mercoledì 17 Aprile 2024
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Futures del caffè senza freni: robusta a 4.200 dollari, arabica sopra i 2 dollari e 40 centesimi

Il quadro dei fondamentali non è cambiato, sottolineano tutti gli analisti. Ma cresce la preoccupazione e il nervosismo in un mercato virtualmente senza rete, visto il basso livello delle scorte. Ad aggravare la situazione, la sostanziale paralisi del mercato vietnamita, dove i produttori continuano a trattenere le scorte, convinti che i prezzi – già a livelli senza precedenti – possano crescere ancora, complici le previsioni sempre più pessimistiche sul prossimo raccolto. Crescono intanto le esportazioni dell'India: l'Italia si conferma il primo mercato

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MILANO – Un’altra giornata di rialzi senza precedenti per i futures del caffè, con Londra agli ennesimi massimi storici e New York in area 240 centesimi, un livello raggiunto per l’ultima volta prima di oggi nel febbraio del 2022. Il contratto per scadenza luglio dell’Ice Robusta ha guadagnato ieri, mercoledì 17 aprile, $218 chiudendo 4.195 dollari, nuovo record del contratto 10-T, dopo aver superato in corso di contrattazione quota 4.200 dollari (intraday a $4.206).

Vola anche l’Ice Arabica: luglio ha guadagnato 1.195 punti terminando la giornata a 240,35 centesimi, massimo dell’ultimo anno e mezzo. Il quadro dei fondamentali non è cambiato, sottolineano tutti gli analisti.

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Ma cresce la preoccupazione e il nervosismo in un mercato virtualmente senza rete, visto il basso livello delle scorte.

Ad aggravare la situazione, la sostanziale paralisi del mercato vietnamita, dove i produttori continuano a trattenere le scorte, convinti che i prezzi – già a livelli senza precedenti – possano crescere ancora, complici le previsioni sempre più pessimistiche sul prossimo raccolto.

L’andamento delle precipitazioni in Vietnam è infatti simile a quello del 2016, anno in cui la siccità portò a un calo produttivo dell’8,6% sull’anno precedente.

Sempre più pessimistico anche l’outlook globale. Secondo la società di servizi finanziari Marex Group, il 2024/25 segnerà un nuovo deficit nel mercato mondiale dei robusta, stimato in 2,7 milioni di sacchi.

A tutto ciò vanno aggiunte le difficoltà logistiche e la crisi del mar Rosso, che mettono sempre più sotto stress la supply chain.

Buone notizie dall’India, terzo produttore asiatico alle spalle di Vietnam e Indonesia. Secondo le più recenti statistiche del Coffee Board of India, l’export del primo trimestre ha registrato infatti un incremento del 13,35% raggiungendo le 125.631 tonnellate (2.093.850 sacchi), trainato dalla forte domanda mondiale di caffè robusta.

L’Italia si conferma il primo mercato del caffè indiano, seguita da Russia, Emirati Arabi Uniti, Germania e Turchia. In crescita l’export di robusta, che è ammontato a 69.637 tonnellate: il 18% in più rispetto al pari periodo 2023.

Segnano il passo invece gli imbarchi di arabica, pari a 13.419 tonnellate, contro le 15.468 di un anno fa (-13,2%).

Positivo anche l’andamento delle esportazioni di solubile, che hanno raggiunto le 16.218 tonnellate, in crescita del 6,4%.

Aumentano, infine, le riesportazioni, che passano da 20.952 a 26.239 tonnellate (+25,2%). La stima post fioritura del Coffee Board prevede per il 2023/24 una produzione di 374.200 tonnellate o 6,24 milioni di sacchi.

I prezzi in ascesa hanno dato impulso al mercato fisico in Brasile. Il forte apprezzamento dei futures, unito allo svalutarsi del real brasiliano nei confronti del dollaro, hanno incoraggiato le vendite, con molti produttori a fare cassa anche per finanziare il prossimo raccolto.

Secondo la più recente stima di Safras – aggiornata al 9 aprile – i produttori brasiliano hanno venduto l’89% del raccolto 2023/24, contro l’87% alla stessa data dell’anno scorso.

Le vendite di arabica hanno raggiunto l’86% del raccolto di quest’anno: un dato di poco superiore a quello dell’anno passato (85%) e in linea con la media degli ultimi 5 anni.

Incoraggiate dalla forte domanda e dai prezzi interni a livelli precedenti, ormai superiori ai 1.100 reais/sacco (1.113,17 reais o $212,941 per sacco il 16 aprile), le vendite di robusta hanno raggiunto ormai il 96% della produzione, molto al di sopra sia dell’anno scorso (91%), che della media storica (92%).

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