A Bologna torna la moda del brunch, tra pancake, pane tostato, spremuta di frutta fresca, caffè americano, torte, uova, salmone e formaggio. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Sabrina Camonchia per il quotidiano La Repubblica.
Il brunch a Bologna
BOLOGNA – Non una colazione, non un pranzo. Una via di mezzo adatta ai fine settimana, quando il tempo, oltre che essere lento, soprattutto c’è. Per prendersela comoda, fare con calma, abbandonando per una volta la tazzina di caffè da prendere al volo al bar, quando una sola brioche non basta e, dunque, farsi coccolare dai sapori dolci e salati.
Ispirazione internazionale, per il rito del brunch che, con l’autunno, spopola anche da noi. Pancake, pane tostato, spremuta di frutta fresca, caffè americano, torte, uova, salmone e formaggio. Ecco alcuni indirizzi da provare.
Benso. Ideati dallo chef Corrado Parisi, sono una novità i brunch domenicali di Benso, nel ghetto ebraico. Le uova sono declinate in tanti modi: strapazzate con bacon e pomodorini, omelette con prosciutto e mozzarella, al tegamino con acciughe ed erba cipollina. Ci sono i classici come il Club Sandwich, Croque Monsieur e Croque Madame.
Sono imperdibili i lievitati dello chef, la cui formazione viene dalla pasticceria. La brioche col tuppo guarda alle sue origini siciliane, mentre il pain au chocolat è un omaggio alla Francia. Si bevono spremute d’arancia, succhi al melograno e di mela dell’Alto Adige.
Buro. La caffetteria di via Sant’Isaia 57/d, avventura di Jessica Malaguti ed Estefania Zappatore, ha appena compiuto quattro anni. Pane, burro e marmellata, dj set e gli appuntamenti del Girls Club per creatività, condivisione e crescita al femminile. Il tutto condito dalla loro formula “all day brunch”, dalle 9.30 alle 16, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 14 il weekend.
Cosa c’è in menù? Pancake farciti, bagel, croissant francesi. Espressi e cappuccini, chai tè e al latte sono le bevande giuste per accompagnare i reading party che qui organizza il gruppo di Bobooks.
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Dopo dodici anni trascorsi tra Dublino, l’Australia e le piantagioni asiatiche, il cagliaritano Gianluca Mereu torna nella sua città per inaugurare Essentzia, una micro-torrefazione artigianale con bottega e scuola del caffè.
Un progetto che ambisce a ridefinire la cultura del caffè in Sardegna. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Vivian Petrini per Cibo Today.
La micro-torrefazione Essentzia
CAGLIARI – Gianluca Mereu è cagliaritano, ma i suoi dodici anni all’estero sono stati determinanti per la sua formazione. Dopo l’alberghiero e un forte desiderio di viaggiare, parte per Tenerife e poi approda in Irlanda con l’unico obiettivo, inizialmente, di imparare l’inglese.
Lì entra in una piccola caffetteria di Dublino, Bear Market Coffee Roasters, che nel giro di pochi anni contribuisce a trasformare in una realtà con dieci punti vendita e torrefazione. Diventa direttore esecutivo, gestisce squadre, apre locali, studia tostatura e controllo qualità. In mezzo, trova il tempo di trascorrere un anno in Australia, anche lì immerso nel mondo del caffè.
La parte più intensa arriva però con i viaggi nelle piantagioni: “Ho visitato tante realtà nelle piantagioni, dall’Asia all’America Latina. Ho fatto due mesi e mezzo in Asia con lo zaino sulle spalle, girando piantagioni”. A Da Lat, in Vietnam, incontra un coltivatore che cambierà il suo percorso.
“Si chiama Mr. Son. Mi faceva assaggiare il suo caffè Pakamara e continuava a ripetere ‘look the essence’. Notare l’essenza. Quella parola mi è rimasta dentro”, racconta. Così, quando anni dopo decide di tornare in Sardegna e creare il suo marchio, sceglie di tradurla in sardo: Essentzia.
