Tristan Rus, Sales Representative Lavazza Germany; Valeria Aiello, Lavazza Global AFH Marketing Senior Manager; Maria Trompetto, Lavazza Global AFH ¡Tierra! Marketing Manager; e Jeffrey Joung, Founder of The European Coffee Awards e CEO di Allegra Group (immagine concessa)
BERLINO – Il 25 novembre, per il terzo anno consecutivo, Lavazza è stata nominata Best european commercial coffee roaster, distinguendosi per qualità, costanza e portata globale.
Questo riconoscimento, basato su migliaia di nomination da parte di operatori e professionisti del settore (peer nomination) e ottenuto grazie ad oltre 10.000 voti, riflette l’impegno costante di Lavazza per elevare e promuovere il valore all’interno della categoria del caffè.
Questo premio celebra il costante impegno dell’azienda nel perseguire l’eccellenza nel settore del caffè grazie a soluzioni innovative e una dedizione impareggiabile verso la qualità, la costanza e il servizio nei luoghi dedicati alla ristorazione e all’accoglienza più prestigiosi del mondo.
Il trofeo europeo conquistato da Lavazza come migliore torrefazione continentale
Passando dalle proposte uniche di 1895 by Lavazza, alle miscele sostenibili di alta qualità de La Reserva de ¡Tierra! e la storia autentica di Tales of Italy, le proposte diversificate di Lavazza testimoniano la sua passione senza pari verso l’eccellenza, l’autenticità e la sostenibilità. Ogni sforzo incarna l’impegno incessante dell’azienda nel creare eccezionali esperienze legate al caffè che ridefiniscono gli standard del settore.
Durante la cerimonia di premiazione dei prestigiosi European coffee & hospitality awards, Lavazza ha ricevuto il premio dagli esperti di Allegra Group, organizzatori dell’evento al quale sono stati invitati i leader e le figure di spicco più influenti del settore del caffè, della ristorazione e dell’ospitalità per celebrare l’eccellenza nel settore del caffè in tutta Europa.
Per 16 anni, Allegra è stata il punto di riferimento in Europa nel settore del caffè e dell’ospitalità, riconoscendo l’eccellenza e definendo gli standard del futuro.
Quest’anno, sulla scia di questa tradizione, ha debuttato la classifica completa Allegra’s Top 150 con una posta in gioco più alta che mai. Dal 25 settembre al 24 ottobre 2025, oltre 10.000 nomine e voti da parte di colleghi del settore hanno determinato i 150 operatori e fornitori più influenti in 15 prestigiose categorie.
Accolto con enorme orgoglio da tutti i membri dell’azienda, il premio testimonia la dedizione e il duro lavoro di ogni membro del Gruppo Lavazza, nonché il contributo fondamentale che tutti danno al raggiungimento di risultati così importanti.
ROMA – Ritorniamo sulla presentazione di venerdì della Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia 2026 nella capitale. Sì perché il momento celebrativo dell’ultima Guida nata in Gambero Rosso si è svolto in un’atmosfera in grado di trasportare tutti i presenti in una dimensione di autentica serenità. Ciò che si è visto a Roma il 27 novembre non è stata semplicemente una cerimonia, ma qualcosa di diverso, di più profondo, di più raro: una festa vera del caffè italiano.
Al The Space Cinema di Piazza della Repubblica, gremito in ogni ordine di posti, oltre 200 addetti ai lavori hanno assistito al debutto della Guida caffè e torrefazioni d’Italia 2026 del Gambero Rosso, prima edizione di un progetto, che è al quarto tomo, che ha già lasciato il segno.
Più di 150 torrefazioni da tutte le regioni italiane erano presenti in sala. Realtà industriali, medie imprese, torrefazioni artigianali, microtorrefattori, produttori di specialty coffee e fine robusta: una rappresentanza completa, compatta, mai vista prima. L’atmosfera era quella di un grande abbraccio: colleghi che si ritrovano, che si riconoscono, che celebrano insieme un patrimonio comune. Un clima insolito, come hanno ribadito in tanti: conviviale, sincero, quasi familiare.
La prima edizione della Guida ha richiesto un lavoro imponente: oltre 1.300 caffè assaggiati nel corso dell’anno da un panel di professionisti coordinati dai curatori Andrej Godina e Mauro Illiano. Il nuovo sistema di valutazione – i Macinini, da uno a tre – è stato tra i protagonisti della giornata. Dietro ogni macinino assegnato c’è un percorso di degustazione rigoroso; dietro ai Tre Macinini, la massima menzione, c’è una storia di eccellenza sensoriale riconosciuta all’unanimità.
