lunedì 15 Settembre 2025
Home Blog Pagina 104

Caffè Cagliari, storica torrefazione di Modena, apre al pubblico per la Giornata nazionale del made in Italy, 15/04

0
caffè cagliari
La sede di Caffè Cagliari (immagine concessa)

MODENA – Nell’ambito delle iniziative per la Giornata nazionale del made in Italy promossa dal Ministero delle Imprese e del made in Italy, Caffè Cagliari aprirà le proprie porte a tutti gli appassionati e curiosi che vogliono conoscere il viaggio del caffè dal chicco alla tazzina.

Caffè Cagliari per la Giornata nazionale del made in Italy

Martedì 15 aprile 2025, dalle 9 alle 14, sarà possibile visitare lo storico stabilimento produttivo modenese, dove viene prodotto il caffè Cagliari che da oltre 115 anni è apprezzato nei bar e nelle case degli italiani.

L’ingresso all’azienda sarà libero e permetterà al pubblico di scoprire come viene lavorato il caffè, dalla tostatura fino al confezionamento. Un racconto appassionante e coinvolgente che ruota attorno ad una realtà storica fatta di tradizione, passione e cultura.

caffè cagliari
Caffè Cagliari per la Giornata internazionale del Made in Italy (immagine concessa)

Per l’occasione i visitatori avranno l’opportunità di partecipare ad un’esperienza sensoriale unica all’interno del Centro di Formazione “Scuola del Caffè Cagliari”, cimentandosi nell’estrazione di un vero espresso italiano. Gli esperti e trainer di caffetteria Caffè Cagliari saranno a disposizione per rispondere a qualsiasi domanda e curiosità sul mondo del caffè.
L’iniziativa è gratuita e non è richiesta la prenotazione.

Info Caffè Cagliari open day: scopri il caffè di Modena dal 1909

Martedì 15 Aprile 2025 / Dalle 09:00 alle 14:00 Via Umberto Giordano 127, Modena

Per informazioni Tel: 059 367 811 – Email: info@caffecagliari.it

La scheda sintetica dell’azienda

La storia dell’azienda inizia nel 1909 quando Ambrogio Cagliari, di ritorno dal Brasile, inaugura a Modena la prima bottega per la tostatura e la degustazione del caffè. Da quel momento inizia una lunga storia di imprenditoria italiana e di passione per il caffè, che attraversa i continenti e prosegue per quattro generazioni di famiglia.

Una lunga tradizione premiata dall’iscrizione di Caffè Cagliari nel registro dei Marchi storici di Interesse Nazionale, creato dal Ministero dello Sviluppo Economico per tutelare la proprietà industriale delle aziende storiche italiane e celebrare le eccellenze del Bel Paese.

Firenze: anche un’ora di fila per l’affogato al caffè della gelateria Vivoli, un successo grazie a post virali

0
firenze locale bacci harry's le vespe
Firenze (immagine: Pixabay licensed)

La gelateria Vivoli di Firenze (ne avevamo parlato in dettaglio qui nel 2023) ha accolto negli ultimi due anni innumerevoli turisti americani attirati per l’affogato al caffè reso celebre da un post virale del fotografo e regista Sam Youkilis del 2023. La gelateria ha inaugurato un nuovo locale lunedì 7 aprile dedicato esclusivamente alla gran crema al caffè e subito è stato preso d’assalto dai turisti. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul Corriere della Sera e riportata dal portale d’informazione msn.

L’affogato al caffè della gelateria Vivoli di Firenze

FIRENZE – Tutti pazzi per l’affogato al caffè della gelateria Vivoli. Talmente pazzi, che la coda dura quasi un’ora. Inizia in via Isola delle Stinche, all’ingresso del locale, e si dilunga fino a via Torta. In coda ci sono soltanto turisti stranieri. Vogliono tutti la stessa cosa: la Gran crema al caffè, ovvero un caffè espresso servito in tazza di ceramica con marchio Vivoli, ai cui bordi ci sono quattro strisce gialle di gelato alla crema.

“Amazing”, dice una ragazza americana che lo degusta seduta sul marciapiede di fronte alla chiesa dei Santi Simone e Giuda. Accanto a lei, decine di turisti seduti per terra che fanno la stessa cosa. “L’ho scoperto su TikTok”, racconta entusiasta una turista giapponese in coda. “Io l’ho scoperto su Instagram”, dice un ragazzo americano.

