venerdì 12 Dicembre 2025
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Gran Caffè Gambrinus: il direttore di sala Gennaro Ponziani va in pensione dopo 32 anni nel locale

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All'ingresso del Gambrinus (foto concessa)

Gennaro Ponziani, lo storico direttore di sala del Caffè Gambrinus, va in pensione dopo 32 anni di servizio nel locale storico di Napoli. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Antonio Cangiano per il quotidiano Il Mattino.

Gennaro Ponziani lascia il Gran Caffè Gambrinus

NAPOLI – È stato un commiato carico di emozione quello di Gennaro Ponziani, storico direttore di sala del Caffè Gambrinus, che a 67 anni conclude il suo ultimo giorno di lavoro dopo 32 anni trascorsi nel locale simbolo di Napoli.

A rendere pubblico il momento è stato il deputato Francesco Emilio Borrelli, che sulla sua pagina Facebook ha dedicato un messaggio di saluto e riconoscenza a una figura entrata a pieno titolo nella storia del celebre caffè partenopeo. Presente uno dei titolari dello storico locale, Massimiliano Rosati.

Il 29 novembre Borrelli si è recato personalmente al Gambrinus per salutare Ponziani, che ha condiviso con colleghi e proprietari l’emozione dell’addio nelle nuove sale ristrutturate e pronte all’inaugurazione.

“Ho voluto salutare personalmente Gennaro Ponziani nel suo ultimo giorno – ha scritto il deputato – perché figure come la sua rappresentano un patrimonio umano e professionale prezioso per Napoli. Per 32 anni ha accolto turisti, cittadini, presidenti della Repubblica e perfino Papa Francesco con lo stile, l’eleganza e la passione che hanno reso questo luogo un simbolo della città nel mondo”.

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Dehors di bar e ristoranti: proroga del regime semplificato fino all’estate 2027

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I dehors

La proroga dei dehors fa un altro passo avanti: il regime semplificato nato in pieno Covid resterà in vigore fino all’estate 2027. La nuova legge sulle semplificazioni evita che migliaia di autorizzazioni scadano prima dell’arrivo delle regole definitive sull’occupazione di suolo pubblico.

Confermata quindi la possibilità per bar e ristoranti di mantenere strutture mobili anche in aree sensibili. Per il Parlamento si tratta dell’ottava estensione, che spinge il traguardo al 30 giugno 2027. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicato su Sardegna Notizie 24.

Dehors di bar e ristoranti, proroga fino all’estate 2027

ROMA – Il regime semplificato introdotto durante l’emergenza Covid per consentire l’installazione dei dehors resterà in vigore ancora per un anno e mezzo.

La nuova legge sulle semplificazioni, appena approvata dalla Camera, estende infatti fino a giugno 2027 la validità dei titoli ottenuti tra il 2021 e il 2022, evitando che migliaia di autorizzazioni scadano mentre si attende una disciplina definitiva per l’occupazione di suolo pubblico.

La normativa emergenziale – nata per dare ossigeno ai locali penalizzati dalle restrizioni sanitarie – permetteva a bar e ristoranti di collocare strutture mobili in spazi pubblici anche di interesse culturale o paesaggistico.

Negli anni, il Parlamento è intervenuto più volte spostando in avanti la scadenza: dal 2022 al 2023, poi al 2024 e al 2025. Ora arriva l’ottava proroga, che allunga la durata delle autorizzazioni fino al 30 giugno 2027.

Si intende così garantire continuità alle attività che hanno investito per ampliare gli spazi all’aperto, in attesa della riforma complessiva del settore, che ridisegnerà competenze e ruolo delle Soprintendenze. Uno dei nodi principali riguarda infatti il rapporto tra tutela dei beni culturali e possibilità per i Comuni di gestire con maggiore autonomia le concessioni relative ai dehors.

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Museo Lavazza: al via il progetto inclusivo per la Giornata internazionale delle persone con disabilità

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Esterno del Museo Lavazza, sullo sfondo l'Headquarter (foto: ©AndreaMartiradonna)

Un nuovo modo di vivere la cultura, pensato per accogliere pubblici con esigenze diverse e offrire strumenti che superino barriere sensoriali, cognitive e comunicative: questo il progetto Il Museo è Aperto, che verrà inaugurato il 3 dicembre a Torino dal Museo Lavazza, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità.

Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale Superando.

I progetti del Museo Lavazza

In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre, il Museo Lavazza di Torino – struttura avviata nel 2018, vera esperienza immersiva sulla cultura del caffè – inaugurerà il progetto denominato Il Museo è Aperto.

L’iniziativa è voluta per rendere la visita museale il più possibile accessibile e inclusiva, sviluppata dal Museo Lavazza, in coerenza con la visione culturale e sociale del Gruppo Lavazza e all’interno del programma IncluVisity, dedicato alla promozione della diversità, dell’equità e dell’inclusione.

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Il caffè a Villa Madama: consegnata al ministro Tajani la Guida 2026 dei caffè e delle torrefazioni

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L'evento a Villa Madama (immagine concessa)

Andrej Godina, dottore di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del chicco, ha parlato del ruolo del caffè durante la presentazione ufficiale della X settimana della cucina italiana nel mondo, ospitata a Villa Madama. Leggiamo di seguito la sua esperienza durante l’evento con quella di Mauro Illiano.

La presentazione della decima settimana della cucina italiana nel mondo e la campagna Italian Coffee Style

di Andrej Godina

ROMA – “La presentazione ufficiale della X settimana della cucina italiana nel mondo, ospitata a Villa Madama dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha ribadito con forza che il cibo è oggi uno dei pilastri dell’identità italiana all’estero. Non solo ricette, territori e tradizioni, ma un insieme di saperi e tecniche che raccontano chi siamo e come viviamo.

E quest’anno, per la prima volta con un’evidenza così netta, il caffè italiano è entrato a pieno titolo nella strategia culturale e promozionale del Sistema Italia, grazie alla campagna Italian Coffee Style.

A rappresentare questo mondo eravamo presenti io, Andrej Godina, e Mauro Illiano, curatori della Guida delle torrefazioni e dei caffè d’Italia pubblicata da Gambero Rosso.

Siamo stati invitati dal MAECI in virtù del nostro ruolo all’interno del progetto nazionale Italian Coffee Style, che ci vede impegnati come ambasciatori del caffè italiano nell’organizzazione di una serie di degustazioni e masterclass presso numerose Ambasciate italiane nel mondo, con l’obiettivo di raccontare la filiera italiana del caffè insieme al rito, alla tradizione e alla cultura che questa bevanda rappresenta.

Un momento simbolico e molto significativo è stato quello in cui, a Villa Madama, io e Mauro abbiamo potuto stringere la mano al ministro Antonio Tajani, consegnando in anteprima la nuova edizione della Guida delle torrefazioni, presentata ufficialmente il giorno precedente a Roma. Si tratta di un unicum assoluto nel panorama internazionale, l’Italia è il primo Paese al mondo a dotarsi di una guida nazionale dedicata alle torrefazioni, testimonianza concreta di una tradizione centenaria che comprende invenzioni iconiche come la moka e il metodo espresso, riconosciuti globalmente come simboli del Made in Italy.

Diplomazia gastronomica e ruolo del caffè

Nel suo intervento, il vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani ha sottolineato il ruolo strategico della gastronomia come strumento di rappresentanza internazionale: “la politica estera non la fanno solo i ministri, ma tutti gli italiani che ogni giorno rappresentano il nostro Paese nel mondo attraverso il loro lavoro, soprattutto nella ristorazione e nell’agroalimentare”. Tajani ha ricordato che “la cucina italiana è uno straordinario strumento di dialogo, perché parla di territori, tradizioni, salute e innovazione”, definendola uno dei linguaggi diplomatici più efficaci della nostra nazione.

Il vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani (immagine concessa)

“Sostenere la cucina italiana nel mondo significa sostenere l’Italia, la sua economia, la sua cultura, il suo modo di vivere”, ha ribadito, evidenziando la capacità del cibo di “unire ciò che a volte la politica divide: il cibo è un ponte, non un confine”. Il ministro ha infine richiamato il valore storico della candidatura UNESCO: “la nostra cucina merita questo riconoscimento, perché esiste come cultura condivisa ben prima dell’Unità d’Italia”.

