sabato 22 Novembre 2025
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Simonelli Group presenta il report di sostenibilità 2023: consumo di gas -36% sul 2022

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Il report di sostenibilità di Simonelli Group (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Il percorso di rendicontazione della sostenibilità di Simonelli Group, avviato nel 2019, compie un ulteriore passo avanti con la pubblicazione del report di sostenibilità 2023. Il Report, redatto in forma volontaria ed in conformità ai nuovi requisiti della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), include nel perimetro di rendicontazione anche le filiali estere operative del gruppo, ampliando così la trasparenza e la copertura dei dati.

Il report di sostenibilità 2023 di Simonelli Group

Nel corso dell’anno Simonelli Group ha continuato a lavorare per ridurre il proprio impatto ambientale concentrandosi principalmente sull’abbattimento dei consumi energetici degli stabilimenti produttivi e sulla diminuzione dell’impronta ambientale dei prodotti attraverso il monitoraggio del LCA (Life Cycle Assessment).

Gli studi LCA hanno portato all’introduzione di innovazioni tecnologiche che, nei prodotti di ultima generazione e a parità di prestazioni, hanno contribuito alla riduzione dei consumi energetici del 41% e delle emissioni complessive di CO2 del 23%.

Nel 2023 Simonelli Group ha registrato complessivamente una riduzione del 36% del consumo di gas naturale rispetto al 2022 ed un aumento del 33% dell’autoproduzione di energia elettrica, che ora copre il 42,5% del suo intero fabbisogno. Il 100% di energia elettrica acquistata in Italia proviene da fonti rinnovabili certificate.

L’impegno per la tutela dell’ambiente, la qualità e la sicurezza è testimoniato dalle certificazioni ISO 14001 e ISO 45001 che l’azienda ha ottenuto nel corso del 2023.

Nonostante l’anno appena concluso sia stato segnato da un difficile contesto macroeconomico, con tensioni internazionali che hanno determinato forti difficoltà di approvvigionamento delle materie prime con conseguente aumento dei costi e diminuzione della propensione all’acquisto da parte dei consumatori, Simonelli Group è riuscita comunque a preservare la profittabilità del proprio business, mantenendo il fatturato di 109 Mil di euro vicino ai valori record del 2022 e realizzando un Valore Economico distribuito di 99 Mil di euro.

“Siamo più che soddisfatti dei risultati che abbiamo ottenuto nel corso del 2023, navigando in una situazione internazionale particolarmente complessa. Questo è stato possibile grazie alla lungimiranza nella nostra visione strategica e alla solidità del nostro modello di business.” commenta Nando Ottavi, Presidente Simonelli Group, “Ma questi risultati sono anche il frutto del lavoro e della dedizione delle nostre persone, che ogni giorno scelgono di costruire insieme un futuro migliore per Simonelli Group”.

La cura per la soddisfazione ed il benessere delle persone, al centro della visione di Simonelli Group, è confermata dal basso tasso di turnover e dalla elevata anzianità media dei dipendenti che si attesta attorno ai 12 anni.

Gli investimenti nelle risorse umane rimangono una priorità fondamentale per l’azienda, con un totale di 1.707 ore totali di formazione erogate nel 2023, equivalenti a circa 14 ore per dipendente.

“L’attenzione alle persone e al territorio sono d’altronde insite nel nostro dna sin dalla fondazione dell’azienda nell’ormai lontano 1936”, continua Nando Ottavi, “e nel corso degli anni ci ha caratterizzato come punto di riferimento nel territorio per tutte quelle realtà sociali, educative e culturali che siamo orgogliosi di sostenere devolvendo annualmente l’1% degli utili a iniziative che sostengono le categorie sociali più vulnerabili”.

L’organizzazione ed il sostegno ad iniziative in ambito socio-culturale, socio-assistenziale e sportivo rientra proprio nella volontà dell’azienda marchigiana di offrire opportunità di crescita e stimoli agli abitanti del territorio.

Il Campus, inaugurato a gennaio del 2023, è uno dei risultati concreti di questo impegno verso la crescita culturale e la coesione sociale in cui Simonelli Group è in prima linea: “Più di 1000 persone hanno partecipato agli oltre 30 eventi organizzati quest’anno al Campus, dimostrando un entusiasmo che ci incoraggia a continuare ad essere un motore di cambiamento positivo nel territorio”, dichiara Marco Feliziani.

Anche l’impegno di Simonelli Group verso la comunità internazionale del caffè ha continuato ad esercitarsi attraverso la collaborazione con i principali enti e associazioni del settore, fra cui SCA (Specialty Coffee Association), CSF (Coffee Science Foundation), ASIC (Associazione per la scienza e informazione sul caffè), Ucimac (Unione costruttori italiani macchine per caffè), Consorzio italiano del caffè etc. L’azienda ha inoltre continuato ad alimentare la piattaforma di formazione Coffee Knowledge Hub e ad accrescere la sua Youth Academy.