Un’invenzione della storica gelateria Vivoli che risale al 2023, quando l’affogato al caffè fu inserito nel listino accanto ai tradizionali gelati in cono e coppette. Inizialmente non sbancò, finché a Firenze non arrivò il fotografo e regista americano Sam Youkilis, che si occupò della campagna di comunicazione per la sfilata Pucci Resort 2024. Per raccontare la città, aveva catturato in brevi video alcuni flash del luogo: il Duomo, una canoa sull’Arno, le buchette del vino e l’affogato al caffè.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Venezia: il Gran Caffè Quadri compie 250 anni e presenta la miscela speciale di monorigine arabica dell’Indonesia firmata dalla torrefazione Giamaica di Verona

0
caffè quadri alajmo venezia
Interni del Caffè Quadri

Lo storico locale Gran Caffè Quadri di Venezia ha compiuto 250 anni. Per l’occasione, il laboratorio di torrefazione Giamaica Caffè di Verona fondata da Gianni Frasi, che collabora con la famiglia Alajmo di Gran Caffè Quadri, ha creato una miscela speciale in esclusiva, prodotta da monorigine arabica dell’Arcipelago Indonesiano. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo del portale d’informazione Alto Adige.

I 250 anni del Gran Caffè Quadri

VENEZIA – Il Gran Caffè Quadri di Venezia compie 250 anni e la famiglia Alajmo, che ora lo gestisce, si prepara a questo importante appuntamento per onorarne il fondatore Giorgio Quadri che lo aprì il 28 maggio 1775. L’origine del Quadri risale al 1638, quando nasce come Il Rimedio, un locale noto per la vendita di vino Malvasia che si riteneva “rinvigorisse le membra e risvegliasse lo spirito”.

La svolta avviene appunto il 28 maggio 1775, quando Giorgio Quadri e la moglie Naxina, arrivati da Corfù, decidono di investire gli averi di famiglia in un locale che vendesse “l’acqua negra bollente”, il caffè alla turca.

I due acquistano, quindi, l’allora ‘Rimedio’, sotto le Procuratie Vecchie, dando inizio alla storia del locale. Nel 1830 subentrano i fratelli Vaerini che ristrutturano gli interni e aggiungono il ristorante al piano superiore, in quelle che un tempo erano le stanze dei procuratori della Serenissima.

Rilevato nel 2011 dalla Famiglia Alajmo, 7 anni dopo i fratelli Massimiliano e Raffaele fanno loro il motto “ciò che diventa era” del torrefattore veronese Gianni Frasi e con un importante restauro ‘rispolverano’ l’originaria bellezza di questo luogo storico. Dettagli sorprendenti appaiono in ogni angolo, a partire dall’insegna in ottone al tessuto che riveste le pareti del ristorante, al grande specchio all’ingresso e agli specchi nei bagni al lampadario Rezzonico in chiave moderna, al restauro sui decori al piano terra.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

World of Coffee Panama ospiterà la competizione Barista Championship 2026, San Diego accoglierà la gara Latte Art

0
world of coffee
Le competizioni a World of Coffee Panama e San Diego (immagine presa dal sito)

MILANO – L’Associazione Specialty Coffee (SCA) ha annunciato le sedi delle principali competizioni globali di caffè di per il 2026. Il World of Coffee Panama ospiterà il World Barista Championship 2026, mentre la manifestazione a San Diego accoglierà il  World Latte Art Championship 2026 sulla costa occidentale degli Stati Uniti.

Ospitare il World Barista Championship a Panama City sottolinea la crescita fiorente dell’industria del caffè specialty in America Centrale e posiziona la città come un hub accessibile per produttori, commercianti e professionisti di tutto il mondo.

Il World of Coffee Panama, che si terrà dal 23 al 25 ottobre 2026 presso il Panama Convention Center, segnerà la prima fiera commerciale World of Coffee mai tenuta in America Centrale.

Questo evento storico riflette il profondo legame tra le regioni produttrici di caffè e la comunità globale del caffè specialty.