Alla cerimonia è intervenuto anche il Ministro dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, attraverso un videomessaggio trasmesso durante l’evento.

Il Ministro ha sottolineato che la forza della cucina italiana nasce dall’equilibrio tra tradizione agricola, qualità delle filiere e capacità di innovare: “il valore della nostra cucina dipende dalla solidità delle nostre filiere. Difendere e sostenere agricoltori, trasformatori e artigiani del gusto significa difendere l’identità stessa dell’Italia”.

Il Ministro dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida (immagine concessa)

Lollobrigida ha ribadito inoltre l’importanza della collaborazione tra Ministeri e mondo produttivo: “solo lavorando insieme possiamo preservare i nostri prodotti e garantire che la qualità italiana continui a essere riconosciuta e scelta in tutto il mondo”.

A prendere la parola è stato anche Matteo Zoppas, Presidente del’agenzia ICE, che ha ricordato l’importanza del coordinamento tra promozione economica e diplomazia culturale: “la cucina italiana è uno dei principali vettori del Made in Italy nel mondo. Ogni piatto, ogni prodotto, ogni tazzina di caffè racconta un sistema industriale e artigianale che ha saputo costruire valore nel tempo. Il nostro compito è sostenere le imprese e ampliare la presenza dell’Italia sui mercati internazionali, perché qualità e identità sono i veri asset della nostra competitività.” Zoppas ha poi evidenziato il ruolo chiave delle filiere: “Lavorare insieme significa rafforzare il posizionamento dell’Italia e assicurare che il nostro modello alimentare continui a essere riconosciuto come un’eccellenza globale.”

In questo scenario, cuochi, pizzaioli, pasticceri, gelatieri, sommelier e baristi sono veri ambasciatori della cultura italiana. Portano nel mondo non solo ricette, ma una visione di convivialità, benessere e qualità della vita.

È in questa cornice che il caffè trova il suo spazio naturale: pur non producendo caffè verde, l’Italia ha sviluppato nei secoli una cultura unica del prepararlo, servirlo e condividerlo. Le parole barista, espresso, moka, cappuccino sono simboli riconosciuti ovunque del Made in Italy. Con il progetto “Italian Coffee Style”, il MAECI ha voluto affermare che il caffè è uno dei simboli più forti della nostra diplomazia culturale.

Cibo, cultura, soft power e caffè

La X edizione della Settimana, dedicata al tema “La cucina italiana tra cultura, salute e innovazione”, si colloca in un momento storico strategico, cioè quello della candidatura della cucina italiana a Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco e il nuovo record dell’export agroalimentare, che nel 2024 ha superato 67,5 miliardi di euro con una crescita ulteriore nel 2025, rappresenta un ulteriore segnale importante.

Nel convegno sono stati affrontati temi complessi come i nuovi dazi USA che colpiscono vino e pasta, le regole ambientali che impattano le filiere produttive e il ruolo delle tecniche genetiche avanzate nel rispondere al cambiamento climatico senza perdere identità e qualità.

In questo contesto, il caffè non è affatto un prodotto marginale, è un prodotto che deve essere valorizzato promuovendo la filiera della torrefazione, che rappresenta un patrimonio culturale ed economico unico al mondo, e collegando il rito della tazzina alla narrazione della dieta mediterranea.

Nel corso del convegno sono stati presentati alcuni dati che fotografano la forza – ma anche le fragilità – del sistema agroalimentare italiano. L’export ha raggiunto il record di 67,5 miliardi di euro nel 2024, con un +6% nei primi mesi del 2025. La filiera estesa – dall’agricoltura alla ristorazione – rappresenta circa il 40% del PIL italiano.

Dal 2016, la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo ha generato oltre 10.000 eventi in più di 100 Paesi, sostenuta da una rete stimata tra 70.000 e 80.000 ristoranti italiani o Italian style nel mondo. Il valore complessivo del food italiano all’estero supera i 250 miliardi di euro. Non mancano le criticità: negli Stati Uniti, primo mercato di esportazione del vino italiano, il prezzo medio è sceso del 15,5% nell’ultimo anno a causa dei nuovi dazi; per la pasta, alcune aziende, arrivano oggi a subire un dazio totale fino al 107%.

