PALERMO – Più di cinquemila appassionati hanno affollato il Palermo Coffee Festival, l’evento dedicato agli specialty coffee e alle connessioni con il mondo del vino, dell’olio e di altre eccellenze, che si è svolto il 6 e 7 giugno al Palermo Marina Yachting. Il festival, giunto alla terza edizione, è organizzato da Morettino, storica torrefazione di Palermo che da cento anni diffonde la cultura del caffè. Partner di quest’anno sono stati Gambero Rosso, Sca Italy – Specialty Coffee Association e Slow Food Coffee Coalition.
La terza edizione del Palermo Coffee Festival
Lo scopo del Palermo Coffee Festival è quello di creare e diffondere la cultura del caffè, mettendola a confronto con le filiere del vino e dell’olio e di altre eccellenze, intorno alle quali c’è già adesso una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori.
Lo scenario della terza edizione è stato un luogo da poco restituito alla città, un’area portuale che un tempo accoglieva navi, vascelli e velieri carichi di spezie e merce proveniente da tutto il mondo e che oggi ha ridato a Palermo e ai suoi abitanti la possibilità di riavvicinarsi al mare, grazie a un progetto innovativo di rigenerazione urbana.
Da questo ritrovato contatto con il Mare nostrum ha preso forma il tema dell’edizione 2025: Panormos: viaggio tra filiere, popoli e culture. Il concetto del viaggio che si traduce nella contaminazione tra mondi diversi – dal caffè al vino, dall’olio al cioccolato – e che si riflette nei dialoghi tra produttori, esperti e appassionati. Un’integrazione non solo di filiere e gusti, ma di culture, anime e visioni.
Un fitto programma di masterclass, dibattiti, degustazioni, live show e competizioni ha animato la due giorni al Molo trapezoidale. Grandissimo successo per le masterclass dedicate agli Specialty Coffee e ai caffè etici di Slow Food Coffee Coalition, al confronto caffè e vino, caffè e olio e caffè e cioccolato, organizzate in collaborazione con il Gambero Rosso.
A condurle Andrej Godina e Mauro Illiano (curatori della Guida delle torrefazioni del Gambero Rosso), Marzio Taccetti (coordinatore editoriale della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso), Maria Antonietta Pioppo (Wine Master sommelier e degustatrice ufficiale di olio EVO), Emanuela Dughera (Slow Food Coffee Coalition), accompagnati da Arturo e Andrea Morettino.
Novità dell’edizione 2025 le gare itineranti di caffetteria e Latte art di Sca Italy – Specialty Coffee Association, rivolte a tutti i baristi, ma anche a studenti degli istituti professionali, che danno accesso alle selezioni ufficiali per le finali nazionali, con volo, vitto e alloggio offerto da Sca Italy.
I vincitori di questa tappa palermitana sono stati Giuseppe Posante per “Coffee Triathlon” e Christian Coglitore per “Latte Art Throwdown”. L’edizione di quest’anno ha avuto un focus particolare sull’arte della tostatura, grazie alla presenza di Paolo Scimone, giudice nei concorsi internazionali e trainer Sca, che ha coinvolto addetti ai lavori ma anche semplici coffee lover che si sono cimentati nella tostatura di alcune miscele di caffè.
Venti tra le migliori micro roastery d’Italia hanno fatto conoscere i propri caffè a tantissimi curiosi e permesso di avvicinare al mondo degli Specialty Coffee anche al grande pubblico. Contemporaneamente i live show di Giuseppe Fiorini, campione italiano di Latte art, hanno fatto conoscere le tecniche di decorazione dei cappuccini con latte vaccino e bevande vegetali.
Affollatissimi anche i dibattiti con Valentina Palange sullo stato del caffè in Italia e quello sulle colture tropicali nell’Isola (caffè, canna da zucchero e tabacco), e il live show di Antonio Cappadonia che ha preparato la granita al caffè con l’antico metodo delle neviere. Infine, la Coffee Mixology è stata la protagonista degli eventi serali del festival, grazie alla collaborazione con Palermo Cocktail Week.
“Si conclude la terza edizione del Palermo Coffee Festival, un evento unico in Italia che continua a crescere di anno in anno in attrattività, partecipazione e coinvolgimento di un pubblico curioso ed appassionato – commenta Andrea Morettino, ideatore del festival – Siamo orgogliosi della risposta dei tantissimi ospiti che sono accorsi al festival e della crescente sensibilità intorno al mondo del caffè e alle sue contaminazioni. Questo successo ci motiva a continuare sulla strada della divulgazione della cultura del caffè offrendo sempre maggiori occasioni alla nostra città per attrarre un pubblico internazionale e scoprire il fascino di una bevanda tanto diffusa in Italia, quanto ancora poco conosciuta e valorizzata”.
“Il Palermo Coffee Festival al Molo trapezoidale è un’occasione straordinaria per valorizzare le eccellenze locali e riscoprire il nostro porto come luogo di cultura e incontro – afferma il sindaco di Palermo Roberto Lagalla – Un luogo dove, insieme all’Autorità portuale, stiamo portando avanti un percorso concreto verso la rigenerazione urbana dell’area portuale, restituendola ai cittadini e integrandola nel tessuto vivo della città, in una visione moderna e sostenibile di sviluppo.”