“Panama è la location ideale per il World Barista Championship, trovandosi nel cuore della regione produttrice di caffè dell’America Latina, casa di alcune delle miscele più premiate al mondo. Vi invitiamo a unirvi a noi per questo evento eccezionale, che non solo metterà in mostra il talento dei migliori baristi del pianeta, ma celebrerà anche i migliori produttori di caffè del mondo”, ha dichiarato Ricardo Koyner McIntyre, presidente della Specialty Coffee Association of Panama.

Sulla scia del recente rebranding da parte della SCA del suo evento di punta in Nord America, lo Specialty Coffee Expo debutterà come World of Coffee San Diego dal 10 al 12 aprile 2026 presso il San Diego Convention Center. La fiera ospiterà il World Latte Art Championship 2026  (WLAC), una competizione che rappresenta il massimo della creatività, abilità e precisione da parte dei baristi. Considerato uno degli spettacoli più affascinanti del mondo del caffè, il WLAC porterà energia e un tocco artistico sul palco dell’evento.

Questo World Barista Championship 2026 segnerà il 26° anno di questa competizione, riunendo campioni di oltre 50 organismi competenti da tutto il mondo per presentare il loro servizio di bevande a base di espresso a una giuria di esperti, evidenziando innovazione, precisione e storytelling.

Il World Latte Art Championship 2026  celebra l’arte e la maestria tecnica dei baristi nella creazione di design intricati con latte e espresso, valutati per qualità visiva, simmetria e originalità. Dalla sua creazione nel 2005, la gara di San Diego segnerà la 20ª edizione di questa competizione.

Questi eventi rappresentano momenti importanti nella continua evoluzione dei Campionati mondiali nel 2026, attirando l’attenzione globale sia sulle comunità emergenti che su quelle affermate del caffè.

San Diego World Coffee Championships

10–12 aprile 2026 al World of Coffee San Diego, San Diego, CA, USA

In evidenza: World Latte Art Championship

Panama City World Coffee Championships

23–25 ottobre 2026 al World of Coffee Panama, Panama City, Panama

In evidenza: World Barista Championship

Le sedi rimanenti dei World Coffee Championships saranno annunciate presto. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

L’Espresso Martini in spina con il cold brew: l’idea di Luca Di Carmine, fondatore di Moon Ray

0
Luca con l'Espresso Martini in fusto (foto concessa)
Luca con l'Espresso Martini in fusto (foto concessa)

ROMA – Luca Di Carmine ha fatto il barman per tantissimi anni, cercando di usare ingredienti di qualità e fare ricerca: un obiettivo ambizioso, in un settore come quello dei cocktail, che spesso segue i trend – così racconta Di Carmine –. Dopo un periodo a Londra, dove l’Espresso Martini era sempre presente, (5-6 litri già pronti per la preparazione, con lo shaker insieme al Kalhua, la vodka, lo zucchero e uno shot di espresso) ha avuto l’intuizione di recuperare questa ricetta classica.

Di Carmine: “Volevo fare un lavoro differente proprio sul caffè. La vodka è inodore e insapore e influenza poco il gusto finale. Così la ricerca si è focalizzata sull’altro ingrediente principale e per questo ho scelto lo specialty coffee: le monorigini hanno dei sentori particolari rispetto all’espresso tipico del bar.

All’estero c’è più curiosità e richiesta di questo prodotto rispetto a quello che ancora viene chiesto in Italia. Sono un visionary drink strategist, e ho voluto puntare sull’Espresso Martini con lo specialty coffe di Cafè 124.”

La produzione avviene attraverso il marchio Moon Ray, azienda produttrice di cocktail alla spina nata nel 2018, che ha superato anche la prova del Covid grazie agli sforzi di Di Carmine, che oggi è qui a raccontare la forza e la visione di un bartender che sa cosa significa proporre qualità e innovazione (senza rinunciare alla praticità): “Sapevo che questa era la mia missione. Facendo sacrifici enormi, sono riuscito a crescere da un laboratorio di 60 metri quadri, ad un’azienda di 400 metri quadri già nel 2023.”

Ma l’Espresso Martini di Luca di Carmine non finisce qui

“Per conferirgli la sua foam caratteristica, ho impiegato diversi mesi di studio. Usare il cold brew deriva dal fatto che l’Espresso Martini si serve freddo: faccio fusti da 20 litri e mi interessava avere uno specialty brew coffee, più allungato che desse una persistenza importante al drink.