In questo scenario, il caffè – pur non essendo coltivato in Italia – ha tutti gli elementi per essere riconosciuto come uno dei protagonisti del made in Italy contemporaneo.

Secondo il mio punto di vista, “l’inserimento della filiera del caffè all’interno della Settimana della cucina italiana nel mondo è un riconoscimento strategico che premia la nostra tradizione come parte integrante della cultura italiana. Mi auguro che questo primo avvicinamento – nato grazie alla Guida delle torrefazioni e al sostegno della consigliera Alessandra Pastorelli, del suo team e di Gerardo Patacconi – venga ora raccolto da tutta la filiera del caffè italiana con un’azione politica coordinata. Il nostro obiettivo è portare il caffè a entrare ufficialmente e stabilmente in questa straordinaria settimana dedicata alla promozione del Made in Italy”.

Mauro Illiano, co-curatore della Guida, ha commentato: “nel mondo del vino italiano abbiamo visto cosa accade quando un settore prende coscienza del proprio valore: qualità, formazione e comunicazione hanno trasformato un prodotto quotidiano in un simbolo identitario. Mi auguro che il caffè possa intraprendere lo stesso percorso, aumentando consapevolezza, cultura e riconoscimento del giusto prezzo del lavoro, a partire dai paesi produttori. Il caffè italiano ha tutte le potenzialità per compiere lo stesso salto di qualità”.

L’evento in Villa Madama ha confermato una volta di più che l’Italia possiede un soft power gastronomico senza eguali e che la presenza del caffè in questo racconto non può più essere considerata marginale. Dal bar di quartiere ai grandi costruttori di macchine per espresso, dalle torrefazioni artigianali alla grande industria, l’Italia continua a definire gli standard globali del gusto e del servizio.

Portare questo messaggio nelle ambasciate non è solo un onore, ma una responsabilità: significa rappresentare la parte più autentica e quotidiana della cultura italiana. Una responsabilità che chiama in causa anche le torrefazioni italiane e i produttori di attrezzature per il caffè, affinché si facciano parte attiva di questo percorso. Solo lavorando insieme come filiera, con consapevolezza e visione comune, potremo raccontare all’estero – ancora meglio e con maggiore forza – questa nostra eccellenza”.

                                                                                                            Andrej Godina

Carlo Costa nominato vicepresidente dell’EMECA: una guida italiana per le Fiere di tutta Europa

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Carlo Costa (immagine concessa)

RIMINI  L’Assemblea Generale EMECA, riunitasi nelle scorse settimane a Milano, ha eletto i nuovi membri del suo Consiglio di Amministrazione, nominando vicepresidente Carlo Costa che in Italian Exhibition Group ricopre il ruolo apicale di corporate corporate officer.

A Costa, in IEG, è affidata la gestione dei settori Operation, Finance, HR, IT, Legal & Compliance e le attività corporate delle società controllate dal Gruppo.

IEG, quotata al mercato principale su Euronext Milan, con le sue 60 fiere e 150 eventi, oltre 700 dipendenti in Italia e nel mondo con sedi a Rimini, Vicenza, Milano, Arezzo, Dubai, San Paolo, New York, Singapore oltre che in Cina, Arabia Saudita e Messico, è tra i principali organizzatori fieristici globali.

EMECA e Carlo Costa

EMECA, con sede a Bruxelles e presieduta da Elżbieta Roeske, è dal 1992 l’Associazione Europea dei Grandi Centri Fieristici. Riunisce le 25 più importanti sedi espositive in Europa, tra le quali anche quelle di Italian Exhibition Group con Rimini e Vicenza.

Gli associati EMECA organizzano nel loro complesso 2.000 fiere all’anno con 400.000 espositori e 38,5 milioni di visitatori su una superficie espositiva di 38 milioni di metri quadrati.

Oggi, l’Europa ospita la maggior parte delle fiere internazionali leader e rappresenta quasi la metà della quota di mercato globale. Tra i ruoli di EMECA quello di promuovere i suoi associati a livello europeo e globale nell’ambito di alleanze industriali con le principali istituzioni governative.

Carlo Costa , classe 1968, è originario di Torino ma residente a Fano da 26 anni dove è attivissimo nel volontariato della sua città.