Tra 25 anni il carovita aumenterebbe del 255% con un differenziale di 65 mila euro all’anno e un caffè potrebbe arrivare a 4,26 euro: questi sono i dati condivisi dallo studio condotto da Moneyfarm per il Corriere della Sera. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul quotidiano.
Il costo del caffè nel 2050
MILANO – Immaginiamo i prezzi dell’Italia nel 2050. Parametrandoli allo storico di crescita dell’inflazione. Un’analisi suggestiva basata su solidi fondamenti scientifici che finisce per interrogarci sulla necessaria crescita dei salari da qui ai prossimi anni. Altrimenti il carovita, già diventato insostenibile per la classe media, diventerà ancor più intollerabile con possibili pesanti ripercussioni sulla tenuta della società nel suo insieme.
Nell’elaborazione ci facciamo aiutare da Moneyfarm che in esclusiva per il Corriere della Sera ha realizzato una fotografia prospettica da qui ai prossimi 25 anni, a conti fatti l’arco di un altro Giubileo.
Così scopriamo che una tazzina di caffè al bar, a quella data, potrebbe arrivare a costare 4,26 euro, solo per effetto dell’inflazione. Per capire come avviene questo calcolo partiamo dalle premesse metodologiche. Prendiamo ad esempio in considerazione che negli ultimi venticinque anni l’inflazione media si è attestata intorno all’1,9%, valore sovrapponibile al target del 2% stabilito dalla Bce.
Ciò significa che nel 2050 i prezzi potrebbero crescere di oltre la metà rispetto a quelli del 2024 (+64%). Il conto cambierebbe, e in peggio, se si prendesse come riferimento l’inflazione media dal 1948 ad oggi, pari al +5,2% su base annua: in questo caso, nel 2050 il carovita toccherebbe il +255% rispetto al 2024.
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MILANO – Il prezzo del cacao ha raggiunto livelli record a livello globale, con un aumento del 220% tra il 2022 e il 2025 e picchi di oltre 10.000 euro a tonnellata. Una crescita senza precedenti che coinvolge direttamente l’Italia – tra i maggiori importatori europei – e che si riflette, seppur in misura più contenuta, sul prezzo al dettaglio del cioccolato.
A fotografare questo fenomeno è una nuova indagine di Altroconsumo, che ha analizzato cosa succede nell’intera filiera del cacao, dalla produzione agricola alle borse merci, fino agli scaffali dei supermercati.
Il prezzo del cacao
La produzione globale di cacao è concentrata prevalentemente in Africa occidentale, con Ghana e Costa d’Avorio che da soli coprono circa la metà del totale. Ma la filiera negli ultimi anni è messa a dura prova da eventi climatici estremi, malattie delle coltivazioni e un progressivo invecchiamento delle piantagioni. A fronte di una domanda globale in costante crescita, alimentata anche dall’espansione dei consumi in Asia, l’offerta fatica a tenere il passo.
Questa tensione tra domanda e offerta ha contribuito a spingere verso l’alto i prezzi della materia prima. A ciò si aggiunge un’altra variabile chiave: la speculazione finanziaria. Considerato sui mercati internazionali come commodity, il cacao è oggetto di scambi attraverso contratti futures, strumenti nati per stabilizzare i prezzi ma spesso usati a fini speculativi.
Dal 2023 in poi, l’effetto combinato di fattori reali e finanziari ha generato un’escalation dei prezzi. A gennaio 2025 si è raggiunto il picco di oltre 10.000 euro per tonnellata, con un aumento del 220% rispetto al 2022. Anche i prezzi all’importazione in Italia sono triplicati in tre anni, passando da 3.500 a 12.000 euro a tonnellata.
L’indagine Altroconsumo
Altroconsumo ha voluto verificare in che modo i recenti movimenti nelle quotazioni della materia prima cacao e l’instabilità dei mercati finanziari abbiano inciso sulla spesa dei consumatori. A tal fine è stata condotta un’analisi su 93 tavolette di cioccolato fondente vendute nella grande distribuzione italiana, rilevandone i prezzi ogni anno a marzo, in oltre mille punti vendita. I dati parlano chiaro: solo 4 prodotti su 93 hanno registrato un calo di prezzo nell’ultimo anno, e si tratta di ribassi modesti, tra l’1% e il 6%. Tutti gli altri – ben 89 tavolette – hanno subito aumenti compresi tra il 2% e il 90%. L’incremento medio del prezzo al chilo è stato del 17% solo nell’ultimo anno. Ma l’aumento diventa ancora più marcato se si guarda più indietro: rispetto al 2023 l’incremento è del 23% e rispetto al 2022 del 36%.
Ma non si tratta solo di aumenti medi. Anche la distribuzione per fascia di prezzo racconta un cambiamento radicale: nel 2021, il 24% delle tavolette costava meno di 10 euro al chilo. Oggi questa fascia rappresenta appena il 3% dell’offerta. Al contrario, i prodotti con prezzo superiore ai 20 euro al chilo sono saliti dal 17% al 47% in cinque anni. Questo significa che il cioccolato fondente è diventato un prodotto significativamente più caro, e in modo generalizzato.
