lunedì 25 Marzo 2024
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Le nuove frontiere del caffè in cucina: ora si beve anche sul brasato

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MILANO – L’uso del caffè in cucina è ormai accettato da tutti. Al contrario sono ancora idee molto discusse e altrettanto discutibili quelle dell’abbinamento tra caffè e cibo. Qui sotto trovate un articolo che dà un interpretazione piuttosto ampia a questione. Ve lo proponiamo.

Il caffè è oggi al centro di un nuovo trend in cucina. Non è più usato solo come ingrediente ma, alla stregua di un bicchiere di vino, può essere abbinato in modo differente in base al tipo di pietanza che si sta mangiando.

Con un antipasto di mare o terra è infatti perfetto un caffè preparato con un metodo a filtro, come un chemex (dove il caffè passa da una sezione all’altra attraversando filtri di carta), hario V60 (tazza monodose per la preparazione del caffè a filtro), french press (bricco cilindrico con uno stantuffo che preme su acqua calda e polvere di caffè), preparati con un caffè monorigine tostato chiaro dalle spiccate note acidule, agrumate e fruttate, con un corpo piacevolmente morbido ma poco intenso.

A un primo piatto di pesce o vegetariano-tagliere di formaggi va abbinato un espresso preparato con soli caffè arabica, in miscela o monorigine, di tostatura leggermente più chiara, con un gusto leggermente acidulo, dolce e poco amaro, corpo leggero e setoso, note aromatiche floreali, fruttate e di pan tostato.

A tavola con il caffè

Se il primo piatto è di carne o si è scelto un secondo vegetariano è indicato accompagnarli con una tazza di espresso preparata con una miscela di arabica con un profilo gustativo dolce, leggermente acido e amaro, buona corposità e aromi di pane tostato, frutta secca tostata, cioccolato fondente e con sentori lievi di frutta a seme come una prugna secca.

In questo caso, l’alternativa potrebbe essere un caffè preparato in aeropress (metodo che deriva dal french press), anche in monorigine tostato leggermente più scuro.

Passando a un corposo secondo piatto a base di carne-carne alla brace-selvaggina ci vuole una tazza di espresso. Che sia in grado di esprimere grande corposità, un profilo gustativo leggermente sbilanciato sull’amaro. Ma anche con note aromatiche di tostato, cacao, speziato. E infine con una nota piacevole di foglia di tabacco da pipa.

Infine con il dessert va servita una tazza di caffè monorigine. Preparato con l’aeropress o una miscela di caffè arabica preparata in espresso. Che riesca a esprimere un profilo gustativo dolce, buona corposità. E aromi di pasticceria come biscotto, frutta secca, frutta candita, cioccolato al latte, vaniglia e caramello

Alessandra Iannello

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