“Siamo consapevoli che quello verso la sostenibilità è un percorso dinamico, non sempre lineare, che richiede sforzo e coraggio. Tuttavia, siamo altrettanto consapevoli dell’importanza di questo obiettivo e della nostra responsabilità nel contribuire, giorno dopo giorno, a un futuro più sostenibile. E’ quello che intendiamo continuare a fare nei prossimi anni, tutti insieme”, conclude Marco Feliziani.

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Accademia del caffè espresso presenta il documentario “The rise of espresso” all’Italian Film Festival di Melbourne

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The Rise of Espresso (image provided)

FIRENZE – Accademia del caffè espresso annuncia la prima mondiale di “The rise of espresso”, il nuovo documentario realizzato internamente e dedicato agli emigranti italiani che, nel corso degli anni, hanno promosso la cultura del caffè espresso in tutto il mondo.

La première si terrà il prossimo 24 settembre durante l’Italian Film Festival di Melbourne a cui seguirà un’altra proiezione, sempre in Australia, a Sidney, il 1° ottobre, in occasione della Giornata Internazionale del Caffè.

Il documentario The rise of espresso

Le storie raccontate nel documentario illustrano la trasformazione dell’espresso da tradizione italiana a fenomeno culturale globale, rivelando sogni, sfide e aneddoti di molti emigranti che hanno dedicato la loro vita a questa bevanda – un simbolo del Made in Italy.

L’Australia, uno dei mercati del caffè più all’avanguardia, è una destinazione con una ricca storia di migranti italiani, e le sue due metropoli, Melbourne e Sydney, rappresentano l’ambiente ideale per l’Italian Film Festival e per l’Accademia per presentare il documentario per la prima volta.

“The rise of espresso”, prodotto interamente da Accademia del Caffè Espresso, rappresenta un nuovo approccio alla diffusione della cultura del caffè espresso, con l’auspicio di accrescere la conoscenza e l’apprezzamento per il caffè di qualità, la comprensione della sua filiera e delle persone che si celano dietro una tazza di caffè apparentemente semplice.

Questo progetto fa parte di un approccio più ampio al tema, iniziato con la mostra dell’Accademia “Coffee Migrant | Migrant Coffee – Capitolo I”, attualmente in esposizione a Firenze, che racconta il significativo flusso migratorio di oltre un milione di italiani, tra il XIX e il XX secolo, verso i porti brasiliani, che li ha portati a dedicarsi alla coltivazione del caffè e ad attività commerciali legate ad esso.

Il secondo capitolo della mostra, invece, “Coffee Migrant | Migrant Coffee – Capitolo II”, sarà inaugurato nel 2025 e illustrerà il viaggio dei migranti italiani verso i Nuovi Mondi (Australia, Canada, USA), fungendo da estensione narrativa del documentario.

“The rise of espresso” verrà proiettato in occasione di eventi legati all’ospitalità e celebrazioni culturali e festival in tutto il mondo e presto sarà disponibile anche in Italia!

La scheda sintetica dell’Accademia

Accademia del caffè espresso è un centro culturale situato a Firenze, creato per preservare e promuovere la cultura del caffè espresso accrescendo la sua rilevanza e il suo apprezzamento su scala globale.

L’Accademia è stata fondata da La Marzocco, storica azienda fiorentina nata nel 1927 oggi leader nella produzione di macchine per caffè. Situata nella vecchia fabbrica de La Marzocco, Accademia impiega ricercatori, educatori e una serra interna per il caffè, vantando collaborazioni con università, istituzioni ed esperti internazionali di tutto il mondo.

Stefania Renzi, assessore al commercio di Terni: “Le vending machine sono attività di vicinato con pari dignità alle altre”

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Una vending machine (immagine: Pixabay)

Stefania Renzi, l’assessore al commercio di Terni, si è confrontata con Marco Cecconi di Fratelli di Italia sulle difficoltà che le attività di vendita di bar e gelateria hanno riscontrato negli ultimi anni nel Comune e il sorgere di sempre più distributori automatici. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Umbria On.

Le vending machine a Terni

TERNI – Il sostegno al commercio di vicinato ed i distributori automatici, tempo di confronti in Comune. Giovedì mattina, durante il question time, si è sviluppato tête-à-tête tra il consigliere Marco Cecconi di FdI e l’assessore Stefania Renzi: mirino sulle recenti aperture e le annose difficoltà che sta attraversando la città ormai da un bel po’.