In questo contesto, le promozioni continuano a svolgere un ruolo importante nel contenere i rincari. Il risparmio medio garantito dagli sconti è rimasto stabile nel tempo, passando dal 15% nel 2021 al 18% nel 2025. Per chi acquista in modo attento e approfitta delle offerte, è ancora possibile risparmiare qualcosa senza rinunciare alla qualità.
L’impennata dei costi all’origine del cacao ha portato rincari anche sul prezzo al consumo del cioccolato. Gli aumenti dei prezzi al dettaglio, però, sono stati più contenuti rispetto agli aumenti della materia prima, segno che una parte dell’impatto è stato assorbito lungo la filiera. Non è da escludere, però, il proseguimento dei rincari per il cioccolato anche per i prossimi mesi.
Nota metodologica
Prezzi al dettaglio del cioccolato: dati Altroconsumo ottenuti da una rilevazione condotta in tutte le regioni italiane, presso oltre 1.000 punti vendita della grande distribuzione. L’indagine, svolta ogni marzo dal 2021 al 2025, ha rilevato i prezzi delle tavolette di cioccolato fondente.
Quotazionidelcacao: Elaborazioni Altroconsumo su dati ICCO (quotazioni dei contratti futures alle Borse di Londra e New York) e su dati Ismea (Banca Dati Commercio Estero Agroalimentare Nazionale).
Altroconsumo è la più grande organizzazione indipendente di consumatori in Italia e parte di Euroconsumers, la principale rete di consumatori al mondo che rappresenta circa 1,5 milioni di persone in Italia, Belgio, Spagna e Portogallo.
Da oltre 50 anni, Altroconsumo è un riferimento autorevole per i cittadini: tutela e promuove i diritti dei consumatori, li informa con spirito critico, indipendente e rigore scientifico. Soci, “fan” e simpatizzanti, formano la comunità di oltre un milione di persone, con cui l’organizzazione dialoga e interagisce. Con i suoi 240 professionisti lavora per costruire un mercato più equo e trasparente, promuovendo il confronto e la collaborazione con imprese, Istituzioni e Terzo settore.
È inoltre membro del BEUC (Bureau Européen des Unions de Consommateurs), organizzazione ombrello che riunisce 46 sigle indipendenti di consumatori in 32 Paesi europei ed è parte di ICRT (International Consumer Research & Testing), consorzio mondiale per ricerche e test indipendenti su beni e servizi.
Con oltre 30 azioni concrete, la Commissioneeuropea punta a riparare il ciclo idrico, ridurre le perdite, migliorare la qualità delle acque e affrontare l’emergenza climatica e infrastrutturale. In campo anche la Banca Europea per gli investimenti con 15 miliardi di euro entro il 2027. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Marco La Rocca per il portale d’informazione Eu News.
Il piano della Commissione europea per l’acqua
Bruxelles – Un’Europa capace di resistere agli shock idrici del futuro, ma anche di ricostruire il proprio rapporto con l’acqua a partire da efficienza, investimenti, governance e cooperazione. È questo l’obiettivo della prima Strategia per la resilienza idrica adottata oggi (4 giugno) dalla Commissione europea, e presentata da Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva responsabile per la transizione competitiva, e dalla commissaria all’Ambiente, Jessika Roswall.
Negli ultimi dieci anni, il numero di europei colpiti dalla scarsità d’acqua è quasi raddoppiato, mentre circa il 30 per cento del territorio dell’Ue ogni anno sperimenta condizioni di siccità. Ma è l’intero ciclo dell’acqua a essere sotto pressione: troppe perdite, troppo inquinamento, troppa poca attenzione a un bene che, ha ricordato Ribera, “non è infinito, né gratuito, né sempre pulito”.
La strategia della Commissione punta su cinque priorità: ripristinare il ciclo dell’acqua, costruire un’economia “water smart”, garantire acqua pulita e accessibile a tutti, accelerare l’innovazione e migliorare la governance.
Il messaggio politico è chiaro: la sicurezza idrica non è più solo una questione ambientale, ma una condizione fondamentale per la competitività, la salute pubblica e la stabilità economica dell’Unione.
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MILANO – La colazione, il primo pasto della giornata, diventa protagonista assoluta del libro pubblicato da Viola Editrice e scritto a tre mani da Linda Fiumara, Carmen De Sarno e Enza Ruggiero, due insegnanti e un avvocato, ma soprattutto tre scrittrici appassionate di questo importante momento che non è solo nutrimento del corpo, ma anche dello spirito. Titolo: “Il posto del cuore, guida pratica alle migliori colazioni italiane“. Già viene l’acquolina in bocca a immaginarsi tutti i luoghi in cui potersi sedere per avere un’esperienza di prima mattina, diversa dalle altre.
Il posto del cuore: un viaggio geografico e non solo
Sì perchè si entra negli spazi fisici tra Bakery e locali storici in giro dal Nord al Sud Italia, ma la realtà è che, quando si parla di colazione, si deve fare i conti con le emozioni, le sensazioni che un’offerta può stimolare rispetto ad un’altra.
La colazione è un rito, affermano le autrici, all’interno del quale è compreso un altro rito tutto italiano, ovvero, quello dell’espresso. Il caffè infatti e la sua versione allungata, sua maestà cappuccino, non potevo mancare all’interno di una guida che vuole raccontare innanzitutto la colazione all’italiana e poi quella internazionale.