Essentzia non è una caffetteria. È un laboratorio artigianale del caffè nel senso più letterale del termine inaugurato lo scorso 22 novembre.
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Istituti alberghieri concorrenti Carlo Pozzi a Longarone (immagine concessa)
LONGARONE (BELLUNO) – Nell’ambito di MIG EXPERIENCE 2025, in collaborazione con SIGEP World, lunedì 1° dicembre alle ore 10.30, nella Sala Convegni (Padiglione D) si terrà il convegno “Professione del Gelatiere: quale scuola? Percorsi formativi e prospettive future del settore”, un appuntamento pensato per approfondire la figura del gelatiere contemporaneo e analizzare l’evoluzione della professione tra tradizione artigianale, formazione e innovazione.
Il gelato artigianale italiano, riconosciuto in tutto il mondo come eccellenza gastronomica, sta vivendo una fase di trasformazione che richiede competenze nuove, percorsi formativi aggiornati e un dialogo costante tra scuole, imprese e associazioni di categoria.
Il convegno nasce con l’obiettivo di offrire una panoramica completa sulle opportunità professionali, sulle esigenze della filiera e sulle prospettive future del settore, delineando il profilo del gelatiere di domani in un contesto sempre più dinamico.
Durante l’incontro saranno affrontate le tematiche legate alla formazione, con un approfondimento sul ruolo degli istituti alberghieri e sulla necessità di percorsi dedicati alla professione del gelatiere, insieme alle opportunità offerte dai corsi professionali e dalle scuole specializzate.
Spazio anche alla gestione d’impresa, tema centrale per comprendere le sfide e le opportunità della gelateria moderna: dall’organizzazione del lavoro alle dinamiche economiche, fino alle strategie di marketing territoriale. Un ulteriore focus sarà dedicato al futuro del gelato artigianale, con particolare attenzione agli sviluppi legati alla digitalizzazione, ai cambiamenti del mercato e alle nuove richieste dei consumatori.
I giovani verso percorsi formativi
L’iniziativa si propone di orientare giovani e aspiranti professionisti verso percorsi formativi adeguati, valorizzare il gelato artigianale come patrimonio culturale e gastronomico italiano e riflettere sulle prospettive economiche e occupazionali del settore. Allo stesso tempo, intende favorire il dialogo tra scuole, artigiani e imprese per contribuire alla costruzione condivisa del futuro della professione.
I presenti all’incontro
A moderare l’incontro sarà Franco Cesare Puglisi. Interverranno la dott.ssa Carlotta Fabbri, Presidente UIF – Sezione Prodotti per Gelato; il dott. Michele Bartyan, Presidente ACOMAG; Flavia Morelli, Group Exhibition Manager di SIGEP World; Cristiano Gaggion, Presidente Nazionale Dolciario Confartigianato; Giorgio Venudo, Rappresentante Nazionale Gelatieri Confartigianato; la dott.ssa Maria Pastrello, Dirigente dell’IIS Calvi–Dolomieu di Longarone; la dott.ssa Lisa Pegoraro, responsabile della sede ENAIP Veneto di Longarone; Domenico Belmonte, Presidente Artglace; Ferdinando Buonocore, Presidente del Comitato Gelatieri Campani; Filippo Bano, Presidente del G.A. – Comitato Nazionale per la Difesa e Diffusione del Gelato Artigianale; Dario Olivier, Vicepresidente UNITEIS e.V.; Silvio Molin Pradel, Presidente AGIA; Sergio Colalucci, Presidente della Gelato World Cup; e Mario Serani, Vicepresidente AIG – Associazione Italiana Gelatieri.
L’Etiopia ha un nuovo obiettivo: intensificare gli sforzi per diventare leader nei settori del caffè, tè e spezie. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Valentina Milani per il portale d’informazione Africa e Affari.
Gli obiettivi dell’Etiopia
ADDIS ABABA – Il vice primo ministro etiope Temesgen Truneh ha esortato tutti i partner del settore del caffè, del tè e delle spezie a intensificare gli sforzi per posizionare l’Etiopia come leader mondiale indiscusso in questi comparti. Lo ha dichiarato nel corso della cerimonia annuale di riconoscimento dei risultati dell’Ethiopian Coffee and Tea Authority, tenuta in questi giorni al Science Museum di Addis Abeba.
Temesgen ha affermato che la strategia di crescita fondata sull’“eredità verde” adottata dal governo è stata determinante nel trasformare il settore e migliorare le condizioni di vita di milioni di agricoltori.
Ha sottolineato i risultati recenti, spiegando che la priorità strategica e la collaborazione lungo tutta la catena del valore hanno consentito a molti produttori di passare dalla precarietà alla prosperità, con alcuni divenuti imprenditori affermati e milionari.
Nel bilancio 2017 secondo il calendario etiope (2024/25), l’Etiopia ha esportato un volume record di 470.000 tonnellate di caffè, generando 2,65 miliardi di dollari di entrate. Per il 2025/26, il governo punta a esportare 600.000 tonnellate e a superare i 3 miliardi di dollari.
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Chicchi di caffè tostato (Image by Couleur from Pixabay)
Il ministero saudita ha annunciato di star valutando le proposte presentate dall’Unido e dall’Italia per contribuire allo sviluppo delle catene di approvvigionamento del caffè in Africa. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Agenzia Nova.
Lo sviluppo delle filiere del caffè in Africa
RIAD – Il ministro saudita dell’Industria e delle Risorse minerarie, Bandar al Khorayef, insieme a rappresentanti della Saudi Coffee Company, ha incontrato il vicepremier e ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani, a margine della 21ma sessione della Conferenza generale dell’Unido a Riad.
Il ministero saudita, in partnership con la Saudi Coffee Company, ha annunciato di star valutando le proposte presentate dall’Unido e dall’Italia per contribuire allo sviluppo delle catene di approvvigionamento del caffè in Africa.
La parte italiana ha illustrato l’iniziativa ACT – Advancing Climate-Resilience and Transformation in African Coffee, attuata dall’Unido e finanziata da Roma come progetto di punta del Piano Mattei per l’Africa, destinata a rafforzare la sostenibilità del settore del caffè in diversi Paesi africani.
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ROMA – Ha debuttato, questa volta nella Capitale, la Guida Caffè e Torrefazioni d’Italia 2026, edita per la prima volta dal Gambero Rosso, grazie ad un lavoro che ha coinvolto, assieme a decine di assaggiatori, i curatori-coordinatori e caffesperti: Andrej Godina e Mauro Illiano.
Copertina della Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia (immagine concessa)
La prima edizione recensisce centinaia di torrefazioni e istituisce un nuovo sistema di rating, i macinini, da uno a tre nella scia del classico punteggio del Gambero Rosso. Nel complesso sono stati degustati oltre 1.000 caffè, 158 i Tre Macinini.
Tra i 15 premi speciali spicca Caffè Agust che si aggiudica il Premio Torrefazione dell’anno per la straordinaria qualità di tutti i suoi caffè, mentre a Nespresso viene assegnato il Premio torrefazione home dell’anno, per l’assoluta qualità dell’intera gamma di prodotti destinati al settore home, la stessa qualità che caratterizza anche la linea professional; Cafezal è la Torrefazione Specialty dell’anno – per l’altissima qualità dei caffè Arabica Specialty – mentre a Kimbo va il Premio Torrefazione Gourmet, per l’impegno rivolto all’incremento qualitativo della sua gamma di prodotti e per l’offerta formativa innovativa rivolta al comparto food & beverage.
Per offrire ai lettori un viaggio alla scoperta delle origini del caffè, la Guida si apre con un’introduzione dedicata alla scoperta della filiera, approfondendo temi quali la tostatura, le caratteristiche sensoriali da valutare in tazza e il concetto di “flavore”, fino ad esaminare l’importanza dei vari livelli di tostatura, le differenze tra metodologie di estrazione e le best practice per l’esame olfattivo.
“La Guida delle Torrefazioni oggi diventa uno strumento popolare. Sono enormemente orgoglioso di essere in regia di questo progetto sin dalla sua nascita e di essere riuscito a portarlo così in alto.
Questa edizione ci conferma che il mondo del caffè, dal torrefattore al consumatore, ha sempre più bisogno di strumenti in grado di guidare gli appassionati in una scelta finalmente consapevole e basata sulle proprie preferenze e non solo sull’abitudine. La Guida rinnova il proprio ruolo di bussola nel mondo del caffè e custodisce patrimonio di dati sensoriali unico in Italia”, commenta Mauro Illiano.
Le torrefazioni (divise tra grandi, medie e piccole) che hanno partecipato ai banchi d’assaggio sono state oltre 200, estratti in base al metodo di estrazione di appartenenza: macchina espresso, moka, filtro (con il metodo pour over Hario V60) e con macchina di erogazione (per i monoporzionati).
Le ricette di estrazione sono state stabilite dai curatori della Guida considerando la tipologia di caffè (Arabica, Canephora, Miscela, Monorigine, Specialty Arabica, Canephora Fine Robusta), il livello di tostatura (chiara, media, scura) e il sistema di estrazione. Anche la qualità dell’acqua è stata valutata dai curatori nel vademecum d’assaggio, a garanzia di un’estrazione di assoluta qualità.
“Mi ha profondamente colpito per l’altissima qualità sensoriale dei caffè ricevuti. È stato emozionante scoprire quanto le torrefazioni italiane abbiano raggiunto livelli di eccellenza, con caffè che esprimono complessità, equilibrio e flavori straordinari.
Mi sorprende, ogni anno, quanto questo patrimonio resti ancora poco conosciuto dal grande pubblico: dietro ogni menzione, da un macinino fino ai tre, ci sono storie di passione, ricerca e dedizione che meritano di essere raccontate e condivise. Per me è una grande soddisfazione poter contribuire, attraverso la Guida, a valorizzare queste eccellenze e a diffondere la cultura del caffè di qualità italiana”, conclude Andrej Godina.
Una delle tendenze nei coffee shop: il Dirty Coffee Matcha (foto da pexels Photo by Amar Preciado)
MILANO – Si torna a parlare di trend e ricette con il Dirty Matcha Coffee, l’abbinamento che sta spopolando tra i consumatori questo 2025. Se prima si parlava del Dirty Coffee (e qui l’argomento approfondito) ora l’aggiunta è l’ingrediente che sta piacendo così tanto alle nuove generazioni da creare problemi di approvvigionamento: il Matcha.
Croce e delizia di molti coffee shop (Dritan Alsela ha preso una netta posizione a riguardo che sta dividendo la community di recente), rappresenta senza dubbio un prodotto che aiuta a fare cassa… ma a che prezzo? E, soprattutto, a che pro?
L’abbiamo chiesto a diversi professionisti.
Dirty Matcha Coffee, sì, o no?
Il primo a esprimersi è Riccardo Alesso, che di recente ha aperto la sua caffetteria di specialty a Torino e ha già preso delle decisioni difficili: “Inizio col dire che il matcha a a me non piace, quindi nel mio negozio non lo metterò sia per questo motivo, e sia perché comunque sto costruendo un luogo che vuole essere riconosciuto per il caffè e la selezione che opero io.
Capisco il trend e la curiosità, ma un’ altro motivo per il quale non lo introdurrò è la tempistica necessaria per poterlo preparare bene (oltre alla necessità di avere un prodotto di alto livello).
Questo verrebbe difficile in un locale come il mio. Per lo stesso principio ho altre alternative al caffè come kombucha che sono già pronte, presi naturalmente da fornitori fidati.