“È sotto gli occhi di tutti il difficile andamento del commercio – l’esposizione di Cecconi in merito – di vicinato anche nella nostra città. In centro sono state poste in vendita attività di bar e gelateria, di contro stanno sorgendo numerosi punti vendita di distribuzione automatica. Da gennaio siamo fuori dal dissesto e sarebbe possibile intervenire concretamente sulla leva fiscale (Imu, Tosap, Taric)”. Poi si arriva al dunque: “A quale società risponde l’apertura della maggior parte dei punti di vendita e a quale società l’apertura in Galleria Nuova?”. Lunga la risposta della Renzi.

L’assessore al commercio ha sottolineato in primis – tralasciando la parte sulla Ztl, già nota da settimane – che “le attività di somministrazione alimenti e bevande cui si fa riferimento sono comunque di vicinato. Svolgono notoriamente una funzione di servizio anche in orari nei quali altre attività non possono essere aperte. Tanto è vero che, con il Covid, quando il presidente Conte decise di bloccare le attività, tra le 17 voci Adeco presenti nella delibera ci fu il commercio per mezzo di distribuzione automatica. Ciò per assicurare – ha proseguito – un minimo di servizio a chi lavora di notte come forze dell’ordine e operatori ecologici. Sembrano essere svolte da macchine, ma dietro c’è un bacino di lavoro fatto di tecnici, manutentori, operai, addetti alle pulizie e sicurezza che non è da sottovalutare”.

Per la Renzi dunque “sono attività di vicinato con dignità pari ad altre”.

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Coca-Cola Hbc Italia celebra i primi 50 anni della fabbrica di Marcianise

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Coca-Cola the hug energia napoli atlanta
Il logo della Coca-Cola

Coca-Cola Hbc Italia ha celebrato i primi 50 anni dell’apertura della fabbrica di Marcianise a Caserta con un evento dedicato ai dipendenti e alle loro famiglie. Questi 50 anni raccontano la storia del legame speciale di Coca-Cola con la Campania. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di adnkronos e pubblicato sul quotidiano online Affari Italiani.

Coca-Cola Hbc Italia festeggia 50 anni a Marcianise

ROMA – Coca-Cola Hbc Italia, il principale imbottigliatore di prodotti a marchio The Coca-Cola Company sul territorio nazionale, festeggia i 50 anni dell’apertura della fabbrica di Marcianise (Caserta), con un evento dedicato ai dipendenti e alle loro famiglie, alla presenza dell’Assessora alla Formazione Professionale della Regione Campania Armida Filippelli, del sindaco di Marcianise Antonio Trombetta, del Presidente di Confindustria Caserta Beniamino Schiavone e altre importanti rappresentanti della comunità che ci ospita da mezzo secolo.

Questo grande traguardo rappresenta un punto di partenza per il futuro del brand in Campania, come dimostrano i 21 milioni di euro investiti nel 2024 in innovazioni industriali in ambiti quali ammodernamento e sviluppo, salute e sicurezza, efficientamento idrico ed energetico e circolarità degli imballaggi.

Questi 50 anni raccontano la storia del legame speciale dell’azienda con la Campania: è proprio a Napoli che nel 1955 è nata Fanta, una bevanda diventata oggi uno dei brand più conosciuti, venduti e amati in tutto il mondo, prodotta con succo di arance 100% italiane.

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Prada: conto in rosso di 4,9 mln per la Pasticceria Marchesi 1824

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Il logo di Prada

Marchesi 1824, la società di ristorazione e di alta pasticceria acquisita da Prada, ha presentato un conto in rosso di 4,9 milioni nel 2023. La perdita è solo di poco inferiore al rosso di 5 milioni segnato nel 2022. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Andrea Giacobino per Affari Esteri.

Conto in rosso per la Pasticceria Marchesi del Gruppo Prada

MILANO – I successi di “Luna Rossa” possono forse consolare Miuccia Prada e il marito Patrizio Bertelli dai loro dolci e cappuccini ancora molto amari. Qualche settimana fa, come riporta Affari Esteri, la loro Prada spa ha dovuto azzerare le riserve “in conto copertura perdita” per 2,3 milioni di euro e la voce “altre riserve” per 60mila euro per coprire parzialmente il rosso di 4,9 milioni segnato nel 2023 dalla controllata Marchesi 1824, la società di ristorazione e di alta pasticceria rilevata nel 2014.

Come nota Affari Esteri, la perdita è solo di poco inferiore al rosso di 5 milioni segnato nel 2022 dalla società di cui Bertelli era presidente avendo da poco lasciato la carica al figlio Lorenzo, dove lavorano 225 persone ed è proprietaria di tre punti vendita a Milano, uno alla Fondazione Prada sempre nel capoluogo lombardo e uno a Londra.

Peraltro l’azienda nel 2018 aveva perso 5,7 milioni, 5,2 milioni l’anno successivo 5,8 milioni nel 2020: ciò significa che negli ultimi sei anni il rosso di Marchesi 1824 è stato di quasi 32 milioni. E non solo: perché a marzo del 2023 Prada ha dovuto rinunciare a vedersi rimborsato dalla controllata un finanziamento di 8 milioni erogato per far fonte alle esigenze di liquidità (ricevuto a titolo fruttifero a un tasso fisso del 2,54%) e altri 6,4 milioni sono stati versati subito dopo nelle case della Marchesi 1824.

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illycaffè: Gianluca Fusto è il primo pastry chef ambassador del brand

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Gianluca Fusto (immagine concessa)

TRIESTE – illycaffè, azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile, annuncia l’ingresso di Gianluca Fusto come primo pastry chef del progetto illy Chef Ambassador, l’iniziativa dedicata agli appassionati di caffè e di alta cucina che prevede la realizzazione di un caffè “su misura” per ognuno degli chef coinvolti.

Chef pasticciere e cioccolatiere di fama mondiale, Fusto è noto per i suoi numerosi riconoscimenti internazionali e per aver fondato nel 2020, insieme alla moglie Linda Massignan, lo spazio di ricerca, sperimentazione e formazione FUSTO Milano.

Gianluca Fusto è il pastry chef del progetto illy Chef Ambassador

Autore di cinque libri di pasticceria best seller internazionali, si definisce un vero alchimista del gusto e la sua esperienza e conoscenza del cioccolato lo rendono una figura unica nel panorama della pasticceria di alta qualità.

Seguendo le orme di Niko Romito, Viki Guenes, Antonia Klugmann, Massimo Bottura, Chantelle Nicholson, Ricard Camarena e tanti altri, il pastry chef meneghino ha avuto la possibilità di combinare, grazie all’invenzione del Personal Blender (la macchina progettata da illy, il cui prototipo è stato presentato per la prima volta ad Expo Milano 2015), gli ingredienti del blend illy – tra le migliori qualità di pura Arabica di 9 diverse origini – per comporre il suo caffè personalizzato da offrire come esperienza unica ai clienti di FUSTO Milano.

Sotto l’attenta guida dei docenti dell’Università del caffè, Fusto ha creato un blend che esprime a pieno le sue preferenze sensoriali, gustative e olfattive e che incarna al contempo i valori di eccellenza, sostenibilità e qualità di illycaffè.

“Siamo orgogliosi di annunciare la nostra collaborazione con Gianluca Fusto, chef pasticciere poliedrico e innovativo che, proprio come noi di illycaffè, è animato da una filosofia incentrata sull’eccellenza e sul rispetto della materia prima. Il suo ingresso segna la nascita di una nuova categoria di Chef Ambassador illy che intende sottolineare ancora una volta il nostro forte legame con il mondo della pasticceria, condividendone i valori che trainano verso una costante ricerca della massima qualità,” commenta Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè.

“Sono onorato di essere il primo pasticciere chef ambassador di illycaffè,” commenta il pastry chef Gianluca Fusto. “Ideare una nuova creazione è come realizzare un’opera musicale: la scelta delle note e degli strumenti segue principi rigorosi. Nel mio caso questo comporta un’accurata scelta dei produttori, che a loro volta selezionano e valorizzano la materia prima. È la filosofia che accompagna illy, in cui ricerca, qualità ed eccellenza sono in un rapporto simbiotico. Solo lavorando con questi presupposti, ovvero conoscenza, creatività, coerenza e visione, si riesce a trasformare l’incontro tra il dolce e il caffè in un momento emozionante”.

Il programma illy Chef Ambassador, avviato nel 2017, è un’iniziativa esclusiva che coinvolge alcuni dei più prestigiosi chef a livello mondiale, suddivisi in tre categorie: i Maestri dell’Eccellenza illy, ovvero i grandi chef stellati, gli chef sostenibili, insigniti della Stella Verde dalla Guida Michelin, e i pastry chef, i maestri dell’alta pasticceria contemporanea.

Scopri di più sul programma illy Chef Ambassador cliccando qui.  

Iiac lancia i corsi avanzati sull’analisi sensoriale alla Factory Food Designers di Autogrill di Rozzano, 17-19/12

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Carlo Odello, presidente Iiac (immagine concessa)

MILANO – Iiac – International Institute of Coffee Tasters torna a proporre i propri corsi avanzati sull’analisi sensoriale. Dal 17 al 19 dicembre organizzerà infatti i corsi Sensory Psychophysiology, Sensory Profiling e Italian Espresso Roasting dedicati rispettivamente alla psicosifiologia sensoriale, alla profilazione sensoriale e alle correlazioni chimico-sensoriali in tostatura e miscelazione del caffè. L’intera sessione formativa sarà ospitata dalla Factory Food Designers di Autogrill a Rozzano (MI), con la docenza di Luigi Odello e di Gian Paolo Braceschi, entrambi professori di analisi sensoriale in diversi atenei italiani.

I corsi Iiac

“I nostri corsi avanzati sono l’opportunità che offriamo agli allievi che hanno già frequentato i corsi Italian Espresso Tasting e Italian Espresso Specialist di evolvere ulteriormente nella propria competenza sensoriale e di raggiungere una maggiore consapevolezza sia sui metodi di analisi sia sulle correlazioni con la filiera di produzione – ha commentato Carlo Odello, presidente Iiac – International Institute of Coffee Tasters – Riteniamo di potere offrire tramite questa formazione così specifica una competenza sensoriale unica sul mercato, sperando così di contribuire anche allo sviluppo del settore e di fornire strumenti sempre più efficaci ai professionisti che lavorano nella filiera del caffè. Siamo inoltre davvero entusiasti che di potere tenere questi corsi in un ambiente innovativo e stimolante come la Factory Food Designers di Autogrill”.

Il corso Sensory Psychophysiology (IIAC M3) ha per obiettivo di iniziare all’analisi sensoriale e ai suoi campi di impiego, non limitatamente al caffè ma a qualsiasi prodotto o servizio la cui fruizione passa attraverso gli organi di senso.

Fortemente interattivo per i numerosi esercizi che si alternano alle lezioni teoriche, il corso mira a consentire ai partecipanti di sviluppare le necessarie conoscenze sulle potenzialità dei propri organi di senso e sui meccanismi che conducono all’interpretazione di uno stimolo e alla misurazione di una percezione.

Il corso Sensory Profiling (IIAC M4) approfondisce invece la struttura dell’analisi sensoriale e i differenti tipi di test, per poi passare alla costruzione delle schede di valutazione di un prodotto e, quindi, ai test descrittivi ad alta utilità informativa e ad alta definizione.

Questo percorso induce a migliorare le proprie capacità sensoriali e di espressione delle percezioni. Tutto questo viene svolto su una merceologia specifica, il caffè, della quale si illustrano anche le variazioni sensoriali che avvengono al modificarsi di determinate condizioni lungo la filiera produttiva.

Il corso Italian Espresso Roasting (IIAC M5) si concentra sulle correlazioni chimico-sensoriali tra caffè verde e caffè tostato, analizzando i composti principali, la loro evoluzione e il loro impatto durante la tostatura e la miscelazione. Un corso quindi in cui si approfondisce ulteriormente la parte sensoriale ancorandola saldamente alla chimica del caffè e analizzando come questa impatta sul profilo finale del prodotto in tazza.

La scheda sintetica di Iiac

Iiac – International institute of coffee tasters è un’associazione senza fini di lucro che vive delle sole quote sociali. È stato fondato nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto e diffondere un metodo scientifico per l’assaggio del caffè.

Dalla sua fondazione Iiac ha svolto centinaia di corsi ai quali hanno partecipato 13.000 allievi da più di 40 paesi nel mondo. Il manuale Espresso Italiano Tasting, edito in italiano e in inglese, è stato tradotto in spagnolo, portoghese, tedesco, francese, russo, giapponese, cinese, coreano e tailandese. Iiac è dotato di un importante comitato scientifico che pianifica la ricerca per garantire l’innovazione del settore: ne fanno parte docenti universitari, tecnici e professionisti. Ha inoltre filiali dirette in Cina, Corea e Giappone.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Un ritorno alla routine sostenibile: da INCAPTO, una lista di usi alternativi e green del caffè in grani

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incapto fondi caffè
Fondi di caffè (immagine concessa)

BARCELLONA – Ricreare una propria routine, definendo obiettivi raggiungibili e prendendosi cura di sé, può essere una strategia utile per gestire la post-vacation blues, una condizione transitoria e facilmente trattabile che rappresenta una risposta psico-fisica al ritorno alla quotidianità e che può manifestarsi con una sintomatologia depressiva e/o ansiosa.

Perché, dunque, non tornare alla normalità animati da buoni propositi orientati alla sostenibilità? INCAPTO, la startup di origine spagnola che ha portato in Italia la cultura di un consumo del caffè attento all’ambiente e ai coltivatori, ha raccolto alcuni consigli utili a rendere questa comune bevanda una delle protagoniste di una quotidianità sostenibile.

I consigli di INCAPTO per rendere il caffè sostenibile

“L’idea di adottare uno stile di vita sostenibile a volte sembra una scelta impegnativa tale da scoraggiare le persone a iniziare. In realtà sono sufficienti piccoli accorgimenti quotidiani per aiutare a inquinare meno e incentivare il riuso, che giocano un ruolo cruciale nella lotta all’inquinamento ambientale. Si pensi che ogni anno le discariche si riempiono di circa 60 miliardi di capsule di caffè: INCAPTO nasce proprio con lo scopo di promuovere comportamenti e consumi consapevoli, che riducano l’impatto delle persone sul pianeta” commenta Beatriz Mesas, assaggiatrice professionista e co-fondatrice di INCAPTO.

I molteplici usi e riusi dei caffè e dei suoi fondi: dal giardinaggio alla cura della persona

Buttare il macinato ormai esausto una volta preparato il caffè è molto comune. Eppure, esistono numerose modalità per sfruttare a pieno i benefici dei chicchi di caffè, ma anche dei fondi: scegliendo il caffè in grani, con un solo prodotto si ottengono elementi base e naturali per pulire le superfici di casa, fare skincare, dare nuova vita a capi usati rimodernando il loro colore e rendere più fertile il terreno delle nostre piante.

Il caffè è particolarmente utile per pulire superfici come pentole e piatti: sarà sufficiente inumidire il caffè esausto e strofinarlo con l’aiuto di una spugna ed eventualmente, per un risultato ancora migliore, con l’aggiunta di un sapone neutro. Allo stesso modo, i fondi di caffè, inumiditi e strofinati con un panno, aiutano a rendere brillanti le superfici di acciaio.

Un uso meno noto è quello del caffè come colorante naturale: i fondi, infatti, portati a ebollizione con dell’acqua, sono la base ideale in cui immergere i tessuti cui si vuole dare il colore del caffè. Si tratta di una strategia molto utile in ottica di sostenibilità ambientale, perché promuove il riuso e la circolarità. Inoltre, la stessa tintura può essere utilizzata per dipingere su tela o su carta.

Un altro modo per non sprecare i fondi del caffè è quello di impiegarli come concime naturale e arricchimento per il compost. I fondi, infatti, sono ideali per concimare i fiori e per alimentare i terreni che, resi in questo modo ancora più acidi, daranno maggior nutrimento alle piante. Inoltre, essendo fonte di potassio, fosforo, rame e magnesio, i fondi del caffè arricchiscono il cassone per il compostaggio all’aperto.

Adagiando una manciata di chicchi di caffè sul fondo di barattoli che solitamente si utilizzano per riporre sale, zucchero e simili, è possibile conservare il prodotto più a lungo nel tempo, contrastando l’eccessiva formazione di umidità.

I fondi di caffè sono poi particolarmente adatti alle preparazioni di prodotti per la cura della persona: ad esempio, unendo del caffè macinato con dello zucchero di canna e dell’olio di cocco si ottiene un trattamento naturale anti-cellulite; in modo simile, mescolandoli all’olio di oliva fino a ottenere un composto fluido, si ricava uno scrub corpo che aiuta a rendere la pelle più sana e luminosa, agendo sull’eliminazione delle scorie.

Allo scrub può essere combinato un pediluvio energizzante: diluendo in acqua tiepida del caffè esausto e lasciando i piedi in ammollo, si riuscirà ad arginare la sudorazione tenendo sotto controllo la formazione di cattivi odori. Infine, diversi sono i benefici che il caffè ha sui capelli: per ottenere un riflessante naturale sarà sufficiente unire dei fondi di caffè con henné naturale di colore neutro; per ravvivare il colore e rendere i capelli più luminosi basterà diluire in abbondante acqua del caffè freddo avanzato, effettuando un risciacquo in doccia.

“Abbracciare un approccio sostenibile non è così complesso come sembra, è più una questione di mentalità e di piccole scelte di tutti i giorni. Spesso abbiamo semplicemente bisogno di ampliare il modo di vedere le cose e di agire. Prediligendo il caffè in grani è possibile evitare la produzione di tonnellate di plastica, con un beneficio conseguente per l’intero Pianeta. A ciò si aggiungono ulteriori aspetti che rientrano nell’impegno a tutelare una sostenibilità a 360°: assicuriamo infatti una filiera controllata e trasparente, ci preoccupiamo della corretta remunerazione dei coltivatori coinvolti nella produzione e adottiamo scelte meno impattanti possibile sull’ambiente”, aggiunge Mesas.

L’impegno della startup nella diffusione del buon caffè

Dalla sua fondazione, il marchio INCAPTO si impegna ad affermare una cultura di consumo sostenibile di caffè: ha ridotto il numero di capsule di 33 milioni di unità, ha supportato la sostenibilità sociale dando lavoro regolare a numerose comunità locali, ma ha anche contribuito in modo sostanziale alla sostenibilità economica: secondo le stime aziendali, consumando caffè in grani è possibile dimezzare il costo della tazza.

Ipotizzando poi una media di 6 tazzine al giorno in quattro persone, prediligere i grani permetterebbe una riduzione della spesa di oltre 5.000 euro in 10 anni.

IMF compie 30 anni e pensa già ai prossimi: la festa a Occhiobello passa per le tostatrici e il caffè

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Alessandro Garbin, ceo IMF (@coffeeandlucas @myMediastudio)
Alessandro Garbin, ceo IMF con in mano la targa di riconoscimento per i 30 anni compiuti di attività, conferita dalla Confindustria Veneto Est (@coffeeandlucas @myMediastudio)

OCCHIOBELLO (Rovigo) – Entrare nello lo stabilimento IMF a Occhiobello, nella provincia di Rovigo, significa conoscere il cuore dell’azienda italiana leader di settore di macchine tostatrici e di impianti per la torrefazione del caffè e partecipare alla celebrazione dei suoi 30 anni di attività. Vuol dire far parte di un progetto imprenditoriale che ha successo e che spinge continuamente in avanti.

La festa partita da una cena stellata presso il Hotel Ristorante I Portici (1 Stella nella Guida Michelin Italia 2024) è stata l’occasione per tutti, italiani e stranieri – chi addirittura dalla Cina, chi da Londra, chi dalla Svizzera, chi dall’Arabia Saudita e dal Marocco, chi da Taiwan e chi dalla Germania – di esplorare il passato, il presente e il futuro di un settore che continua ad essere trainante per il made in Italy.

Presenti all’apertura delle porte della sede produttiva, tutti i protagonisti che hanno reso IMF l’azienda di successo che è oggi

In prima fila naturalmente, Alessandro Garbin, socio nonché amministratore delegato (che ha iniziato la sua esperienza in IMF nel 2010) accompagnato da Roberto Pedini, sales coordinator business development e il dottor Giorgio Maria Mosca, area sales manager del brand.

IMF: una produzione che supera la prova del tempo

Un dettaglio delle tostatrici IMF (@coffeeandlucas @myMediastudio)

E lo si può toccar con mano proprio attraversando l’impianto produttivo, dove tutto sembra pronto ad entrare in funzione davanti agli occhi dei visitatori. Dal magazzino alla sala di montaggio, la filiera produttiva funziona sotto gli occhi degli ospiti fino al punto in cui i modelli vengono collaudati con la tostatura effettiva del caffè.

Tra modelli più industriali (RM30, RM60, RM120, RM240 e RM480) e quelli più artigianali (RM2, RM6 e RM15), si articola il racconto di questa impresa che nell’ultimo anno è cresciuta e si è evoluta, sia in termini di fatturato che sul piano dell’offerta prodotti (circa 16 milioni a gennaio 2024).

Un 2024 che promette ulteriori sviluppi, con l’acquisto di nuovi spazi dedicati alla produzione, investimenti nelle risorse umane e nel welfare aziendale con sempre l’obiettivo chiaro in mente: garantire il massimo del servizio al cliente.

Tutto questo grazie ai punti di forza dell’azienda in provincia di Rovigo: tostatrici all’avanguardia, personalizzazione degli impianti, gestione del processo di lavorazione del caffè – nello stesso impianto produttivo, un Coffee Lab dove si possono allenare tutti i sensi e conoscere la materia prima – , un affiancamento durante e nel post-vendita.

Il Coffee Lab dentro IMF
Il Coffee Lab dentro IMF

Il tutto reso possibile da un team efficiente e professionale formato da dipendenti che sentono di appartenere all’organismo costantemente in trasformazione che è IMF.

Dai luoghi di produzione sino agli uffici amministrativi dove la quota rosa si muove agilmente per sostenere IMF, la partecipazione e il coinvolgimento si respirano, si percepiscono nelle voci e nelle testimonianze di ciascun componente di questa realtà.

Parlando di numeri

Durante la presentazione dei risultati IMF (@coffeeandlucas @myMediastudio)

La crescita dal 1994 è stata commentata da Roberto Pedini, sales coordinator business development con queste parole “Gli ultimi dieci-dodici anni sono stati il massimo che l’azienda ha prodotto come crescita esponenziale” definendolo come “Quasi un miracolo imprenditoriale”.

Da 2 persone assunte a 50 unità impiegate, da 450 metri quadri a circa 3.500 – che non bastano ancora, perché la prospettiva è quella di ampliare ulteriormente lo spazio dedicato alla produzione e su cui sono stati installati 100 metri di pannelli fotovoltaici che oggi producono 33 kilowatt, un buon punto di inizio per andare verso una sempre maggiore sostenibilità energetica – da 400mila euro di fatturato ai 17 milioni previsti nel 2024.

Da una partenza tutta italiana ad un 60% di risultati all’estero, specialmente in Australia.