Nella Patria della tazzina, parte il percorso mappato di luoghi, che poi sono più che altro persone, ciascuna con la propria idea di colazione.
La lista dei locali che sono stati raccontati nelle oltre 200 pagine de Il posto del cuore, viene poi interrotta saltuariamente da giochi interattivi, attraverso i quali le autrici possono dialogare e scherzare con i propri lettori.
Ecco che in questo modo il principio della convivialità che è sotteso nel concetto della colazione, torna in vita con quiz, questionari, piccoli test che tengono costantemente stimolati gli occhi, la mente, un po’ lo stomaco.
Viene fame a leggere quello che si può gustare in questi posti, e così la curiosità di andare subito a cercarli su internet, già pianificare un ipotetico itinerario per provare di persona le specialità di cui si parla nel libro.
Largo alla tradizione – che comunque riserva delle soprese, perchè una brioche non è sempre la stessa se si passa da Milano alla Sicilia – ma anche spazio alle influenze internazionali. Dalla colazione intercontinentale all’higgye finlandese, dal cornetto vuoto al bagel con formaggio, sino al brunch UK e ai super pancake soffici direttamente dal Giappone: tutto è concesso purché sia qualcosa che dà innanzitutto gioia.
Questo il punto focale, il trait d’union de Il posto del cuore, che vuole unire tutti a tavola attorno al piacere del cibo e delle bevande.
Interessante anche la parentesi dedicata all’evoluzione storica dei caffè letterari in tutta Europa e, di pari passo, delle abitudini di consumo legate al caffè, poi alla cioccolata: la cultura dei Paesi, gli uomini che ne hanno segnato i passaggi epocali, passano spesso per le caffetterie, con in mano una tazzina.
Si arriva fino ai giorni d’oggi, dove la colazione a volte si perde nella frenesia quotidiana, e pure non si dimentica mai – un po’ come il primo amore – che sia al bar oppure tra le mura domestiche: al punto che chiunque, anche chi si è abituato a saltarla nella sua vita di adulto, sa benissimo come rispondere ai test sulle preferenze.
Nessuno ha eliminato davvero dalla sua mente la sua colazione ideale. Che sia cinese o argentino, c’è sempre un ricordo preciso di un sapore, di profumi, che riportano indietro ad un’immagine ben delineata dalla memoria sensoriale.
Per questo motivo Il posto del cuore è quel libro che andrebbe regalato a tutti coloro che vogliono scoprire o riscoprire questo inizio di giornata, nel mondo, nella propria nazione, nella propria città. Magari facendo nuove conoscenze, aprendo la mente, oltre che, lo si può dare per scontato, le pance e i cuori.
Il posto del cuore è acquistabile a questo link al prezzo di 15 euro.
Lo storico Gran Caffè Gambrinus di Montecatini si rinnova con la festa di inaugurazione per il passaggio ai gestori del Bluewater group. L’obiettivo è rendere il locale un nuovo punto di riferimento per la città. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale La Nazione.
Il rinnovo del Gran Caffè Gambrinus di Montecatini
MONTECATINI TERME (Pistoia) – La città ritrova un pezzo della sua storia. Il Salotto degli Artisti, lo storico Gran Caffè Gambrinus di Montecatini, in viale Verdi, fondato nel 1913, è tornato a nuova vita con lo scopo di salvaguardare, promuovere e recuperare la sua storia e il suo vissuto.
L’obiettivo è rendere nuovamente il Gambrinus un punto di riferimento per la città e non solo, un luogo di socialità e di incontro, costantemente animato da un’offerta culturale e artistica continuativa. I nuovi gestori sono molto contenti di questa avventura.
“Entrare nei locali del Gambrinus – spiegano i gestori a La Nazione – è un viaggio a ritroso nella memoria storica del luogo, dove, dagli inizi del secolo scorso, si sono dati appuntamento tra i maggiori artisti e protagonisti della vita culturale, artistica e anche della dolce vita del nostro paese. Un posto dove si respira la storia. Il nostro sforzo è far tornare il Gambrinus a essere quello che è stato, uno dei maggiori centri culturali non solo di Montecatini ma dell’intera regione, la rinascita di un’icona, un luogo che appartiene alla memoria di questa città. Un’eredità importante, ce la metteremo tutta”.
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ROMA – In merito all’indagine diffusa da Banca d’Italia sul costo sociale dei pagamenti in Italia, Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi, mette l’accento su alcune questioni di particolare rilievo. La prima è che il costo complessivo degli scambi monetari risulta in leggero calo grazie alla crescita dei pagamenti elettronici, la cui quota sul totale delle operazioni di pagamento (circa 26 miliardi di transazioni) è arrivata oramai al 38,4%.
La seconda è che l’Italia, quanto a numero e valore medio delle transazioni con moneta elettronica, è ancora lontana dagli standard europei dove il primo è maggiore e il secondo inferiore.
La terza è che per gli esercenti il costo unitario di una transazione in contante (0,23 euro) rimane inferiore a quello delle carte di pagamento (0,28 euro).
A queste evidenze si aggiunge inoltre un elemento che desta particolare preoccupazione nel mondo degli esercenti, ovvero la progressiva riduzione dell’uso delle carte di debito (pagobancomat), che hanno costi significativamente più contenuti rispetto alle carte di credito.
Aldo Mario Cursano, vice presidente vicario di Fipe-Confcommercio: “I risultati emersi dall’indagine di Bankitalia evidenziano come sia necessario proseguire sulla strada della crescente riduzione dei costi delle transazioni fino ad azzerare quelli sui micropagamenti, che penalizzano pesantemente le imprese, in particolar modo quelle di piccole dimensioni”.
Aldo Mario Cursano aggiunge: “Si tratta di un’azione che potrà far bene anche alla diffusione dei pagamenti digitali perchè il maggior numero di transazioni che le persone fanno ogni giorno riguardano proprio le piccole spese. Tuttavia ciò di cui si avverte il bisogno è di avere una maggiore trasparenza e comparabilità dei costi per consentire alle imprese, soprattutto alle più piccole, di scegliere più facilmente e con consapevolezza”.
TRIESTE – L’Università del Caffè di illycaffè ha superato la prova del tempo, con 25 anni alle spalle di servizio a tutti coloro che sono spinti dal desiderio di formarsi e sviluppare competenze sulla filiera del chicco. Cosa c’è dietro un lavoro che riempie ancora oggi questi banchi di scuola e consegna al mercato i nuovi operatori del domani? La risposta arriva dal Direttore, Moreno Faina.
25 anni di Università del Caffè: partiamo proprio dal concetto di Università, che è particolare rispetto alle tante Scuole di formazione o Academy che poi sono nate di recente
“L’Università del Caffè nasce in illycaffè nel 1999 con la vocazione di sostenere la crescita e il miglioramento dell’intera filiera del caffè attraverso la formazione, la ricerca e la divulgazione della cultura del caffè sostenibile e di qualità. Questo patrimonio di esperienza e competenza è stato tradotto in progetti e attività didattiche e culturali che hanno elevato gli standard di riferimento, ponendo nuove sfide all’intero mercato del caffè.
In questi anni, l’impegno nel rispondere alle necessità dei diversi attori coinvolti lungo la filiera del caffè ha trovato, nella condivisione e nella divulgazione della conoscenza, un fattore cruciale per competere.
Questa attitudine verso il mercato ha posto al centro la creazione di valore nel tempo, attraverso la sostenibilità e la trasparenza, ed ha allargato gli ambiti di intervento, dal rapporto diretto con i professionisti dell’ospitalità al supporto di conoscenza e sensoriale per il consumatore finale fino alla condivisione delle migliori e più sostenibili pratiche agronomiche con i produttori di caffè.”
Quanti professionisti formati fin qui e quanti dall’Italia?
“L’Università del Caffè, attraverso le sue attività didattiche, di ricerca e di pubblicazione, contribuisce al miglioramento continuo della qualità del caffè in tutti i suoi aspetti: nei processi produttivi, nella preparazione delle bevande e nei servizi al cliente finale.
Dal 1999 a oggi, sono state formate oltre 366.000 persone, professionisti e consumatori, tra queste, più di 13.000 produttori di caffè, quasi la totalità dei nostri fornitori di caffè verde. Solamente nel 2024 sono state formate 18.200 professionisti e consumatori dei quali 6.700 in Italia.
I docenti delle 24 sedi UdC (compresa la sede di Trieste) seguono un percorso di accreditamento (che deve essere confermato annualmente) certificato da ACS (Assurance and Certification Solutions) all’interno di uno schema di certificazione. L’obiettivo è uscire dalla propria autoreferenzialità nel dare evidenza del proprio Know How e delle proprie competenze, attraverso la garanzia di un ente terzo.
Perché ancora oggi funziona questo vostra proposta formativa?
“La base di una proposta formativa vincente e contemporanea sta nella convinzione che la conoscenza rappresenti un investimento necessario per innalzare il valore economico, sociale e culturale del mercato del caffè e dei suoi protagonisti. Solamente una cultura diffusa della qualità può garantire una crescita sana e virtuosa, e in quanto tale, sostenibile.
La proposta formativa, diversificata per livelli di approfondimento, competenza ed esperienza pregressa, è dedicata ai produttori di caffè direttamente nelle piantagioni, al fine di produrre un caffè di qualità superiore sviluppando le migliori pratiche agronomiche; ai baristi ed ai professionisti dell’ospitalità, per soddisfare pienamente i propri clienti offrendo loro un’eccellente prodotto, la conoscenza della sostenibilità della filiera e una completa esperienza sensoriale; ai consumatori, agli amanti del caffè per consentire loro di conoscere questo straordinario prodotto da una nuova prospettiva e renderlo una meravigliosa scoperta culturale e sensoriale.”
Avete modificato la struttura dei vostri corsi in base alle esigenze degli iscritti? In che modo?
“La struttura dei corsi proposti dall’Università del Caffè sia in Italia che con il network delle filiali all’estero ha negli anni progressivamente ampliato e aggiornato l’offerta formativa.
Il costante monitoraggio della filiera del caffè, delle ricerche, delle analisi e dei test tecnici e sensoriali e l’attenzione alle esigenze di professioni e consumatori, ci ha consentito di aggiornare l’albero della conoscenza alla base della costruzione dei nostri contenuti didattici ed ovviamente con la didattica dei corsi.
Nel tempo si sono aggiunti ai corsi di formazione tecnica sulla preparazione del caffè, tematiche che valorizzano la gestione dell’ambiente nel rapporto con le persone, i collaboratori, i clienti, la sostenibilità e la sensorialità.”
Chi sono gli iscritti generalmente?
“Direi un panorama internazionale molto vasto, dai professionisti dell’ospitalità agli amanti del caffè, dai giornalisti al personale e studenti delle istituzioni pubbliche o private.”
Cosa c’è nei prossimi 25 anni di Università del Caffè?
“Il progetto Università del Caffè è costantemente in evoluzione fin dalla sua nascita, nel 1999; il lavoro di squadra è sempre stato un elemento chiaro, distintivo, ricercato e vincente.
Nei primi 25 anni ho visto questi concetti trasformarsi da teorici a pratici e ci hanno fatto acquisire autorevolezza nella diffusione della conoscenza nel mondo del caffè di qualità, grazie alle costanti interazioni con partner, colleghi, clienti, coltivatori di caffè in tutto il mondo.
Tutto questo è gratificante per il team ed il network UdC che lo ha reso possibile. La prospettiva stimolante ovviamente è legata al futuro di questo progetto e agli obiettivi da raggiungere: Università del Caffè lavorerà per risultati ancora più ambiziosi, condividendo la conoscenza del caffè, i benefici del suo consumo, i vantaggi dell’agricoltura rigenerativa e ponendo la sostenibilità al centro della sua attenzione.
Università del Caffè crea, allena e fa crescere un vivaio di talenti, che diventano protagonisti o docenti all’interno del team per poi accompagnarli in un percorso di crescita personale e professionale.”
COCCAGLIO (Brescia) – Il consiglio di amministrazione di Bialetti Industrie S.p.A., (“Bialetti” o la “Società”), entrato in carica in data 28 maggio 2025, è stato informato che Octagon BidCo S.p.A. ha acquisito il controllo di Bialetti. L’Offerente è un veicolo appartenente al gruppo di società di partecipazioni NUO (“NUO”) nato nel 2016 a Milano, che, grazie a capitali privati di famiglie imprenditoriali internazionali, investe in aziende simbolo del made in Italy del settore dei beni di consumo, per supportarne i processi di crescita internazionale (ne abbiamo parlato qui).
Nel dettaglio, l’Offerente ha perfezionato l’acquisto di una partecipazione complessiva in Bialetti pari al 78,567% del capitale sociale di Bialetti e al 78,650% dei relativi diritti di voto (al netto delle azioni proprie), pari a complessive n. 121.607.985 azioni ordinarie di Bialetti, in esecuzione di due contratti di compravendita di azioni detenute rispettivamente da Bialetti Investimenti
S.p.A. e Bialetti Holding S.r.l. (le “Società FR”) e da Sculptor Ristretto Investment S.à r.l. – sottoscritti e comunicati al mercato in data 16 aprile 2025.
Moka Bialetti (immagine concessa)
Per effetto del perfezionamento dell’Operazione, in data odierna:
– i Consiglieri Francesco Ranzoni, Marco Ghiringhelli e Amelia Mazzucchi hanno rassegnato le proprie dimissioni con effetto a decorrere dalla data odierna e, conseguentemente, il Consiglio di Amministrazione della Società, riunitosi in data odierna, ha deliberato la nomina per cooptazione di 3 nuovi Consiglieri, nelle persone di: Giuseppe Morici (che ha assunto la carica di Presidente), Rocco Sabelli e Francesca Di Pasquantonio;
– il Sindaco effettivo Andrea Cioccarelli ha rassegnato le proprie dimissioni con effetto a decorrere dalla data odierna. Conseguentemente, il sindaco supplente Diego De Francesco è subentrato al sindaco dimissionario.
Alla luce di quanto precede:
– il Consiglio di Amministrazione in carica alla data odierna è composto da Giuseppe Morici (Presidente), Egidio Cozzi (Amministratore Delegato), Paola Petrone (Consigliere indipendente), Simonetta Ciocchi, (Consigliere indipendente), Francesca Di Pasquantonio (Consigliere indipendente), Tommaso Paoli (Consigliere non esecutivo) e Rocco Sabelli (Consigliere non esecutivo); mentre,
– il Collegio Sindacale in essere alla data odierna è composto da Carlo Delladio (Presidente), Diego De Francesco e Barbara Mantovani.
Si precisa che per quanto noto alla Società, i Consiglieri Giuseppe Morici (Presidente), Rocco Sabelli e Francesca di Pasquantonio e il Sindaco Diego De Francesco non detengono azioni Bialetti.
Una sintesi del curriculum vitae dei Consiglieri Giuseppe Morici, Rocco Sabelli e Francesca di Pasquantonio sarà messa a disposizione per la consultazione sul sito internet della Società.
Il consigliere Tommaso Paoli, ceo di NUO, con riguardo al perfezionamento della Compravendita, ha dichiarato: “un’operazione che pone nuovi obiettivi di crescita per un marchio storico che manterrà la sua forte identità culturale italiana. NUO, dal 2016, è partner di aziende made in Italy indipendenti che oggi possono contare su modelli organizzativi e gestionali più aperti ai mercati internazionali.
Tra il 2016 e il 2025 NUO, per il tramite delle proprie società di partecipazioni, ha investito circa mezzo miliardo di euro in società italiane che hanno mantenuto indipendenza e identità, quali, oltre a Bialetti Industrie S.p.A., Slowear S.p.A., Bending Spoons S.p.A., Venchi S.p.A., Ludovico Martelli S.p.A. (Marvis e Proraso), Montura S.r.l., Andriani S.p.A. (Felicia), Osit Impresa S.p.A. (Subdued), Calzaturificio Scarpa S.p.A. (Scarpa) e Sacs Tecnorib S.p.A. ”.
Il Consigliere Egidio Cozzi, confermato nella carica di Amministratore Delegato di Bialetti, ha dichiarato: “Siamo lieti di iniziare questo nuovo percorso con NUO, un partner che condivide la nostra visione e il desiderio di valorizzare una realtà industriale fortemente legata alla cultura e all’eccellenza italiana. Un passo importante per crescere nel rispetto della nostra identità e con lo sguardo rivolto al futuro.”
Conseguentemente all’avvenuto perfezionamento dell’Operazione, ai sensi dell’art. 106 del D. Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (il “TUF”), Octagon BidCo promuoverà un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria totalitaria sulle restanti azioni Bialetti, con esclusione delle azioni proprie detenute in portafoglio dalla Società, a un prezzo pari a Euro 0,467 per ciascuna azione Bialetti (il “Corrispettivo”), finalizzata alla revoca delle azioni della Società dalla quotazione sull’Euronext Milan (l’“Offerta” o l’“OPA”).
Si rammenta che, rispetto al corrispettivo complessivo della compravendita oggetto del Contratto FR (Euro 47.334.000), una porzione pari ad Euro 18.000.000 è stata finanziata dalle Società FR all’Offerente tramite differimento del relativo pagamento.
Il Corrispettivo coincide con il prezzo unitario pagato dall’Offerente per l’acquisto della partecipazione nel contesto del Contratto FR, calcolato attribuendo al Prezzo Differito un valore attualizzato pari ad Euro 13.300.000 (rispetto ad un valore facciale pari ad Euro 18.000.000) in base all’applicazione del principio contabile del fair value di cui all’IFRS 13 che consente l’attualizzazione dei flussi attesi con un tasso coerente con il rischio effettivo.
Al riguardo, l’Offerente si è avvalso del supporto del professor Enrico Cotta Ramusino quale esperto indipendente il quale ha rilasciato apposito parere in cui ha ritenuto che si può attribuire al Prezzo Differito un fair value che sicuramente è inferiore al valore nominale e non superiore agli Euro 13.300.000 stimati dall’Offerente.
L’Offerente e le persone che agiscono di concerto con lo stesso renderanno noto l’annuncio dell’Offerta che consegue al perfezionamento dell’Operazione mediante separato comunicato che sarà pubblicato nelle forme e nei tempi previsti dall’art. 102 del TUF.
In aggiunta, facendo seguito a quanto comunicato al mercato in data 16 aprile 2025, si rammenta che la Compravendita si inserisce nell’ambito di una più ampia operazione legata al rifinanziamento dell’indebitamento di Bialetti oggetto dell’accordo di ristrutturazione del debito ex articolo 182-bis l. fall. datato 19 luglio 2021 (l’“Accordo di Ristrutturazione”) finalizzata a promuovere la crescita e lo sviluppo di Bialetti e delle società del gruppo facente capo alla stessa (il “Gruppo”).
Al fine di consentire il rifinanziamento in oggetto, in data odierna sono stati effettuati i necessari apporti di equity a favore di Bialetti ed è stata sottoscritta la necessaria documentazione contrattuale con le relative banche finanziatrici e, conseguentemente, è avvenuta l’erogazione della relativa provvista mediante:
• un finanziamento junior, di importo massimo pari ad Euro 30 milioni, concesso da parte di illimity Bank S.p.A. (“illimity”) e AMCO Asset Management Company S.p.A. (“AMCO”) – queste ultime già parte dell’Accordo di Ristrutturazione – in favore di Octagon HoldCo S.p.A., società che detiene l’intero capitale sociale dell’Offerente (“HoldCo”), erogato mediante compensazione con una porzione di pari importo dell’indebitamento esistente di Bialetti nei confronti di illimity e AMCO, previo accollo da parte di Octagon BidCo e, poi, di HoldCo, e con liberazione di Bialetti e dell’Offerente da parte di illimity e AMCO (l’“Accollo”); e
• un finanziamento senior, di importo massimo complessivo pari ad Euro 50 milioni (di cui circa 40 milioni destinati al rifinanziamento dell’indebitamento esistente di Bialetti), concesso in favore di Bialetti da parte di un pool di istituzioni finanziarie guidate da Banco BPM S.p.A., in qualità di banca agente, mandated lead arranger e banca finanziatrice, nonché BPER Banca S.p.A., Banca Ifis S.p.A. e Cherry Bank S.p.A. in qualità di mandated lead arranger e banche finanziatrici; nonché
• apporti di equity, anche per il tramite dell’accollo sopra menzionato, da parte di HoldCo per almeno complessivi Euro 49,5 milioni, per effetto dei quali è intervenuta una riduzione significativa dell’indebitamento esistente del Gruppo.
L’operazione di rifinanziamento ha comportato, fra l’altro, anche il rimborso integrale dei prestiti obbligazionari emessi da Bialetti nell’ambito dell’Accordo di Ristrutturazione e integralmente sottoscritti da illimity e Sculptor Ristretto Investment S.à r.l.
Contestualmente alla sottoscrizione della documentazione contrattuale relativa al contratto di finanziamento junior, illimity e AMCO hanno sottoscritto strumenti finanziari partecipativi “catch-up”, emessi da HoldCo, ai sensi dei quali è stato loro attribuito, fra l’altro, il diritto di nominare un membro indipendente del consiglio di amministrazione di HoldCo.
Si precisa inoltre che, nell’ambito del complessivo rifinanziamento dell’indebitamento oggetto dell’Accordo di Ristrutturazione, in data odierna:
a) Octagon BidCo, in qualità di acquirente, e Moka Bean S.r.l., in qualità di venditore, hanno dato esecuzione al contratto di compravendita sottoscritto in data 16 aprile 2025, avente ad oggetto gli strumenti finanziari partecipativi di equity emessi da Bialetti in favore di quest’ultima, e
b) Octagon BidCo, in qualità di acquirente, e illimity e AMCO, in qualità di venditori, hanno sottoscritto e perfezionato un contratto di compravendita avente ad oggetto gli strumenti finanziari partecipativi di equity emessi da Bialetti in favore dei predetti soggetti nell’ambito dell’Accordo di Ristrutturazione.
A seguito dell’acquisto di tali strumenti finanziari partecipativi, Octagon BidCo ha apportato a patrimonio della Società l’intero importo dei crediti da pagamento dei proventi dovuti ai sensi dei diritti patrimoniali attribuiti agli stessi, divenuti esigibili per effetto della cessione di Bialetti.
Per effetto delle operazioni sopra descritte l’indebitamento consolidato esistente del Gruppo è passato da Euro 98,6 milioni circa alla data del 31 maggio 2025, a Euro 44,1 milioni circa alla data odierna.
Alla luce di quanto precede, in data odierna, è divenuto efficace l’accordo di risoluzione dell’Accordo di Ristrutturazione (l’“Accordo di Risoluzione”) ai sensi del quale l’Accordo di Ristrutturazione è da considerarsi integralmente adempiuto e quindi sciolto per mutuo consenso, con conseguente cessazione immediata dei suoi effetti.
Da ultimo si segnala che l’Accollo e l’Accordo di Risoluzione costituiscono operazioni con parti correlate di maggiore rilevanza per le quali sarà pubblicato, nei termini di legge, il documento informativo di cui all’art. 5 del regolamento Consob n. 17221/2010.
La scheda sintetica di Bialetti Industrie
Bialetti Industrie S.p.A. è una realtà industriale leader in Italia e tra i principali operatori nei mercati internazionali, cui oggi fa capo il marchio di lunga tradizione e assoluta notorietà come Bialetti. La Società opera nella produzione e commercializzazione di prodotti rivolti all’houseware e, in particolare, con il marchio Bialetti nel mercato di prodotti per la preparazione del caffè come caffettiere tradizionali, caffettiere elettriche e macchine elettriche per il caffè espresso oltre che moltissime referenze di caffè, tutte prodotte nella propria torrefazione di Coccaglio.
Bialetti è un’icona del “gusto italiano” nel mondo, espressione di creatività e design che unisce qualità, sicurezza e innovazione tecnologica. La Società nello svolgimento della propria attività è impegnata in una costante ricerca dell’eccellenza, adottando allo stesso tempo una strategia che consideri le responsabilità sociali e ambientali dell’impresa.
MILANO – La bufera non è ancora passata, ma l’orizzonte comincia a rasserenarsi e, dopo tre anni di rincari senza precedenti, i prezzi appaiono infine destinati a scendere, a partire dal prossimo anno: così Giuseppe Lavazza – presidente dell’omonimo gruppo di famiglia e del Comitato italiano del caffè – in recenti dichiarazioni ai media francesi.
“Nonostante un inizio di 2025 ancora molto incerto, riteniamo che il 2026 sarà più tranquillo e che i corsi del caffè risulteranno meno volatili” ha dichiarato Lavazza.
Mentre stanno entrando nel vivo le operazioni del raccolto di quest’anno (2025/26), Lavazza guarda sin d’ora al prossimo raccolto (2026/27), che potrebbe segnare una forte ripresa produttiva degli arabica, se la cintura del caffè supererà indenne il prossimo inverno.
“Ci aspettiamo un raccolto enorme, che contribuirà a un migliore equilibrio tra offerta e domanda. Speriamo che ciò contribuisca a gettare acqua sul fuoco” ha aggiunto Giuseppe Lavazza, in un’intervista al prestigioso quotidiano Le Figaro
I prezzi del caffè verde sono drammaticamente aumentati negli ultimi anni. E il conto è stato salatissimo anche per Lavazza, che ha visto lievitare i costi per l’acquisizione della materia prima da 600 milioni di euro, nel 2019, a 1,6 miliardi nel 2024.
Il gruppo ha fatto fronte a questa situazione cercando di comprimere i margini e limitando i rincari.
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