Non meno significativi gli Award Torrefazione, pensati per mettere in luce storia, identità, valori e visioni di chi il caffè lo produce ogni giorno. Un punto che i curatori hanno voluto sottolineare con forza: nella Guida tutte le aziende sono sullo stesso piano. Il tavolo della qualità è unico, indipendentemente dalla dimensione dell’impresa. E la sala di ieri ne è stata la dimostrazione più evidente.
Sul palco si sono alternate storie importanti:
– Caffè Agust, Torrefazione dell’anno, con la terza generazione di Giovanni Corsini che ha raccontato il valore della coerenza sensoriale e dei viaggi nei Paesi d’origine;
– Nespresso, premiata come Torrefazione Home dell’Anno per la qualità e la narrazione di filiera costruita attorno ai suoi caffè;
– Lavazza, premiata per la Sostenibilità, con il progetto TABLI, frutto di anni di ricerca e di un investimento significativo per introdurre un nuovo concetto di monoporzione green;
– Caffè Pascucci, Torrefazione Innovativa, con l’intervento di Mario Pascucci sulla capsula biodegradabile “Nipple” che diventa fertilizzante dopo l’uso;
– Piccole torrefazioni come Caffè Iaquinta, commossa alla consegna del premio, ricordando il fondatore e il passaggio di testimone alla nuova generazione;
– Caffè Morettino, custode della tradizione e della cultura del caffè in Sicilia;
– Cafezal Specialty Coffee Roasters, esempio di modernità e di interpretazione del caffè di qualità;
– Kimbo, premiata per il ruolo di ponte tra tradizione e nuove linee di prodotto, incluse le Fine Robusta;
– Ditta Artigianale, che rappresenta l’inizio della Third Wave italiana;
– Julius Meinl, con una gamma biologica e certificata;
– Essse Caffè, esempio di tradizione reinterpretata in chiave moderna;
– Torrefazione Bontadi, che ha riportato al centro l’eccellenza del segmento home;
– Bialetti, icona del made in Italy nel mondo, premiata come Torrefazione Caffè Alternativo;
– Mokaflor, che con la sua Academy porta la cultura italiana del caffè in tutti i continenti.
– Realtà artigiane di altri tempi come Caffè Putto, che con incredibile dedizione porta avanti la tradizione caffeicola di bottega a Torino.
Un mosaico di storie e identità che mostra, finalmente, ciò che la Guida vuole comunicare: la filiera italiana del caffè è viva, varia, ricca, fortissima, e ha bisogno di essere raccontata al grande pubblico.
A chiusura dell’evento, sono arrivati i due interventi dei curatori.
Mauro Illiano ha dichiarato che: “Nessuna descrizione potrebbe esprimere il senso di questa giornata più dell’immagine che essa stessa ha prodotto: una sala gremita in ogni ordine di posto da centinaia di torrefattori, che hanno deciso per un giorno di celebrare sé stessi, scoprirsi e raccontarsi in un luogo neutro, una vera e propria agora, dove tutti portano le proprie esperienze per fare il mondo del caffè più ricco e più interessante. La Guida è finalmente casa di tutti, un luogo in cui poter esprimere le proprie eccellenze ma anche confrontarsi o lasciarsi ispirare dal genio altrui. E’ questa la direzione che volevamo dare sin dal principio, raccontare il caffè attraverso le storie e i prodotti di una delle eccellenze produttive italiane meno esplorate: le torrefazioni”
Quanto all’importanza dei dati raccolti, Andrej Godina ha dichiarato: “La Guida è certamente un patrimonio culturale italiano, ma altrettanto un tesoro statistico. L’enorme quantità di assaggi, che ha portato noi curatori a provare migliaia di caffè prodotti in ogni angolo d’Italia, rappresenta una banca dati in grado di restituire informazioni preziosissime sullo stile di produzione e consumo del nostro paese. Grazie alla guida è possibile capire quali siano le origini di caffè più adoperate, i metodi di lavorazione più ricercati in miscela, i profili di tostatura differenziati per linee di prodotto e cosa non meno importante i profili sensoriali tipici di ogni brand, di ogni regione e di ogni categoria di caffè recensito”.
Godina: “Ecco che la Guida nel tempo diventa una sorta di enciclopedia della torrefazione, che partendo dal concetto di mappatura, si evolve in strumento di analisi statistica completa. Non esiste infatti, ad oggi, uno strumento più preciso per studiare in dettaglio le differenze esistenti tra tutti i caffè prodotti in Italia”.
Parole importanti quelle dei curatori, che ci confermano che è iniziata una nuova stagione: una stagione in cui la qualità del caffè italiano non si darà più per scontata, ma verrà riconosciuta, comunicata e valorizzata per quello che realmente è.
TRIESTE – L’ottava edizione del summit ideato e organizzato da Bazzara supera il record di copertura estera, con oltre 23 Paesi rappresentati: un risultato che conferma come il Trieste Coffee Experts parli sempre più una lingua internazionale, capace di attraversare continenti, culture e mercati diversi.
Un evento che nasce a Trieste, ma che ormai dialoga con il mondo intero, diventando un punto di incontro globale per chi vive e interpreta il futuro del caffè.
Di seguito, il parere dell’event director Andrea Bazzara: “Tutte queste voci internazionali costruiscono una rete ricca e articolata, capace di amplificare il messaggio del Trieste Coffee Experts e di diffondere la cultura del caffè espresso sostenibile e di qualità. Grazie a tutti i nostri media partner per il loro contributo: è attraverso questo dialogo aperto con il mondo che possiamo valorizzare sempre di più il nostro patrimonio caffeicolo nazionale.”
Il panorama dei media partner del Trieste Coffee Experts 2025 riflette la grande copertura internazionale dell’ottava edizione.
Dagli Stati Uniti, la presenza di Roast Magazine garantisce una copertura di spessore dedicata alla torrefazione e all’innovazione nel caffè specialty.
Dall’Israele arriva Shotim Magazine, un punto di riferimento per coffee lover e operatori attenti alle nuove tendenze e alle tecnologie emergenti.
Il mondo anglosassone è rappresentato anche dal Regno Unito, grazie alla collaborazione con Perfect Daily Grind, una delle piattaforme globali più influenti nella divulgazione sul caffè, e con Refreshment di FoodBev Media, specializzata nel settore delle bevande e del foodservice.
L’Europa dell’Est è ben rappresentata attraverso la Polonia, con Gazzetta Italia, che valorizza il lifestyle e il legame culturale con il nostro Paese, e con Szef Kuchni, rivista dedicata alla ristorazione professionale e alle tecniche di cucina contemporanea. Dalla Grecia giunge invece Snack & Coffee Magazine del gruppo FORUM SA, che organizza sul territorio greco anche l’importante fiera horeca.
Guardando verso l’Asia – oltre alle grandi fiere cinesi: Cafeex, Hotelex e FHC – l’India partecipa con Hozpitality, una delle principali piattaforme professionali dedicate al mondo Horeca, mentre l’Uzbekistan contribuisce con Uzbekistan Daily, quotidiano online attento allo sviluppo economico e territoriale. Si aggiungono poi le manifestazioni fieristiche dell’Asean Café Show in Thailandia, del Café Show Vietnam, del Coffee Expo Seoul in Corea del Sud e dell’Honduras con Cafexpo.
Il mondo europeo è ulteriormente rappresentato dalla Spagna, grazie alle collaborazioni con Profesional Horeca, che racconta l’innovazione nel settore della ristorazione, e con Revista Alimentaria, focalizzata sulla sicurezza alimentare e sulla ricerca in ambito food. Dalla Francia, La Cuisine Italienne porta invece l’attenzione sulla cultura gastronomica italiana e sul suo ruolo nel mondo.
Poi troviamo l’Austria, con la rivista Gastro, orientata al mondo della ristorazione e delle tecnologie per il foodservice. Chiude il quadro la Croazia ben rappresentata dalla fiera GR8 Coffee Festival.
Proseguendo con le partnership estere, gli Emirati Arabi Uniti partecipano attraverso Horeca International di Editrice Zeus, una realtà molto diffusa nel panorama horeca internazionale.
Dall’Africa, il Sudafrica contribuisce con Inbound South Africa di Media Xpose, dedicata a turismo, business e lifestyle, mentre il Kenya è rappresentato da Food Business Middle East & Africa, testata specializzata nelle dinamiche agroalimentari della macroregione. Dallo stesso continente arriva anche il Marrakech Coffee and Tea Festival.
TRIESTE – Tutto pronto per la decima edizione del Trieste Coffee Festival, che entra nel vivo nel week end. Tra le prime iniziative le aziende del territorio, operative nel settore, apriranno le porte al pubblico per visite e approfondimenti. Ci sarà poi la presenza degli stand in piazza Verdi, con tante novità.
Il 30 novembre Excelsior apre le porte alle persone con tour dalle 9.30 alle 13 (info@caffeexcelsior.it).
Inpunto accoglie visitatori il primo giorno di dicembre, in due turni, da prenotare scrivendo a info@inpuntocaffe.com alle 9:30 e alle 11:30. Stesso giorno e diversi turni anche per Guatemala Torrefazione Caffè, info@caffeguatemala.com. Bazzara, sempre il primo dicembre, proporrà un Espresso Sensory Experience dalle 16 alle 17.30, informazioni a info@bazzara.it, mentre Amigos Caffè a Muggia prevede un tour alle 10 e uno alle 15 (customercare@amigoscaffe.com), Primo Aroma ne organizza uno alle 10 (info@primoaroma.it), Bloom Speciality Coffee apre le sue porte dalle 10 alle 12.
Molte aziende saranno presenti anche in piazza Verdi, nel Mercatino natalizio del caffè, con diverse postazioni, Excelsior dal 3 all’8, Oro Caffè dal 5 all’8, Bazzara dal 3 al 5, San Giusto Caffè dal 6 all’8, Amigos Caffè dal 3 all’8, così come Casa degli Spirits, Bloom Speciality Coffee, Assocazione Caffè Treste, La San Marco e Antica Tostatura Triestina.
Trieste Coffee Festival è organizzato dall’Associazione caffè Trieste assieme a Confcommercio e Freshmedia con la co-organizzazione di Comune di Trieste, Camera di Commercio Venezia Giulia, Aries Venezia Giulia e il supporto di FIPE e Trieste Convention and Visitors Bureau.
Main sponsor tecnico La San Marco, sponsor tecnici per le gare dei prossimi giorni (Capo in B e Moka Contest) sono Latterie Friulane, Pulycaff, Metallurgica Motta e Torrefazione Goriziana
Trieste Coffee Festival quest’anno, con gli stand in piazza Verdi, anticiperà l’arrivo dei Mercatini di Natale. Sarà anche una vera e propria anteprima del TriestEspresso Expo 2026 e correrà in parallelo anche ad un’altra iniziativa, Trieste Coffee Experts, che si terrà il 6 e 7 dicembre con Bazzara.
Le parole di Arianna Mingardi
“La decima edizione del Trieste Coffee Festival – ricorda Arianna Mingardi, presidente dell’Associazione caffè Trieste – ha visto la reale sinergia di intenti tra tutte le realtà cittadine che ogni giorno si impegnano, a diverso livello, per portare a Trieste eventi e appuntamenti di qualità.
Proprio in quanto Capitale del Caffè, dal 30 novembre all’8 dicembre presenteremo e racconteremo questo prodotto a 360° per scoprire come da “chicco verde” diventa la bevanda iconica dell’Italia tutta.
Per me è davvero un orgoglio essere riusciti a presentare con lo stesso cappello il Festival, il momento di incontro diretto con il pubblico, e il Trieste Coffee Expert della famiglia Bazzara, un’occasione importante di confronto per i professionisti del settore. Tutto con lo sguardo rivolto al 2026 quando in ottobre ospiteremo la dodicesima edizione di Triestespresso Expo, la fiera internazionale dedicata proprio all’espresso”.
Caffè Mod, una giovane impresa modenese, ha creato uno studio con l’obiettivo di stimare il costo industriale medio di un espresso in un tipico bar italiano. Leggiamo di seguito l’analisi completa disponibile sul sito di Caffè Mod.
Quale è il reale prezzo del caffè servito sul banco del bar?
MODENA – Il caffè espresso al bar è un rito quotidiano per milioni di italiani. Dietro ogni tazzina servita nelle caffetterie si nasconde però una struttura di costi complessa, fatta di materie prime, manodopera, energia, costi fissi e imposte.
Caffè Mod è una giovane impresa modenese produttrice di caffè, fin dall’inizio, la filosofia è stata quella di restare accanto ai baristi, lavorando ogni giorno spalla a spalla con chi il caffè lo prepara davvero, quei professionisti che stanno in mezzo tra chi il caffè lo produce e il consumatore finale, a cui il mercato deve riconoscere la professionalità e capacita di estrarre un espresso da chicchi di caffè appena macinati e non da una capsula in plastica contenente caffè già macinato (e svanito) settimane o mesi prima.
Negli ultimi anni, i rincari delle materie prime e dell’energia hanno reso sempre più difficile mantenere il giusto equilibrio tra qualità e sostenibilità economica.
L’Italia rimane uno dei paesi più economici dove consumare il caffè espresso, nel resto d’Europa il prezzo varia generalmente dai 2,50€ ai 4,50€.
Per capire quanto costa davvero somministrare un espresso al bar, Coffee Mod ha chiesto direttamente ai baristi modenesi di raccontare la loro esperienza — tempi, consumi, costi e difficoltà quotidiane.
Si è scelto di creare un modello di bar medio, aperto dalle 6:00 alle 20:00, che somministra circa 250 caffè al giorno, metà al banco e metà al tavolo.
Questo studio ha l’obiettivo di stimare il costo industriale medio di un espresso in un tipico bar italiano, e di mostrare in modo chiaro dove finisce ogni euro incassato per ogni tazzina servita.
Il costo medio di un caffè
Voce di costo
€ Costo medio
Materie prime
0,246 €
Zucchero
0,010 €
Energia
0,013 €
Lavaggio tazze
0,010 €
Mano d’opera
0,555 €
Costi fissi allocati
0,12 €
Totale costo medio
0,996 €
Focus: manodopera
La manodopera è la voce di costo più importante, e spesso la più sottovalutata. Abbiamo stimato un costo orario lordo di 20 €/h, confermato dal Decreto direttoriale n. 63 del 10 luglio 2025 del Ministero del Lavoro in cui sono pubblicate le nuove tabelle del costo medio orario del lavoro nel settore della ristorazione (consultabile qui) che non rappresenta solo lo stipendio del barista ma include tutti gli oneri a carico del datore di lavoro:
contributi previdenziali e assicurativi,
ferie, permessi, malattie,
TFR,
corsi di formazione e sicurezza obbligatori,
altri costi indiretti legati alla gestione del personale.
Tempi di servizio
Al banco (55 secondi/espresso): è stata considerata non solo la preparazione dell’espresso, ma anche il lavaggio tazze, l’acqua di cortesia, il pagamento e i piccoli riordini del banco ovvero abbiamo incluso tutte quelle operazioni di contorno ma svolte nel servizio.
Al tavolo (~135 secondi/caffè): oltre alle operazioni base, bisogna aggiungere lo spostamento dell’operatore, il servizio, lo sparecchiamento e la pulizia del tavolo.
Per lo studio, è stato ipotizzato che il 50% dei caffè venga consumato al banco e il 50% servito al tavolo, ottenendo un tempo medio ponderato che corrisponde a circa 0,555 €/caffè di costo manodopera.
Materie prime
Caffè: il costo medio per dose in grani è di 0,246 €.
Zucchero: abbiamo stimato il costo di una bustina da 5g in 0,01 €/caffè.
Energia e lavaggi
Lo studio ha incluso sia i consumi diretti durante l’erogazione, sia quelli indiretti legati allo standby della macchina del caffè (accesa 24 h) e al funzionamento della lavastoviglie per il lavaggio delle tazzine. La stima prudente porta a un costo medio di circa 0,013 € per caffè, il lavaggio delle tazze (acqua, detergenti, quota ammortamento lavastoviglie) è stato calcolato separatamente in 0,010 €/caffè.
Costi fissi
Oltre ai costi variabili, il bar deve sostenere numerosi costi fissi: affitto, TARI, commercialista, manutenzioni, usura macchinari, assicurazioni, occupazione suolo pubblico, ecc.
Lo studio ha stimato un totale prudenziale di circa 56.800 €/anno, di cui 1/6 attribuiti alla sola attività di caffetteria (in quanto un bar tipico divide i ricavi tra colazioni, pranzi e aperitivi).Questo porta a un’incidenza media di 0,162 €/caffè.
Risultato finale
Prezzo di vendita medio: 1,40 € (IVA inclusa)
Corrispettivo netto (al netto IVA 10%): 1,273 €
Costo medio per caffè: 0,996 €
Utile lordo su cui pagare imposte: 0,277 €
Conclusioni
L’analisi dimostra che un espresso al bar non è mai “solo un espresso”: dietro 1,40 € si nascondono costi importanti di personale, materie prime e spese fisse. Alla luce di questa analisi bisogna riconoscere che nel corso degli anni i baristi si sono fatti carico di costi sempre più alti senza scaricarli sui consumatori, Il margine reale per il gestore si è molto ridotto nel tempo. Questo studio vuole offrire una fotografia trasparente e realistica, dando valore al lavoro quotidiano dei baristi italiani.
Sono questi i risultati dell’analisi di Nielsen sul taccheggio nei supermercati: merce sottratta per un valore di 4,12 miliardi. Aumentano i furti a causa delle casse automatiche. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su L’Economia del Corriere della Sera.
Aumentano il numero dei furti nei supermercato: il caffè tra i primi posti
MILANO – Tonno, formaggi, alcolici e bevande, seguiti da caffè e salumi. Soprattutto sono aumentati del 90% i furti delle scatolette tonno. Del 70% del caffè, del 60% del formaggio e del 40% per i salumi.
Il food retail risulta una volta l’ambito più colpito dai furti in supermercato, rappresentando il 45% delle perdite complessive da taccheggio.
Sono i risultati del barometro realizzato da Checkpoint Systems, che si occupa di soluzioni per la disponibilità della merce nel settore Retail, in collaborazione con NielsenIQ.
Scopriamo dal rapporto che le differenze inventariali da taccheggio sono state in media dell’1,2% dei ricavi annui dei marchi della distribuzione per un valore di 4,12 miliardi di perdite.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
MILANO – È tempo di feste, di tavole imbandite e di risate condivise. In moltissime case italiane, tra un brindisi e un regalo, si rinnova un rito familiare che attraversa generazioni: la tombola che parte inevitabilmente in ritardo, le carte che si mischiano sul tavolo dopo il pranzo del 25, il Mercante in Fiera che scatena trattative improbabili tra parenti e amici.
Sono momenti che fanno parte della tradizione, ma anche – come confermano gli esperti – una vera occasione di benessere.
Perché giocare non significa solo divertirsi: significa allenare la mente, stimolare la memoria, favorire attenzione e riflessi, e – soprattutto – nutrire la socialità. Elementi che oggi, per chi ha superato i 60 anni, rappresentano un capitale di salute prezioso, da coltivare ogni giorno.
Secondo l’Osservatorio Nestlé, oltre il 60% degli over 65 allena la mente leggendo o risolvendo parole crociate, mentre il 40% sceglie giochi o app come esercizio quotidiano per mantenere memoria e concentrazione.
È una generazione sempre più attiva, curiosa e connessa, che vive la longevità come una stagione ricca di possibilità – la stessa prospettiva che Vivi l’Età, la campagna di Meritene, porta avanti promuovendo un’idea di invecchiamento attivo, consapevole e profondamente partecipato.
Il gioco come benessere… e non solo a Natale
Giocare è una delle forme più naturali di apprendimento e relazione. E soprattutto dopo i 60 anni, sedersi attorno a un tavolo durante le feste può trasformarsi in un vero esercizio di benessere cognitivo ed emotivo.
La tombola, regina indiscussa del Natale italiano, non è solo un gioco: è un rituale. Le cartelle che si sfogliano, la voce che chiama i numeri, le mani che corrono a coprire la casella… un ritmo familiare che tiene alta l’attenzione, stimola i riflessi e crea complicità tra generazioni.
Poi ci sono le carte napoletane o siciliane, che nelle case degli italiani non mancano mai. C’è chi preferisce la scopa, chi il tressette, chi la briscola o il sette e mezzo: giochi che accendono il tavolo e mettono in moto logica, calcolo mentale e memoria, creando allo stesso tempo un’atmosfera conviviale e familiare. E come non citare il Burraco, da anni tra i giochi più amati dagli italiani: richiede concentrazione, memoria e una buona dose di strategia.
Sono tutte attività che non rappresentano solo tradizione, ma una forma di prevenzione leggera, quotidiana e condivisa, che alimenta memoria, attenzione e relazioni sociali.
Secondo l’Osservatorio Nestlé, oltre 4 italiani su 10 considerano il gioco un modo efficace per mantenere attiva la mente e migliorare l’umore.
E la scienza lo conferma: le attività ludiche praticate in compagnia possono ridurre fino al 30% il rischio di declino cognitivo, preservando memoria, attenzione e velocità di pensiero.
Durante le feste, questo effetto si amplifica: il gioco diventa un’occasione di relazione intergenerazionale, in cui nonni, figli e nipoti si incontrano in un dialogo fatto di scherzi, complicità e ricordi di famiglia.
“L’esperienza ludica rappresenta uno dei pochi rituali capaci di unire generazioni diverse – afferma Saro Trovato, sociologo e autore di libri dedicati al gioco e alla relazione tra stimolazione mentale e benessere – Attorno a un tavolo, nonni, figli e nipoti condividono tempo, emozioni e linguaggi comuni: un patrimonio relazionale prezioso, soprattutto in un’epoca in cui l’eccesso di tecnologia rischia di isolare anche dentro le mura di casa. La ricerca ci dice che socialità e stimolazione cognitiva sono fattori protettivi fondamentali per un invecchiamento attivo: riducono il rischio di declino cognitivo e migliorano l’umore. Per questo, attraverso il gioco, possiamo esercitare le funzioni mentali e allo stesso tempo mantenere vive le connessioni sociali, che con il passare degli anni tendono a indebolirsi se non vengono coltivate”
Con la campagna Vivi l’Età, Meritene promuove un approccio alla longevità che unisce nutrizione, movimento, stimoli mentali e relazioni autentiche. Anche una partita a carte, una risata o un numero chiamato alla tombola possono diventare strumenti di benessere, contribuendo a vivere ogni giorno con energia, equilibrio e consapevolezza.
Perché vivere a lungo non basta: ciò che conta è vivere pienamente — a Natale, e in ogni momento dell’anno.
TORINO – La collezione di Natale di Guido Gobino si veste di una grafica ispirata alla bellezza di Torino, ai suoi palazzi eleganti, alle vie illuminate e all’atmosfera che solo la città sa regalare.
Le confezioni speciali sono impreziosite da sleeve illustrate che evocano l’atmosfera invernale, con scene imperfette e spontanee: i tavolini dei caffè storici dove sorseggiare una cioccolata calda, le passeggiate sotto i portici di Piazza San Carlo, gli acquisti al mercatino di Natale e le Luci d’Artista che accendono le strade con la loro poesia luminosa.
Nuove proposte Limited Edition: la cialdina “Al Chile” tra dolcezza e piccantezza
Praline inedite, ricette sorprendenti e unabarretta tutta da scoprire, pensata per regalare un tocco di golosità e bellezza alle feste.
Grande protagonista è la Pralineria Limited Edition, con ricette uniche che stupiscono al primo assaggio. Tra queste, spicca la cialdina “Al Chile”, un’autentica esplosione di gusto a base di Cioccolato Fondente 63% con gruè di cacao, polvere di peperoncino e chips di Jalapeño messicano: un perfetto equilibrio di dolcezza e piccantezza che stupisce gli amanti del cioccolato più curiosi.
Si uniscono nell’assortimento una selezione di pregiati cacao Criollo del Guatemala e della Colombia, un delicato intermezzo di caramello pralinato e due tipologie di fave di cacao ricoperte di Cioccolato al Latte e Fondente. Completa la selezione la raffinata varietà di pistacchi al cioccolato al latte e il cialdone Venezuela 70% aromatizzato alla cannella: ogni pralina è un piccolo capolavoro di gusto, capace di unire tradizione e innovazione.
Una barretta tutta da scoprire
Come tocco speciale, la Barretta Natale Limited Edition, un’esclusiva creazione a tre strati che combina la croccantezza della pasta frolla, la morbidezza del cuore di cioccolato fondente e nocciola, e la ricchezza del cioccolato fondente 75% con frutta secca in superficie: un regalo di eleganza e gusto per celebrare la magia delle feste.
24 giorni di piccoli incanti – Il nuovo Calendario dell’Avvento
Anche per questo Natale torna l’atteso Calendario dell’Avvento, un oggetto da collezione che unisce artigianalità, gioco e sorpresa, e che si rinnova con un nuovo formato sorprendente, impreziosito dall’illustrazione dedicata alla città di Torino in limited edition.
Realizzato con una speciale scatola, reversibile e riutilizzabile, contiene 24 casette e alberelli di diverse dimensioni da comporre per creare il proprio calendario personalizzato. Ogni casella è curata anche all’interno, con la descrizione del prodotto, una frase suggestiva e un’illustrazione dedicata, per trasformare ogni giorno dell’attesa in un piccolo momento di scoperta.
All’interno, si nasconde un gioco dell’oca, completo di dado in legno, per condividere un momento ludico nelle giornate di festa.
La selezione alterna grandi classici come il Tourinot+39 e il Cremino Classico a ricette più recenti e sorprendenti come la Cialdina Amarissimo al Chile, la Cialdina Chuao 80% e la Filippine Paquibato 75%.
Una volta completato, il calendario si trasforma in un originale gioco dell’oca, con tabellone stampato sul fondo e dado in legno, per continuare a condividere la magia del Natale anche dopo l’ultimo cioccolatino.
Gli intramontabili
A fianco di queste creazioni, la Collezione include anche le iconiche pralinerie, il Cubo Selezione Assortita, i Giandujotti, e i panettoni artigianali, per un Natale all’insegna della qualità, della bellezza e della tradizione torinese.
Un Natale da vivere e assaporare, dove ogni cioccolatino diventa un piccolo gesto di condivisione, un racconto di Torino, della sua storia e del suo inconfondibile gusto.
Meglio associare sempre il consumo di caffè a quello di altri alimenti
Il caffè è molto più di una semplice abitudine: è un gesto quotidiano, quasi un rito. Ma c’è un dibattito eterno che divide gli amanti dell’espresso: con o senza zucchero? Secondo gli esperti, la risposta è più importante di quanto sembri, perché lo zucchero non cambia solo il gusto, ma anche gli effetti della bevanda sul nostro corpo. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicato su Men’s Health.