Sono produttore con il marchio Moon Ray, di drink alla spina artigianali, dallo Spritz al Gin Tonic, dalle sode alla ginger beer: seguendo molto le mode, ho capito che l’Espresso Martini avrebbe potuto facilmente ritrovare il suo mercato. Dopo aver realizzato la ricetta, l’abbiamo pensata per posizionarla all’interno di quei locali che raggiungono un certo volume di cocktail. Abbiamo un mercato aperto anche in Francia dove c’è stato richiesto, e sarà lanciato a Cannes e a Saint Tropez questa estate.”

Perché questa nuova versione dell’Espresso Martini?

“Preparare live l’Espresso Martini è complicato: è un drink che richiede tempo. Invece erogarlo alla spina, con la stessa identica schiuma, se non addirittura migliore, è l’ideale per il bartender. Il primo locale in cui l’abbiamo sperimentato è stato il The Sanctuary di Roma, un luogo frequentato specialmente da molta clientela estera che ha apprezzato tantissimo sia il cocktail che la sua preparazione.

Con un fusto da 20 litri si possono preparare 133 porzioni da 15 cl servite in coppa, e può durare fino ai sette-otto mesi.”

Quali sono le difficoltà tecniche maggiori affrontate e come le hai risolte?

“La prima cosa su cui abbiamo lavorato è la rotondità del gusto. Vogliamo prodotti buoni, di qualità, con ingredienti premium che portano le persone a ordinarne un secondo o un terzo. Le difficoltà maggiori sono state quelle di ridare la stessa consistenza di quando viene shackerato, ricreando l’effetto schiumoso del drink. È una tecnica che abbiamo messo a punto dopo tanti mesi di prove.

Abbiamo appurato che c’era da risolvere un problema legato al tipo di gas scelto. Il caffè ci aiuta molto, l’Etiopia 124, perché è un sapore che ci ha conquistato fin da subito e si sposa bene con la nostra vodka, la miscela di aromi naturali e lo zucchero.“

È qualcosa di ripetibile nei bar? A che prezzo?

“Assolutamente sì. Il bartender è entusiasta di questa soluzione perché è una novità ma non troppo eccessiva: chi usa oggi lo specialty per preparare un Espresso Martini?

Con il nostro metodo alla spina, riusciamo ad inserire questa materia prima pregiata innanzitutto all’interno di un cocktail, e allo stesso tempo ad ottimizzare i tempi di preparazione e dare qualità negli ingredienti.

La ricetta dell’Espresso Martini nasce a Londra nell’83, chiamata precedentemente “Vodka Espresso” dal suo creatore Dick Bradsell, ma tecnicamente in ogni bar del mondo viene un po’ modificata, perché ciascun bartender rivisita la sua ricetta. Il nostro Espresso Martini invece ha il pregio di restare sempre uguale e la qualità del prodotto viene stabilizzata con una certa consistency.

Dopo sedici anni di lavoro dietro al bancone, ho capito che era fondamentale: i più grandi cocktail bar di oggi hanno un menù molto complicato, come può essere per un ristorante stellato. Quindi chi propone qualità deve prima contare su ore di preparazione anticipata: spesso la maggior parte dei drink nel menù sono già pronti dentro bottiglie da un litro (prebatch) per limitare l’errore durante il servizio vero e proprio.

La nostra azienda dà la possibilità di averne 20 litri di livello premium e questo è un vantaggio innanzitutto per il gestore, perché si risparmia sul personale e sulle tempistiche.
Ci stiamo specializzando su questo e puntiamo ad entrare nei grandi locali.”

La qualità quindi non rischia di deperire durante la produzione e lo stoccaggio

“Quando produciamo il nostro Espresso Martini, acquistiamo il caffè specialty , preparato due giorni prima della spedizione che poi viene lavorato immediatamente una volta arrivato nel nostro laboratorio. In questo modo lo preserviamo: la qualità non è mai messa in discussione, siamo molto sicuri.”

Ma quindi la mixology a base caffè è un trend?