Sposato con Mariarosa, due figli, Giovanni e Giacomo, si laurea in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Torino e inizia la sua carriera nell’ambito della Direzione Finanziaria della Luigi Lavazza S.p.A. Nel gigante del caffè partecipa anche allo studio, costituzione e gestione di una agency tresaury company nell’area doganale di Dublino.

Passa poi a IFAS Gruppo di Torino, all’epoca uno dei più importanti dealer nel settore automotive controllato da un fondo di investimento milanese.

Nel 2001 entra nell’allora Ente Autonomo Fiera di Rimini, accompagnandolo nella trasformazione in SpA e in tutte le maggiori operazioni: M&A in Italia e all’estero, l’integrazione con Fiera di Vicenza – che ha dato origine a Italian Exhibition Group S.p.A. – la quotazione in Borsa.

Nel 2022 si sposta al Consorzio Tutela Grana Padano, il prodotto DOP più consumato al mondo. Nel 2024 rientra in Italian Exhibition Group con il ruolo apicale di CCO.

Nel corso dell’ultima assemblea generale di EMECA, gli associati, provenienti da tutta Europa, si sono concentrati sulla pianificazione degli scenari fieristici e sulla crescita delle vendite registrata nel 2025 e su quella prospettica per il 2026; al centro dell’assemblea anche riflessioni sulle sfide dovute all’incerto contesto geopolitico, sugli investimenti nella decarbonizzazione, ristrutturazione delle sedi espositive e nuovi spazi multifunzionali. Riflettori accesi anche su digitalizzazione, servizi personalizzati, sicurezza e cybersecurity.

Lino’s Coffee apre a Cassano d’Adda, Milano, con le nuove miscele

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L'espresso di Lino's Coffee

Lino’s Coffee arriva Cassano d’Adda, Milano, continuando il piano di espansione. A livello di layout, la caffetteria si distribuisce su 120 mq studiati per garantire la massima funzionalità e ospitare 30 posti a sedere. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Ristorazione Moderna.

Il nuovo store Lino’s Coffee

CASSANO D’ADDA (Milano) – A Cassano d’Adda (Milano) è arrivata la coffee experience targata Lino’s Coffee che, con oltre 50 punti vendita complessivi, continua il suo percorso di espansione. Il tutto puntando su un’offerta all day long dalla colazione (che rimane il momento di consumo principale) alla pausa caffè, dal pranzo alla merenda e fino aperitivo. A completare il percorso gastronomico c’è anche un’area dedicata al gelato.

In particolare, il nuovo punto vendita del brand è il numero 44 (a cui si aggiungono poi i 17 Makers Caffè all’interno degli store Leroy Merlin). A livello di layout, la caffetteria si distribuisce su 120 mq studiati per garantire la massima funzionalità e ospitare 30 posti a sedere. Ampio spazio è comunque lasciato al bancone, vero punto nevralgico del format che non prevede servizio al tavolo per un’esperienza fluida e smart.

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Fipe: cala il fatturato nella ristorazione -2,4% rispetto al 2024

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fipe
(dati: Centro Studi Fipe)

ROMA – A settembre 2025, secondo il sito della Fipe, il fatturato delle imprese della ristorazione ha registrato una flessione reale del 2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Fipe analizza il fatturato nella ristorazione

A rivelarlo è la Federazione Fipe in una nota informativa rilasciata direttamente dal Centro Studi.

La variazione congiunturale rispetto ad agosto, come prosegue la nota, ha registrato un -0,8%.

Nella media gennaio-settembre la flessione è stata del -1,1%.

Gelato sulla carbonara: l’“eresia” culinaria che conquista la Cina (e divide l’Italia)

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Uovo per la carbonara

In Cina lo chiamano xiexiu, sciogliere il gelato sulla carbonara, un modo creativo — e un po’ folle — per sopravvivere alla vita moderna. Intanto, anche da noi la carbonara continua a essere terreno di sperimentazioni e rivisitazioni, tra gelati al suo gusto e aggiunte che fanno discutere. Millennials e Gen Z rivendicano libertà totale ai fornelli, contro ogni forma di taste shaming. Tradizione nel piatto o via libera all’anticonvenzionale? Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicato su La Repubblica.