Scendendo nel dettaglio del parco macchine: circa il 18% dei ricavi deriva dalla vendita di tostatrici di piccole dimensioni (6-15 chili), un dato che ha registrato negli ultimi anni uno sviluppo interessante al punto da aver creato un’area apposita proprio per questi modelli – un segnale che le micro roastery stanno aumentando – per un totale di 35-40 esemplari all’anno con l’obiettivo di raggiungere a breve i 50-55.

In questi casi, ha raccontato Vladimiro Boschi, Controllo di gestione IMF, la possibilità di customizzare la propria tostatrice è una richiesta sempre più presente tra i clienti. Ed ecco che in mezzo alle finiture classiche, svettano i colori – una delle personalizzazioni più gettonata -.

Un modello personalizzato IMF
Un modello personalizzato IMF

Il core business IMF restano le macchine industriali (30-60-120 chili) per 30-35 unità in media all’anno, compresi almeno 15 modelli da 240-480 chili, spesso affiancati da una linea completa di sylos, con l’obiettivo di crescere ulteriormente

E a proposito di impiantistica, questa copre circa il 30% dei risultati. A completare il quadro la parte legata all’assistenza e agli interventi tecnici: obiettivo, spiega Roberto Pedini, quello di ampliare l’attuale percentuale circa del 12%, perché i servizi alla clientela sono fondamentali quanto l’offerta della fornitura.

Un aspetto che già durante la visita in azienda si può notare in via di sviluppo, dentro la stanza riservata al service da remoto con 4 addetti sempre disponibili per intervenire di fronte a qualsiasi problematica segnalata dai clienti in tutto il mondo.

Ma l’efficienza dell’azienda passa ovviamente e in particolare attraverso una sapiente gestione del personale che, come ha specificato Roberto Pedini, non è “Controllo delle persone, ma dei risultati”.

Tutta la squadra è affiatata e il welfare aziendale è al primo posto, così come testimonia chi ci entra in contatto quotidianamente, rafforzando lo spirito coeso, Vladimiro Boschi: con l’inserimento di bonus, la mensa, ambienti a prova di sicurezza e work flow funzionale.

E infine la parte sulle certificazioni: da quella di qualità ISO 9001 a quella che verrà ottenuta entro fine anno che riguarda la sostenibilità, la 141001, IMF è attenta a tutti i processi produttivi, dovendosi anche confrontare con diversi mercati ciascuno con le proprie regole per l’esportazione.

Tecnologia e sviluppo

Un reparto dedicato alla ricerca e sviluppo di nuove soluzioni sta attualmente studiando, rispondendo più che altro alle richieste presentate dagli stessi clienti che puntano a soluzioni integrate per migliorare l’aspetto qualitativo del caffè tenendo in considerazione parametri chimico-fisici del prodotto durante il processo di tostatura.

Le tostatrici IMF tostano tramite aria calda, per convezione e sono caratterizzate da un sistema di abbattimento delle emissioni integrato nella stessa macchina che utilizza un solo bruciatore: questo garantisce un risparmio energetico.

E poi c’è Vortex, brevetto IMF per la miscelazione e il completo controllo dell’aria di tostatura, di sistema di ri-circolo dell’aria e di software di gestione dell’intero ciclo di tostatura.

L’emozione di questo primo traguardo raggiunto con determinazione e sacrificio è stata tangibile durante la giornata a porte – e cuori – aperti: IMF c’è, ma soprattutto ha intenzione di esserci sul lungo termine, proponendo la sua identità in un comparto competitivo e che pone sempre nuove sfide.

Che IMF è prontissima a raccogliere.

I consumi americani di caffè nel fuori casa sono tornati ai livelli di prima della pandemia

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consumi America
il logo Nca

MILANO – Crescono ancora i consumi di caffè fuori casa degli americani, che sono tornati ormai ai livelli pre-pandemici: è questo uno dei dati salienti contenuti nel Fall 2024 National Coffee Data Trends, edizione autunnale dell’indagine sulle abitudini dei consumatori di oltreoceano commissionata, due volte all’anno, dalla National Coffee Association of Usa, storica associazione di oltreoceano sorta nel 1911.

La ricerca si è svolta su un campione statistico rappresentativo della popolazione adulta degli Stati Uniti di età superiore ai 18 anni.

La presentazione ai media è avvenuta giovedì 19 settembre.

Un primo dato importante emerge dalle risposte del campione: il 36% degli intervistati che hanno consumato caffè il giorno precedente lo ha fatto fuori casa: in un locale pubblico, sul lavoro o per strada.

Si tratta del dato massimo dal gennaio del 2020, ancorché sempre molto al di sotto del 40% del 2017. Oltre i quattro quinti dei consumatori del giorno prima hanno sorseggiato la loro bevanda tra le mura domestiche.

Quasi un consumatore su cinque dichiara di consumare caffè tanto in casa quanto fuori casa.

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