“Nel panorama dei cocktail, in Italia i drink al caffè stanno iniziando a vedersi. Se il nostro Espresso Martini si dimostrerà all’altezza delle nostre aspettative come pensiamo che accadrà, magari penseremo ad altre ricette a base caffè. Per ora abbiamo già molti appuntamenti su Roma, al centro Italia e in Francia. Abbiamo in mente poi di fare un salto a Milano per farlo assaggiare in qualche locale.”

E il tè?

“Ho provato a sperimentarlo come ingrediente circa 14 anni fa, a Londra, durante una gara di cocktail in cui ho creato un drink facendo un’infusione di Earl Gray nel Gin. Ma la realtà è che nel mondo dei drink è già stato inventato di tutto e molti cocktail sono stati codificati a livello internazionale. È entusiasmante visitare locali in cui un barman investe in sviluppo e ricerca e in quel preciso momento crea una ricetta apposita. Ma è qualcosa di estemporaneo.

Ora è difficilissimo che venga codificato un nuovo drink su scala globale. Il tè all’interno di questo discorso, ancora non risulta un ingrediente codificato nei cocktail internazionali. Rimane qualcosa di speciale legato all’evento, al particolare momento. Ma magari è solo questione di tempo.

Ricette tradizionali come l’Espresso Martini, possono soltanto essere riscritte e portate su un livello superiore: nel settore cocktail ormai spesso è una questione di riprendere ricette già rodate, e migliorarle. Il nostro supporto è dato dall’entrare nei locali per capire quali sono i drink più richiesti e aiutare a prepararli più semplicemente.

L’italiano ancora oggi è più settato per il caffè espresso, con la tazzina bollente e la bustina di zucchero. Invece gli stranieri, soprattutto in una città come Roma che è frequentatissima dai turisti, entrano nei locali e ordinano un Espresso Martini.”

Il tasso alcolico zero alla guida è un problema per il consumo di cocktail?

“Tutti i nostri drink sono low-alcol: un drink a 8,5 gradi, con il ghiaccio e aggiungendo del cibo è meno alcolico di un bicchiere di vino bianco che si può aggirare tra i 12-13 e mezzo gradi.”

Mercati del caffè ancora in preda all’incertezza, ecco le previsioni dell’Ico sulla loro possibile evoluzione a breve

0
mercati del caffè robusta futures Eudr arabica esportazioni Brasile export prezzi borsa Vietnam
Il logo dell'Ice

MILANO – In una giornata segnata nuovamente da forti e opposti sommovimenti sui mercati finanziari, con Tokyo e le borse europee in rally e Wall Street in profondo rosso, le borse del caffè hanno chiuso ieri, giovedì 10 aprile 2025, con variazioni modeste. A New York, il contratto per scadenza maggio dell’Ice Arabica ha oscillato, ancora una volta, all’interno di un range abbastanza ampio, per chiudere poi con un rialzo contenuto (+115 punti), a 342,85 centesimi.

A Londra, il contratto per scadenza luglio ha conseguito guadagni più consistenti (+2%) terminando a 4.896 dollari.

In un clima di grande incertezza – rispetto alla situazione economica generale, ma anche ai fondamentali specifici – si naviga a vista, in attesa che le nebbie si diradino, almeno un po’, consentendo di avere indicazioni più precise sulle prospettive dei mercati.

Contenuto riservato agli abbonati.

Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.

Wittenborg W100, la macchina da caffè professionale di Evoca Group, vince il Red Dot Design Award nella categoria Prodotto

0
evoca
La macchina da caffè Wittenborg W100 (immagine concessa)

VALBREMBO (Bergamo) – Evoca annuncia che la Wittenborg W100 ha vinto il prestigioso Red Dot Design Award nella categoria Prodotto. Questo risultato segna il terzo premio di design consecutivo, dopo l’European Product Design Award e l’iF Design Award, e sottolinea ancora una volta l’impegno dell’azienda verso l’eccellenza e l’innovazione nel design dei prodotti.

Il Red Dot Design Award, istituito nel 1955, è uno dei riconoscimenti più ambiti nel mondo del design. Ogni anno una giuria di esperti valuta migliaia di proposte provenienti da tutto il mondo, premiando solo i prodotti eccellenti per innovazione, funzionalità ed estetica.