Zucchero nel caffè? Per gli esperti è un errore da evitare
CAMBRIDGE – I migliori baristi lo ripetono da sempre: il caffè non è né nero né amaro, se è preparato come si deve. Nel mondo del caffè di qualità, aggiungere zucchero è quasi un sacrilegio. Il vero caffè si gusta da solo, oppure con un po’ di latte vaccino o di capra, o magari con un tocco di cannella, ma mai con zucchero.
“Mettere zucchero nel caffè non solo aggiunge calorie e altera il sapore, ma incrementa l’infiammazione sistemica”, spiega il dottor Saurabh Sethi, gastroenterologo di Harvard. “E l’infiammazione cronica è un problema serio: aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, sindrome metabolica e diabete di tipo 2”.
Latte, cannella e qualità: i segreti per un caffè migliore
Ci sono alternative più sane allo zucchero. La prima è banale: scegliere un caffè di qualità. Un buon espresso o un filtro ben estratto non ha bisogno di essere corretto. Se vuoi renderlo più morbido, “aggiungi un po’ di latte di mucche al pascolo – ricco di grassi buoni e nutrienti – e il caffè diventa una bevanda completa”, suggerisce il medico.
Oltre a regalare un aroma intenso, la cannella accelera il metabolismo, aiuta a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue e migliora la concentrazione. Bere un caffè con un pizzico di cannella prima di allenarsi può renderlo uno stimolante naturale più efficace della classica tazzina zuccherata.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
Caffè Scala rinnova con orgoglio la collaborazione con la Fondazione Teatro alla Scala, firmando nuovamente la prestigiosa Cena di Gala del dopo Prima d’Opera. Alla guida della cucina ci sarà Davide Oldani, che interpreta l’invito come un omaggio sentito alla sua Milano.
La serata del 7 dicembre unirà cultura, musica e alta gastronomia, in un percorso che celebra la tradizione con raffinatezza contemporanea. Un evento simbolo dell’eccellenza milanese, dove ogni dettaglio diventa esperienza. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicato su Travel Eat.
Caffè Scala e Teatro alla Scala: una tradizione che si rinnova
MILANO – Caffè Scala rinnova con orgoglio la collaborazione con la Fondazione Teatro alla Scala di Milano, firmando ancora una volta la prestigiosa Cena di Gala del dopo Prima d’Opera.
A guidare la cucina sarà Davide Oldani, che ha accolto l’invito con emozione sincera: «È un privilegio onorare la mia città natale con la mia cucina. Amo Milano in ogni suo aspetto e la serata del 7 dicembre racchiude tutto ciò che di più bello può offrire: cultura, musica, canto e, a corollario, il cibo. Il menu nasce da una base di cucina italiana classica arricchita da tocchi milanesi».
La Cena di Gala, ospitata nella splendida Società del Giardino, seguirà la rappresentazione dell’opera Una Lady Macbeth nel distretto di Mcensk su libretto di Aleksandr Prejs e Dmitrij Šostakovič.
Come da tradizione, il coordinamento dell’evento sarà affidato a Salvatore Quartulli, figura di riferimento dell’ospitalità milanese, Maestro nell’arte dell’organizzazione e capace di trasformare ogni ricevimento in un’esperienza impeccabile. Quartulli sottolinea: «Dietro le quinte c’è un grande lavoro di squadra.
La sinergia tra sala e cucina deve essere perfetta: sette Maître, sessanta camerieri, trenta sommelier e dieci addetti alla movimentazione serviranno oltre cinquecento ospiti».
Scenografie e allestimenti: protagonista anche questo anno NABA, Nuova Accademia di Belle Arti
L’allestimento delle decorazioni della cena è stato affidato agli studenti del Triennio in Scenografia di NABA: Emily Burani, Giulia De Matteis, Fabio Lucchesi, Federica Maggioni, Giulia Magistri, con la guida di Margherita Palli, Set Design Advisor dell’Accademia, e il coordinamento di Margherita Airaghi.
Il progetto si ispira all’Art Déco, uno stile caratterizzato dalle forme geometriche, prese in prestito dal cubismo e dall’arte astratta, reso popolare dall’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels di Parigi nel 1925, per la palette di colori, l’allestimento caratterizzato da candele, fiori, ed elementi in vetro per enfatizzare il centro tavola, e gli elementi in oro, e per il menù decorato con nastri di seta e organza.
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