Gelato sulla carbonara: in Cina spopola la “eresia culinaria”

CINA – Sciogliere il gelato sulla carbonara. Un’eresia? Nient’affatto. È una cosa assolutamente “normale” per i giovani cinesi che negli ultimi tempi stanno trasformando in consuetudine ogni sorta di stravaganza, espediente o trucco non convenzionale usato per cucinare e mangiare di tutto e di più, nei modi più svariati.

E improbabili. Come per esempio cuocere il lardo al microonde. Si chiama “xiexiu” e significa per l’appunto “pratica eretica” che servirebbe a “navigare nella vita moderna”. E a barcamenarsi pur pressati da “un’intensa pressione lavorativa” e da un’esistenza fatta di “rassegnazione totale e piatta”.

Della carbonara continuano a spuntare mille versioni differenti e rivisitate, con tocchi d’autore, noto o sconosciuto che sia. C’è stato anche chi si è inventato il gelato al gusto di carbonara. Ma mescolarli nello stesso piatto fa gridare allo scandalo del palato. Dall’altro lato, tuttavia, ci sono delle variazioni sdoganate senza problemi fra i più giovani, anche in Italia.

Millennials e Gen Z in un sondaggio social di qualche tempo fa hanno dichiarato di voler essere liberi in cucina, di non vergognarsi più di mischiare tutto a tutto, di rivendicare il diritto di avere un rapporto personale e non codificato con il cibo. E chiedono di non essere criticati, se per esempio, mangiano pasta, maionese e tonno, la pizza con l’ananas, il cappuccino a pranzo e a cena o la carbonara con la panna. Perché sono contro il cosiddetto “Taste Shaming” che sta per “crimine culinario”, ovvero attacco contro ogni “eresia gastronomica”.

Eresia che, ricercata e valorizzata, si concretizza ancor più ora in Cina con questa pratica dello “xiexiu”. In Italia, vedere la carbonara mischiata al gelato continua a essere per molte persone un colpo se non al cuore, al palato. Quindi va bene il gelato alla carbonara, come quello di Max Mariola, ma nel piatto meglio i “soliti ingredienti”. Oppure no, in nome dell’anticonvenzionale a tavola.

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La Cina ancora alla conquista di HostMilano 2025 con i baristi robot di Shanghai Hi-Dolphin e il caffè verde dello Yunnan

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cina
Il barista robot di Cofe+ Robot Café in azione a Hostmilano

MILANO – HostMilano 2025 si è riconfermato un appuntamento imperdibile per il settore dell’hospitality di tutto il mondo. Basti pensare che tra gli oltre 2000 espositori presenti, il 44% proveniva dall’estero, tradotto in un totale di 56 Paesi. Tra le nazionalità in Fiera è spiccata tra tutte la presenza della Cina con 77 aziende, di cui 34 nel settore del caffè, tè e vending machine.

Fiera Milano si è trasformata in un ponte tra Occidente e Oriente in cui tecnica, tecnologia, innovazione e convenienza si fondono

Tra i protagonisti più apprezzati c’è Timemore, brand di Shanghai noto nel mercato internazionale per i grinder di precisione manuale, come la Chestnut Series, i macinacaffè elettrici come la serie Sculptor e Brucks 01S Home Espresso Grinder.

La nuova macchine TimeMore

La gamma copre sia il segmento domestico sia quello professionale, con prodotti pensati per chi cerca qualità e affidabilità senza sacrificare l’estetica. Inoltre sono presenti diversi accessori come i bollitori e le bilance Black Mirror.

HostMilano 2025 è stata inoltre l’occasione per mostrare la nuova macchina espresso TimeMore la cui uscita è prevista per il 2026.

Timemore ha inoltre stretto una partnership con Antony Douglas, campione del mondo barista del 2022, per un esclusivo tamper, pressino autolivellante.

Il pressino autolivellante firmato Antony Douglas

Accanto allo stand Timemore è possibile notare l’angolo dedicato alla macchina semi-automatica Meraki disponibile in colore nero e bianco, soltanto nera in Fiera, prodotto vincitore del 2025 iF Design Gold Award. E premiata come regina del salone per la sue interessantissime caratteristiche.

E c’era anche Jetinno, con sede a Guangzhou, è un altro dei colossi cinesi che ha mostrato una gamma di macchine automatiche e compatte progettate per i pubblici esercizi.