W100 si è distinta per la perfetta combinazione di tecnologia, sostenibilità e design pensato per l’utente, confermando la sua posizione di riferimento nel settore del caffè professionale.

W100 è una macchina da caffè all’avanguardia, progettata specificamente per il segmento professionale.

La macchina Wittenborg W100 nel dettaglio (immagine concessa)

Questa soluzione innovativa combina sostenibilità, materiali di alta qualità e tecnologia avanzata per ridefinire l’esperienza di consumo.

Oltre al suo design di grande impatto, W100 è progettata per l’efficienza, offrendo operazioni semplificate e processi di manutenzione ottimizzati che riducono i tempi di inattività fino al 20%.

La sua perfetta integrazione con i servizi cloud consente il monitoraggio delle operazioni di manutenzione in tempo reale e offre la personalizzazione delle bevande, garantendo prestazioni ottimali ed un servizio unico.

Il monitoraggio delle operazioni di Wittenborg W100 (immagine concessa)

Oltre all’efficienza operativa, W100 si contraddistingue per la facilità d’uso, con un’interfaccia utente intuitiva e completamente personalizzabile.

Guidata dalle tendenze del design contemporaneo e arricchita dall’eleganza italiana, W100 combina linee minimal a forme morbide, creando un’estetica moderna e funzionale che valorizza qualsiasi ambiente.

Inoltre, l’efficienza energetica è una caratteristica centrale del prodotto, grazie alla classe A++ e alla modalità Eco che riduce al minimo il consumo di energia, rafforzando ancora una volta l’impegno del Gruppo verso la sostenibilità.

Evoca continua ad essere leader nel mondo delle macchine da caffè professionali, stabilendo nuovi standard per il design e l’innovazione. W100 è la perfetta combinazione di tecnologie all’avanguardia, attenzione alla sostenibilità e design orientato all’utente.

Il Red Dot Design Award è solo l’ultimo di una serie di riconoscimenti che evidenziano il successo continuo di Evoca e la sua capacità di offrire prodotti che ispirano e soddisfano i consumatori in tutto il mondo.

Per maggiori informazioni su W100, visita la pagina web, e per i dettagli sul Red Dot visita red-dot.org.

La scheda sintetica di Evoca Group

Evoca Group è un produttore leader a livello mondiale di macchine da caffè professionali e distributori automatici per il consumo fuori casa, con una storia nel settore di oltre 100 anni. Grazie al suo ampio portafoglio di marchi, è in grado di offrire una gamma completa di prodotti agli oltre 10.000 clienti del Gruppo, servendo i consumatori in hotel, ristoranti, uffici, spazi pubblici e molto altro.

Per maggiori info basta cliccare qui.

Luigi Morello a sostegno di Trieste Coffee Experts: “Una tappa fondamentale”

0
morello
Luigi Morello (immagine concessa)

TRIESTE – Luigi Morello, presidente dell’Iei (Istituto espresso italiano) e fondatore della M25 Consulting, ha voluto esprimere il proprio pensiero riguardo l’ottava edizione del Trieste Coffee Experts, prevista per le giornate del 6 e del 7 dicembre 2025. Divulgatori, specialisti, leader di aziende e associazioni si incontreranno per discutere dei “Coffee Megatrends”, tra i quali: industria 5.0, intelligenza artificiale, l’eccellenza del Made In Italy, l’Umanocentrismo, la sostenibilità, l’innovazione e molto altro.

Il summit organizzato da Bazzara, che unisce ogni due anni importanti interpreti del mondo del caffè nella città di Trieste, si terrà nella splendida cornice dell’hotel Savoia Excelsior Palace.

Di seguito riportiamo il commento di Luigi Morello (presidente di Iei) riguardo l’appuntamento di dicembre:

Morello: “Il Trieste Coffee Experts rappresenta per me ormai un appuntamento fisso. Ho avuto il piacere di partecipare come partner a diverse delle rassegne organizzate dai Bazzara: prima come rappresentante del Gruppo Cimbali, poi con la M25 Consulting, che ho fondato nel 2023.