Non sono contro il matcha come alternativa se qualcun* lo cerca, solo che da me non lo troverà e mi aspetto un cliente che capisca che non è una prerogativa averlo, facendo caffetteria specialty.
(È chiaro che averlo incrementerebbe i miei introiti, ma non è quello che cerco).”
Da Torino ci si sposta a Milano, dove Federico Maggiulli, dietro il bancone de Il Cafetero, ha una posizione chiara
“Inizio col dire che per noi la bellezza dello specialty coffee oppure di assaggiare una tazza di qualità è quello di scoprire il vero sapore del caffè. La maggior parte delle persone pensa che sia amaro, ma sappiamo benissimo che non è così.
Data questa premessa crediamo che dal punto di vista del gusto mischiare il matcha (che ha un sapore erboso e amaro) con un caffè specialty sia quasi un delitto, perché il rischio è quello di coprire del tutto il caffè, le sue note di cioccolato, di fiori o di frutta. L’abbiamo anche assaggiato e non ci ha lasciato nessun buon sapore in bocca.
Il trend del matcha in generale ha avuto un seguito principalmente per le proprietà decantate e posso anche comprenderlo. Per questo motivo abbiamo scelto di aggiungerlo tra la nostra offerta insieme alla nostra selezione di tè naturali. Detto ciò, non capisco perché chi sceglie di bere il matcha voglia anche mischiare il caffè.
Sicuramente non aggiungerò il dirty matcha coffee alla nostra offerta, per me può restare una tendenza social. Chi ci conosce sa che non seguiamo i trend. Mischiare il matcha con il caffè è come aggiungere sciroppi o zucchero quindi non si fa!
La nostra filosofia è quella di educare i clienti ad assaggiare il caffè in purezza senza aggiunte di alcun genere.”
E Giulia Mauceri, una dei soci dietro BAP di Roma, dà il suo contributo dalla capitale:
“Il Dirty Matcha Coffee è un perfetto esempio di come il mondo del caffè specialty stia incontrando sempre più spesso quello del tea pairing e della mixology contemporanea. È una bevanda che racconta bene il trend attuale: la ricerca di esperienze visive e sensoriali nuove, senza rinunciare alla qualità delle materie prime.
Dal punto di vista tecnico, l’equilibrio è tutto: il rischio è che il matcha — se troppo intenso o di bassa qualità — sovrasti l’espresso. Ma quando le proporzioni sono giuste, la dolcezza vegetale del tè e la parte tostata del caffè si fondono in modo sorprendente, creando una bevanda complessa, cremosa e piacevolmente bilanciata.
È interessante anche come simbolo del momento: unisce due culture, quella giapponese e quella italiana, in un bicchiere pensato tanto per il palato quanto per i social. In sintesi, è una tendenza che funziona perché unisce estetica, gusto e ritualità — i tre pilastri del consumo contemporaneo di caffè.”
Infine, una considerazione arriva dall’altro lato del Dirty Matcha Coffee, Saraya, esperta di questo particolare tè, trattandolo ad alti livelli
“Personalmente credo che sia un peccato mischiare troppi ingredienti quando si parla di un prodotto così delicato. Il caffè è ottimo da solo, e lo stesso vale per il matcha: unendoli, l’effetto rilassante della L-teanina insieme alla caffeina non si percepisce allo stesso modo e il gusto del matcha viene coperto. L’ho provato per curiosità, ma non l’ho apprezzato: secondo me toglie molto al piacere e alla qualità dell’esperienza.”
Una piccola parentesi: la sua ricetta
Ovviamente il Matcha: Uno o due espressi, la scelta dipende da quanta caffeina si vuole assumere, poi l’aggiunta facoltativa di latte vaccino o bevanda vegetale (avena, mandorla, soia, ecc.).
E poi a scelta tra zucchero, dolcificante, miele, sciroppo di vaniglia o semplice. Il segreto? Dosare bene gli ingredienti.
Sebbene sembri ci sia un allineamento rispetto alle potenzialità gustative di questa ricetta, almeno da chi li utilizza quotidianamente nelle proprie attività c’è da chiedersi cosa ne pensino davvero i consumatori finali, al di là delle logiche di marketing?
MILANO – Eudr il giorno dopo: le modifiche apportate dal Parlamento europeo alla legge sulla deforestazione, che dovranno ora essere recepite dal Consiglio e approvate da Parlamento e Consiglio entro fine anno, sono state accolte con soddisfazione dalle filiere interessate, seppur con più di qualche voce discorde (anche importante) e numerosi distinguo. Diviso, invece, il mondo politico.
Salvatore De Meo, europarlamentare di Forza Italia e membro della Commissione Agricoltura, ha sottolineato, in una dichiarazione, come la decisione del Parlamento risponda all’esigenza di conciliare la tutela ambientale con la salvaguardia delle imprese europee, evitando che l’impegno contro la deforestazione si traduca in un aggravio burocratico.
Il maggior tempo a disposizione consentirà di “lavorare su un testo più chiaro e applicabile, senza penalizzare la competitività delle nostre filiere” ha aggiunto.
Forza Italia fa parte del Partito Popolare Europeo (Ppe), principale regista del cambio di rotta avvenuto nelle politiche ambientali dell’UE.
Il gruppo S&D (Socialisti e Democratici) critica invece aspramente la svolta nell’emiciclo di Strasburgo e definisce le modifiche adottate mercoledì una “minaccia all’applicabilità della legge”.
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IMOLA – SEA.IQ PLUS è una eccellenza tecnologica firmata Cimbria, che ha conquistato la giuria della Smart Label 2025. Una selezionatrice ottica che, così come ha commentato chi l’ha premiata, “rappresenta una sintesi tra precisione tecnologica e risposta a bisogni concreti di un mercato in cui sono diventate imprescindibili la sicurezza alimentare e l’ottimizzazione delle risorse.”
Ma per comprendere davvero la grandezza di questo macchinario, la parola va a Lorenzo Tinti, Responsabile commerciale di Cimbria.
SEA.IQ PLUS è una soluzione altamente scalabile e adattabile, disponibile in diverse configurazioni e dimensioni, potendo supportare fino a sei scivoli (chutes).
La sua architettura modulare include la struttura principale e tutti i componenti ausiliari necessari per una perfetta integrazione in impianto. Questa flessibilità garantisce la piena operatività e permette a SEA.IQ PLUS di rispondere anche alle esigenze produttive più complesse.
Si tratta di una tecnologia interamente sviluppata, progettata e ingegnerizzata nella sede di Cimbria a Imola. Con la progettazione e la produzione completamente integrate in un’unica sede specializzata, assicuriamo un controllo totale di ogni fase operativa. Il risultato è un prodotto autentico 100% made in Italy, sinonimo di massima qualità e innovazione esclusiva.
Il sistema ottico è dotato di una serie di telecamere. avanzate che integrano sensori RGB, NIR, SWIR e/o UV. Queste operano in multifrequenza, eseguendo decine di migliaia di scansioni al secondo. I dati acquisiti vengono immediatamente confrontati e analizzati in tempo reale per una classificazione estremamente precisa.
Cosa ha di straordinario questa selezionatrice ottica rispetto alle altre sul mercato che vi ha fatto distinguere nello Smart Label di questo HostMilano?
Cimbria a HostMilano (foto concessa)
“L’identificazione dei materiali estranei nel caffè verde è diventata una priorità critica per i torrefattori. La recente dinamica di mercato – caratterizzata da crescita della domanda e conseguente aumento dei prezzi – ha spinto, in alcuni casi, a un abbassamento degli standard qualitativi per contenere i costi.
I lotti di caffè importato sono tendenzialmente più contaminati da corpi estranei, aggravando ulteriormente il problema della purezza.
La nostra SEA.IQ PLUS è la risposta alle esigenze di questo settore in quanto garantisce un’accuratezza prossima al 100%, con il grande vantaggio di una selezione caratterizzata da pochissimi falsi positivi. Grazie a questa precisione, la perdita di caffè sano è davvero irrisoria, ottimizzando la resa e proteggendo il profitto del torrefattore.
L’elevato livello di performance del macchinario è il risultato di una perfetta sinergia tra hardware ottico all’avanguardia ed il software di intelligenza artificiale proprietario. Il sistema si basa sull’acquisizione avanzata di immagini multifrequenza, sfruttando in particolare sensori Swir (Short Wave InfraRed) per una rilevazione ultra-precisa.
L’analisi dei dati per l’impostazione delle ricette di selezione è agevolata da Brain, la nostra intelligenza artificiale, interamente sviluppata in-house e la sua combinazione con l’hardware ottico garantisce le altissime prestazioni finali.
La manutenzione è stata semplificata al massimo richiedendo quindi un impegno minimo per l’operatore. Inoltre, la selezionatrice è dotata di un sistema di pulizia automatica che riduce ulteriormente gli interventi manuali ed eleva le performance dell’impianto.”
Quali sono i vantaggi di una selezionatrice ottica rispetto ad altre?
“Per il trattamento del caffè verde, le selezionatrici ottiche avanzate rappresentano la tecnologia d’elezione e offrono vantaggi distinti rispetto alle alternative. L’ottica, in particolare quella che sfrutta sensori avanzati (RGB, NIR, SWIR e/o UV), eccelle nella rilevazione di difetti e contaminanti basati sul colore e sulla composizione superficiale del chicco.
Questa capacità è insostituibile per identificare difetti cromatici cruciali, come chicchi acerbi o fermentati, ma anche per rimuovere la vasta gamma di materiali estranei inerti e organici (pietre, legno, gusci, ossa, vetro, ecc.) attraverso un’analisi morfologica di ciascun elemento.
La tecnologia di ispezione a Raggi X (X-Ray), non è antagonista, bensì complementare. Mentre la selezione ottica si concentra sulla qualità e sulla rimozione dei contaminanti estranei e cromatici, i sistemi X-Ray si specializzano nella rilevazione di materiali ad alta densità come metalli e pietre, operando prevalentemente sul controllo ultimo del prodotto confezionato.
Di conseguenza, una selezionatrice ottica come SEA.IQ PLUS non è solo un sistema di sicurezza, ma la garanzia di ottimizzazione della resa e del profitto. Offrendo un’accuratezza estrema, minimizza la perdita di prodotto sano, garantendo al torrefattore la massima qualità con il minimo spreco.”
È lo strumento ideale per quale cliente? Grande torrefattore, medio, micro?
“In Italia, il nostro cliente primario sono le torrefazioni di fascia medio-grande. Questo posizionamento è dettato dalla natura dell’investimento che modifica il diagramma di lavorazione con interventi impiantistici e di automazione.
È innegabile che in Italia ci sia una forte presenza di torrefattori, ma lavoriamo tanto in tutta Europa. Oltre al mercato domestico, Cimbria estende la sua strategia commerciale anche ad altri mercati chiave, in particolare gli Stati Uniti. La nostra presenza nel settore del caffè, tuttavia, è ben più radicata e diversificata: siamo un marchio di riferimento anche presso i Paesi di origine con soluzioni di trattamento partendo dalla smallatura della bacca, negli impianti di caffè verde e tra gli intermediari portuali, dimostrando una profonda e consolidata conoscenza dell’intera filiera.”
Brain come funziona?
Cimbria, BRAIN (foto concessa)
“Brain è il software di intelligenza artificiale interamente sviluppato in-house da Cimbria, che rivoluziona la fase di programmazione della selezionatrice. Questo sistema consente agli operatori di creare ricette di selezione personalizzate con estrema rapidità e precisione fin dalla prima configurazione, superando la necessità di lunghe sessioni di campionamento manuale.