Abiamo notato la JL60A, macchina multi-beverage adatta a bar e caffetterie ad alto volume, può produrre 300 tazze al giorno, e la JL38, più compatta per spazi ridotti con una capacità di erogazione di 200 tazze al giorno. Entrambe hanno dimostrato come l’automazione e il design intelligente possano facilitare il lavoro dei baristi.

È il turno di Cofe+ Robot Café di Shanghai Hi-Dolphin Robot Technology Company, l’innovativo e il primo caffè interamente robotico intelligente al mondo aggiornato alla sesta serie. Progettato per durare più di 10 anni, eroga oltre 1000 tazze al giorno con un margine di errori ridotto e prossimo allo zero. Il produttore afferma che, tra le numerose funzioni, ogni tazza possa essere personalizzata anche con latte art al livello dei campioni mondiali del settore.

Un singolo operatore, secondo l’azienda, può gestire fino a 10 macchine senza sforzo, aggiornando anche il menù tramite un semplice click. I barista robot sono già una realtà in Nuova Zelanda, 15 province della Cina, Stati Uniti e oltre 50 Paesi. Il costo? Oscilla tra i 40.000 e i 50.000 dollari a seconda delle diverse possibilità operative.

All’opposto tecnico troviamo MUVNA con la macchina da caffè meccanica e manuale Mach M8: pressione e temperatura sono interamente regolabili, consentendo agli operatori di personalizzare l’aroma del caffè in base alle proprie preferenze di ciascun utente.

La macchina manuale Mach M8

La rotazione precisa di una maniglia, tramite un sistema di ingranaggi interni, garantisce una pressione stabile. Davvero molto originale.

Tra le soluzioni più tradizionali, c’è WENDOUGEE. Fondata nel 2014, questa azienda fornisce una serie completa di soluzioni per la macinatura, l’estrazione e la schiumatura del latte. Con prodotti innovativi come Sdragon, la semi-automatica a gruppo singolo per uso commerciale, e il macinacaffè Ares. L’azienda annuncia una strategia di espansione verso il mercato europeo. Intanto le sue macchine si distinguono già per l’attenzione al design e alla tecnologia.

Passiamo a Dr. Coffee, noto anche in Italia, e già distribuito in più di 100 Paesi in tutto il mondo. Il marchio è specializzato in macchine da caffè per i canali Ocs e horeca, con un’attenzione particolare alle funzioni IoT, le quali comprendono il controllo remoto, data report, accesso multi-user e compatibilità Multi-Terminal.

Interessante il progetto proposto da YD Selects, trader di caffè verde basato nel Regno Unito. La missione aziendale dichiarato è quella di connettere le regioni di coltivazione del chicco dello Yunnan con l’Europa. Nello Yunnan, che è al confine con il Vietnam, viene prodotto oltre il 95% di caffè di tutta la Cina grazie al suo territorio con piantagioni ad un’altezza tra i mille e i duemila metri.

Lo stand YD Selects

Il consumo di caffè domestico in Cina, come afferma YD Selects, cresce di oltre il 15% ogni anno con una domanda sempre più elevata.

Nonostante il crescente interesse per il caffè, la Cina non scorda le origini basate sulla seconda bevanda più consumata del mondo: il tè. Nel cuore di HostMilano 2025, era presente uno stand che proponeva il tè di montagna Qingerting. Questo produttore assicura che ogni foglia venga raccolta a mano da alberi alti 3 metri con un’età di oltre 50 anni nella zona di Qingerting, noto anche come il villaggio della longevità cinese.

Le soluzioni Suzhou ExPak

Foshan BN Packaging e Suzhou ExPak hanno invece presentato confezioni sigillate e sostenibili nonché attrezzature per il packaging, pensate per la vendita al dettaglio e per l’uso professionale.

Si passa da Cafeva, produttore di soluzioni di pulizia per la macchina del caffè. In particolare, Cafeva ha presentato le Grinder Cleaning Tablets composte al 90% da mais e completamente biodegradbili, vincitrici del premio promosso da HostMilano 2025 SMART Label.

Il prodotto di pulizia Cafeva composto da mais

Wacaco opera nel settore, che è in espansione, delle minimacchine portatili dove continua a innovare, rispondendo alle esigenze dei consumatori con le niee Pixapresso, Picopresso, Nanopresso, Minipresso.