Ogni presenza è stata un’occasione unica per ascoltare e confrontarmi con molti personaggi di primo piano. Ritengo che l’ottava edizione, prevista per il 6 e 7 dicembre di quest’anno, rappresenti una tappa fondamentale, in quanto prevede al suo interno alcune grosse novità: in primis l’organizzazione degli Stati generali del caffè, che incarna la necessità di risposte dell’intero settore, in secondo luogo per l’apertura al mondo dei torrefattori.

In qualità di presidente di IEI sono molto felice di questo ampliamento della manifestazione, in quanto i torrefattori rappresentano un segmento strategico per un evento che cerca soluzioni concrete al momento molto caotico che stiamo vivendo. Sono convinto poi che i Bazzara daranno ampio spazio al valore divulgativo dell’evento e alla comune battaglia riguardo la diffusione della cultura del caffè di qualità“.

Parole che confermano quanto il Trieste Coffee Experts sia ormai un punto di riferimento imprescindibile per chi ha a cuore le sorti del mondo del caffè. Un’occasione preziosa per fare rete, condividere visioni e – soprattutto – costruire insieme il futuro di un settore in continua evoluzione.

Gruppo Nestlé in Italia: utilizzate oltre 6 tonnellate di bucce di nocciola come mangime per il progetto di economia circolare Live-Haze

0
nestlé
Il progetto Live-Haze (immagine concessa)

ASSAGO (Milano) – Si consolida il progetto sperimentale Live-Haze, di cui il Gruppo Nestlé in Italia è partner. Grazie al finanziamento del fondo PRIN (Progetti di rilevante interesse nazionale) del Ministero dell’Università e della Ricerca, il progetto sta studiando la possibilità di valorizzare vari scarti agroindustriali, tra cui le cuticole di nocciola, impiegandoli come ingredienti per la produzione di mangimi zootecnici, con l’obiettivo di favorire la creazione di un nuovo modello di economia circolare.

Il progetto Live-Haze del Gruppo Nestlé in Italia

Nestlé ha destinato al programma gli scarti del processo di tostatura delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto (PG) e, attraverso il contribuito di altre aziende del comparto che hanno aderito all’iniziativa, attualmente sono già state raccolte e utilizzate per l’alimentazione animale oltre 6 tonnellate di cuticole di nocciole.

Il loro uso nella nutrizione degli animali risulterebbe particolarmente idoneo grazie all’elevata concentrazione di polisaccaridi, acidi grassi e sostanze antiossidanti come i tocoferoli.

Al progetto Live-Haze prendono parte team di diverse università italiane: Università di Torino, Università di Catania, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Perugia e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Oltre all’analisi qualitativa sulla carne e il latte derivante da bestiame che ha seguito questo tipo di alimentazione, i ricercatori stanno sondando l’opinione dei consumatori per capire se siano favorevoli a nutrirsi di carne ottenuta da bovini alimentati con mangimi non tradizionali, ma realizzati con sottoprodotti dell’industria agroalimentare.

Lo studio[1] condotto dal team dell’Università di Torino, composto da scienziati e scienziate dei Dipartimenti di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari e di Scienze Veterinarie, dimostra come il livello di consapevolezza e sensibilità ambientale dei i consumatori possa influenzare le loro scelte alimentari a tal riguardo.

In particolare, lo studio ha dimostrato come i partecipanti fossero tendenzialmente favorevoli all’idea di consumare carne ottenuta da bovini alimentati con mangimi non tradizionali, soprattutto se informati dei benefici ambientali e per la salute animale derivanti dai mangimi stessi.

Tuttavia, coloro che si dichiaravano poco interessati ai metodi di alimentazione animale e alle tematiche di sostenibilità ambientale, tendevano a manifestare un maggiore scetticismo nei confronti di questi mangimi alternativi.

Sulla disponibilità ad accettare ingredienti non tradizionali nell’alimentazione del bestiame pesano quindi vari fattori ideologici e caratteriali, tra cui la sensibilità ambientale e la paura di provare nuovi alimenti, che possono influenzare la percezione individuale di rischi e benefici associati agli stessi.

In sintesi, si può affermare che il livello di sensibilità verso tematiche ambientali rappresenti un elemento chiave nella disponibilità ad accettare questa novità, mentre le preoccupazioni riguardo ai possibili effetti sulla salute costituiscono il principale ostacolo da superare.

