi della scelta dell’espresso a casa.

Matteo Borea (La Genovese) pone l’accento sul fatto che «le macchine semi professionali rappresentano un punto di incontro ideale tra le attrezzature professionali e quelle casalinghe, e offrono un equilibrio perfetto tra controllo, precisione e accessibilità».

I motivi del successo sono da ricercarsi nel poter «replicare a casa l’alta qualità del caffè che si potrebbe trovare in una caffetteria di livello», sommato al fatto che il «crescente interesse verso le macchine semi-professionali è un indicatore di una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori riguardo alla qualità del caffè e ai processi di preparazione».

C’è poi da dire che «offrono un controllo maggiore su ogni fase» e permettono «ai coffee lover di sperimentare e personalizzare le loro estrazioni». A tutto questo si somma il fatto che «questa tendenza è anche legata all’interesse crescente verso pratiche più sostenibili e consapevoli» oltre che a «perché crea un legame tra il mondo dei professionisti e gli appassionati».

Macchina performante, dal rapporto qualità-prezzo, meglio se con la certificazione dell’Istituto Espresso Italiano (IEI)

Dante Monastero, sales manager di LaSanMarco, spiega che «queste macchine rappresentano un ottimo compromesso tra le esigenze di spazio e la qualità del caffè». Macchine che devono combinare diverse caratteristiche chiave tra le quali ۫ «capacità di erogare un espresso di qualità costante e controllo accurato di temperatura e pressione».

Ma occorre anche «praticità come il serbatoio dell’acqua facilmente accessibile, e versatilità per le varie preparazioni». Quanto non va poi trascurato è sia «un buon rapporto qualità-prezzo, visto che si tratta di un investimento per gli appassionati».

Sia anche «la certificazione di IEI in quanto garantisce che la macchina soddisfi gli standard di qualità necessari per produrre un autentico espresso italiano, di alta qualità, paragonabile a quello servito nei migliori bar».

Tutto questo corredato da miscele con una «tendenza verso profili di tostatura che esaltano le caratteristiche uniche di ogni origine, bilanciate che offrono un gusto ricco e complesso».

«Sono fermamente convinto che avere la possibilità di gustare un caffè di alta qualità a casa o in ufficio non solo arricchisce l’esperienza personale, ma può anche sensibilizzare i consumatori a una maggiore attenzione e apprezzamento della qualità del caffè che si trova nei bar», conclude il presidente di IEI, Luigi Morello.

L’Istituto Espresso Italiano. L’Istituto Espresso Italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di più di 700 milioni di euro. Maggiori info sul sito.

Anima Confindustria: per un’azienda su 5, calo fatturato oltre il 5% nel 2° semestre sul 2023

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anima ucimac dazi
Il logo di Anima l'associazione di Confindustria cui aderisce anche l'Ucimac, i costruttori di macchine per caffè professionali

MILANO – Lieve calo del fatturato e portafoglio ordini in peggioramento. È il quadro di un’industria meccanica in sofferenza quello che emerge dal sondaggio periodico diffuso da Anima Confindustria tra le mille aziende associate. In linea con la tendenza già evidenziata prima dell’estate, per il secondo semestre del 2024 l’andamento negativo della manifattura sembra non dare segni di miglioramento, con il 37,5% delle aziende associate ad Anima che vede una diminuzione delle vendite.

Per un’azienda su cinque, il calo del fatturato supererà il 5% rispetto al secondo semestre dello scorso anno. Meno di un’impresa su tre riesce a crescere nella seconda metà dell’anno.

Anima Confindustria descrive uno scenario che si riflette nei dati relativi al portafoglio ordini.

Secondo il sondaggio, nel corso del secondo semestre 2024 meno di un terzo delle aziende prevede ordinativi in crescita, mentre il 45% delle imprese meccaniche registra una contrazione degli ordinativi rispetto al secondo semestre 2023.

«A pesare sull’attività delle imprese è il generale rallentamento che ormai da tempo sta interessando l’economia globale, soprattutto nei termini della forte incertezza che blocca gli investimenti» commenta il presidente di Anima, Pietro Almici.

«Ma incidono anche le criticità dovute ai conflitti internazionali e alla frenata di economie importanti per il mercato italiano, come la Germania. Una stagnazione, alimentata dai conflitti in corso, che sta dando ripercussioni sui mercati di molti paesi europei, e che desta preoccupazione quando a rallentare è un settore fondamentale per l’economia italiana come l’industria meccanica rappresentata da Anima, che nel nostro paese dà lavoro a 222.000 persone.

«Ci sono poi fattori di criticità endogeni » prosegue Almici

«Come la carenza di piani strutturali a livello nazionale a sostegno delle imprese, che lamentano anche una diffusa difficoltà nel reperire manodopera specializzata. La meccanica oggi necessita di un rafforzamento delle politiche industriali volte a sostenere le imprese, soprattutto quelle medio-piccole che costituiscono la gran parte del comparto.

Per questo il nostro impegno ora è finalizzato ad accompagnare le imprese per sfruttare appieno le potenzialità del Piano Transizione 5.0 che, malgrado la complessità delle procedure e la ristretta tempistica, è la misura che può rinnovare la fiducia negli investimenti e aiutare le aziende a rafforzare la propria competitività e riprendere il trend di crescita».

Anima Confindustria

E’ l’organizzazione industriale di categoria che, all’interno di Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica varia e affine, un settore che occupa 221.700 addetti per un fatturato di 55,5 miliardi di euro e una quota export/fatturato che supera il 60% (dati 2023 Ufficio Studi Anima).

I macrosettori rappresentati da ANIMA sono: edilizia e infrastrutture; movimentazione e logistica; produzione alimentare; produzione di energia; produzione industriale; sicurezza e ambiente.

Gruppo Migros chiude il webshop di Café Royal il 25 settembre

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Café Royal Migros
Il logo di Café Royal

Il Gruppo Migros chiuderà il webshop di Café Royal il 25 settembre. L’intero assortimento del brand rimarrà tuttavia disponibile online su Migros.ch e presso Galaxus, oltre che nelle succursali Migros. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione tio.

La chiusura del webshop di Cafè Royal il 25 settembre

ZURIGO – La grande riorganizzazione presso il Gruppo Migros riguarda anche i negozi online delle sue filiali in via di cessione: il webshop di Café Royal sarà chiuso il 25 settembre, ha spiegato oggi il “gigante arancione” confermando un articolo del “Blick”.

L’intero assortimento di Café Royal rimarrà tuttavia disponibile online su Migros.ch e presso Galaxus, oltre che nelle succursali Migros. “Il webshop CoffeeB.com non verrà chiuso”, è stato precisato.

Anche il negozio online del rivenditore di articoli sportivi SportX, di cui circa la metà dei negozi è stata venduta al concorrente Ochsner Sport, sta per sparire.

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77 €: lo scontrino pagato per caffè e cornetto da Raffaele Fitto, ministro uscente per gli Affari Europei, con Michele Emiliano, governatore della Puglia

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Il tavolino di un bar (Foto di Julia da Pixabay)

Raffaele Fitto, ministro uscente per gli Affari europei, ha fatto colazione con Michele Emiliano, governatore della Puglia, nel suo ufficio a Largo Chigi, per discutere sull’accordo per la coesione con la Regione. Fitto si è rivolto a un catering per approntare una prima colazione degna dell’ospite: si tratta della ditta Ri.Ca. S.r.l. di Somma Vesuviana (Napoli)-

Il costo del servizio con cameriere per i due è stato un importo totale di 77 euro. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Fosca Bincher per Open, portale di notizie edito da una società a impresa sociale fondata da Enrico Mentana.

La colazione da 77 euro

ROMA – Ci prendiamo un caffè? Raffaele Fitto, ministro uscente per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr ha invitato il governatore della Puglia, Michele Emiliano, nel suo ufficio sopra la Galleria Alberto Sordi a Largo Chigi lunedì 16 settembre.

Lo scopo era allontanare gli ultimi dubbi sull’accordo per la coesione con la Regione Puglia, in modo da archiviarlo prima che Fitto si trasferisca a Bruxelles nel nuovo incarico di commissario (e forse vicepresidente) della commissione europea di Ursula Von der Leyen.

E l’incontro è riuscito, come i due protagonisti hanno poi spiegato in un comunicato stampa. Solo che quel caffè è andato un pizzico di traverso agli amministratori di Palazzo Chigi, quando è stato presentato il conto. Perché rischia di essere il caffè più caro della storia.

Per fare sentire a suo agio Emiliano, che è di buon appetito, Fitto si è rivolto a un catering per approntare una prima colazione degna dell’ospite. Senza nascondere le cifre: “il costo del servizio con cameriere per 2 persone è per un importo totale massimo di 77 euro, Iva inclusa”. Quindi 38,5 euro a commensale: un caffè davvero d’oro.

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Starbucks: Michael Conway, responsabile per gli Stati Uniti, si ritira dopo 6 mesi

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Il logo di Starbucks

Michael Conway, il responsabile di Starbucks per il Nord America, si è ritirato dopo sei mesi dalla sua assunzione nel ruolo. Il nuovo amministratore della compagnia Brian Niccol, che ha preso il posto di Laxman Narasimhan, ha dichiarato in una lettera aperta che si assicurerà che i negozi statunitensi consegnino bevande e cibo in tempo. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Market Screener.

Il responsabile Starbucks per il Nord America si ritira

SEATTLE – Starbucks ha dichiarato lunedì che il suo CEO per il Nord America, Michael Conway, ha deciso di ritirarsi dopo circa 11 anni di lavoro presso la catena di caffè.
La mossa arriva nel contesto del piano di turnaround del nuovo Amministratore Delegato Brian Niccol, che si concentra sulle attività di Starbucks negli Stati Uniti.

Conway ha assunto il ruolo di CEO per il Nord America nell’aprile di quest’anno, mentre l’azienda era alle prese con la debolezza della domanda dei suoi lattes costosi negli Stati Uniti.

Niccol, che ha preso il posto di Laxman Narasimhan con una nomina a sorpresa il mese scorso, ha dichiarato in una lettera aperta che inizialmente si concentrerà sull’assicurare che i negozi statunitensi consegnino bevande e cibo in tempo, oltre a ristabilire la cultura della caffetteria nei suoi punti vendita.

Starbucks non riassumerà il ruolo di ceo del Nord America dopo il ritiro di Conway, e la responsabile delle operazioni di vendita al dettaglio dell’azienda in Nord America, Sarah Trilling, riferirà direttamente a Niccol.

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Campari Group: il ceo Matteo Fantacchiotti si dimette, Paolo Marchesini e Federico Di Fede nuovi interim Co Ceo

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il logo campari
Il logo campari

MILANO – Davide Campari-Milano N.V. annuncia le dimissioni di Matteo Fantacchiotti dal ruolo di Chief Executive Officer e membro del Consiglio di Amministrazione, con effetto da oggi, per motivi personali. Il Consiglio di Amministrazione ha deciso di nominare Paolo Marchesini (Chief Financial and Operating Officer) e Fabio Di Fede (General Counsel and Business Development Officer) come interim co-CEO e membri esecutivi di un Comitato per la Transizione della Leadership, che sarà presieduto da Bob Kunze-Concewitz (Amministratore non esecutivo).

Tale comitato, insieme al Comitato Remunerazione e Nomine, sarà anche responsabile per l’identificazione del nuovo Chief Executive Officer, da proporre al Consiglio di Amministrazione dopo una valutazione di profili sia interni che esterni, in linea con le best
practice della governance.

Contestualmente, Jean-Marie Laborde, attualmente membro del Consiglio di Amministrazione di Davide Campari-Milano N.V. e membro del Comitato Controllo, Rischi e Sostenibilità, viene nominato Vice Presidente.

Matteo Fantacchiotti ha dichiarato:

‘È stato per me un privilegio essere parte di Campari Group per quasi cinque anni, e
guidare questa organizzazione da aprile 2024. Nel prendere ora la decisione di lasciare il Gruppo, desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti gli stakeholder, in particolare il Presidente, il Consiglio di Amministrazione e il Leadership Team.’.

Dopo aver espresso il suo rammarico a seguito della decisione di Matteo Fantacchiotti, Luca Garavoglia, Presidente del Consiglio di amministrazione, ha dichiarato:

‘La nostra ambizione di crescita rimane fortissima. Abbiamo davanti a noi un futuro solido, grazie alla nostra solida organizzazione, alla nostra presenza globale e, in particolare, al nostro portafoglio unico, costituito da alcune delle marche più ammirate di tutto il settore degli spirit, sostenute dall’impegno costante di un team di professionisti.

In continuità con quanto fatto finora, la nostra priorità continua a essere la costruzione delle nostre marche, con l’obiettivo di continuare a generare una crescita profittevole e sovraperformare il nostro settore nel lungo periodo, come abbiamo fatto sin dalla nostra quotazione nel 2001.’.

Alla data delle dimissioni Matteo Fantacchiotti detiene 2.988 azioni della Società.

In seguito alle dimissioni da membro del Consiglio di Amministrazione, Matteo Fantacchiotti e la Società hanno raggiunto un comune accordo anche per la risoluzione dell’attuale rapporto di lavoro. I termini economici di tale risoluzione sono ancora in fase di definizione e formalizzazione.

Campari Group è uno dei maggiori player a livello globale nel settore degli spirit

Con un portafoglio di oltre 50 marchi che si estendono fra brand a priorità globale,
regionale e locale. I brand a priorità globale rappresentano il maggiore focus di Campari Group e comprendono Aperol, Campari, SKYY, Grand Marnier, Espolòn, Courvoisier, Wild Turkey e Appleton Estate. Campari Group, fondato nel 1860, è il sesto per importanza nell’industria degli spirit di marca. Ha un network distributivo su scala globale che raggiunge oltre 190 Paesi nel mondo, con posizioni di primo piano in Europa e nelle Americhe.

La strategia di Campari Group punta a coniugare la propria crescita organica, attraverso un forte brand building, e la crescita esterna, attraverso acquisizioni mirate di marchi e business.

Con sede principale in Italia, a Sesto San Giovanni, Campari Group opera 25 siti produttivi in tutto il mondo e una rete distributiva propria in 26 paesi. Il Campari Group impiega circa 4.900 persone. Le azioni della capogruppo Davide Campari-Milano N.V. (Reuters CPRI.MI – Bloomberg CPR IM) sono quotate al Mercato Telematico di Borsa Italiana dal 2001.

Per maggiori informazioni, sul sito.

Retail, arriva SumUp Cassa Lite: la cassa digitale che semplifica la gestione di bar e ristoranti

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retail sumup
SumUp Cassa Lite (immagine concessa)

MILANO – SumUp, fintech attiva nel settore dei pagamenti digitali con soluzioni innovative per business di ogni dimensione, annuncia l’arrivo in Italia di SumUp Cassa Lite, un registratore di cassa digitale semplice e intuitivo, pensato per aiutare i piccoli commercianti e ristoratori a ottimizzare con facilità la gestione del proprio punto vendita.

Il nuovo prodotto entra sul mercato italiano dopo essere stato lanciato nel Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania, Paesi Bassi, Svizzera, Spagna, Brasile e Australia, e affianca SumUp Cassa Pro, la soluzione di cassa più evoluta all’interno dell’ecosistema di servizi di pagamento di SumUp, ideata per rispondere alle esigenze di esercenti di ogni dimensione.

La nuova SumUp Cassa Lite

L’arrivo di SumUp Cassa Lite accelererà ulteriormente il percorso di crescita della fintech, che, con un numero di commercianti serviti in costante aumento, punta a diventare il principale fornitore di soluzioni per i pagamenti digitali in Europa entro la fine dell’anno.

“SumUp ha, da sempre, sviluppato tecnologie all’avanguardia per supportare i micro e piccoli esercenti e i professionisti nella gestione del proprio business – commenta Marc-Alexander Christ, Co-Founder di SumUp -. Con l’espansione delle nostre soluzioni di cassa, SumUp continua a fornire ai commercianti gli strumenti necessari per costruire e consolidare il successo della propria attività; siamo davvero entusiasti di presentare una nuova soluzione che potrà portare benefici anche agli esercenti più piccoli. L’innovazione è al centro della nostra attività e SumUp è molto orgogliosa di supportare oltre 4 milioni di commercianti in tutto il mondo”.

Cassa Lite è una soluzione innovativa che consente agli esercenti di dimensioni più piccole di gestire le transazioni in modo facile ed efficiente grazie a un’interfaccia professionale e intuitiva, ed è dotata di una varietà di funzionalità per la gestione di diverse attività del punto vendita: dalla registrazione dei pagamenti con carta e in contanti, all’organizzazione del catalogo degli articoli, fino al monitoraggio delle entrate.

A differenza di quanto offre oggi il mercato, Cassa Lite è subito pronta all’uso e viene fornita con il software SumUp Cassa preinstallato gratuitamente e senza costi di abbonamento. La soluzione è stata realizzata interamente da SumUp, sulla base dei feedback ricevuti dai commercianti che, per far crescere il proprio business, sono alla ricerca di strumenti semplici per gestire la propria attività, senza avere ancora, però, la necessità di una soluzione di cassa completa.

Cassa Lite combina l’hardware proprietario (touchscreen da 13″ resistente ai getti d’acqua, supporto in alluminio prefabbricato, lettore di carte), con il pratico software SumUp, l’interfaccia accessibile e di facile utilizzo, nonché la compatibilità con la stampante fiscale e i cassetti per contanti.

Gli esercenti pagheranno un prezzo unico per l’hardware, che comprende il tablet con il lettore di carte e la stampante fiscale per garantire una maggiore conformità, a cui è possibile aggiungere anche un cassetto per i contanti e uno scanner per codici a barre.

Inoltre, non è previsto alcun abbonamento mensile e, quindi, nessun costo aggiuntivo al prezzo una tantum per il dispositivo: questo rende Cassa Lite unica nel suo genere. I commercianti non dovranno più affrontare molteplici decisioni di acquisto e chiedersi quale sia la compatibilità di una soluzione POS (iPad o lettore di carte o abbonamento al software o qualsiasi altra tecnologia aggiuntiva).

L’hardware di Cassa Lite è stato progettato per stare al passo con tutto ciò che accade sul “bancone” di una piccola impresa, e offre agli esercenti l’accesso a tutto l’ecosistema di SumUp che comprende un’ampia gamma di prodotti, tra cui anche SumUp Fatture, il Conto Aziendale gratuito e il lettore di carte Solo Lite.

L’ecosistema di soluzioni di pagamento di SumUp accompagna l’esercente nelle sue attività quotidiane e nella crescita del suo business: se Cassa Lite soddisfa le esigenze principali di qualsiasi business di piccole dimensioni, quando l’attività evolve e diventa più strutturata e le esigenze si fanno più complesse, SumUp Cassa Pro offre tutte le funzionalità necessarie a business in rapida evoluzione.

Questa soluzione di cassa, ad esempio, risponde efficacemente alle più avanzate richieste del settore alberghiero e della ristorazione, migliorando la gestione dei tavoli e delle scorte ed offrendo una serie di funzioni di integrazione, tra cui l’API, che consente alle aziende di incorporare le proprie soluzioni digital, il collegamento con software di terze parti (quali sistemi di spedizione, click and collect, programmi di prenotazione e di fidelizzazione), e altro ancora.

La scheda sintetica di SumUp

SumUp è l’azienda leader a livello mondiale nel settore della tecnologia finanziaria, con l’obiettivo di democratizzare il settore dei pagamenti digitali per i piccoli commercianti. Fondata nel 2012, SumUp è il partner finanziario di oltre 4 milioni di esercenti in 36 mercati nel mondo, aiutandoli ad avviare, gestire e far crescere la loro attività.

Attraverso la sua Super App, SumUp offre ai commercianti un conto e una carta aziendale gratuiti, un negozio online e una soluzione di fatturazione, oltre a pagamenti di persona e a distanza perfettamente integrati con i terminali per carte e i registratori di cassa SumUp.

Con l’intento di valorizzare il proprio successo per rendere il mondo un posto migliore, SumUp si è impegnata a donare l’1% del proprio fatturato a sostegno di cause ambientali e supporta progetti educativi e imprenditoriali a livello globale. Nel 2023 la società è stata riconosciuta come Top Global Employer per la comunità LGBTQ+ dallo Stonewall Workplace Equality Index.