Utilizzando un algoritmo articolato, Brain analizza colore, forma e spettro, generando autonomamente i parametri di selezione. Questo meccanismo snellisce drasticamente l’operatività manuale, permettendo all’utente di creare ricette ottimizzate in pochi minuti, garantendo altissima accuratezza e riducendo la dipendenza dall’interpretazione individuale.”
Dal punto di vista della sostenibilità, ci sono dei vantaggi nello scegliere SEA.IQ PLUS?
“Come anticipato, l’altissima precisione della selezionatrice assicura la drastica riduzione dello spreco di materia prima sana. Questo aspetto non solo valorizza la sostenibilità ambientale (minor scarto, minor impatto), ma ha anche un impatto diretto sulla sostenibilità economica del cliente, ottimizzando la resa di un prodotto costoso come il caffè.
La notevole velocità del processo e la rapidità di impostazione si traducono in una maggiore efficienza complessiva. SEA.IQ PLUS è in grado di processare il caffè a ritmi elevati (da 5 tonnellate/ora fino a 30 tonnellate/ora per i modelli più grandi). Questa capacità è fondamentale per i grandi torrefattori che devono gestire significativi volumi orari di intake e scarico di caffè verde, garantendo che l’intero processo di lavorazione non subisca rallentamenti e ottimizzando l’uso di energia e tempo per tonnellata lavorata.”
Dove sta andando il futuro per le selezionatrici ottiche?
“Il futuro delle selezionatrici ottiche è indissolubilmente legato alla salute e alla sicurezza del consumatore. La ricerca e lo sviluppo si stanno concentrando su un tema particolarmente delicato: l’integrazione di funzionalità avanzate per l’identificazione di tossine e contaminanti invisibili.
In particolare, stiamo lavorando per combinare il processo di selezione tradizionale con la capacità di rilevare prodotti affetti da micotossine come l’ocratossina A (OTA). Queste sostanze, che possono svilupparsi in campo, durante il trasporto o la fase di stoccaggio, sono estremamente nocive per la salute umana e, soprattutto, non sono rilevabili ad occhio nudo o con i metodi standard. Questa evoluzione mira a trasformare la selezionatrice ottica in un presidio fondamentale per la protezione della filiera alimentare.”
FIRENZE –La Marzocco ha collaborato con Allegra per il Coffee Hospitality Expo (Coho) 2025 e l’European Coffee Symposium, tenutisi dal 24 al 26 novembre presso il JW Marriott di Berlino. L’azienda, selezionata nella short list come “Best european brand in traditional coffee equipment” ha celebrato il 15° anniversario degli European Coffee Awards, conquistando il 1° posto nella sua categoria.
Durante la cerimonia di premiazione, l’organizzatrice dell’evento Rosalyn Newbery ha elogiato il produttore fiorentino come leader di lunga data e influente nel settore del caffè speciale, con un seguito fedele e una reputazione di precursore nel definire la direzione del settore. Parallelamente, anche Eversys e De’ Longhi, le altre parte del Gruppo De’ Longhi, hanno ricevuto il premio come brand dell’anno rispettivamente nelle categorie “Automatic Coffee Equipment” e “Home Coffee Equipment”.
Il premio (immagine concessa)
I rappresentanti della filiale tedesca de La Marzocco, insieme a Paul Kelly, direttore globale marketing e all’amministratore delegato di De’ Longhi Professional, Guido Bernardinelli, hanno sottolineato l’impegno del marchio nei confronti dell’innovazione e della propria community.
La cerimonia (immagine concessa)
I presenti al Coffee Hospitality Expo hanno anche potuto assistere a degustazioni e demo prodotti relative alle nuove soluzioni Modbar Pour-Over & Tea, nonché del nuovo macinacaffè Jay, di Wally e di altre attrezzature La Marzocco durante i tre giorni dell’evento dedicato al settore del caffè.
Arran Ainscough ha prestato il suo contributo a una tavola rotonda sull’ospitalità nelle regioni DACH, mentre Paul Kelly ha condiviso le sue idee sulle tendenze nel settore F&B e delle catene di caffetterie.
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