La partecipazione al progetto “Live-Haze” si inserisce nel più ampio impegno che Nestlé sta compiendo per la sostenibilità del proprio business, con l’obiettivo di generare un impatto positivo sulle comunità e sul pianeta.

Il Gruppo sta lavorando per accelerare la transizione verso pratiche di agricoltura rigenerativa, migliorare la riciclabilità dei propri imballaggi, promuovere la creazione di nuovi modelli di economia circolare, dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050.

“Il progetto Live-Haze dimostra che è possibile creare un innovativo modello di economia circolare, che non riduca solo gli sprechi, ma che riesca a trasformare uno scarto di produzione in mangime per animali, contribuendo così a una filiera più circolare. Siamo orgogliosi di prender parte alla sperimentazione e di aver contribuito, insieme agli altri partner, a raccogliere 6 tonnellate di cuticole di nocciola. Crediamo fermamente che iniziative come questa, che vedono lavorare fianco a fianco diversi attori, come aziende e università, possano fare davvero la differenza” ha dichiarato Marta Schiraldi, Head of Sustainability Nestlé Italia.

[1] La ricerca completa è consultabile cliccando qui.

La scheda sintetica di Gruppo Nestlé

ll Gruppo Nestlé opera in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 nella produzione e distribuzione di prodotti per la nutrizione, la salute e il benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo. Nel nido che condividiamo – simbolo di protezione, crescita e identità – lavoriamo ogni giorno per sostenere il benessere delle persone di tutto il mondo, con un impegno concreto verso la nutrizione, il pianeta, le persone e le comunità in cui operiamo.

Presente da oltre 110 anni in Italia, Nestlé rinnova ogni giorno il suo impegno attraverso azioni concrete, esprimendo con i propri prodotti e marchi tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera nel Paese in 9 categorie merceologiche, con un portafoglio di oltre 90 marche, tra cui: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite  e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

 

Daniele Ferrero, Venchi cacao e gelati: “Il nostro obiettivo? Raggiungere 290 milioni di ricavi a fine 2025”

0
Daniele Ferrero, principale azionista e amministratore delegato della Venchi

MILANO – Venchi, cacao e gelati, può vantare una rete con 203 store in tutto il mondo e un fatturato che, a fine 2025, si pensa possa quasi toccare la vetta dei 300 milioni di euro. La strategia del Gruppo è portata avanti da Daniele Ferrero, alla guida dalla fine degli anni ’90. Leggiamo di seguito un estratto dell’intervista a Daniele Ferrero condotta da Adriano Lovera per il portale d’informazione retail&food.

Partiamo da una delle operazioni più recenti, l’ingresso di De Agostini con circa il 10% del capitale. Qual è il significato di questa apertura del capitale?

Ferrero a retail&food: “Questo passaggio rappresenta un passo strategico per il gruppo, finalizzato a rafforzare ulteriormente la crescita e consolidare la nostra posizione nei mercati globali. Sul fronte del capitale, nel 2022 abbiamo coinvolto i manager nell’azionariato, anche questo un passo fondamentale per allineare la strategia di crescita e favorire una maggiore condivisione delle informazioni economico-finanziarie”.

Questo potrebbe aprire la strada a integrazioni con altri brand?

“Direi di no. I De Agostini sono entrati in Venchi come famiglia. Questa partecipazione non ha niente a che fare con quelle portate avanti dai fondi di Dea Capital o da altri veicoli riconducibili ai De Agostini. Peraltro, nella storia di Venchi è accaduto spesso di accogliere nuovi partner, tra cui family office”.

Rispetto al bilancio, avevate dichiarato per la chiusura 2024 l’obiettivo di 250 milioni di ricavi. Risultato centrato?

Sì, il 2024 si è chiuso intorno a questa cifra, che corrisponde a una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Quanto ai margini, siamo intorno al 20% di Ebitda. Mentre per il 2025, l’obiettivo è raggiungere 290 milioni di ricavi”.

Che cosa vuole diventare Venchi nei prossimi cinque anni?

“Vogliamo migliorare su ogni singolo aspetto dell’esperienza cliente, che sia essa digitale o fisica, cioccolato o gelato, e contiamo di aumentare la nostra presenza in diversi Paesi, soprattutto nei nodi centrali del turismo mondiale, in particolare nei grandi aeroporti”.

Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui