venerdì 12 Dicembre 2025
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Lindt & Sprüngli Italia presenta le tavolette Dubai Style Chocolate

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Tavoletta Lindt Dubai Style Chocolate Bianco (immagine concessa)

MILANO – Lindt & Sprüngli Italia, parte del Gruppo Lindt & Sprüngli e leader nella produzione di cioccolato premium, amplia la gamma della famosa tavoletta al pistacchio e kataifi con due nuove creazioni esclusive: la tavoletta Lindt Dubai Style Chocolate Bianco e la tavoletta Lindt Dubai Style Chocolate Extra Fondente.

Dopo l’incredibile successo della versione al latte, le nuove varianti arricchiscono l’universo Lindt Dubai Style Chocolate, confermando la capacità del brand di anticipare i trend e di trasformare il cioccolato in un’esperienza raffinata e distintiva.

Il segreto del loro fascino risiede nella combinazione di ingredienti selezionati e consistenze sorprendenti: un ripieno con 45% di pistacchio, cremoso e avvolgente, arricchito dalla granella di pistacchi e mandorle e dalla croccantezza inconfondibile della pasta kataifi. A racchiudere questa armonia, due interpretazioni opposte e complementari: la delicatezza del vellutato cioccolato bianco Lindt e l’intensità decisa del finissimo cioccolato fondente 70%.

Ogni tavoletta Lindt Dubai Style Chocolate è pensata per offrire un piacere multisensoriale, in cui la croccantezza del ripieno incontra la dolcezza del cioccolato Lindt. Una creazione che non si limita a seguire le tendenze del settore, ma che diventa un nuovo riferimento nel mondo del cioccolato premium, ideale anche come regalo esclusivo durante le festività.

Con queste novità, Lindt & Sprüngli ribadisce la propria missione: innovare costantemente, mantenendo salda l’eccellenza che da sempre contraddistingue il marchio. Le nuove tavolette Lindt Dubai Style Chocolate Bianco ed Extra Fondente sono disponibili da novembre 2025 in tutti i negozi monomarca Lindt (https://www.lindt.it/stores/), sullo shop online Lindt (https://www.lindt.it/), nei migliori bar, pasticcerie e negozi specializzati dolciari d’Italia e negli ipermercati, supermercati e punti vendita GDO al prezzo consigliato di €9,99.

Cafe Milano: ecco il ristorante dei capi di Stato a Washington

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washington
Washington (immagine: Pixabay)

Il locale Cafe Milano di Franco Nuschese a Washington è un punto di riferimento, discreto e bipartisan, dove da oltre trent’anni si incontrano capi di Stato, sovrani e anche papi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Luca Veronese per il quotidiano Il Sole 24 Ore.

Il ristorante Cafe Milano

WASHINGOTN – Ministri e presidenti americani, star del cinema e della musica, diplomatici, capi di Stato, sovrani e regine in visita negli Stati Uniti. Franco Nuschese sa come accoglierli nel suo Cafe Milano di Georgetown a Washington.

Per molti è semplicemente il ristorante della Casa Bianca. Ma in realtà è anche più di questo.

Il locale aperto da Nuschese nel novembre del 1992, lo stesso giorno in cui Bill Clinton venne eletto presidente, è un punto di riferimento, un’istituzione, un luogo tanto piacevole quanto discreto e bipartisan: in una serata come un’altra, ai tavoli più esclusivi e nelle sale riservate, al Cafe Milano si possono accomodare leader politici e uomini d’affari di ogni orientamento politico.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

L’analisi: così il Brasile produce sempre più caffè robusta, perché è semplice da coltivare, resiliente al clima e ottimo per il solubile, al quale la legge Eudr non si applica

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robusta Brasile
Una pianta di coffea canephora (credits - Wouter Hagens - Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1890101)

MILANO – Sempre più robusta nei raccolti brasiliani: la crescita produttiva della varietà meno pregiata – anche se tra alti e bassi – è stata, negli ultimi 10 anni, nettamente più rapida rispetto a quella degli arabica. Stando alle cifre ufficiali di Conab, il raccolto di robusta contava, nel 2015 – nonostante, in quell’anno, gli arabica fossero in ciclo negativo – per circa un quarto della produzione totale del Brasile, contro oltre il 36% di quest’anno.

I dati di Usda indicano invece che la produzione brasiliana di robusta è cresciuta, nello stesso periodo, di oltre l’81%.

Secondo StoneX, il raccolto brasiliano di robusta è cresciuto, negli ultimi 3 anni, a un ritmo del 4,8%, contro un 2-2,5% per gli arabica, raggiungendo quest’anno un nuovo record di 25,8 milioni di sacchi.

Cosa ha spinto al rialzo la produzione di robusta in Brasile?

Non necessariamente la maggiore domanda mondiale, secondo Fernando Maximiliano, Coffee Market Intelligence Manager di StoneX.

“In realtà, sono stati i problemi climatici e le perdite produttive degli arabica a incentivare la crescita” ha dichiarato Maximiliano in un’intervista a Bloomberg.

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Matteo Borea riflette futuro dei prezzi del crudo: possibili brevi cali a dicembre, picchi a gennaio

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Matteo Borea riflette sul futuro

Matteo Borea, consulente strategico e proprietario della torrefazione La Genovese ad Albenga (Savona), riflette sul prossimo futuro nel settore del caffè.