Nanopresso di WACACO (immagine concessa)

Migor, è un’azienda in Lingdong, specializzata in macinacaffè, con partner in Giappone, Corea e Stati Uniti. Sempre sullo stesso tema, abbiamo trovato Jie Xing Coffee Grinder che ha presentato studi e sviluppi in tema di macinacaffè e macine sia coniche si piane.

Qui compare anche Chengtai Metal, manifatturiere professionale per componenti di macchine da caffè con una vasta selezione tra filtri, portafiltri, boiler e tamper.

iPilot ha occupato un posto di rilievo nella Fiera. Si tratta di un distributore di macchine automatiche con oltre 20 anni di esperienza. Collabora con diverse aziende, tra cui Nestlé, Kraft, Lipton, Burger King, Lawson e Coca-Cola. iPilot ha deciso di esplorare, grazie alla presenza a HostMilano, il mercato europeo in maniera più approfondita anche in seguito alla politica dei dazi statunitense.

Gemitai è universalmente nota come azienda specializzata nel settore delle macchine del caffè con una rete di oltre 400.000 clienti. Da notare che la macchina G3030A ha vinto il premio iF Design Award 2024.

Moins Coffee si concentra sull’industrializzazione e sulla ricerca e sviluppo di caffè specialty liofilizzato fornendolo ad aziende OEM e ODM. Interessante è l’aspetto sulla sostenibilità: i fondi di caffè vengono infatti trasformati in materiali naturalmente biodegradabili per il confezionamento.

Il caffè specialty liofilizzato di Moins Coffee

Tra gli stand più grandi c’era Kalerm, un’azienda cinese che progetta e produce macchine da caffè completamente automatiche. Tra la vasta offerta, spiccava la Z Series, macchina automatica che può erogare oltre 350 tazze, con i comandi riuniti in uno schermo di 13 pollici.

Proprio vicino allo spazio dedicato ai Mondiali, si trovava lo stand di Mhw-3Bomber, che si distingue per la produzione di attrezzature specializzate nell’ambito del caffè, nonché Gold Sponsor per la World Barista Championship 2025. Tra i prodotti più noti del brand abbiamo notato la macchina a leva Sonic S7 proposta a circa circa 800 dollari, per il modello base.

Infine, tra le aziende più interessanti, ecco la BTB Coffee, produttore cinese con sede a Shanghai che sviluppa macchine automatiche, semi-automatiche e da bean-to-cup, rivolte addirittura a cinque segmenti: domestico, business, commerciale, retail e robot.

Questa carellata, che è completa, sottolinea, se ce ne fosse ancora bisogno come HostMilano 2025 si sia conferma non soltanto come la fiera di riferimento mondiale per il settore del caffè, macchine e materia prima, ma anche crocevia internazionale, dove l’Oriente incontra l’Occidente.

Mercato cinese: tribù del caffè e guochao spingono i consumi sempre più in alto

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mercato cinese santarcangelo
La bandiera cinese (credits: Commons - Wikimedia)

MILANO – I consumi della Cina cominciano a raggiungere volumi significativi su scala mondiale, ma rimangono tuttora esigui in termini pro capite. Recenti statistiche, diffuse da una nota società di ricerche di mercato, stimano in appena 150 grammi all’anno il consumo medio per abitante cinese, contro un dato globale di 1,36 kg. Dati di Daxue Consulting, risalenti al 2024, indicano invece che appena un cinese su due (54,2%) beve più di una tazza di caffè alla settimana.

I dati disaggregati rivelano, in verità, realtà molto diverse, a seconda della dimensione sociale e urbana.

Nelle città di prima fascia, infatti, bevono caffè, più di una volta alla settimana, quasi 3 persone su 4 (74,7%).

La percentuale si abbassa al 56% nelle nuove metropoli di prima fascia; scende sotto al 50% (49,5%) nelle città di seconda fascia e crolla al 37,9% e al 22,8%, rispettivamente nelle città di terza e quarta fascia.

Dati che riflettono modelli culturali e stili di vita ancora differenziati, tra le grandi metropoli e le città di dimensioni relativamente più piccole.

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