Che cosa riserva la fine dell’anno?

Ogni anno, l’ultimo trimestre dei mercati finanziari segue dinamiche ricorrenti. Nei fondi e nelle grandi istituzioni si parla di window dressing: chiusure di posizioni per mostrare bilanci più “puliti”, prese di profitto quando si è in gain e taglio delle perdite quando si è in drawdown. Al tempo stesso, si riduce l’esposizione (de-risking), perché i volumi di scambio calano sotto Natale e la volatilità diventa più “artificiale”.

A tutto questo si aggiungono il tax-loss harvesting negli Stati Uniti, il rollover dei futures di dicembre verso marzo e le tipiche anomalie di un mercato thin, dove bastano pochi ordini grossi per spostare i prezzi anche del 5% in una giornata.

Per il caffè, mercato già in tensione da oltre un anno e mezzo, queste logiche generali si intrecciano con fattori specifici: posizionamenti speculativi dei funds, coperture commerciali ormai ridotte, importatori in stand-by a fine anno. Il risultato? Un mix esplosivo che ogni torrefattore deve imparare a leggere per proteggere i margini.

Che cosa aspettarsi da qui a fine 2025

Le prossime settimane non porteranno un’inversione di trend, ma piuttosto correzioni tecniche. I funds non hanno motivi per uscire del tutto dalle loro posizioni, ma tenderanno ad alleggerirle a dicembre. Questo può creare discese improvvise e temporanee, che non vanno confuse con un ribasso strutturale.

Attenzione massima all’ultima decina di dicembre: volumi sottili, uffici mezzi vuoti, mercati in mano agli algoritmi. Sono i giorni in cui si vedono movimenti folli senza fondamentali reali dietro.

Tradotto per le torrefazioni: se avete bisogno di coprire volumi per gennaio-febbraio, non aspettate Natale. Meglio pianificare a inizio mese o sfruttare le prese di profitto dei funds come occasione tattica.

Il periodo gennaio – marzo 2026 sarà il vero banco di prova

Con il ritorno degli operatori istituzionali a gennaio, i mercati ritrovano liquidità e direzionalità. Se il sentiment resta rialzista, scenario probabile con prezzi già ai massimi storici, i funds possono tornare a ricaricare posizioni long, spingendo verso nuovi picchi.

Sul fronte industriale, molte torrefazioni europee iniziano l’anno con scorte ridotte. Questo genera un’ondata di acquisti nei primi mesi, che spesso alimenta ulteriori rialzi. Se a dicembre ci fosse stata una correzione troppo forte, il rischio di un short squeeze a gennaio è concreto.

Sul Robusta peseranno i flussi dal Vietnam: se la nuova campagna non porta volumi abbondanti, la tensione resterà alta.

Per i torrefattori significa che nei primi tre mesi del 2026 è più realistico aspettarsi prezzi sostenuti con improvvisi spike, piuttosto che ribassi duraturi.

Le mosse concrete per proteggere i margini

  • Copertura progressiva: bloccate almeno il 30–40% dei volumi Q1 entro dicembre, il resto in scalini tra gennaio e febbraio.
  • Evitate il panic buy natalizio: è il momento in cui si paga di più per l’illusione di rimanere scoperti.
  • Pensate a margini, non a minimi perfetti: chi cerca “il prezzo più basso” resta spesso con costi scoperti quando il mercato riparte.
  • Stabilità prima di tutto: fissare costi oggi permette di aggiornare i listini con chiarezza e giocare d’anticipo con i clienti.

Il pericolo maggiore non è “pagare troppo”, ma rimanere senza coperture in un mercato che può fare +20% in un mese. Chi guida una torrefazione oggi non può limitarsi a subire i mercati: deve interpretarli, agire in anticipo e togliere il caso dal tavolo.

In altre parole: meno scommesse, più strategia.

Il caffè che nasce dalla terra: il racconto di una nuova frontiera agricola firmato da Gianluigi Goi

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Una tazzina di caffè (foto concessa)

Questo articolo è firmato da Gianluigi Goi, nostro lettore e giornalista che da tempo segue e frequenta queste pagine. Con il suo sguardo esperto, ha più volte contribuito con analisi e approfondimenti sempre puntuali. Anche questa volta propone un contenuto che apre nuove prospettive su un tema in evoluzione. Leggiamo in seguito le sue parole.

Il caffè è una cultura che nasce dalla terra

di Gianluigi Goi

“Il caffè non è solo una bevanda, è una cultura che nasce dalla terra. Coltivarla in Sicilia significa scrivere un nuovo capitolo di questa storia millenaria”: sono parole sogni e volontà del ragusano Adriano Cafiso, un economista innamorato del caffè di cui è esperto e consulente internazionale.

Con queste parole, impegnative ma che trasudano passione e fiducia, ha concluso la sua presentazione sul tema, del tutto innovativo, Coltivare in Sicilia: dalla sperimentazione alla nuova frontiera agricola in occasione del webinar Colture alternative: nuove sfide e opportunità per l’agricoltura che si è svolto lo scorso 18 novembre, organizzato da Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) nell’ambito della Rete PAC.

Gli organizzatori, sotto l’egida della storica Accademia dei Georgofili nella cui sede fiorentina si è dipanato il seminario, seguito anche in streaming, che ha coinvolto anche i tre Ordini professionali afferenti il settore agricolo, più che compiaciuti hanno sottolineato l’affluenza definita “straordinaria”.

Ottima notizia, questa, tenuto conto che i lavori – aperti dal presidente di Ismea Livio Proietti e condotti con polso fermo e calibrato da Ivano Valmori, direttore della rivista Agro Notizie – hanno portato all’attenzione di un uditorio attento e qualificato temi innovativi, anche difficili, quanto passibili di realizzazioni pratiche nel segno della diversificazione produttiva e del rispetto ambientale.

Gli interventi sono stati aperti dal prof. Paolo Inglese dell’Università di Palermo sul tema “Nuova arboricoltura da frutto: una questione di specie, di progetto e di gestione” che, con un pizzico di rammarico da parte di chi scrive, e forse non solo mia, però dell’arboricoltura caffeicola tricolore non ha detto una sola parola: un peccato, essendo il relatore un riconosciuto conoscitore della materia.

Per restare nel solo ambito caffeicolo, il già citato Adriano Cafiso – intervenuto via Internet dall’Etiopia, terra madre del caffè – ha presentato la sua relazione, decisamente intrigante, Coltivare in Sicilia: dalla sperimentazione alla nuova frontiera agricola; mentre l’intervento conclusivo di Antonio Di Giovanni – “Un esempio di economia circolare, la valorizzazione del fondo di caffe per la produzione di funghi” è stato consegnato agli atti in quanto il collegamento da remoto non è stato tecnicamente possibile.

Per quanto ci riguarda, in tempi assolutamente ravvicinati, solo su queste pagine daremo conto particolareggiato di entrambe le relazioni.

Gianluigi Goi

La Marzocco presenta il macinacaffè Jay con la macina cieca

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inside jay la marzocco
Il macinacaffè Jay (immagine concessa)

FIRENZE – Portando avanti la sua ricca storia di innovazione e artigianalità, La Marzocco ha presentato il macinacaffè Jay al suo evento Out-of-the-Box di ottobre a Milano. Jay combina l’eredità decennale de La Marzocco nel campo dell’espresso con lo spirito di innovazione che ha sempre plasmato i suoi prodotti. Grazie a tecnologia e design meticolosi, Jay è robusto e coerente, con un’interfaccia utente intuitiva.

Mentre la comunità del caffè specialty inizia ad esprimere le sue prime impressioni su Jay, sono sorte naturalmente domande sulle nuove caratteristiche e sulla filosofia che ha portato alla sua progettazione. Siamo felici di condividere un Q&A che possa dar voce al team che ha sviluppato Jay, raccontando come e perché sia nata questa tecnologia e rispondendo alle domande sulle nuove funzionalità.

Perché scegliere le macine piane per il Jay?

Il desiderio de La Marzocco era ampliare la sua gamma di macinini, e l’obiettivo del team è stato quello di migliorare i macinacaffè tradizionali, creandone uno efficiente, facile da pulire, semplice da usare e progettato per durare. Sviluppare un design interno di macine a superficie piena (senza fori per le viti di fissaggio) soddisfaceva non solo tutte queste esigenze efficacemente, ma aiutava anche a mantenere l’accessibilità economica e ad ampliare la nostra gamma di prodotti andando oltre le macine coniche utilizzate nei macinacaffè Pico e Swan.

Quanta ritenzione di caffè ha Jay?

Jay è stato progettato pensando ad una ritenzione minima. Il macinacaffè trattiene meno di 2 grammi di caffè, riducendo al minimo la quantità di scarto quando si effettuano regolazioni di macinatura, per ridurre gli sprechi e garantire che il macinacaffè sia facile da utilizzare.

Jay nel dettaglio (immagine concessa)

Come pulisco il macinino Jay?

Una delle migliori caratteristiche di Jay è la facilità di pulizia. Basta spurgare il caffè rimanente e rimuovere la tramoggia autochiudente. Il supporto magnetico per la macina può quindi essere facilmente asportato, dando pieno accesso per la pulizia della camera di macinazione e di entrambe le macine, utilizzando un pennello o un’aspirapolvere. Riassemblando in ordine inverso la macina superiore ritroverà la sua posizione grazie all’attacco magnetico, mantenendo la tua precedente impostazione di macinazione e permettendoti di riprendere proprio da dove hai lasciato. Questo ti permetterà di pulire il macinino più velocemente che mai.

Come posso essere sicuro che la macina superiore non si muova durante la pulizia?

L’attacco magnetico della macina è stato meticolosamente progettato e testato per fornire una connessione robusta e i magneti utilizzati nella sua costruzione sono stati rigorosamente testati nei nostri laboratori per generare una forza sufficiente per macinare anche i caffè tostati molto chiari. Oltre alla forte forza di tenuta, il supporto della macina superiore si monta direttamente sul gruppo motore, che è isolato dal telaio utilizzando supporti antivibrazione. Ciò garantisce che entrambe le macine siano perfettamente accoppiate durante la macinatura, mantenendone la silenziosità.

C’è anche un interruttore che ferma il motore immediatamente quando le macine si allontanano. Questa è principalmente una caratteristica di sicurezza, ma aiuta anche a proteggerle. Se una pietruzza dovesse farsi strada nella camera di macinazione, il motore si fermerebbe non appena questa allontanasse le due macine con il suo spessore, riducendo il rischio di danneggiarle.

Il macinacaffè al lavoro (immagine concessa)

È presente sul Jay un sistema di “grind-by-weight”?

Ogni Jay è compatibile con la macinatura a peso se abbinato a una bilancia La Marzocco Connected. Basta collegare il Jay utilizzando l’app La Marzocco, creare una stazione di caffè e abbinare la bilancia. Il kit bilancia connessa include una forcella portafiltro che si posiziona magneticamente sulla bilancia.

Ciò le consente di pesare il caffè mentre viene macinato, mentre la bilancia e il macinacaffè comunicano direttamente per migliorare la precisione e la consistenza della dose di caffè. Nel caso in cui fosse necessario ricaricare la batteria della bilancia, Jay terrà in memoria il tempo di macinatura necessario per ottenere il peso impostato dalla bilancia.

Potrò ancora cambiare la dose di macinatura in base al peso usando i pulsanti del macinino?

Assolutamente sì! Jay è stato progettato per essere facile da usare e intuitivo da programmare. Tieni premuto il pulsante della dose che desideri modificare e i simboli si illumineranno per guidarti attraverso il processo di aumento o diminuzione della dose grind-by-weight. Puoi anche modificare entrambe le dosi, accedere alle impostazioni e visualizzare le statistiche tramite l’app La Marzocco.

Un dettaglio del macinacaffè (immagine concessa)

Cosa sono le macine cieche? Jay è il primo macinino La Marzocco su cui sono montate?

Mentre ampliavamo la nostra nuova gamma di macinini per includere macine piatte, il nostro team di ingegneri ha trascorso due anni a ricercare come creare macine più efficienti e coerenti, nonché su come ottenere un sistema che allineasse perfettamente le due macine. Il design della macina cieca è il risultato di questi due obiettivi, eliminando i fori delle viti di montaggio nella faccia di taglio della macina integrando un sistema di allineamento. Jay è il primo macinino La Marzocco con questo nuovo sistema.

Di quali materiali è fatto Jay?

Il team di ingegneri ha accuratamente selezionato materiali di alta qualità per garantire che il macinacaffè Jay sia robusto, igienico, e che duri molto a lungo. Jay è costruito su un telaio in alluminio verniciato, con pannelli in acciaio inossidabile che consentono ai tecnici un facile accesso ai componenti interni. Il contatto con il caffè è limitato all’acciaio inossidabile, che è stato utilizzato su ogni superficie della camera di macinazione. Le macine stesse sono realizzate in un acciaio ad alta durezza, il migliore della categoria per la longevità.

Le macine (immagine concessa)

Qual è la durata prevista delle macine di Jay?

Le macine da 68 mm sono realizzate in acciaio accuratamente selezionato e ad alta durezza per garantire longevità. La durata è di circa 1.000 kg, a seconda del profilo di tostatura e della densità del caffè, mantenendo la produttività iniziale e la granulometria.

Cos’è il sistema di allineamento della macina e come funziona?

Jay è stato progettato con una caratteristica unica per garantire l’allineamento della macina. Nel design brevettato, la macina fissa superiore ha una faccia di montaggio lavorata, che permette una regolazione.

Questo consente alla macina superiore di autoallinearsi durante la sostituzione delle macine: lasciando le viti di montaggio leggermente allentate ed avvicinando le macine fino a quando non si toccano. Una volta accostate, le macine saranno perfettamente parallele tra loro, e quindi le viti di montaggio possono essere serrate, garantendo un allineamento assoluto e migliorando la qualità della macinatura.

Quanto è difficile cambiare le macine?

Le macine sono facilmente sostituibili per qualsiasi tecnico qualificato. Grazie al sistema di montaggio magnetico e allineamento, sono entrambe di facile accesso e semplici da calibrare. Per informazioni tecniche più dettagliate, non esitate a contattare il vostro rappresentante locale La Marzocco.

Ci sono altre macine disponibili per Jay?

Jay usa macine disegnate da La Marzocco. Poiché è stato progettato con determinate caratteristiche, come le macine senza fori per viti di fissaggio che garantiscono una maggiore superficie di taglio e il sistema di allineamento, Jay non è compatibile con macine di terze parti.

Posso macinare il caffè filtro con Jay?

Jay è stato progettato per macinare un caffè coerente con l’espresso e non è ottimale per il caffè filtro.

Sono disponibili colori personalizzati?

Attualmente La Marzocco produce Jay nella colorazione nera e in acciaio inossidabile, come nelle foto del prodotto.

I colori La Marzocco (immagine concessa)

Per maggiori info basta cliccare qui

Al Trieste Coffee Experts è in programma la prima edizione degli Stati generali del caffè

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Stati Generali caffè 2025 (immagine concessa)

TRIESTE – Gli Stati generali del caffè rappresentano il primo tavolo nazionale dedicato al settore, capace di riunire le principali associazioni italiane e non solo.

Un format che nasce da un senso di urgenza e da una consapevolezza condivisa: la filiera globale del caffè sta attraversando una serie di cambiamenti senza precedenti, una trasformazione rapidissima che trascina con sé dinamiche complesse e nuove sfide.

Protagonisti di questa cornice saranno alcuni tra i nomi più autorevoli del settore, figure che incarnano l’intera complessità della filiera del caffè.

Arianna Mingardi dell’Associazione Caffè Trieste, porterà la voce del territorio e della storica tradizione caffeicola triestina.

Dal livello internazionale e associativo interverranno Massimiliano Fabian per l’European Coffee Federation, Francesca De Feo per Unione Italiana Food – Comitato Italiano del Caffè e Paolo Ghidotti per l’European Vending & Coffee Service Association, offrendo una lettura ampia e istituzionale delle dinamiche globali del settore.

Il panorama italiano dell’espresso e delle sue istituzioni sarà rappresentato anche da Alessandro Borea dell’Istituto Espresso Italiano, Omar Zidarich del GITC, Roberto Nocera di UCIMAC e il Conte Giorgio Caballini di Sassoferrato del Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale, a testimonianza della solidità e della pluralità della filiera nazionale.

Accanto a loro, il mondo dello specialty coffee sarà raccontato da Alberto Polojac di SCA Italia.

Chiuderanno il quadro le prospettive della sostenibilità e dell’inclusione, con gli interventi di Eleonora Pirovano di IWCA, l’associazione delle donne attive nella filiera del caffè, e Petra Zambelli di Fairtrade, l’organizzazione de commercio equo e solidale.

Tre tavoli tematici

Gli Stati Generali saranno strutturati in tre tavoli tematici, ciascuno dei quali vedrà la partecipazione di 3-4 relatori, che avranno a disposizione 5 minuti per argomentare la tematica proposta dall’Event Director, Andrea Bazzara. Al termine degli interventi sarà aperto un momento di confronto diretto con la platea.

Il format contribuirà alla realizzazione di un Paper che ripercorrerà focus e approfondimenti emersi durante le fasi di dibattito.

Un confronto sulle criticità del settore

Un confronto necessario, perché proprio dalle percezioni e dalle esigenze degli operatori emergono alcune delle criticità più urgenti che il settore sta affrontando. Tra queste, le tensioni sui prezzi, che rappresenteranno il tema focale del primo tavolo tematico dal titolo “Il costo del futuro: equilibrio tra crisi, mercati, tendenze e opportunità”, sono solo uno dei segnali più evidenti di uno scenario globale in profonda trasformazione.

Negli ultimi anni, infatti, la filiera del caffè si è trovata a fronteggiare una sequenza di shock ravvicinati – climatici, speculativi, logistici, geopolitici e normativi – che stanno ridisegnando modelli di approvvigionamento, costi, qualità e strategie aziendali. Da qui nasce l’urgenza di sviluppare una nuova governance del comparto, basata su capacità previsionali, analisi dei rischi, cooperazione internazionale e una visione unitaria tra imprese e associazioni.

A queste pressioni si affianca una trasformazione altrettanto profonda dal lato del mercato: nuovi consumi, nuovi format, nuove generazioni e nuovi linguaggi stanno ridefinendo il modo in cui il mondo percepisce e vive l’espresso italiano.

Una competizione internazionale sempre più accesa – tra specialty, catene globali, micro-roastery e brand emergenti – mette in discussione il ruolo dell’espresso nostrano e ci invita a ripensarlo tra tradizione e rivoluzione, focus del secondo tavolo. L’obiettivo è costruire un’identità contemporanea e condivisa, capace di valorizzare e ripensare il posizionamento di questo patrimonio culturale italiano e allo stesso tempo aprirlo a un pubblico globale, più giovane, più formato e informato e soprattutto più attento alla qualità.

Il tema della sostenibilità

Infine, nel confronto con le nuove normative europee e con un consumatore sempre più sensibile ai temi ambientali e sociali, emerge la necessità di progettare una “sostenibilità sostenibile”, concreta, misurabile e accessibile anche alle piccole imprese: sarà questo il cuore del terzo tavolo tematico.

Una sostenibilità che superi il greenwashing, che definisca criteri condivisi lungo tutta la filiera, che promuova nuove leadership – a partire dalle donne del caffè – e che costruisca un vero patto tra produttori, torrefattori e consumatori, includendo anche temi come economia circolare, packaging a basso impatto e informazione trasparente.

Uno sguardo complessivo, dunque, per comprendere dove sta andando il mondo del caffè oggi e quali scelte siamo chiamati a fare per costruirne il domani.

loghi Trieste Coffee Experts (immagine concessa)

La Spaziale presenta a HostMilano la nuova S25

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la spaziale
La nuova S25 (immagine concessa)

CASALECCHIO DI RENO (Bologna) – Presentata in anteprima a HostMilano e in attesa dell’entrata in produzione nel 2026, la nuova S25 de La Spaziale rappresenta l’evoluzione naturale del concetto di macchina professionale: un concentrato di tecnologia, efficienza energetica e design pensato per accompagnare ogni barista nella realizzazione di un espresso impeccabile, tazza dopo tazza.

Design che parla il linguaggio del futuro

La S25 si distingue per un’estetica curata nei minimi dettagli. Le sue linee essenziali e contemporanee sono valorizzate da una gamma cromatica che unisce eleganza e personalità.

Quattro varianti di colore – nero, bianco, argento lunare e bronzo – permettono di integrare la macchina in qualsiasi ambiente professionale, dal locale dallo stile classico a quello più innovativo e di tendenza.

La S25 si distingue per un’eleganza essenziale e un carattere deciso, esaltati dalle diverse finiture disponibili.

Ogni colore ne interpreta la personalità in modo unico, valorizzando la purezza delle forme, la forza del design e lo stile raffinato che ne amplifica l’identità. A completarne l’impatto visivo contribuisce l’illuminazione del piano tazze con LED che non altera la percezione del colore del caffè in tazza, insieme ai LED RGB dei gruppi, regolabili in colore e intensità, che oltre a indicare lo stato macchina la caratterizzano a livello estetico.

La macchina presentata a HostMilano (immagine concessa)

Prestazioni intelligenti e sostenibili

Sotto la carrozzeria, la S25 nasconde un cuore altamente tecnologico: vanta una gestione energetica evoluta grazie al sistema di gestione intelligente delle resistenze, che ottimizza i consumi in base alle reali esigenze operative.

Gestione energetica evoluta

Tre modalità operative consentono di adattare il comportamento della macchina ai diversi momenti della giornata:

  • Eco: Questa modalità è pensata per ridurre i consumi nelle ore di minor carico.
  • Normal: Garantisce la massima efficienza in condizioni standard di lavoro.
  • Boost: Progettata per affrontare con prontezza i picchi di lavoro, garantendo un rapido recupero della temperatura e mantenendo la stabilità termica essenziale per le estrazioni di alta qualità, anche nelle situazioni più intense.

Questo approccio intelligente si traduce in risparmio energetico, minore impatto ambientale e performance sempre costanti, indipendentemente dal carico di lavoro.

La funzione Economy della macchina inoltre, è attivabile sia manualmente che tramite timer, consentendo al barista di programmare lo spegnimento o il passaggio a un regime di risparmio energetico negli orari di chiusura o nelle situazioni più intense.

Tecnologia che comunica

Un dettaglio (immagine concessa)

La S25 è dotata di un display touch capacitivo da 4.3”, che offre un’interfaccia altamente intuitiva. Questo display consente all’operatore di programmare e selezionare rapidamente tutti i parametri operativi, garantendo un’immediata interattività. L’elevata ergonomia digitale semplifica notevolmente l’esperienza d’uso e garantisce la massima flessibilità di utilizzo anche nei momenti di maggiore intensità di lavoro.

La S25 si distingue inoltre per la accuratezza della termoregolazione elettronica: il sensore digitale di pressione assicura la massima reattività e stabilità del regime termico per una gestione impeccabile della temperatura di estrazione, elemento chiave per garantire sempre una elevata costanza del risultato in tazza.

La S25 integra come optional:

  • MAT 4.0: un sistema di emulsione automatica del latte che, grazie a un apporto di aria costante, ottimizza la miscelazione con il vapore per garantire consistenza e cremosità costanti, omogeneità e compattezza per cappuccini e bevande a base di latte sempre perfetti.
  • ITC Technology (Individual Temperature Control): permette la regolazione elettronica indipendente della temperatura di ogni gruppo erogatore, offrendo al barista piena libertà di personalizzazione e la massima flessibilità di estrazione, fondamentale in caso di utilizzo con diverse miscele di caffè.

S25, sintesi perfetta di design e innovazione tecnologica.

Alessandro Bonasera, sommelier AIS e coffee expert, in Albania per la presentazione della Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia

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Alessandro Bonasera (immagine concessa)

VALONA – Alessandro Bonasera, commercialista, sommelier AIS e coffee expert, è appena rientrato da Valona, in Albania, dove ha preso parte all’evento dedicato alla promozione del caffè italiano organizzato nell’ambito della X edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. A noi racconta impressioni e momenti salienti di questa esperienza.

L’espresso italiano in Albania

“Lo scorso 20 novembre ho avuto l’onore e il piacere di partecipare ad un evento per la promozione dell’Italian Coffee Style a Valona in Albania durante la X edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Alessandro Bonasera durante la presentazione (immagine concessa)

Un appuntamento che ha visto impegnato il Consolato Generale d’Italia a Valona guidato dal console Achille Provenzano, in una rassegna di quattro giornate dedicate alla gastronomia italiana tra salute, cultura e innovazione.

Una delle giornate è stata dedicata a uno dei simboli più riconosciuti della cultura gastronomica nazionale il caffè dal titolo “Il caffè all’italiana”.

Al centro dell’iniziativa, la presentazione della Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia curata dai coffee expert Andrej Godina e Mauro Illiano, uno strumento che racconta le origini e la filiera del caffè ripercorrendo il territorio nazionale, suddiviso per regione, con la recensione delle torrefazioni selezionate per le quali vengono fornite informazioni di contatto, una breve storia dell’azienda, lo stile produttivo e soprattutto vengono presentati i caffè degustati per estrazione e recensiti per il loro flavore.

La Guida si rivolge a coloro che vogliono avvicinarsi al mondo del caffè o che scelgono di diventare consumatori più consapevoli.

Durante il mio intervento ho accompagnato i partecipanti in un percorso alla scoperta della lunga e complessa filiera del caffè, partendo dal racconto dei Paesi di origine, passando per i metodi di raccolta, di tostatura ed estrazione, offrendo una panoramica più chiara e dettagliata sulle note aromatiche e sensoriali da ritrovare in una tazzina di caffè, senza dimenticare il lavoro svolto dalle micro torrefazioni artigianali e quello delle storiche realtà familiari, arrivando alle nuove realtà che uniscono innovazione e rispetto per la materia prima.

Parlando del caffè all’italiana ho scelto di concentrarmi sulle icone che incarnano la tradizione domestica del nostro Paese, strumenti entrati a pieno titolo nella nostra storia quotidiana: dalla Cuccuma napoletana, antica e affascinante custode di un rituale lento, alla Moka, simbolo universale dell’italianità, fino al metodo Espresso, oggi riconosciuto come autentico ambasciatore del gusto italiano nel mondo.

Attraverso esempi pratici e approfondimenti di natura tecnica, ho messo in evidenza come ciascun metodo estrattivo si distingua per specifiche dinamiche di pressione dell’acqua, temperatura e modalità di percolazione, elementi che concorrono a generare profili aromatici peculiari e a definire il carattere sensoriale della bevanda finale. Nel dialogo con i partecipanti abbiamo affrontato anche alcuni miti, ancora sorprendentemente radicati, riguardanti le procedure considerate “corrette” per ottenere un buon caffè.

La giornata di presentazione (immagine concessa)

Il confronto, sempre costruttivo e partecipato, ha confermato come il caffè non sia soltanto una bevanda, ma rappresenti un patrimonio culturale condiviso, un rito quotidiano capace di custodire tradizione, identità e soprattutto memoria.

I partecipanti hanno avuto l’occasione di mettersi alla prova attraverso una degustazione comparata di due miscele firmate da una delle più importanti torrefazioni di Napoli, partner ufficiale dell’evento: Crema Intenso ed Extra Crema. Guidati passo dopo passo, si sono cimentati nel riconoscere il diverso flavore delle due proposte, valutandone la tostatura, la struttura gustativa e l’evoluzione aromatica. L’esperienza sensoriale li ha portati a cogliere sfumature spesso trascurate nella quotidianità, come le note di cioccolato, frutta secca o spezie, e a comprendere come il profilo aromatico cambi in base alla composizione della miscela e alla curva di tostatura adottata.

La degustazione ha rappresentato anche un momento di vera formazione: attraverso l’assaggio, i partecipanti hanno imparato a distinguere con maggiore consapevolezza le differenze tra le due principali specie botaniche, Arabica e Canephora nella variante Robusta, analizzandone corpo, acidità, persistenza e complessità.

Ciò ha permesso di approfondire il legame tra tostatura e intensità aromatica, comprendendo come ogni fase del processo influenzi la qualità finale in tazza. Sono stati inoltre introdotti i criteri fondamentali per valutare correttamente un caffè, offrendo strumenti utili per maturare un nuovo approccio, più critico e informato, verso questa bevanda così radicata nella nostra cultura.

L’evento ha saputo coniugare divulgazione, cultura e valorizzazione del Made in Italy, mettendo in luce il ruolo del caffè come elemento identitario capace di raccontare, allo stesso tempo, storia, tradizione e innovazione. In questo modo si è perfettamente allineato allo spirito della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, iniziativa che promuove la ricchezza gastronomica italiana nel panorama internazionale, rafforzando il legame tra eccellenza produttiva e patrimonio culturale.

Da non dimenticare come questa iniziativa abbia rappresentato anche un’importante occasione di dialogo e incontro tra Italia e Albania, resa possibile grazie al potente canale della cultura gastronomica italiana e, in particolare, attraverso il linguaggio universale del caffè. L’evento ha permesso non solo di condividere saperi e tradizioni, ma anche di creare uno spazio di confronto aperto, in cui professionisti del settore, istituzioni, appassionati e semplici curiosi hanno potuto scambiare esperienze, prospettive e visioni future.

In questo contesto, il caffè si conferma un ponte privilegiato: una bevanda capace di abbattere distanze, avvicinare culture diverse e stimolare nuove forme di cooperazione. La sua storia, che intreccia rotte commerciali, rituali domestici e innovazioni tecniche, diventa ancora una volta testimonianza concreta di come un prodotto tanto quotidiano possa trasformarsi in un potente veicolo di dialogo internazionale.

Attraverso un semplice sorso, il patrimonio gastronomico si rivela dunque un motore di connessione, crescita e reciproca valorizzazione, capace di generare nuove opportunità e di rafforzare il senso di appartenenza a una comunità più ampia. L’auspicio è che iniziative come questa continuino a moltiplicarsi, contribuendo a valorizzare e far crescere la cultura del caffè nel mondo”.

                                                                                                   Alessandro Bonasera

Torino, Nadia Giacomelli è la nuova campionessa del Master Coffee Grinder Championship: prima donna a vincere su quattro edizioni

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La campionessa Nadia Giacomelli (foto, crediti: Elena Ababii)

TORINO – La finale nazionale del Master Coffee Grinder Championship 2025 ha regalato alla comunità del caffè italiano un momento unico nella storia di questo campionato.

Per la prima volta delle quattro edizioni del campionato di macinatura, sul gradino più alto del podio sale una donna: Nadia Giacomelli, che conquista il titolo di Coffee Consultant MCGC al termine di una gara serratissima ospitata negli spazi del Mercato Centrale Torino, all’interno dell’evento Coffee Reload.

Un pubblico numeroso, competente e curioso ha accompagnato una giornata densa, che ha saputo unire tecnica, spettacolo e cultura del caffè. Il campionato, patrocinato da ASCOM, EPAT Torino e ASA, si conferma una delle competizioni più formative e seguite della coffee community italiana.

Un Honduras naturale tostato da Andrea Antonelli al centro della sfida

Durante il breefing è stato svelato il caffè protagonista: un Honduras naturale, varietà Pacas, coltivato nella finca Azul che si trova nella regione di La Paz e tostato dalla roastery Antonelli Specialty Coffee, già trainer dell’unica Academy autorizzata alla formazione sul campionato di macinatura.
Un caffè complesso, aromatico, ricco di note fruttate e struttura, che richiedeva precisione tecnica e sensibilità sensoriale per essere interpretato al meglio.

E proprio qui Nadia Giacomelli ha fatto la differenza.

La gara: solo venti minuti per dimostrare talento, metodo e visione

I sei finalisti Cosimino D’Ambrosio, Tania Maifredi, Andrea Lo Rizzo, Nadia Giacomelli, Riccardo Vassallo e Federico Lombardo hanno affrontato le nuove prove della finale:

  • 5 minuti per l’estrazione con Pump My Moka in modalità analogica, ovvero utilizzando un vecchio bollitore per l’acqua, una bilancia a basculante ed il grinder manuale Pietro di Fiorenzato.
  • 20 minuti di consulenza simulata per presentare la tazza migliore, spiegare la ricetta, motivare le scelte tecniche e rendere commercialmente efficace il risultato.

Una finale tecnica e tiratissima, condotta su attrezzature di alto livello come le macchine Dalla Corte Studio e i nuovi filtri BIT, presentati nella masterclass introduttiva da Sauro Dall’Aglio e il grinder gravimetrico Fiorenzato F64 Evo Sense, che grazie ad una precisissima bilancia incorporata lascia al barista solo il compito della regolazione della macinatura, garantendo dose costante e sicura.

Il podio: Giacomelli di un soffio davanti a D’Ambrosio, terza Maifredi

A spuntarla è stata Nadia Giacomelli, che ha saputo cogliere e valorizzare con eleganza e competenza ogni sfumatura del caffè di Antonelli.

Questione di dettagli per il secondo classificato, Cosimino D’Ambrosio, mentre il terzo posto va a Tania Maifredi, che completa un podio di altissimo livello tecnico.

Alla campionessa vanno:

  • Titolo di Coffee Consultant 2025
  • La targa ufficiale realizzata da Parallelolab
  • Un grinder Fiorenzato F64 Evo Sense
  • Numerosi omaggi dagli sponsor

Un risultato importantissimo non solo per la qualità della prestazione, ma per il significato simbolico: è la prima volta che due donne sono presenti sul podio, dimostrando che anche in pedana, il caffè parla con una voce nuova. Le ragazze hanno ricevuto uno speciale ringraziamento ed i complimenti da parte di Eleonora Pirovano, presidente dell’IWCA

Il ringraziamento da parte dell’organizzazione va a tutti gli sponsor, veri pilastri di un format che ogni anno cresce in qualità. Quest’anno hanno sostenuto il campionato Fiorenzato – Dalla Corte – IPA Porcellane – Brita – DVG De Vecchi – Pulycaff – Antonelli Academy – Metallurgica Motta – Bialetti – Pump My Moka – Bargiornale – Barista Improving Taste (BIT Filtri) – Antonelli Specialty Coffee – Costadoro Caffè – Brazilcafè – Santino Caffè – Parallelolab

Un grazie particolare a Mercato Centrale Torino per l’ospitalità e ad ASA, Associazione Stampa Agroalimentare per l’impeccabile organizzazione di Coffee Reload, evento che ha registrato un’affluenza viva, trasversale e partecipe.

Coffee Reload: pubblico, cultura e trasparenza

Durante la giornata, i roaster presenti hanno potuto far degustare i loro specialty coffee, raccontandoli con quella competenza e trasparenza che sono diventati i valori guida dell’evento, emersi con forza anche nei numerosi talk condotti dai giornalisti ASA.

Una finale che segna un percorso

Questa edizione del Master Coffee Grinder Championship non ha solo incoronato una campionessa: ha mostrato un settore in pieno fermento, in cui la professionalità cresce e il dialogo fra operatori si fa sempre più ricco.

Una gara che non celebra solo la macinatura: racconta la cultura, la responsabilità e la visione del caffè contemporaneo.

Fabio Verona